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n. 2 - aprile/giugno 2011 - Suore Francescane Elisabettine

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vita elisabettinaPROFESSIONE PERPETUA IN ECUADORCon gli occhi fissi su Gesùa cura della RedazioneIl 30 gennaio 2011, nellachiesa parrocchiale“San Francisco di Assisi”di Tachina in Ecuador,suor Yetis Arce Cobeñaha pronunciato il suosì per sempre nella famigliaelisabettina nelle manidi suor Francesca Violato,come rappresentante dellaSuperiora generale edella famiglia elisabettina.Ha presieduto la celebrazionepadre JulioCangá, sacerdote diocesanooriginario di Tachina.Si sono strette in fraternapartecipazione attorno asuor Yetis tutte le sorelle dell'Ecuador,parenti e amici.Accogliamo con gioia lasua testimonianza.Pensando a tutto quelloche ho vissuto durantequesto tempo di preparazionealla consegna totale edefinitiva al Signore, possodire che la costante è statala ricerca.Ho percepito che ci sonodue maniere di interpretarela vita: una guardandola conocchi umani e l’altra tenen-do lo sguardo fisso in Dio.Con gli occhi umani vediamola precarietà di tutto,niente dura per sempre; anchela fiducia negli altri enelle loro promesse è soggettaa venir meno.Con lo sguardo fisso inDio, il credente si rendeconto che il Signore entranella sua vita, e noi ci radichiamoin lui come tralciuniti alla vite; lui sostiene lanostra fragilità con la suaalleanza eterna, la solitudinecon l'appartenenza ad unacomunità – ad una famigliareligiosa –, la superficialitàcon la visione del misteroe la capacità di credere allaParola: «Non voi avete sceltome, ma io ho scelto voi…Voi siete miei amici».Il sì per sempre, che hopronunciato il 30 gennaio2011 nel mio paese, è statoper me e per Tachina il segnoche Dio conferma coni fatti la sua promessa diamore eterno.Noi lo cerchiamo comela sposa del Cantico deiCantici che corre dietro all’amore.Tuttavia è il Signorestesso che ci viene incontro,che accende la fiammadell’innamoramento.Madre Elisabetta, coscientedi questa relazione,così si esprime: «Dio mio, tuinnamorato di me! Io amataperdutamente per te» (D1579).L’apostolo Paolo riconoscela debolezza, lafragilità dell’essere umano,quando dice: «Consideratela vostra chiamata, fratelli:non ci sono fra voi moltisapienti dal punto di vistaumano, né molti potenti, némolti nobili. Ma quello cheè stolto per il mondo, Diolo ha scelto per confonderei sapienti; quello che èdebole per il mondo, Dio loha scelto per confondere iforti; quello che è ignobilee disprezzato per il mondo,quello che è nulla, Dio lo hascelto per ridurre al nullale cose che sono» (1Cor1,27).In un tempo in cui nienteha durata, solo l’animamistica e profetica crede incolui che rimane, che nondorme né riposa per preservarcidal male; siamo suoiper sempre, siamo segnatisul palmo delle sue mani.Io voglio credere in questapromessa, perché Dioha sedotto la mia vita eecuadormi ha fatto sperimentare ilsuo amore in una manieraforte e bella, e per questovoglio essergli fedele oltrela morte.Grazie al Signore e allesorelle che hanno accompagnatoe sostenuto ilmio cammino fino a questomomento. Mi sono sentitapienamente abbracciatada loro, dai miei familiari eamici.Continuate a sostenermicon la vostra preghieraperché possa essere veramentefiglia di madre Elisabetta,in questa famiglia dalei voluta.vita elisabettinaDall’alto: ilmomento dellaprofessione e dellafirma dell’atto; lasolenne preghieradi consacrazionesu suor Yetis,presentazioneall'offertoriodell'immaginedella vergineMaria.aprile/giugno 2011 31

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