EdiliziaL’edilizia residenzialesta andando in crisiCon la nostra esperienza, anche noi possiamo contribuire alla ripresadi Bruno RazzaTutti ci rendiamo conto di quanto il settoredell’edilizia sia in difficoltà. Nessunprivato è più in grado di acquistare unterreno edificabile, pochissimi sono coloroche possono permettersi il lusso dicostruire la villetta che negli anni trascorsiera un obiettivo raggiungibile da moltinella normalità, le imprese di costruzionisi sono sensibilmente ridimensionate,i muratori qualificati quasi non cisono più, i prezzi sono alle stelle, i mutuisono troppo pesanti ed i redditi sono,ovunque, insufficienti.È il segno evidente che dalle nostre partisiamo in crisi. L’edilizia è lo specchio piùevidente della vitalità della nostra economia.Quando in molti costruiscono, com-perano e lavorano in edilizia, tutte le attivitàvanno meglio, producono positivamenteun grande indotto e ce ne accorgiamosignificativamente. Per contro, quandol’edilizia è ferma, tutto il resto rallentafino a fermarsi e non riusciamo a capirecosa stia succedendo.Nell’ordinarietà della nostra imprenditoriaedilizia, ormai i pochi terreni edificabili(spesso condizionati ed appesantitidalla obbligatoria e preventiva urbanizzazione)vengono acquistati soltantodalle imprese, le quali nella maggior partedei casi, non possono permettersi di pagareil terreno in denaro, ma lo acquistanopromettendo in permuta un alloggiood una villa a schiera, con risultati spes-dimensione <strong>GEOMETRA</strong>6/200824
so insoddisfacenti. Poi quando ce la fannoa costruire, tra centinaia di problemi,cercano di realizzare sette case, laddovece ne starebbero cinque, in modo daprodurre di più ed amplificare gli utili, aspese naturalmente degli acquirenti, chesono costretti ad acquistare alloggi semprepiù piccoli a prezzi sempre più elevati,con la inconsapevole benedizionedelle agenzie immobiliari.Così, si costruiscono alloggi sempre piùrisicati dal punto di vista della dimensione,mentre si fa magari grande attenzioneal contenimento energetico, alle impiantistiche,alle finiture ed alle certificazioniche tutte le nuove leggi ci impongono.Sempre più spesso vediamo case nuovecon angoli cottura, angoli soggiorno e camere,dove non si riesce a far stare la cucina,il tavolo o l’armadio, mentre ancoraladdove possibile, troviamo grandi tavernenell’interrato, dove si terranno soltantole feste di compleanno dei figli fintantoche saranno in età scolare e poi, diventerannodei grandi ripostigli, ricoveripolverosi pieni di ogni cosa.In tante cucine non si riesce ad aprire laporta perchè sbatte contro il frigorifero;in tanti bagni bisogna schivare i sanitariper poter chiudere la porta alle spalle;nelle nuove camere matrimoniali non stapiù “l’armaròn” e così via.Le soluzioni progettuali sono sempre piùtirate all’osso e, quindi, la qualità dellafunzionalità abitativa anche nelle nostrecase lentamente degrada.Per altro, invece, ci accorgiamo che tantinostri amici e clienti, i quali a suo tempohanno costruito con tanto entusiasmocase bellissime con soggiorni enormi,taverne per le feste, camere in sovrabbondanza,terrazze splendide, oggi si ritrovanocon i figli sposati che se ne sonoandati da casa, da soli in due, a vive-re in vani enormi e vuoti, che non si riesconoa riempire più nemmeno a Capodannoo a Natale.E naturalmente vorrebbero vendere, perandare ad abitare in un mini alloggio, possibilmenteal piano terra, con lo strettonecessario. Ma quelle residenze, così grandi,chi le acquista con i prezzi di oggi?Sono queste le contraddizioni della nostraedilizia, per certi versi abbondantee per altri minimalista, dove dobbiamotrovare, assieme a tutti gli operatori (amministrazionie banche in primis) il giustoequilibrio in una soluzione mediana,ragionevole e soprattutto fattibile ed allaportata della nostra gente.Non dobbiamo sentirci in colpa per questo,abbiamo fatto e continuiamo a faresoltanto il nostro dovere, rincorrendo eda volte precedendo, le necessità ed i desideridella nostra committenza, che cambianocon il cambiare dei tempi.Oggi dobbiamo preoccuparci di aggiustareconvenientemente il vecchio edificato,riqualificandolo nelle necessità e conle possibilità della committenza.I tempi sembrano bui, ma la nostra capacitàdi adattamento e la nostra competenzaall’interno della società, ci fanno bensperare per il futuro e di certo sapremouscirne anche stavolta, portando il nostrocontributo per un’edilizia abitativa nuovae più coerente con la realtà.dimensione <strong>GEOMETRA</strong>256/2008