accanto a...giovaniin corrispondenza della cappella, alsecondo piano, è caratterizzato da unrivestimento in legno chiaro, utile asegnalare la cappella stessa.Questo schermo, oltre ad una feritoiaper intravedere con discrezionel’interno della cappella, presenta duevarchi d’entrata alla stessa, non direttama mediata da piccoli spazi di transizione,pure dotati di simili feritoie,sorta di bussole di legno indispensabiliper distinguere in qualche modolo spazio sacro dalla concitazione delcontinuo passaggio nel corridoio e nelvano scale.Attorno all’altare-mensa centralepossono trovare posto sia il celebrante,sia i fedeli - su più livelli via via elevati,due gradoni concentrici con semplicisedute lignee - e la custodia eucaristica(nella foto accanto).Tutte le pareti sono rivestite in legnochiaro e, in quella finestrata, cortinein maglia d’ottone, utile a rifrangerel’eccessiva luminosità, a garantire lariservatezza della sala nei confrontidegli uffici municipali dirimpetto e,opportunamente illuminate dalle lampadeposte accanto al tabernacolo, acreare un bagliore luminoso visibiledalla strada col buio. La volta curvaaccentua poi la spazialità raccolta,quasi avvolgente, dell’ambiente.Maurilio Verardo, architetto30 aprile/giugno 2011LA COMUNITÀ EDUCANTEORA È PIÙ RICCANegli ottant’anni di vita dell'Istituto“E. Vendramini” non è mai mancatoun luogo distintivo dell’incontrocon il Signore, uno spazio privilegiatodi ricerca spirituale, in cui le diversecomponenti della Comunità Educantepotessero riflettere e pregare.Quello di oggi è una piccola cappellaal secondo piano, luogo in cuisarà facilmente possibile sostare apregare.Nella cappella prevale il calore dellegno e dell’oro; gli stalli, che ricordanoi cori monastici, guardano al centrodello spazio, verso la custodia dell’eucarestia,il leggio e l’altare. Il soffittoricurvo, abbraccio accogliente per chientra nella cappella, ha il suo centrofocale nello stilizzato e tridimensionalecrocifisso, verso cui tutto converge.È ora arricchita dalle icone dellaMadre di Dio della Tenerezza (nellafoto in basso) e del volto del Cristorisorto (la porta del tabernacolo). Nell’altaresono state ricollocate le reliquie,già presenti nell'altare di marmodella precedente cappella, e il cartigliodel 18 febbraio 1957 con il nome dellesuore presenti allora alla benedizione.Nell’occasione è stato posto questonuovo messaggio:«Anima dell’educazione, come dell’interavita, può essere solo una speranzaaffidabile». La sua sorgente è Cristorisuscitato da morte. Dalla fede in luinasce una grande speranza per l’uomo,per la sua vita, per la sua capacità diamare. In questo noi individuiamo ilcontributo specifico che dalla visionecristiana giunge all’educazione, perché«dall’essere ‘di’ Gesù deriva il profilo diun cristiano capace di offrire speranza,teso a dare un di più di umanità allastoria e pronto a mettere con umiltà sestesso e i propri progetti sotto il giudiziodi una verità e di una promessa chesupera ogni attesa umana» (da: Educarealla vita buona del Vangelo, Orientamentidell’Episcopato Italiano per ildecennio 2010-2020).Il messaggio è stato sottoscrittodal vescovo monsignor Giuseppe Pellegrini,dal vescovo emerito monsignorOvidio Poletto, dal presidentedella Comunità Educante Vendramini,monsignor Basilio Danelon, daldirettore don Aldo Biasi, dalla coordinatricedella scuola primaria suor LiaRagagnin e della preside della scuolasecondaria Alda Perale, con tutti idocenti e i collaboratori, gli alunni e leloro famiglie.Oggi la Comunità Educante è piùricca. Studenti, insegnanti e collaboratorihanno modo, più volte al giorno,percorrendo le scale e recandosi nellediverse aule, nei laboratori, in mensa,di percepire la presenza della cappellae, anzi, d’intravvedere realmente, macon discrezione, il suo interno.Nello spazio chiassoso e affollatodella scuola, la cappella rappresentauna finestra aperta per l’anima, a cui siaffaccia Dio con la sua Parola.Alda Perale e Anna Romanoaccanto a... giovani
vita elisabettinaPROFESSIONE PERPETUA IN ECUADORCon gli occhi fissi su Gesùa cura della RedazioneIl 30 gennaio 2011, nellachiesa parrocchiale“San Francisco di Assisi”di Tachina in Ecuador,suor Yetis Arce Cobeñaha pronunciato il suosì per sempre nella famigliaelisabettina nelle manidi suor Francesca Violato,come rappresentante dellaSuperiora generale edella famiglia elisabettina.Ha presieduto la celebrazionepadre JulioCangá, sacerdote diocesanooriginario di Tachina.Si sono strette in fraternapartecipazione attorno asuor Yetis tutte le sorelle dell'Ecuador,parenti e amici.Accogliamo con gioia lasua testimonianza.Pensando a tutto quelloche ho vissuto durantequesto tempo di preparazionealla consegna totale edefinitiva al Signore, possodire che la costante è statala ricerca.Ho percepito che ci sonodue maniere di interpretarela vita: una guardandola conocchi umani e l’altra tenen-do lo sguardo fisso in Dio.Con gli occhi umani vediamola precarietà di tutto,niente dura per sempre; anchela fiducia negli altri enelle loro promesse è soggettaa venir meno.Con lo sguardo fisso inDio, il credente si rendeconto che il Signore entranella sua vita, e noi ci radichiamoin lui come tralciuniti alla vite; lui sostiene lanostra fragilità con la suaalleanza eterna, la solitudinecon l'appartenenza ad unacomunità – ad una famigliareligiosa –, la superficialitàcon la visione del misteroe la capacità di credere allaParola: «Non voi avete sceltome, ma io ho scelto voi…Voi siete miei amici».Il sì per sempre, che hopronunciato il 30 gennaio2011 nel mio paese, è statoper me e per Tachina il segnoche Dio conferma coni fatti la sua promessa diamore eterno.Noi lo cerchiamo comela sposa del Cantico deiCantici che corre dietro all’amore.Tuttavia è il Signorestesso che ci viene incontro,che accende la fiammadell’innamoramento.Madre Elisabetta, coscientedi questa relazione,così si esprime: «Dio mio, tuinnamorato di me! Io amataperdutamente per te» (D1579).L’apostolo Paolo riconoscela debolezza, lafragilità dell’essere umano,quando dice: «Consideratela vostra chiamata, fratelli:non ci sono fra voi moltisapienti dal punto di vistaumano, né molti potenti, némolti nobili. Ma quello cheè stolto per il mondo, Diolo ha scelto per confonderei sapienti; quello che èdebole per il mondo, Dio loha scelto per confondere iforti; quello che è ignobilee disprezzato per il mondo,quello che è nulla, Dio lo hascelto per ridurre al nullale cose che sono» (1Cor1,27).In un tempo in cui nienteha durata, solo l’animamistica e profetica crede incolui che rimane, che nondorme né riposa per preservarcidal male; siamo suoiper sempre, siamo segnatisul palmo delle sue mani.Io voglio credere in questapromessa, perché Dioha sedotto la mia vita eecuadormi ha fatto sperimentare ilsuo amore in una manieraforte e bella, e per questovoglio essergli fedele oltrela morte.Grazie al Signore e allesorelle che hanno accompagnatoe sostenuto ilmio cammino fino a questomomento. Mi sono sentitapienamente abbracciatada loro, dai miei familiari eamici.Continuate a sostenermicon la vostra preghieraperché possa essere veramentefiglia di madre Elisabetta,in questa famiglia dalei voluta.vita elisabettinaDall’alto: ilmomento dellaprofessione e dellafirma dell’atto; lasolenne preghieradi consacrazionesu suor Yetis,presentazioneall'offertoriodell'immaginedella vergineMaria.aprile/giugno 2011 31