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Gennaio 2003 - Parrocchia di Chiari

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Notiziario della Comunità <strong>Parrocchia</strong>le <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> - N. 1 - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong> - Spe<strong>di</strong>zione in a. p. Art. 2 Comma 20/c - Legge 662/96 - F. Bs.


2L’AngeloNotiziario della Comunità parrocchiale<strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> (Bs)N. 1 - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong> - Anno XIII nuova seriehttp://www.parrocchia<strong>di</strong>chiari.orge-mail: info@parrocchia<strong>di</strong>chiari.orgRegistrazione N. 45/91 del 6 settembre 1991Tribunale <strong>di</strong> BresciaE<strong>di</strong>to dalla <strong>Parrocchia</strong>dei Santi Faustino e Giovitain <strong>Chiari</strong>via Morcelli 7 - <strong>Chiari</strong> (Brescia)Direttore responsabileClau<strong>di</strong>o BaroniRedazioneLuciano Cinquini, don Andrea Ferrari,Enrica GobbiHanno collaborato a questo numeroMons. Rosario Verzeletti, Bruno Mazzotti, Luisa Libretti,Maria Marini, Vittorio Iezzi, Roberto Bedogna,Emanuele Baroni, Caterina Chioda, FulvioCocciolo, Ida Ambrosiani, Giuseppe Delfrate, donFelice Rizzini, Primo GandossiFotografie <strong>di</strong> copertina e retrocopertinaVittorio IezziTipografiaTipolitografia Clarense - <strong>di</strong> Lussignoli S. & G.Continuando la presentazione delle realtà clarensiche si stanno adeguando strutturalmente eprogettualmente per corrispondere alle esigenzeo<strong>di</strong>erne, presentiamo questo mese l’I.T.C.G. “Luigi Einau<strong>di</strong>”<strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>. Riman<strong>di</strong>amo alle pagine otto e noveper una presentazione dettagliata e adeguata, sia delPOF (Piano <strong>di</strong> offerta formativa), sia delle numerosesperimentazioni in atto. Ringraziamo il signor Preside, ilVicepreside ed il personale docente e non per la collaborazioneprestata.Alla comunità cristiana in<strong>di</strong>chiamo anche la lettura attentadelle pagine che precedono (Generazioni<strong>di</strong>fede),collegandole a quanto ci viene chiesto in preparazione alConvegno <strong>di</strong>ocesano del maggio prossimo. L’attenzionealla trasmissione della fede alle nuove generazioni nonpuò prescindere dalla valorizzazione del mondo scolastico,così importante per la strutturazione della personalitàdei giovani.Ai collaboratori Il materiale per il numero <strong>di</strong> febbraio <strong>2003</strong> si consegnaentro lunedì 20 gennaio <strong>2003</strong>. L’incontro <strong>di</strong> redazione per progettare il numero <strong>di</strong> marzo<strong>2003</strong> è fissato per lunedì 3 febbraio <strong>2003</strong>,presso la Sede della Redazione, via Garibal<strong>di</strong> 5,alle ore 20.30.SommarioLa parola del ParrocoChi crede <strong>di</strong> stare in pie<strong>di</strong>... 3CPP - La celebrazione eucaristica 4Festa <strong>di</strong> Sant’Angela Merici 5Convegno ecclesialeGenerazioni <strong>di</strong> fede 6Apostolato della preghiera 7ITGC Luigi Einau<strong>di</strong>Nuova scuola-polo a <strong>Chiari</strong> 8Perle e perline... 10Cose sbalor<strong>di</strong>tiveMa la donna è tutta seno... 11I sacerdoti del ’900Don Abramo Rantini 12Scuola dell’infanzia Pedersoli 13Vita in missioneNatale in Etiopia 14AcliRiflessioni e proposte 15Mo.I.Ca. informa 15Il papa a MontecitorioChiedo maggior impegno 16Mondo femminileEsigo la precisione 16AvvenireLeggere fa un gran bene 17CulturaNon è mai troppo presto 18Il pe<strong>di</strong>atra consiglia 19La cultura della memoria 19Giornata per la paceUn impegno permanente 20Centro giovanile 2000Tenda della pace 22Non beviamola tutta... 22Locan<strong>di</strong>na mese della pace 23Chi è padre Alex Zanotelli? 23ScoutArchitetti per un sogno possibile 25Clarensità 26TelevisioneAnno nuovo, Tv nuova? 27Testimoni del tempoLuigi Rebecchi 28Associazione Pensionati <strong>Chiari</strong> 29San Bernar<strong>di</strong>noDon Bosco e i bambini 30Dalle missioni dell’Etiopia 31Samber a nuovo 32Le salesiane sulla frontiera... 32Nuove vocazioni laiche 33Gli ex allievi <strong>di</strong> don Bosco 34SportQuarant’anni in pista! 35Offerte 36In memoria 37Anagrafe parrocchiale 39Calendario liturgico pastorale 39Il prossimo numero de“L’Angelo” sarà <strong>di</strong>sponibilesabato 8 febbraio <strong>2003</strong>.L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


LA PAROLA DEL PARROCOChi crede <strong>di</strong> starein pie<strong>di</strong>, guar<strong>di</strong> <strong>di</strong> non cadereCarissimi Clarensi,con questa mia lettera intendocontinuare con voi le riflessionispirituali sulla fede cristiana in preparazioneal Convegno EcclesialeDiocesano del maggio prossimo, pervivere il <strong>di</strong>scernimento comunitariorichiesto per intensificare la vita cristianae per porre significativa attenzioneal ruolo delle giovani generazionidella nostra parrocchia. Per questomi piace partire dal detto <strong>di</strong> San Paolo:“Chi crede <strong>di</strong> stare in pie<strong>di</strong>, guar<strong>di</strong><strong>di</strong> non cadere” (1 Cor. 10,12).Tra i vari inconvenienti che si verificavanonella comunità <strong>di</strong> Corinto c’eraanche la eccessiva fiducia che certuni<strong>di</strong>mostravano <strong>di</strong> avere in sé stessi, nelletra<strong>di</strong>zioni e ricorrenze. Si permettevanouna grande libertà, si comportavanocome chi è ormai convinto <strong>di</strong> nonavere più pericoli <strong>di</strong>nanzi a sé. Sicuridella loro chiamata alla fede e dellaloro vita sacramentale, e fieri dellaloro superiorità culturale, frequentavanocon troppa <strong>di</strong>sinvoltura gli ambientipagani, partecipando a continuefeste, senza preoccuparsi dello scandaloche potevano arrecare agli altri.Non c’è dubbio che la fede e i Sacramentiassicurino la nostra salvezza, maad una precisa con<strong>di</strong>zione e, cioè, chefacciano bene la loro parte, mettendoin pratica tutti gli insegnamenti e leraccomandazioni <strong>di</strong> Gesù. Ora, traquesti, c’è anche quello <strong>di</strong> non esporsiimprudentemente alla tentazione e <strong>di</strong>non recare danno col nostro comportamentoalla vita spirituale dei nostrifratelli.“Chi crede <strong>di</strong> stare in pie<strong>di</strong>, cerchi <strong>di</strong>non cadere”. Nessuno può ritenersitalmente saldo da non potere, da unmomento all’altro, anche cadere. Nessunoè al riparo dalla tentazione, siaessa un allettamento al male provenientedalle nostre passioni o qualchedura prova proveniente dall’esterno,oppure la malefica potenza, il demonio,che sta continuamente in agguatoper danneggiarci in un momento <strong>di</strong> <strong>di</strong>sattenzione.Occorre dunque unagrande vigilanza. La salvezza è per coloroche si rifugiano umilmente in Dioe non già per coloro che si mettonospavaldamente in pericolo.Come vivere allora questa parola <strong>di</strong>Dio? Possiamo mettere in luce alcunimezzi spirituali per rafforzare la presenza<strong>di</strong> Dio in noi in vista della nostrae altrui e<strong>di</strong>ficazione nel bene e nellagenerosità:Vivere la prudenza cristianaÈ molto <strong>di</strong>ffusa anche oggi la pretesa,denunciata anche dallo stesso San Paolo,<strong>di</strong> mettere d’accordo la fede cristianacon la falsa libertà del mondoche permette <strong>di</strong> guardare tutto, <strong>di</strong> leggeretutto quello che ci capita sottomano, <strong>di</strong> assistere a tutti gli spettacoli<strong>di</strong>seducanti e indecorosi, <strong>di</strong> frequentaretutti gli ambienti, ecc…, contro lacoscienza morale cristiana personale esenza preoccuparsi del danno che sipuò arrecare al prossimo a livello spiritualeed educativo, magari affermando,ritenendola una giustificazione plausibilee moralmente sufficiente, che ormaitutti fanno così e ‘che male c’è’, eperciò non si vuole essere da meno deglialtri. È un modo <strong>di</strong> fare che certamentenon va d’accordo con quellaprudenza verso noi stessi e quella sollecitu<strong>di</strong>neper il bene degli altri, che civengono raccomandate da San Paolo.Dobbiamo dunque non presumeredelle nostre forze, non avere un’ideatroppo alta <strong>di</strong> noi stessi, non esporciimprudentemente alla tentazione, maevitare le occasioni e saper tagliarenon appena avvertiamo il pericolo. Epoi amare, amare Dio nella sua volontàed il prossimo, perché l’amore è lasalvaguar<strong>di</strong>a contro ogni male. Ricor<strong>di</strong>amopoi che la fede che si vive in Dioporta la grazia <strong>di</strong> un incontro con Luideterminante per la propria vita.Riscoprire la comunione fraternaEssere fedele all’amore <strong>di</strong> Cristo significaper la chiesa osservare le sue parole,che esprimono la verità della suaesistenza e, in Lui, la verità del progetto<strong>di</strong> Dio sull’uomo. L’apostolo Giovanniritorna più volte su questo concetto:“Da questo sappiamo d’averloconosciuto, egli scrive ad esempio, seosserviamo i suoi comandamenti. Chi<strong>di</strong>ce: lo conosco e non osserva i suoicomandamenti, è bugiardo e la veritànon è in lui” (1 Gv. 2,3-4).Identico invito risuona dalle labbra <strong>di</strong>Gesù stesso: “Come il Padre ha amatome, così anch’io ho amato voi. Rimanetenel mio cuore. Se osserverete imiei comandamenti, rimarrete nel mioamore, come io ho osservato i comandamentidel Padre mio e rimango nelsuo amore” (Gv. 15,9-10).Il partecipare alla vita della chiesa èdunque un vivere nell’amore e nella libertà<strong>di</strong> Cristo, un partecipare del rapportofiliale tra Lui e il Padre e un crescerenella comunione con i fratelli.Ma la verità <strong>di</strong> questo amore, l’autenticità<strong>di</strong> questa comunione hanno unamisura oggettiva: l’obbe<strong>di</strong>enza ai comandamentidel Signore; a quelli, inprimo luogo, che Egli medesimo hadato, ma anche a quelli che la Chiesa,illuminata dallo Spirito Santo che“guida alla verità tutta intera” (Gv.16,13), espliciterà nel corso dei tempi,aderendo alla Parola del Signore emettendola a confronto con le <strong>di</strong>versesituazioni storiche. La comunione fraternache parte dalla fede in Dio giungealla volontà <strong>di</strong> tutti e genera l’impegnoper la pace e il rispetto della verità,nella prospettiva <strong>di</strong> una nuova culturadella pace che promuove il bene comunee la coscienza della <strong>di</strong>gnitàdell’uomo.Essere <strong>di</strong>sponibili alla luce della fedeNel Nuovo Testamento l’iniziativa <strong>di</strong>vinaè sempre presentata come unaluce che rischiara dentro, una forza <strong>di</strong>3L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


4attrazione: “Nessuno viene a me, se ilPadre che mi ha mandato, non l’attira”(Gv. 6,45). Il <strong>di</strong>scorso sull’azione misteriosa<strong>di</strong> Dio che opera nell’uomo,apre quello della risposta dell’uomostesso, cioè della parte che questi svolgenell’atto e nella vita <strong>di</strong> fede. Qualesarà la risposta dell’uomo all’iniziativa<strong>di</strong> Dio, alla sua offerta <strong>di</strong> amore, <strong>di</strong>perdono e <strong>di</strong> salvezza? Il dramma dellafede si gioca in questo contesto <strong>di</strong> propostae <strong>di</strong> risposta. Il magnifico incommensurabilepotere della libertà chedà all’uomo la possibilità <strong>di</strong> aprirsi, implicauna contropartita che è la terribilepossibilità <strong>di</strong> chiudersi egoisticamentein sé. L’uomo è sempre chiamatoa una scelta che lo colloca tra il sì e ilno, tra il consenso e il rifiuto; la vitaumana corre da sempre sul versante <strong>di</strong>una scelta, alternativamente aperta alrifiuto e all’accettazione. Credere è accogliereDio che si rivela all’uomo.Quando si crede, si accoglie “dentro”una luce e una verità, grazie alla qualequalcosa brilla nel mondo interiore. Insintesi attraverso l’esperienza dellafede si percepisce la presenza viva e lapersona <strong>di</strong> Cristo, Lui che è il rivelatoree la rivelazione, l’epifania più autenticadel mistero <strong>di</strong> Dio e del mondo. Lavigilanza evangelica ci porta allora auna fede sicura e certa, che fonda lanostra salvezza nel vivere cristianoaperto alla Chiesa e al mondo circostante,che va continuamente rifondatosui quattro pilastri della pace: la verità,la giustizia, l’amore e la libertà,come il Papa Giovanni Paolo II ci ricorda,rifacendosi alla “Pacem in terris”<strong>di</strong> Papa Giovanni XXIII, nel suomessaggio per la Giornata mon<strong>di</strong>aledella pace del 1 gennaio <strong>2003</strong>.Consiglio Pastorale <strong>Parrocchia</strong>leAlienazione fabbricato“Vicolo Tonale” (Acli)Premesso che la <strong>Parrocchia</strong> deiSanti Faustino e Giovita intendealienare l’immobilesito in <strong>Chiari</strong> - Vicolo Tonale - contrad<strong>di</strong>stintoal NCT al Fg. 24 -Mapp. 192 - 199 - 200 - 202 ed alNCEU al Fg. 48 Mapp. 5383 - 5384 -5385 - 5386/1/2si invitanole Persone - Società e/o Enti, interessatiall’acquisto, a far pervenire entrole ore 18.00 del giorno 17/1/<strong>2003</strong>,presso lo Stu<strong>di</strong>o del Dott. CesareCampiotti - <strong>Chiari</strong> - Via Lupi <strong>di</strong> Toscanan. 3 (tel. 030 71 11 00) proposte<strong>di</strong> acquisto dell’immobile stesso,in busta chiusa.La proposta <strong>di</strong> acquisto, oltre ai datiidentificativi essenziali della Persona /Società / Ente interessata all’acquisto,dovrà contenere l’importo (in cifre e<strong>di</strong>n lettere) offerto per l’acquisizionedell’immobile.Il giorno stesso 17/1/<strong>2003</strong> alle ore21.00 il Consiglio <strong>Parrocchia</strong>le pergli Affari Economici provvederàall’apertura delle buste e quin<strong>di</strong>all’analisi e alla valutazione insindacabiledelle offerte pervenute.Nei giorni successivi persone incaricatedalla <strong>Parrocchia</strong> prenderannocontatti con le Persone / Società /Enti offerenti per approfon<strong>di</strong>re e stipularegli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta.Costruire il <strong>di</strong>scernimentocomunitarioNella comunità cristiana viene favorital’azione pastorale per mezzo del ConsiglioPastorale <strong>Parrocchia</strong>le che sipone in ascolto <strong>di</strong> tutti i gruppi e le associazionie cerca <strong>di</strong> promuovere esperienze<strong>di</strong> vita fortemente ancorate alVangelo. Si pone l’attenzione al ruolodelle giovani generazioni tramite ilCentro Giovanile, che da vari anni sipropone fortemente e in modo significativo:i giovani sanno trovare in essol’incontro, il <strong>di</strong>alogo, le esperienze positive<strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> fede che li aiutano neltendere verso il meglio. Ogni educatoree genitore è chiamato al CentroGiovanile per essere accanto ai ragazzi,agli adolescenti e ai giovani in vista<strong>di</strong> un fedele <strong>di</strong>scernimento sofferto econvinto, che si fonda sul valore grande“dell’esserci sereno e coraggioso”nella vita e nelle scelte <strong>di</strong> tutti e <strong>di</strong> ciascuno.Può essere arduo il cammino proposto,ma la comunità cristiana unitamentealla famiglia si pone continuamentein ascolto e in aiuto e in accompagnamentodel ruolo dei giovani nellaloro crescita.Ci proviamo. Sono certo che qualcosariusciamo a fare e ad essere. Non abbianoi nostri giovani a rimproverarci<strong>di</strong> essere stati lontani o assenti.È l’augurio che porgo a tutta la comunità.Un saluto cor<strong>di</strong>ale.don RosarioLA CELEBRAZIONE EUCARISTICALa sera <strong>di</strong> venerdì 13 <strong>di</strong>cembre, presso l’Oasi Sant’Angela Merici,ha avuto luogo la riunione mensile del Consiglio Pastorale <strong>Parrocchia</strong>lesu convocazione <strong>di</strong> Monsignor Prevosto.L’argomento principale all’Or<strong>di</strong>ne del Giorno riguardava “La CelebrazioneEucaristica al centro del giorno del Signore: partecipazione viva evarietà <strong>di</strong> ministeri”.Ci si è richiamati alla lettera che il nostro Vescovo, Giulio Sanguineti, ha<strong>di</strong>ramato la scorsa primavera e che è stata pubblicata su L’Angelo <strong>di</strong> maggio2002. Nella sua lettera il Vescovo formulava varie raccomandazionirivolte sia ai sacerdoti che alle persone coinvolte nella liturgia. Scopoprincipale è quello <strong>di</strong> rendere più viva e partecipata la celebrazione dellaMessa, avendo ben presente che il ruolo della Parola <strong>di</strong> Dio vi è preminentee che è in<strong>di</strong>spensabile prestare la massima attenzione alle letturedel Vangelo.I Consiglieri si sono quin<strong>di</strong> interrogati sulle modalità della celebrazione,sui canti che dovrebbero essere accessibili a tutti e sulla necessità <strong>di</strong> informarei fedeli sul significato dei riti e dei gesti che si compiono durante laMessa. Unanime il rifiuto dell’uso della lingua latina, incomprensibileper molte persone. È emerso in particolare che il lettore della Parola nondeve limitarsi a leggerla, ma la deve “proclamare”. Inoltre si raccomanda<strong>di</strong> partecipare alla Messa fin dall’inizio e <strong>di</strong> non confessarsi durante lastessa.Ida AmbrosianiL’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


FESTA DI SANT’ANGELA MERICICome si viveil carisma <strong>di</strong> Angela oggiLunedì 27 gennaio <strong>2003</strong>Festa liturgica<strong>di</strong> Sant’Angela MericiTestimonianzeUna presenza rinnovatrice,<strong>di</strong> amore e delicatezzaLa forma <strong>di</strong> consacrazione secolarefondata da Sant’Angela Merici è moltoattuale, perché dopo il Concilio ladonna ha preso più spazio sia nella societàche nella Chiesa, e la vita consacratanel mondo è la più comprensibileper gli uomini del nostro tempo. Oggila donna avverte attorno a sé una domanda<strong>di</strong> presenza rinnovatrice e <strong>di</strong>prestazione del proprio amore, dellapropria delicatezza.Ci si rende sempre più conto <strong>di</strong> quantodanno opera nella società una donnamoralmente sciupata e quanto beneinvece ella porta quando è spiritualmenteimpegnata. Il mio “Sì” alla chiamata<strong>di</strong> Cristo è stato proprio attraversola spiritualità <strong>di</strong> Sant’Angela Mericie ne sono felice. È in questa Compagniache sono maturata come donnacristiana, con la formazione che laCompagnia mi ha dato, con lo stu<strong>di</strong>odella Regola e con l’aiuto dei superiori,ma soprattutto con la preghiera, vissutacome incontro personale con Cristo,che mi fa capace <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimentoper poter essere luce e sale in mezzo aifratelli. Questo grande dono <strong>di</strong> consacrazionemi permette <strong>di</strong> essere a miavolta dono per gli altri, superando le<strong>di</strong>fficoltà che inevitabilmente sorgonodall’egoismo e dalle suggestioni delmondo d’oggi. La mia presenza nellasocietà, nella famiglia e nella parrocchia,come catechista, mi dà la possibilità<strong>di</strong> testimoniare e annunciare Cristoai fratelli. Viviamo in un mondoche ha bisogno <strong>di</strong> testimoni autentici,<strong>di</strong> donne significative e significativeproprio per il dono ricevuto e a suavolta donato. Questo pensiero mi aiutae mi stimola a entrare in una prospettiva<strong>di</strong> speranza, appunto perchépiù sono fedele alla mia consacrazione,tanto più cerco <strong>di</strong> farla conoscere eamare. Guardo con desiderio <strong>di</strong> imitazionea Sant’Angela nella sua singolarità<strong>di</strong> donna-vergine, nella sua femminilità<strong>di</strong> donna-madre e nella sua universalità<strong>di</strong> donna-santa, per esseremodello a tante donne che vogliono vivereil dono totale <strong>di</strong> consacrazionedella propria esistenza.N. V.Equilibrio, autodominio,autodeterminazioneNella mia esperienza ho compreso chela consacrazione secolare comporta ilraggiungimento <strong>di</strong> alcune doti umaneimportanti, tra le quali l’equilibrio,l’autodominio, l’autodeterminazione.Infatti mi sono trovata a vivere da solala chiamata del Signore, pur rimanendoin comunione <strong>di</strong> Spirito con tutte lesorelle della Compagnia me<strong>di</strong>antel’osservanza della Regola, nel vivere iconsigli evangelici. Ho imparato a sapermiorganizzare il tempo in modoche ci sia un’armonia tra la preghiera,il lavoro, il servizio pastorale e gli impegni<strong>di</strong> famiglia, non lasciandomi abbattereda situazioni <strong>di</strong>fficili o da incomprensionie saper decidere per ilmeglio con tempestività, poiché i superiorinon vivono accanto, ma sono lontani.Io credo che seguire la spiritualità<strong>di</strong> Angela Merici, oggi, è davvero arduo,ed esige una vigilanza continua,giorno dopo giorno, per essere fedeli aquel Cristo che mi ha chiamata e a cuiho risposto il mio “Sì” tanti anni fa, mache ogni giorno rinnovo.In questi anni ho cercato <strong>di</strong> svolgere ilmio compito quoti<strong>di</strong>ano, con i vari impegni,sia in famiglia, come nella professionee anche in parrocchia, nellospirito mericiano e cristiano, anche sela mancanza <strong>di</strong> tempo spesso mi ha toltola possibilità <strong>di</strong> essere più <strong>di</strong>sponibileper altri bisogni che ogni giorno misi presentavano. Ho cercato e cerco <strong>di</strong>vivere una profonda comunione conCristo, per svolgere il mio impegnocon sempre più carità, serenità, semplicitàe <strong>di</strong>sinvoltura, per poter esserecapace <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare con tutti, mettendopiù attenzione in particolare modoai malati, ai poveri, ai piccoli e a quelloche altri rifiutano. La <strong>di</strong>sponibilità aglialtri non è sempre facile e può costarefatica, ma il nostro <strong>di</strong>rettorio al Cap.VI, versetto 50, <strong>di</strong>ce: “L’impegno apostolicodelle figlie <strong>di</strong> Sant’Angela si nutredella preghiera, della parola <strong>di</strong> Dioe dell’Eucaristia”. Solo se saremo cariche<strong>di</strong> Cristo, se vivremo unite a Lui eci lasceremo condurre dalla Sua volontàsapremo testimoniarlo e donarlo ainostri fratelli. La sequela <strong>di</strong> Cristo, conl’attenzione ai bisogni degli altri, realizzala personalità <strong>di</strong> donna, cristianae consacrata, ed è per questo che pregoaffinché riesca ad essere tanto servizievolee lieta, che quanti mi avvicinanopossano percepire la presenza <strong>di</strong>Cristo.C. V.CalendarioattivitàSabato 18 gennaio <strong>2003</strong>Ore 18.00Santa Messa in onore<strong>di</strong> Sant’Angela in parrocchia.Subito dopo in casa Sant’Angela(via C. Rangoni 11) incontro<strong>di</strong> convivialità per gli amici.Domenica 19 gennaio <strong>2003</strong>Ore 15.00Proiezione videocassettasu Sant’Angela Mericipresso Casa Sant’Angela.Sono attese le ex oratoriane.Lunedì 27 gennaio <strong>2003</strong>Ore 16.45Rosario, vespro, bene<strong>di</strong>zione eucaristicain <strong>di</strong>retta con Ra<strong>di</strong>o Mariapresso Casa Sant’Angela.5L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


CONVEGNO ECCLESIALEGenerazioni <strong>di</strong> fede6non si rivela più, sembranascondersi nel suo“Diocielo, in silenzio, quasi<strong>di</strong>sgustato dalle azioni dell’umanità”.È un grido tremendo quello che ha levatoil Papa nel bel mezzo dell’Avvento.Suscitando, almeno per un giorno,l’attenzione <strong>di</strong> tutti. Ma il commentopiù adeguato, forse, è giunto da un filosofolaico, Massimo Cacciari: “Iltema <strong>di</strong> questo silenzio è puro non senso,se non c’è nessuno che lo ascolta elo interroga... come dare senso al problemadel silenzio <strong>di</strong> Dio, se nessuno cicrede, se nessuno è convinto che pensarea lui sia una questione decisiva”.In estrema sintesi, il problema sta tuttoqui: l’idea che si è fatta strada, strisciantee subdola nel nuovo Eden dell’Occidenteben pasciuto: Dio non serve,la fede è inutile. Lo <strong>di</strong>cono e lo scrivonocon estrema chiarezza propriocoloro che hanno preparato l’opuscoloche dovrebbe servire per preparare ilConvegno ecclesiale <strong>di</strong>ocesano che siterrà all’inizio <strong>di</strong> maggio. “Generazioni<strong>di</strong> fede” si intitola lo “strumento <strong>di</strong>lavoro” ed è una delle più acute analisisulla realtà bresciana, dentro e accantoalla comunità cristiana. Linguaggiochiaro, intenzioni nitide, basi in<strong>di</strong>spensabiliper continuare a “generare”fede. Partendo dalla convinzione che lafede è “prima <strong>di</strong> tutto grazia <strong>di</strong> un incontroche <strong>di</strong>venta determinante per lapropriavita”.Maancheconlacertezzache questo incontro può essere preparato.È la comunicazione del messaggioevangelico, che per la Chiesa è la stessaragione <strong>di</strong> vita, così come comunicare èuna delle attività vitali dell’uomo.Ma la Chiesa constata che:“Nonostantela buona volontà e i considerevolisforzi, oggi non riusciamo a comunicarela fede ai nostri contemporanei e, soprattutto,alle nuove generazioni”.Da questa constatazione prende lemosse la riflessione, che si sviluppa inuna cinquantina <strong>di</strong> pagine ricche <strong>di</strong> osservazioni,spunti e proposte.Presuntuoso sarebbe pensare <strong>di</strong> farnesintesi esauriente, saremmo già contentise ne uscisse un riassunto fedeledei punti salienti.Trasmettere la fede: questa la sfida. Sipuò? La fede come scelta personale <strong>di</strong>aderire al Signore non può essere trasmessa:ogni scelta è libera e personale,nessuno può trasmettere la sua sceltaad un altro, “ma è indubitabile chela possibilità <strong>di</strong> scegliere è offerta graziealla comunicazione <strong>di</strong> conoscenze e<strong>di</strong> esperienze”. La Chiesa non ha il potere<strong>di</strong> trasmettere la fede, ma ha lapossibilità <strong>di</strong> creare le con<strong>di</strong>zioni favorevoliperché nasca la relazione conDio per mezzo <strong>di</strong> Cristo nello SpiritoSanto”.Quali contenuti possono favorire questecon<strong>di</strong>zioni favorevoli? E qui comincianole note dolenti: da una partesi ha la tentazione <strong>di</strong> seguire la moda,gli argomenti dell’attualità, parlando,<strong>di</strong> volta in volta, <strong>di</strong> giustizia, pace,amore, droga, sesso... E il riferimentoa Gesù Cristo resta blandamente sullosfondo. Se va bene... E l’esperienza religiosaviene presentata come vaga spiritualità,come stato d’animo o comesentimento <strong>di</strong> benessere. No: “Di frontea questa situazione è urgente riba<strong>di</strong>re,innanzi tutto, che il contenuto fondamentalenon è un vago umanesimo,ma è il Dio <strong>di</strong> Gesù Cristo, cioè il Dioche per mezzo <strong>di</strong> Gesù Cristo nelloSpirito Santo è la salvezza dell’uomo edel mondo”.Non è facile, oggi. Perché è venutomeno quel tessuto generale che favorivauna “fede ovvia”, la famiglia e la societànon sono permeate <strong>di</strong> cristianesimoed è sempre più frequente incontrarechi, nonostante il battesimo e isacramenti, non ha fede cristiana. E lasocietà “non trasmette più le verità cristianefondamentali”.Di fronte a questa situazione <strong>di</strong> progressivascristianizzazione, due tendenzevanno evitate: la prima è quella<strong>di</strong> trovare “colpevoli”, perché i fattoriche <strong>di</strong> volta in volta si in<strong>di</strong>cano sonoessi stessi più effetto che causa delcambiamento culturale in atto; l’altra èquella <strong>di</strong> “estraniarsi” da questa nostrasocietà, come se questo non fosse tempo“favorevole” al messaggio evangelico.“Non si tratta <strong>di</strong> fuggire da questonostro mondo, - <strong>di</strong>ce il documento -ma <strong>di</strong> inventare una nuova presenzadella Chiesa nell’ambito del matrimonio,della famiglia, della realtà pubblica,della scuola, della formazione...”Un capitolo viene de<strong>di</strong>cato agli strumenti<strong>di</strong> comunicazione <strong>di</strong> massa: persottolinearne il grande peso, ma ancheper riba<strong>di</strong>re che nulla potrà mai sostituirela relazione tra persone nelloscambio <strong>di</strong> esperienze tanto profonde.Non è facile, <strong>di</strong>cevamo. Perché oggi viviamoin un contesto appiattito: nonc’è trasmissione <strong>di</strong> memoria storica,l’uomo vive del presente e non ha ilsenso del passato, così come ha scarsaaspettativa del futuro. Ed è un problemagrave per l’annuncio della fede,che senza passato e senza futuro <strong>di</strong>venta“priva <strong>di</strong> spessore”. Regna l’in<strong>di</strong>fferenza:“non è <strong>di</strong>fficile trovare persone,soprattutto tra i giovani, che nonsolo non si pongono il problema dellafede, ma che <strong>di</strong>cono <strong>di</strong> stare benecosì”. “In tal modo l’in<strong>di</strong>fferenza, l’evasionee la presunzione <strong>di</strong> sapere fannoda barriera alla comunicazione dellafede”.Come reagire? Qualcuno propone unaterapia d’urto: “Scuotere le personesenza troppi complimenti, in formabrusca e drammatica”. Altri ritengonoche la soluzione stia nell’annunciare,senza orpelli o particolari preparazioni,il “kerygma” antico e sempre nuovodella morte e resurrezione <strong>di</strong> GesùCristo, che “non ha perso la sua forza”.“Tuttavia - aggiunge il documento -sono in molti a pensare che il cammino<strong>di</strong> comunicare la fede oggi debba cercarealtre strade”. Se è vero che spesso<strong>di</strong>etro il rifiuto della fede o l’in<strong>di</strong>fferenzasta la convinzione, o l’impres-L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


sione, che la fede in Dio e in Cristo siainutile “perché qualcosa d’altro rispettoai desideri o alle esperienze concreteche si stanno facendo o che si auspica<strong>di</strong> fare”, “è estremamente importantecercare nell’esperienza stessadelle persone (non al <strong>di</strong> fuori o accanto)dei punti d’inserzione della fedecristiana”. “Compito della Chiesa èproprio quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>schiudere le formuledella fede così da renderle significativee comprensibili nelle concretesituazioni umane”.Ecco perché serve una Chiesa “menoclericale”. Non una Chiesa dove, dall’Oratorioal Consiglio pastorale, tuttoo quasi è eco <strong>di</strong> quel che hanno decisoparroco e preti, ma “una comunità cristiananella quale si ha la consapevolezzadella necessità e complementarietà<strong>di</strong> ogni vocazione”. Corresponsabilità<strong>di</strong> sacerdoti e laici, <strong>di</strong> tutti nel costruireuna casa comune. Ed è da questaconstatazione che deriva il ruoloprivilegiato che assumono le Parrocchiedove “si integrano le <strong>di</strong>verse esperienzeumane e l’adesione non richiedealtro se non la fede comune, quellaaccessibile a tutti, in<strong>di</strong>pendentementedall’età e dalla con<strong>di</strong>zione culturale osociale”. I sacerdoti “riconoscano epromuovano la <strong>di</strong>gnità e la responsabilitàdei laici nella Chiesa e si servanovolentieri del loro prudente consiglio”- questo l’invito, anche perché “una comunitàcristiana clericale <strong>di</strong>fficilmentepotrà trovare meto<strong>di</strong> adeguati per farpassare il Vangelo nel costume, che è illuogo <strong>di</strong> formazione delle coscienze”.E la comunità cristiana non sia unasorta <strong>di</strong> “piccola cittadella all’internodel territorio”, anche se è vero che negliultimi tempi “si è sfaldato” il tessutoche rendeva naturale il legame tracomunità cristiana e comunità civile.Oggi resta un tessuto <strong>di</strong> relazioni tuttoda costruire.È soprattutto rispetto alle nuove generazioniche la Chiesa bresciana sente ildovere <strong>di</strong> interrogarsi. Iniziando con il<strong>di</strong>re che i giovani non sono “oggetti”estranei, ma soggetti attivi e partecipidella comunità cristiana.“Trasmettere la fede alle nuove generazioni- <strong>di</strong>ce il documento - non è uncompito che si possa adempiere confacilità, ricorrendo a qualche ricettametodologica o a qualche indovinatainiziativa pastorale”. Si formano cristianiadulti e capaci <strong>di</strong> rendere ragionedella speranza che li abita con “unagradualità <strong>di</strong> approcci e <strong>di</strong> offerte”.Oggi, invece, generale è la richiesta deisacramenti dell’iniziazione cristiana,dal battesimo in avanti, ma arrivandoal paradosso che proprio al terminedel cammino <strong>di</strong> formazione si registrala più acuta crisi e il più elevato abbandono.Fatto che “interpella da tempola nostra Chiesa sulla qualità e tenutadell’impianto tra<strong>di</strong>zionale del cosiddettocatechismo “per” i sacramenti”.Al punto da spingere a formulare unpiano <strong>di</strong> lavoro su questo fronte. Manon basta, bisogna creare, per far cresceree irrobustire i nostri giovani,“veri laboratori <strong>di</strong> fede”. Non si tratta<strong>di</strong> rivolgersi tanto ad élites intellettualistiche,ma offrire occasioni aperte a tutti.Così come se sono importanti i gran<strong>di</strong>eventi (dalle Giornate mon<strong>di</strong>ali dellagioventù ai gran<strong>di</strong> appuntamenti) nonmeno importante è la continuità quoti<strong>di</strong>ana,feriale, della formazione.Molti altri sono gli spunti, così comepiù profonda è l’analisi. Potranno <strong>di</strong>ventarepreziosi se non resteranno oggetto<strong>di</strong> poche e passeggere osservazioni.Il Convegno ecclesiale <strong>di</strong>ocesanovuole essere tappa <strong>di</strong> un camminogià iniziato, ma anche <strong>di</strong> un camminoda fare insieme. Dio non è chiuso in unsilenzio sdegnato, se qualcuno ritieneancora vitale rivolgersi a Lui per averela risposta vera all’unica domanda checonta nella vita: che ci faccio qui?Clau<strong>di</strong>o BaroniC.A.V.Centro Aiuto Vita<strong>Chiari</strong>Come aderireal Progetto GemmaAbbiamo ricevuto richiested’informazione per l’adesioneal Progetto Gemma,che consiste nell’adottare unamamma in <strong>di</strong>fficoltà ad affrontarela gravidanza.Si può aderire anche con 5 euro almese. Bastano 32 adesioni per <strong>di</strong>ciottomesi per sostenere questa iniziativa.Tutto questo viene fatto conla massima riservatezza.Ringraziamo le persone che hannogià partecipato e ricor<strong>di</strong>amo che ilCentro è aperto il mercoledì dalle9.00 alle 12.00 presso la Caritas invia Morcelli 5 a <strong>Chiari</strong>.Apostolatodella preghiera“Per le comunità cristiane, perchéin questo particolare momentodella nostra storia accolgano consempre più grande <strong>di</strong>sponibilitàl’invito del Signore ad essere saledella terra e luce del mondo”.Nel Vangelo secondo Matteo silegge che Gesù, dopo il <strong>di</strong>scorsosulle “beatitu<strong>di</strong>ni”, <strong>di</strong>sse: Voi sieteil sale della terra… E ancora: Voisiete la luce del mondo…Poiché il sale è il con<strong>di</strong>mento primarioche serve per insaporire icibi, è chiara l’esortazione rivoltaa noi Cristiani, perché contribuiamocon la preghiera e con le buoneopere a rendere più vivo e “saporito”lo svolgimento della vitaquoti<strong>di</strong>ana, servendo da esempiosia per chi ci sta vicino, sia ancheper tutti gli altri nella nostra comunità,in cui dobbiamo sentircifratelli e sorelle.Ugualmente, come luce del mondo,dai Cristiani deve venire pergli altri - specialmente oggigiorno,in questo clima <strong>di</strong> conflitti, terrorismoe vendette a catena - la chiarezzadella Verità <strong>di</strong> Gesù checontrappone il perdono alla vendetta,l’amore all’o<strong>di</strong>o e alla violenza.Per tutti dev’essere ovvioche le religioni non possono essereprese a pretesto per scatenareconflitti e uccisioni.Affermava recentemente un poveroven<strong>di</strong>tore ambulante, <strong>di</strong> religionemussulmana: “… non stascritto che devo uccidere per lamia religione o che devo uccidereme stesso. Sarebbe follia!”Comunque, la luce <strong>di</strong> cui parlavaGesù è quella della fede che, insiemealla preghiera, illumina la nostravita e ci rende Suoi testimoni.I. A.7L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


8I.T.C.G. “LUIGI EINAUDI”Nuova scuola-poloa <strong>Chiari</strong>Se il piano dell’offerta formativa,il cosiddetto P.O.F., è l’anima <strong>di</strong>ogni scuola, l’I.T.C.G. “Luigi Einau<strong>di</strong>”<strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> ne vanta una davverogrande e generosa. Non potrebbe esserealtrimenti, visto che l’Einau<strong>di</strong> èoggi l’istituto superiore più grandedell’Ovest bresciano ed è presente a<strong>Chiari</strong> da oltre trent’anni. Un lungoperiodo <strong>di</strong> attività nel corso del qualela scuola clarense ha <strong>di</strong>fferenziatol’offerta formativa e ampliato le attività<strong>di</strong>dattiche in linea con lo sviluppoeconomico della città e dei paesi limitrofiche rappresentano il suo bacinod’utenza.Sul fronte delle opportunità formative,considerato il numero <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzi attivati,gli studenti non hanno chel’imbarazzo della scelta. Si va dal corsoper Geometri, a quello Amministrativoper Ragionieri, fino al Liceo Tecnico,passando attraverso sperimentazioni<strong>di</strong> alto profilo come quelle del ProgettoErica (versione sperimentale dei PeritiAziendali Corrispondenti in lingue estere)che prevede lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> tre linguestraniere, del Progetto Mercurio (finalizzatoa formare ragionieri programmatori,esperti d’informatica), oppuredel Progetto Cinque (versione sperimentaledel corso per Geometri). Aquesti si aggiunge il nuovo corso perOperatore <strong>di</strong> cantiere, pensato in collaborazionecon la Scuola E<strong>di</strong>le bresciana.Al termine <strong>di</strong> un biennio gli studentiottengono il titolo <strong>di</strong> “muratorepolivalente qualificato”, ma anche ilsuperamento del primo biennio dell’istitutoper geometri.“Le attività curriculari dei vari in<strong>di</strong>rizzipossono contare su iniziative <strong>di</strong> potenziamentoche le rendono modernee all’avanguar<strong>di</strong>a - spiega GiovanniSpinelli vicepreside della scuola clarense-. Qualche esempio? Aree <strong>di</strong>progetto nelle classi del triennio degliin<strong>di</strong>rizzi sperimentali, corsi <strong>di</strong> recuperonelle <strong>di</strong>scipline più ostiche, nonchéstage in azienda, pensati appositamenteper favorire l’inserimento deglialunni nel mondo del lavoro e della realtàproduttiva locale.” Nel campodell’appren<strong>di</strong>mento delle lingue straniereè poi prevista la presenza <strong>di</strong> conversatorimadrelingua ed è ormai tra<strong>di</strong>zionedell’Istituto organizzare scambie gemellaggi con altre scuole all’estero.“Non pensiamo soltanto ai ragazzi, maanche agli adulti che desiderano tornaresui banchi <strong>di</strong> scuola - continua GiovanniSpinelli-. A loro l’Einau<strong>di</strong> offreuna sezione serale con corsi per Ragionierie per Geometri, caratterizzati daprogrammi agili, aggiornati, e riduzionidell’orario settimanale”.Gli utenti possono scegliere fra trepercorsi formativi: il Progetto SirioAmministrativo, ilProgetto Sirio Geometri,oggi in grande espansione, e ilProgetto Sirio Informatica Gestionaleche dà accesso al titolo <strong>di</strong> ragioniereprogrammatore e offre spazio allecompetenze informatiche e all’economiaaziendale. Il tutto all’insegnadella flessibilità, perché i vari in<strong>di</strong>rizziprevedono il riconoscimento <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>tiformativi maturati in precedenti esperienzescolastiche, lavorative o <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oin<strong>di</strong>viduale.Per agevolare l’inserimento degli studentiè poi garantita l’assistenza <strong>di</strong> un“tutor”, con il compito <strong>di</strong> attivare strategieper colmare lacune e carenze culturali.“Nel corso degli anni, accanto alle normaliattività curriculari, l’Einau<strong>di</strong> haanche messo a punto una lunga serie <strong>di</strong>attività trasversali a supporto dell’offertaformativa che sono un po’ il suofiore all’occhiello”, precisa GiovanniSpinelli. Si tratta <strong>di</strong> progetti d’accoglienzaper gli studenti delle classi prime,<strong>di</strong> progetti d’orientamento nellascelta scolastica, sia in entrata che inuscita dalle superiori. E ancora <strong>di</strong> progettid’integrazione degli studenti in situazione<strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap o finalizzati all’adempimentodell’obbligo scolastico.Fra le tante cose, l’Istituto clarense hainfatti strutturato passerelle (modulid’integrazione per alunni provenientida altre scuole o interessati a passaread altra scuola) e collabora con ilC.F.P. <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> per consentire ai ragazziinteressati il transito dal sistema<strong>di</strong> istruzione secondaria a quello dellaformazione professionale. Sempre incollaborazione con il Centro <strong>di</strong> FormazioneProfessionale <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>,l’Einau<strong>di</strong>, da alcuni anni, elabora ancheprogetti <strong>di</strong> corsi post-<strong>di</strong>ploma, finalizzatiad una maggior specializzazione<strong>di</strong> chi ha già compiuto un percorso<strong>di</strong> stu<strong>di</strong> superiore. I corsi post <strong>di</strong>ploma,finanziati con i fon<strong>di</strong> dell’UnioneEuropea e della Regione Lombar<strong>di</strong>a,sono destinati a giovani <strong>di</strong>plomati nonancora, o non più, occupati. Hannodurata annuale e prevedono, oltre alleattività teoriche e pratiche, condotteda docenti dell’Istituto e da espertiesterni, non meno <strong>di</strong> 300 ore <strong>di</strong> tirocinioaziendale. I progetti proposti sonosempre stati approvati dal sistema dellaformazione regionale e tre <strong>di</strong> essisono stati finanziati negli anni scorsi:Responsabile aziendale della funzioneamministrativa; Esperto <strong>di</strong> comunicazionee telematica in ambito aziendale;Esperto della gestione delle ven<strong>di</strong>te e telematicaaziendale. Da due anni, poi,l’Istituto organizza corsi IFTS in colla-L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


LE STRUTTURE DELLA SCUOLALa sede dell’Einau<strong>di</strong> può contare su 40 aule <strong>di</strong> classe; 4 laboratori<strong>di</strong> informatica, <strong>di</strong> cui 3 (due PC e uno Macintosh) inrete e dotati dell’accesso multipostazione a Internet; un laboratoriolinguistico; un’aula <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno tecnico; un’aula tecnigrafi;un laboratorio <strong>di</strong> scienze biologiche; un laboratorio <strong>di</strong> fisica; unlaboratorio <strong>di</strong> chimica; un’aula <strong>di</strong> topografia; un’aula au<strong>di</strong>ovisivi;due aulette a<strong>di</strong>bite a funzioni <strong>di</strong> sportello <strong>di</strong>dattico; un vasto spaziopolifunzionale a<strong>di</strong>bito a biblioteca e a Centro <strong>di</strong> documentazione;una saletta conferenze multime<strong>di</strong>ale; una palestra in grado<strong>di</strong> far fronte alle esigenze <strong>di</strong> 36 classi; ambienti a<strong>di</strong>biti a uffici emagazzino; un’aula insegnanti.La succursale <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> 17 aule <strong>di</strong> classe; 2 laboratori <strong>di</strong> informatica,uno dei quali in rete e dotato dell’accesso multipostazione aInternet; un laboratorio <strong>di</strong> trattamento testi e dati; un’aula <strong>di</strong>scienze; un laboratorio linguistico; un’aula au<strong>di</strong>ovisivi, un localea<strong>di</strong>bito a biblioteca; un locale a<strong>di</strong>bito a ufficio; un’aula insegnanti;un locale a<strong>di</strong>bito a sede del Centro territoriale <strong>di</strong> documentazione risorsee servizi per l’han<strong>di</strong>cap dell’Ovest bresciano; un’aula magna. Lasuccursale <strong>di</strong>spone anche <strong>di</strong> alcuni locali al momento liberi. Glistudenti della succursale svolgono le lezioni <strong>di</strong> educazione fisicapresso il Palazzetto dello sport <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>.Per maggiori informazioni: www.itcgeinau<strong>di</strong>.itborazione con l’Università degli Stu<strong>di</strong><strong>di</strong> Brescia e la Coop. La.Ser.: a quelloper “Tecnico della gestione dell’ufficioexport”, realizzato nel 2001/02, ne seguiràquest’anno uno per “Tecnicodella gestione economico-finanziariadelle piccole e me<strong>di</strong>e imprese”.“A <strong>di</strong>mostrazione che il nostro istitutoha un occhio <strong>di</strong> riguardo anche per gliadulti, proponiamo anche, alla citta<strong>di</strong>nanza,corsi <strong>di</strong> formazione continua -spiega Giovanni Spinelli - con particolareattenzione all’informatica e allelingue straniere”.Per comprendere appieno il <strong>di</strong>namismoe l’apertura verso l’esterno dellascuola clarense, è opportuno infine ricordareche l’Einau<strong>di</strong> ha intessuto neltempo rapporti stabili <strong>di</strong> collaborazionecon altre scuole, enti pubblici, privati,e aziende presenti sul territorio,guadagnandosi un ruolo <strong>di</strong> prestigio.A tutt’oggi ospita la sede del Centroterritoriale <strong>di</strong> documentazione, risorse eservizi per l’Han<strong>di</strong>cap dell’Ovest bresciano.È inoltre scuola-polo dellaCommissione inter<strong>di</strong>strettuale per lacontinuità me<strong>di</strong>e-superiori, del Polo inter<strong>di</strong>strettualeper l’orientamento, nonchédella Rete scolastica per l’area geostorico-socialedell’Ovest bresciano.Questa Rete, oltre ad aver organizzatonegli anni passati <strong>di</strong>versi corsi <strong>di</strong> formazionee aggiornamento, ha anchedato vita a un centro <strong>di</strong> documentazione“risorse e servizi” che sarà operativoentro breve proprio presso la bibliotecadell’ I.T.C.G. “Einau<strong>di</strong>”.Prof. Daniela AtropiaI.T.C.G. <strong>Chiari</strong>Bibliotecadon Luigi RivettiVia Garibal<strong>di</strong> 3Orario <strong>di</strong> aperturaDomenica 9.00 - 11.00Giovedì 9.00 - 11.0015.00 - 17.00Sabato 9.30 - 11.00Liturgia or<strong>di</strong>nariaSante MessePrefestive17.00 San Bernar<strong>di</strong>no18.00 Duomo19.30 MonticelliFestive6.00 Duomo6.30 San Bernar<strong>di</strong>no7.00 Duomo7.30 San Bernar<strong>di</strong>no8.00 Duomo8.30 San Bernardo9.00 Duomo9.00 Santellone9.00 San Bernar<strong>di</strong>no10.00 Duomo10.00 Santa Maria(elementari)10.30 San Giovanni10.30 San Bernar<strong>di</strong>no11.00 Duomo11.00 Santa Maria(adolescenti e giovani)12.00 Duomo18.00 DuomoFeriali6.25 San Bernar<strong>di</strong>no7.00 Duomo / Sant’Agape7.30 San Bernar<strong>di</strong>no8.00 Duomo9.00 Duomo17.00 San Bernar<strong>di</strong>no18.30 Duomo /Sant’Agape9L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


● La speranza vede la spiga quando imieiocchi<strong>di</strong>carnevedonosoltantoun seme che marcisce.Primo Mazzolari10● Voglio parlarvi <strong>di</strong> scoperte fatte,ora, in Italia. Sono venuto qui per lasalute <strong>di</strong> una sorella e anche perraccogliere fon<strong>di</strong> destinati alla costruzionedella nostra scuola, <strong>di</strong>tipo professionale. In Italia mi hannostupito varie cose contrad<strong>di</strong>ttorie:dal traffico delle auto a ciò chesi sente e si legge su <strong>di</strong>scoteche edroga e, al tempo stesso, la generositàitaliana verso le missioni. Ma,al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> tutto questo, ho presenteun quadro <strong>di</strong> famiglia, formatoda una mamma che prima erapiena <strong>di</strong> vita e tutta gioiosa, e che daun anno è stata colpita da un ictus,per cui adesso vive una vita vegetativa.Viene trasportata dal letto allase<strong>di</strong>a a rotelle, e viceversa, dai suoifigli: Gianni <strong>di</strong> 36 anni e Mario <strong>di</strong> 34anni. Nelle ore libere dal lavoro,essi vivono con la mamma, la puliscono,le preparano il cibo, la imboccano,la fanno ridere e giocare.E lei, con quegli occhi sempre vivaci,sembra <strong>di</strong>r loro: «Grazie!». Tuttoquesto è oggetto <strong>di</strong> ammirazioneda parte dei molti che conosconomamma Luigia. Che grande esempioperchiorasilamenta<strong>di</strong>nonpoterfare le vacanze dovendo assistereun genitore ammalato. Nella miavita missionaria ho visto, più <strong>di</strong> unavolta, gran<strong>di</strong> cose in Patagonia. Mavoglio segnalare quella che ho scopertoqui in Italia: l’amore <strong>di</strong> queidue figli, il sorriso della loro madre.E non potrò mai <strong>di</strong>menticare chequesta de<strong>di</strong>zione alla madre staprocurando tanta gioia ai due magnificifigli, già uomini fatti.p. Juan Corti, Leccotua nell’amore (Dove m’attacco muoio)è un non senso. Perché nonpuò esistere vero amore senza unautentico <strong>di</strong>stacco: anche da séstessi. Se Dio non avesse avuto questacapacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco, in gradosommo, non avrebbe mai creatol’Universo. Soprattutto, non avrebbemai creato l’uomo: un essere chepuò mostrargli i pugni in eterno.● Dialogo tra un uomo convertito <strong>di</strong>recenteaCristoeunamicononcredente:- Così ti sei convertito a Cristo?- Sì.- Allora devi sapere un sacco <strong>di</strong> cose su<strong>di</strong> Lui. Dimmi, dov’è nato?- Non lo so.Quante pre<strong>di</strong>che ha pronunciato?- Non lo so.- Sai ben poco per essere un uomo cheafferma <strong>di</strong> essersi convertito a Cristo!- Hai ragione. Mi vergogno <strong>di</strong> quantopoco so <strong>di</strong> Lui. Ma quello che so è questo:tre anni fa ero un ubriacone pieno<strong>di</strong> debiti. La mia famiglia cadeva a pezzi,mia moglie e i miei figli avevano pauradel mio ritorno a casa… Ma ora hosmesso <strong>di</strong> bere, non abbiamo più debiti,la nostra è ora una casa felice e imiei figli attendono con ansia il mio ritorno.Tutto questo ha fatto Cristo perme e questo è ciò che so <strong>di</strong> Lui.● Ricordo <strong>di</strong> aver letto nella vita, <strong>di</strong>Santa Francesca Cabrini che, quandoaveva freddo <strong>di</strong>ceva: «Signore, tiringrazio perché non fa caldo» equando aveva caldo, ringraziava ilSignore perché non faceva freddo.Card. Anastasio Ballestrero● Fatico a camminare per il peso delcuore, carico dei doni che non haancora donato.Tagore● La funzione della preghiera non è<strong>di</strong> piegare Dio, ma <strong>di</strong> piegare noi.Don Giacomo Alberiore● Pio X aveva un debole per gli Ebrei.Quando era Vescovo <strong>di</strong> Mantova fuin cor<strong>di</strong>alissimi rapporti con moltefamiglie israelite, le quali, ricambiandoil vescovo <strong>di</strong> stima e fiducia,lo incaricavano spesso <strong>di</strong> opere <strong>di</strong>carità, inviandogli denaro per le famigliebisognose. Una volta il vescovofu ricevuto in u<strong>di</strong>enza delPapaLeoneXIIIcheglidomandò:- Come si comportano i cristiani <strong>di</strong>Mantova?Santità - rispose - i migliori cristiani<strong>di</strong> Mantova sono gli Ebrei!● Il fuoco non si infiamma nel legnoumido, lo Spirito Santo non abitanell’anima che ama le como<strong>di</strong>tà.Padri del deserto● Gli uomini, se qualcuno fa a loro unbrutto tiro, lo scrivono sul marmo;ma se qualcuno gli usa un favore, loscrivono sulla sabbia.Tommaso Moro● Raoul Follereau e Albert Schweitzersi incontrarono un giorno aLambarenè. L’apostolo dei lebbrosichiese al Nobel per la pace: «Dimmi!Quando ti incontrerai con Cristo,che cosa gli <strong>di</strong>rai?». Schweitzer,sapientemente, rispose: «Abbasseròla testa per la vergogna. Abbiamofatto tanto poco!»● Il luogo comune che in<strong>di</strong>ca l’edera,come esempio <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione perpe-● «Metà dei libri che si stampano nonsi vendono, metà che si vendononon si leggono, metà che si leggononon si capiscono, metà che si capiscono,si capiscono al rovescio».Giovanni Papini● «Forse è meglio morire lungo lastrada verso un ideale irraggiungibilepiuttosto che non incamminarsimai».OrigeneNotiziario clarenseDomenica ore 12.15 / 17.30Lunedì ore 10.00Martedì ore 18.00<strong>Chiari</strong> nei quoti<strong>di</strong>aniVenerdì ore 18.00Sabato ore 10.00L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


COSE SBALORDITIVEMa la donna è tutta seno,ombelicoe gambe da mostrare?!?Un giornosonoentratoinunacamera <strong>di</strong> un ospedale <strong>di</strong>lunga degenza dove è ospitesempre a letto, perché completamenteparalizzato, un giovane <strong>di</strong> 30 anni econ mio grande stupore, e anche sdegno,ho visto un calendario appeso almuro,lacuiprimapagina,mese<strong>di</strong>gennaio, portava sul frontespizio unadonna, tutta seno con due palloni (micapite vero?) sul petto nudo e squallidooltreogni<strong>di</strong>re.“Machitihaportatoquel calendario?” chiesi imme<strong>di</strong>atamenteal giovane che mi ero recato atrovare. Lui non mi rispose nulla, nonsi rendeva neppure conto della domandache gli avevo fatto, aveva mossogliocchi<strong>di</strong>quae<strong>di</strong>làneltentativo<strong>di</strong> capirne qualcosa, ma non compreseassolutamente nulla. Io mi recai subitodall’autorità competente e feci lemie rimostranze assai risentite, ma anchequella scendeva dal mondo dellenuvole. Insomma non ne sapeva nulla.Chi mai sarà stato a fare un’azionecosì incivile e scandalosa, proprio inuna stanza <strong>di</strong> un innocente, perchétale era quel giovanotto colà degente?Insommaèilcaso<strong>di</strong><strong>di</strong>rechechiscandalizzaun piccolo è degno <strong>di</strong> esseregettato in mare con una pietra attaccataal collo. Ma quel che è peggio è chequel calendario (io lo chiamerei pattumieraporcilesca) è in ven<strong>di</strong>ta nellee<strong>di</strong>cole e nei negozi dei giornali e riviste<strong>di</strong> ogni genere. Certamente qualcunolo acquisterà e lo appenderà daqualche parte. Ho visto in certi laboratorie officine, in certe osterie, bettolee ambienti simili, esposte delle fotografie<strong>di</strong> donne quanto mai scandalose,impu<strong>di</strong>che e vergognose. Ma vivaDio, dove si vuole arrivare? Che cosasi vuol fare <strong>di</strong> queste povere donnestrumentalizzate a piacere dei <strong>di</strong>sonesti,impuri, passionali? Chi <strong>di</strong> voiavrebbe voluto vedere sua madre osua sorella in quelle con<strong>di</strong>zioni? Ma ilpudore, cioè quel sentimento naturaleche preserva e custo<strong>di</strong>sce delicatamentel’intimità della persona e che rifiuta<strong>di</strong> svelare ciò che deve rimanerenascosto, è del tutto scomparso qui travoi? Ma il pudore è un tabù, purtroppo.Se ci fosse ancora pudore insorgerebbeistintivamente contro l’esposizionedel corpo umano in funzione <strong>di</strong>una curiosità morbosa in certe pubblicità,stampeetelevisionecheal<strong>di</strong>re<strong>di</strong>tanta gente onesta è la porcilaia incasa. Se Gesù ha detto: «Chi guardauna donna col desiderio <strong>di</strong> possederla,l’ha già posseduta», chi mai avrà laforza <strong>di</strong> volontà <strong>di</strong> chiudere gli occhidavanti a immagini lu<strong>di</strong>briose e cosìfortemente provocanti da far cadereanche i cedri del Libano? È caduto ilRe Davide guardando una donna inpiscina a fare il bagno, è caduto Salomone,è caduto Sansone <strong>di</strong>etro le provocazionie tentazioni <strong>di</strong> Dalila, una filistea.Echiallorasaràpiùforte<strong>di</strong>costoroda saper eludere certe immaginisenza peccare <strong>di</strong> pensiero? Certo iSanti<strong>di</strong>sicurononsonocaduti.Maquanti sono i Santi? Chi prega moltonon cederà neanche a mille <strong>di</strong>avoli,ma dove sono quelli che pregano davveroeconfedeeperseveranza,quellichesinutronosoventedelciboforteesostanzioso della Parola <strong>di</strong> Dio e deiSacramenti della Confessione (o Riconciliazione)e della Eucarestia? Ilgrande pittore moderno Renato Guttuso,assai noto e ormai tornato allacasa del Padre, quando per grazia <strong>di</strong>Dio e per tanta assistenza del Car<strong>di</strong>nalFiorenzo Angelini, si è convertito, laprimacosachefeceè stata quella <strong>di</strong> togliereun <strong>di</strong>segnoappeso alla pareteche rappresentavaun nudo <strong>di</strong> donna.Era presente ancheGiulio Andreottiche ne fu testimone.Molto significativo,non vi pare?Ma miei cariamici, la Parola <strong>di</strong>Dio ci proclama:«Non sapete chesiete tempio delDio vivente (I aiCorinti 3, 16)».«Non sapete voiche i vostri corpisono membra <strong>di</strong>Cristo? PrenderòTegoleperSanta Mariaio dunque le membra <strong>di</strong> Cristo, perfarne membra <strong>di</strong> una meretrice (=prostituta)?». Non sia mai (I ai Corinti6, 15). Il nostro corpo è tabernacolodella SS. Trinità, è destinato alla risurrezionee a vivere nell’eternità beata;come è possibile esporlo agli sguar<strong>di</strong>impuri della povera gente ed essere causa<strong>di</strong> peccato grave e Dio non voglia,<strong>di</strong> dannazione eterna? La Madonna <strong>di</strong>Fatima, alla piccola Giacinta, ottoanni, ha detto: molti vanno all’infernoper i gravi peccati che commettono, etra questi quelli impuri sono assai <strong>di</strong>più che tutti gli altri. La storia <strong>di</strong>ce chei più gravi castighi Dio li ha mandatiper i peccati impuri. Il <strong>di</strong>luvio, la <strong>di</strong>struzione<strong>di</strong> Sodoma e Gomorra, la cadutadell’impero Romano ne sono laprova più evidente. L’Immacolata e ilNatale ci man<strong>di</strong>no un vento <strong>di</strong> purificazioneche trasformi questo mondo inun giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> can<strong>di</strong><strong>di</strong> gigli <strong>di</strong> purezzae in vermiglie rose <strong>di</strong> amore a Dio e alprossimo. Trionferà il cuore immacolato<strong>di</strong> Maria e con Lei tutti i suoi militanti,combattenti contro Satana e sicuramentevincitori. Viva la Purezza,viva la Modestia, viva la bellezza, quellainteriore che salverà il mondo, comeproclamò il grande Dostoevskij.don DavideIl valore della tegola è simbolico,ognuno offra quello che può.Tutti possiamo offrire il corrispettivo <strong>di</strong> una tegolae allora… non tirarti in<strong>di</strong>etro,porta una tegola a Santa Maria!Ho fiducia e sono certo che tutti,essendone molto devoti, portiamo la nostra tegolaalla Madonna e con questa tegola Ella ci proteggee ci accompagna.Vi ringrazio.Puoi passare dall’Ufficio parrocchiale.Don Rosario11L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


12Don Abramo RantiniLa sua figura riappare all’improvviso,dal passato. È la “póeraMarì”,miacuginamorta<strong>di</strong>tifo nel 1942. Riemerge dalle pagineingiallite del bollettino parrocchialedell’aprile <strong>di</strong> quell’anno, secondanell’elenco dei defunti del mese: FacchettiMaria, anni 10. A volte, quandosi ricordavano i tempi andati, nellelunghe sere d’inverno in cascina, siparlava anche <strong>di</strong> lei e, nonostante itantianniormaipassati,lavocesifacevatriste e, sempre, a mia zia, lamamma della “póera Marì”, gli occhibrillavano. E non certo <strong>di</strong> gioia.Una fotografia la ritraeva bambina,forse in un giorno <strong>di</strong> scuola, con il collettobianco, un grembiulino nero econ lo sguardo sereno delle personeche non ci sono più. Il tifo l’aveva portatavia: una malattia che a quei tempiappariva terribile. Faceva paura perchéneppure l’ospedale, le cure prestatee l’amore <strong>di</strong> una mamma riuscivanoa vincerla. Com’era successo alla “póeraMarì” riportata a casa avvolta in unoscialle <strong>di</strong> lana grazie alla pietà <strong>di</strong> unasuora ed alla bene<strong>di</strong>zione del pretedell’ospedale.Il prete, cappellano dell’ospedale, eradon Abramo Rantini.Don Rantini era nato il 22 agosto 1882a Castrezzato, da una famiglia oraestinta, ed era stato or<strong>di</strong>nato sacerdotenel 1909. Prima <strong>di</strong> giungere a <strong>Chiari</strong>era stato per quattro anni curato a Castorio,chiesa sussi<strong>di</strong>aria <strong>di</strong> Concesio,quin<strong>di</strong> parroco <strong>di</strong> Collebeato per 16anni. Qui, per il suo pensiero contrarioal regime, aveva subito minacce dai fascistitanto che, per molte notti, i giovanicattolici avevano dovuto fare laguar<strong>di</strong>a alla casa canonica per evitarepericolose incursioni.Era seguito un periodo <strong>di</strong> cinque annitrascorsi come parroco a V.F. <strong>di</strong> Colombaro,incarico che aveva dovutoabbandonare a causa della salute cagionevole.Aveva chiesto <strong>di</strong> essere avvicinatoalla propria famiglia e così,nel 1934, era approdato all’ospedaleMellini <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>, come cappellano.Allora <strong>Chiari</strong> aveva 14.099 abitanti e<strong>di</strong>l suo ospedale era il più importantedella provincia <strong>di</strong> Brescia. Era statofondato nel 1661 grazie ad un lascitodel concitta<strong>di</strong>no Mellino Mellini. Lasede originaria era stata un e<strong>di</strong>ficio inzona centrale, in quella strada che, appunto,è tuttora denominata via OspedaleVecchio. Il nuovo fabbricato erastato eretto, nel 1905, lungo la strada“imperiale” verso Brescia. Un’operaveramente importante, con i vari pa<strong>di</strong>glioniper le <strong>di</strong>verse malattie e circa200 posti letto. La spesa me<strong>di</strong>a giornalieraper ricoverato era (siamo nel1934, quando arrivò don Rantini) <strong>di</strong>lire 10/11. Al primo piano, sopra laportineria, c’erano le abitazioni delprimario da una parte e, dall’altra, delcappellano, i due principali riferimentiall’interno della struttura.Sono ancora tanti i clarensi che ricordanodon Abramo Rantini, alto, d’aspettopiacevole, pacato nei mo<strong>di</strong> e <strong>di</strong>notevole intelligenza e preparazione.Eppure tanto <strong>di</strong>screto e umile, prontoe sollecito nel corrispondere alle esigenzealtrui.All’interno dell’Ospedale svolse unservizio prezioso non soltanto nei rapporticon i degenti, ma anche con ilpersonale me<strong>di</strong>co e parame<strong>di</strong>co.Tale impegno non ostacolò la sua <strong>di</strong>sponibilitàin parrocchia. Fu vicino agliammalati nelle loro case, curò il catechismodelle ragazze nella cappelladella Disciplina e fu costante presenza,con don Luigi Moletta, per le confessionidei ragazzi. Spesso <strong>di</strong>vise con donPietro Rizzi la faticosa incombenza <strong>di</strong>accompagnare i funerali provenientidalle cascine più lontane.Visse a <strong>Chiari</strong> gli anni <strong>di</strong>fficili dellaguerra, lui già segnalato per i suoi precedentia Collebeato. Quelli furonoanni talmente grami che, poco dopol’arrivo <strong>di</strong> don Rantini, il bollettinodella <strong>Parrocchia</strong> pubblicò questo appello:“Può darsi che qualche famigliabenestante abbia lettiere fuori d’uso eforse ingombranti. Quando si pensa alnumero dei figlioli in certe famiglie,L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>alla ristrettezza degli ambienti ed allascarsità dei letti, così da dar luogo a<strong>di</strong>nconvenienti e pericoli gravi, si comprendeanche qual carità fiorita, e chesarà da Dio ricompensata largamente,compirebbero coloro che offrisserodette lettiere alla Società San Vincenzode’ Paoli o ad altre opere che provvederebberoa <strong>di</strong>stribuirle dove c’èmaggior bisogno”.E questa situazione <strong>di</strong> povertà <strong>di</strong>ffusaera terreno fertile per malattie e decessi.Nel 1934, ad esempio, su 245morti 36 avvennero per polmoniti ebroncopolmoniti, 11 per tifo, 8 perparti prematuri e persino uno per tonsillite.Don Abramo Rantini, che benconosceva la sofferenza fisica sperimentatasulla propria pelle, cercò <strong>di</strong>con<strong>di</strong>videre sempre il dolore degli altri.Morì l’11 marzo 1947 ed il bollettinodella <strong>Parrocchia</strong> così lo ricordò: “Fraunanime compianto della popolazione<strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> ed accompagnata da numeroserappresentanze <strong>di</strong> Castorio, Collebeato,Colombaro dove esercitò santamenteil ministero pastorale, <strong>di</strong> Castrezzatosua parrocchia <strong>di</strong> origine, eda numeroso clero, fu portato all’estrema<strong>di</strong>mora e tumulata nella cappelladel Clero del nostro Cimitero lasalma <strong>di</strong> P. Abramo Rantini Cappellano-Curatodell’Ospedale Mellini, cheper oltre tre<strong>di</strong>ci anni ebbe le sue intelligentie paterne cure. Al cimitero nerievocarono le virtù sacerdotali e lesue benemerenze Mons. Prevosto e ilM. R. Rovetta <strong>di</strong> Concesio”.Elia Facchetti


Nel numero <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre 2002, per unasvista, non abbiamo pubblicato la fotografiadel sacerdote don Angelo Pozzi, presentato apagina 16 e 17 da Elia Facchetti come“Sacerdote del ’900”.Rime<strong>di</strong>amo pubblicando la fotografia inquesto numero <strong>di</strong> gennaio <strong>2003</strong>.Chi ècostui?Si fanno strani incontri, a volte,nelle soffitte delle nostrecase!Si entra per sistemare un’antennaed invece, tra cianfrusaglie ed oggettiin <strong>di</strong>suso, ci si imbatte in unvolto al quale viene voglia <strong>di</strong> dareun nome, una storia.Questo è successo al signor Frial<strong>di</strong>,al quale è capitata tra le mani lafotografia che proponiamo.Una vecchia foto oppure un dagherrotipo(forma primitiva <strong>di</strong> fotografia, inventata nel 1837, ottenutafissando l’immagine su una lastra <strong>di</strong> rame argentata resa sensibile convapori <strong>di</strong> io<strong>di</strong>o) come parrebbero in<strong>di</strong>care i tratti a volte approssimativi?Ci guarda con aria interrogativa, e forse un tantino beffarda, il sacerdoteritratto.Ci sfida a scoprirne l’identità... ed a noi piacerebbe sapere chi è.Confi<strong>di</strong>amo perciò nei lettori dell’Angelo, nella speranza <strong>di</strong> saperne<strong>di</strong> più.Elia Facchetti13Scuola dell’Infanzia PedersoliSI APRE A TUTTI I GENITORImamma e papà”, il progetto che la scuoladell’Infanzia Pedersoli ha pensato per i genitori dei bambini <strong>di</strong>“Incontriamotre anni, ha aperto i battenti a tutti i genitori. Infatti ai primi <strong>di</strong><strong>di</strong>cembre c’è stato un incontro circa l’importanza dei limiti con le dottoresseLonar<strong>di</strong> e Masserdotti.Data la forte adesione, noi genitori siamo stati <strong>di</strong>visi in due gruppi per daremodo a tutti <strong>di</strong> partecipare in prima persona e portare così la propria esperienzasotto, naturalmente, la guida preziosa delle nostre esperte.L’incontro è stato efficace e costruttivo; data l’importanza del tema è statopossibile un confronto che ci ha permesso <strong>di</strong> capire che tutti incontriamo<strong>di</strong>fficoltà nel dare limiti e farli rispettare anche per le reazioni deibambini. A volte ci sentiamo falliti ed incapaci, ma se pensiamo al benedei nostri figli, agli obiettivi che ci siamo posti per il loro percorso formativoed educativo e, soprattutto, impariamo ad ascoltare un po’ più noistessi e a gestire così le nostre emozioni, ad avere fiducia in noi come genitori,riusciamo a superare anche alcune <strong>di</strong>fficoltà.Queste le linee guida che ci sono state suggerite e che hanno avuto gransuccesso. Speriamo che si possano avere altri momenti simili perché aiutanodavvero tanto.ChiaraLa Buona NotiziaSettimanale televisivodella Diocesi <strong>di</strong> BresciaTeletuttoDomenica ore 13.15TelenordDomenica ore 20.00SuperTvDomenica ore 20.00Lunedì ore 11.30Telepace Via SatelliteVenerdì ore 20.05Sabato ore 18.30Domenica ore 23.15L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


14VITA IN MISSIONENatale in EtiopiaPubblichiamo la lettera <strong>di</strong> DonEmanuele Vezzoli, missionariosalesiano in Etiopia, che hascritto per ringraziare tutti coloro chel’estate scorsa hanno lavorato per sostenerel’attività missionaria dei salesianiin Etiopia. Si tratta <strong>di</strong> una testimonianzamissionaria, arricchita <strong>di</strong> riflessionisul Natale, che sarebbe stato bello pubblicarenel mese <strong>di</strong> Dicembre; peccatoche la lettera sia arrivata quando ormail’Angelo del mese scorso era in fase <strong>di</strong>stampa. La pubblichiamo ora, sicuriche darà un buon contributo alla nostrariflessione sui temi della missione.A<strong>di</strong>grat 1/12/2002Carissimi amici, un caloroso salutoa tutti. Il tempo passa velocee siano <strong>di</strong> nuovo a Natale.Quest’anno più che mai sento che abbiamoveramente bisogno <strong>di</strong> Dio, delsuo venirci incontro, del suo farsiuomo, della sua salvezza. Insomma c’èbisogno <strong>di</strong> speranza vera ed autentica,<strong>di</strong> una buona notizia, in un mondotroppo spesso attraversato da guerre,violenza e perplessità circa il futuro.L’impressione che la gente etiope hariguardo al futuro mi sembra serena epositiva. È gente sempre con il sorrisosulle labbra e una luce bellissima cheglibrillaneigran<strong>di</strong>occhiscuri,forseperché non avendo molto dal presentesperano sempre che qualcosa migliorinel futuro. Penso che questo sia ungrande insegnamento: l’avere tuttonon riempie il cuore e non rende lavita migliore e, forse, spegne la qualitàdella vita. Il Natale ci ricorda propriola bella notizia <strong>di</strong> speranza: Dio vienein mezzo a noi per donarci la qualitàdella vita che è gioia, pace e con<strong>di</strong>visione.Per coloro che non lo sanno, inEtiopia il Natale lo festeggiano il 7gennaio e solitamente non ci sono vacanzelunghe, ma solo il giorno <strong>di</strong> Natalestesso, anche perché il nuovoanno inizia l’11 <strong>di</strong> settembre. Noi comunitàSalesiana lo festeggiamo con inostri ragazzi, iniziando con la Messadel mattino (qui non c’è la Messa <strong>di</strong>mezzanotte) dalla colazione offerta airagazzi, allo spettacolo sulla nativitàsempre organizzato da loro. Il pomeriggioprosegue con canti e balli. Pertutti è un giorno <strong>di</strong> festa dove ci si metteil vestito più bello e finalmente simangiaunpo’<strong>di</strong>carne:questoèilpranzo natalizio... ci si accontenta <strong>di</strong>poco.L’Etiopia,inquestomomento,sta attraversando un periodo molto<strong>di</strong>fficile a causa della grande siccitàchestacolpendomoltezonedellanazione.Milioni, secondo le stime, sonole persone colpite da queste calamità.I raccolti sono bruciati, i pozzi si esauriscono.Qui ad A<strong>di</strong>grat, per il momentostiamoancorabeninoperchéqualche goccia <strong>di</strong> pioggia in piùl’abbiamo avuta. Non so fino a quantodurerà. Però basta spostarsi <strong>di</strong> qualchechilometro per rendersi conto dellasituazione.In questa bella occasione del Nataledesidero <strong>di</strong>rvi il nostro grande grazie(mio, della comunità Don Bosco e deinostri ragazzi), per la vostra generosità,solidarietà ed impegno. Grazie,grazie, grazie e avanti. Il Signore cheha detto: “grande è la vostra ricompensase darete un bicchiere <strong>di</strong> acqua auno <strong>di</strong> questi piccoli nel mio nome”, viricompensi abbondantemente per lecose belle che fate per questi nostri ragazzi,vi doni salute e serenità. Pregateper tutti noi e per il prezioso dono dellapioggia.Assicuro a tutti il ricordo nella preghierae nella messa quoti<strong>di</strong>ano.Buon Natale a tutti e un sereno <strong>2003</strong>.Abba Emanuele VezzoliAbbonamenti“La Voce del popolo”,“Famiglia Cristiana”, “Avvenire”o altra stampa cattolicasi possono rinnovare o iniziarefacilmente passando pressola Biblioteca don Rivettio presso l’Ufficio parrocchialeo in fondo al Duomola domenica mattina.CaritasGiornatadel paneAnche quest’anno, in occasione dellaprima domenica d’Avvento, si ècelebrata la “Giornata del pane”,una iniziativa che si svolge al terminedelle Sante Messe con l’offerta <strong>di</strong>un pane che invita chi lo accetta adun gesto <strong>di</strong> solidarietà verso i piùdeboli e svantaggiati.Le offerte quest’anno hanno raggiuntola cifra <strong>di</strong> € 3.424,00.Un grazie non soltanto ai fedeli, maanche ai panificatori <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> chehanno offerto gratuitamente ilpane: Di Girges (egiziano) - MarioBianchi - Milena Kamin - RobertoMoletta - Panificio Clarense - Il TuoFornaio - Antonio Rovetta - Primizieforno <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Noletti - GiuseppinaConsoli.L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


ACLI - CHIARIRiflessioni e proposteMolto <strong>di</strong> frequente capita che,nelle conversazioni con <strong>di</strong>versepersone, emerga inmodo molto esplicito la ricerca (alcunevolte affannosa) del massimo interesseo profitto. A prima vista ciò può sembrarelegittimo, non tenendo contodelle <strong>di</strong>verse opportunità concrete <strong>di</strong>cui <strong>di</strong>spongono le singole persone o inuclei familiari.Facciamo degli esempi.C’è molta richiesta <strong>di</strong> casa, soprattuttoda parte <strong>di</strong> coloro che non hanno <strong>di</strong>sponibilitàeconomica sufficiente per acquistarlao anche per pagarsi il mutuomensile. I proprietari degli alloggi alzanoil prezzo degli affitti.L’agricoltura fino a qualche tempo faveniva coltivata a rotazione, seminandopure il frumento per produrre farina ecascami, così come i foraggi; oggi si vedonosolo estensioni <strong>di</strong> mais perché risultapiù red<strong>di</strong>tizio, mentre si va ad importareil frumento e quanto serve peril pane.Le varie categorie <strong>di</strong> lavoratori anzichéunirsi nelle Confederazioni per una tutelagenerale dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> tutti i lavoratori,costituiscono sindacati territoriali;ciò si verifica un po’ ovunque, per cuiscompare la figura del lavoratore portatore<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti e <strong>di</strong> doveri, ed emerge ilgruppo con i suoi interessi particolari.Tutti riconoscono che alcune garanzie<strong>di</strong> cui godono i pensionati <strong>di</strong> oggi non cisaranno più nel futuro e, con l’invecchiamentodella popolazione, fravent’anni chi sarà in attività lavorativadovrà contribuire a mantenere ed alimentareil fondo pensione per gli anziani.Ciò nonostante, abbiamo ancora chisi agita per rompere un equilibrio consolidatoda circa 10 anni e che, per alcuneprestazioni gratuite, fa riferimentoal red<strong>di</strong>to familiare, sostenendo propostedemagogiche che collimano soltantocon dei vantaggi in<strong>di</strong>viduali. La <strong>di</strong>fesaad oltranza degli interessi dei gruppiarriva all’in<strong>di</strong>vidualismo più esasperato,che considera giusto solo ciò che gli porta<strong>di</strong>rettamente più vantaggio, ritenendosempre che “i suoi” sono dei <strong>di</strong>rittiprimari rispetto ad altri.In questo modo, il contributo che ognunodeve dare per il bene comune svanisce,per cui si arriva a contrapporre anchegli interessi familiari. Ogni sceltaviene fatta in funzione <strong>di</strong> un tornacontoo <strong>di</strong> una gratificazione personale.La cultura del limitePraticare la cultura del limite significache una persona potrebbe guadagnaree/o produrre <strong>di</strong> più, raggiungere risultatipiù elevati, arrivare prima in velocità,fare ulteriori esperimenti (anchesulla vita umana), ma ci si pone un limiteper motivazioni etico-morali o valoriali.Fino a quando l’uomo e la donna nonsapranno porsi dei limiti, come autoregolamentazionenel compiere le propriescelte, ci sarà sempre il sopravventodel più forte, come riscontriamo ognigiorno un po’ dovunque nel mondo.Se gli adulti, gli anziani, coloro che hannola possibilità <strong>di</strong> decidere le scelte determinanti,anche sul piano economico,per il futuro della vita e del tenore <strong>di</strong>vita, si preoccupano soltanto <strong>di</strong> ripartirsile risorse esistenti, lasciando degliavanzi poco significativi alle giovani efuture generazioni, vuol <strong>di</strong>re rompereun equilibrio <strong>di</strong> rapporto generazionalein<strong>di</strong>spensabile allo sviluppo. Questaè una motivazione collegata al rifiuto,da parte dei giovani, della politica, inquanto ritenuta insignificante.Se con le scelte politiche non si regolamentanoi rapporti sociali e generazionali,se si è smarrito il significato più autenticodel bene comune, che non è lasomma dei vari beni, bensì un equilibriocostantemente verificato perchétutti contribuiscano equamente ed abbianoa beneficiare delle risorse naturali<strong>di</strong>sponibili, vuol <strong>di</strong>re che vanno ricercate,da subito, scelte politiche alternative- progetti <strong>di</strong> vita alternativi.Ritorniamo a pensare in grande, a costruirela città dell’uomo, dove sia possibileabitare e convivere. Poiché la vitaumana è un cammino nel tempo e nellastoria, è in<strong>di</strong>spensabile che adulti e giovanitornino a <strong>di</strong>alogare con reciprocafiducia. Perché i giovani abbiano a crederenella vita che li attende, agli adulticompete la saggezza <strong>di</strong> saper trasmetteresegnali <strong>di</strong> autentica speranza sul significatodell’esistenza umana.Giuseppe DelfrateMO.I.CA. INFORMADomenica 15 <strong>di</strong>cembre siamostate in festa. Infatti, in occasionedel consueto incontroper lo scambio <strong>di</strong> auguri natalizi, abbiamovoluto commemorare i vent’annidalla fondazione del nostro Movimento,avvenuta appunto a metà <strong>di</strong>cembredel 1982 per iniziativa <strong>di</strong> alcunesignore che già avevano aderito alGruppo Promozione Donna. Tina Leonzile aveva convinte a costituire ilgruppo Mo.I.Ca. <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>, facendoproprio lo statuto del Mo.I.Ca. Nazionale.Non tutte le socie fondatrici sonopotute intervenire per la circostanzaed è stato un peccato, poiché avremmovoluto ringraziarle pubblicamente. Ungiovane musicista ci ha rallegrate conmusiche ballabili e canzoni natalizie.Tina Leonzi ci ha riassunto i risultatidell’attività <strong>di</strong> tutti questi anni, attivitàche è ora compen<strong>di</strong>ata nella Carta per i<strong>di</strong>ritti della Casalinga che abbiamo <strong>di</strong>stribuitoalle socie.Si tratta <strong>di</strong> tre punti fondamentali: lostatus giuri<strong>di</strong>co; una forma <strong>di</strong> assicurazionecontro gli infortuni domestici;una forma <strong>di</strong> previdenza sociale, siapure da perfezionare.La “Carta” è stata presentata al Governoda Tina Leonzi il giorno 13 novembre,a Roma, nella sala del cenacolodella Camera dei Deputati e l’avvenimentoè stato ripreso da TG1, TG3,Rete 7, oltre a varie interviste alle trereti ra<strong>di</strong>ofoniche.Ora speriamo che il ministro Maroniistituisca presto la Commissione per illavoro familiare in seno al Ministerodel Lavoro: sarebbe la prima volta cheil lavoro familiare entra nel Dicasterodel Lavoro per verificare con noi qualiinterventi siano possibili a breve, me<strong>di</strong>oe lungo termine per le casalinghe. IlSottosegretario Gui<strong>di</strong> ha espresso ilsuo impegno a costituire la Commissioneper gli stili <strong>di</strong> vita, a cui ci ha già chiamatea far parte.Sembra comunque che negli altri Paesieuropei la situazione delle casalingheitaliane sia considerata all’avanguar<strong>di</strong>a.L’incontro <strong>di</strong> gennaio verterà sul compitodegli educatori <strong>di</strong> strada. Due <strong>di</strong>loro, che hanno una preparazione specifica,ci informeranno sulla loro attivitàa beneficio dei ragazzi cosiddetti“<strong>di</strong>fficili”.Buon anno a tutti!Ida Ambrosiani15L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


IL PAPA A MONTECITORIOChiedo maggior impegnoMondo femminile“Esigola precisione”16Dal <strong>di</strong>scorso del Papa a Montecitoriodavanti all’intero ParlamentoDopo aver richiamato alla necessitàche ogni persona,eletta nei vari organismi istituzionali,eserciti il proprio ruolo politicoricercando il bene comune, secondole in<strong>di</strong>cazioni contenute neidocumenti del Concilio Vaticano(Gau<strong>di</strong>um et Spes), Giovanni Paolo IIha tracciato alcune piste <strong>di</strong> impegno e<strong>di</strong> cooperazione in<strong>di</strong>spensabili allae<strong>di</strong>ficazione della casa comune.Proseguendo, il Papa ha richiamatol’Enciclica “Centesimus Annus” del1991 dove è scritto: “Le idee e le convinzionipossono essere facilmentestrumentalizzate per fini <strong>di</strong> potere.Una democrazia senza valori si convertefacilmente in un totalitarismoaperto oppure subdolo, come <strong>di</strong>mostrala storia”.È seguito il passaggio - molto delicato -della crisi delle nascite e quin<strong>di</strong> dell’invecchiamentodella popolazione.“La cruda evidenza delle cifre costringea prendere atto dei problemi umani,sociali ed economici che questa crisiinevitabilmente porrà all’Italia neiprossimi decenni, ma soprattutto stimola- anzi, oso <strong>di</strong>re, obbliga - i citta<strong>di</strong>niad un impegno responsabile e convergente,per favorire una netta inversione<strong>di</strong> tendenza”.L’azione pastorale a favore della famigliae dell’accoglienza della vita, sonoil contributo che la Chiesa offre allacostruzione <strong>di</strong> una mentalità e <strong>di</strong> unacultura all’interno delle quali questainversione <strong>di</strong> tendenza <strong>di</strong>venti possibile.Ma sono gran<strong>di</strong> anche gli spazi peruna iniziativa politica, che mantenendofermo il riconoscimento dei <strong>di</strong>rittidella famiglia come società naturalefondata sul matrimonio, secondo ildettato della Costituzione della RepubblicaItaliana (cfr. Art. 29), rendasocialmente ed economicamente menoonerosa la generazione e l’educazionedei figli.“Chiedo a Voi, rappresentanti del popolo,un maggior impegno affinché leresponsabilità primarie dei genitoritrovino adeguati sostegni da parte delleIstituzioni”.Scuola e cultura al servizio della persona“Siamo consapevoli che l’uomo contaper ciò che è più che per ciò che ha, eche la scuola e la cultura in generale favivere alla persona una esistenza autenticamenteumana.Proprio per questo una Nazione sollecitadel proprio futuro favorisce lo sviluppodella scuola in un sano clima <strong>di</strong>libertà, e non lesina gli sforzi per migliorarnela qualità, in stretta connessionecon le famiglie e con tutte lecomponenti sociali.Non meno importanti, per la formazionedella persona, sono i mezzi <strong>di</strong>comunicazione ed ogni strumento chedetermina il grado <strong>di</strong> cultura: è questauna sfida che chiama in causa ognipersona e famiglia, ma che interpellain modo peculiare chi ha maggiori responsabilitàpolitiche e istituzionali.La Chiesa, da parte sua, non si stancherà<strong>di</strong> svolgere, anche in questocampo, quella missione educativa cheappartiene alla sua stessa natura”.Infine Giovanni Paolo II si è soffermatosull’importante ruolo dell’Italianella costruzione <strong>di</strong> una Europa solidale,capace <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo con le altreculture, ma che non si <strong>di</strong>mentica delleproprie ra<strong>di</strong>ci cristiane. Il cristianesimoha una attitu<strong>di</strong>ne ed una responsabilitàdel tutto peculiari: annunciandoil Dio dell’Amore, esso si proponecome la religione del reciproco rispetto,del perdono e della riconciliazione.L’Italia e le altre Nazioni che hanno laloro matrice storica nella fede cristianasono più preparate ad aprire all’umanitàcammini <strong>di</strong> Pace, non ignorandola pericolosità delle minacce attuali,ma nemmeno lasciandosi imprigionareda una logica <strong>di</strong> scontro che sarebbesenza soluzioni.“Per questo dobbiamo tutti sentirciresponsabili nella costruzione <strong>di</strong> unanuova civiltà fondata sull’ Amore. Diobene<strong>di</strong>ca l’Italia!”a cura <strong>di</strong> Giuseppe DelfratePinuccia lavorava come contabiled’azienda e abitualmenteaveva accanto a sé un paio <strong>di</strong>giovani aiutanti. Lei era bionda,sempre vestita e pettinata in modoimpeccabile, senza un filo fuori postoe lavorava nello stesso modo, conassoluta pignoleria: nei suoi registrie tabulati c’erano colonne <strong>di</strong> numeriperfetti; aveva fatto dell’or<strong>di</strong>ne edell’esattezza lo scopo della sua vita.Quando capitava che uno dei giovanisbagliasse, Pinuccia si arrabbiavamolto, prendeva l’errore come un affrontoe sgridava in modo esageratoil malcapitato. Avendole fatto notareche non era il caso <strong>di</strong> prenderselatanto e che lei era lì appunto per correggeregli eventuali errori, mi <strong>di</strong>ssecon convinzione: “Io sono così; a mepiace la precisione ed esigo la precisione;gli errori mi danno troppo fasti<strong>di</strong>oper scusarli…”Le cose cominciarono a cambiare ungiorno, quando Pinuccia doveva partireper le vacanze in comitiva. All’airterminal, all’ora stabilita, Pinuccianon c’era. Una sua parente si preoccupòe corse a casa sua, trovandolaseduta tranquillamente in vestaglia,come se non dovesse affatto partire.Quella volta fu una corsa <strong>di</strong>sperata intaxi verso l’aeroporto per fare in tempoa prendere l’aereo.In albergo, poi, commise <strong>di</strong>verse stranezze,tra cui la più vistosa fu <strong>di</strong> presentarsia cena con tre abiti <strong>di</strong>fferenti,indossati uno sopra l’altro, oppurecon scarpe spaiate. Ritornata a casafu accompagnata dal me<strong>di</strong>co e si scoprìche aveva un tumore benigno alcervello che le impe<strong>di</strong>va il funzionamentodella memoria. Aveva perso lanozione del tempo e non era più ingrado <strong>di</strong> concentrarsi, ma non se nerendeva conto.Dopo l’operazione, clinicamente riuscita,Pinuccia dovette essere ricoveratain una casa <strong>di</strong> riposo, nonostantel’età ancora giovane. Quando si va atrovarla, Pinuccia fissa il visitatorecon un sorrisetto ebete, dando segno<strong>di</strong> non riconoscerlo.Ida AmbrosianiL’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


AVVENIRELeggere fa un gran beneSpett.le Redazione de “L’Angelo”Dopo il recente convegno Cei “ParaboleMe<strong>di</strong>atiche”, si profila un rilancio ed unimpegno più incisivo da parte del mondocattolico nei mezzi <strong>di</strong> comunicazione, conproposte innovative che trovano nel quoti<strong>di</strong>anoun significativo punto <strong>di</strong>riferimento. L’uscita del mercoledì, in particolare,si configura come un progetto infieri e un possibile punto d’incontro e <strong>di</strong>alogo,attraverso nuovi canali virtuali giàattivi cui segnalare l’eventuale <strong>di</strong>sponibilitàa promuovere un punto “portaparola”nella propria parrocchia. In allegato, trasmettouna sintesi <strong>di</strong> questa iniziativa,contenuta nel sito www.avvenire.it cui rimandoper ulteriori informazioni, ritenendoimportante questo fermento nel settoredella comunicazione, in grado probabilmente<strong>di</strong> sollecitare un interesse più vivo,anche attraverso il notiziario della nostracomunità parrocchiale clarense, nei confrontidella stampa cattolica.Cor<strong>di</strong>almenteRosanna Agostini1. Ai mass me<strong>di</strong>a non si sfuggeTelevisione, televisione, e ancora televisione.Ma anche ra<strong>di</strong>o, spot pubblicitari, rotocalchi,inserti, supplementi… E poi Internet,che è un po’ tivù, ra<strong>di</strong>o, telefono e giornaleinsieme, per <strong>di</strong> più su <strong>di</strong>mensioni planetarie.Può bastare? Presi tutti insieme,costituiscono il flusso dei me<strong>di</strong>a che oggi citempestano. Bocche <strong>di</strong> fuoco che entranoin ogni casa, e che negli ultimi quin<strong>di</strong>ci annihanno cambiato ra<strong>di</strong>calmente l’ambientenel quale viviamo. E <strong>di</strong> continuo mo<strong>di</strong>ficanomentalità, abitu<strong>di</strong>ni, persino il linguaggio,mettendo in <strong>di</strong>scussione giorno dopogiorno tra<strong>di</strong>zioni e punti <strong>di</strong> riferimento.Suggeriscono, quando non impongono,pensieri, desideri, modelli <strong>di</strong> comportamento,stili <strong>di</strong> vita. Fanno tendenza cioè, instillandopriorità nuove, un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>verso <strong>di</strong>valorie<strong>di</strong>rapportitralepersone.Siamo tutti coinvoltiNessuno può <strong>di</strong>rsi estraneo o pensarsi immuneda questo fenomeno. E neppure ci sipuò illudere <strong>di</strong> scavarsi un bunker impermeabileall’influsso dei me<strong>di</strong>a. Giovani eadulti, bambini e anziani: tutti siamo coinvolti.Gli effetti sulle persone sono <strong>di</strong>versi aseconda delle combinazioni fra gli strumentiche usiamo e le vicende personali.E le parrocchie? Certo, non vivono al <strong>di</strong> fuori<strong>di</strong> questo mondo. E a intuito avvertonoche molte cose sono cambiate anche perloro. Affiora così un nuovo senso <strong>di</strong> spaesamento<strong>di</strong> fronte ai problemi.Dominare o essere dominatiSe non cre<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> vivere sotto una cappa<strong>di</strong> vetro, dobbiamo allora fare i conti con larealtà. E decidere che cosa sia urgente fare,in<strong>di</strong>viduare il punto esatto sul quale farleva. Già: ma quale punto? Non c’è dubbioche se i mass me<strong>di</strong>a hanno cambiato lo scenarioche ci circonda, e sembrano non voleraltro che renderci tutti spettatori-assorbenti,tocca a noi allora riprendere in manol’iniziativa e <strong>di</strong>ventare capaci <strong>di</strong> dominare ilfenomeno, non esserne dominati.2. Ma la sfida si può vincereLa parrocchia non ha scelta: è “costretta” ainteressarsi <strong>di</strong> più <strong>di</strong> mass me<strong>di</strong>a. Ancheperché rischia, se no, <strong>di</strong> parlare una linguache la gente non capisce. Senza rinunciarea una virgola della sua missione, anzi proprioper questa, deve sapere che le comunicazioni<strong>di</strong> massa rappresentano un fattoredecisivo <strong>di</strong> questo tempo, e che se vuole vederrealizzati un po’ dei suoi sogni deve abbandonaregli schemi astratti e tenere contodei nuovi con<strong>di</strong>zionamenti che partonodalla testa della gente.I me<strong>di</strong>a cattoliciSe l’appuntamento decisivo oggi per i cristianiè acquisire una mentalità <strong>di</strong> fede,sarà <strong>di</strong> eccezionale importanza poterla alimentarecon ragioni chiare e attuali, maanche affinare attraverso il confronto delleopinioni e rinforzare con un’attitu<strong>di</strong>ne allavalutazione e al giu<strong>di</strong>zio. Detto così, puòsembrare complesso. Invece è più a portata<strong>di</strong> mano <strong>di</strong> quanto sembri: soprattutto perchéla sfida non ci coglie <strong>di</strong>sarmati. A sostenerequesto nuovo, grande impegno ci sonoinfatti i me<strong>di</strong>a cattolici o <strong>di</strong> ispirazione cristiana,giornali libri ra<strong>di</strong>o televisione internet:una “rete” <strong>di</strong> strumenti che non esistonoper vezzo o moda del momento, ma perun in<strong>di</strong>spensabile servizio <strong>di</strong> accompagnamentoalla coscienza <strong>di</strong> chi crede.3. Per tutti, un nuovo “Avvenire”In concreto, suggeriamo <strong>di</strong> ripartire da“Avvenire”, il quoti<strong>di</strong>ano cattolico oracompletamente rinnovato che si <strong>di</strong>ffondeattraverso vari canali: le e<strong>di</strong>cole, gli abbonamenti,e gli sportelli della “buona stampa”.Da oggi cominceremo a chiamarequesti sportelli “Portaparola”, con l’intento<strong>di</strong> attivarli dove non esistono, rimetterliin moto se vivacchiano stancamente, o magaripotenziarli: le idee al riguardo nonmancano.Una nuova figura <strong>di</strong> volontarioIl quoti<strong>di</strong>ano dei cattolici è oggi un giornale<strong>di</strong>namico e <strong>di</strong> personalità, alla ricerca <strong>di</strong>lettori che sappiano apprezzare chi stuzzicala loro intelligenza, lo spirito critico, lacuriosità verso il mondo. Un giornale che sipuò proporre, senza alcun timore <strong>di</strong> sfigurare,a chiunque frequenti la comunità parrocchialecon assiduità o anche solo per leliturgie domenicali. In una società che vedemoltiplicarsi le voci e le proposte, un semplice,passivo punto-ven<strong>di</strong>ta non basta più.È in<strong>di</strong>spensabile che, insieme al giornale, sipossa incontrare una persona, ossia unanimatore capace <strong>di</strong> iniziativa e <strong>di</strong> fermento,con alcune idee chiare e un pensiero vitale,con la voglia <strong>di</strong> conoscere in primapersona e senza preconcetti i fatti e i loroprotagonisti, e un’attitu<strong>di</strong>ne a esprimereopinioni ponderate.L’animatore dello sportello che chiamiamo“Portaparola” è espresso dalla comunitàstessa, è un po’ voce della sua anima, dellesue ra<strong>di</strong>ci, della sua storia.Vuoi saperne<strong>di</strong> più?Invia una richiesta<strong>di</strong> altre informazioni aAvvenire-Ufficio cortesiaTelefono 02.6780343/4Fax: 02.6780341emailufficio_cortesia@avvenire.itin<strong>di</strong>cando nome e cognome, in<strong>di</strong>rizzo,recapiti telefonici ed eventualmentein<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> email,oltre a parrocchia e <strong>di</strong>ocesi.17L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


CULTURANon è mai troppo presto18Anche a <strong>Chiari</strong>, nella Biblioteca FaustoSabeo, si sta lavorando sul progetto Natiper leggere, per <strong>di</strong>ffondere la lettura adalta voce ai bambini in tenera età.Una ine<strong>di</strong>ta alleanza fra pe<strong>di</strong>atrie bibliotecari si è formataintorno alla lettura ad altavoce dei libri a bimbi anche molto piccoli,specie se fatta dai genitori. Ine<strong>di</strong>ta,ma in fondo naturale, perché leggere insiemeun libro fa bene ai piccoli e ai genitori;fa bene alla loro relazione. Il luogo<strong>di</strong> questa collaborazione originale è ilprogetto nazionale Nati per leggere,promossodall’Associazione culturale pe<strong>di</strong>atri(ACP) e dall’Associazione italianabiblioteche e bibliotecari (AIB). Diquesta alleanza si stanno notando segnianche in Provincia <strong>di</strong> Brescia, e a <strong>Chiari</strong>,dove nella Biblioteca Fausto Sabeo cisono persone che credono fino in fondoa questo progetto e si stanno impegnandonon solo a livello locale per <strong>di</strong>ffonderlo.I primi a notare in modo sistematico ivantaggi derivanti dalla lettura ad altavoce a bambini piccolissimi sono stati ipe<strong>di</strong>atri americani. I benefici, riscontratianche da verifiche sperimentali, si collocanosu <strong>di</strong>versi livelli. Non solo si tratta<strong>di</strong> una misura che previene in modo efficacel’insuccesso scolastico e crea preziosispazi <strong>di</strong> intimità all’interno della famiglia,ma consente al pe<strong>di</strong>atra stesso <strong>di</strong>stabilire una <strong>di</strong>versa e più efficace relazionecon le famiglie. La lettura ad altavoce facilita il <strong>di</strong>alogo e consente <strong>di</strong> affrontarein modo me<strong>di</strong>ato i piccoli problemidella crescita. Insomma, può <strong>di</strong>ventareun modo <strong>di</strong>verso per i genitori <strong>di</strong>prendersi cura dei figli, non limitato agliaspetti tra<strong>di</strong>zionali della pappa o dell’igiene,che arricchisce in modo sorprendentela qualità della loro relazione.In Italia, basandosi anche su proprie linee<strong>di</strong> ricerca e sperimentazione, sonostati i me<strong>di</strong>ci dell’Associazione culturalepe<strong>di</strong>atri e dei Centri per la salute delBambino (ne esistono a Cesena, Triestee Palermo) a raccogliere per primi lesuggestioni provenienti da oltre oceano:fra gli altri Giancarlo Biasini, Salvo Fedele,Franco Panizon. Dopo una primafase <strong>di</strong> riflessione interna alla categoriame<strong>di</strong>ca, i pe<strong>di</strong>atri hanno cercato la collaborazionedelle biblioteche. È stata unascelta molto opportuna che ha datoall’iniziativa un respiro inter<strong>di</strong>sciplinareche ne fa una esperienza del tutto originale.Portatori <strong>di</strong> un sapere certo menoaccre<strong>di</strong>tato scientificamente, i bibliotecarihanno però una attitu<strong>di</strong>ne al lavoroin rete e alla collaborazione con le <strong>di</strong>verseagenzie sul territorio che ha dato aNati per leggere uno slancio e una capacità<strong>di</strong> penetrazione non comune. Dobbiamoa questa complementarietà fra pe<strong>di</strong>atrie bibliotecari una campagna chesotto un unico logo <strong>di</strong>segnato da Altan, ilcelebre vignettista autore dell’amatissimaPimpa, riunisce oggi decine <strong>di</strong> iniziativelocali lungo tutta la penisola.Il progetto comprende infatti una estremavarietà <strong>di</strong> iniziative, dai corsi <strong>di</strong> letturaad alta voce, al seminario rivolto aglioperatori, dalle letture nelle sale d’aspettodegli stu<strong>di</strong> pe<strong>di</strong>atrici e dei repartiospedalieri, alle semplice <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong>materiale illustrativo e <strong>di</strong> bibliografie,per arrivare ai libri regalati a tutti i bambinidurante le visite perio<strong>di</strong>che.Il cuore <strong>di</strong> ogni realizzazione locale restala lettura ad alta voce dei libri da partedei genitori. Qualcuno osserva chel’espressione “ad alta voce” è imprecisa.La lettura efficace è fatta anche <strong>di</strong> sussurrie <strong>di</strong> silenzi, <strong>di</strong> sguar<strong>di</strong>.La lettura a bimbi piccolissimi, poi, sicompleta con abbracci e coccole dei genitori,come del resto mostra lo stessologo <strong>di</strong> Nati per leggere. Inten<strong>di</strong>amoci find’ora: con lettura ad alta voce si intende,semplicemente, il leggere insieme aibambini, in una relazione nella qualel’adulto mette la capacità <strong>di</strong> decifrare leparole, che il piccolo non ha, il suono dellibro, insomma, che tra l’altro <strong>di</strong> messaggivisivi e tattili (ci sono libri <strong>di</strong> stoffa, libri-bagno,libri pelosi, musicali, fosforescenti)ne ha moltissimi da dare, e quasitutti perfettamente accessibili se il libroè scelto con cura.È qui che interviene l’altro professionistadel progetto: il bibliotecario. La raccomandazionedella lettura da parte deipe<strong>di</strong>atri ai genitori deve essere accompagnatada vali<strong>di</strong> suggerimenti su quali libriscegliere, e appunto forse solo la bibliotecapuò aiutare in questo lì dove nonesistano librerie specializzate.Come si è accennato, anche in provincia<strong>di</strong> Brescia Nati per leggere si sta <strong>di</strong>ffondendo.La Provincia ha promosso in ottobreun Convegno a cui hanno partecipatoinsieme ai più accre<strong>di</strong>tati stu<strong>di</strong>osiitaliani (Giancarlo Biasini, Rita ValentinoMerletti, Guido Petter e altri), PeriKlass, la pe<strong>di</strong>atra americana responsabiledel progetto originale Reach Out andRead,a cui NP si ispira. È inoltre statarealizzata una bibliografia e un espositoreche presto si potranno trovare anchenello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> alcuni pe<strong>di</strong>atri a <strong>Chiari</strong>che si sono già <strong>di</strong>mostrati particolarmenteinteressati.Sì perché anche a <strong>Chiari</strong> si sta prestandosempre più attenzione alla lettura ad altavoce. Nel corso del 2001 la Biblioteca Sabeoha realizzato un corso <strong>di</strong> lettura pergenitori e dal febbraio 2002 è stata istituital’Ora del racconto. Alle 16.30 <strong>di</strong> tutti ivenerdì ci sono volontarie (le Librellule)che leggono storie a bambini dai 4 annicirca. L’obbiettivo, oltre a far <strong>di</strong>vertire eappassionare ai libri i bimbi, è quello <strong>di</strong>mostrare ai genitori che li accompagnanol’effetto straor<strong>di</strong>nario della lettura suipiccoli. E <strong>di</strong> far vedere come sia <strong>di</strong>vertente,e in fondo nient’affatto <strong>di</strong>fficile,leggere delle storie con brio e rendendoleinteressanti. Infatti ciò che più importaè che molti genitori aprano i libri insiemeai bambini, a tutte le età, associandola propria voce a quella delle storieche vi vengono raccontate. Una esperienzache accompagnerà il lettore pertutta la vita.Moltissime informazioni su Nati per leggerepossono essere trovate sul sitohttp://www.aib.it/aib/npl/npl.htm, oppurerichieste alla Biblioteca <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>, rivolgendosiin particolare alla responsabiledella Sala Ragazzi, Alessandra Alborghetti.Fabio BazzoliDirettore della Bibliotecacomunale Fausto Sabeo <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


CULTURAIl pe<strong>di</strong>atra consigliaDal sito web <strong>di</strong> Nati per leggere,alcuni suggerimenti propostiai genitori per facilitare ilcontatto dei bambini con il libro e lalettura. Alle varie fasi dello sviluppofisico e cognitivo sono affiancate questeosservazioni, avvertendo che “ibambinipossonofaredeilibrigliusipiù <strong>di</strong>sparati, soprattutto nei primianni <strong>di</strong> vita”. Inoltre, poiché i bambini“seguono percorsi <strong>di</strong> sviluppo anchemolto <strong>di</strong>versi” le in<strong>di</strong>cazioni fornite“sono tutt’altro che rigide e i tempi realideibambinipossonovariarerispettoa quelli in<strong>di</strong>cati. Il tuo pe<strong>di</strong>atra tipotrà spiegare queste cose nel corsodelle visite <strong>di</strong> controllo dei primi anni<strong>di</strong> vita e ti potrà chiarire gli eventualidubbi.La biblioteca della tua città ti aiuterànella scelta dei libri e ti metterà gratuitamentea <strong>di</strong>sposizione un’ampia scelta<strong>di</strong> libri”.A 6 mesiAi bambini piacciono le ninne nanneche accompagnano il suono della parolaal movimento del corpo, al contattofisico, alle sensazioni olfattive e visive, e,talvolta, anche gustative.A 9 mesiI libri a questa età e fino a 12 mesi devonoessere possibilmente resistenti, atossici,con colori vivaci e oggetti familiari ofigure <strong>di</strong> bambini.A 12 mesiI libri devono essere robusti e maneggevoli.Le figure preferite riguardano azionifamiliari (mangiare, dormire, giocare)e piccoli animali, mentre i testi preferitisono ad es. le filastrocche. Il contattofisico con l’adulto è fondamentale.A 15 mesiAi bambini piacciono il libri con frasibrevi e facili, che il bambino possa impararead anticipare.A 18 mesiAi bambini piacciono libri che parlano<strong>di</strong> animali (con versi buffi e rumori), <strong>di</strong>bambini, delle cose <strong>di</strong> ogni giorno, confrasi brevi e semplici.A 24 mesiAi bambini piacciono le storie che dannol’opportunità <strong>di</strong> identificarsi con ipersonaggi, che raccontano prove da superare,che fanno ridere. Quando si passeggiacon il bambino gli si possono leggereanche le scritte, i cartelli e i segnali.A 30 mesiAi bambini piacciono storie <strong>di</strong> bambinidella loro età che narrano momenti <strong>di</strong>vita quoti<strong>di</strong>ana (andare a scuola o alparco giochi), <strong>di</strong> amicizia, <strong>di</strong> fratelli osorelle, ma anche libri fantastici, avventurosi.I testi devono essere semplici, o sipossono semplificare, in modo da poteressere memorizzati, “letti” autonomamente,o in modo che il bambino possaconcludere la frase iniziata dall’adulto.Le fiabe tra<strong>di</strong>zionali (e in particolarequelle “del perché” - animali parlantiche spiegano le cose) aiutano anche aproiettare all’esterno le paure e le emozioniche il bambino ha dentro <strong>di</strong> sé. Albambino piace scegliere la storia e glipiace anche farsela leggere molte volte.(dal sito:http://www.aib.it/aib/npl/sugg.htm)che le tue domandevenissero poste alTipiacerebbeSindaco, al Parroco e adaltre autorità <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>?La redazione <strong>di</strong> Claronda stapensando ad una nuova trasmissionecon interviste aimembri <strong>di</strong> spicco della nostracomunità.Vorremmo avere la possibilità<strong>di</strong> rivolgere agli intervistati soprattuttodomande proposte dagliascoltatori.Se hai qualche idea (anche solodomande!) non esitare a telefonareal numero 030/713879(ore pasti) e chiedere <strong>di</strong> Alessandro.Oppure puoi scrivere unae-mail all’in<strong>di</strong>rizzo:alezini@yahoo.itLa redazione <strong>di</strong> ClarondaPeritipide“LaCompagniadellastampa” <strong>di</strong> Roccafranca, è statopubblicato il terzo volume dei“Quaderni” e<strong>di</strong>ti dalla Fondazione Morcelli-Repossi.«Anche questo numero - scrive la presidenteIone Belotti nell’introduzione -ci conduce alla scoperta <strong>di</strong> uomini, libri,carte della Morcelliana per “riguadagnare”il patrimonio, il tempo vissuto,i paesaggi dei “padri”. [...] Seguirel’iter <strong>di</strong> Virgilio Bornati, stu<strong>di</strong>ato daRaffaella Capitanio o le vicende delprezioso incunabolo <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no,rievocate da Fausto Formenti; scorrerele lettere agli amici <strong>di</strong> Isidoro Clario,presentate da Enrica Gobbi o soffermarci,con Daniela Mena, sugliaspetti e<strong>di</strong>toriali e grafici <strong>di</strong> rare operesettecentesche stampate a Brescia; riscoprire,con Giuseppe Fusari, AlessioAntonio Rota; incontrarci con don LuigiRivetti, in<strong>di</strong>menticato bibliotecariodella Morcelliana, e col marchese Sommi-Picenar<strong>di</strong>,guidati da Fabio Bazzolie Mino Facchetti; rievocare gli ultimicinquant’anni <strong>di</strong> vita clarense attraversole fotografie <strong>di</strong> don Luigi, commentateda Roberto Bedogna o esaminarele biblioteche del filosofo brescianoLuciano Parinetto e <strong>di</strong> don Luigi Funazzi(recentemente entrate per donazionealla Morcelliana), seguendo gliitinerari suggeriti rispettivamente daMarco Dotti e Livio Rota; comprendere,attraverso le note <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong> SaraCazzoli, Roberta Gallotti e Debora Piroli,quanto sia paziente, attento, faticosoil mestiere dell’archivista, in<strong>di</strong>spensabileper qualunque seria ricercastorica; essere introdotti, da GiancarloLang, nel magico mondo delle carte decorate,marmorizzate, dorate, silografate...è tornare a casa».19L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


20GIORNATA PER LA PACEPacem in terris:un impegno permanenteMESSAGGIO DI SUA SANTITÀGIOVANNI PAOLO IIPER LA CELEBRAZIONE DELLAGIORNATA MONDIALE DELLA PACE1. Sono trascorsi quasi quarant’anni daquell’11 aprile 1963, in cui Papa GiovanniXXIII pubblicò la storica Lettera enciclicaPacem in terris. Si celebrava in quel giornoil Giovedì Santo. Rivolgendosi “a tutti gliuomini <strong>di</strong> buona volontà”, il mio veneratoPredecessore, che sarebbe morto duemesi più tar<strong>di</strong>, compen<strong>di</strong>ava il suo messaggio<strong>di</strong> pace al mondo nella prima affermazionedell’Enciclica: “La pace in terra,anelito profondo degli esseri umani <strong>di</strong> tutti itempi, può venire instaurata e consolidatasolo nel pieno rispetto dell’or<strong>di</strong>ne stabilitoda Dio” (Pacem in terris, introd.: AAS, 55[1963], 257).Parlare <strong>di</strong> pace ad un mondo <strong>di</strong>viso2. In realtà, il mondo a cui Giovanni XXIII sirivolgeva era in un profondo stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne.Il XX secolo era iniziato con una grandeattesa <strong>di</strong> progresso. L’umanità aveva invecedovuto registrare, in sessant’anni <strong>di</strong>storia, lo scoppio <strong>di</strong> due guerre mon<strong>di</strong>ali,l’affermarsi <strong>di</strong> sistemi totalitari devastanti,l’accumularsi <strong>di</strong> immense sofferenze umanee lo scatenarsi, nei confronti della Chiesa,della più grande persecuzione che lastoria abbia mai conosciuto.Solo due anni prima della Pacem in terris,nel 1961, il “ muro <strong>di</strong> Berlino ” veniva erettoper <strong>di</strong>videre e mettere l’una control’altra non soltanto due parti <strong>di</strong> quella Città,ma anche due mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> comprendere e <strong>di</strong>costruire la città terrena.I quattro pilastri della pace3. Papa Giovanni XXIII non era d’accordocon coloro che ritenevano impossibile lapace. Con l’Enciclica, egli fece sì che questofondamentale valore - con tutta la sua esigenteverità - cominciasse a bussare da entrambele parti <strong>di</strong> quel muro e <strong>di</strong> tutti i muri.A ciascuno l’Enciclica parlò della comuneappartenenza alla famiglia umana e acceseper tutti una luce sull’aspirazione della gente<strong>di</strong> ogni parte della terra a vivere in sicurezza,giustizia e speranza per il futuro.Da spirito illuminato qual era, GiovanniXXIII identificò le con<strong>di</strong>zioni essenziali perla pace in quattro precise esigenze dell’animoumano:(cfr ibid., I: l.c., 265-266). La verità- egli <strong>di</strong>sse - sarà fondamento della pace, seogni in<strong>di</strong>viduo con onestà prenderà coscienza,oltre che dei propri <strong>di</strong>ritti, anchedei propri doveri verso gli altri. La giustiziae<strong>di</strong>ficherà la pace, se ciascuno concretamenterispetterà i <strong>di</strong>ritti altrui e si sforzerà <strong>di</strong>adempiere pienamente i propri doveri versogli altri. L’amore sarà fermento <strong>di</strong> pace,se la gente sentirà i bisogni degli altri comepropri e con<strong>di</strong>viderà con gli altri ciò chepossiede, a cominciare dai valori dello spirito.La libertà infine alimenterà la pace e lafarà fruttificare se, nella scelta dei mezzi perraggiungerla, gli in<strong>di</strong>vidui seguiranno la ragionee si assumeranno con coraggio la responsabilitàdelle proprie azioni.Una nuova coscienza della <strong>di</strong>gnitàdell’uomo e dei suoi inalienabili <strong>di</strong>ritti4. L’umanità, egli scrisse, ha intrapreso unanuova tappa del suo cammino (cfr ibid., I:l.c., 267-269). La fine del colonialismo, lanascita <strong>di</strong> nuovi Stati in<strong>di</strong>pendenti, la <strong>di</strong>fesapiù efficace dei <strong>di</strong>ritti dei lavoratori, la nuovae gra<strong>di</strong>ta presenza delle donne nella vitapubblica, gli apparivano come altrettanti segni<strong>di</strong> un’umanità che stava entrando in unanuova fase della sua storia, una fase caratterizzatadalla “ convinzione che tutti gli uominisono uguali per <strong>di</strong>gnità naturale ” (ibid., I:l.c., 268). Certo, tale <strong>di</strong>gnità era ancora calpestatain molte parti del mondo. Il Papanon lo ignorava. Egli era tuttavia convintoche, malgrado la situazione fosse sotto alcuniaspetti drammatica, il mondo stava <strong>di</strong>ventandosempre più consapevole <strong>di</strong> certivalori spirituali e sempre più aperto alla ricchezza<strong>di</strong> contenuto <strong>di</strong> quei “pilastri dellapace” che erano la verità, la giustizia,l’amore e la libertà (cfr ibid., I: l.c.,268-269).Il bene comune universale5. Su <strong>di</strong> un altro punto l’insegnamento dellaPacem in terris si <strong>di</strong>mostrò profetico, precorrendola fase successiva dell’evoluzionedelle politiche mon<strong>di</strong>ali. Davanti ad unmondo che stava <strong>di</strong>ventando sempre piùinter<strong>di</strong>pendente e globale, Papa GiovanniXXIII suggerì chedoveva essere elaborato con un orizzontemon<strong>di</strong>ale. Ormai, per essere corretto, il <strong>di</strong>scorsodoveva far riferimento al concetto <strong>di</strong>“bene comune universale” (Pacem in terris,IV: l.c., 292).Un nuovo or<strong>di</strong>ne morale internazionale6. Resta comunque vero che, nonostantemolte <strong>di</strong>fficoltà e ritar<strong>di</strong>, nei quarant’annitrascorsi si è avuto un notevole progressoverso la realizzazione della nobile visione <strong>di</strong>Papa Giovanni XXIII. Il fatto che gli Statiquasi in ogni parte del mondo si sentanoobbligati ad onorare l’idea dei <strong>di</strong>ritti umanimostra come siano potenti gli strumentidella convinzione morale e dell’integritàspirituale. Furono queste le forze che si rivelaronodecisive in quella mobilitazionedelle coscienze che fu all’origine della rivoluzionenon violenta del 1989, evento chedeterminò il crollo del comunismo europeo.E sebbene nozioni <strong>di</strong>storte <strong>di</strong> libertà,intesa come licenza, continuino a minacciarela democrazia e le società libere, è sicuramentesignificativo che, nei quarant’annitrascorsi dalla Pacem in terris, molte popolazionidel mondo siano <strong>di</strong>ventate più libere,strutture <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo e <strong>di</strong> cooperazionetra le nazioni si siano rafforzate e la minaccia<strong>di</strong> una guerra globale nucleare, quale si profilòdrasticamente ai tempi <strong>di</strong> Papa GiovanniXXIII, sia stata efficacemente contenuta.A questo proposito, con umile coraggiovorrei osservare come l’insegnamento plurisecolaredella Chiesa sulla pace intesacome “tranquillitas or<strong>di</strong>nis” - “tranquillitàdell’or<strong>di</strong>ne”, secondo la definizione <strong>di</strong>Sant’Agostino (De civitate Dei, 19, 13), sisia rivelato, alla luce anche degli approfon<strong>di</strong>mentidella Pacem in terris, particolarmentesignificativo per il mondo o<strong>di</strong>erno,tanto per i Capi delle nazioni quanto per isemplici citta<strong>di</strong>ni. Che ci sia un grande <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nenella situazione del mondo contemporaneoè constatazione da tutti facilmentecon<strong>di</strong>visa. L’interrogativo che si imponeè perciò il seguente:E poiché ilmondo, pur nel suo <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne, si sta comunque“organizzando” in vari campi (economico,culturale e perfino politico), sorgeun’altra domanda ugualmente pressante:secondo quali principi si stanno sviluppandoqueste nuove forme <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne mon<strong>di</strong>ale?Queste domande ad ampio raggio in<strong>di</strong>canoche il problema dell’or<strong>di</strong>ne negli affari mon<strong>di</strong>ali,che è poi il problema della pace rettamenteintesa, non può prescindere da questionilegate ai principi morali. In altre parole,emerge anche da questa angolatura laconsapevolezza che la questione della pacenon può essere separata da quella della <strong>di</strong>gnitàe dei <strong>di</strong>ritti umani. Proprio questa èL’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


una delle perenni verità insegnate dalla Pacemin terris, e noi faremmo bene a ricordarlae a me<strong>di</strong>tarla in questo quarantesimoanniversario.Il legame tra pace e verità7. Contestando la visione <strong>di</strong> coloro chepensavano alla politica come ad un territoriosvincolato dalla morale e soggetto alsolo criterio dell’interesse, Giovanni XXIII,attraverso l’Enciclica Pacem in terris, delineòuna più vera immagine dell’umana realtàe in<strong>di</strong>cò la via verso un futuro miglioreper tutti. Proprio perché le persone sonocreate con la capacità <strong>di</strong> elaborare sceltemorali, nessuna attività umana si situa al <strong>di</strong>fuori della sfera dei valori etici. La politica èun’attività umana; perciò anch’essa è soggettaal giu<strong>di</strong>zio morale. Questo è vero ancheper la politica internazionale. Il Papascriveva: “La stessa legge naturale che regolai rapporti tra i singoli esseri umani, regolapure i rapporti tra le rispettive comunità politiche”(Pacem in terris, III: l.c., 279).Quanti ritengono che la vita pubblica internazionalesi esplichi in qualche modo fuoridell’ambito del giu<strong>di</strong>zio morale, non hannoche da riflettere sull’impatto dei movimentiper i <strong>di</strong>ritti umani sulle politiche nazionali einternazionali del XX secolo, da poco concluso.Questi sviluppi, che l’insegnamentodell’Enciclica aveva precorso, confutanodecisamente la pretesa che le politiche internazionalisi collochino in una sorta <strong>di</strong>“zona franca” in cui la legge morale nonavrebbe alcun potere.Le premesse <strong>di</strong> una pace durevole8. C’è un legame inscin<strong>di</strong>bile tra l’impegnoper la pace e il rispetto della verità. L’onestànel dare informazioni, l’equità dei sistemigiuri<strong>di</strong>ci, la trasparenza delle procedure democratichedanno ai citta<strong>di</strong>ni quel senso <strong>di</strong>sicurezza, quella <strong>di</strong>sponibilità a comporre lecontroversie con mezzi pacifici e quella volontà<strong>di</strong> intesa leale e costruttiva che costituisconole vere premesse <strong>di</strong> una pace durevole.Gli incontri politici a livello nazionalee internazionale servono la causa della pacesolo se l’assunzione comune degli impegniè poi rispettata da ogni parte.Una cultura <strong>di</strong> pace9.. Strutture eprocedure <strong>di</strong> pace - giuri<strong>di</strong>che, politiche edeconomiche - sono certamente necessariee fortunatamente sono spesso presenti.Esse tuttavia non sono che il frutto dellasaggezza e dell’esperienza accumulata lungola storia me<strong>di</strong>ante innumerevoli gesti <strong>di</strong>pace, posti da uomini e donne che hannosaputo sperare senza cedere mai allo scoraggiamento.Gesti <strong>di</strong> pace nascono dallavita <strong>di</strong> persone che coltivanonel proprio animocostanti atteggiamenti<strong>di</strong> pace. Sonofrutto della mente e delcuore <strong>di</strong> “operatori <strong>di</strong>pace” (Mt 5, 9). Gesti<strong>di</strong> pace sono possibiliquando la gente apprezzapienamente la<strong>di</strong>mensione comunitariadella vita, così dapercepire il significato ele conseguenze checerti eventi hanno sullapropria comunità e sulmondo nel suo insieme.Gesti <strong>di</strong> pace creanouna tra<strong>di</strong>zione e una cultura <strong>di</strong> pace.Essa può esercitare questo ruolotanto più efficacemente, quanto più decisamentesi concentra su ciò che le è proprio:l’apertura a Dio, l’insegnamento <strong>di</strong> una fratellanzauniversale e la promozione <strong>di</strong> unacultura <strong>di</strong> solidarietà. La “Giornata <strong>di</strong> preghieraper la pace”, che ho promosso adAssisi il 24 gennaio 2002 coinvolgendo irappresentanti <strong>di</strong> numerose religioni, avevaproprio questo scopo. Voleva esprimere ildesiderio <strong>di</strong> educare alla pace attraverso la<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> una spiritualità e <strong>di</strong> una cultura<strong>di</strong> pace.L’ere<strong>di</strong>tà della “Pacem in terris”10. Il beato Giovanni XXIII era persona chenon temeva il futuro. Lo aiutava in questoatteggiamento <strong>di</strong> ottimismo quella convintaconfidenza in Dio e nell’uomo che gli venivadal profondo clima <strong>di</strong> fede in cui era cresciuto.Forte <strong>di</strong> questo abbandono allaProvvidenza, persino in un contesto chesembrava <strong>di</strong> permanente conflitto, nonesitò a proporre ai leader del suo tempouna visione nuova del mondo. È questal’ere<strong>di</strong>tà che egli ci ha lasciato. Guardando alui, in questa Giornata Mon<strong>di</strong>ale della Pace<strong>2003</strong>, siamo invitati ad impegnarci in queimedesimi sentimenti che furono suoi: fiduciain Dio misericor<strong>di</strong>oso e compassionevole,che ci chiama alla fratellanza; fiducianegli uomini e nelle donne del nostro come<strong>di</strong> ogni altro tempo, a motivo dell’immagine<strong>di</strong> Dio impressa ugualmente negli animi <strong>di</strong>tutti. È partendo da questi sentimenti che sipuò sperare <strong>di</strong> costruire un mondo <strong>di</strong> pacesulla terra.All’inizio <strong>di</strong> un nuovo anno nella storiadell’umanità, è questo l’augurio che mi salespontaneo dal profondo del cuore: chenell’animo <strong>di</strong> tutti possa sbocciare uno slancio<strong>di</strong> rinnovata adesione alla nobile missioneche l’Enciclica Pacem in terris proponevaquarant’anni fa a tutti gli uomini e le donne<strong>di</strong> buona volontà. Tale compito, chel’Enciclica qualificava come “immenso”, erain<strong>di</strong>cato nel “ricomporre i rapporti dellaconvivenza nella verità, nella giustizia,nell’amore, nella libertà”. Il Papa precisavapoi <strong>di</strong> riferirsi ai “rapporti della convivenzatra i singoli esseri umani; fra i citta<strong>di</strong>ni e le rispettivecomunità politiche; fra le stesse comunitàpolitiche; fra in<strong>di</strong>vidui, famiglie, corpiinterme<strong>di</strong> e comunità politiche, da unaparte, e, dall’altra, la comunità mon<strong>di</strong>ale”. Econcludeva ribadendo che l’impegno <strong>di</strong> “attuarela vera pace nell’or<strong>di</strong>ne stabilito daDio” costituiva un “ufficio nobilissimo” (Pacemin terris, V: l.c., 301-302).è un’occasione quanto mai opportunaper fare tesoro dell’insegnamento profetico<strong>di</strong> Papa Giovanni XXIII. Le comunitàecclesiali stu<strong>di</strong>eranno come celebrare questoanniversario in modo appropriato durantel’anno, con iniziative che non mancheranno<strong>di</strong> avere carattere ecumenico einterreligioso, aprendosi a tutti coloro chehanno un profondo anelito a “superare lebarriere che <strong>di</strong>vidono, ad accrescere i vincolidella mutua carità, a comprendere glialtri, a perdonare coloro che hanno recatoingiurie” (ibid., V: l.c., 304).Accompagno questi auspici con la preghieraa Dio Onnipotente, sorgente <strong>di</strong> ogni nostrobene. Egli, che dalle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> oppressionee <strong>di</strong> conflitto ci chiama alla libertàe alla cooperazione per il bene <strong>di</strong> tutti, aiutile persone in ogni angolo della terra a costruireun mondo <strong>di</strong> pace, sempre più saldamentefondato sui quattro pilastri che ilbeato Giovanni XXIII ha in<strong>di</strong>cato a tutti nellasua storica Enciclica: verità, giustizia,amore e libertà.Dal Vaticano, 8 Dicembre 2002Giovanni Paolo II21L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


22TendadellapaceLo sapevi che…Tutto quelloche non ci <strong>di</strong>cono!Che le informazioni ci siano èun dato <strong>di</strong> fatto: TG, riviste,giornali ci “bombardano” o-gni giorno. La domanda che ci poniamoè quanto <strong>di</strong> vero e <strong>di</strong> oggettivo c’ènelle notizie che ci passano; vogliamocapire in che modo esse vengono scelteoppure scartate. Se solo immaginiamoquante sono le guerre effettive nelmondo e <strong>di</strong> quante conosciamo l’esistenzaci ren<strong>di</strong>amo conto <strong>di</strong> quanto siaimportante cercare fonti <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> informazione.È dovere <strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> noiassumere una capacità critica per promuoverela pace e smascherare lamenzogna e la propaganda della guerra.L’iniziativa della tenda della pace,prevista per i giorni dal 3 al 9 febbraio<strong>2003</strong>, vuole essere un momento <strong>di</strong> riflessioneed una opportunità <strong>di</strong> confronto,per capire <strong>di</strong> più e per essereveramente costruttori <strong>di</strong> pace. Sono inprogramma per le mattinate laboratori<strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione e <strong>di</strong> confronto con iragazzi delle superiori, giochi <strong>di</strong> simulazionee <strong>di</strong> ruolo per i ragazzi delleme<strong>di</strong>e nei pomeriggi. Le serate sarannoluogo <strong>di</strong> testimonianza e <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogoper adolescenti, giovani e adulti dellacomunità.Gruppo “Giovani per la pace”ImmaginoImmaginoun mondo senza dolore,immaginoun mondo pieno d’amore,immaginoun mondo dove un fucilespara un fioreimmaginoun mondo dove il visodei bimbi è dello stesso coloreimmaginoun mondo dove si può stareinsiemeimmaginoun mondo dove ci si puòabbracciare e volersi beneimmaginoun mondo senza paurae terroreun mondo sicuramente miglioreimmaginoun mondo senza la guerraimmaginopace in tutta la terra.Messaggio <strong>di</strong> paceda parte degli alunnidella 1 a DScuola me<strong>di</strong>a ToscaniniNegozio<strong>Chiari</strong>Mondopresso Centro Giovanile,ingresso da Viale CadeoOrario <strong>di</strong> aperturaSabato: 9.30 /11.30 - 14.30/18.00Puoi trovare tutti i prodottidel commercio equo e solidale:generi alimentari e artigianato.MESE DELLA PACE… Non beviamolatutta…… sarà questo lo slogan che accompagneràil tra<strong>di</strong>zionale Mese dellaPace. Il tema che quest’anno verrà affrontatosarà la pace vista dalla prospettivadell’informazione. Pace cheè promessa e invocazione, che nascenel profondo dell’essere <strong>di</strong> ogniuomo e donna; in essa si proiettanoimmagini <strong>di</strong> tranquillità ma nellostesso tempo <strong>di</strong> conflitto, <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong>morte, si fa la guerra e si afferma <strong>di</strong>avere in cuore la pace… Questo valoreuniversale, che va al <strong>di</strong> là dell’appartenenzareligiosa e culturale deipopoli, come viene <strong>di</strong>feso e sostenutodai mass-me<strong>di</strong>a? Dietro le guerre chesi stanno combattendo, quelle che conosciamoe quelle che ci sono taciute,quali sono le ragioni più nascoste,che fa comodo a molti tacere o manipolare?Quanto l’informazione ciaiuta a capire la verità dei fatti, equanto invece è manipolata per unapropaganda <strong>di</strong> guerra? Forse permolti queste parole potranno sembrareripetitive o scarse <strong>di</strong> valore, noisiamo però convinti che è dovere <strong>di</strong>tutti i citta<strong>di</strong>ni educare se stessi allapace: rispettare il pluralismo politico,sociale, culturale e religioso, favorireil <strong>di</strong>alogo e la solidarietà a livello localee planetario. Per far ciò è fondamentalepartire dalla Verità.L’enciclica <strong>di</strong> Giovanni XXIII Pacemin terris, afferma che i quattro pilastrisu cui appoggia la pace sono la verità,la giustizia, la libertà e l’amore. Èquin<strong>di</strong> importante partire dalla verità,non tanto la verità dottrinale, mala “verità dell’essere umano”, dal valorefondamentale e irripetibile che aogni essere umano è stato dato dalprimo istante dell’esistenza nel senomaterno, fino all’ultimo soffio delsuo vivere. Auguriamo a tutti che ildesiderio <strong>di</strong> educarsi alla pace inmodo permanente e <strong>di</strong> viverlo quoti<strong>di</strong>anamentenei piccoli gesti, nasca esi sviluppi nel cuore <strong>di</strong> ciascuno. Ilmese della Pace con i suoi incontri einiziative vuole sostenerci e aiutarciin questo.Gruppo percorsi <strong>di</strong> PaceCentro Giovanile 2000L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


Centro Giovanile2000Locan<strong>di</strong>na Mesedella Pace <strong>2003</strong>… Non beviamolatutta!Venerdì 17 gennaio ore 20.45 Centro Giovanile 2000“L’altra faccia dell’informazione”: la verità taciuta o negataPadre Giulio Albanese, <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> MISNABarbara Uglietti, giornalista <strong>di</strong> AVVENIRESabato 18 gennaio ore 20.45 Centro Giovanile 2000Genitori in preghiera per la paceVenerdì 24 gennaio ore 20.45 Centro Giovanile 2000“La ricerca della verità per una prospettiva <strong>di</strong> Pace”Aloisio Tosolini, docente <strong>di</strong> filosofiaDomenica 26 gennaio ore 15.30 Palazzetto dello sport (Via SS. Trinità)“La voce <strong>di</strong> chi non ha voce”: dai bassifon<strong>di</strong> della storiaPadre Alex ZanotelliN. B.: durante tutti gli incontri è prevista assistenza e animazione per ibambini.Sabato 1 febbraio ore 15.00 in Piazza Zanardelli“Happening della Pace”Da lunedì 3 a domenica 9 febbraioLo sapevi che…Tenda della PaceIn Piazza Martiri della LibertàAnimata dai giovani con mostre, incontri, testimonianze… e altro!Domenica 9 febbraio- ore 15.30 al Centro Giovanile 2000incontro con Mons. Luigi Bettazzi, Vescovo emerito <strong>di</strong> Ivrea e già presidente<strong>di</strong> Pax Christi- ore 20.00“Fiaccolata della Pace” con partenza dalla tenda e intervento conclusivo<strong>di</strong> Mons. Luigi BettazziChi è padre Alex Zanotelli?Padre Alex Zanotelli è un missionariocomboniano nato a Livio (Trento) nel 1938e <strong>di</strong>ventato sacerdote nel 1964. Ha stu<strong>di</strong>atoTeologia a Cincinnati negli Stati Uniti, si èspecializzato in religione islamica alla Sorbona<strong>di</strong> Parigi. Dal 1964 al 1973 è stato missionarioin Sudan, da dove è stato espulsoper il suo impegno a favore della minoranzadel popolo Nuba.Ha <strong>di</strong>retto la rivista Nigrizia, dalle cui pagineha portato avanti una critica ra<strong>di</strong>cale alsistema politico economico del Nord delmondo, che prospera sfruttando risorse epersone del Sud del mondo. Particolarmenteduro è stato il suo intervento sultraffico <strong>di</strong> armi. Scriveva infatti nell’e<strong>di</strong>toriale<strong>di</strong> Nigrizia del gennaio 1985, inmerito alla politica <strong>di</strong> cooperazione internazionaledel governo italiano: “È semprepiù risaputo che i sol<strong>di</strong> destinati alla lottacontro la fame e per lo sviluppo vengonousati per altri fini, perfino nel giro dellearmi” e accusava esplicitamente importantiesponenti politici <strong>di</strong> quel tempo, definendoun ministro “commesso viaggiatored’armi” e concludendo che “la fame paga”.Nigrizia continuerà ad essere “la voce deisenza voce” e a denunciare “il grande affaredegli aiuti”.Nel 1987 Zanotelli dovette lasciare il posto<strong>di</strong> Direttore della rivista e venne mandatoin Africa, dove è rimasto in questi ultimi 14anni, <strong>di</strong> cui 12 trascorsi a Kovogocho, unabaraccopoli <strong>di</strong> Nairobi abitata da 100.000persone, i più poveri tra i poveri, i piùesclusi tra gli esclusi; molti <strong>di</strong> loro vivonoinfatti <strong>di</strong> ciò che trovano frugando tra i rifiutidella grande metropoli. Ora PadreAlex è ritornato in Italia ed ha scelto <strong>di</strong>continuare la sua Missione nei quartieripoveri <strong>di</strong> Napoli.Quando parla, Zanotelli riempie i Palazzettidello Sport e coinvolge tutti, anche chinon crede. La forza <strong>di</strong>rompente delle sueprovocazioni sta nella sua estrema coerenza,nella sua scelta ra<strong>di</strong>cale, nel suo darevoce ai poveri, nel suo essere povero conloro, nello spezzare il pane con gli esclusi.Primo Gandossi23L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


Appuntamenti DreamBarPoco fumo e...Mese <strong>di</strong> gennaioTante caldarroste24Domenica 5 gennaio ore 20.30Miss BefanaSerata <strong>di</strong> giochi e animazioneSabato 11 gennaio ore 20.30Serata musicaleCharliespleenSabato 18 gennaio ore 21.30Cabaret con Luca EliasArtista dell’area ZeligSabato 25 gennaioesta della comunitàeducativaNel fine settimana dei Santi il CentroGiovanile ha riproposto il classico appuntamentocon castagne e frittelle.Ancora una volta è stato bello vederebambini, giovani e un po’meno giovaniche, dopo la visita al Cimitero, passavanoin Oratorio per riscaldarsi eper chiacchierare.Anche questo è stato possibile grazieal volontariato, l’anima, il cuore delnostro Centro Giovanile. Ci piace tenerepresente che ciascuno può donareciò che può, in termini <strong>di</strong> tempo, <strong>di</strong>idee, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibilità, <strong>di</strong> materie prime.A questo proposito si ringrazia la PasticceriaMarconi per aver offertol’impasto delle frittelle...L’appuntamento è ora per carnevale!Il gruppo gastronomiaImmagini da ClarondaClaronda va sempre <strong>di</strong> onda e va sempre inonda. Rimane una piccola ra<strong>di</strong>olina, ma anoi basta e avanza.Basta perché il suo servizio lo svolge egregiamenteed ora si è allineata alle gran<strong>di</strong>con una regia automatica “on air” e conmusica <strong>di</strong>gitalizza in formato MP3 (lo scriviamoper i giovani che sanno cosa <strong>di</strong>ciamo)e questo ci permette <strong>di</strong> presentare unpalinsesto più nostro e più variegato. A noinon puzza <strong>di</strong> essere l’amplificatore dellachiesa (a proposito la domenica trasmettiamoalmeno una Messa anche da Santa Mariaper <strong>di</strong>ffondere anche la vita dell’Oratorio),ma abbiamo anche buone trasmissionirealizzate da “InBlu”, l’Associazionea cui aderiamo per avere un respiro “satellitare”e “cattolico”, ampio quanto è grandela Chiesa Cattolica. E poi il mitico “Claron<strong>di</strong>no”(domenica - 12.15, lunedì - 10.00,martedì - 18.00), “<strong>Chiari</strong> nei quoti<strong>di</strong>ani locali”(venerdì - 18.00, sabato - 10.00) e ingennaio anche le interviste ai potenti <strong>di</strong><strong>Chiari</strong>. Ascoltarla ne vale la pena. Non deludemai. M 89.800.L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


SCOUTArchitettiper un sogno possibileCon i contributi nelle aree PoliticaeFedesiconcludelapresentazionedei temi emersi duranteil Convegno Regionale Scout del novembrescorso a Pontoglio. La primaparte dell’articolo è stata pubblicata suL’Angelo <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre.Area politicaSabato mattina, dopo una rifocillantecolazione, ed un pieno <strong>di</strong> caffeina, in<strong>di</strong>spensabileper affrontare la giornata,ci <strong>di</strong>rigiamo verso il Palasport <strong>di</strong>Pontoglio, dove si terranno i fuochi incrociatiper l’area politica. Appena entrativeniamo investiti dalle note <strong>di</strong> Jarabede Palo e Noma<strong>di</strong>, provenienti dadue strimpellatori <strong>di</strong> chitarra che occupanoil tavolo del comizio: ma dura pochiminuti, poi si entra nel vivo della<strong>di</strong>scussione. Ospiti dell’incontro sonol’avvocato Mino Martinazzoli, l’onorevoleFer<strong>di</strong>nando Adornato e il padremissionario comboniano Alex Zanotelli.Il tema è “Per rianimare la piazza”e, sostanzialmente, ruota attornoal ruolo che devono assumere i cristianinella politica. L’intervento <strong>di</strong> Martinazzoliè piuttosto astratto: una <strong>di</strong>gressionepoco più che etimologicasulle parole “politica” e “democrazia”.Più storico invece il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Adornato,soprattutto con riferimenti allaprima metà del secolo scorso. Ma ilpiatto forte della mattina è stato Zanotelli,un tipo che, già a vederlo, suscitacuriosità: variopinta camicia a manichecorte, sandali e zainone in spalla…e appena inizia a parlare è come se unascossa percorresse l’u<strong>di</strong>torio. Lanciaaccuse precise, cita dati, bilanci, statistiche.Fa i nomi dei responsabili <strong>di</strong>certe situazioni e conclude affermandoche è dovere sia della Chiesa sia <strong>di</strong>ogni persona il non tacere che “questosistema economico è un sistema cheammazza per guerra, fame, sete e malattia.Questo sistema è peccato!”Poi le domande del pubblico a cui rispondesoprattutto Zanotelli, ed infinenoi capi ci <strong>di</strong>stribuiamo nei <strong>di</strong>versi laboratoriper calare nella nostra associazionele riflessioni ascoltate.AntoniaArea fede ed ecclesialitàQuattro i relatori che ci hanno portatoin modo appassionato la loro esperienza<strong>di</strong> testimoni cristiani: Madre GiovannaLombar<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino de<strong>di</strong>ta alServizio alla Parola; padre StefanoRoze capo scout francese ed ora monacodella comunità <strong>di</strong> Sant’Antimo(Siena); mons. Carlo Galli decano della<strong>Parrocchia</strong> <strong>di</strong> Legnano ed ex AssistenteNazionale dell’Agesci; don LuigiCiotti del gruppo Abele.Suor Giovanna, della sua vita, qual èl’aspetto che più l’ha intrigata e l’ha aiutataad essere così?Io sono arrivata alla fede nel tempo,attraverso la <strong>di</strong>sponibilità ad incontri,a relazioni, all’ascolto della Parola. Hovissuto e superato il pericolo più grande:credere <strong>di</strong> conoscere già la Parola.Sentirmi appagata <strong>di</strong> quel po’ che sapevo.La parola invece va letta, ascoltata.Meglio ancora insieme, perchéc’è una grazia particolare in ciò. Nellachiesa avviene questo dono speciale,perché la chiesa non è una grandemacchina, è comunione, è relazionecon Cristo e con i fratelli.Quale potrebbe essere il percorso <strong>di</strong>ognuno <strong>di</strong> noi?Per voi, capi scout, la cosa più importanteè vivere ed educare alla relazionepersonale con Gesù, non va mai dataper scontata. Educate poi alla fedeltàattraverso la testimonianza della fedeltà.Don Carlo, lei che ha vissuto i gran<strong>di</strong>cambiamenti dell’associazione in questitrent’anni, quale pensa sia la domandache oggi ci deve interrogare?L’Agesci dal ’74 in poi è passata attraversoil tempo della “ricerca d’identitàassociativa”, il tempo della sensibilitàper un “progetto”, il tempo della riscopertae rilettura in chiave moderna dei“meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> branca”. L’oggi invece è caratterizzatodalle “domande”; le gran<strong>di</strong>domande anche dal punto <strong>di</strong> vistaecclesiale. Ecco allora gli interrogativi:- c’è ancora in associazione la riflessionee la tensione missionaria sul temadella libertà come fatto pedagogico? -c’è consapevolezza che l’essere educatoriscout è la manifestazione della<strong>di</strong>aconia dell’educare, che abbiamo ilservizio dell’educazione? - i capi, chestile <strong>di</strong> vita personale spirituale hanno,che regola <strong>di</strong> vita si danno e seguono? -qual è il rapporto tra una comunità <strong>di</strong>adulti e la Chiesa locale?Ed un’altra domanda ci interroga: igruppi nel loro servizio educativo avvicinanoe rispondono alle istanze educativedei ragazzi problematici, quelliche vivono sempre ai margini in modoprovocatorio?Non è semplice il servizio educativo,perché è più facile cercare strade che<strong>di</strong>ano frutti visibili e imme<strong>di</strong>ati. È <strong>di</strong>fficileaccettare <strong>di</strong> essere seminatori, sipreferisce essere mietitori. Ma i segni<strong>di</strong> speranza ci sono già.Padre Stefano, lei che è monaco e caposcout, cosa può <strong>di</strong>re ai capi che devonosostenere i ragazzi nelle loro crisi <strong>di</strong> fede?Il problema reale al giorno d’oggi per igiovani non è quello della fede, maquello dell’Essere Uomo e dell’essereDonna. Quin<strong>di</strong> il capo prima <strong>di</strong> tuttodeve recuperare nei suoi ragazzi la <strong>di</strong>mensioneumana. Uso il linguaggio figuratotanto caro agli scout. La fede ècome un tetto che poggia su 4 muri e liprotegge e li garantisce. Sono: la “natura”nella quale vivere i vari aspettidel metodo; la “comunità” luogo delconfronto; l’impegnarsi in prima personaanche nelle cose più piccole; il“servizio” per dare qualcosa fuori <strong>di</strong>sé. Alla fede ci si arriva dopo un lungopercorso. Lo scoutismo è un bellissimometodo per educare alla fede attraversola natura e noi stessi. Il compito delcapo è quello <strong>di</strong> stare accanto ai suoiragazzi ed essere testimone del suocanto <strong>di</strong> felicità per l’incontro con Dio.Don Ciotti, dove e come esprimere oggil’essere Chiesa?Oggi è Chiesa essere gruppi <strong>di</strong>versicon una finalità unica rivolta all’uomoper Dio. La Chiesa è esperienza vissutae ha un punto <strong>di</strong> riferimento unico:la strada. Questa è luogo dell’impegnosociale, della relazione, della propostaculturale e politica.È l’incontro tra cielo e terra. La stradanon è l’unico luogo dove vivere la fede;ma, come Gesù sulle strade della Palestina,essa va insieme attraversata, vissuta,camminata. Occorre abitare insiemela strada, sia nei momenti <strong>di</strong> gioiae <strong>di</strong> festa sia nella fatica. La stradaperò è in continua trasformazione,presenta nuovi volti e chiede all’uomofedeltà nelle scelte; chiede lealtà nelle25L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


26situazioni nuove. Ciò non è facile, soprattuttooggi con questo orizzonteculturale così avverso e centrato sull’apparire,sul possesso, sul denaro esull’efficienza.Ognuno <strong>di</strong> noi deve imparare due coseed io ve lo auguro: ad essere inadeguatia questo orizzonte culturale, senzaperò scoraggiarsi o lasciare tentaredall’in<strong>di</strong>fferenza; a sentirsi analfabeti<strong>di</strong> fronte alla vita, non dare nulla perscontato e non sentirsi arrivati, occorrestupirsi e sentire prepotente il bisogno<strong>di</strong> conoscere e conoscersi e <strong>di</strong> darecontinuità alle azioni.E la Chiesa oggi per essere tale, attraversoi suoi gruppi deve essere profetica,non silenziosa; essa non è segno <strong>di</strong>potere, ma è potere dei segni. Non siamonoi che salviamo gli uomini, <strong>di</strong>amosolo una mano a Dio; ma è lui a fissaregli appuntamenti e noi siamo occasione<strong>di</strong>sponibile perché lui possa agire. Equin<strong>di</strong> voi capi scout, non avete unaproposta educativa? Giocatela fino infondo. Uscite dalle vostre nicchie estate con gli altri, state dentro la realtà.Non lasciatevi tentare da una comunitàstatica. Perché la Chiesa, voi, o èprofetica o non è chiesa.Come vedete, non sono <strong>di</strong> poco contole riflessioni e le provocazioni ricevuteai fuochi incrociati.Ora tocca ai capi della Regione fare tesoro<strong>di</strong> tutto questo e trasformarlo intracce e pensieri per domani. Esserearchitetti <strong>di</strong> un sogno possibile.Gruppo OMG<strong>Chiari</strong>La comunità capiSi comunica che la raccoltatra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> fine anno <strong>di</strong>ferro, vetro e vestiti a curadell’operazione Mato Grossonon potrà aver luogo per motiviorganizzativi, pochi mezzi epoco personale. Tale raccoltaviene spostata nel periodo <strong>di</strong> Pasqua.Si pregano tutti coloro chetrattengono materiali da destinarea noi <strong>di</strong> voler cortesementee pazientemente trattenerli finoa Pasqua.Ci scusiamo per aver creato problemie inconvenienti, contiamosulla vostra comprensione.Il Calzificio Leone GalliLa bella fotografia, scattata nel 1938, raffigura titolari e maestranze del calzificioLeone Galli. Al centro il signor Leone tra i figli Ugo, a destra, e Amedeoa sinistra: una <strong>di</strong>nastia <strong>di</strong> fabbricanti <strong>di</strong> calze con <strong>di</strong>versi, avviati stabilimenti.Manca la piccola Renata, che da adulta sposerà l’industriale ferriero Ferrettie che perirà, nel 1976, in un tragico incidente aereo tra le montagne del GranCanyon, in America. Con lei moriranno anche i figli Nicola e Patrizia e il pilotadel piccolo Cessna da turismo.Erano anni tranquilli quelli prima della guerra. Ci si contentava <strong>di</strong> poco, nonmancava la voglia <strong>di</strong> lavorare e soprattutto non mancava il lavoro.Un episo<strong>di</strong>o curioso. Nel 1940, in piena II guerra mon<strong>di</strong>ale, mentre la fabbricacontinua a lavorare a pieno ritmo, il signor Leone ascolta la ra<strong>di</strong>o:«S’cète, gó sintìt de fonte sicüra che dumà ‘n giurnada passerà söl stradù ‘na colonnade suldàcc tedèsch. Só sicür che i sa fermerà ché <strong>di</strong>anti perché sóm vizì alastassiù... l’è mej per töcc se stiff a casa...».«Va bene sior Leone, stom a chel che ‘l <strong>di</strong>s lü...».«Anche perché chei lé i varda ‘n facia nisü, anche se jè recòcc de quindes o sédesagn. E per la giurnada saltada sa meteróm decorde ala fì del mes...».E pensare che per andare a lavorare passano ancor oggi da via San Martinodella Battaglia...Antiche famiglie: Borrometi - RutaPubblichiamo la fotografia <strong>di</strong> una famiglia <strong>di</strong>immigrati siciliani: Bruno Borrometi, MariaRuta e la piccola Concettina. La loro storia,comune a quella <strong>di</strong> tante famiglie del nostroSud, è quella <strong>di</strong> un lungo viaggio in treno daMo<strong>di</strong>ca a Milano con le valigie <strong>di</strong> cartone,dell’incontro con un ambiente nuovo e spessoostile, della voglia <strong>di</strong> lavorare e <strong>di</strong> farsi una posizione<strong>di</strong>gnitosa. Trovano casa prima a Milanoe poi a <strong>Chiari</strong> e qui con Antonino, Francescae Rosalba <strong>di</strong>ventano “dei nostri”.Buon <strong>2003</strong> a tuttiFranco RubagottiL’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


TELEVISIONEAnno nuovo, Tv nuova?Siapreunnuovoannoeforsevalela pena <strong>di</strong> fare il punto della situazione,partendo da alcuneconsiderazioni chiarificatrici sull’Au<strong>di</strong>tel,un’azienda, perché <strong>di</strong> Aziendasi tratta, con tanto <strong>di</strong> Consiglio <strong>di</strong>Amministrazione dove figurano, conpeso equivalente, la Rai, Me<strong>di</strong>aset edaltre emittenti private oltre all’UPA(l’associazione delle aziende che investonoin pubblicità).Il fine è contare gli spettatori potenzialidei momenti <strong>di</strong> pubblicità <strong>di</strong>stribuitinei vari palinsesti, per poter fissare ilvalore economico degli spot che vengonopropinati ai telespettatori nel belmezzo dei loro programmi preferiti.La rilevazione è iniziata nel 1986 su uncampione <strong>di</strong> circa 2500 famiglie italiane,che a tutt’oggi si è esteso ad oltre5000, un panel che dovrebbe rappresentarel’universo della popolazione,monitorata attraverso 8000 rilevatori<strong>di</strong> sintonia applicati sui televisori <strong>di</strong> riferimento(1 o 2 per ogni famiglia) conl’intento <strong>di</strong> fotografare i gusti <strong>di</strong> circa14.000 persone al <strong>di</strong> sopra dei 4 annid’età, e <strong>di</strong>stribuite secondo criteri geografici,demografici, culturali e sociali(un pubblico attualmente stimato inpoco meno <strong>di</strong> 56.000.000 <strong>di</strong> persone).Le presenze vengono annotate da uncomputer centrale allo scattare <strong>di</strong> 31secon<strong>di</strong> consecutivi <strong>di</strong> visione <strong>di</strong> unostesso canale. Lascio ai lettori le considerazionisulla atten<strong>di</strong>bilità <strong>di</strong> una rilevazione,che, comunque, non può tenerconto <strong>di</strong> chi si addormenta davantial teleschermo, <strong>di</strong> chi lascia il televisoreacceso senza guardare le immagini,<strong>di</strong> chi è chiamato al telefono, <strong>di</strong>sturbatodal vicino, <strong>di</strong>stratto dal cane che abbaia,ecc., ecc.Intanto l’ultimo scorcio dell’anno appenapassato ci ha dato, almeno nelmese <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre, qualche sussulto capace<strong>di</strong> riconciliarci col piccolo schermo.Su tutti, due eventi in prima serata:Il bambino <strong>di</strong> Betlemme, andato inonda su Canale5 il 3 <strong>di</strong>cembre el’impareggiabile show <strong>di</strong> Benigni suRaiuno dell’antivigilia <strong>di</strong> Natale.Del primo è apprezzabile l’idea <strong>di</strong> innestareuna storia verosimile e ben augurantesul filone <strong>di</strong> una cronaca terribilee recente, un’idea che ha pagatoanche in termini <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>mento, se èvero che questo bel film tv è stato seguitoda poco meno <strong>di</strong> 5 milioni <strong>di</strong>spettatori, superato soltanto dallagrande attrattiva <strong>di</strong> Raiuno con la fictionLo zio d’America; del secondo sipuò <strong>di</strong>re non soltanto <strong>di</strong> un successostrepitoso <strong>di</strong> pubblico (47% <strong>di</strong> sharenelle punte massime <strong>di</strong> ascolto) ma anche<strong>di</strong> un apprezzatissimo ritorno allospettacolo puro e all’arguzia colta,senza interruzioni <strong>di</strong> spot pubblicitari.Benigni ha fatto il mattatore, senzal’ausilio <strong>di</strong> veline e <strong>di</strong> balletti, senza andareoltre le righe nelle battute e soprattuttoleggendo e sminuzzando congarbo e competenza il gran<strong>di</strong>ssimoDante dell’ultimo canto del Para<strong>di</strong>so,che alla fine, rapito al pari <strong>di</strong> Dante, hadeclamato d’un sol fiato. Sembra che ilgiorno dopo le librerie <strong>di</strong> mezza Italiasiano state prese d’assalto da unaquantità incre<strong>di</strong>bile <strong>di</strong> persone alla ricerca<strong>di</strong> una qualsiasi e<strong>di</strong>zione, anchecostosa, della Divina Comme<strong>di</strong>a...Se questo fosse il primo passo <strong>di</strong> unrinnovamento della Rai, malgrado ivertici a ranghi ridotti, potremmo riconoscerea Baldassarre il buon auspiciodell’epifanico cognome che porta. Èstato lui infatti ad annunciare al convegnointernazionale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> promossodal Pontificio consiglio della cultura edal Pontificio consiglio della comunicazionisociali (Ripartire dal primo - I<strong>di</strong>eci comandamenti nella cultura cinematograficadel terzo millennio), un documentodestinato a far ritrovare allaRai il suo specifico <strong>di</strong> servizio pubblico.Il progetto culturale della Rai, chealmeno per le fiction vuole svincolarsidalla pura logica <strong>di</strong> mercato, per restituirepriorità alla linea e<strong>di</strong>torialedell’azienda, dovrebbe imboccare finalmente,dopo anni <strong>di</strong> incertezze, la stradadelle scelte <strong>di</strong>fficili che privilegino labuona qualità tecnica ed artistica.Garzanti ha pubblicato l’Enciclope<strong>di</strong>adella Televisione: 900 pagine redatte dauna équipe <strong>di</strong> ricerca coor<strong>di</strong>nata dalcritico Aldo Grasso, che nell’introduzione<strong>di</strong> questo Baedeker tascabile<strong>di</strong>chiara senza mezzi termini che il futurodella Tv sarà nel <strong>di</strong>gitale terrestree che questo determinerà finalmentela sconfitta della TV generalista.Il che riproporrà in termini ancor piùurgenti il problema del vero ruolo delservizio pubblico nel momento attuale.Esaurito il compito <strong>di</strong> svolgere unafunzione decisiva nel processo <strong>di</strong> unificazionenazionale, la tv pubblica dovràfinalmente rappresentare anche lacomplessità dell’attuale società italiana,non rinunciando a porne in risaltole <strong>di</strong>fferenze e le contrad<strong>di</strong>zioni, maanche senza cadere nel rischio e nellatentazione <strong>di</strong> trasformare le <strong>di</strong>versitàin altrettante occasioni <strong>di</strong> conflitto.Qualche segnale positivo in questosenso ci giunge comunque da alcuniprogrammi in prima serata che si pongonocon stili <strong>di</strong>versi, ma con pari impegnoe serietà, dalla parte dell’informazioneutile e non faziosa. Il più seguitoè certamente Striscia la notizia <strong>di</strong>Canale5, perché l’apparente <strong>di</strong>simpegnoe l’impostazione da siparietto rendonopossibile l’inserzione qua e là <strong>di</strong>servizi antitruffa che svelano a gran<strong>di</strong>schiere <strong>di</strong> spettatori comportamentiapertamente illeciti e che ledono i <strong>di</strong>rittidelle persone più sprovvedute. Masul piano del giornalismo che valuta,ricostruisce e racconta le notizie, mipare si stiano <strong>di</strong>stinguendo in questoperiodo soprattutto Report <strong>di</strong> MilenaGabanelli (martedì, prima serata, Raitre)eL’infedele <strong>di</strong> Gad Lerner (sabato,prima serata, La7). Entrambi i programmi,al <strong>di</strong> là della <strong>di</strong>versa impostazione,si <strong>di</strong>stinguono per la capacità <strong>di</strong>affrontare gli argomenti e le analisi, tenendoconto delle due facce della stessamedaglia. Giornalista d’assalto laGabanelli, che non guarda in faccia anessuno e va <strong>di</strong>ritta al nocciolo dellequestioni avvalendosi <strong>di</strong> documentiprobatori non <strong>di</strong> tesi preconcette, macapaci <strong>di</strong> avvicinarsi il più possibile allaverità, ricercata al <strong>di</strong> là delle interpretazionigià fornite su fatti troppo frettolosamentearchiviati.Più volutamente fazioso, Gad Lernergioca al provocatore per portare la <strong>di</strong>scussionea livelli <strong>di</strong>alettici su argomenti<strong>di</strong> forte impatto sull’opinionepubblica: dal ruolo degli USA nelmondo all’immigrazione dall’est dell’Europae dal sud del mondo, dallaconvivenza razziale all’intolleranza religiosa.Luciano Cinquini27L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


TESTIMONI DEL TEMPO28La guerra lo vede militare d’aeronauticaa Ferrara, e più tar<strong>di</strong>a Treviso, dove è responsabiledel CAPTA (Centro AddestramentoPersonale Territoriale Aeronautica),una sigla per significare che sioccupa dei primi radar,avutiinusodaiTedeschi, che permettevano <strong>di</strong> vederegli aerei a 34 chilometri <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza,praticamente quando li avevano addosso.È fatto prigioniero, ma riesce ascappare <strong>di</strong> notte, assieme ad un gruppo<strong>di</strong> suoi avieri, attraverso una porticinache dà su un canale. RaggiungeVeronaapie<strong>di</strong>,maèripreso.Lochiudonoin un vagone ferroviario masbarrano male le porte e, non appenail treno rallenta, si butta a terra.Riesce ad arrivare nelle vicinanze <strong>di</strong>Parma, ma non sa come attraversare ilPo. Sale su un treno che va verso Piacenza:c’è un controllo, i Tedeschichiedono i documenti che lui non ha.Riesce <strong>di</strong> nuovo a fuggire e stavolta azzeccail treno giusto che lo porta al <strong>di</strong> làdel grande fiume.Si avvia a pie<strong>di</strong> verso La Spezia, mal’angoscia, la fatica e soprattutto i continuisaliscen<strong>di</strong> dell’Appennino liguregli tagliano le gambe: non ce la fa più.Lo salva una mela, che si ritrova chissàcome fra i pie<strong>di</strong>, e che gli ridà un po’ <strong>di</strong>energia e soprattutto <strong>di</strong> speranza.Al paese le donne gridano: è tornato, ètornato. Sua madre gli va incontro enon lo riconosce: «Scusate, dov’è miofiglio?».«Sono io vostro figlio».Antifascista convinto, è fra i primi dellasua zona ad aderire alla resistenza.Diviene aiutante maggiore della BrigataVal <strong>di</strong> Vara col soprannome <strong>di</strong> Luisito.Si <strong>di</strong>stingue in numerose azioni comeottimo combattente. Mette a repentagliola propria vita per soccorrere gliamici feriti, è lui stesso ferito, collaborafattivamente alle operazioni che libererannola città <strong>di</strong> Aulla.Dopo quarant’anni d’insegnamento èCavaliere della Repubblica e Medagliad’oro del Presidente Sandro Pertini.Luigi Rebecchi, classe 1920, originario<strong>di</strong> Calice al Cornoviglio (La Spezia),arriva a <strong>Chiari</strong> nel 1949.Maestro, perché proprio a <strong>Chiari</strong>?Ero insegnante elementare nei paesidell’Appennino ligure dove avevo classi<strong>di</strong> 75 alunni, dalla prima alla quinta.Vinsi il mio bel concorso...Che cosa ricorda della <strong>Chiari</strong> <strong>di</strong> queltempo?La grande povertà. Quando vedo in televisionecerti documentari sui paesiafricani più poveri... ecco, la <strong>Chiari</strong> <strong>di</strong>quel tempo era un po’ così.Si spieghi meglio...Allora si andava a scuola dalle nove amezzogiorno e dalle due alle quattrodel pomeriggio. Il giovedì era giorno <strong>di</strong>vacanza per i ragazzi e <strong>di</strong> impegno in<strong>di</strong>rezione per noi insegnanti. I bambinicalzavano zoccoli <strong>di</strong> legno trattenutida una fettuccia o da uno spago qualunquefosse la stagione: d’estate andavatutto bene, d’inverno arrivavanospesso a scuola con i pie<strong>di</strong> inzuppati,fra<strong>di</strong>ci. Neri dal freddo. C’era unagrossa stufa <strong>di</strong> terracotta, la Becchi. Limettevo tutti lì intorno a scaldarsi e adasciugarsi prima <strong>di</strong> cominciare le lezioni...Loro, a casa, si scaldavano in stalla,al calore dei buoi, e dei buoi prendevanoanche il profumo. Spesso, durantele interrogazioni, mi dovevo proteggereil naso con un fazzoletto...Ma non saranno stati tutti così mal combinati...Probabilmente no, ma io ero l’ultimoarrivato, oriundo, mi davano tutti quellidella campagna e del ceto sociale piùbasso. Qualcuno gli allievi poteva sceglierseli,qualcun altro no... Non eranomai meno <strong>di</strong> quaranta per classe, arrivavanoa scuola dopo aver percorsoanche quattro, cinque chilometri a pie<strong>di</strong>,su quelle strade e con quelle stagioni.Non capivano una parola d’italianoperché in casa parlavano solamente il<strong>di</strong>aletto.E lei come se la sbrigava se ancora adesso,dopo più <strong>di</strong> cinquant’anni, non haancora perso quel bell’accento ligure?Che dopo tanta fatica mi chiamavanoterrone perché parlavo correttamentel’italiano. Ma non è capitato soltanto ame. Comunque a mezzogiorno andavanoa pranzare al patronato scolastico.Avevano una medaglia al collo(una sorta <strong>di</strong> pass d’altri tempi) e neltaschino il cucchiaio che si dovevanoportare da casa. Poi, subito dopo mangiato,freddo o caldo che fosse, li mandavanoin cortile o in strada a giocarefino alle due. Ricordo con infinita tenerezzauna piazza Rocca senza automobili,brulicante <strong>di</strong> bambini vocianti.Una scena che si ripeteva ogni giorno.Quando ha cominciato a mo<strong>di</strong>ficarsiquesto stato <strong>di</strong> cose? In altre parole,quando si è incominciato a intravedereil benessere?A partire dal 1954-55. Quando cominciavia vedere, la domenica mattina, glioperai a costruirsi la casetta; e in cascinai bagni. E anche la scuola cambiò inmeglio. I bambini <strong>di</strong> prima classe eranoaffidati ad una maestra, noi li prendevamoin seconda e li portavamo finoin quinta.Debbo <strong>di</strong>re con sod<strong>di</strong>sfazione.A proposito, oggi il termine maestro èusato un po’ a sproposito e, secondo me,in troppe ingiustificate occasioni. Allora?Allora il Maestro era il maestro elementare.Anzi, il signor Maestro.Con i colleghi i rapporti com’erano?Quando arrivai mi presentai in sala insegnanticon una certa timidezza. Ricordoche il maestro Martelengo mi<strong>di</strong>sse: «Ma quale lei? Siamo colleghi,dammi del tu!». Un altro collega chericordo con particolare piacere è il maestroMombelli, che mi trovò casa.Dove?Quando arrivai dalla Spezia andai a finirein un alloggio a Trenzano, perchéa <strong>Chiari</strong> nessuno mi voleva affittareuna stanza. Un collega se n’era andatovia senza pagare la pigione, del fattos’era sparsa la voce e nessuno si fidavapiù ad affittare una stanza ad un forestiero,anche se maestro elementare. Ilmaestro Mombelli mi trovò un alloggioin via Garibal<strong>di</strong>, in casa <strong>di</strong> una signora<strong>di</strong> ottantaquattro anni.Nulla da temere né per lei né per la signora...Comunque poi trovò l’amore...Più tar<strong>di</strong>. Ero solo e mi fermavo spessoa vedere le statue nella vetrina delmarmista Mangialardo, che era un abilescultore. Una comune conoscenteL’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


mi invitò ad entrare, lì mancava ilquarto per giocare a carte, c’erano ilpapà, il fratello e lo zio... c’era ancheuna sorella bella e giovane...Torniamo ai colleghi...Con i maestri Cogi e Fogliata organizzammoun doposcuola pomeri<strong>di</strong>ano-seraleper tenere lontano dallastrada i bambini che avevano i genitorial lavoro a Milano o comunque lontano.Era gratuito e la cosa non andòbene ad alcuni colleghi che facevano lastessa cosa privatamente e a pagamento.Lì i rapporti con alcuni un po’ siguastarono, ed anche con il <strong>di</strong>rettoreZoi, che faceva sempre finta <strong>di</strong> non vedermi,fino a quando...Fino a quando?Una mattina <strong>di</strong> primavera stavo uscendocon la scolaresca per andare a SanBernar<strong>di</strong>no a tenere una lezione sulleapi. Il <strong>di</strong>rettore mi ferma e mi chiededove sto andando. Gli rispondo cortesemente.Lui ribatte.«Ma, veramente, avevo intenzione <strong>di</strong>venire da lei per un’ispezione... masarà per un’altra volta».Decido <strong>di</strong> rientrare in classe. Il <strong>di</strong>rettoresi siede in cattedra a consultare i registrie io al suo fianco in pie<strong>di</strong>,sull’attenti. Decide <strong>di</strong> far svolgere untema: «La visita a un negozio».I ragazzi si mettono al lavoro e in pocotempo terminano e consegnano. Il <strong>di</strong>rettoreè incredulo: possibile che incosì poco tempo... e con simili risultati...Poi inizia ad interrogare: analisigrammaticale.«Se crede - <strong>di</strong>co timidamente - conosconoanche l’analisi logica...».«Ma non è nel programma!» tuona.«Ma io l’ho fatta lo stesso».E così interroga sull’analisi logica e unallievo entra in competizione con luiper un avverbio:«Se per lü lè mia n’avverbio jè afare sò.Però l’è sicür che l’è n’avverbio!».E il <strong>di</strong>rettore se ne va facendomi i complimentie da quel giorno <strong>di</strong>ventiamoamici.Lei, Maestro, ha avuto anche incarichipubblici...Sono stato tra i fondatori della cooperativaLa famiglia, la prima del generea <strong>Chiari</strong>, che costruì le case <strong>di</strong> via sanDomenico Savio e san Giovanni Bosco.Assieme a Giovanni Cogi, AchilleTenchini, Giovanni Fiorini e GiuseppeBertoli. Il progetto ce lo <strong>di</strong>ede il famosopadre Marcolini che non partecipòpoi alla realizzazione. Però c’è unaneddoto curioso da raccontare: per laconcessione dei mutui padre Marcolinici accompagnò a Milano, me e il maestroCogi, alla sede della Cassa <strong>di</strong> Risparmio;e quando ci trovammo al cospettodel famoso presidente Giordanodell’Amore <strong>di</strong>sse testualmente:«Questi due sono piccolini, ma gran<strong>di</strong>al <strong>di</strong> sopra della cravatta...»Di quelle case qualcuno <strong>di</strong>sse che sarebberocadute subito, io ci vivo comodamentedal 1957.Lei è stato anche aclista...Al tempo in cui era cappellano donLuigi Funazzi, con il quale collaborai,da segretario amministrativo, all’organizzazionedelle colonie marine emontane degli anni Cinquanta-Sessanta.Poi venne la proposta <strong>di</strong> entrare,da rappresentanti aclisti, in una listaelettorale democristiana, assieme aMario Festa, Valentino Loda e TinaBianchi. Purtroppo una serie <strong>di</strong> veti incrociati,che avevano per principaleoggetto la mia persona, mi fecero desistere.Il tempo della chiacchierata è finito.Grazie, Maestro, e buon anno.Roberto BedognaAlla BibliotecadonLuigi Rivettisono pervenutealcune copie del cofanetto pubblicatodalle “E<strong>di</strong>zioni Moretto”contenente il romanzo <strong>di</strong> AgostinoTurla La statua <strong>di</strong> sale e la raccolta<strong>di</strong> racconti Aria <strong>di</strong> paese. Al romanzo“La statua <strong>di</strong> sale” avevamode<strong>di</strong>cato il calendario del 2002, conle bellissime fotografie <strong>di</strong> Gigi Daldossi.Ora questa coincidenza cipermette <strong>di</strong> poter offrire, per unamodesta cifra (15 Euro), non solo ilromanzo, arricchito delle illustrazioni<strong>di</strong>GiovanniFrancoRepossi,ma anche i racconti.Informazioni ed acquisto presso la“Biblioteca don Luigi Rivetti”Associazione Pensionati<strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>Si apre un nuovo anno, mentre ancoraabbiamo nel cuore le belle festività delmese <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre: dopo l’ImmacolataConcezione, che precede la venuta delRedentore, subito siamo passati alla festa<strong>di</strong> Santa Lucia, così cara ai nonni e piena<strong>di</strong> attese per i nipotini. Nella sededell’associazione ci siamo scambiati gliAuguri <strong>di</strong> Natale, mentre il giorno <strong>di</strong> SanSilvestro ci siamo scambiati gli auguri peril <strong>2003</strong>, estendendoli anche ai familiaridegli associati. Anche in <strong>di</strong>cembre, coinvolgendocome nei mesi scorsi familiari eassociati, abbiamo celebrato la SantaMessa in suffragio <strong>di</strong> 5 soci ultimamentescomparsi. Sulla soglia del <strong>2003</strong>, ci poniamole domande <strong>di</strong> sempre: “Come sarà ilnuovo anno? Come staremo <strong>di</strong> salute?”Per noi cristiani solo la fede in Dio e lapreghiera raccomandata dal santo Padredanno conforto e speranza.Il bilancio del 2002 della nostra Associazioneè stato lusinghiero: ci siamo espressiin modo positivo con numerose iniziative<strong>di</strong> volontariato ed abbiamo vissuto ancheintense giornate nel <strong>di</strong>vertimento,dalle gite culturali ai soggiorni marini emontani, dalle improvvisate scampagnatecon cenetta (come in occasione della gitaa Montisola) alla grande tombolata conla quale abbiamo fatto gruppo nel giorno<strong>di</strong> Santa Lucia.Ora, nella nostra sede, un albero <strong>di</strong> natalee un presepio la fanno da padroni; meritodel nostro consigliere Volpi che conmaestria li ha costruiti.Dal 1 gennaio sono aperte le iscrizioni alnostro sodalizio per l’anno nuovo e, mentrecontinua con grande successo il “ballo”,non lo sballo, del sabato sera, ricor<strong>di</strong>amoche il 18 gennaio siamo tutti invitati(soci e non soci) al Palazzetto delloSport <strong>di</strong> via Lancini dove si svolgerà,come da tra<strong>di</strong>zione, l’estrazione dei premidella nostra sottoscrizione benefica,alla quale seguirà un simpatico rinfresco.Ecco infine il programma dei soggiorniinvernali stabiliti dal Consiglio: Alassio(dal 9 al 23 gennaio); Finale Ligure (dal20 febbraio al 6 marzo); Torre Molinos(dal 10 al 24 marzo).Informazioni e prenotazioni in Sede tuttii giorni dalle 15.00 alle 18.30.Non ci resta che rinnovare a tutti gli auguriper il nuovo anno, mentre vi aspettiamosempre più numerosi nella nostra sede <strong>di</strong>Viale Bonatelli.Per la DirezionePietro Ranghetti29L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


SAN BERNARDINODon Bosco e i bambini«Giovanni Bosco sei nato povero maera il tuo destino. Un giorno hai fattoun sogno e hai capito che i bambini dabuoni erano <strong>di</strong>ventati monelli e hai deciso<strong>di</strong> educarli. Per favore educa anchenoi! Questo è il mio desiderio».Filippo«Don Bosco ha sognato <strong>di</strong> creare unoratorio per insegnare a essere educati.Lui non usava meto<strong>di</strong> malvagi!Quando i ragazzi litigavano, alla seranon erano felici e andavano a <strong>di</strong>re aDon Bosco <strong>di</strong> aver fatto una cosa nonbella, ma Don Bosco li perdonava. De<strong>di</strong>còla sua vita ad insegnare il camminoai giovani».Francesca« Grazie Don Bosco per aver aiutatotutti i ragazzi che avevano bisogno <strong>di</strong>te! Don Bosco rimarrai sempre nei nostricuori».Yaain30Nelle prime classi della Scuola Elementare<strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no, le insegnantihanno parlato <strong>di</strong> don Bosco ed hannoinvitato i bambini a scrivere.Pubblichiamo alcuni dei loro lavoretti.I bambini <strong>di</strong> 1 a A e 1 a B scrivono:«A noi piacciono tanto le canzoni <strong>di</strong>Don Bosco e siamo felici quando lecantiamo tutti insieme. Evviva DonBosco!»I bambini <strong>di</strong> 2 a A scrivono:«Don Bosco nel suo oratorio facevapensare ai bambini come fosse grandeil dono <strong>di</strong> Dio. Don Bosco voleva fare<strong>di</strong>ventare tutti i bambini buoni e generosi»Guido«DonBoscoeraamico<strong>di</strong>tuttiibambini.Li aiutava a comportarsi bene ascuola e con gli altri. Grazie Don Boscoabbiamo imparato che anche ibambinichesembranocattivi,seliconoscibene, potranno <strong>di</strong>ventare bravie buoni»Riccardo«Don Bosco, amico nostro, amico dellagioventù. Don Bosco è stato unagran persona. Viene ricordato ancheadesso per i suoi gesti d’amore. Infatti,quando era piccolo, era generoso con isuoi compagni e poi da adulto ha amatoe aiutato i giovani».PiergiulioScrivono i bambini <strong>di</strong> 2 a B:Una nuova fotografia <strong>di</strong> Don BoscoLastoriariservasempredellesorpreseachilastu<strong>di</strong>aconamore,senzaprevenzioni, attento ai più piccoli segni e in<strong>di</strong>cazioni. Lo ha costatatoil sacerdote Walter Brambilla acquistando una fotografia presso unantiquario milanese. Dopo attente ricerche e analisi scientifiche risulta cheessa raffigura Don Bosco quarantenne insieme alle signore Bertinetti, la cuifamiglia è stata in cor<strong>di</strong>ale rapporto con lui fin da quando era studente aChieri (To).Essa viene così ad incrementare il patrimonio fotografico <strong>di</strong> Don Bosco.L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


SAN BERNARDINODalle missionidell’EtiopiaNon passa giorno che nella nostracassetta della posta noncompaia qualche lettera <strong>di</strong>missionari o <strong>di</strong> volontari con notizie edappelli per qualche particolare necessitàoprogetto.Neabbiamosceltealcuneriguardoalla presenza salesiana in Etiopia,dove lavorano gli Amici del Sidamo.Il primo ministro Meles Zenawi halanciato al mondo un appello perché sivenga in aiuto all’Etiopia, data la terribilecarestia che l’ha colpita in seguitoalla siccità ed alla scarsità del raccolto:«Sei milioni <strong>di</strong> persone non hanno quasinulla da mangiare, ma il loro numeropotrebbe crescere fino a quin<strong>di</strong>ci milioni».I primi ad andare <strong>di</strong> mezzo sarannoi bambini e gli anziani. Ogni giorno siinfittiscono le file dei poveri <strong>di</strong>nnanzialle porte delle nostre opere.Ad<strong>di</strong>s Abeba - zona MekanissaLa vita nella periferia <strong>di</strong> Ad<strong>di</strong>s Abeba,zona Mekanissa, continua come sempretra speranze, incertezze, espe<strong>di</strong>entiper sopravvivere e, ultimamente, incubiper la carestia, preannunciati dalgoverno e dai mezzi <strong>di</strong> comunicazionesociale. Se ne vedono già i segni. Frotte<strong>di</strong> persone arrivano continuamentealla capitale in cerca <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> cibo.Sono intere famiglie che provengonodal Wollo, dal Goggian, dal Tigray edalla regione <strong>di</strong> Afar, colpite dalla siccità.Noi cerchiamo ogni mezzo possibileper far fronte alle situazioni piùgravi. La nostra scuola ha raggiunto ilnumero <strong>di</strong> 850 ragazzi/e, 120 più dell’annoscorso. Il gruppetto dei ragazziabbandonati raggiunge i 54, completamentea carico nostro. Gli aspiranti e iprenovizi sono 27 giovanotti. La chiesa-parrocchiacresce ogni giorno, manon riesce a tenere il ritmo del quartierein piena espansione.Tanti ci chiedono aiuto, un lavoro, unposto a scuola. Per la gente il “DonBosco” è <strong>di</strong>ventato punto <strong>di</strong> riferimento,speranza. Una speranza concretafatta <strong>di</strong> scuola, oratorio quoti<strong>di</strong>ano,centro giovanile, una chiesa che cresce,un centro professionale e tanteiniziative per dar lavoro alle ragazze,per accogliere i più piccoli.Don Mario RobustelliniBosco Children CentreAd opera <strong>di</strong> due volontari “Amici delSidamo” e <strong>di</strong> un missionario salesianoè in via <strong>di</strong> attuazione un progetto pergli “Street Children” della periferia <strong>di</strong>Ad<strong>di</strong>s Abeba. Costretti a vivere <strong>di</strong>espe<strong>di</strong>enti, <strong>di</strong> elemosine, <strong>di</strong> piccoli furti,molti sono orfani, altri scappati dallefamiglie troppo povere, altri abbandonatisulle strade, costretti ad arrangiarsiper sopravvivere. Sono poveriragazzi alla deriva. In un quartiere popolare,fra case <strong>di</strong> fango e miseri negoziettiè stato realizzato un cortile dovegiocare, tre container come officine eduno stanzone come mensa. È il luogo<strong>di</strong> prima accoglienza per i ragazzi chevogliono <strong>di</strong>mostrare che le mani che siusano per chiedere l’elemosina possonoservire anche per imparare un mestiere.Il progetto, che si ispira al metodo salesiano,prevede, infatti, un primo periodo<strong>di</strong> accoglienza per il pranzo, successivamenteper la notte.Gradualmente i ragazzi sono invitati apartecipare ad attività <strong>di</strong> animazione,a riprendere la scuola o a frequentare icorsi <strong>di</strong> formazione professionale(meccanica, falegnameria, carpenteria…),a vivere <strong>di</strong>gnitosamente.Parallelamente si sta prendendo contattocon le famiglie - quando ci sono -per responsabilizzarle riguardo all’educazionedei figli. È un lavoro duro,lungo ma promettente.Don Dino VivianiHealth Centre <strong>di</strong> AboboOggi 15 settembre 2002 finalmente abbiamoinaugurato l’Health Centre <strong>di</strong>Abobo alla presenza <strong>di</strong> Abba Melaku(Mons. Angelo Moreschi), prefettoapostolico e nostro “grande” sostenitore,del presidente del Gambela e <strong>di</strong>molte altre autorità (troppe forse per inostri gusti!!!).Dopo tanti mesi <strong>di</strong> duro lavoro, soprattuttoper Tere e Miguel che damarzo hanno intrapreso una corsacontro il tempo (e una dura lotta controil caldo!) siamo arrivati a questo fati<strong>di</strong>cogiorno. In tanti si sono pro<strong>di</strong>gatiin questi ultimi giorni per rendere possibilela cerimonia. L’apertura dell’HealtCentre ai pazienti avverrà inveceil 1° ottobre, poiché nelle prossimedue settimane dovremo fare incontricon tutto il personale per spiegarebene ad ognuno le proprie mansioni. Illavoro da fare per essere veramenteoperativi è ancora molto, ma dà moltasod<strong>di</strong>sfazione vedere che le cose procedono.Anche la costruzione dellenostre case, nel compound della ChiesaCattolica <strong>di</strong> fronte all’Health Centreprocede bene e speriamo <strong>di</strong> potercitrasferire per gennaio - febbraio.Barbara, Tere, Miguel e AlbinoSono alcune testimonianze dei nostrimissionari e <strong>di</strong> alcuni volontari. Gli“Amici del Sidamo” per farle conosceree per raccogliere fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> sostegno alle<strong>di</strong>verse iniziative hanno pubblicato ilCalendario <strong>2003</strong> - Orizzonti <strong>di</strong> comunione,con una buona documentazione fotografica,e lo vanno <strong>di</strong>ffondendo. È unmodo anche questo per reagire ad unamentalità consumistica e per far memoria<strong>di</strong> un’altra faccia del mondo, <strong>di</strong> frontealla quale non è giusto rifugiarsi nelnostro egoismo.31L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


32IMMACOLATA 2002Samber a nuovoDomenica8<strong>di</strong>cembre,lasolennitàdell’Immacolata Concezionesi è resa momento <strong>di</strong>felice partecipazione per l’intera comunitàsalesiana <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no,con l’inaugurazione dell’Oratorio -Centro Giovanile: la cerimonia si èsvolta alla presenza <strong>di</strong> don FrancescoCereda, Consigliere Generale per laFormazione, conosciuto nella realtàclarense come Incaricato dell’Oratorionegli anni 1979-1980, dell’Ispettoredon Eugenio Riva, del Direttore donFranco Fontana e del Sindaco della nostracittà, prof. Mino Facchetti.Sapiente “regista” nelle varie fasi <strong>di</strong>svolgimento della festa inaugurale,don Mino Gritti, attuale Incaricatodell’Oratorio, cui spetta il ruolo <strong>di</strong> timoniereal varo operativo degli ambienti<strong>di</strong> recentissima costruzione destinatial Centro Giovanile, a pianoterra dell’immobile, e<strong>di</strong>ficato su progettodell’arch. Pierfranco Rossetti,che ospita al primo piano, in locali luminosied ampi, le aule del LiceoScientifico.La nuova struttura, capiente e recettiva,vedrà in futuro meglio definita evalorizzata la propria funzione, secondoil vaglio attento che anima gli organismiresponsabili dell’Opera, alla lucedelle istanze in tema <strong>di</strong> politica giovanileriflesse dal territorio nel qualegravita, presentandosi attualmentecome Centro Polifunzionale destinatoai frequentatori dell’Oratorio e allanumerosa popolazione studentescadella Scuola Paritaria, <strong>di</strong>stribuita secondoi vari livelli <strong>di</strong> Istruzione Elementare,Me<strong>di</strong>a e Superiore per un totale<strong>di</strong> 500 presenze, nell’anno scolasticoin corso.Il momento centrale della concelebrazioneliturgica che ha preceduto l’inaugurazionedel Centro Giovanile siè raggiunto con la consegna (o il rinnovo)del mandato ai ministranti che, ingruppo numeroso e vivace, animano losvolgimento delle funzioni. Imme<strong>di</strong>atoil richiamo ad una data “storica” per lavita e l’opera <strong>di</strong> don Bosco, l’8 <strong>di</strong>cembre1841, pietra miliare per lo stileeducativo salesiano nella pastorale enella catechesi, secondo lo spirito delfondatore, con il sigillo della protezione<strong>di</strong> Maria, Madre Immacolata e Ausiliatrice.Questo fermento innovativo <strong>di</strong> una realtà<strong>di</strong> provincia si pone come segnaleper vivificare e promuovere la crescitadella nostra comunità, non solo perl’appartenenza al territorio e per il ra<strong>di</strong>camento<strong>di</strong> iniziative locali, ma pervalorizzare la generosa corresponsabilitàche vede impegnata la Comunitàsalesiana e le famig1ie che la affiancano,in un rapporto <strong>di</strong> cooperazione chesa interagire concretamente, in prospettivaeducativa e formativa, a vantaggiodelle nuove generazioni.Rosanna AgostiniLe salesiane sulla frontieradella globalizzazioneLe Figlie <strong>di</strong> Maria Ausiliatrice, conosciuteanche come Salesiane <strong>di</strong>Don Bosco, sono circa quin<strong>di</strong>cimila,lavorano in 1559 comunità sparse in90 Paesi del mondo. Il loro incrementonumerico maggiore si registrasulle frontiere dell’evangelizzazione:in Asia, con 1986 suore presentiin 18 nazioni, e in Africa con 76comunità in 22 Paesi. Un piccolodrappello <strong>di</strong> una quarantina <strong>di</strong> FMAin Oceania rappresenta l’estremolembo <strong>di</strong> una presenza che non conosceconfini: proprio a Tapini (PapuaNew Guinea) e a Pago-Pago(Samoa Americana) sono state fondateda meno <strong>di</strong> un anno le due comunitàpiù giovani.Tra le new entry nel mappamondodelle FMA spiccano anche le giovanicomunità nel <strong>di</strong>fficile contesto delCongo Brazzaville (1998), in Georgia(1997), in Nepal (1997) e inIndonesia (1999).Le FMA si sentono citta<strong>di</strong>ne delmondo.“Nella rinnovata alleanza l’impegno<strong>di</strong> una citta<strong>di</strong>nanza attiva” è stato iltema del XXI Capitolo generaledelle FMA, il primo del terzo millennio,che si è svolto dal 18 settembreal 18 novembre <strong>di</strong> quest’anno.L’Assemblea, costituita da 192 capitolari,<strong>di</strong> cui 27 missionarie, provenientida 52 nazioni, si è rivelata unafamiglia che ha il respiro del mondo,in cui la <strong>di</strong>versità delle ra<strong>di</strong>ci ha rappresentatola ricchezza e l’originalitàdell’inculturazione del carisma<strong>di</strong> don Bosco. Il CG 21 si è articolatointorno a tre gran<strong>di</strong> istanze: la domanda<strong>di</strong> una rinnovata esperienza<strong>di</strong> Dio, la domanda <strong>di</strong> comunione, ladomanda <strong>di</strong> educazione. Tra i temiin <strong>di</strong>scussione: la globalizzazionecon tutte le sue valenze positive enegative, i valori della giustizia, dellapace, i <strong>di</strong>ritti umani, l’informazionealternativa, lo sviluppo realizzatonel rispetto dell’ambiente e dellasocietà, i problemi delle giovanigenerazioni.I giovani, soprattutto, sono le frontieredell’impegno delle Figlie <strong>di</strong>Maria Ausiliatrice.Lo ha riba<strong>di</strong>to anche la Madre, suorAntonia Colombo, riconfermata Superioragenerale: «Dobbiamo avereuna capacità <strong>di</strong> ascolto e <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimentopiù profondo per riuscire adesprimere una presenza più rispondenteai nuovi bisogni che emergonoL’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


IMMACOLATA 2002Nuove vocazioni laicheLa Famiglia Salesiana <strong>di</strong> SanBernar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> anchequest’anno si è arricchita <strong>di</strong>nuove vocazioni laiche: otto nuovi cooperatorihanno professato, per la Festadell’Immacolata, l’appartenenzaall’Associazione dei Cooperatori Salesiani:Anna, Anita, Cinzia, Eleonora,Fausto,Giuseppe,Ornella,Rosa.I Cooperatori sono una autenticaespressione del carisma salesiano cheha in Don Bosco la sua ra<strong>di</strong>ce. La loro«storia» risale agli albori dell’opera salesiana,quando nel 1841 don Bosco,giovane prete, incominciò a raccoglierei ragazzi poveri e iniziarono a radunarsiattorno al “santo” laici desiderosi<strong>di</strong> aiutarlo. Più tar<strong>di</strong> Don Bosco li volleuniti in una Associazione denominata“Associazione dei Cooperatori Salesiani”,cui <strong>di</strong>ede neI 1876 uno specificoRegolamento.Esso, approvato dall’Autorità pontificiaanche nella sua nuova redazioneconforme al Concilio Vaticano II, costituiscela carta <strong>di</strong> identità del Cooperatore.Il cooperatore salesiano risponde aduna vera “vocazione” aperta a qualsiasicon<strong>di</strong>zione culturale e sociale. Egli èun salesiano nel mondo. Vive la suafede ispirandosi al progetto apostolico<strong>di</strong> don Bosco nella stessa missione giovanilee popolare. I campi <strong>di</strong> impegnoconcreto sono soprattutto la famiglia,le strutture civili, culturali, socio-politicheed economiche; le strutture ecclesiali,le opere dei Salesiani e delleFiglie <strong>di</strong> Maria Ausiliatrice.Attraverso l’impegno apostolico il CooperatoreSalesiano mira alla propriasantità. L’Associazione dei Cooperatoriconta non pochi soci avviati aglionori degli altari, tra i quali MammaMargherita, Alexandrina da Costa eAttilio Giordani. Il nucleo fondamentaleè il Centro locale che unisce i Cooperatori<strong>di</strong> un medesimo luogo. Normalmenteè costituito presso un’OperaSalesiana. I Cooperatori del CentroSan Bernar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> sono unasettantina.Così commenta la propria scelta <strong>di</strong>aderire alla Associazione dei CooperatoriSalesiani una delle nuove Cooperatrici,Cinzia, insegnante <strong>di</strong> 37anni: “Ritengo che il compito del Cooperatoresalesiano consista nel gettareun ponte tra la Chiesa e il mondo:come cooperatori siamo chiamati aportare Cristo nella famiglia e nelleistituzioni sociali con lo stesso ardoreapostolico <strong>di</strong> San Giovanni Bosco. Inparticolare, il Cooperatore impegnatoin ambito scolastico avverte la necessità<strong>di</strong> porsi, nei confronti dei ragazzi,come adulto significativo in grado <strong>di</strong>far loro proposte forti, perché <strong>di</strong>ventinocapaci <strong>di</strong> scelte responsabili. Nonostantesi parli dei giovani d’oggi come<strong>di</strong> una generazione priva <strong>di</strong> valori, apatica,abituata al tutto e subito, io credoche occorra mantenere viva la fiduciain loro, perché sono ancora capaci <strong>di</strong>slanci affettivi, <strong>di</strong> emozioni positive, <strong>di</strong>comportamenti improntati a grandesensibilità. Sforzandosi <strong>di</strong> comprenderela gioventù, <strong>di</strong> amare ciò che essaama, il Cooperatore salesiano testimoniache il senso <strong>di</strong> futuro va ricercato inun significato profondamente religiosodella vita e della storia. Fondamentalmentesono convinta che Dio ci stiaattendendo nei giovani per offrirci lagrazia dell’incontro con Lui e per <strong>di</strong>sporcia servirLo e amarLo”.Fausto, operaio <strong>di</strong> 36 anni: “Comeex-allievo ho frequentato la FamigliaSalesiana sin da bambino. Ora da adulto,consapevole degli insegnamenti ricevuti,voglio realizzarli ancora <strong>di</strong> più,attraverso il servizio ai più poveri, peressere nella Chiesa un mattone vivoper la costruzione del Regno <strong>di</strong> Dio”.Rosa, casalinga <strong>di</strong> 57 anni: “Frequentol’istituto salesiano sin da giovane e hocresciuto i miei figli all’ombra <strong>di</strong> SanBernar<strong>di</strong>no. Ora, con il servizio ai poveridell’Auxilium, ho imparato a conoscereancora più a fondo la carità <strong>di</strong>don Bosco verso i giovani in <strong>di</strong>fficoltà.Per questo voglio impegnarmi ad accoglierlicon cuore <strong>di</strong> mamma e dare loroun po’ <strong>di</strong> speranza”.La Chiesa, con il Concilio Vaticano II,ha riscoperto il posto peculiare del laiconella Chiesa. La Congregazione Salesianasta compiendo una profondariflessione sui “laici” che sempre piùintende associare alla propria missione.L’inizio del terzo millennio saràcertamente segnato da questo straor<strong>di</strong>nario“camminare insieme” per la“nuova Evangelizzazione”.Un Cooperatore Salesianodallo scenario contemporaneo. Vogliamoguardare ad un mondo piùunito, più conviviale non però nellaomologazione dei valori, ma nellavalorizzazione delle <strong>di</strong>fferenze».Imparare a convivere, a <strong>di</strong>alogare èl’impegno <strong>di</strong> ogni giorno per un Istitutonato con il carisma dell’internazionalità:tempi nuovi chiamanonuove risposte.“Voi compirete l’opera che io comincio.Io abbozzo, voi stenderete icolori”: questa è l’ere<strong>di</strong>tà lasciata daDon Bosco.Citta<strong>di</strong>nanza, un termine che è statoripetuto spesso nei <strong>di</strong>battiti al Capitolo,esprime una forte volontà <strong>di</strong><strong>di</strong>alogo tra i popoli in cui nessuno èemarginato. Nello spirito <strong>di</strong> famigliasalesiano tutti gli uomini sono figli <strong>di</strong>Dio e proprio la “citta<strong>di</strong>nanza attiva”,ovvero il servizio ad una crescitaintegrale della persona umana, offreuna nuova chiave <strong>di</strong> lettura dei complessiscenari della globalizzazione.Dentro queste coor<strong>di</strong>nate, che permettono<strong>di</strong> coniugare l’attenzione aigiovani e alla loro educazione conl’evoluzione della cultura e i luoghiconcreti in cui si costruisce il sistema<strong>di</strong> valori <strong>di</strong> una società, le Figlie <strong>di</strong>Maria Ausiliatrice stanno cercandoancora, e in modo sempre più profondo,uno stile <strong>di</strong> vita religiosa e salesianache realizzi la traduzionenell’oggi del Vangelo.suor Paola Tobia33L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


34SAN BERNARDINOGli ex allievi Don BoscoCelebrare don Bosco inducespontaneamente a pensareall’educazione soprattuttooggi che il problema della gioventùsi fa enormemente sentire. La gioventùdei nostri giorni sembra lontanada ogni forma <strong>di</strong> responsabilità,refrattaria ad ogni richiamo. I giovanioggi respirano l’aria del mondodegli adulti, dove gli adulti sembranon abbiano nulla da insegnare, perchéla mentalità corrente è la mentalitàdel tutto è possibile.C’era l’uomo della cultura cristiana,ricco <strong>di</strong> valori, con dei precisi punti<strong>di</strong> riferimento, era l’uomo “nuovo”sia pure con il suo male d’origine, mache viveva nella prospettiva della redenzione.Il punto <strong>di</strong> riferimento erala Pasqua del Signore.Oggi si convive con il secolarismo,con il soggettivismo ra<strong>di</strong>cale che tipresenta l’uomo nuovo che ha recisole sue ra<strong>di</strong>ci con il passato. È l’uomoche si comporta secondo il modelloche gli offrono i me<strong>di</strong>a, che non sipreoccupano tanto dei contenuti, né<strong>di</strong> trasmettere valori, ma dell’in<strong>di</strong>ce<strong>di</strong> ascolto.I giovani imparano così... “cose nuove”:non si sentono bene in famiglia,perché gli adulti non li capiscono,non fanno che stare con qualchegruppo <strong>di</strong> amici che appaghi la voglia<strong>di</strong> evasione, non sanno godere dellecose semplici che intessono la vita <strong>di</strong>tutti i giorni, non sanno vivere responsabilmenteil loro dovere quoti<strong>di</strong>ano,che è poi la bussola che ne dovrebbeguidare la crescita.È <strong>di</strong>fficile oggi far scendere nel concretole proprie buone intenzioni <strong>di</strong>fronte al mondo dei giovani, vuoiperché il mondo degli adulti ha persola sua lineare responsabilità vuoiperché il linguaggio dei giovani si allontanasempre più dal linguaggiodel mondo degli adulti. Occorre unasorgente cui attingere e che <strong>di</strong>a unitàalla fatica <strong>di</strong> chi sente l’urgenza delproblema dell’educazione.Don Bosco ci <strong>di</strong>rebbe: questa sorgenteè l’amore che <strong>di</strong>venta forza,generosità preoccupazione non soloper il <strong>di</strong>sagio dei giovani, ma ancheper il clima culturale nel quale stiamovivendo e che riguarda tutti.Se è vero che il male fa più chiassodel bene, è anche vero che ci sonotanti che si preoccupano, ad ogni livello,<strong>di</strong> cambiare le cose, senza imezzi della grande comunicazione,ma con l’impegno <strong>di</strong> chi crede allapossibilità che le cose possano cambiare.Don Bosco, oltre alla grande ere<strong>di</strong>tàdella Congregazione Salesiana, halasciato altre forze che s’impegnanonel bene. Tra queste, l’organizzazionemon<strong>di</strong>ale degli ex allievi. I primipassi <strong>di</strong> questa organizzazionesono stati modesti. I primi ex allievisi sono trovati per un moto <strong>di</strong> riconoscenzaa festeggiare l’onomastico <strong>di</strong>don Bosco. Forse nessuno pensavache, da quel primo modesto inizio,ne potesse venire una grande organizzazione.Oggi il movimento degliex allievi è una grande realtà, nataanche sulla spinta <strong>di</strong> chi, come donRinal<strong>di</strong> il secondo successore <strong>di</strong> donBosco, ha impresso al movimentouna spinta decisiva in quanto ne èstato il grande organizzatore.Don Bosco ha apprezzato il movimentoiniziale degli ex allievi. Ne apprezzavala presenza nei vari incontrie raccomandava loro <strong>di</strong> vivere a livellofamiliare e sociale gli insegnamentiricevuti. Don Rinal<strong>di</strong> ha visto negliex allievi il frutto dell’impegno educativodei salesiani da guardare nonsolo con simpatia, ma anche da impegnareai vari livelli nel lavoro <strong>di</strong> testimonianzaumana e cristiana, che sitraduce con la partecipazione allamissione salesiana nel mondo.Il movimento, poiché i contesti culturalinel mondo sono <strong>di</strong>versi, non èriservato ai soli ex allievi <strong>di</strong> religionecristiana, ma anche ad ex allievi <strong>di</strong> altrereligioni. L’impostazione <strong>di</strong> fondofa riferimento all’importante binomiodell’educazione salesiana: faredei giovani degli onesti citta<strong>di</strong>ni edei buoni cristiani, dove convive lavisione laica e insieme cristiana dellavita, intesa ad orientare l’agire deigiovani.Per finire con una nota <strong>di</strong> famiglia, sideve <strong>di</strong>re che anche a <strong>Chiari</strong> c’è unbel movimento <strong>di</strong> ex allievi che ruotanointorno al San Bernar<strong>di</strong>no a cominciaredagli “Ex” del glorioso CollegioRota, ormai anziani, ma ancorafortemente legati ai principi dell’educazionericevuta. Ci sono poi i giovaniche in vario modo si stanno organizzandoper rivivere insieme imomenti belli della loro infanzia, masoprattutto perché convinti che con iSalesiani possono aggiornare l’educazionericevuta e farla fruttificareper sentirsi vivi in un mondo chesembra stia perdendo la memoriadel passato.don Guido BrambillaL’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


SPORTQuarant’anni in pista!Nel tardo pomeriggio <strong>di</strong> sabato30 novembre si è svolto, pressoil salone Marchetti, il tra<strong>di</strong>zionaleincontro <strong>di</strong> fine stagionedell’Atletica <strong>Chiari</strong> 1964 Libertas. Ilpresidente della società Daniele Rapettiha introdotto la riunione con ilconsuntivo dell’annata, presentandoal folto pubblico, composto per lo piùda atleti e genitori, i numeri dell’Atletica<strong>Chiari</strong>.Fra questi dati è da evidenziare il raggiungimento<strong>di</strong> 129 tesserati che, sud<strong>di</strong>visinelle varie categorie, hanno partecipatodurante l’anno a numerosi appuntamentiagonistici. Alla presenzadell’assessore allo sport del Comune <strong>di</strong><strong>Chiari</strong>, Giuseppe Partegiani e del presidenteregionale della Libertas, Danesi,ha preso la parola il sindaco <strong>di</strong><strong>Chiari</strong> che nel suo sintetico interventoha pure annunciato la buona novella!La pista <strong>di</strong> atletica a <strong>Chiari</strong> si fa!… e selo <strong>di</strong>ce il dott. “Mino”, non ci sono problemi.Era questa un’esigenza ormai improrogabiletenendo presente che oltrealla società <strong>di</strong> atletica clarense, costrettaad emigrare per anni, l’impiantosarà a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> tutte lescuole i cui alunni sono un potenzialeatletico non in<strong>di</strong>fferente.Luciano Bertolotti ha quin<strong>di</strong> dato inizioal momento celebrativo, chiamandoalla ribalta tutti i premiati, da AlessandroFrigeni, campione italiano“master”, categoria riservata a quei“giovani” che hanno già compiuto i 35anni, ai campioni regionali e provincialie a quanti nel 2002 hanno stabilitoil primato <strong>di</strong> società nelle varie gare.È stato il momento <strong>di</strong> Giulia Festa,campione regionale nei 50 metri pianie nel lancio del vortex (un attrezzopropedeutico al giavellotto) nella categoriaesor<strong>di</strong>enti, dei cadetti Alice Saba(80 piani) e Stefano Stasi (salto in lungo),degli allievi Daniela Moletta (400piani) e Roberto Serina (giavellotto)ed Arabi Yassine (3000 metri piani),tutti campioni regionali Libertas.Ben 12 (<strong>di</strong> cui indoor) sono stati i titoliprovinciali conquistati dagli atleti clarensi:ancora Giulia Festa si è impostanel vortex prima <strong>di</strong> aggiu<strong>di</strong>carsi il titolodella staffetta 4 x 400 esor<strong>di</strong>enti conle amiche Jessica Terzi, Marta Antonellie Ilaria Savol<strong>di</strong>.Un’altra staffetta femminile 4 x 400composta dalle allieve Daniela Moletta,Alessandra Saleri, Alessia Ambrosianie Michela <strong>Chiari</strong> è salita sul gra<strong>di</strong>nopiù alto del po<strong>di</strong>o. Stesso risultatoper i lanciatori cadetti Fausto Capoferri(peso) e Cristina Abatiello (<strong>di</strong>sco).Anche Elena Toti nel triplo indoor,Paola Bertolotti nei 400 piani eClau<strong>di</strong>a Pedersoli nel martello allievehanno raggiunto l’oro provinciale.Andrea Vignoni (junior) e Michela<strong>Chiari</strong> (allieve) sono risultati primi nelsalto con l’asta.Per l’Atletica <strong>Chiari</strong>, organizzatricedelle celebre gara “Salto con l’asta inpiazza”, è grande motivo <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione,specie se si considera che Michela,con 3,30, ha uguagliato il primatoregionale e stabilito il primato provincialee <strong>di</strong> società.Altri primati societari sono stati riscrittigrazie ad Andrea Vignoni (3.40<strong>di</strong> asta), Giulia Festa (50 piani e vortex)Alice Saba (80 e 150 piani) ed ancoraJessica Terzi nei 60 ostacoli e DanielaMoletta nei 100 ostacoli.La lista si allunga con Ilaria Reccagnicon il peso, Francesca Zuccali con ilgiavellotto, Stefano Zani sui 50 piani eGiuseppe Prisco sui 60 ostacoli.Non dobbiamo <strong>di</strong>menticare infinequanti sono stati chiamati, per il lorovalore tecnico, nelle varie rappresentativeregionali e provinciali a partireda Marco Ossoli che ai CampionatiItaliani Promesse ha raggiunto il sestoposto, per continuare con StefanoZerbini (peso), Samuele Festa (lungo)e Virginia Gaballo (giavellotto).Tutti sono da aggiungere ai parecchiatleti già citati.Non va <strong>di</strong>menticata, infine, la buonaannata <strong>di</strong> Paolo Loschi.Ci preme sottolineare che tutta l’attivitàdell’Atletica <strong>Chiari</strong> 1964 è statacompen<strong>di</strong>ata anche quest’anno in unopuscolo dove c’è tutto, curato congrande maestria dal consigliere MauroBegni, a coronare un 2002 <strong>di</strong> tutto rispettoper gli atleti della società, che èprossima al compimento dei quarant’anni<strong>di</strong> attività in quel <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>.Franco Ducci35L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


36Opere parrocchialiBene<strong>di</strong>zione Famiglie € 205,00Un pensionato per sostentamento clero 50,00Santo e Bruna per la Madonna del Sacro Cuore <strong>di</strong> Gesù 50,00La classe del 1937 50,00N. N. 400,00Comunione ammalati 390,00Banca Popolare <strong>di</strong> Bergamo - Cre<strong>di</strong>to Varesino 130,00L’offerta <strong>di</strong> 200 euro, effettuata dall’ “Assoc. Naz. Carabinieri,Sezione <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>” e pubblicata sul bollettino <strong>di</strong> Settembre attribuendolaalle “Opere parrocchiali”, in realtà era a favoredel Centro Giovanile.Tegole per Santa MariaGliArtiglieri<strong>di</strong><strong>Chiari</strong>nellafesta<strong>di</strong>SantaBarbara 50,00N. N. 50,00N. N. 50,00L’or<strong>di</strong>ne francescano secolare 100,00N. N. 50,00N. N. 100,00I coscritti del 1944 250,00N. N. 50,00N. G. Per il 50° <strong>di</strong> matrimonio 500,00M. P. 50,00N. N. in memoria dei defunti 25,00N. N. 20,00N. N. 150,00Le famiglie della Cappella dei “Casotti” 110,00N. N. 100,00Le consorelle del S.S. Sacramento 500,00Don Attilio Belleri 3.000,00N. N. in ricordo dei propri defunti 50,00Un pensionato 50,00N. N. 50,00Una pensionata ed i nipoti per S. Maria 500,00N. E. 25,00S. Messa in memoria dei donatori A.I.D.O.Sezione <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> 250,00N. N. 20,00Priscilla e Aquila 35,00R. V. 25,00F. F. 100,00B. O. 100,00Fratelli Loda 150,00In memoria <strong>di</strong> Santo Colombi 100,00N. N. 50,00S. G. 30,00N. N. 25,00N. N. 30,00Offerte cassettina centro chiesa 281,00In memoria dei propri defunti 50,00B. P. in memoria dei propri defunti 15,00A. F. in ricordo <strong>di</strong> Franco 50,00Moglie e figli in memoria <strong>di</strong> Giuseppe Borella 500,00P. P. 75,00La moglie in ricordo del marito Francesco 10,00N. N. 20,00Famiglia Cogi 50,00N. N. 20,00G. L. in ricordo <strong>di</strong> Rocco Lorini 50,00N. N. in memoria dei propri defunti 30,00N. N. 25,00Quadra Cortezzano 250,00Una famiglia 1.000,00In memoria <strong>di</strong> Pasquale e Laura 500,00Il gruppo S. Giovanni a memoria <strong>di</strong> don Luigi Funazzi 50,00N. N. 20,00Le Suore Ancelle della Carità della Casa <strong>di</strong> Riposo 50,00I <strong>di</strong>pendenti SOPAR in memoria <strong>di</strong> Giuseppe Borella 80,00N. N. 15,00D. M. G. e R. 20,00N. N. in memoria dei genitori defunti 50,00Lucia Mombelli 10,00Associazione Pensionati <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> 100,00In memoria <strong>di</strong> Giuseppe Gozzini 300,00In memoria <strong>di</strong> Alessandro 5,00N. N. 50,00Gruppo anni ’70 in memoria <strong>di</strong> don Luigi 75,00N. N. 50,00N. N. 50,00In memoria del nonno Luigi 60,00N. N. 20,00G. A. 500,00N. N. 10,00N. N. 20,00F. M. e E. 15,00Beatrice in memoria dei genitori 50,00F. A. 20,00N. N. 8,00Totale offerte <strong>di</strong> questo mese 11.299,00Totale somma raccolta al 24 <strong>di</strong>cembre 2002 20.824,00I lavori effettuati e da effettuare nella Chiesa <strong>di</strong> Santa Maria prevedonoun costo <strong>di</strong> circa 150.000 euro, comprendenti la sostituzionedella caldaia (lavoro già eseguito lo scorso inverno) e la sistemazionedella cupola e <strong>di</strong> parte dei tetti.Uscite al 24 <strong>di</strong>cembre 2002 40.989,50Centro GiovanileOfferte non segnalate per errorenella compilazione del mese precedenteDirezione e <strong>di</strong>pendenti ALU-M.E.C.in memoria <strong>di</strong> Mario Goffi 200,00Famiglia Goffi in memoria <strong>di</strong> Lorenzo Goffi 300,00Famiglia Trainini in memoria <strong>di</strong> Luigi Aio 200,00Famiglia Gino e Franco Bergamaschiin memoria del caro Luigi Aio 200,00I colleghi del Martiri e Pedersoliin memoria del papà della collega Laura Gual<strong>di</strong> 125,00Comunità San Giovanni 47,25Bimbi <strong>di</strong> Luigina 14,00In memoria <strong>di</strong> Glisente Valtulini 50,00Giuseppina Fenaroli 260,00I familiari nel 10° anniversario della morte<strong>di</strong> Stefano Vizzar<strong>di</strong> 150,00N. N. in memoria <strong>di</strong> Faustino Giacomo Platto 1.000,00Ultima domenica <strong>di</strong> ottobre (Busta della generosità) 3.598,33Offerte cassettina centro Chiesa 94,00Dal 18 novembre al 24 <strong>di</strong>cembre 2002I coltivatori <strong>di</strong>retti <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>nella festa del ringraziamento 160,00Associazione Spose e Madri Cristiane 1.000,00N. G. per il 50° <strong>di</strong> matrimonio 500,00Moglie e figli in memoria <strong>di</strong> Adolfo Mura 250,00N. N. a ricordo e suffragio<strong>di</strong> Monsignor Angelo Zanettinel 2° anniversario della morte 500,00Elisa-Pietro in memoria dei defunti Garzetti e Cucchi 100,00Un gruppo <strong>di</strong> agricoltori 220,00I familiari in ricordo <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Casalis 100,00Comunità San Giovanni 40,79Comunità Ospedale ultima domenica <strong>di</strong> ottobre 120,00Associazione Nazionale Carabinieri - Sezione <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> 150,00N. N. 50,00La Famiglia Festa in memoria <strong>di</strong> Dante Grassi 75,00L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


In ricordo <strong>di</strong> Simone Burni 75,00Ultima domenica <strong>di</strong> novembre (Busta della generosità) 3.701,42Offerte cassettina centro Chiesa 172,00Associazione Genitori e Ginnastica Artisticae Aerobica in occasione della Messa dello sportivo 200,00N. N. 70,00La famiglia Vezzoli in memoria <strong>di</strong> Giuseppe Borella 300,00A. e S. 100,00Lucia Mombelli 10,00In memoria <strong>di</strong> Alessandro 50,00Ilar Verniciatura e Italserramenti 500,00La moglie in ricordo del marito Beppe Rocco 150,00Famiglia Festa 25,00N. N. 50,00Saldo al 15 novembre 2002 - 1.068.878,77Offerte dal 15 novembre al 24 <strong>di</strong>cembre 2002 14.907,79Uscite dal 15 novembre al 24 <strong>di</strong>cembre 2002 - 13.843,20Saldo al 24 <strong>di</strong>cembre 2002 - 1.067.814,18Al momento attuale il debito per la realizzazione del Centro giovanileè parzialmente coperto dal mutuo a tasso agevolato che verrà estintocon rate semestrali <strong>di</strong> oltre 57.556,77 euro per altre se<strong>di</strong>ci rate neiprossimi anni. In parte si stanno utilizzando i fi<strong>di</strong> delle banche e il tutto,sispera,verràrisanatoconlaven<strong>di</strong>tadeilocalisitiinvicoloTonale,come annunciato nel bollettino <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre. Il debito non <strong>di</strong>minuiscesensibilmente, come qualcuno ha osservato, perché sono ancora incorso gli ultimi pagamenti alle <strong>di</strong>tte che hanno lavorato per il Centro.ClarondaAssociazione Spose e Madri Cristiane 500,00O. A. 100,00Giovanni Olmi4/11/1909 - 7/2/1975Luigi Ebranati4/2/1923 - 13/10/1986Martina Navoni in Olmi22/1/1910 - 9/1/1994Eugenio Ebranati22/1/1956 - 6/1/1983Nel numero <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre 2002 del bollettino erano presentialcuni errori. Non tutte le offerte erano state segnalate,la fotografia dell’Unitalsi recava l’improbabile datadell’anno <strong>2003</strong> e la sequenza numerica dei battesimi eraerrata. Chie<strong>di</strong>amo venia ai lettori per questi involontarierrori.37Santo Colombi12/9/1938 - 18/1/2002Ester Mazzotti15/3/1926 - 14/1/2001Madre Paola Del Frate27/1/1916 - 20/9/2002dott. Franco Del Frate1/9/1925 - 12/3/1977Gianmario Galli2/2/1944 - 22/12/1982Giulio Festa3/11/1936 - 21/1/1999Agape Pina Del Frate23/8/1921 - 1/11/2002Ha vissuto una vita breve<strong>di</strong> intenso lavoroe sacrificio.Ha affrontato ogni ostacolo conla sua coscienza<strong>di</strong> uomo onesto.Ha fatto del bene, ha sofferto,ha amato, ha avuto molta fede.È stato profondamentesemplice, nella gioiae nel dolore.Pasquale Ferrara2/2/1936 - 13/11/2002Mario Cancelli1/5/1929 - 9/1/2001L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


IN MEMORIAMadre PaolaDel FrateLuigi GiuseppeBorella<strong>di</strong> anni 7838Venerdì 20 settembre, sul fardella sera, sorella Morte visitòla Comunità Canossiana <strong>di</strong> Pavia,in corso Garibal<strong>di</strong>. Si avvicinò dolcementeaMadrePaolaDelFratechel’attendeva per essere consegnata alPadre al quale, fin dalla giovinezzaaveva donato tutta se stessa.Madre Paola, era nata a <strong>Chiari</strong> (BS) nel1916. L’attendeva con amore e gioiaunabellafamigliaricca<strong>di</strong>fedee<strong>di</strong>bontà.Mamma, papà e fratelli furono lietidell’evento atteso e tutti insieme si impegnaronoa crescerla con delicatezza eamore. In tale felice situazione, la nostraPaola, ben presto rinata alla vitadella grazia, crebbe umana e docile.La prima infanzia passò quin<strong>di</strong> tranquillae felice. In seguito nella scuolaelementare si evidenziarono le sue belledoti: intelligenza e <strong>di</strong>ligenza unitealla capacità <strong>di</strong> relazione vista soprattuttocon la generosa prestazione <strong>di</strong>aiuti ai compagni e <strong>di</strong> docilità agli insegnanti,la resero cara e assai stimatanel complesso scolastico. Anche a Bergamonel Collegio Canossiano, dovecompì gli stu<strong>di</strong> per l’abilitazione Magistrale,si ricorda Paola come un’amicabuona e un’allieva impegnata. Sempreottimi i suoi risultati. Pure in famigliafu sempre esemplare.In questo clima Paola maturò la suabella vocazione alla vita consacrata trale Canossiane. Giovanissima, ottennedai parenti che tanto amava e chel’avevano assai cara il consenso per entrarenel noviziato <strong>di</strong> Bergamo ovefece la sua professione religiosa. Lasua sensibilità le offrì inoltre occasioniper esprimere al Signore il suo amoreanche nelle rinunce e nelle quoti<strong>di</strong>ane<strong>di</strong>fficoltà, ma soprattutto nelle lotte riservatein particolare a chi decide <strong>di</strong> viverenella sequela <strong>di</strong> Cristo: casto, povero,obbe<strong>di</strong>ente.Ecco come la ricorda una consorellache, a nome della Comunità, le porse ilsaluto fraterno all’inizio dei suoi funeraliche furono un momento <strong>di</strong> partecipazione.Erano presenti parenti, consorelle,alunni delle scuole, persone econoscenti che ricordavano e<strong>di</strong>ficati isuoi esempi e le sue attenzioni.Sorella Paola carissima,il saluto terreno delle Sorelle dellatua comunità, all’inizio <strong>di</strong>questa celebrazione eucaristica, vuoleessere l’espressione commossa e riconoscenteper tutto quello che tu sei stataper noi. Una sorella tanto cara, la cuipresenza dolce, comprensiva e gentile,sempre ricca <strong>di</strong> amore, era capace <strong>di</strong><strong>di</strong>ffondere pace e serenità.Nelle tue <strong>di</strong>verse responsabilità nellenostre Comunità; nella scuola e nei ministerispecifici del nostro carisma canossiano,catechesi, oratori, colonieestive ecc., ci hai insegnato che unacosa sola conta veramente: la ricerca <strong>di</strong>Dio solo, lui solo amare, per lui solo sacrificarsi.La musica e la pittura eranoper te l’occasione geniale per arricchirei nostri momenti liturgici. Sapevi pregaree aiutare a pregare!Esile, graziosa nella persona e in ognitua manifestazione, soprattutto nellascuola dove hai realizzato te stessa: laCanossiana educatrice assai desideratae amata dagli alunni e dalle mammeche ancora ti ricordano con venerazione.Forte e soave, ben preparata e sicuranell’insegnamento sei stata anche per lecolleghe un punto <strong>di</strong> riferimento altamentequalificato. Eri capace <strong>di</strong> costruiree <strong>di</strong> rivivere rapporti <strong>di</strong> amicizia matura,il cui obiettivo era la scoperta <strong>di</strong> Lui,l’assoluto bene della nostra esistenza.Nella vita comunitaria sapevi trovare ilmomento giusto per creare <strong>di</strong>stensione eallegria allo scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssipare stanchezzefisiche e <strong>di</strong>fficoltà. Eri faceta e genialenel trovare piccoli graziosi scherzi e battutericche <strong>di</strong> delicato e sano umorismo.Anche in questi ultimi anni <strong>di</strong> tanta sofferenzaper te e quin<strong>di</strong> anche per noi erauna fortuna incontrarti per la gioia <strong>di</strong>sentirci sempre attese e desiderate. Unavera esperienza <strong>di</strong> autentica fraternitàofferta nella semplicità più cor<strong>di</strong>ale egratificante. Grazie sorella Paola.* * *Ed ora mentre ti accompagniamoall’Infinito Eterno amore del Padre,affi<strong>di</strong>amo alla tua intercessione ogninostra ansia <strong>di</strong> bene e <strong>di</strong> santità.Un cristiano docL’otto <strong>di</strong>cembre 2002 alle ore 5.30volava in Cielo, accompagnata dall’Immacolata,l’anima bella <strong>di</strong> GiuseppeBorella, nostro caro e amatoconcitta<strong>di</strong>no. La sua morte è stata unlieto evento, malgrado il dolore nelquale lasciava i suoi cari. Ma era piùche naturale che una vita <strong>di</strong> fede intensa,con una viva devozione all’Eucaristiae alla Madonna, fosseconclusa felicemente con accantoGesù e Maria. Era il 13 maggio 1943in piena guerra (ricor<strong>di</strong>amo che il 13maggio è il giorno della prima apparizionedella Vergine Santissima delRosario a Fatima) e Giuseppe, appena<strong>di</strong>ciannovenne, partiva per il serviziomilitare. Sua madre, santa donna,con le lacrime agli occhi lo salutava ebaciava raccomandandogli <strong>di</strong> comportarsisempre bene anche da soldatocome a casa e gli mise in tasca lacorona del Rosario, sussurrandogliall’orecchio <strong>di</strong> recitarlo sempre tuttele sere. Ciò che egli fece, persino recitandolocon i compagni <strong>di</strong> caserma iquali dapprincipio erano più che riluttanti,ma Giuseppe li conquistòtutti, piano piano, con amore, con ilbuon esempio, al punto che un amico<strong>di</strong> camerata all’invito che Giuseppefaceva <strong>di</strong> andare a Messa e recitare ilRosario esclamò ad alta voce e innome <strong>di</strong> tutti i presenti: «Giuseppe, ate non si può <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no mai, sei tantobuono con noi e ci dai tanto buonesempio che non ci è possibile contrad<strong>di</strong>rtie <strong>di</strong>sgustarti».La guerra infuriava, gli alleati avanzavano,i tedeschi in ritirata. L’ottosettembre ci fu l’armistizio. Si credevafinita la guerra, ma i soldati presentiin caserma, compreso Giuseppe,furono tutti deportati in campo <strong>di</strong>L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>


concentramento in Germania. Quirimasero fino alla fine della guerra,tra sofferenze inau<strong>di</strong>te, fame, freddo,lavori forzati... Giuseppe, confidandoin Dio e fedele al suo Rosario, neuscì sano e salvo quando finalmentepoté, libero, ritornare a casa nel giugno1945. Purtroppo al suo arrivotrovò una triste sorpresa, la sua casa,la sua cascina bombardata, fu totalmente<strong>di</strong>strutta. Giuseppe non se nelamentò. Ringraziò il Signore <strong>di</strong> essereritornato, si rimboccò la maniche ecominciò a ricostruire la sua casa.Giuseppe noi ti ricor<strong>di</strong>amo con tantoaffetto e ammirazione e ti preghiamo<strong>di</strong> chiedere a Dio per noi e per tutta<strong>Chiari</strong> la grazia <strong>di</strong> imitarti qui in terraper riabbracciarti lassù in cielo.Chi vuol saperne <strong>di</strong> più chieda il suo<strong>di</strong>ario ai suoi familiari.d. D.Battesimi103. Leonardo Gerri104. Francesca Locatelli105. Chiara Martinelli106. Elena Martinelli107. Davide Olmi108. Stefano Zitelli109. Sara Barbieri110. Nicholas Dionisio111. Angelo Lindo Fiorini112. Iacopo Pagani113. Riccardo Edoardo RosolaMatrimoni47. Sandro Ferraricon Cristina Buffoli48. Giovanni Buizzacon Antonietta Rondanini49. Giuseppe Meneghinicon Francesca Lucia Turotti50. Vito Campanellacon Sara CancelliDefunti120. Rina Comensoli <strong>di</strong> anni 79121. Francesco Innocenti 77122. Lucia Citta<strong>di</strong>ni 69123. Faustina Malzani 92124. Giuseppe Luigi Borella 78125. Fedele Can<strong>di</strong>da Bianchi 70126. Maria Vezzoli 88127. Giancarlo Bancora 77128. Arturo Chionni 79129. Marina Mombelli 71130. Attilio Stefanelli 87131. Maddalena Giacobbi 76132. Giuseppe Tomasoni 65133. Lucia Baresi in Ranghetti 60<strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>2 G Ss. Basilio e GregorioPrimo del mese3 V S. Nome <strong>di</strong> GesùPrimo del mese4 S S. FaustaPrimo del meseCampo invernale dei giovani ad Assisi5 D 2ª Domenica dopo NataleSir 24,1-4.9-12; Sal 146,12-15.19-20; Ef 1,3-6.15-18; Gv 1,1-186 L Epifania del SignoreIs 60,1-6; Sal 71,1-2.7-8.10-13; Ef 3,2-3.5-6; Mt 2,1-127 M S. Luciano8 M S. Severino9 G S. Giuliano10 V S. Aldo11 S S. Igino12 D Battesimo del SignoreIs 55,1-11; Cant, Is 12,2.4-6; 1Gv 5,1-9; Mc 1,7-1113 L S. Ilario14 M S. Benedetta15 M S. Mauro16 G Beato Giuseppe Tovini, bresciano17 V S. Antonio abate18 S S. Prisca19 D 2ª fra l’anno - S. Mario1Sam 3,3-10.19; Sal 39,2-4ab.7-10;1Cor 6,13c-15a.17-20; Gv 1,35-4220 L S. Sebastiano21 M S. AgneseFesta della traslazione <strong>di</strong> Sant’Agape22 M S. Vincenzo23 G Beata Paola Gambara Costa, bresciana24 V S. Francesco <strong>di</strong> Sales25 S Conversione <strong>di</strong> S. Paolo26 D 3ª fra l’anno - Ss. Timoteo e TitoGio 3,1-5.10; Sal 24,4b-9; 1Cor 7,29-31; Mc 1,14-2027 L S. Angela Merici, vergine bresciana28 M S. Tommaso d’Aquino29 M S. Costanza30 G S. Martina31 V S. Giovanni BoscoFebbraio <strong>2003</strong>1 S S. Ver<strong>di</strong>anaPrimo del mese2 D 4ª fra l’anno - Presentazione del SignoreGiornata in <strong>di</strong>fesa della vita39L’Angelo - <strong>Gennaio</strong> <strong>2003</strong>

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