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N. 5 - Maggio 2003 - Parrocchia di Chiari

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Notiziario della Comunità <strong>Parrocchia</strong>le <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> - N. 5 - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong> - Spe<strong>di</strong>zione in a. p. Art. 2 Comma 20/c - Legge 662/96 - F. Bs.


6Dio, sull’uomo, sul cosmo e sui destinidel mondo: «Finché sono nel mondo,sono la luce del mondo» (Gv 9, 5).Per il Papa il Rosario è preghieraorientata per sua natura alla pace, inquanto la sua essenza è la contemplazione<strong>di</strong> Cristo, Principe della pace e«nostra pace»; è preghiera della famigliae per la famiglia, che viene invitataa recitarlo per recuperare il momentodell’unità e del <strong>di</strong>alogo (spesso compromessodal monopolio della televisione),per «immettere nella vita quoti<strong>di</strong>anaben altre immagini, quelle delmistero che salva: l’immagine del Redentore,l’immagine della sua Madresantissima»; è preghiera per i figli e,ancor più, con i figli, per accompagnarli«nell’itinerario della crescita mentreintorno ci sono le seduzioni della droga,<strong>di</strong> un edonismo sfrenato, delletentazioni della violenza, delle piùvarie espressioni del non senso e della<strong>di</strong>sperazione».Ma c’è <strong>di</strong> più. Il Papa insiste più volte,richiamando anche le parole <strong>di</strong> PaoloVI, sul carattere spiccatamente contemplativodel Rosario. Il bisognosempre più ricorrente <strong>di</strong> spiritualità, larichiesta <strong>di</strong> senso, il desiderio <strong>di</strong> ritrovarela propria interiorità, oggi si rivolgonospesso a forme <strong>di</strong> misticismo e <strong>di</strong>me<strong>di</strong>tazione ricercate in altre religioni,soprattutto orientali, che si propongonocon modalità piuttosto accattivanti- <strong>di</strong>ce il Papa - anche per i cristianiche, per la poca conoscenza dellanostra tra<strong>di</strong>zione contemplativa, si lascianosedurre da quelle proposte. Sela lettura e la me<strong>di</strong>tazione <strong>di</strong> testi biblicici risulta troppo <strong>di</strong>fficile, o forse arida,perché sembra chiamare in causapiù la mente che il cuore, rivolgiamocia questa preghiera, che nella sua essenza<strong>di</strong> contemplazione ci impegnanell’amore, espresso con formulefacili, ripetute. Ma è proprio dell’amore,scriveva Carlo Carretto, “ripetersicol ritmo delle parole semplici ecalde”.E infine, anticipando le obiezioni <strong>di</strong>chi lo potrebbe ritenere preghiera«poco ecumenica, per il suo caratterespiccatamente mariano», il Papa <strong>di</strong>cecon forza che, se riscoperto in modoadeguato, il Rosario è un aiuto, noncerto un ostacolo all’ecumenismo , inquanto il culto a Maria (lo ha riba<strong>di</strong>toanche il Concilio) è orientato al centrocristologico della fede cristiana.Enrica GobbiMAGGIO, MESE DI MARIALa Pace in parole e opereLa corona del Rosario, nello scorrere dei grani, accompagna la preghieramariana per eccellenza del mese <strong>di</strong> maggio, intercalando ledecine <strong>di</strong> Ave Maria con Padrenostro e Gloria che alternano la successionedei Misteri. Ma questo oggetto <strong>di</strong> devozione in<strong>di</strong>ca il Rosario stesso,quando si intenda recitare la corona come florilegio <strong>di</strong> rose simboliche,offerte in preghiera alla Vergine Maria.Nell’abitato clarense, urbano e periferico, per il mese <strong>di</strong> maggio si riproponetra<strong>di</strong>zionalmente l’appuntamento del Rosario, segnale autentico <strong>di</strong> un’affezionemariana ra<strong>di</strong>cata e viva nel presente. Diversi sono i gruppi <strong>di</strong> animazioneper questa recita serale, radunati nelle santelle, nelle cappellette e nellechiese <strong>di</strong>sseminate sul territorio. Anche nei quartieri residenziali densamentepopolati delle zone suburbane della nostra città, si apprezzano punti<strong>di</strong> ritrovo per l’orazione del mese <strong>di</strong> maggio, variamente <strong>di</strong>stribuiti secondole <strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong>slocazioni abitative, tra i condomini e nei villaggi, in unitinerario pellegrinante delle immagini sacre o delle statue che riproduconol’effige <strong>di</strong> Maria, Regina del Rosario.Tra le corone, come strumenti <strong>di</strong> preghiera, la scelta possibile spazia da gioiellipreziosi a oggetti <strong>di</strong> valore comune. Recentemente è stata introdottauna corona particolare, i cui grani hanno colori <strong>di</strong>versi, uno per ogni Continente.La tonalità cromatica variabile rende visivamente le <strong>di</strong>fferenze esistentitra i popoli <strong>di</strong> tutto il mondo, uniti in forma simbolica dal legame <strong>di</strong>preghiera che si snoda nello scorrere della corona. Con sollecitu<strong>di</strong>ne e fermezza,instancabile si leva l’invito del Pontefice all’intera comunità cristianaa rivolgere intenzioni <strong>di</strong> preghiera, attraverso la recita del Rosario, invocandola Pace per gli uomini del mondo intero. Si ripropone come attuale, pur a<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> quarant’anni dalla sua pubblicazione, il messaggio dell’enciclicaPacem in terris <strong>di</strong> Giovanni XXIII: la Pace è impegno permanente e strumento<strong>di</strong> conversione del cuore <strong>di</strong> ogni uomo, in uno stile <strong>di</strong> vita fondato sui quattropilastri della verità, della giustizia, dell’amore e della libertà, specialmente<strong>di</strong> fronte agli avvenimenti contemporanei che <strong>di</strong>mostrano drammaticamentel’urgenza <strong>di</strong> costruire una nuova era <strong>di</strong> Pace.Alla luce del messaggio evangelico <strong>di</strong> riconciliazione e <strong>di</strong> solidarietà, la Pacesi promuove come segno <strong>di</strong> speranza e promessa <strong>di</strong> unità per l’intera famigliaumana nella preghiera comunitaria del mese mariano alla Vergine del Rosario,Regina della PaceR. A.L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


Di che cosa si tratta?Il progetto Portaparola si propone<strong>di</strong> ridefinire la tra<strong>di</strong>zionale BuonaStampa parrocchiale, rilanciandocon strumenti nuovi, al passo con itempi e in sintonia con la <strong>Parrocchia</strong>,la rete dell’informazione culturale <strong>di</strong>voce cattolica all’interno della nostracomunità clarense.Promuovere e incentivare interesseper la stampa cattolica significa riconoscereun maggiore rilievo alla visibilitàe <strong>di</strong>ffusione degli orientamenti cristiani,nella consapevolezza che un impiegovalido degli strumenti della comunicazione<strong>di</strong>venti un’opportunitàimportante per inaugurare una stagionenuova della pastorale.Al giorno d’oggi ogni persona, in casao sul lavoro, viene “bombardata” damessaggi informativi che giungonodalla TV, dai giornali, attraverso i canalidei mezzi <strong>di</strong> comunicazione attualmentepiù seguiti dal pubblico.Quel che si legge sulla carta stampata,quel che passa in video, alla ra<strong>di</strong>o, alcinema, a teatro è tutt’altro cheirrilevante per le scelte personali <strong>di</strong>Fede.Essere credenti oggi non significaesprimere semplicemente un orientamento<strong>di</strong> pensiero, secondo una visualein<strong>di</strong>vidualistica ed isolata. Diventaqualificante invece, per l’intera comunità<strong>di</strong> appartenenza, maturare, attraversolo scambio e la relazione interpersonale,una capacità <strong>di</strong> intervento,manifestando, come citta<strong>di</strong>ni cattolici,una presenza più incisiva che tende adestendersi fuori dalla ristretta cerchia<strong>di</strong> conoscenze personali, come puredalle nicchie protette professionali olavorative.Di fronte al rischio che la voce cattolicaresti isolata o subalterna, nel labirinto<strong>di</strong> un’informazione prevalentementesecolarizzata come quella contemporanea,avere “strumenti-amici”cui attingere senza sospetti, è un invitoad interpretare gli avvenimenti delmondo, vicino e lontano, con l’istintodel ragionamento più che della spettacolarizzazioneforzata, per maturareun livello <strong>di</strong> comprensione personale.“Agli operatori nel campo della cultura e dellacomunicazione la Chiesa guarda con fiduciae con attesa perché, come protagonisti deicambiamenti in atto in questi ambiti, in unorizzonte <strong>di</strong> crescente globalità, essi sonochiamati a leggere ed interpretare il tempopresente e in<strong>di</strong>viduare le strade per una comunicazionedel Vangelo secondo i linguaggie la sensibilità dell’uomo contemporaneo”.Giovanni Paolo IIU<strong>di</strong>enza ai partecipantial Convegno “Parabole Me<strong>di</strong>atiche”Roma, 9 novembre 2002Pur esistenti, i me<strong>di</strong>a cattolici o <strong>di</strong> ispirazionecristiana sono però spesso ritenutimarginali. In particolare per lastampa <strong>di</strong> ispirazione cattolica quoti<strong>di</strong>ana,settimanale e perio<strong>di</strong>ca, non apparesufficiente collocare un punto-ven<strong>di</strong>tapassivo, in un angolo in fondoalla Chiesa, ma si intende puntaread un’iniziativa promozionale megliovisibile.Che cosa fare in concreto?Informarsi attraverso la lettura è ilmetodo più efficace per conoscereglieventicontemporaneieampliareil proprio criterio soggettivo <strong>di</strong>valutazione dei fatti, arricchendolocon lo scambio <strong>di</strong> idee.Apprezzare gli orientamenti propostidalla stampa <strong>di</strong> ispirazione cattolicasignifica rendersi portavoce <strong>di</strong> un’identitàculturalechesifavantodelleproprie ra<strong>di</strong>ci cristiane, senza pregiu<strong>di</strong>zio complessi <strong>di</strong> inferiorità, ma <strong>di</strong>sponibileal confronto con gli altri inogni ambiente, in famiglia, sui luoghi<strong>di</strong> lavoro, a scuola e nel tempo libero.Conoscere e seguire la programmazionetelevisiva e ra<strong>di</strong>ofonica <strong>di</strong> voce cattolica<strong>di</strong>ffusa attraverso TV SAT 2000,canale televisivo satellitare, InBlu - lara<strong>di</strong>o satellitare della Conferenza Episcopale- e la ra<strong>di</strong>o parrocchiale Claronda(FM 89.800), interconnessa conInBlu.Accedere ai punti ven<strong>di</strong>ta della stampacattolica, attualmente collocati in fondoalla Chiesa ma che saranno presentianche in altri luoghi strategici, comegli Oratori ed altri ambienti clarensiquoti<strong>di</strong>ano d’ispirazionecattolica presentesu scala nazionale, Avvenire,promuove una campagna <strong>di</strong> conoscenzae <strong>di</strong>ffusione, proponendosi in vestera<strong>di</strong>calmente nuova dal punto <strong>di</strong> vistae<strong>di</strong>toriale e grafico. Questa operazionerivoluzionaria si prefigge <strong>di</strong> portareai lettori abituali un giornale modernoche pure mantiene inalterata la fedeltàalla storia e all’identità della testata.Ma specialmente questo sforzo e<strong>di</strong>torialesi rivolge a lettori nuovi e potenziali,una fascia <strong>di</strong> pubblico a cui ilgiornale chiede almeno una chance <strong>di</strong>prova, con una campagna promozionaleinsaggiogratuitooconformeflessibili <strong>di</strong> abbonamento.Il nuovo Avvenire si mette <strong>di</strong>chiaratamentedalla parte del lettore che vuolessere protagonista, impegnato ed intelligente,nuovo <strong>di</strong> testa ed esigenteverso il giornale che sceglie.Un giornale che sempre più dev’essereun compagno <strong>di</strong> viaggio nel nostrotempo.Per informazionie per avere copiein omaggio rivolgersiall’Ufficio parrocchiale.in<strong>di</strong>viduati allo scopo.Frequentare la “Biblioteca don LuigiRivetti” per visionare libri e videocassettea <strong>di</strong>sposizione gratuita per i singolie le famiglie, con il valido supportofornito dai collaboratori parrocchialinella scelta.Rosanna Agostini7L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


8ANNIVERSARISessant’anni,per don MarioLa comunità parrocchiale deiSanti Faustino e Giovita in<strong>Chiari</strong> ricorda volentieri il60° anniversario <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione sacerdotale<strong>di</strong> don Mario Rusich emanifesta a lui grande riconoscenzae per lui certamente prega in comunionecon tutti i sacerdoti.Il nostro don Mario è stato consacratosacerdote il 1 maggio 1943 aPola ed è venuto a <strong>Chiari</strong> come vicariocooperatore nel 1970.Quin<strong>di</strong> dei suoi sessant’anni <strong>di</strong> sacerdozioben 33 anni stanno per esserevissuti a <strong>Chiari</strong>. Gliene auguriamoancora tanti, in quanto la suapresenza nella nostra comunità èuna grazia e un dono del Signore.Preghiamo in modo particolare il 1°maggio, manifestando il desiderio<strong>di</strong> festeggiarlo la domenica 11 maggiocon la Santa Messa delle ore11.00 in Duomo.Don Mario gode <strong>di</strong> tanta stima per lasua apprezzata de<strong>di</strong>zione generosaalla comunità parrocchiale nel serviziopastorale generale <strong>di</strong> tutto rispettoe in particolare verso le comunitàneocatecumenali e nelle varie zonedel centro città e della campagna: lapresenza assidua al suo confessionaleogni giorno e per tante ore, la fortesensibilità e attenzione a tutti i poveri,la de<strong>di</strong>zione agli ammalati pressol’ospedale <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> e presso le variefamiglie, la sua spiritualità sacerdotale,la sua riservatezza e buonesempio. È per tutti una vera ed autenticatestimonianza.Noi tutti, sacerdoti e fedeli clarensi,don Mario, la ringraziamo e le facciamotantiauguri<strong>di</strong>ognibeneecipermetta<strong>di</strong> <strong>di</strong>rle che le vogliamo bene.Auguri, don Mario!Ad multos annos.Il prevosto don RosarioA don MarioUn padrone <strong>di</strong> casa uscì all’alba perprendere a giornata lavoratori per lasua vigna. Incontrò un giovane <strong>di</strong>nome Mario e, accordatosi con lui, lomandò a lavorare nella sua vigna. Mario,giovane <strong>di</strong> belle maniere, nell’appezzamentodella vigna che gli era statoaffidato, avrebbe messo a coltura ilvino della misericor<strong>di</strong>a...Molti altri furono chiamati a lavorarenella vigna...* * *Ricordo quando giunse a <strong>Chiari</strong>, trentatréanni or sono, e nel villaggio si sollevòun certo trambusto. Il nuovo sacerdotearrivava dal lago <strong>di</strong> Garda maera originario <strong>di</strong> Pola. Che fosse unprofugo? Il villaggio, coi profughi, findalla fine della guerra era abituato aconviverci e ad integrarsi pacificamente:chissà?Andò ad abitare in casa <strong>di</strong> don AbramoPutelli, che noi ragazzi <strong>di</strong> allora temevamoper le mani gran<strong>di</strong> e veloci eper lo sguardo <strong>di</strong>agonale che rendevaimpossibile prevedere la traiettoria delcolpo.Aveva, ed ha, stile e signorilità <strong>di</strong> portamentoe <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>. All’interlocutoredava del voi e la gente si guardava ingiro: «Con chi starà parlando se sonosolo?».Ha mai alzato le mani, don Mario? Ela voce?Le mani le usa per bene<strong>di</strong>re: quantebene<strong>di</strong>zioni ci ha mandato, mentrepassava veloce in bicicletta per correrea visitare un malato, o mentre andavaall’ospedale, o alla Casa <strong>di</strong> riposo, <strong>di</strong>cui è stato a lungo cappellano...Per aggiustare: sappiamo che è in grado<strong>di</strong> fare <strong>di</strong> tutto - idraulico, imbianchino,elettricista, falegname, commercialista,meccanico... Ricordaquando portò a <strong>Chiari</strong> quel magnificoproiettore a 16 mm e organizzammouna sorta <strong>di</strong> cineforum per i nonni dellaCasa <strong>di</strong> riposo? O quando li portammoin gita sul lago <strong>di</strong> Garda, ne perdemmouno e lo ritrovammo duegiorni dopo in un garage?Per suonare il pianoforte: come mai datempo ha smesso <strong>di</strong> suonare l’organoin chiesa? L’organo la cui chiave eragelosamente e segretamente custo<strong>di</strong>tanel suo arma<strong>di</strong>etto?La sua voce. A volte, sentendola allara<strong>di</strong>o parrocchiale, si prova come unattimo <strong>di</strong> sgomento. Il Papa a Claronda?Avete un po’ la stessa voce, forse acausa della comune provenienza d’oltrecortina,siete coscritti - classe <strong>di</strong> ferro1920 - e chissà quante altre cose incomune.Quanti clarensi ha accompagnato nell’ultimoviaggio?Magari non la chiamano per i battesimie nemmeno per i matrimoni però,quando c’è da chiudere i conti <strong>di</strong> unavita finita e serve una buona raccomandazioneè meglio presentarsi accompagnatida lei. E se ultimamente leè stato concesso un po’ <strong>di</strong> meritato riposoe la si incontra molto meno, coll’ombrelloo sotto il sole, davanti almesto corteo, per favore ci mettaL’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


ugualmente una buona parola.Una sola volta mi è capitato <strong>di</strong> parteciparead un matrimonio celebrato dalei. Un pomeriggio d’estate, verso l’una,in Sant’Agape, un po’ <strong>di</strong> nascosto. Inovelli sposi erano due zingari, lui giàsu d’età, lei un po’ più giovane, con unbel gruppo <strong>di</strong> figlioli al seguito. Una situazioneche non la faceva star bene senon si fosse sistemata.Perché, in fondo, in tutti questi anni,dove hanno trovato conforto spiritualee spesso anche materiale gli ultimi, senon da lei?E invece, come mai davanti al suo confessionalec’è sempre la coda?Già confessarsi... come se fosse facile!Certo, ci si va pieni <strong>di</strong> buone intenzioni,con l’esame <strong>di</strong> coscienza fatto perbene: è così <strong>di</strong>fficile mettersi davanti aun proprio simile ad accusarsi <strong>di</strong> coseche non si sarebbero dovute fare...«... e se adesso si mette anche a farmila pre<strong>di</strong>ca: questo non si fa, quest’altromen che meno, quest’altro ancora figuriamoci...».Lei, don Mario, è misericor<strong>di</strong>oso. Raccomanda<strong>di</strong> rimettere tutti i peccatinelle mani <strong>di</strong> Cristo, perché è soltantoLui che può capire e perdonare. E poiinvita ad andare a pregare la Madonna,che se per caso Gesù Cristo in quelmomento fosse <strong>di</strong>stratto o occupato, cipensa Lei a provvedere.Così, scesi dal confessionale, dopo unabreve visita all’altare della Madonnache è proprio lì a fianco, si esce <strong>di</strong> chiesaconvinti, almeno un po’, <strong>di</strong> provarea non ricascarci.Sono sessant’anni che è sacerdote etrentatré che sta con noi: grazie per essercistato e per esserci adesso.In ultimo le chiedo scusa. Conosco lasua proverbiale riservatezza e so chequesta pagina le provocherà un po’ <strong>di</strong>fasti<strong>di</strong>o. Ma la precedente risale al1993, per il suo sacerdozio d’oro, e laprossima è già programmata per il2013, per il settantesimo. Una paginaogni <strong>di</strong>eci anni ci può anche stare.* * *Un giorno, molto tempo dopo, il padroneritornò e volle regolare i conticon i suoi lavoratori. Li chiamò ad unoad uno, li trovò cambiati perché lemolte primavere trascorse avevano lasciatoil segno. Mario si presentò perultimo: aveva ancora l’andatura <strong>di</strong> ungiovane colle forze intatte, come sefosse appena uscito dall’ombra <strong>di</strong> unpergolato, ma il colorito della sua pellerivelava che il sole aveva picchiato alungo sulla sua testa. Disse: «Ho lavoratoa lungo e a più riprese, e tanti altrioperai ho introdotto nel mestiere...».«Questo significa che, come ho fattoio, hai invitato altri a lavorare nellavigna?».«Certo, Signore, perché quando me neandrò in riposo, altri prendano il mioposto tra i filari».«Il tempo del riposo - rispose - è lontano,perché la vigna è immensa e le stagionisi rinnovano...».Roberto BedognaMONDO FEMMINILEEra vecchissimo…Jessicaèunagiovanestudentessa,figlia unica, adorata daigenitori, i quali non le hannomai negato nulla. Al compimentodeisuoi<strong>di</strong>ciottoanni,suopadreleha regalato un’auto, perché “algiorno d’oggi non se ne può fare ameno” - sosteneva la ragazza, convinta.Qualche mattina fa, Jessicaera ferma davanti ad un bar in attesadeisuoiamicieinsolitamentesiappoggiava ad una “Vespina”. Leho chiesto allora se si fosse già stancatadella sua bella macchina e rimasiraggelata per la risposta: “Lamiaautoèacasa,nelbox,perchéper il momento sono senza patente.Me l’hanno ritirata i Carabinieri,dato che ho avuto un banale incidente.Ho investito un uomo sullestrisce pedonali, ma non è stata colpamia!Quello era vecchissimo e camminavatroppo adagio, non passava mai!Intanto devo accontentarmi dellaVespina <strong>di</strong> mia madre. Tra qualchetempo ci sarà il processo. Uffa! Speroche mi ri<strong>di</strong>ano la patente allasvelta, perché l’auto mi serve proprio…”.Conta così poco, la vita degli altri,per certe persone?Ida AmbrosianiUnitalsiPellegrinaggio a Caravaggio11 maggio <strong>2003</strong>Partenza con pullman da <strong>Chiari</strong>, piazzetta Aldo Moro (orario da stabilire)Iscrizioni entro il 3 maggio <strong>2003</strong>Pellegrinaggio a Lourdes11- 17 ottobre <strong>2003</strong> con treno da BresciaPartenza con pullman da <strong>Chiari</strong>, piazzetta Aldo Moro12 - 16 ottobre con aereo da Orio al Serio (Bg)Iscrizioni entro il 20 luglio <strong>2003</strong>Informazioni ed iscrizioni (ore pasti)Angela Scalvini, telefono 030 71 01 987Maria Rosa Zani Guarneri, telefono 030 71 28 46 / 030 71 14 10 (negozio)9L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


NUIOVO SACERDOTE CLARENSEdon Daniele Cucchi10Agiugno verrà or<strong>di</strong>nato sacerdoteil salesiano don DanieleCucchi. Scambiamo due parolecon mamma Maria, una signoracor<strong>di</strong>ale, ben conosciuta in <strong>Parrocchia</strong>come catechista “veterana” dei ragazzidella Scuola Me<strong>di</strong>a al Centro Giovanile2000.Quando don Daniele ha manifestatole prime idee <strong>di</strong> farsi sacerdote?Fin da ragazzo ci pensava ed esprimevaquesto orientamento. In famiglia glisiamo stati vicini, lasciandolo libero <strong>di</strong>maturare i suoi propositi futuri. Hafrequentato dai Salesiani la scuola me<strong>di</strong>aa San Bernar<strong>di</strong>no e il liceo classicoa Treviglio. Dopo la terza liceo, “nonsenza qualche titubanza e paura”-come lui stesso riconosce-, nel 1991 hainiziato a Treviglio il prenoviziato e inseguito il noviziato a Pinerolo (TO),per verificare se la scelta salesiana eraveramente la sua strada.Qual è stato il suo cammino vocazionale?Non è facile <strong>di</strong>rlo. Provvidenziali, amio parere, la scelta <strong>di</strong> una scuola cattolicae il suo impegno come chierichettoe assistente <strong>di</strong> catechismo all’oratorio.Ha sempre aderito con entusiasmoalle attività formative <strong>di</strong> animazioneoratoriana e alle iniziative vocazionalidei Salesiani. Dopo la professionereligiosa, Daniele ha frequentatoil biennio filosofico-pedagogico aNave, conseguendovi il baccellieratoin filosofia. Durante il tirocinio educativo,si è laureato in lettere modernealla Cattolica. Attualmente si trova aRoma, dove sta completando gli stu<strong>di</strong>teologici. Contemporaneamente si de<strong>di</strong>caall’attività pastorale all’oratorioparrocchiale <strong>di</strong> Bracciano. È stato uncammino lungo, che è servito aconfermarlo nella sua scelta vocazionalee l’ha preparato a viverla.Come mai si è deciso per la vita salesiana?Ha sempre mostrato una particolarepre<strong>di</strong>lezione per don Bosco e il suometodo educativo, sentendosi a suoagio quando frequentava l’oratorio,come se fosse la sua seconda famiglia,desiderando de<strong>di</strong>carsi al lavoro inmezzo ai giovani e rimanendo volentiericon loro.Quali reazioni ha suscitato in famigliail proposito <strong>di</strong> Daniele?Abbiamo seguito il realizzarsi progressivodella scelta <strong>di</strong> nostro figlio conuna certa dose <strong>di</strong> preoccupazione, specialmenteda parte mia. Mio maritoBruno e nostro figlio minore Alessandro,invece, hanno affrontato conmaggior senso pratico la decisione <strong>di</strong>Daniele, sapendolo sereno e convintodei passi compiuti. C’è ora una grandesod<strong>di</strong>sfazione da parte nostra, non sipuò negarlo, accompagnata - è il casoPrima Comunione per Daniele,in compagnia del fratello Alessandroe della cuginetta Chiara.<strong>di</strong> <strong>di</strong>rlo - da una mia personale apprensione.Vivendo a contatto con il mondogiovanile e vedendone le <strong>di</strong>fficoltà,mi auguro che le possa affrontare conserenità e coraggio.Come vivete la vigilia dell’or<strong>di</strong>nazione?Ci son tanti preparativi da organizzaree molti particolari da verificare, sperandoche, nel poco tempo ancora <strong>di</strong>sponibile,si riesca a pre<strong>di</strong>sporre tuttoal meglio.C’è un clima <strong>di</strong> trepidazione nella casadella famiglia Cucchi, al villaggioOlimpia, in attesa dell’or<strong>di</strong>nazione, sabato7 giugno, al “Don Bosco” <strong>di</strong> Bresciae della celebrazione della PrimaMessa, domenica 8, nella <strong>Parrocchia</strong><strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> alle ore 11.00. Siamo vicinialla famiglia <strong>di</strong> don Daniele, nella convinzioneche la vocazione, maturatatra le pareti domestiche, sia un donoper i parenti, per la nostra città <strong>di</strong><strong>Chiari</strong>, per la Famiglia Salesiana el’intera comunità ecclesiale.Rosanna AgostiniDon Daniele Cucchi con il papà Bruno e la mamma Mary FacchettiDomenica 8 giugno <strong>2003</strong>Ore 11.00 - Duomo <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>Prima Santa Messa<strong>di</strong> don Daniele CucchiOre 10.30,dal Centro Giovanile,corteo verso il Duomocon la Banda citta<strong>di</strong>na.L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


abbiamo tempo a <strong>di</strong>sposizione pergli altri, ma soltanto per noi stessi einostriinteressi».● Per un<strong>di</strong>ci anni ho fatto il pastore,poimisonodecisoadandareallamissione coi miei amici. Nel marzodel ’72, Dio mi <strong>di</strong>ede una ragazzacome moglie, che generò un maschio,il quale morì dopo soli 16giorni. Nacquero ancora due maschi,ma morirono pure loro. I parenti<strong>di</strong> mia moglie le or<strong>di</strong>narono <strong>di</strong>lasciarmi. I miei amici mi consigliavano<strong>di</strong> lasciarla, ma la mia rispostaera: «Dio è più grande <strong>di</strong> tutti noi!».Chi mi <strong>di</strong>fendeva era la preghiera ela fede in Gesù Cristo.Nel ’76 mio suocero mi consigliò <strong>di</strong>prendere una seconda moglie, magli risposi che non volevo <strong>di</strong>ventarepoligamo. Allora decise <strong>di</strong> riprendersisua figlia. Gli risposi: «Pren<strong>di</strong>lapure!».Egli chiamò sua figlia, che però gli<strong>di</strong>sse che non voleva lasciarmi. Rimanemmofedeli l’uno all’altra.Oggi abbiamo cinque figli tutti maschi,e speriamo <strong>di</strong> avere un giornoanche una femmina. Sono qui a Dubane,per poter un giorno aiutare icristiani della mia missione a essereconvinti dell’amore del Signore emostrarlo nella famiglia e nelquartiere.Germain, catechista● Quando ero giovane, non capivoperché Gesù, nonostante il rinnegamento<strong>di</strong> Pietro, lo volle capo,suo successore, primo Papa. Oranon mi stupisco più e comprendo,sempre meglio, che aver fondato laChiesa sulla tomba <strong>di</strong> un tra<strong>di</strong>tore,<strong>di</strong> un uomo che si spaventa per lechiacchiere <strong>di</strong> una serva, era comeun avvertimento continuo per mantenereognuno <strong>di</strong> noi nell’umiltà enella coscienza della nostra fragilità.Carlo Carretto● Gli uomini con un unico conio produconomonete tutte uguali. Dio invececon l’unica materia e l’unico <strong>di</strong>segnodà origine a creature semprenuove e <strong>di</strong>verse. Il suo sogno è chetutte cantino insieme creando un’armonia<strong>di</strong>millesuoni<strong>di</strong>fferenti.Tra<strong>di</strong>zione giudaica● Un alunno aveva una gamba semiparalizzata e si trascinava con fatica,cosa che lo avviliva e lo tenevaappartato da tutti. I primi mesi nonsapevo come fare per aiutarlo datoil suo stato d’animo delicato. Versometà anno venne ricoverato inospedale per un intervento e i compagniloandaronoatrovaremostrandoglitanto affetto. Quandopoi tornò in classe fu una festa; tuttisi pro<strong>di</strong>gavano per lui, per aiutarloa muoversi, per fargli compagnia eper aggiornarlo sul programmasvolto. E questo portava fra noi unclima così bello da indurmi a far osservarecome il compagno minoratoera in realtà quello che più contribuivaalla vita della classe, perchédonava agli altri la possibilità <strong>di</strong>amarloe<strong>di</strong>essere,<strong>di</strong>conseguenza,nellavitavera,cheèl’amore.Luifufelice e il tono della classe si elevò,perché era cresciuto il senso <strong>di</strong> esserecome un piccolo corpo, in cuiciascuno poteva donare qualcosaagli altri.C. Mina, da «18 Storie vere»,Città Nuova● La massima sventura è la solitu<strong>di</strong>ne,tant’è vero che il supremo conforto,la religione, consiste nel trovareuna compagnia che non ingannamai, Dio. La preghiera è unosfogo come con un amico.Cesare Pavese● Ha scritto il card. Martini nella letteraalla <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Milano, in occasionedel Natale 1989: «Oggi le personehanno più bisogno <strong>di</strong> ascoltoche <strong>di</strong> parole. Abbiamo imparatotutti a parlare, magari anche più lingue,e non siamo più capaci <strong>di</strong>ascoltarci. Soltanto quando <strong>di</strong>amoascolto all’altro con attenzione enon <strong>di</strong>stratti, con pazienza e non infretta, con meraviglia e non annoiati,acquistiamo il <strong>di</strong>ritto e l’autorevolezza<strong>di</strong> parlargli al cuore. Efficientisticome siamo <strong>di</strong>ventati, avoltecre<strong>di</strong>amocheiltempode<strong>di</strong>catoall’ascolto sia perso; in realtà, sepensiamocosì,forseèperchénon● Frate Francesco <strong>di</strong>sse: - Vieni, fratemio; an<strong>di</strong>amo a pre<strong>di</strong>care. Il fraticellorispose: - Padre mio, come voleteche io pre<strong>di</strong>chi, se sono tantoignorante? E frate Francesco: -Noncipensare.Vieni,fratemio,apre<strong>di</strong>care. Girarono i due frati pertutta la città. Pregarono insieme,camminando; salutarono con dolcezzatutti, ma soprattutto i più poveri;insieme aiutarono quanti avevanobisogno del loro aiuto. Dopotanto girare, frate Francesco <strong>di</strong>sse: -Vieni frate mio; torniamo in convento.Il povero frate chiese allora:- Padre mio, e la pre<strong>di</strong>ca? Il santo,sorridendo, rispose - È già finita! Eal fratello, che non capiva, aggiunse:- Ricordati, frate mio, che la piùbellapre<strong>di</strong>canonsifaaparole,maconl’esempio.Cosìabbiamofattonoi oggi.da «I fioretti <strong>di</strong> San Francesco»● Sorri<strong>di</strong> quando porti da mangiare alpovero, perché egli ti perdoni il privilegioche hai <strong>di</strong> aiutarlo.San Vincenzo de’ Paoli● Io ho sempre stimato e stimo coloroche <strong>di</strong>fendono coraggiosamente laChiesa a rischio della vita, certi che,se anche un persecutore succede all’altro,la Chiesa sopravvive ai suoinemici. I castelli e le fortezze cadono,ma la Chiesa, pur con tutta lasua debolezza umana, non andràmai a fondo.Card. Jozsef Mindszenty11L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


12PRIMO PIANOLaicie <strong>di</strong>scernimentoUna Chiesa meno clericale e più partecipata,un coinvolgimento dei laici anchenel <strong>di</strong>scernimento comunitario, una comunitàcristiana che mira maggiormentea comunicare, a generare la fede.Questi gli obiettivi del Convegno <strong>di</strong>ocesanoin programma all’inizio <strong>di</strong> maggio.E tutte le Parrocchie sono state invitate apartecipare, con uno sforzo <strong>di</strong>retto e comunitario,per far maturare questo nuovoclima all’interno della Chiesa bresciana.Per preparare l’appuntamento è stato <strong>di</strong>stribuitouno “strumento <strong>di</strong> lavoro”, unasorta <strong>di</strong> analisi della situazione brescianae una riflessione che abbiamo piùvolte rilanciato, in questi mesi, dalle paginedell’Angelo. E sarà anche la traccia<strong>di</strong> questa intervista con mons. RosarioVerzeletti.La riflessioneprendelemosseda una constatazione: il Cristianesimoè ormai minoritario,anche nel Bresciano, nonostantela nostra lunga tra<strong>di</strong>zione. Lo <strong>di</strong>mostranola scarsa partecipazione agliappuntamenti religiosi e la scarsa presacheladottrinadellaChiesaormaiha sul costume della gente. <strong>Chiari</strong>conferma questa analisi?“Ritengo che <strong>Chiari</strong> rispecchi la situazionegenerale della Diocesi e dellaChiesa italiana, anche se la prima impressioneche possiamo avere è che lapartecipazione a <strong>Chiari</strong> è buona, inquanto riflette una comunità che hauna forte tra<strong>di</strong>zione religiosa e <strong>di</strong> praticacristiana. Anche qui tuttavia è presentela secolarizzazione, la laicizzazionenella vita della comunità. Dobbiamonotare anche qui quello che vienedefinito il vuoto religioso. Lacrescente assenza <strong>di</strong> valori religiosi misembra rimarcata...”.Il documento preparato dalla Diocesiinsiste nel riconoscere la forte tra<strong>di</strong>zionecattolica bresciana, ma aggiungeanche che non basta più, che non riescepiù a trasmettere e a generare fede.<strong>Chiari</strong> vanta ra<strong>di</strong>cate tra<strong>di</strong>zioni, talvoltale esibisce con insistenza. Lei comele vive... e come le vive la comunità?“Nel Convegno parrocchiale <strong>di</strong> sabato12 aprile, in preparazione al Convegnoecclesiale <strong>di</strong>ocesano, uno dei punti <strong>di</strong>particolare riflessione era proprio l’aggancioa questa tra<strong>di</strong>zione. Valore inestimabilela presenza <strong>di</strong> feste, <strong>di</strong> celebrazioniche si inseriscono nella tra<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> una comunità. Ma emerge anchela necessità <strong>di</strong> riportarsi al verosenso della tra<strong>di</strong>zione, che non è unafissità, che ha bisogno comunque <strong>di</strong>una innovazione, <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare il datotra<strong>di</strong>zionale con le istanze, le esigenze<strong>di</strong> una novità <strong>di</strong> vita, <strong>di</strong> un contesto vitaleche è sempre inserito in un datotempo, in una determinata epoca. Diciamoche sì, può esserci questo ancoraggioalla tra<strong>di</strong>zione clarense, ma cheha bisogno comunque sempre <strong>di</strong> un’aperturaalla novità. Io questo ho cercato<strong>di</strong> evidenziare nella riflessione delConvegno parrocchiale e mi pare chesia stato recepito. Va valorizzato l’amoreper la propria tra<strong>di</strong>zione, masarà un amore vero se sarà capace <strong>di</strong>aprire la tra<strong>di</strong>zione all’insieme delleistanze, anche religiose, della liturgia,del modo <strong>di</strong> testimoniare e anche <strong>di</strong>concepire la stessa vita delle nuove generazioni.Anche l’impostazione delConvegno <strong>di</strong>ocesano fa preciso riferimentoall’attenzione particolare versole nuove generazioni. L’attenzione aigiovani, dunque, e ai giovani adulti,perché si registra un vuoto particolareproprio tra i giovani adulti, tra chi hafra i trenta e i quarantacinque anni.Questa è la fascia dove si ha la maggiore<strong>di</strong>minuzione della pratica religiosa.Diversesonoleiniziativechesifannoper i giovani, soprattutto inserite nelCentro giovanile, ma forse c’è bisogno <strong>di</strong>fare ulteriore attenzione a questa fascia<strong>di</strong> giovani-adulti, per la quale non sempreci sono proposte adeguate”.Il <strong>di</strong>scorso della tra<strong>di</strong>zione porta ad unaltro tema delicato, quello delle celebrazionie della liturgia. Spesso si ha lasensazione che celebrazioni e liturgia,anche nella realtà clarense, non riescanopiù a raggiungere il loro obiettivo <strong>di</strong>comunicareemanifestarelafede.“Le celebrazioni a <strong>Chiari</strong> sono seguitee curate in modo particolare. E si poneanche molta attenzione, non tanto allaritualità, ma soprattutto al fatto cheuna celebrazione può essere un modo<strong>di</strong> trasmettere anche una riflessionesulla Parola <strong>di</strong> Dio. E non c’è bisogno<strong>di</strong> evidenziare quanto già il ConcilioVaticano <strong>di</strong>ceva sulla necessità che laliturgia sia coinvolgente <strong>di</strong> tutta l’assemblea.Tramite il canto, le preghieree il modo <strong>di</strong> celebrare, anche se questo<strong>di</strong>pende da come è compaginata l’assemblea.È evidente che l’assembleadei ragazzi e dei giovani reagisce inmodo particolare per quanto riguardai canti, le preghiere. Si sa che i giovanisono più portati al <strong>di</strong>alogo e al coinvolgimento.La nostra comunità ha de<strong>di</strong>catoalla liturgia una lunga riflessioneanche nel Consiglio pastorale, perfavorire l’ascolto della parola <strong>di</strong> Dio daparte dei fedeli, la partecipazione e ilcoinvolgimento...”.Il coinvolgimento dei laici è uno deicar<strong>di</strong>ni del Convegno <strong>di</strong>ocesano. Il vescovoparla <strong>di</strong> una Chiesa “meno clericale”.Concretamente, che cosa vuol<strong>di</strong>re?“Nelle in<strong>di</strong>cazioni che sono giunte inquesti anni dal Papa e dal nostro vescovo,il coinvolgimento dei laici significarenderli compartecipi della missionedella Chiesa. Missione <strong>di</strong> catechesi,<strong>di</strong> evangelizzazione, <strong>di</strong> animazione<strong>di</strong> gruppi e associazioni. Nonpuntando tanto sui sacerdoti - anche seè vero che resta il bisogno della guida -ma puntando su laici ben formati, capaci,dotati <strong>di</strong> risorse personali peranimare la vita parrocchiale. Anchenella partecipazione alla stessa liturgia,con canti e preghiere. Chiesameno clericale e più sinodale significamettere in risalto tutti i carismi chesono propri dei laici. Non tanto unacomunità che ruota attorno al sacerdote,ma una comunità che prende coscienza<strong>di</strong> se stessa. Certo, non bisognaconfondere ruoli e compiti, ma rispettandola <strong>di</strong>stinzione del ministero, crescerenella vita comunitaria. Unachiesa più sinodale, nel senso dellapartecipazione <strong>di</strong> più persone perfavorire in <strong>di</strong>scernimento comunitario...”.Discernimento comunitario è l’altroconcetto-chiave che viene lanciato.Che cosa significa?“Vuole <strong>di</strong>re: convenire insieme per conosceree per capire, cioè prendere co-L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


scienza insieme intorno ad un problema,ad una proposta, ad una in<strong>di</strong>cazione.Significa aprire un <strong>di</strong>alogo, esporreun problema - lo si evidenzia nella situazioneconcreta, lo si valuta assieme- perché possa <strong>di</strong>ventare un dato <strong>di</strong>vita, o comunque punto <strong>di</strong> partenzaper una proposta <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> fede. Unproblema che la comunità può avere:lo si mette in comune, ognuno esponeil proprio punto <strong>di</strong> vista, invocandocertamente Dio perché ci possa illuminare,guidare. L’argomento sul qualecertamente si colloca il <strong>di</strong>scernimentocomunitario è come la fede è vissuta,come avviene l’evangelizzazione e lamissione principale della Chiesa, latrasmissione della fede”.Uno degli elementi che emergono conmaggiore evidenza dallo strumento <strong>di</strong>lavoro per il Convegno è la constatazione<strong>di</strong> un paradosso: noi facciamocatechesi per i sacramenti dell’iniziazionealla fede, poi quando si giungealla Cresima, cioè alla conclusione delpercorso <strong>di</strong> formazione, si ha il più elevatofenomeno <strong>di</strong> abbandono. Se i ragazzise ne vanno dopo la Cresima, significache stiamo sbagliando formazione.Come trovare un rime<strong>di</strong>o, comerisolvere l’annoso problema?“Ecco, questo è un problema che vacollocato nel <strong>di</strong>scernimento comunitario.Bisogna trovarsi - sacerdoti, educatori,genitori, catechisti, le varie forzepastorali - per mettere in luce questoproblema. È evidente che c’è bisognonon solo <strong>di</strong> una istruzione religiosache porta in modo adeguato a riceverei sacramenti dell’iniziazione cristiana,ma anche <strong>di</strong> una formazione,in<strong>di</strong>pendentemente dai sacramenti edall’età in cui solitamente si ricevono,per far crescere dei cristiani convinti,che vivono la loro fede nell’arco interodella loro vita. Compren<strong>di</strong>amo allorache l’iniziazione cristiana deve esserefinalizzata alla formazione, alla continuità<strong>di</strong> un cammino. I sacramenti possonoallora davvero essere messi nelloro valore: i sacramenti sono i puntisalienti in cui si vive questa fede, i momentiche la incoraggiano e lastimolano ulteriormente. Il messaggioevangelico ricevuto matura dentro <strong>di</strong>noi, <strong>di</strong>venta convinzione personale epoi testimonianza”.Per quanto riguarda la formazione,<strong>Chiari</strong> ha un nuovo Centro giovanile ead esso ha legato tante attese. Qual è ilruolo del Centro giovanile? Solo aggregazioneo qualcosa in più?“L’anno pastorale 2001 è stato interamentede<strong>di</strong>cato all’attenzione ai giovani.Ben <strong>di</strong>eci riunioni del Consiglio pastoralesono state de<strong>di</strong>cate a questo argomento.Ci si mette non in un datonuovo, perché la <strong>Parrocchia</strong> <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>ha fortunatamente riservato a questotema tante energie e risorse, ancheeconomiche, sotto la guida del compiantomons. Angelo Zanetti. Si è cercato<strong>di</strong> mettere al centro dell’attenzionequanto fatto precedentemente, anchealla luce dell’in<strong>di</strong>cazione dellaScelta pastorale <strong>di</strong>ocesana che definivai giovani “dono speciale dello SpiritoSanto”. E si è cercato <strong>di</strong> porre ilCentro giovanile come punto <strong>di</strong> riferimentonon solo per l’aggregazione, maanche per la formazione spirituale ereligiosa. Le proposte per i ragazzi e gliadolescenti sono tantissime. Il riscontroè alterno, come alterno è il mondogiovanile. Tuttavia anche per iniziativeche hanno manifestazioni esteriore <strong>di</strong>incontro si cerca sempre <strong>di</strong> trovaremotivi e spunti <strong>di</strong> formazione. Questo,del resto, è il compito fondamentaledel Centro giovanile”.La parrocchia spesso <strong>di</strong>venta una sorta<strong>di</strong> agenzia <strong>di</strong> servizi, svolge un ruoloburocratico. Di fronte a questa nuovaprospettiva comunitaria, qual è il ruolodella <strong>Parrocchia</strong>?“Io nel Convegno parrocchiale <strong>di</strong> sabato12 aprile ho insistito particolarmentesulla corresponsabilità dei laici.Laici che si sentono interpellati, coinvolti,che si sentono desiderosi <strong>di</strong> dareun proprio contributo, <strong>di</strong> offrire un impegno,che hanno anche la voglia <strong>di</strong> lasciareuna traccia, un’impronta personalenella vita della <strong>Parrocchia</strong>. Inmodo che la <strong>Parrocchia</strong> sia vista nonsolo come agenzia <strong>di</strong> servizi, o ente <strong>di</strong>formazione, ma come una comunitàche cerca <strong>di</strong> vivere, una realtà che sviluppaquel <strong>di</strong>scernimento che la comunitàdeve continuamente proporre nelvalutare e nel proporre, con tutta lapartecipazione possibile. Noto, adesempio, un dato molto bello che caratterizzail Centro giovanile, ed è lapartecipazione delle famiglie. La parrocchiapuò <strong>di</strong>ventare comunità se cresceuna partecipazione secondo le tre<strong>di</strong>mensioni della vita cristiana: quelladella evangelizzazione e della catechesi;quella della liturgia, i sacramenti ela preghiera; e la <strong>di</strong>mensione caritativa,in un’opera <strong>di</strong> attenzione e amoreverso i più deboli e i più bisognosi. Unacomunità che cerca <strong>di</strong> vivere queste<strong>di</strong>mensioni è una <strong>Parrocchia</strong> che escedalla porta, va sulle strade della vita, èinserita nel territorio e nella suasituazione sociale, ne vive i problemi,ne cerca le soluzioni”.Ma alla fine, lei che cosa si aspetta daquesto Convegno <strong>di</strong>ocesano?“Non ritengo che sarà un luogo dove sidaranno proposte e in<strong>di</strong>cazioni. Vedomolto bene questo Convegno, con lapartecipazione <strong>di</strong> parrocchie, movimenti,associazioni, come occasioneper conoscere, vedere e valutare, nel<strong>di</strong>alogo, che è il modo <strong>di</strong> vivere stesso<strong>di</strong> una comunità e <strong>di</strong> una Chiesa locale,tendendo a Cristo che è il punto essenziale<strong>di</strong> ogni considerazione. Sederci eincontrarci intorno a Cristo per andareverso i fratelli. Non mi aspetto in<strong>di</strong>cazioni,perché non è nello spirito delConvegno. Il Convegno è proprio questacapacità <strong>di</strong> trovarsi insieme, <strong>di</strong>vivere insieme questo problema dellatrasmissione della fede in una grandetestimonianza comune”.Clau<strong>di</strong>o Baroni13L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


14Don Pietro Libretti... ed ora riposa nella pace!Mi piace immaginarlo così,don Pietro Libretti: mentregusta, nel Signore, quellapace che, forse, quaggiù ha sempre inseguitoe raramente raggiunto. Già lafanciullezza, periodo spensierato pereccellenza, fu per lui <strong>di</strong>fficoltosa. Natoad Urago d’Oglio il 6 marzo 1916, rimaseorfano, ma la provvidenza glimise accanto una cara signora che congrande affetto lo allevò. Ben prestoiniziò a lavorare finché, rispondendoalla chiamata <strong>di</strong> Dio, entrò in seminario.Anche quelli furono anni <strong>di</strong>fficili:il suo carattere in<strong>di</strong>pendente e liberomal si adattava alle regole rigide dell’ambiente.Il 30 maggio 1942 <strong>di</strong>venne sacerdote e<strong>Chiari</strong> così ricordò la sua prima messa:“Il 31 maggio 1942 resterà memorabilenegli annali della nostra parrocchiaper la celebrazione <strong>di</strong> tre messe nuove.Alle ore 8 della domenica celebrò ilM.R.D. Pietro Libretti con <strong>di</strong>scorsodel rev.mo Prevosto <strong>di</strong> Capriolo D.Domenico Bettari, alle ore 9 il M.R. D.Giov. Battista Caravaggi con <strong>di</strong>scorsodel M.R. prof. D. Guglielmo Bosetti,alle ore 10,15 cantò la messa il M.R. D.Vigilio Marini”.A ventisei anni, dunque, don Pietro <strong>di</strong>venneprete: destinazione Capriolo.Erano gli anni della guerra e della resistenza:don Pietro ne rimase coinvoltointrecciando la sua storia con quella <strong>di</strong><strong>Chiari</strong>. Il curato don Libretti con altripartigiani “consigliano, organizzano,aiutano. Intorno a loro sorge un buonnumero <strong>di</strong> giovani ed anziani, quasitutti ex militari. Hanno vivo desiderio<strong>di</strong> essere presenti nella lotta”. Una attivitàpericolosa che lo espose alle irefasciste e che lo costrinse a fuggire persottrarsi agli arresti. Non altrettantoriuscirono a fare altri due partigiani(Angelo Belotti ed il nostro BeppeRocco) che, incarcerati a Rovato in attesadel trasferimento a Brescia, venneroliberati dagli amici che, incurantidel pericolo e con una rocambolescaoperazione, li prelevarono esibendoun falso or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> trasferimento. Dopola guerra don Libretti fu trasferito a<strong>Chiari</strong> dove rimase fino al 1949: pochianni, per la verità, eppure nonmancarono le <strong>di</strong>fficoltà.L’annuncio del suo incarico vennedato dal Bollettino della <strong>Parrocchia</strong>dell’agosto 1947: “Il nuovo assistentedelle Opere Giovanili, don Pietro Libretti,che già conosce il nuovo campodel suo apostolato ha preso possessodel suo ufficio, col proposito <strong>di</strong> consacraretutte le sue energie specialmenteper il bene della gioventù e fiduciosodella cooperazione e corrispondenza<strong>di</strong> quanti si interessano dell’importantee <strong>di</strong>fficile compito affidategli da S.E.Mons. Vescovo e da Mons. Prevosto”.Il suo comportamento non sempreconforme alle severe norme del tempoed il rifiuto del compromesso crearonoqualche incomprensione <strong>di</strong> troppo. La<strong>Chiari</strong> <strong>di</strong> allora, definita da AgostinoTurla “una quasi città <strong>di</strong> campagnaisterica e petulante come una suorasenza vocazione”, non tollerò, adesempio, il fatto che don Pietro continuassea frequentare la casa <strong>di</strong> una signoraanche dopo che questa rimasevedova. Poiché, come <strong>di</strong>ce il proverbio,“le uniche bocche che si possonolegare sono quelle dei sacchi”, si gridòallo scandalo ed i superiori preferironoallontanare don Pietro che, come siusa <strong>di</strong>re, nell’ultima omelia domenicalesi tolse qualche sasso dalle scarpe.Un’omelia <strong>di</strong> fuoco che qualcuno ancoraricorda. Lasciò così, insalutatoospite, la nostra parrocchia. Sul bollettinoparrocchiale <strong>di</strong> quel 1949 non hotrovato nemmeno una riga <strong>di</strong> saluto!Certamente quel comportamento loGruppo Partigiani CaprioloDa sinistra: Giacomo Salogni, Serena Belotti, Anna Maria Venere,Beppe Rocco, don Piero Libretti, Giacomo Belotti, Bigì Salogni.ferì e forse aveva presente quel fattoquando, molti anni più tar<strong>di</strong>, riguardoalle critiche scrisse: “Non è poi tantostrano parlare <strong>di</strong> questo argomento.La critica non è forse la ghiotta e facilesod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> tante persone? Criticaè parola che viene dal greco e in<strong>di</strong>ca ilgiu<strong>di</strong>zio dato sull’attività o sulle doti <strong>di</strong>una persona. Quando una personagiu<strong>di</strong>ca con serietà, bene informata, ascopo <strong>di</strong> bene, e quando c’è opportunitàil giu<strong>di</strong>zio è costruttivo. Purtroppoperò troppe volte la critica <strong>di</strong>venta pettegolezzo<strong>di</strong> anime malevoli o invi<strong>di</strong>oseo leggere. Spesso degenera in calunnia.Allora la critica è una peste deleteria.Perciò il Signore raccomandò vivamentela schiettezza, la sincerità esemplicità, la correzione fraterna: eL’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


161736(267 annifa): i nostri“padri”costruivano al Santellone un luogo <strong>di</strong>culto dove incontrarsi a pregare, laSantella.1953 (50 anni fa): i nostri “genitori”con orgoglio guardavano la loro bellaChiesa, segno e simbolo della loroFede, stagliarsi verso il cielo.<strong>2003</strong> (oggi): NOI completiamo la “nostra”Chiesa, mettendo il penultimotassello a completamento dell’operavoluta dai nostri predecessori.È cosa buona e giustache ren<strong>di</strong>amo grazie a Dioche <strong>di</strong>amo uno sguardo al passatoche osserviamo i segni del presenteche guar<strong>di</strong>amo al futuro.SANTELLONE... una storiache continuaAbbiamo racchiuso in tre date la nostrastoria, ma quest’anno per noi del Santellonedeve essere un anno particolare,da ricordare con celebrazioni che sisnoderanno durante tutto l’anno perculminare a settembre con la venuta delVescovo Mons. Giulio Sanguineti.A maggio celebreremo i 45 anni dellaConsacrazione della Comunità allaMadonna; quel lontano 1958 era l’annocentenario <strong>di</strong> Lourdes; quest’annoè l’anno del Rosario per la pace nelmondo. (saranno coincidenze?).A luglio celebreremo i 65 anni <strong>di</strong> fondazionedel nostro Oratorio, de<strong>di</strong>catoal grande santo dei giovani: San GiovanniBosco.A settembre, con il Vescovo, celebreremoi 50 anni della Bene<strong>di</strong>zione dellanostra Chiesa, completata da un’ampiae decorosa sacrestia; completamenteristrutturata dai tetti alle facciateesterne, nonché da strutture esterne(non complete) per le attività religiosee sociali della Comunità.A <strong>di</strong>cembre celebreremo i 58 anni dallacelebrazione della prima Santa Messaal Santellone, nei corridoi della scuolaelementare “Bernar<strong>di</strong>no Varisco”.Sono celebrazioni impegnative che <strong>di</strong>conocome la Comunità intende sentirsiviva e inserita nella più grande Comunità<strong>Parrocchia</strong>le, senza gravareeconomicamente su <strong>di</strong> essa, ma cercandoal suo interno <strong>di</strong> trovare i mezziper continuare a manifestare la Fede eil coraggio dei “Vecchi” che hannosempre posto la loro fiducia nellaProvvidenza e nella materna protezione<strong>di</strong> Maria madre della Chiesa. Leopere <strong>di</strong> completamento crescono a vistod’occhio, ma… <strong>di</strong>etro c’è anche unproblema finanziario che fa tremare ipolsi. Siamo partiti perché la Provvidenzaha fatto pervenire una cospicuasomma da un benefattore anonimo;noi però, fiduciosi come i nostri padri,abbiamo raddoppiato i preventivi…sperando sempre nel grande amoreper la loro Chiesa dei santellonesi edei tanti benefattori. Finora abbiamopuntato soprattutto a stendere progettie limare preventivi, siamo partiti maè arrivato il momento in cui bisognaaprire la borsa. Dei costi da capogiro,circa 160.000,00 euro, la comunità è alcorrente perché <strong>di</strong>scussi e fatticonoscere nelle varie assemble; adessocomincia il conto delle entrate e delleuscite.La Provvidenza non è mai mancata alSantellone e allora… “avanti tutta”,<strong>di</strong>rebbe un comandante <strong>di</strong> nave… enoi an<strong>di</strong>amo avanti.Confi<strong>di</strong>amo nei tanti benefattori clarensiche hanno sempre guardato consimpatia e aiuto le “spericolate” acrobaziesantellonesi. Che la Vergine Maria,nostra celeste protettrice, vegli sullenostre famiglie, sui giovani, su tuttala comunità.Giuseppe RossiLe immagini si riferiscono alla “Santella”,che ha dato il nome alla località, alla facciata dell’attuale chiesae ai lavori intrapresi.L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


SOLIDARIETÀUn “rustico, bel fiore”stri ospiti Rosario, Paola, Felice, Ivan,Serena, Mariangela, Renato, Susi, Rocco,Paolino e tanti altri, così che si sentanosostenuti da chi sa comprenderli,tanto da poter farli sorridere, per quantopossibile, alla vita.Una gretta, <strong>di</strong>ffusa mentalità antirelazionalee razzista <strong>di</strong> una certa partedella società, che valorizza soltanto lacapacità <strong>di</strong> produrre, avrebbe emarginato,ghettizzato quanti fossero risultatimeno capaci. A <strong>Chiari</strong> non più!Una reale, profonda riconoscenza miinduce, sia come padre <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sabile,sia come responsabile del Rustico Belfiore,a rivolgere un sincero, sentitograzie a tutti coloro che, <strong>di</strong>sinteressatamente,ma con ammirevole impegno,de<strong>di</strong>cano gran parte della loro esistenzaad una realtà che, a ragione,può essere considerata un motivo <strong>di</strong>orgoglio per la città <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>.Un accorato appello alla collaborazione,da queste righe, giunga ad una generazione<strong>di</strong> pensionati, più fresca dellamia, cosicché si stabilisca una sicuragaranzia <strong>di</strong> continuità.Alessandro SettiDa oltre 18 anni, dal seme dellasolidarietà e dell’amore, èsbocciato un “rustico, bel fiore”.Un gruppo <strong>di</strong> volontari, con infinitapassione, si de<strong>di</strong>ca a trasformareper gli ospiti della cascina le giornate,altrimenti grigie e prive <strong>di</strong> stimoli, inun crescendo <strong>di</strong> gioia e vitalità, tantoda renderli capaci <strong>di</strong> affrontare il propriosvantaggio, fisico o psichico, consorprendente abilità.Ogni giorno della settimana, una comunitàin <strong>di</strong>fficoltà, <strong>di</strong> cui, nella fotografiaqui pubblicata si può osservareuna piccola rappresentanza, si ritrovaa dare un giusto significato alla propriaesistenza in compagnia <strong>di</strong> coloro chedella solidarietà hanno fatto uno stile<strong>di</strong> vita. Questi offrono, con ineguagliabilegenerosità, il loro patrimonio <strong>di</strong>esperienza, <strong>di</strong> cultura e umanità, riuscendoin tal modo a promuovere unprocesso <strong>di</strong> reciproca integrazione. Inun continuo, mirabile e amorevole interesse,<strong>di</strong>versi professionisti (psicologhe,insegnanti, educatori, me<strong>di</strong>ci,ecc.) e persone <strong>di</strong> varia estrazione, de<strong>di</strong>canogran parte del loro tempo liberocon spontanea, sincera gioia ai no-RUSTICO BELFIOREChi ci dà una mano?Il Rustico Belfiore cerca un volontario<strong>di</strong>sposto a guidare saltuariamenteil pulmino con i ragazzi <strong>di</strong>sabiliper gite <strong>di</strong> un’intera giornata.L’impegno richiesto è veramenteminimo: una volta al mese e solonella bella stagione. I ragazzi sarannoaccompagnati sempre da dueeducatori, uno dei quali condurràun secondo pulmino. È richiesta lapatente <strong>di</strong> guida <strong>di</strong> tipo B.I volontari si prendono la libertà <strong>di</strong>rivolgere a tutti, in particolare aigiovani pensionati, questo appelloin quanto la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> un secondoautista è l’unica possibilitàper poter effettuare queste usciteche risultano particolarmentegra<strong>di</strong>te e salutari per gli utenti delRustico.Per informazioni e chiarimentitelefonare alla sede del Rustico Belfiore(030 700 17 01).Liturgia or<strong>di</strong>nariaMesse Prefestive17.00 San Bernar<strong>di</strong>no18.00 Duomo19.30 MonticelliFestive6.00 Duomo6.30 San Bernar<strong>di</strong>no7.00 Duomo7.30 San Bernar<strong>di</strong>no8.00 Duomo8.30 San Bernardo9.00 Duomo9.00 Santellone9.00 San Bernar<strong>di</strong>no10.00 Duomo10.00 Santa Maria10.30 San Giovanni10.30 San Bernar<strong>di</strong>no11.00 Duomo11.00 Santa Maria12.00 Duomo18.00 DuomoFeriali6.25 San Bernar<strong>di</strong>no7.00 Duomo / Sant’Agape7.30 San Bernar<strong>di</strong>no8.00 Duomo9.00 Duomo17.00 San Bernar<strong>di</strong>no18.30 Duomo /Sant’Agape17L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


18BIBLIOTECHE PUBBLICHEUna rivoluzione copernicanaDa sempre, <strong>di</strong>scutendo sucome informare un certo numero<strong>di</strong> persone, si presentapuntuale questa alternativa: <strong>di</strong>stribuire<strong>di</strong>rettamente il materiale informativoo fare in modo che tutti gli interessatipossano accedervi? In fondo le bibliotechestesse nascono da una decisione<strong>di</strong> questo tipo. I primi costruttori<strong>di</strong> biblioteche si ponevano l’obiettivo<strong>di</strong> far conoscere le opere dell’ingegnoumano. Avrebbero anche potutodarvitaalibreriegratuiteedareunacopia <strong>di</strong> quelle opere a tutti coloro chela richiedevano, fare sì che la possedessero.Fin dall’inizio è stato sceltoinvece l’accesso: sono state riunite tuttele opere ritenute importanti e si èpre<strong>di</strong>sposta la possibilità <strong>di</strong> accedervisenza possederle. Di fronte al vertiginosoaumento delle fonti <strong>di</strong> informazione,quella che già era sembrata l’alternativaconveniente quando le opereche formavano l’intero scibile umanopotevano effettivamente esserecomprese nella biblioteca privata <strong>di</strong>una sola persona, <strong>di</strong>venta un obbligo esi impone anche alle bibliotechepubbliche.Capita che studenti universitari venganonella biblioteca comunale FaustoSabeo <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>, che pure è una dellepiù fornite della provincia, e si in<strong>di</strong>spettiscanoper la mancanza <strong>di</strong> unacerta opera che il loro corso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> gliha in<strong>di</strong>cato come fondamentale. Macome?, una biblioteca ben fornita deveassolutamente possederla! Il <strong>di</strong>spettopoi <strong>di</strong>minuisce quando gli viene spiegatoche quel libro è presente pressoun’altra biblioteca della provincia eche nel giro <strong>di</strong> pochi giorni, e gratuitamente,attraverso il servizio <strong>di</strong> prestitointerbibliotecario, potrà averlo pressola biblioteca <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>. Sod<strong>di</strong>sfatto ilbisogno, rimane a volte nello sguardodello studente un’ombra: sì, ma quellibro qui non c’è!Ogni anno in Italia si pubblicano circa60.000 libri. Una biblioteca che <strong>di</strong>sponeper gli acquisti <strong>di</strong> circa 20.000 euro,cifra pure ragguardevole considerandole somme correnti nelle nostre biblioteche,può comperare fra 1.800 e2.000 volumi: il 3 per cento. Potrebbechiudersi qui, schiacciato dalle cifre,qualsiasi ragionamento sulla necessitàper una biblioteca <strong>di</strong> ricorrere al prestito<strong>di</strong> libri presso un’altra biblioteca,perché è impossibile che una sola <strong>di</strong>queste copra tutto il pubblicato. Inprovincia <strong>di</strong> Brescia si sono tratte tuttele conseguenze da quelle cifre: il prestitointerbibliotecario ha visto circolarenello scorso anno, per esempio,quasi 40.000 volumi, secondo una stimaper <strong>di</strong>fetto. È uno degli aspetti piùspettacolari dell’alto grado <strong>di</strong> integrazionecooperativa raggiunto dalle bibliotechedella provincia. Come losono i progetti <strong>di</strong> specializzazione delleraccolte attivi all’interno dei Sistemibibliotecari (enti creati da accor<strong>di</strong> fra iComuni per erogare <strong>di</strong>versi servizi allebiblioteche associate). Progetti per iquali gli acquisti delle biblioteche, almenoper una parte, non si sovrappongono,così da allargare il più possibile ilventaglio <strong>di</strong> opere <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>sponibilenel catalogo collettivo. Se si tiene contoche ogni libro non in prestito puòpassare dalla biblioteca che lo possiedea quella che l’ha richiesto in un periodo<strong>di</strong> tempo non superiore alle duesettimane (e molto spesso intorno ai 2,3 giorni lavorativi), grazie a furgonciniche circolano due volte la settimanafra tutte le biblioteche, si ottiene unamisura significativa <strong>di</strong> quanto l’accessoeffettivo ai libri sia stato tradotto inuna realtà.L’abituale frequentatore delle bibliotechenon ha <strong>di</strong>rettamente molte occasioniper trovarsi a contatto con l’esistenzadella fitta rete che unisce oggitutte le biblioteche bresciane. Può, adesempio, legittimamente ignorare ilgrande ed eccellente lavoro che glipermette <strong>di</strong> consultare anche in linea ilCatalogo unico automatizzato allestitodall’Ufficio biblioteche della Provincia<strong>di</strong> Brescia (all’in<strong>di</strong>rizzo http://opac.provincia.brescia.it), oppure può nonavere molto spesso bisogno dei servizi<strong>di</strong> informazione bibliografica, chepure sono forniti dalle biblioteche an-L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


che attraverso le banche dati e gli strumentidei Sistemi bibliotecari. Però seil libro che ha richiesto gli verrà consegnatoin pochi giorni e senza alcunaspesa, si sarà fatto un’idea molto concretadella rete che unisce le bibliotecheattraverso i Sistemi bibliotecari ela Provincia <strong>di</strong> Brescia.La cooperazione effettiva, realizzatain un territorio tra l’altro molto grandecome la provincia <strong>di</strong> Brescia, mette a<strong>di</strong>sposizione dei lettori una bibliotecaenorme, al <strong>di</strong> fuori della portata <strong>di</strong>qualsiasi ente preso singolarmente. Haquasi 400.000 titoli <strong>di</strong>versi che corrispondonoa oltre 1.500.000 libri. Cifreche aumentano ancora se alle 180 bibliotecheprovinciali collegate fra lorosi aggiungono quelle della città, ovverola Queriniana e le biblioteche delle circoscrizioni,che proprio recentementehanno aderito al Regolamento delprestito interbibliotecario (pur nonpartecipando ancora al Catalogo unicoma ad un loro separato catalogo <strong>di</strong>sponibilecomunque anch’esso in linea:http://queriniana.comune.brescia. it).La filosofia dell’accesso, ormai penetrataa fondo nel lavoro quoti<strong>di</strong>anodelle biblioteche, non si ferma al patrimoniodella provincia <strong>di</strong> Brescia. Inmolte biblioteche, per esempio anchealla Sabeo <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>, è possibile richiederelibri che si trovano in qualsiasi bibliotecadella penisola e del mondo.Ormai quasi tutte le biblioteche hannoin Internet il loro catalogo ed è moltosemplice localizzare un certo volume.In Italia esiste fra l’altro un catalogocollettivo nazionale <strong>di</strong> grande rilevanzaperché riunisce quasi tutte le bibliotecheuniversitarie: il Servizio BibliotecarioNazionale (SBN, all’in<strong>di</strong>rizzo:http://opac.sbn.it). Inoltre sono <strong>di</strong>sponibiliprogrammi che effettuano ricerchesimultaneamente su <strong>di</strong>versi cataloghicollettivi in linea. Per quelli italiani,funziona il Metaopac Azalai Italiano(MAI, all’in<strong>di</strong>rizzo http:// www.aib.it/ aib/opac/ mai2.htm). In<strong>di</strong>viduatoil volume, è agevole farselo spe<strong>di</strong>revia posta. Di solito questo servizio, cherichiede email, telefonate e l’invio deilibri tramite raccomandata, oltre che ilpagamento <strong>di</strong> una tariffa, viene a suavolta fatto pagare ai lettori. A <strong>Chiari</strong> siè scelta una tariffa me<strong>di</strong>a: 5 euro per ilibri in Italia, 8 euro per quelli all’estero.Alla Bocconi, per dare un paragone,chiedono alle biblioteche un versamento<strong>di</strong> circa 10 euro. Si tratta <strong>di</strong> cifrecomunque inferiori al costo <strong>di</strong> queglistessi volumi. Per non parlare del costoche avrebbe, per la biblioteca, acquistaretutti i volumi <strong>di</strong> cui potrebbe esserefatta richiesta.Il servizio <strong>di</strong> prestito interbibliotecariogeneralizzato è uno dei segnali <strong>di</strong>come oggi le biblioteche siano moltocambiate, proprio passando dalla centralitàdel possesso a quella dell’accesso.Quando possedere i libri era prioritario,il loro uso finiva in secondo piano,e tutti gli sforzi erano de<strong>di</strong>cati allamanutenzione e conservazione dellaraccolta. Oggi le biblioteche sonoorientate soprattutto al sod<strong>di</strong>sfacimentodei bisogni dei lettori, e i risultatisi vedono. Alle statistiche nazionali,che lamentano la <strong>di</strong>minuzione nelnumero <strong>di</strong> lettori, potremmo contrapporrealtre indagini. È stato appuratoinfatti che, dove le biblioteche funzionano,i lettori crescono. Dove le bibliotechecreano interesse intorno ai libri,mostrando la varietà e la ricchezza delleproposte e<strong>di</strong>toriali, per non parlaredel lavoro <strong>di</strong> promozione che si fa conil pubblico in età scolare, i citta<strong>di</strong>ni leggono<strong>di</strong> più e comperano anche più libri.Perciò fanno sempre un po’ sorrideree arrabbiare nello stesso tempogli articoli dei commentatori che si interroganosu come frenare la <strong>di</strong>minuzionedei lettori. Noi lo sappiamobene: dando maggiori risorse alle biblioteche,favorendo le reti <strong>di</strong> cooperazione.Fabio BazzoliDirettore della BibliotecaComunale Fausto Sabeo <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>Le immagini sono state scattatenella Biblioteca Comunale <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>Scuola dell’infanzia PedersoliÈ in partenzadal binario 2…Sono le ore 9.05, il capostazioneè pronto sul binario 2 conla paletta in mano e il fischiettoin bocca: fischiooooo… siparte. Tutti in carrozza. Il piccoloviaggio da qualche tempo sognatooggi si concretizza.I bambini della Scuola dell’infanziaPedersoli, nell’ambito dello sviluppodel progetto annuale “Conosciamoil nostro paese”, hanno affrontatola conoscenza dell’ambientestazione: binari, rotaie, sottopassaggio,sala d’aspetto, sala manovratore,sala capostazione, obliteratrice,biglietteria; già, è proprio lì che abbiamoacquistato il biglietto per ilnostro viaggio, destinazione: Rovato.È vero, la meta è velocementeraggiungibile, ma, in questo brevetratto chilometrico, i bambini possonoeffettuare la loro prima esperienza<strong>di</strong> passeggeri del treno lineaMilano - Venezia in compagnia degliamici <strong>di</strong> scuola. Ogni bambinoporta sul giubbino un tesserino <strong>di</strong> riconoscimentocon la propria fotografia,come si conviene alle comitive<strong>di</strong> viaggiatori. A vicenda si guardanole foto e sorridono per le <strong>di</strong>verseespressioni assunte. Sulla banchinasono rumorosamente in fila igenitori pronti a sventolare i fazzolettiper il saluto ai loro piccoli cheaffrontano, magari, il loro primoviaggio in treno.Negli zainetti caricati sulle spalle, lemamme hanno messo dei gustosipanini, frutta e bevande <strong>di</strong>ssetantiche i bambini consumano nel grandegiar<strong>di</strong>no della scuola dell’infanzia<strong>di</strong> Rovato, insieme ai compagni<strong>di</strong> questa scuola che ci ospitano pertutta la giornata. Lì ritroviamo unnostro amico che si è trasferito dapoco e poi giochi, canti e festa insieme…Giunge però il momento deisaluti: si torna a <strong>Chiari</strong>. Siamo sullabanchina della stazione <strong>di</strong> Rovato,gli occhi dei bambini si riaccendonoalla vista del treno che giunge daBrescia per portarci a <strong>Chiari</strong>. Si staper concludere la bella giornata,che con entusiasmo racconteremo amamma e papà pronti ad accogliercialla stazione.19L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


20SCOUTRiti <strong>di</strong> oggi e riti scoutL’Agesci a livello centrale sta rileggendola realtà giovanile sotto lalente del linguaggio simbolico;mi sembra buona cosa con<strong>di</strong>viderecon la comunità una riflessione deiResponsabili Centrali del Metodo suquesto argomento molto particolare,ma altrettanto importante: i riti nellasocietà <strong>di</strong> oggi.Una cosa da tempo <strong>di</strong>menticataI riti sono un elemento fondamentaledella vita sociale. Da sempre hanno segnatoi momenti più importanti dellastoria personale e collettiva dell’uomo.Oggi sembrano essere in crisi. Con faticacompren<strong>di</strong>amo cosa sta cambiando.Altri luoghi offrono spazi per celebrarenuovi riti che <strong>di</strong>fficilmente siamoin grado <strong>di</strong> leggere e interpretare.Quelli che conoscevamo hanno persola loro importanza: forse l’indefinitezzadei “passaggi della vita”, il rifiutodella tra<strong>di</strong>zione nei suoi caratteriripetitivi e fissi, tipico della “modernità”,giocano la loro parte <strong>di</strong> responsabilità.Eppure nella vita <strong>di</strong> tutti i giorni esisteuna ritualità molto <strong>di</strong>ffusa, spontanea,fatta <strong>di</strong> azioni semplici che hanno acquistatoper noi un significato simbolico:tante nostre abitu<strong>di</strong>ni quoti<strong>di</strong>anesegnano particolari momenti ricorrenti.Questi riti semplici ed imme<strong>di</strong>atipossono arrivare a con<strong>di</strong>zionarci se <strong>di</strong>ventanoossessivi e se si caricano <strong>di</strong>significati superstiziosi.Tra i riti più importanti quelli che sembranopiù in crisi sono quelli <strong>di</strong> passaggio.Di essi oggi si avverte una graveper<strong>di</strong>ta. Altri riti li hanno sostituiti, masono caratterizzati dalla labilità delconsumismo. Infatti sono passeggeri efragili, destinati a scomparire, perchénon sono stabili dato che segnanoqualcosa da consumare; sono riti che sitraducono in cose che “ce l’hanno tutti”,e ancor più non possono riepilogareun percorso <strong>di</strong> responsabilità acquisitedalla persona lungo il suo cammino<strong>di</strong> crescita. Non segnano un autenticomutamento avvenuto. Le chiavi <strong>di</strong>casa, gli orari <strong>di</strong> rientro, il tipo <strong>di</strong> consumipersonali, i toni <strong>di</strong> relazione sonosegni <strong>di</strong> passaggi non più controllati,nella loro scansione, dalla famiglia;restano staccati da un esercizio reale <strong>di</strong>responsabilità date e assunte.Gli esperti ci <strong>di</strong>cono che proprio lamancanza <strong>di</strong> questi riti condanna tantigiovani all’insuccesso nella vita. Perchéciò che ci fa <strong>di</strong>ventare “gran<strong>di</strong>” è<strong>di</strong>mostrare <strong>di</strong> aver superato una prova,è aver vissuto un’esperienza <strong>di</strong> responsabilità.Anche nello scoutismo ci sono dei riti,sono tanti e <strong>di</strong> significato <strong>di</strong>verso e segnanodei momenti molto importantinella vita del singolo e della comunità.Anzi, sono uno degli elementi privilegiatidel suo linguaggio, perché creanoun luogo <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo imme<strong>di</strong>ato e profondotra capo e ragazzo. Non sempreperò siamo pienamente consapevolidei molti riti che scan<strong>di</strong>scono la vitascout e ne conosciamo le coor<strong>di</strong>natenecessarie per un uso efficace. Troppospesso confon<strong>di</strong>amo la tra<strong>di</strong>zione, cheè trasferimento <strong>di</strong> valori, con riti privi<strong>di</strong> significato e <strong>di</strong>venuti forma vuota.Un giorno <strong>di</strong>verso dagli altri.E cosa fa <strong>di</strong>verso un giorno da tuttiquanti gli altri? Forse la capacità <strong>di</strong> viverloin pienezza e <strong>di</strong> dargli un significato?Sentirlo unico, irripetibile, anchese apparentemente uguale agli altri?Raggiungere un traguardo e superarlo,essere riconosciuti come parteattiva e responsabile, affidabile, esserericonosciuti dalla comunità come <strong>di</strong>versida prima, separarsi da qualcosache si è superato… sono momenti unicinella vita <strong>di</strong> ogni ragazzo. I giorni poiche celebrano questi momenti sonogiorni particolari, <strong>di</strong>versi dagli altri edogni ragazzo li vive tanto più intensamentequanto più li ha sentiti suoi.Attraverso il linguaggio simbolico delrito si rende visibile e si comunica tuttociò.Ogni rito è collegato all’età.Il capo sa cosa è e che senso ha ognirito, ogni gesto, ogni azione della propostascout e può governare l’azioneeducativa guidandola in modo che i ragazzi,riconoscendone il senso, <strong>di</strong>ventinoprotagonisti del rito stesso. Nelloscoutismo esso è un elemento car<strong>di</strong>ne.E il capo deve conoscerne le coor<strong>di</strong>nateper poter far vivere esperienze decisivenella vita dei suoi ragazzi. Alcune<strong>di</strong> queste coor<strong>di</strong>nate sono: il linguaggiosimbolico attraverso cui “parla”; ilcontesto/ambiente in cui avviene; lecon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> base necessarie alla suarealizzazione (ripetitività, socialità,verticalità, flessibilità e personalizzazione,intenzionalità).Il rito deve essere un po’ particolare,ma semplice e comprensibile, senzaeccessive spiegazioni, vestito sulla personae sul gruppo, non rigido e preconfezionato.In una forma che non sovrastail contenuto. Nel celebrare questimomenti i capi possono affidarsi allacapacità dei più giovani <strong>di</strong> comprenderee maturare i significati delle cose edelle esperienze. I veri protagonistidelle cerimonie sono i ragazzi.Perché un rito abbia senso deve raccontareuna storia, deve celebrarequalcosa che ha avuto un significatoper la persona che lo vive. Chi può meglio<strong>di</strong> un ragazzo raccontare la storiache più gli sta a cuore? Una storia cheriguar<strong>di</strong> quello che è stato, che <strong>di</strong>chiariil suo cambiamento, il suo prendere le<strong>di</strong>stanze da qualcosa che si lascia allespalle, il <strong>di</strong>re le forze possedute e lecompetenze consolidate, la capacità <strong>di</strong>portare carichi sempre maggiori masopportabili…Una storia personale che “raccontata”in una comunità con un linguaggiospeciale fatto <strong>di</strong> segni, simboli e cerimoniesi traduce in un rito <strong>di</strong>passaggio.Lina MarellaL’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


Emozioni o informazioni?Mentre si muore a Baghdad,e in tante altre parti delmondo, per l’incapacità degliuomini a riconoscersi e a parlarsi;mentre si fanno già i conti dei costi edeiguadagniindotti;mentrecisiaccapigliaper spartirsi i compiti umanitarieleincombenzepolitico-amministrativedel dopo Saddam, mi sembra davveroassurdo parlare <strong>di</strong> TV.Ma d’altra parte, mai come in questeultime settimane, il piccolo schermo siè imposto nelle nostre case per informarcie contro informarci, per convincercio <strong>di</strong>ssuaderci, per mostrarci lamorte e la <strong>di</strong>struzione e gli strumentiche procurano l’una e l’altra, con interminabilie ripetitivi collegamenti, specialie talk show, con<strong>di</strong>ti dall’immancabilee irrinunciabile pubblicità.La guerra raccontata, subita o gestitadagli altri, e pagata col sangue <strong>di</strong> militarie <strong>di</strong> civili, è così <strong>di</strong>ventata per noi“spettatori” un fatto quoti<strong>di</strong>ano, unaparte dell’arredo che ci sta intorno. E imorti ammazzati, quelli <strong>di</strong> cui si fa unconto preciso giorno per giorno, comequelli <strong>di</strong> cui non si saprà mai il numeroeffettivo, li abbiamo già messi nella categoriadelle ineluttabili conseguenzedella guerra e non nel fardello dellanostra cattiva coscienza.Così non ci appare strano che i palinsestisiano stati assai poco mo<strong>di</strong>ficatirispetto a due mesi fa, che la Tv dei ragazzitenti <strong>di</strong> esorcizzare la guerra nontrovando <strong>di</strong> meglio che mandare inonda una valanga <strong>di</strong> cartoni animati,che un programma, a <strong>di</strong>r poco sguaiato,come Ciao Darwin, alla sua quartae<strong>di</strong>zione, sbaragli il campo dei record<strong>di</strong> ascolto in prima serata.Né mi consola quanto <strong>di</strong>chiarato dalbravo attore Giulio Bosetti (il teatro èin crisi ma la brutta tv lo salverà…) inuna recente intervista rilasciata adAvvenire. Certamente sarebbe meglioche la Tv fosse bella e che desse leistessa una mano al teatro, non confinandoloin spora<strong>di</strong>che comparse adorari impossibili, ma producendoloessa stessa, nei suoi stu<strong>di</strong>, usando tecniche<strong>di</strong> ripresa rispettose della realtàpropria del palcoscenico.Invece per trovare uno spettacolo fresco,ricco, senza ombra <strong>di</strong> volgarità, secondoFabrizio Frizzi, bisognerebbeseguire su Canale5 Come sorelle, loshow da lui condotto (Cicero prodomo sua?) per sei puntate consecutivenella prima serata del sabato, dal 19aprile al 24 maggio. Staremo a vedere.Chi possiede un’antenna satellitarecertamente può contare su una piùampia scelta, a partire da SAT2000,per ricevere la quale non si paga alcunabbonamento, ma è necessario un ricevitore<strong>di</strong>gitale in grado <strong>di</strong> captare ilsatellite Hot Bird2, pacchetto modulantesul transponder 54 (bouquetRai), frequenza 11804 Mhz. Il palinsesto<strong>di</strong> SAT2000, al <strong>di</strong> là della sua impostazionenecessariamente confessionale(il che per un credente costituiscecomunque un pregio e non un <strong>di</strong>fetto),spazia con sapienza dall’informazioneall’intrattenimento, dal gioco all’approfon<strong>di</strong>mentoe fornisce al telespettatoreoccasioni <strong>di</strong> riflessione, e nonfacili emozioni, nella quoti<strong>di</strong>ana ricerca<strong>di</strong> senso.Sempre per chi è dotato <strong>di</strong> antenna parabolica,segnalo che RaiSat Show, dalprimo aprile e per 100 puntate, mandain onda dalla piattaforma Tele+DigitaleLa Divina Comme<strong>di</strong>a letta e commentatada Vittorio Sermonti: le puntatesi ricevono in <strong>di</strong>retta alle 23.00 <strong>di</strong>ogni giorno e sono replicate alle 11.00e alle 19.00 del giorno successivo.Ma per tornare ai palinsesti <strong>di</strong> mammaRai, il secondo canale si sta muovendocon una strategia che intenderebberecuperare il pubblico giovane egiovanissimo; in questa ottica, mentrenel secondo pomeriggio, dopo la scuola,Raidue spazia da Art Attak ai cartonianimati dell’ora <strong>di</strong> cena, per la primaserata ha inaugurato lunedì 14aprile il ciclo Generazioni, con Unavita sottile, primo <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> filmtv prodotti da Rai Fiction de<strong>di</strong>cati all’adolescenzae ai suoi problemi. Interessante,se realizzata con criterio, appareanche l’idea <strong>di</strong> lanciare, da quialla fine della scuola, un programmasportivo patrocinato dal Coni e de<strong>di</strong>catoai giovani, Junior sport, che andràin onda su Raidue ogni venerdì alle17.30, per far conoscere tutte le<strong>di</strong>scipline sportive nell’intento <strong>di</strong>promuoverne i valori più autentici.Buone notizie, soprattutto per l’attenzioneai più piccoli, anche dal terzo canale,che va arricchendo le fasce mattutinedei fine settimana e potenziandoprogrammi già ampiamente testaticome La Melevisione, Screen Saver eGt Ragazzi. Da notare che su Raitre icartoni animati non costituiscono maiun riempitivo fine a se stesso, ma vengononormalmente inseriti in contenitorifondati sulla narrazione e sull’approfon<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> personaggi. Adesempio nel periodo delle festività pasqualiall’interno del già citato La Melevisionesono state proposte Le storie<strong>di</strong> Gesù, mentre per la prossima estateè già previsto un programma dal titoloAmazing History, che racconterà nellesue prime 15 puntate la Storia romanaai giovanissimi.Infine, sempre Raitre, si è accorta dell’altogra<strong>di</strong>mento del programma <strong>di</strong>Licia Colò Alle falde del Kilimangiaroe l’ha promosso in prima serata collocandoloal posto <strong>di</strong> Elisir. Speriamoche la stessa sorte sia riservata anche aprogrammi, fino ad ora confinati adora tarda, come Report <strong>di</strong> Milena Gabanellie Blu Notte <strong>di</strong> Carlo Lucarelli.Luciano CinquiniLa Buona NotiziaSettimanale televisivodella Diocesi<strong>di</strong> BresciaTeletuttoDomenica ore 13.15TelenordDomenica ore 20.00SuperTvDomenica ore 20.00Lunedì ore 11.30Telepace Via SatelliteVenerdì ore 20.05Sabato ore 18.30Domenica ore 23.1521L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


22I voli dell’AngeloIl giornale che state tenendo fra le vostremani in questo momento, e che arrivapuntuale ogni mese nelle nostre case,uscì, col suo primo numero, nel gennaio1961. Prima era un foglietto <strong>di</strong> quattrofacciate che veniva stampato ad Alba(CN), dalle E<strong>di</strong>zioni Paoline e <strong>di</strong> cui hamantenuto il nome: L’Angelo. Quelnome l’aveva scelto monsignor Caprettinegli anni Trenta e lo si volle giustamentemantenere. Da allora sono passatiquarantadue anni, il mondo è cambiato,ma a curare la precisa e puntuale <strong>di</strong>stribuzionedell’Angelo è sempre la stessapersona. L’aspetto e lo spirito sono troppogiovani perché la signora Maria Marininon stia già facendo un pensiero allefeste per il Cinquantenario.Maria, mi racconta com’è iniziata questalunga avventura?Venne da me don Bortolo Giorgi, cheallora era l’incaricato della parrocchiaa curare la rivista, e mi chiese se me lasentivo <strong>di</strong> collaborare. Facevo parte,da tempo, dell’Azione Cattolica e contribuivoalla <strong>di</strong>ffusione della buonastampa. Accettai.Che cosa si trattava <strong>di</strong> fare?Ogni mese arrivava il giornale fresco<strong>di</strong> stampa, che andava <strong>di</strong>viso in pacchie consegnato alle zelatrici perché lo <strong>di</strong>stribuisserociascuna nella zona <strong>di</strong> propriacompetenza. Bisogna anche <strong>di</strong>reche, quando don Giorgi venne a casamia, cercava una sede, una stanza dovepoter effettuare questo lavoro <strong>di</strong> smistamentoe <strong>di</strong>stribuzione. Purtropponoi abitavamo in via Cortezzano, nelcortile dove nacque il Morcelli, e le pochestanze che occupavamo bastavanoappena per noi. C’era una sede originaria,in via Rangoni, vicino all’oratorio<strong>di</strong> campagna, dove le sorelle Pagani,figlie <strong>di</strong> Sant’Angela, si erano preoccupatefino ad allora <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuire ilfoglio che arrivava da Alba. Ma nonera più sufficiente ed allora trovammoposto in casa <strong>di</strong> don Giacomo Cenini,dove adesso vive don Mario Rusich.La parte più grossa e complicata del lavoroinvece - ed è così ancor oggi - siverificava nei mesi <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre,gennaio e febbraio, con la riscossionedegli abbonamenti.Come fu presentato, L’Angelo, ai clarensi?Ci pensò monsignor Gazzoli, il parroco<strong>di</strong> allora, che elogiò e ringraziò i numerosicollaboratori, sottolineò il fattoche il giornale fosse finalmente stampatoa <strong>Chiari</strong> e si augurò che <strong>di</strong>ventasse,come poi è <strong>di</strong>ventato, una preziosafonte <strong>di</strong> documentazione per la vitadella nostra comunità. Sperava <strong>di</strong> trovaredegli sponsor - allora si chiamavanofinanziatori - che coprissero interamentele spese <strong>di</strong> e<strong>di</strong>zione, cosicchéL’Angelo potesse essere offerto inomaggio a tutte le famiglie. Ciò nonavvenne ed allora si seguì la stradadegli abbonamenti.Appunto, gli abbonamenti, quanto costavano?Cito testualmente dal primo numero:c’era l’abbonamento ridotto da 200lire, per i poveri <strong>di</strong>avoli che tiranoavanti a strappi; quello or<strong>di</strong>nario da500 lire per chi ci stava dentro bene,col bilancio attivo, e poteva permettersisigarette, cinema, calici, moda; quellobenefattore da 1.000 lire per chi avevariserve e bilanci ben attivi; e in ultimoquello sostenitore da 5.000 lire perchi aveva conto in banca, terre al sole efuoriserie in garage.Questo a gennaio. A febbraio la categoriadei ridotti fu imme<strong>di</strong>atamenteeliminata perché la grande maggioranzadella popolazione chiese <strong>di</strong> farneparte, mentre l’intenzione era <strong>di</strong> riservarlasoltanto ai veri bisognosi.Così partiste. La sede rimase sempre lastessa?No, in casa <strong>di</strong> don Giacomo Cenini rimanemmoper cinque o sei anni. Il postoera centrale, comodo per le zelatrici,e ancor più comodo per la costantepresenza e <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> GiuseppinaFesta, la perpetua <strong>di</strong> don Giacomo. Inseguito attrezzammo un garage, semprein casa <strong>di</strong> don Giacomo e più tar<strong>di</strong>,nei primi anni Settanta, ci trasferimmoal Rota, in uno sgabuzzino attiguo alteatrino, dove rimanemmo oltre vent’anni.L’ultimo trasloco nella sedeattuale <strong>di</strong> via Garibal<strong>di</strong>, decisamentepiù comoda.Come fu accolto, il giornale, dai lettori?Bene, con grande interesse. Eranosolo se<strong>di</strong>ci pagine, contro le trentasei-quaranta<strong>di</strong> oggi, ma ricche <strong>di</strong> contenuti.Tenga presente che il mondodei primi anni Sessanta era molto <strong>di</strong>versoda quello d’oggi. Non c’era ilbombardamento <strong>di</strong> massa <strong>di</strong> giornali,<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> televisioni cui siamo abituati.Per molte famiglie L’Angelo eral’unico organo d’informazione che entravain casa e allora lo leggevano tutto,parola per parola. In più debbo <strong>di</strong>reche don Giorgi si circondò <strong>di</strong> un gruppo<strong>di</strong> collaboratori capaci, e ne uscivaun giornale interessante.In oltre quarant’anni da <strong>Chiari</strong> sonopassati quattro parroci e un gran numero<strong>di</strong> sacerdoti. C’è qualcuno che haavuto più a cuore L’Angelo, che ha sentitomaggiore responsabilità per la suasorte?All’inizio, come <strong>di</strong>cevamo prima, donGiorgi. Alla sua partenza don FrancoTambalotti, quin<strong>di</strong> don Silvio Perini,don Giuseppe Fremon<strong>di</strong>, monsignorGuido Ferrari e, ultimo, don AndreaFerrari.È quasi sempre presente, particolarmentecon monsignor Ferrari, la figuraL’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


del <strong>di</strong>acono Dino Frigoli, che il bollettinocurava e stampava nella suatipografia.Ecco, le tipografie. Ne son cambiatemolte?All’inizio fu la Poligrafica San Faustino,che aveva sede al piano terra delpalazzo Marchetti quando questo, cessatada tempo la sua funzione <strong>di</strong> ospedale,fu <strong>di</strong>viso in due; poi la Tipografia<strong>Chiari</strong>stampa, da ultimo la TipografiaClarense che lo stampa tuttora.Parliamo invece delle zelatrici, un beltermine desueto a in<strong>di</strong>care chi compiecon zelo, con impegno una missione. Secondome svolgono un lavoro insostituibileessendo un canale <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione, e<strong>di</strong> riscossione degli abbonamenti, unicoed irripetibile. Come le “reclutaste”?Tra le iscritte all’Azione cattolica femminile,tra chi già <strong>di</strong>stribuiva il vecchiofoglietto, confidando sulla tra<strong>di</strong>zioneclarense <strong>di</strong> generoso volontariato. Leprime zelatrici facevano parte con medel Gruppo della Buona Stampa, chein quegli anni si preoccupava <strong>di</strong> propagandaree <strong>di</strong>stribuire alcune note testate:Avvenire, La Voce del Popolo,Gioia, Alba, Madre, Vita femminile.Pensi che alcuni giornali venivano or<strong>di</strong>natiin numero esatto e poi venduticasa per casa, secondo le richieste dellefamiglie.Vogliamo ricordarne qualcuna?Prima fra tutte Giuseppina Festa, laperpetua <strong>di</strong> don Giacomo Cenini e zia<strong>di</strong> don Serafino, <strong>di</strong> cui ho già parlato,che mise a <strong>di</strong>sposizione dell’Angeloprima la casa e poi il garage. Poi LinaBoggiani, che mi aiutò molto ai tempidel collegio Rota, quin<strong>di</strong> Maria Goffi,Virginia Agosti, Maria Faglia e tantealtre...Qualche aneddoto?Ce n’era una, quasi analfabeta e completamenteanarchica per quanto riguardavala zona <strong>di</strong> sua competenza,poiché aveva abbonati in ogni parte <strong>di</strong><strong>Chiari</strong>. Quando raccoglieva gli abbonamentimetteva tutti i sol<strong>di</strong> in un sacchetto<strong>di</strong> carta o <strong>di</strong> plastica che mi rovesciavasul tavolo. Senza un appunto,una nota. Eppure, dopo averli stirati econtati, mi accorgevo che non c’era ilminimo errore, che non mancava maiuna lira. E debbo sottolineare l’amore,l’onestà e la precisione <strong>di</strong> tutte le zelatrici:e ne sono cambiate parecchie inoltre quarant’anni. Un altro momentoparticolare era quello della gita pellegrinaggioannuale, che adesso non si fapiù. Era una bella occasione <strong>di</strong>aggregazione con un <strong>di</strong>screto gruppo<strong>di</strong> “portoghesi”.C’erano anche gli zelatori?Ci sono adesso, ma sono una minoranza.All’inizio eravamo tutte donne, gliuomini sono arrivati più tar<strong>di</strong>.Quante erano le zelatrici all’inizio <strong>di</strong>questa avventura? E quante copie <strong>di</strong>stribuivate?Erano una quarantina per circa millecinquecentocopie. Adesso sono raddoppiate:le zelatrici e le copie.Dunque oggi L’Angelo <strong>di</strong>stribuisce circatremila copie per numero, <strong>di</strong> cui quattrocentoper posta. Già all’inizio c’eranogli abbonamenti postali? E com’eranogestiti?Gli abbonamenti postali sono un fenomenorelativamente recente, nacqueroprima le spe<strong>di</strong>zioni omaggio: ai sacerdotimissionari, ai sacerdoti andati viada <strong>Chiari</strong>. Subito già dai primi numeriuna cinquantina.E gli in<strong>di</strong>rizzi? Le etichette?Quelli sono arrivati con don Andrea ecol computer. Prima, pochi o tanti chefossero, gli in<strong>di</strong>rizzi li scrivevo tutti amano.Cambiamo argomento: L’Angelo è, nelAbbonamenti sostenitoriCesare Rocco (70 €); Margherita Peta;Mario Angeli (50 €).bene o nel male, lo specchio <strong>di</strong> quasimezzo secolo <strong>di</strong> vita clarense; ne ha raccontatola storia soprattutto religiosa maanche civile. Dei parroci e dei sacerdoti,ma anche dei sindaci, degli sportivi, dellacultura. Ha avuto sempre la stessa tiraturae <strong>di</strong>ffusione?Dal punto <strong>di</strong> vista prettamente numericoprobabilmente sì. Dalle millecinquecentocopie dei primi numeri si èarrivati alle tremila o<strong>di</strong>erne che è unrisultato consolidato ormai da <strong>di</strong>versianni. La <strong>di</strong>fficoltà, oggi, è senz’altroquella <strong>di</strong> raggiungere i potenziali lettoripiù giovani. Dal punto <strong>di</strong> vista deicontenuti è vero, L’Angelo ha riflettutole stagioni e i cambiamenti che sisono verificati in questi quarant’anni:ricco <strong>di</strong> contenuti e <strong>di</strong> informazionenegli anni Sessanta, con ancora traccedella voglia <strong>di</strong> ricostruire e consapevoledel benessere che si stava <strong>di</strong>ffondendo;specchio della realtà che cambiavain fretta tra la fine dei Sessanta e i Settanta,con la contestazione giovanile,la società, la chiesa e l’oratorio checambiavano in fretta; immobile e unpo’ impoverito negli anni Ottanta.Fino all’arrivo <strong>di</strong> monsignor Zanetti,<strong>di</strong> don Andrea Ferrari e della nuovaredazione. Mi pare importante sottolineareche oggi L’Angelo si autofinanziae copre tutte le spese della ra<strong>di</strong>oparrocchiale, della Biblioteca cattolicae delle attività multime<strong>di</strong>ali dellaparrocchia.Allora, Maria, l’appuntamento è per il2011, per le celebrazioni del Cinquantenario.Auguri e grazie <strong>di</strong> tutto.Roberto Bedogna23L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


24L’inaugurazionedel nuovo e<strong>di</strong>ficioOgni inaugurazione rappresentauna tappa nello sviluppoe nella storia <strong>di</strong> una istituzione.Come tale, la si celebra nellagioia e si invita a parteciparvi gli amici,quasi a dare maggior consistenza alringraziamento ed all’augurio.Così è capitato e capita a San Bernar<strong>di</strong>no.Acquistato nel 1926, il convento, inparte già restaurato dai fratelli Mennaper ospitarvi i PP. Benedettini, fin dagliinizi si rivela insufficiente ad accoglierviil noviziato e l’aspirantato dell’Ispettoriasalesiana lombardo-emilianae deve sottoporsi nel 1927 ad unprimo ampliamento con la costruzione<strong>di</strong> un’ala verso la vasta ortaglia. Nel1956, <strong>di</strong> fronte all’afflusso straor<strong>di</strong>nario<strong>di</strong> aspiranti e all’esigenza <strong>di</strong> sistemarele aule scolastiche, si provvedecon una nuova ala e la si inaugura conl’intervento <strong>di</strong> autorità religiose e civilie del rappresentante del Rettor <strong>Maggio</strong>re.Nel 1980 è la volta <strong>di</strong> un’altra costruzioneper dare una sede all’oratoriofiorente ed assicurare una piccolapalestra sia alla scuola che all’oratorio.Profetiche le parole del Vescovo <strong>di</strong>ocesanoS. E. Mons. Luigi Morstabilinimentre lo bene<strong>di</strong>ceva: si augurava cheil nuovo e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong>ventasse presto insufficientead accogliervi ragazzi e giovani,attirati dal nome e dallo stile <strong>di</strong>Don Bosco. Vent’anni dopo, superatapositivamente la fase <strong>di</strong> trasformazionedell’Opera da aspirantato a scuolacattolica, la Comunità si vede costrettaad affrontare la costruzione <strong>di</strong> unapalestra e <strong>di</strong> una nuova ala perl’oratorio e la scuola me<strong>di</strong>a superiore.L’alberello, piantato nel 1926, tra tantisacrifici e speranze, è <strong>di</strong>ventato un alberorigoglioso, i cui rami si estendonosempre più vigorosi. Ne è segno la vasta<strong>di</strong>stesa dei campi per i giochi liberie organizzati, dove prima si estendeval’ortaglia e pascolavano le mucche. Nel1995 anche l’Auxilium ha una sua sedeautonoma ed efficiente. Né sono menonumerosi gli interventi, affrontati congenerosità dalla popolazione, per lacurazia e la chiesa <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no.Facendo il confronto tra il San Bernar<strong>di</strong>nodel 1926 e quello <strong>di</strong> oggi, vienespontaneo sul labbro e soprattutto nelcuore il grazie alla Provvidenza. Solofiduciosi in essa, i salesiani si sono adoperatia risolvere i problemi conseguentia tale sviluppo, con l’aiuto <strong>di</strong>tanti amici e con il sostegno dell’Ispettoria.Allo sviluppo e<strong>di</strong>lizio soggiace un camminonon meno importante sul pianoistituzionale. Da opera de<strong>di</strong>cata esclusivamentealla formazione del personalesalesiano si è gradualmente trasformatain un servizio sempre piùadeguato alla pastorale della zona e alterritorio. La scuola da ginnasio privatoè <strong>di</strong>ventata scuola legalmente riconosciutae ultimamente scuola paritaria,comprendente le elementari, leme<strong>di</strong>e inferiori e la me<strong>di</strong>a superiore.Avendo ormai gli spazi necessari, si staora pensando ad un secondo in<strong>di</strong>rizzo<strong>di</strong> scuola me<strong>di</strong>a superiore, a caratteretecnico professionale, in modo da offrire,ai giovani ed alle famiglie, unventaglio più largo <strong>di</strong> scelte e, alle industrie,personale qualificato. Ne risulteràun complesso scolastico <strong>di</strong> notevoleentità, in cui l’interscambio frale <strong>di</strong>verse sezioni assicurerà ulteriorivantaggi formativi agli allievi. Anchel’Auxilium sta incrementando i <strong>di</strong>versisettori operativi. Si intende istituireuna seconda associazione a sostegnodelle missioni salesiane. Sta avviandosiun’altra iniziativa <strong>di</strong> tipo professionaleper una prima e imme<strong>di</strong>ata preparazioneal lavoro <strong>di</strong> giovani emarginati.Né meno impegnato l’oratorio, chemoltiplica gruppi ed iniziative neltentativo <strong>di</strong> offrire ai giovani lapossibilità <strong>di</strong> sviluppare i propriinteressi.Il clima vuol continuare ad essere <strong>di</strong>famiglia, in cui ognuno si trovi a suoagio; lo stile ed il metodo educativo,quello <strong>di</strong> Don Bosco; la finalità, quella<strong>di</strong> sostegno alla maturazione umana ecristiana dei giovani, in collaborazionecon le famiglie e le altre agenzieeducative.Un programma arduo, che obbliga aduna piena de<strong>di</strong>zione i salesiani, le suoreFMA, i numerosi collaboratori ed ivolontari. Su <strong>di</strong> esso abbiamo volutol’intervento del Rettor <strong>Maggio</strong>re DonPasqual Chavez e la sua bene<strong>di</strong>zionenel nome <strong>di</strong> Don Bosco.don Franco FontanaDirettore - PresideNegozio <strong>Chiari</strong>MondoMonterrey, Messico, <strong>Maggio</strong> 2002 - Il Rettor maggiore fra i ragazzi del Collegio don Bosco.presso il Centro Giovanile,ingresso da Viale CadeoOrario <strong>di</strong> aperturaMartedì dalle 17 alle 19Sabato: 9.30 /11.30 - 14.30/18.00Puoi trovare tutti i prodottidel commercio equo e solidale:generi alimentari e artigianato.L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


Festa<strong>di</strong>San Bernar<strong>di</strong>noMartedì 20 maggio è la festa<strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no da Siena,patrono della nostrachiesa, dell’Opera salesiana e delquartiere. Mi sono preso la briga <strong>di</strong>chiedere ad alcuni ragazzi della scuolame<strong>di</strong>a qualche informazione al riguardo.Sono rimasto deluso delle risposteavute, nonostante i suggerimenti. I piùinformati sono riusciti a <strong>di</strong>re che eraun frate, ma non ne sapevano né l’or<strong>di</strong>ne<strong>di</strong> appartenenza, né per qualemotivo era stato <strong>di</strong>chiarato nostro patrono,né tanto meno il periodo cui risalivala costruzione del convento edella chiesa. Più che parlarne ho preferitovisitare insieme il chiostro e lachiesaelegarelemienotazioniaqualcosa<strong>di</strong> concreto.Sulla porta d’entrata al convento è visibileun affresco in cui è raffigurato ilPadre Bonaventura Plantanida <strong>di</strong>scepolo<strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no con una data,quella del 1457, quando egli prese possessosolenne del convento costruitodalla comunità clarense. È un conventofrancescano, come risulta anche dagliaffreschi che decorano i primi duechiostri con la narrazione della vita <strong>di</strong>San Francesco d’Assisi. Appartenevaall’Osservanza, una corrente francescanache si impegnava nell’osservanzastretta della regola primitiva. La costruzionevenne a coincidere con unperiodo <strong>di</strong> grande fervore francescano,favorito dalla pre<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> SanBernar<strong>di</strong>no da Siena e dei suoi <strong>di</strong>scepoli.I paesi andavano a gara per averenel proprio territorio una comunitàfrancescana per assicurarsi delle guidespirituali e la cura dei poveri.San Bernar<strong>di</strong>no era venuto ripetutamentea Brescia e nel bresciano (nel1422, nel 1436 e nel 1441) ed avevacommosso la città, promovendovi lapace e la concor<strong>di</strong>a tra le fazioni, che si<strong>di</strong>laniavano. Di nobile e ricca famigliasenese, affascinato dall’ideale francescano,si era fatto frate e, <strong>di</strong>etro leorme <strong>di</strong> San Francesco d’Assisi, percorreval’Italia, specialmente l’Italiasettentrionale, a pre<strong>di</strong>carvi l’amore ela pace.Sano <strong>di</strong> Pietro, San Bernar<strong>di</strong>no da SienaL’Aquila - Museo NazionaleIn chiesa l’immagine <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>nodomina la navata della pala settecentesca,insieme ai <strong>di</strong>scepoli San Giovannida Capestrano, San Giacomodella Marca e Santa Margherita daCortona.In un trionfo <strong>di</strong> angeli il santo è all’apicedel gruppo ed è in contemplazionedel monogramma “Jesus HominumSalvator” “Gesù salvatore degli uomini”.Sull’H <strong>di</strong> Hominum si innalza lacroce. Lo stesso monogramma è scolpitosulla porta che immette nei chiostri,era forse il portale della chiesaquattrocentesca, ed in uno dei ton<strong>di</strong>del pavimento marmoreo, a ricordodell’anno santo 1950. La devozione alnome <strong>di</strong> Gesù l’aveva coltivata fin dallafanciullezza San Bernar<strong>di</strong>no, quando,orfano <strong>di</strong> padre e <strong>di</strong> mamma erastato accolto dalla zia Bartolomea aSiena. La pre<strong>di</strong>cava in ogni occasionee, per colpire l’attenzione degli u<strong>di</strong>tori,ne aveva fatto <strong>di</strong>pingere il monogrammasu una piccola tavola che illustravaalla gente e con la quale la bene<strong>di</strong>vaalla fine <strong>di</strong> ogni sermone.Per il nome <strong>di</strong> Gesù, che ricorre novecentosettantaduevolte nel Vangelo eduecento<strong>di</strong>ciannove volte nelle lettere<strong>di</strong> San Paolo, aveva le più belle e delicateespressioni, perché vi vedevacome sintetizzata tutta la storia dellasalvezza. Per tale devozione venneaccusato <strong>di</strong> eresia e dovette subire ilprocesso dell’Inquisizione, uscendonevittorioso.Andava ripetendo: «Questo nome <strong>di</strong>Gesù è il breve dei brevi santi; portaloadosso, o scritto o figurato e non potraicapitare male». Per questo lo sitrova scolpito o in formelle <strong>di</strong> maiolicasulla porta <strong>di</strong> molte case nelle cittàantiche.Un altro segno bernar<strong>di</strong>niano è intarsiatosull’altare maggiore, dove, ai pie<strong>di</strong>del santo sono collocate tre mitrie, aricordo del suo rifiuto alle ripetuteprofferte <strong>di</strong> episcopati fattegli dalPapa. Povero e umile, anche se follestraor<strong>di</strong>narie accorrevano alla sua pre<strong>di</strong>cazione- tanto che le chiese eranoinsufficienti a contenerle e si dovevaricorrere alle piazze - e ne esaltavanola santità, oltre che l’arte oratoria.Accanto a raccolte <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>che in latinoegli ne ha lasciato anche in volgare.Un notaio le aveva raccolte, dalla suaviva voce, stenografandole, conservandola vivacità e la ricchezza del parlato,l’incisività dei <strong>di</strong>aloghi e delle immagini,la capacità narrativa e <strong>di</strong> profilarecaratteri e macchiette, tanto che ne èvenuto un capolavoro della letteraturaitaliana.Né meno gran<strong>di</strong> in San Bernar<strong>di</strong>noerano la scienza teologica e la capacità<strong>di</strong> governo, tanto che fu eletto primavicario generale dell’or<strong>di</strong>ne francescanoe poi dell’Osservanza. Come tale neriformò gli stu<strong>di</strong> e ne promosse l’applicazione.A tale scopo scrisse anche alcunitrattati teologici in latino.Difese l’Immacolata Concezione <strong>di</strong>Maria Santissima, come si può vedereaffrescato nell’antico refettorio delconvento. Promosse la devozione aSan Giuseppe.È una delle figure più popolari e veneratedel mondo francescano. Lo eraanche da noi, ma con la <strong>di</strong>spersione deifrati questa festa si limitò all’ambito liturgicoe, come festa popolare, fu sostituitadal Perdono d’Assisi l’1-2 agosto.Fin che la zona fu soprattutto agricola,veniva a celebrare la solennità ilPrevosto con il capitolo della collegiata,con grande concorso degli abitanti.Cambiata la situazione sociologica,decadde anche questa tra<strong>di</strong>zione.Ora è <strong>di</strong>ventata un momento particolaredel mese <strong>di</strong> maggio, mese del Rosarioalle santelle. Ci si trova tutti inchiesa, per la recita comunitaria delRosario e si fa un po’ <strong>di</strong> festa insiemeai più fedeli <strong>di</strong> tale pratica. L’oratoriocura la drammatizzazione dei misteri.Di bernar<strong>di</strong>niano c’è, <strong>di</strong> solito, la pre<strong>di</strong>cadel Curato e il canto della bandaquattrocentesca.don Felice Rizzini25L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


SAN BERNARDINOLuoghi <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> fedeAPOSTOLATODELLA PREGHIERA26Oggi si fa un gran parlare <strong>di</strong> valoriinconsessiese<strong>di</strong>lepiù<strong>di</strong>verse, se ne occupano e-sperti qualificati nelle varie <strong>di</strong>sciplinesociali. Anche la Chiesa Bresciana riflettesul valore della fede nel prossimoConvegno Diocesano, che si svolgerànei primi giorni <strong>di</strong> maggio. Sarannochiamate tutte le parrocchie, anche<strong>Chiari</strong> sarà presente.La fede è sempre stata un valore vissutoin modo semplice, fatto <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zioniche scan<strong>di</strong>vano lo snodarsi della vitanel tempo. Accompagnava i momentibelli del nascere, del crescere con percorsi<strong>di</strong> catechismo e nelle varie attività,che nelle nostre zone si esprimevain maggior parte in quelle conta<strong>di</strong>ne.In questo clima era consueto vivere secondoi ritmi naturali del succedersidelle stagioni. La fede si esprimeva informa spontanea, assorbita dallo stile<strong>di</strong> vita in cui i figli con<strong>di</strong>videvano leesperienze dei genitori e degli anziani.Da qui i segni evidenti delle devozionipopolari: <strong>di</strong>pinti murali, e<strong>di</strong>cole e santelle<strong>di</strong>sseminate nel vasto territorioagricolo. Ne rimangono ancora <strong>di</strong>verse,poste ai crocicchi delle strade <strong>di</strong>campagna a protezione dei campi e delraccolto; sono de<strong>di</strong>cate soprattuttoalla Madonna.Nelle belle giornate, soprattutto in primavera,è una gioia per gli occhi e peril cuore soffermarsi in questi luoghiimmersi nel verde dei campi e nell’azzurrodel cielo. Inondati <strong>di</strong> sole, si sentenascere dentro il desiderio <strong>di</strong> ringraziareil Signore per il dono dellaCreazione e della vita.Immerso in questi pensieri, mi trovavodavanti alla cappellina de<strong>di</strong>cata al S.Cuore <strong>di</strong> Maria che si trova al bivio traVia Pradella e via S. Bernardo, ambientesplen<strong>di</strong>do. Osservo la santella,il cero acceso, la tovaglietta can<strong>di</strong>da, ivasi <strong>di</strong> fiori ed un mazzolino <strong>di</strong> margheritine.L’immagine <strong>di</strong>pinta sulmuro è un po’ sbia<strong>di</strong>ta e bisognosad’intervento, ma tutto è nel massimodecoro. Giungono intanto due omoniin bicicletta con gli attrezzi da lavorosulle spalle, le facce incuriosite, ma dalsorriso gioviale, e mi spiegano che lasantella è lì da un tempo immemorabile,ha subito qualche danno in seguitoad un urto causato da un mezzo agricolo,è stata riparata. Intorno ad essa siriuniscono circa una ventina <strong>di</strong> persone,adulti e bambini, per la recita del S.Rosario durante il mese <strong>di</strong> maggio. Vipartecipano anche le famiglie dei ferrovieriche abitano nei pressi, da quandola loro santellina è stata rimossa perla costruzione del sottovia. Queste famiglieprobabilmente ritornerannoalla loro Maria Addolorata ricostruitae riposizionata, anche questa moltobella e or<strong>di</strong>nata. Nella sua posizioneoriginale anch’essa proteggeva unantico incrocio <strong>di</strong> strade <strong>di</strong> campagnanel solco della tra<strong>di</strong>zione. C’e moltacura nel mantenimento del decoro,segno <strong>di</strong> una devozione che continuanel tempo.Si possono in<strong>di</strong>viduare strumenti piùaggiornati della comunicazione modernaper trasmettere la conoscenzadella fede, ma certo non si può prescinderedal fatto che si devono trovaremomenti e luoghi in cui con<strong>di</strong>videre,come comunità, la fede che ci è statadonata attraverso la testimonianzadelle generazioni che ci hannopreceduto.Vittorio IezziSantella de<strong>di</strong>cata alla verginenei pressi della Gnutti.“Per i fanciulli in <strong>di</strong>fficoltà e per coloroche si de<strong>di</strong>cano alla loro cura, perchétrovino in Maria, Madre dellavita, costante sostegno e aiuto”.Si legge nel Vangelo che Gesù,in<strong>di</strong>cando i fanciulli, esclamò:“Chi avrà scandalizzatouno <strong>di</strong> questi piccoli che credono,sarebbe meglio per lui che gli si appendessealcollounapietradamulinoe fosse gettato in mare!”(Mc,9-42; Mt, 18-9). Eppure i piccoli,nel mondo, sono spesso oggetto <strong>di</strong>sevizie e maltrattamenti, senza contarequelli che vengono sfruttati perlavori gravosi nell’età in cui dovrebberosolamente stu<strong>di</strong>are, impararea pregare e giocare.Moltissimi bambini, in questa realtà<strong>di</strong> ingor<strong>di</strong>gia e <strong>di</strong>suguaglianze, muoiono<strong>di</strong> malnutrizione e per banalimalattie, mentre nel nostro mondo“civile” ci ammaliamo per sovrabbondanza<strong>di</strong> cibo, all’insegna del superfluo.In certi paesi i ragazzi vengonoad<strong>di</strong>rittura coinvolti nei conflitti,vestiti come soldati e armati,istruiti ad uccidere, quando dovrebberoconoscere soltanto amore efiducia nel prossimo.Dobbiamo quin<strong>di</strong> pregare con ilPapa, il quale, nella sua devozionealla Madonna, Le affida i fanciulli, aLei che è la tenerissima Madre <strong>di</strong>Gesù, perché li protegga dalla malvagitàumana. Inoltre dobbiamopregare per gli educatori, perché insegninoai bimbi l’amore per Maria,che vuol <strong>di</strong>re anche rispetto per glialtri, mitezza e bontà.Ida AmbrosianiL’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


TELEVISIONEIstruzioni per l’usoA conclusione, l’intervista a Bruno Pizzul...VELA <strong>2003</strong>Con l’estate alle porte, 1’IstitutoSalesiano San Bernar<strong>di</strong>noha deciso <strong>di</strong> riproporre l’ormaiclassico appuntamento <strong>di</strong> inizioluglio con la vela. L’esperienza, rivelatasi<strong>di</strong>vertente e formativa sin dal primoapproccio avvenuto quattro annior sono, ha luogo in una ridente localitàdel Lago d’Iseo, circondata da ver<strong>di</strong>colline. Il corso consta <strong>di</strong> una settimana<strong>di</strong> intense lezioni teoriche e pratichesotto l’attenta, continua e competentesorveglianza <strong>di</strong> istruttori federalialtamente qualificati. Gli allievi, <strong>di</strong> etàcompresa fra gli 11 ed i 17 anni, hannola possibilità <strong>di</strong> sperimentare la veravita dei marinai; per i ragazzi dai 14anni in su vi è inoltre l’opportunità <strong>di</strong>pernottare presso la base nautica.L’Associazione Nautica Sebina (ANS)si rende <strong>di</strong>sponibile per il servizio ristorazioneed offre tutto l’equipaggiamentonecessarioadomareintranquillitàe sicurezza i venti che sospingonole vele delle imbarcazioni mentresolcano il Lago d’Iseo durante lelezioni in acqua.I requisiti fondamentali per frequentarei corsi <strong>di</strong> iniziazione alla vela o, per ipiù esperti, <strong>di</strong> perfezionamento sonola voglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertirsi, <strong>di</strong> provare particolariesperienze con amici vecchi enuovi e la capacità <strong>di</strong> adattarsi a situazioniinusuali nella vita quoti<strong>di</strong>ana. Imotivi sono molti per praticare unosport troppo spesso ritenuto estraneo,ma che sa regalare gran<strong>di</strong> emozionianche in campo internazionale.Marco & SergioApartire dal secondo trimestre,molte delle attività <strong>di</strong>datticheproposte ai ragazzidelle seconde me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>nohanno avuto come protagonistauno dei più potenti mass-me<strong>di</strong>a finoracreati dall’uomo: la TV. Gli insegnantihanno affrontato questa tematica, ciascunonel proprio specifico ambito <strong>di</strong>sciplinare,fornendo i <strong>di</strong>versi tasselli <strong>di</strong>un puzzle che via via ha assunto contornie toni meglio definiti. Si è partitidai questionari, necessari per monitorarele conoscenze, le abitu<strong>di</strong>ni e gliinteressi degli studenti, per giungereallo stu<strong>di</strong>o delle caratteristiche delmezzo televisivo, della sua struttura,della sua storia e, soprattutto, all’in<strong>di</strong>viduazionedel suo rilevante peso all’internodella società e della vita deisingoli.In effetti, la TV permette <strong>di</strong> poter conoscereed vedere in <strong>di</strong>retta avvenimentilontani (come attuale è purtroppoil conflitto in Iraq), <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>rele conoscenze fornite dalla scuola e dailibri (pensiamo all’importante contributodei documentari e delle trasmissioniculturali) e <strong>di</strong> avere momenti <strong>di</strong>svago con programmi musicali, quiz,cartoni animati e film. Talvolta però laTV può avere anche un’influenza negativa,soprattutto se sottrae ai ragazzitempo che potrebbe essere meglio utilizzatoo se veicola messaggi poco e<strong>di</strong>ficanti.I ragazzi hanno tratto questeconsiderazioni partendo dall’analisidei palinsesti delle varie reti televisive,valutando in particolare il target cuiesse si rivolgono.Al termine dell’attività, si è giunti aformulare una serie <strong>di</strong> “istruzioni perl’uso” <strong>di</strong> questo mezzo. Non è statasolo un’attività <strong>di</strong> indagine e <strong>di</strong> valutazione,ma anche una possibilità concreta<strong>di</strong> realizzare un prodotto televisivo:la sezione A ha ricevuto l’incarico<strong>di</strong> realizzare un réportage sulla gita alparco nazionale dello Stelvio; la sezioneB si è occupata della redazione <strong>di</strong>un TG-RAGAZZI, con notizie e servizisulla vita della scuola; la sezione Cha portato a termine la simulazione <strong>di</strong>un processo dove imputata d’eccezioneera la TV, con giu<strong>di</strong>ci ed avvocatiscelti tra gli alunni.A conclusione <strong>di</strong> questo laboratoriomulti<strong>di</strong>sciplinare, l’intervista ad un famosogiornalista televisivo, Bruno Pizzul.Il celebre cronista sportivo, nell’incontrocon gli allievi <strong>di</strong> seconda me<strong>di</strong>a,giovedì 27 marzo, ha sottolineato,in sintonia con il lavoro svolto dalleclassi, pregi e <strong>di</strong>fetti del mezzo televisivo,strettamente <strong>di</strong>pendenti dalla metodologiad’impiego <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>ffusomezzo <strong>di</strong> comunicazione. Pizzul, conla sua voce inconfon<strong>di</strong>bile, che tuttihanno imparato a conoscere ascoltandole telecronache dei più importantieventi calcistici, ha parlato per più <strong>di</strong>due ore ad un pubblico <strong>di</strong> circa novantaragazzi, insolitamente attenti e partecipi.Ricorrendo anche ad alcunianeddoti, che hanno riscosso molto interesse,ha ripercorso le tappe dellasua lunga e fortunata carriera, spiegandoquali competenze servano perfare questo lavoro. Ha parlato <strong>di</strong> sport,soprattutto <strong>di</strong> calcio, che lui ben conosceper averlo praticato in gioventù,nelle file dell’U<strong>di</strong>nese e <strong>di</strong> altre squadre<strong>di</strong> provincia. Ha sottolineato gliaspetti positivi e quelli negativi delmondo dello sport, esprimendo rammaricoper i tristi fenomeni del dopinge della violenza negli sta<strong>di</strong>. Ha svelato iretroscena delle cronache televisive,spiegando che la televisione può essereuno strumento utile o dannoso secondol’uso che se ne fa. Stimolato dairagazzi ad esprimere le sue preferenzein materia <strong>di</strong> tifo calcistico, ha affermato<strong>di</strong> pre<strong>di</strong>ligere le piccole squadrerispetto a quelle più ricche e titolate; inquanto ai campioni sportivi, ha manifestatomolta simpatia per queipersonaggi, come Tommasi e Totti,che hanno saputo mettere la loropopolarità al servizio <strong>di</strong> nobili causecome l’UNICEF. Infine, con molta<strong>di</strong>sponibilità, si è prestato a firmare uncentinaio <strong>di</strong> autografi e a posare con iragazzi per una foto ricordo.Un incontro davvero positivo: scuola<strong>di</strong> TV ma anche scuola <strong>di</strong> vita.Gliallievi<strong>di</strong>Secondasez.A-B-CScuola Me<strong>di</strong>a “San Bernar<strong>di</strong>no”27L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


28AdrigatIn unrecenteviaggioinEtiopiaeEritrea, don Arturo Lorini ha potutovisitare le <strong>di</strong>verse missioni salesiane.Stralciamo dalla sua relazionequanto ha scritto riguardo ad A<strong>di</strong>grat,dove lavora il missionario salesiano clarensedon Emanuele Vezzoli. Egli si de<strong>di</strong>caall’insegnamento, all’amministrazionedella comunità e all’oratorio.Su un colle tutto rocce, salendogra<strong>di</strong>ni scalpellati nella pietra,si arriva alla cittadella salesiana<strong>di</strong> Guala, appena sopra A<strong>di</strong>grat: unacomunità <strong>di</strong> giovani che si prepara aseguire Don Bosco. E accanto a loro,nel gioioso timbro salesiano, si sonoallargati un oratorio e un centro giovanile.Nella lingua del Tigray, A<strong>di</strong>grat significa“Paese del campo”. Il nome <strong>di</strong>A<strong>di</strong>grat era entrato nelle cronache italianesul finire dell’Ottocento, quando,appena occupata la città, al maggioreToselli era stato or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> costruireunforte.Unannodopolacostruzionel’e<strong>di</strong>ficio militare, asse<strong>di</strong>atoda due mesi dal ras Mangascià, erastato abbandonato ancora nel 1935.A<strong>di</strong>grat era stata raggiunta dalle truppecoloniali nei primi giorni del conflittoitalo-etiopico. Per essere <strong>di</strong> nuovosgombrata sei anni dopo. Da allorale parole italiane non si mescolano piùa parole <strong>di</strong> battaglie e <strong>di</strong> sangue.All’opposto, sono portatrici <strong>di</strong> solidarietàe <strong>di</strong> amore. Negli italiani salesianinon vi sono certo speranze <strong>di</strong> dominio,ma il sogno <strong>di</strong> poter trasmettere prestoogni loro opera ai fratelli etiopi.Nel <strong>di</strong>cembre del 1986 ecco quin<strong>di</strong> iprimi tre studenti <strong>di</strong> filosofia, assiemea due sacerdoti salesiani, il filippinodon Edgardo Espiritu e l’italiano donGianni Premoli. Nel 1987 la casa avevaaccolto anche il noviziato. PadreAlfredo Roca, oggi alla guida <strong>di</strong> tutti isalesiani dell’Etiopia, aveva sostituitoPadre Espiritu e la cura dei novizi erastata affidata a Padre Gennaro Gegantoni.Il noviziato venne poi trasferito aAd<strong>di</strong>s Abeba e ora si trova a DebreZeit. Don Filippo Dore <strong>di</strong>ceva: «Lacomunità <strong>di</strong> A<strong>di</strong>grat ha sperimentatouna continua crescita. Oltre alla casa<strong>di</strong> formazione abbiamo costruito unCentro giovanile, con <strong>di</strong>versi campi dagioco, per raccogliere centinaia <strong>di</strong>bambini e giovani, soprattutto il sabatoe la domenica. Vi si svolgono attività<strong>di</strong> tempo libero, parascolastiche, catechesi,lavori manuali, sport». Don FilippoDore è andato poi a Betlemmeed è stato sostituito da don JonasSamala <strong>di</strong> origine in<strong>di</strong>ana, unsalesiano dal grande cuore che mi haaccolto con grande amicizia, insiemeall’economo don Emanuele Vezzoli.Quando ho visitato A<strong>di</strong>grat ho visto lapiccola casa <strong>di</strong> Giustino de Jacobis, ilmissionario che nei primi anni del1800 aveva cercato <strong>di</strong> portare la Chiesacattolica in Abissinia e che nel 1975, lostesso anno dell’arrivo dei salesiani inEtiopia, era stato proclamato santo daPaolo VI.Qui crescono giovani salesiani che frequentanogli stu<strong>di</strong> filosofici e teologici.Il carisma <strong>di</strong> Don Bosco affascina i giovanietiopi, cresciuti in un paese cristianofin dai primi secoli e con unaforte tra<strong>di</strong>zione monastica. L’Etiopia èl’unico paese dell’Africa che si è mantenutofedele al Vangelo in quasi duemilaanni. Nel periodo formativo, cheprecede la prima professione religiosa,attualmente ci sono tre novizi a DebreZeit, nove pre-novizi ad Ad<strong>di</strong>s Abeba-Mekanissae due a Dekemharè ecirca un centinaio <strong>di</strong> aspiranti aMakallè e in altre case dell’Etiopia.In questi primi 25 anni <strong>di</strong> permanenzain Etiopia i salesiani etiopi ed eritreiprofessi dal 1986 ad oggi sono 54. I salesianimissionari hanno in questi chiericie sacerdoti etiopi la garanzia dellacontinuità dell’opera <strong>di</strong> Don Bosco inAfrica. Anche ad A<strong>di</strong>grat sono statedestinate numerose “adozioni a <strong>di</strong>stanza”per assicurare ai più poveri unminimo vitale: un piatto <strong>di</strong> minestra,un pezzo <strong>di</strong> pane, un libro per lascuola, una me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> sopravvivenza.Oltre la miseria endemica, che travolgespecialmente i bambini e i vecchi, inquesti tempi si fanno sentire le conseguenzedella carestia che ha colpito ilpaese.don Arturo LoriniAlcolisti Anonimie Al-ANON<strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>La sede è situata presso l’OratorioCentro Giovanile 2000in via Tagliata, <strong>Chiari</strong> (BS).Per informazioniA. A.: Giuliana e Giordanotel. 030/7101166A<strong>di</strong>grat - Casa salesianaAl-ANON: Angelatel. 030/7009866L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


SuorPaolinaRodenghiÈstato certamente un incontrocon una persona straor<strong>di</strong>nariaquel lunedì sera <strong>di</strong> fine marzo,quando per un paio <strong>di</strong> ore, nel nostronegozio del commercio equo, abbiamoincontrato Suor Paolina Rodenghi,83 anni, clarense, missionaria canossiana,da 57 anni in Argentina,dove è stata mandata in virtù <strong>di</strong> santaobbe<strong>di</strong>enza nel 1946, quando avevaventicinque anni.È straor<strong>di</strong>nario e commovente sentirlaparlare, in un chiaro italiano intercalatoda espressioni in lingua spagnola ein <strong>di</strong>aletto bresciano, della sua infanziae adolescenza a <strong>Chiari</strong>, quanto era“contesa” dalle suore Morcelliane edalle Ancelle, che l’avrebbero volutanella loro congregazione: le primesono troppo serie, <strong>di</strong>ce suor Paolina,non le piacciono; con le Ancelle nonvuole andare, non le va <strong>di</strong> fare l’infermiera.Entrerà nelle Canossiane e <strong>di</strong>venteràuna grande infermiera. Comesi spiega? Semplice, si spiega con l’obbe<strong>di</strong>enza.“Io sono sempre cosìcontenta, ci <strong>di</strong>ce Suor Paolina, perchého sempre detto <strong>di</strong> sì al Signore”.Semplicissimo!Il primo grande sì lo <strong>di</strong>ce nel ’39 a <strong>di</strong>ciannoveanni, quando inizia il suocammino <strong>di</strong> formazione a Vimercatenella casa delle Canossiane. Il secondogrande sì lo <strong>di</strong>rà a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> setteanni, quando nel ’46 partirà perl’Argentina per iniziare la sua lungavita missionaria, costellata da gran<strong>di</strong> epiccoli sì al Signore.Piccolo particolare: partita nel ’46 ritorneràa <strong>Chiari</strong> in visita ai parenti perla prima volta nel 1970, dopo ventiquattroanni!È partita quando ormai non aveva piùné papà né mamma, lasciando a casa lanonna, a cui è legata da particolare affetto;la riabbraccerà dopo 24 anni, appenain tempo, perché poco tempodopo la nonna muore.Ma dove è stata Suor Paolina durantequesti 57 anni? I primi cinque anni liha trascorsi esercitando la sua missionecome infermiera nell’ospedale italiano<strong>di</strong> Buenos Aires. Poi è stata mandataa Bahia Blanca, dove è rimastaper ventisette anni: ha fatto l’infermiera,ha fatto molto catechismo <strong>di</strong> giornoe alla sera tar<strong>di</strong>, come <strong>di</strong>ce lei, ha frequentatoil ginnasio per poter insegnareanatomia e fisiologia, ha stu<strong>di</strong>atopresso la Croce Rossa. Mentre facevatutto questo ha avuto anche modo <strong>di</strong>stu<strong>di</strong>are armonium e violino.Le tappe successive sono Medanos,Huerta Grande (Cordoba), QueQuen, poi ancora Medanos. Le attivitàsono prevalentemente pastorali: moltacatechesi, preparazione al matrimonio,assistenza ad anziani e malati.Nel frattempo sono subentrati grossiproblemi <strong>di</strong> salute: l’infarto, i bay-pass,problemi agli occhi ed altro. “Ebbimolte operazioni, però il Signore miha sempre amato”.Attualmente Suor Paolina è a La Plata.“Faccio quel che posso, prego molto,seguo le Sante Messe, faccio moltame<strong>di</strong>tazione”.Non so se ho fatto un resoconto precisoe completo <strong>di</strong> questa eccezionale ericchissima vita missionaria, gli appuntiche ci ha passato Suor Paolina in alcunipunti erano poco chiari, comunquea colpirci è stata soprattutto la serenitàe la gioia <strong>di</strong> vivere <strong>di</strong> questagrande donna, nonostante i gravi problemi<strong>di</strong> salute; è sicuramente questala più straor<strong>di</strong>naria testimonianza dellasua vita missionaria.Suor Paolina ci saluta. “Ritorno a casail 6 aprile, ci rivedremo fra quattroanni”.Penso che ci rivedremo sicuramente,soprattutto penso che ci manterremoin contratto con questa straor<strong>di</strong>nariamissionaria.Arrivederci Suor Paolina!Primo GandossiAVVISOPER LA CLASSE 1938Sabato 7 giugno <strong>2003</strong>alle ore 18.00nel Duomo <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>verrà celebrata una Santa Messa<strong>di</strong> ringraziamentoper il dono della vita per i vivie <strong>di</strong> suffragio per i defunti.Sono invitati anche i parenti deidefunti della classe 1938.29L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


Giamberto Campagnari che ci fa saperetrattarsi dell’abate Carlo Angelini,rovatese. Architetto e progettista, feceabbattere le vecchie mura e <strong>di</strong>resse lacostruzione dei portici vantiniani nellapiazza principale <strong>di</strong> Rovato. Ad unconcorso internazionale presentò unprogetto, in grande anticipo sui tempi,<strong>di</strong> un tunnel sotto la Manica.Franco RubagottiAugustoPellegrinie l’Ospedale <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>30La fabbrica del linoIl mese scorso abbiamo ricordato iltempo della Fabbrica del lino, dellavecchia passerella pedonale costruitaapposta perché le operaie potesserooltrepassare senza pericolo la ferrovia.Ora abbiamo scovato - grazie alla signoraGemma Cagna, la quarta da sinistra- un’interessante foto <strong>di</strong> gruppo<strong>di</strong> quelle lavoranti del lino: sono ventotto,nel loro bel camice bianco con lasigla SAIL (Società agricola industrialedel lino) e le fascine or<strong>di</strong>nate <strong>di</strong> paglia<strong>di</strong> lino. Quella seduta al centro hal’aria <strong>di</strong> essere una caposquadra. Chi siriconosce?Lo scoppio alla «Gnutti»Il luogo è lo stesso, ma nel dopoguerrail lino non c’è più. Ci sono invece leTrafilerie Gnutti.La fotografia <strong>di</strong> Enrico Recenti ci serveper ricordare un grave episo<strong>di</strong>o accadutonel 1951. Ne ho un ricordo personale,perché quel pomeriggio <strong>di</strong>marzo mia madre mi aveva chiesto <strong>di</strong>andare a comperare una bottiglia <strong>di</strong>acqua Sangemini, per mia sorella Daniela,allora piccolissima. Ricordo, all’uscitadal negozio, il tremendo boatoche fece tremare la terra tutt’intorno,la gente affacciata alle finestre, la colonna<strong>di</strong> fumo scuro, denso. In pochiminuti fu un accorrere <strong>di</strong> vigili del fuoco,ambulanze, carabinieri, gente comune.Sembra che tra il materiale ferrosodestinato alla fusione ci fosseroanche residuati bellici - ricor<strong>di</strong>amo chela guerra era finita da pochi anni - e,forse, una bomba inesplosa.Morirono in due: Giacomo Libretti eBattista Lanza. Altri rimasero feriti:tra loro Enrico Recenti, il cui viso sembravaattaccato da uno sciame d’api,Rocco Lorini, Bal<strong>di</strong>ni, Cappelli, Donna.La città dapprima ammutolì e poisi strinse solidale attorno alle famigliecosì duramente colpite.Chi è costui?Nel numero <strong>di</strong> gennaio, Elia Facchettiha pubblicato la foto, rinvenuta in unasoffitta, <strong>di</strong> un sacerdote sconosciuto. Siè messo in contatto con noi il maestroStoria ed attualitàdella chirurgia protesicaGiornata <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oSalone Marchettiano<strong>Chiari</strong> - 10 maggio <strong>2003</strong>Ore 9.00 – 17.00PartecipanoR. Ajmar, G. ArmocidaI. Belotti, L. BersiC. Carrozza, M. GiovanettiT. Lazzarini, L. LorussoS. Onger, G. F. PellegriniA. Porro, M. S. RasettiR. Sacchetti, P. VanniMostra documentariaPinacoteca Repossi<strong>Chiari</strong>, Via Varisco, 9Orario 9.00 - 12.00 / 15.00 - 18.00L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


MO.I.CA. INFORMAIl 30 marzo scorso abbiamo avuto due manifestazioniconcomitanti: alcune amiche partecipavanoin Villa Mazzotti all’esposizione <strong>di</strong> lavori femminiliorganizzata dal Comune, mentre il nostro piccoloMuseo era solo parzialmente <strong>di</strong>sponibile, non essendoancoraterminatiilavori<strong>di</strong>ristrutturazioneinquellocale.Lostessogiorno,comedaprogramma,abbiamoassistito alla conferenza della dott. Enza Corrente Sutera,psicologa, giornalista e perito presso il Tribunale<strong>di</strong> Brescia per i problemi della famiglia. Tema dell’incontroera Lecrisimatrimonialieiproblemidellafamiglia.La dott: Sutera ci ha esposto un quadro generaledelle famiglie moderne per un evidente confronto conil passato. Infatti, oltre a quella tra<strong>di</strong>zionale, troviamole famiglie “allargate”, per più <strong>di</strong> due generazioni nellostesso nucleo; quelle normali, cioè i genitori con i lorofigli; genitori soli, separati o vedovi, con figli; unionisenza matrimonio; famiglie ricostituite tra <strong>di</strong>vorziati;matrimoni multietnici; famiglie unipersonali.Da un recente rapporto sociologico risulta che dal 1985il tasso delle separazioni e dei <strong>di</strong>vorzi è raddoppiato,passando dal 17,02% del 1985 al 34,80% del 1998. Questoavviene mentre il tenore <strong>di</strong> vita e il benessere sonoaumentati, ma evidentemente non bastano la secondacasa, la terza macchina e il quarto televisore e neppureil consumismo imperante a favorire la serenità in famiglia,la tranquilla convivenza e il benessere interiore.Una conseguenza evidente nei riguar<strong>di</strong> dei figli è lascarsa comunicazione, la mancata trasmissione degliavvenimenti storici che riguardavano la famiglia del padree della madre, dei nonni. I giovani non hanno cosìra<strong>di</strong>ci su cui fondarsi e vivono nell’incertezza, dovendosiaffidare a modelli esterni, magari cinematografici otelevisivi. Quando si sposano, pensano che l’amore sial’unico componente del matrimonio per cui, finitoquesto, o alla prima <strong>di</strong>fficoltà che comporterebberinuncia o sacrificio, si butta via il matrimonio.* * *Il 31 marzo eravamo a Venezia, dove abbiamo visitatola mostra “I Faraoni” a Palazzo Grassi. La guida ci haillustrato ogni pezzo esposto e sembrava incre<strong>di</strong>bile potervedere quei reperti, ritrovati nelle tombe egiziane,fabbricati da mani così esperte già migliaia <strong>di</strong> anni primadella venuta <strong>di</strong> Cristo. Venezia ci ha regalato unabella giornata <strong>di</strong> sole. Il pullman era completo.* * *Il 16 aprile si è svolta a Milano, a cura della RegioneLombar<strong>di</strong>a, la cerimonia <strong>di</strong> assegnazione del PremioRosa Camuna, istituito per segnalare alcune donne chesi siano <strong>di</strong>stinte particolarmente per la loro attività a favoredella con<strong>di</strong>zione femminile e delle pari opportunità.Il premio è stato attribuito alla nostra PresidenteNazionale Tina Leonzi, alla presenza delle autorità regionali.Erano state invitate le responsabili dei gruppiMo.I.Ca. della Lombar<strong>di</strong>a.Ida AmbrosianiACLILa Festa del lavoroLa celebrazione della Festa del lavoro <strong>2003</strong> ci haportatoinunambientedovesisvolgeun’attivitàcollegata alla vita ed alla alimentazione dellapersona e non tanto alla trasformazione della materia,come avviene in fabbrica. Questa circostanza ci porta ariflettere sulle gran<strong>di</strong> trasformazioni sociali e del lavoroavvenute negli ultimi decenni. Infatti la manodopera -soprattutto femminile - occupata nel settore del giocattolo(ex Polistil) è soltanto un ricordo lontano, neppureconosciuto dai giovanissimi, che ha poi lasciato spazio anuove realtà commerciali.Oggi l’occupazione, anche femminile, trova collocazionein molteplici settori e richiede certamente più preparazionee qualificazione professionale. Da molto tempo lagrande fabbrica ha cessato <strong>di</strong> aumentare la quantità <strong>di</strong>personale addetto; anzi, con le moderne tecnologie, si variducendo l’occupazione in termini quantitativi, mentresi richiedono sempre più specializzazioni particolari daacquisire attraverso la scuola e corsi <strong>di</strong>urni e serali,offerti anche dal nostro Centro <strong>di</strong> Formazione Professionale<strong>di</strong> via SS. Trinità a <strong>Chiari</strong>.La riflessione - soprattutto come cristiani impegnati nelsociale - ci porta ad interrogarci in merito a tre questionicentrali per la vita delle persone e delle famiglie: l’organizzazionesociale e del lavoro, nonché la possibilità <strong>di</strong>far sì che tutte le persone, uomini e donne, possano beneficiaredel <strong>di</strong>ritto al lavoro; il dovere <strong>di</strong> ciascuno <strong>di</strong>contribuire al progresso complessivo della società nellaquale è inserito, attraverso lo stu<strong>di</strong>o, la ricerca e la prestazioned’opera manuale e intellettuale; la consapevolezzache ogni forma <strong>di</strong> progresso non può mai esserecostruita contro la <strong>di</strong>gnità e la sicurezza delle personetutte.Perciò non è tollerabile dover constatare come nelle nostrezone si riscontrino facilmente infortuni sul lavoro eper il lavoro, molti dei quali con conseguenze gravi per illavoratore, ma anche per la sua famiglia e per il complessosociale nel quale è inserito. Anche il lavoro svolto senzacopertura assicurativa è una forma criminosa per conseguireil massimo profitto ai danni della comunità,perciò è struttura <strong>di</strong> peccato grave.Infine dobbiamo riscoprire tutta l’armonia del creato,come dono <strong>di</strong> Dio affidato alla cura delle donne e degliuomini che vivono temporaneamente sulla terra, evitandodevastazioni selvagge delle campagne e del territorio,nonché consumo <strong>di</strong> risorse <strong>di</strong> gran lunga superiori aquelle che nel tempo vengono riprodotte per le futuregenerazioni.La celebrazione annuale della Festa del lavoro potrà utilmenteessere abbinata anche alla “Salvaguar<strong>di</strong>a della naturae del creato”, interrogandoci e verificando se il modello<strong>di</strong> società che stiamo consolidando corrisponda omeno al progetto <strong>di</strong> Dio creatore per coloro a cui ha affidatoil “governo” della natura e <strong>di</strong> quanto essa possiede.Giuseppe Delfrate31L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


32Siamoai bilanciSe a maggio è ancora presto perpensarealraccolto,ècomunqueun periodo nel quale si puòavere una buona stima <strong>di</strong> come sia andatal’annata, per decidere se il granaiosarà mezzo vuoto, o pieno, o se magarinon sia necessario costruirne unopiù grande.A questo, certamente, stanno pensandoin questi giorni i <strong>di</strong>rigenti dellesquadre clarensi che hanno coltivato ivari campi dello sport. Restiamo neltono piacevole della metafora e ve<strong>di</strong>amoche cosa è stato seminato e checosa può essere raccolto.Il <strong>Chiari</strong> Calcio era partito con il massimoimpegno conducendo una seminaestiva che pareva a tutti <strong>di</strong> grandequalità, e forse lo è stata. L’inizio dellastagione però è stato caratterizzato dauna grande gelata e ben presto i seminatorisono dovuti correre ai ripari. Edora, fuori <strong>di</strong> metafora, <strong>di</strong>ciamo che illivello tecnico della squadra apparivamolto buono, ma non si esprimeva intutta la potenzialità presupposta. Cosìla squadra ha continuato il camminotra cambiamenti <strong>di</strong> tecnici, <strong>di</strong> giocatorie <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigenti restando sempre sull’altalena,poco <strong>di</strong>vertente, tra risultati ottimie figure poco onorevoli. Alla fineha raggiunto la sicurezza <strong>di</strong> restare nelcampionato <strong>di</strong> eccellenza, ma con unpoco <strong>di</strong> delusione rispetto alle aspettative.Diciamo che il granaio risulta allafine mezzo pieno (perché io sono ottimista).Parlando ancora dell’A.C.<strong>Chiari</strong> mi sembra giusto fare menzionedei bei risultati raccolti dalla formazioneAllievi che occupa con sicurezza ilsecondo posto del suo girone. Sonoanni che questo gruppo dà sod<strong>di</strong>sfazionialla società ed agli appassionati.Vi giocano ragazzini da tenere d’occhioper il futuro, condotti da un tecnicointelligente (non è poco, mi pare).Gli Juniores hanno giocato ancora ilcampionato regionale, che è <strong>di</strong>fficile.Tra alti e bassi, si può definire, il loro,un torneo non eccelso ma <strong>di</strong>gnitoso.Continuiamo con il calcio per parlaredella benemerita S.S.G.O. Young Boys(poi un giorno capiremo come si pronuncia).Se <strong>di</strong>co benemerita è perchépenso a tutto il positivo che c’è in unasocietà sportiva dell’Oratorio. Ne hogià parlato, ma tornerei volentieri sul<strong>di</strong>scorso. Ora non posso: non vorrei finirefuori tema. I risultati conseguitisul campo dai ragazzini, non selezionati,del nostro oratorio sono, se guar<strong>di</strong>amoi punti, scarsi. A me, che li sentoparlare delle loro partite, però piace illoro senso <strong>di</strong> appartenenza, la loro voglia<strong>di</strong> <strong>di</strong>vertirsi e la capacità <strong>di</strong> andareoltre il risultato.I più gran<strong>di</strong> tra gli Young Boys giocanonel campionato CSI in un gironebergamasco. Per questo motivo è <strong>di</strong>fficileseguire l’andamento del loro campionato.Ma per testimonianze <strong>di</strong>rettevi posso <strong>di</strong>re che hanno dominato tuttala stagione e che hanno grosse probabilità<strong>di</strong> vincere il loro girone. Ma uncommento qui lo voglio inserire. Questoè un gruppo che ha avuto una storiaparticolare. Sono giovani che si eranoconosciuti all’oratorio qualche hannofa. Si rivelarono bravi ed affiatati.Di loro si <strong>di</strong>ceva: “È un gruppo damantenere”. Invece avvenne unapiccola <strong>di</strong>aspora che li portò chi <strong>di</strong> quae chi <strong>di</strong> là. Insod<strong>di</strong>sfatti <strong>di</strong> dove eranogiunti, molti <strong>di</strong> loro si sono ricompattatiin questa formazione che giocabene, si <strong>di</strong>verte e vince anche. Questoè proprio un granaio pieno.Cambiamo sport e parliamo <strong>di</strong> pallavolo.In questo settore il granaio è statoingran<strong>di</strong>to prima ancora della semina.La scelta ha comportato impegno efatiche, ma è derivata da aspettativepositive, e questo mi piace sempre.Non è forse l’anno questo del granderaccolto, ma qualche cosa <strong>di</strong> positivo sipuò registrare. La squadra maschile <strong>di</strong>serie C si è impegnata a fondo e, purdenunciando qualche sbandamento èriuscita probabilmente a garantirsi lapermanenza nell’attuale categoria.Vero che si sono registrati momenti <strong>di</strong>calo, ma i <strong>di</strong>rigenti sono stati capaci <strong>di</strong>intervenire opportunamente per correggeregli atteggiamenti <strong>di</strong> eccessivorilassamento che avrebbero potutocompromettere la situazione. Se losforzo della società tutta continuerà amantenersi su questi toni i granai nonsaranno stati preparati invano.Storia <strong>di</strong>versa quella che ha vissuto ilBasket <strong>Chiari</strong> che i depositi li ha ridotti.Ma è una questione <strong>di</strong> realismo cheha indotto la presidenza della società afare i conti con le risorse umane e tecniche.Posta <strong>di</strong> fronte all’impossibilità<strong>di</strong> rimanere <strong>di</strong>gnitosamente ai livellicui era giunta, la presidenza ha deciso<strong>di</strong> ripartire da categorie minori. Maquesto ha significato anche valorizzarei giovani del vivaio clarense.La scelta si è rivelata giusta. La primaformazione ha <strong>di</strong>sputato il campionato<strong>di</strong> prima <strong>di</strong>visione dominando la classificadel girone nonostante la falsapartenza della prima giornata. Conlargo anticipo la squadra si è aggiu<strong>di</strong>catal’accesso ai play off nei quali parteovviamente da favorita. Nello stilareun bilancio complessivo <strong>di</strong>ciamo che èstato un anno trascorso così così. Unbilancio morale potrebbe far rifletteresu una questione assai più importantedei risultati: uno sport portato avantiun po’ in sor<strong>di</strong>na, senza veri momenti<strong>di</strong> entusiasmo, attira i nostri ragazzi?Svolge la funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertire ed offriremomenti <strong>di</strong> aggregazione e <strong>di</strong> educazione?Offre anche agli adulti svagoe serenità? Perché sono questi gliaspetti che devono continuare a contare.In questo modo, mi sembra, pensanomolti dei <strong>di</strong>rigenti e dei responsabilidelle società sportive che ho nominato.So che sono intenzionati a mantenere illoro impegno. Ma è importante che sentanoattorno a loro sostegno, collaborazionee passione.Bruno MazzottiAIDO Comunale“Clau<strong>di</strong>o Festa”Domenica 25 maggio <strong>2003</strong>avrà luogo la 13a e<strong>di</strong>zionedel cicloraduno ecologiconon competitivo “Dò pedalade nelacampagna de Ciare” organizzatodal Gruppo AIDO Comunale “Clau<strong>di</strong>oFesta”. Alla manifestazione,che non ha fini <strong>di</strong> lucro, possonopartecipare tutti i cicloamatori, daibambini agli adulti, con biciclette <strong>di</strong>qualsiasi tipo. Il ritrovo è stabilitoper le ore 8.00 presso il piazzaleparcheggiodel Palazzetto delloSport <strong>di</strong> via Lancini, mentre la partenzaper la campagna circostanteavverrà alle ore 8.45 circa.La “fatica” <strong>di</strong> quanti porteranno atermine il percorso verrà premiatacon un’estrazione finale <strong>di</strong> premi cheverranno consegnati al momento.Il DirettivoL’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


Opere parrocchialiIn memoria <strong>di</strong> Giulio Cogi € 100,00N. N. 105,30S. C. 25,00F. T. 300,00Associazione Nazionale Mutilatie Invali<strong>di</strong> del Lavoro - Sezione <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> 150,00Offerte per comunione ammalati 280,00B. N. in memoria dei propri defunti 200,00Bene<strong>di</strong>zione famiglie 240,00I coscritti della classe 1945 50,00Tegole per Santa MariaN. N. 100,00In memoria <strong>di</strong> Maria Metelli 25,00N. N. 50,00N. N. 20,00In memoria <strong>di</strong> Maria Goffi, Guglielminae Raffaele Vizzar<strong>di</strong> 100,00Silvia Fioretti 500,00Cassettina Chiesa 309,00N. N. 5,00N. N. per promessa alla Madonna 50,00N. N. 4.000,00N. N. 20,00Aquila e Priscilla 40,00In memoria <strong>di</strong> Pietro Faglia e Clorinda Bergomi 50,00In memoria <strong>di</strong> Agape e Pasquale Boraschi 10,00N. N. in ricordo dei genitori 200,00Associazione Pensionati <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> 100,00In memoria della mamma Rosa 50,00Famiglia Federico Festa 50,00E. P. in memoria dei propri defunti 100,00Totale offerte 5.779,00Centro GiovanileBusta della generosità, domenica 2 marzo <strong>2003</strong> 2.918,30Alunni 5ª C scuola Pedersoli 25,00N. N. 200,00Club Alpino Italiano - Sezione <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> 100,00Una vedova con tre figli 150,00In memoria <strong>di</strong> Fausto, Angelo e Teresa 50,00La società ciclistica Cris Plast-Biellein memoria <strong>di</strong> Carlo Baroni 80,00La famiglia in memoria <strong>di</strong> Pasquale Ferrara 230,00Comunità San Giovanni 50,02N. N. 25,00N.N. 10,00Busta della generosità, domenica 30 marzo <strong>2003</strong> 3.479,78Cassettina Chiesa 209,00Fratelli Loda 150,00R. F. 100,00Saldo al 18 marzo <strong>2003</strong> - 1.109.957,97Totale offerte 7.777,10Uscite dal 18 marzo al 14 aprile - 135.524,27Saldo al 14 aprile <strong>2003</strong> - 1.237.705,14ClarondaCentro <strong>di</strong> ascolto Chiesetta Ospedale <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> 50,00La malattia mentale è una realtà scomoda, su cui sicerca <strong>di</strong> tacere sia con gli altri, sia con sé stessi.Così ai tanti problemi della sofferenza si aggiungeanche quello del silenzio, uno schermo pesante ed opacoche allontana chi soffre dagli altri e da se stesso. Avvicinarsialla sofferenza ed offrire accoglienza vuol <strong>di</strong>rerompere il silenzio.Il Centro Psico Sociale <strong>di</strong> RovatoL’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune <strong>di</strong> RovatoLa cooperativa “Comunità il Nucleo”L’Associazione “Nessuno è Perfetto”organizzanoPsichiatria, territorio,lavoro in reteGiovedì 15 maggio, ore 20.30Malattia mentale:paura, rifiuto o accettazione?RelatoriErnesto MuggiaPresidente nazionale U.N.A.S.A.M.Fabrizio De LucaPsichiatra, responsabile del CSM Livorno SudIntroduce Vittoria CorsiniPsicologa CPS <strong>di</strong> RovatoGiovedì 22 maggio, ore 20.30Malattia mentale: chi mi aiuta?Interverranno alcuni operatori<strong>di</strong> realtà presenti sul territorioModeratoreAndrea MaterzaniniPsichiatra, <strong>di</strong>rettore DSMAzienda Ospedaliera <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>Domenica 25 maggio, ore 20.30Malattia mentale:una possibile risorsa.Il Teatro del VentopresentaLuì e l’arte <strong>di</strong> andare per il boscoRegia <strong>di</strong> Fausto Ghirar<strong>di</strong>ni,musiche <strong>di</strong> Charlie CinelliGli incontri si terranno presso la Sala civicadel Foro BoarioPiazza Garibal<strong>di</strong>, Rovato33L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


MAGGIO <strong>2003</strong>GIUGNO <strong>2003</strong>Inizio del mese mariano1 G S. Giuseppe artigianoPrimo del meseFesta del Lavoro2 V S. CesarePrimo del mese3 S Ss. Filippo e GiacomoPrimo del mese4 D 3ª <strong>di</strong> PasquaAt 3,13-15.17-19; Sal 4,2.4.6-7.9;1Gv 2,1-5a; Lc 24,35-48Santa Messa <strong>di</strong> Prima Comunione5 L S. Leo6 M S. Domenico Savio7 M S. Flavia Domitilla8 G S. Vittore9 V S. Isaia10 S Beata Annunciata Cocchetti, brescianaFondatrice delle Suore Dorotee <strong>di</strong> Cemmo11 D 4ª <strong>di</strong> PasquaAt 4,8-12; Sal 117,1.8-9.21-23.26.28-29;1Gv 3,1-2; Gv 10,11-1812 L S. Leopoldo13 M Madonna <strong>di</strong> Fatima14 M S. Mattia15 G S. Vittorino16 V S. Ubaldo17 S S. Pasquale18 D 5ª <strong>di</strong> PasquaAt 9,26-31; Sal 21,24ab.26b.27-28.30-32;1Gv 3,18-24; Gv 15,1-8Sante Cresime19 L S. Crispino20 M S. Bernar<strong>di</strong>no da Siena21 M S. Vittorio22 G S. Giulia, vergine e martire brescianaS.RitadaCascia23 V S. Giovanna24 S S. Maria Ausiliatrice25 D 6ª <strong>di</strong> PasquaAt 10,25-27.34-35.44-48; Sal 97,1-4;1Gv 4,7-10; Gv 15,9-1726 L S. Filippo Neri27 M S. Agostino <strong>di</strong> Canterbury28 M S. Emilio29 G S. Alessandro30 V S. Fernando31 S Visitazione B.V. MariaConclusione del mese <strong>di</strong> maggioal Cimitero1 D Ascensione <strong>di</strong> N. S. Gesù CristoAt 1,1-11; Sal 46,2-3.6-9; Ef 4,1-13;Mc 16,15-202 L S. Eugenio3 M S. Clotilde4 M S. Quirino5 G S. BonifacioPrimo del mese6 V S. NorbertoPrimo del mese7 S S. GilbertoOr<strong>di</strong>nazione sacerdotale a Brescia<strong>di</strong> don Daniele Cucchi, salesianoPrimo del mese8 D PentecosteAt 2,1-11; Sal 103,1.24.29-31.34;Gv 15,26-27; 16,12-15Prima Santa Messa <strong>di</strong> don Daniele CucchiFesta dell’oratorio e inizio Estate giovani34 44ª MARCIA DELLA SPERANZASabato 17 maggio<strong>2003</strong>ItinerarioOre 20.30, partenza dalla Chiesa <strong>di</strong> Santa Maria, via DeGasperi, via XXVI aprile, Via Marengo, via SantissimaTrinità, via Tito Speri, via Silvio Pellico, via dei Conciatori,via Silvio Pellico, via Caduti del Lavoro, via deiFabbri, via dell’Agricoltura, via Muradello, via Cadutidel Lavoro, via del Lavoro artigiano, via Silvio Pellico,via Aosta, via Piemonte, via Lombar<strong>di</strong>a, via Bernardelli,via Silvio Pellico, via San Giacomo, via Maffoni, viaCortezzano, via XXVI aprile, via De Gasperi.Ore 22.30 /23.00Celebrazione Santa Messain Santa MariaIl percorso sarà intervallatoda cinque sosteper proclamare un misterodel Santo Rosario.Verranno anche <strong>di</strong>stribuiticeri per la fiaccolata.L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


BattesimiSuor Santina Bona13/2/1920 - 3/2/<strong>2003</strong>Mario Bianchi4/9/1935 - 10/4/<strong>2003</strong>12. Lorenzo Civera13. Sara Civera14. Filippo Iore15. Elisa Giustacchini16. Nadejda Riganò17. Rose Cologna18. Ilaria <strong>di</strong> Bello19. Simone Prete20. Mariarosa Buonocunto21. Martina Cappelli22. Roberta Donato23. Sabrina MariniMatrimoni5. Salvatore Criscuolo con Marina Belloli6. Manuele Vezzoli con Francesca ValentiDefuntiMario Festa10/12/1934 - 24/5/1999Enrico Begni5/4/1920 - 20/5/197641. Dino Fer<strong>di</strong>nando Delfrate anni 8242. Luigi Facchetti 7743. Ines Grasselli 7744. Mario Bianchi 6745. Carmelo Sapienza 7846. Giuliano Sigalini 5647. Guido Dotti 7435BibliotecaDon Luigi RivettiVia Garibal<strong>di</strong> 3Bortolo Camoni1/5/1922 - 8/5/1998Giuseppe Mombelli24/5/1937 - 9/3/<strong>2003</strong>Gli amici del bar Plazati ricordanoOrario d’aperturaDomenica 9.00 - 11.00Giovedì 9.00 - 11.0015.00 - 17.00Sabato 9.30 - 11.00 I libri vengono dati in letturagratuitamente per 30 giorni. Le videocassette vengono dategratuitamente in visione per 3giorni.Pietro Arrighetti10/11/1921Maria Velia Arrighetti13/6/1923 - 20/2/<strong>2003</strong>Alla Biblioteca don Luigi Rivetti sono pervenute alcune copie del cofanetto pubblicatodalle “E<strong>di</strong>zioni Moretto” contenente il romanzo <strong>di</strong> Agostino Turla La statua<strong>di</strong> sale e la raccolta <strong>di</strong> racconti Aria <strong>di</strong> paese. Ora questa coincidenza ci permette<strong>di</strong> poter offrire, per una modesta cifra (15 Euro), non solo il romanzo, arricchitodelle illustrazioni <strong>di</strong> Giovanni Franco Repossi, ma anche i racconti.L’Angelo - <strong>Maggio</strong> <strong>2003</strong>


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