N. 4 - Aprile 2003 - Parrocchia di Chiari

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Notiziario della Comunità Parrocchiale di Chiari - N. 4 - Aprile 2003 - Spedizione in a. p. Art. 2 Comma 20/c - Legge 662/96 - F. Bs.

Notiziario della Comunità <strong>Parrocchia</strong>le <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> - N. 4 - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong> - Spe<strong>di</strong>zione in a. p. Art. 2 Comma 20/c - Legge 662/96 - F. Bs.


LA PAROLA DEL PARROCOPasqua: la pacein cui cre<strong>di</strong>amoCarissimi Clarensi,il cammino spirituale dellaquaresima è stato vissuto inparrocchia realizzando alcune tappesignificative e costruttive <strong>di</strong> bene: gliEsercizi Spirituali della Città, i quattrocentri <strong>di</strong> ascolto dei mercoledì, ilConvegno Ecclesiale <strong>Parrocchia</strong>le, leSante Quarantore, la Settimana Santaper la Pasqua. Sta pure in noi lapreparazione al Convegno EcclesialeDiocesanodel2–4maggioprossimo.Ora il nostro sguardo è proteso versola Pasqua <strong>di</strong> Cristo risorto. In merito aquesto vorrei riflettere con voi su unaparola, che penso gra<strong>di</strong>ta, anche seimpegnativa nel nostro mondo o<strong>di</strong>erno:la pace.“Pace” è una parola che può dar a<strong>di</strong>toa più significati. Di pace parla la Bibbiain prospettive <strong>di</strong>verse. La parolacosì, soprattutto nelle esortazioni, puòsignificare il contrario <strong>di</strong> conflitto e <strong>di</strong>ostilità, mali che hanno sempre afflittole comunità e che esistono ovunque gliuomini entrino in relazione reciproca.“Se è possibile, per quanto <strong>di</strong>pende davoi, vivete in pace con tutti” (Rom.12,18). Perché cre<strong>di</strong>amo in Dio, cre<strong>di</strong>amopure nell’uomo. La <strong>di</strong>gnità dell’uomoè la ban<strong>di</strong>era che con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amocon tutti gli uomini <strong>di</strong> cuore retto e sincero.Certamente l’intero peso <strong>di</strong> taliesortazioni risulta chiaro solo dall’accezione<strong>di</strong>pacechelesostiene.PerilNuovoTestamento la pace è qualcosa <strong>di</strong> piùe <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso dalla repressione degli impulsi<strong>di</strong> aggressività; <strong>di</strong> più <strong>di</strong> un comportamentointeressatamente convenientecon i propri simili e <strong>di</strong> un benessereterreno il più possibile in<strong>di</strong>sturbato.Perché cre<strong>di</strong>amo nell’amore, cre<strong>di</strong>amonella giustizia, nella libertà e nellapace. La pace che vogliamo non è l’or<strong>di</strong>nedei cimiteri, né la passività dei codar<strong>di</strong>,né la rassegnazione forzata piùo meno del sotto e del sopra, né l’invi<strong>di</strong>adel crescere <strong>di</strong> alcuni ritenuto aproprio <strong>di</strong>spetto, ma la pace che vogliamoe<strong>di</strong>ficare in noi è quella che nascedalla giustizia e dal rispetto, dallafraternità e dalla gioia, la pace degliuomini generosi e senza o<strong>di</strong>o e tensioni:queste sono l’ostacolo allo sviluppoarmonico ed equilibrato <strong>di</strong> tutte le parti<strong>di</strong> una convivenza civica e religiosa.Gli operatori <strong>di</strong> pace sono coloro chesi battono perché si realizzi sempre edappertutto il benessere comune e chepuntano non sulle tra<strong>di</strong>zionali e ingiustefratture, ma sull’intento <strong>di</strong> nuoveprospettive e <strong>di</strong> sincere relazioni umane,basate su strade anche senza marciapiede,su abitazioni anche senzafantomatici parcheggi, su chiese anchesenza belle piazze <strong>di</strong> fantasie inoltrateverso eventuali demolizioni assurde,su e<strong>di</strong>fici anche senza recinti.Non cre<strong>di</strong>amo nelle libertà bugiarde <strong>di</strong>chi vuol avere le mani libere per aumentarei propri affari immiserendogli altri, né nella libertà del più furboche intende affogare il semplice, né ildesiderio <strong>di</strong> esserci, ma dato che c’èquell’altro, me ne sto in <strong>di</strong>sparte io,magari a criticare e a moralmente <strong>di</strong>struggere.Perché cre<strong>di</strong>amo nell’amorevogliamo la riconciliazione <strong>di</strong> tutti,l’armonia delle famiglie, il riposo in<strong>di</strong>sturbatodei defunti, l’unità dei cristiani,l’intesa tra quartieri, vie e condomini,la stima per tutte le chiese in<strong>di</strong>stintamente,la solidarietà <strong>di</strong> tutti gli uomini<strong>di</strong> buona volontà e lo “lo starmi acuore della mia comunità”.Il papa Paolo VI l’8 <strong>di</strong>cembre del 1967ebbe a <strong>di</strong>re nel suo messaggio per laPrima Giornata mon<strong>di</strong>ale della Paceche si sarebbe celebrata il 1 gennaio1968: “La pace si fonda soggettivamentesopra un nuovo spirito, chedeve animare la convivenza dei popoli,una nuova mentalità circa l’uomo e isuoi doveri e i suoi destini. Una nuovapedagogia deve educare le nuove generazionial reciproco rispetto dellenazioni, alla fratellanza dei popoli, allacollaborazione delle genti fra loro, anchein vista del loro progresso esviluppo”.La religione rivelata <strong>di</strong> Israele, chescopriva sempre più anche il meccanismodella violenza, sufficientementesperimentato e messo in atto da Israele,fa maturare il riconoscimento chel’unico vero Dio e Signore del mondo èColui che dona e garantisce la pace.Nella situazione <strong>di</strong> salvezza, fondatasulla de<strong>di</strong>zione della propria vita daparte <strong>di</strong> Gesù nella sua passione, mortee risurrezione, e sulla sua elevazionealla gloria, la professione <strong>di</strong> fede nelDio della pace (1Tess. 5,23) e, conessa, la “pace” vera, segnalavano la <strong>di</strong>mensionepostpasquale del raggiungimentodella salvezza. Ora stanno a<strong>di</strong>n<strong>di</strong>care la grazia del nuovo rapportotra Dio e l’uomo, che Dio, nella morteredentrice <strong>di</strong> Cristo, con un atto <strong>di</strong> riconciliazioneha donato all’umanitàche lo rifiutava: “Giustificati dunqueper la fede, noi siamo in pace con Dioper mezzo del Signore nostro GesùCristo e ci vantiamo nella speranzadella gloria <strong>di</strong> Dio”.Perciò essere in pace per i cristiani significafondatamente essere in accordocon Dio, con gli altri e con sé stessianche in mezzo alla mancanza <strong>di</strong> paceesteriore ed interiore <strong>di</strong> questo mondo.Il “catalogo delle virtù” <strong>di</strong> San Paolomette al primo posto come “fruttodello spirito”, della nuova forza <strong>di</strong> vitadonata al battezzato “Amore, gioia,pace” (Gal. 5,22). Questa pace crescedallo spirito dell’amore riconciliante ecreativo <strong>di</strong> Dio e, come l’amore e lagioia, è concepita quale determinazione<strong>di</strong> fondo e <strong>di</strong>sposizione d’animofondamentale del cristiano.La Pasqua <strong>di</strong> Cristo <strong>di</strong>venti la nostrapasqua nella misura in cui realizziamol’incontro, il <strong>di</strong>alogo, la pace, la fraternità,la collaborazione e il sostegno reciproco.San Paolo in Gal. 5,15 <strong>di</strong>ce:“Ma se vi mordete e <strong>di</strong>vorate a vicenda,guardate almeno <strong>di</strong> non <strong>di</strong>struggervidel tutto gli uni gli altri”.Ancora Paolo VI e pure Giovanni PaoloII ci hanno ammoniti: “Occorreeducare il mondo ad amare la Pace, acostruirla, a <strong>di</strong>fenderla; occorre suscitarenegli uomini del nostro tempo e3L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


<strong>Parrocchia</strong> <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>Convegno ecclesialeparrocchialeSabato 12e Domenica 13 aprile <strong>2003</strong>Trasmissione della fedee comunità cristianacon particolare attenzioneal ruolo delle nuove generazioniSabato 12 aprileOre 9.00S. Messa in Duomo in aperturadel Convegno parrocchiale:“Con<strong>di</strong>visione della fede e <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimentocomunitario”; rito<strong>di</strong> aggregazione all’Associazionedelle Madri Cristiane.Invocazione dello Spirito Santoper il Convegno parrocchiale.Ore 15.00Momento celebrativo del convegno:“Noi lo annunziamo anchea voi” (Sala conferenze del CentroGiovanile 2000)Ore 16.00Gruppi <strong>di</strong> lavoro per riflettere sutre temi: “I problemi che si pongonoalla Chiesa per la comunicazionedella fede oggi”; “Qualecomunità cristiana per comunicareoggi la fede”; “Trasmissionedella fede alle nuove generazioni:forme e criteri per possibilipercorsi”.Ore 17.30Assemblea comunitariaOre 18.30Conclusione del ConvegnoDomenica 13 aprileOre 10.45Bene<strong>di</strong>zione degli ulivie delle palme in Santa MariaOre 11.00Solenne Liturgia della Domenicadelle Palme in Duomo. S.Messa solenne: canto della Professionedella fede.Conclusione del Convegno.Sono invitati: i genitori, i catechisti, gli animatori dei varigruppi ed associazioni, i membri del Consiglio pastorale edel Consiglio per gli affari economici, gli animatoridell’Azione Cattolica, i capi Agesci, i capi dei ministranti, ilettori, i cantori e organisti, i ministri straor<strong>di</strong>nari dell’Eucaristia,i membri della commissione della Liturgia e dellaCaritas parrocchiale, i volontari <strong>di</strong> ogni settore, l’associazionedelle madri cristiane, insegnanti cattolici, addettialla buona stampa, gruppo Betania, gruppo <strong>di</strong> preghiera,gli animatori e ospitanti i vari Centri <strong>di</strong> ascolto, le personeinteressate della comunità.Mons. Beschinuovo vescovo ausiliareSostituirà mons. Vigilio Mario Olmi<strong>di</strong>missionario per aver compiuto i 75 anni4delle generazioni venture il senso e l’amoredella pace fondata sulla verità,sulla giustizia, sulla libertà e sull’amore”.Per capire quello che sarà il futuro <strong>di</strong>tutti noi e <strong>di</strong> quelli che verranno dopo<strong>di</strong> noi, dobbiamo partire da molto lontano,dal nostro passato storico. Nonpossiamo progettare senza riferirci aquello che è stato: non solo per conoscerlo,ma anche per convertirci e‘cambiare <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> vita’.Se avremo questo coraggio tutti, certamentequalcosa <strong>di</strong> nuovo e <strong>di</strong> meglio sipotrà fare nella nostra città, in famigliae in parrocchia.L’augurio a tutti e a ciascuno <strong>di</strong> unaBuona Pasquasi deduce dalla pacein cui cre<strong>di</strong>amo.don RosarioIl Convegno Ecclesiale <strong>Parrocchia</strong>leè una preparazione al ConvegnoEcclesiale Diocesano <strong>di</strong> BresciaGenerazioni <strong>di</strong> fede del 2 - 4 maggio <strong>2003</strong>.Mons. Francesco Beschi e mons. GiulioSanguineti in una recente fotografia.Mons. Francesco Beschi è il nuovo Vescovoausiliare <strong>di</strong> Brescia. Martedì 25 marzo, allariunione plenaria della Curia, mons. GiulioSanguineti ha annunciato: “In data o<strong>di</strong>erna,solennità dell’Annunciazione, il Santo Padreha accolto le <strong>di</strong>missioni <strong>di</strong> mons. Vigilio MarioOlmi da Vescovo ausiliare <strong>di</strong> Brescia enel contempo ha nominato nuovo Vescovoausiliare mons. Francesco Beschi, provicariogenerale della Diocesi”.Lo stesso mons. Beschi ha mostrato il suostupore ieri mattina: «Tutto si è svolto in pochissimotempo - ha detto ai responsabilidella Curia riuniti -. Anche se la collaborazioneintensa con il vescovo poteva far presumereulteriori passi, questo non era previsto,almeno da parte mia». Mons. Beschi haquin<strong>di</strong> espresso gratitu<strong>di</strong>ne al Santo Padre,al vescovo Giulio, alla sua famiglia, ai collaboratoripiù stretti e in particolare a chiopera nel Centro Paolo VI e alla Curia. Haanche aggiunto <strong>di</strong> «accettare la volontà delSignore» non senza la trepidazione <strong>di</strong> chi «riconosce<strong>di</strong> avere molti limiti». Commossomons. Vigilio Mario Olmi, a fianco del Vescovo,testimoniando la sua gioia per la nuovanomina e l’emozione nel lasciare un incaricoper tanti anni svolto con impegno emisura. Il Vescovo Giulio Sanguineti ha ringraziatomons. Olmi «per aver accettato, asuo tempo, la nomina <strong>di</strong> vescovo al serviziodella Chiesa bresciana» ed ha ringraziatomons. Beschi «per aver accettato oggi lastessa nomina». Ha quin<strong>di</strong> invitato mons.Olmi a celebrare la Messa vespertina dellaDomenica in albis, in Cattedrale, il 27 aprile,come segno solenne della conclusionedel suo impegno pastorale attivo. Mons.Francesco Beschi compirà 52 anni il prossimo6 agosto, essendo nato a Brescia nell’estatedel 1951. Sorriso aperto, tratto cor<strong>di</strong>ale,grande capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo con i più <strong>di</strong>versiambienti bresciani, mons. Beschi è statoor<strong>di</strong>nato sacerdote il 7 giugno del 1975.L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


Sante Quarantore <strong>2003</strong>Gesù Cristoin cui credoè il pane <strong>di</strong> vita13 aprile - Domenica delle palmeOre 14.45Inizio delle Sante Quarantore.Esposizione dell’EucaristiaTurni <strong>di</strong> adorazioneOre 14.45 - ragazzi/e degli Oratori(elementari e me<strong>di</strong>e)Ore 15.30 - Madri cristiane e donneOre 16.30 - Azione cattolicaOre 17.00 - Adorazione liberaOre 18.00 - Reposizione del Santissimoe Santa Messa14 e 15 aprile - Lunedì e MartedìOre 7.30Esposizione dell’Eucaristia;celebrazione delle Sante Messe del mattino.Turni <strong>di</strong> adorazioneOre 10.00 - Adorazione dei bambinidelle scuole materne10.30 - Adorazione libera personale11.30 - Confratelli del Santissimo Sacramento12.00 - Movimenti e Associazione dei pensionati12.30 - Reverende Suore, Figlie <strong>di</strong> Sant’Angela13.00 - Consorelle del Santissimo Sacramento13.30 - Fraternità Francescana14.00 - Casa <strong>di</strong> Riposo e Anziani (Unitalsi)14.30 - Ragazzi e ragazze delle me<strong>di</strong>e15.00 - Spose, mamme, vedove, nubili.15.30 - Gruppo del Rosario perpetuo16.30 - Ragazzi e ragazze delle elementari17.00 - Azione Cattolica18.00 - Gruppo dell’Apostolato della Preghiera18.30 - I ministri straor<strong>di</strong>nari dell’Eucaristia19.00 - Gruppo <strong>di</strong> preghiera San Padre Pio19.30 - Uomini - giovani - Adolescenti20.00 - Reposizione del Santissimo e Santa MessaMe<strong>di</strong>tazione.16 aprile - MercoledìOre 7.30Esposizione dell’Eucaristia;celebrazione delle Sante Messe del mattinoOre 9.00Santa Messa Solenne - Bene<strong>di</strong>zione Eucaristica.Processione all’altare del Santissimo - Conclusione.Sacro triduo pasquale <strong>2003</strong>Gesùnel mistero pasqualedona all’uomo vita, <strong>di</strong>gnitàe speranza17 aprile - giovedì santoGiornata dell’Eucaristia e del Sacerdozio Ore 8.00 Ufficio delle Letture e Lo<strong>di</strong> Ore 16.30 S. Messa in Duomo per ragazzi/ee pensionati Ore 16.30 S. Messa per i bambini <strong>di</strong> 1 a e2 a elementare(chiesa “Emmaus” del Centro Giovanile) Ore 20.00 Concelebrazione solenne<strong>di</strong> tutti i Sacerdoti “In coena Domini”con la “lavanda dei pie<strong>di</strong>” (Duomo) Ore 22.00 “Vegliate con me”:Veglia al Cenacolo con e per i Sacerdoti(Cappella del Santissimo Sacramento)18 aprile - Venerdì santoCommemorazione della passione e morte <strong>di</strong> Gesù Cristo(magro e <strong>di</strong>giuno) Ore 8.00 Ufficio delle Letture e Lo<strong>di</strong> Ore 15.00 Azione liturgica della morte del SignoreLettura della Passione <strong>di</strong> nostro Signore Gesù CristoAdorazione della Santa Croce <strong>di</strong> GesùComunione EucaristicaEsposizione della Statua del Cristo Morto ore 16.30 Celebrazione della morte <strong>di</strong> Gesùper i bambini e ragazzi (Santa Maria) ore 20.00 Vespri - Processione solenne19 aprile - sabato santoGiornata del silenzio e della preghiera Ore 8.00 - Ufficio delle Letture e Lo<strong>di</strong>Bacio a Gesù Crocifisso Ore 21.00 - Solenne Veglia PasqualeLiturgia in quattro momenti:Luce - Parola - Battesimo - Eucaristia20 aprileDomenica <strong>di</strong> risurrezionePasqua: Cristo è risorto!Alleluia!Orario festivo delle Sante MesseVespri solenni in Duomo5L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


COSE SBALORDITIVEVado a Messaquando me la sento6Equando te la senti? Dovremmoavere sempre desiderio <strong>di</strong>andareaMessa,mapurtropponon si ha quasi mai. Forse c’è,quando capita qualche <strong>di</strong>sgrazia, qualchemalattia, qualche evento doloroso,matiparequestounmodoleale,veramente cristiano <strong>di</strong> agire? Andarea Messa per interesse è come amarequalcuno per interesse. Ma è veroamore questo? La Messa è un evento<strong>di</strong> salvezza, è morte e Risurrezione <strong>di</strong>Gesù, causa <strong>di</strong> salvezza per tutti, ancheper te, e tu te ne servi solo per rime<strong>di</strong>area una malattia casuale, aqualcosa che <strong>di</strong> fronte alla salvezzadella tua anima è nulla? Caro mio, ilnostro bello e grande Cristianesimonon è a base <strong>di</strong> sentimenti, sentimentalismo,ma a base <strong>di</strong> intelligenza e volontà.Non è fatto <strong>di</strong> voglie e non voglie,ma<strong>di</strong>fortevolontà.Gesùnonèandato in Croce perché aveva voglia <strong>di</strong>andarci, ma è andato per pura obbe<strong>di</strong>enzaeamorealPadreeamoreanoi.Qualcuno ha persino il coraggio <strong>di</strong><strong>di</strong>re: «Non vado a Messa, non vado inChiesa per non immischiarmi tra quegliipocriti e impostori che durante laMessa chiacchierano, fanno commentiparlando addosso agli altri, guardanocome sei vestito, fanno perfino contratti<strong>di</strong> compraven<strong>di</strong>ta ecc.». Oh bellaquesta!!! Sarebbe come <strong>di</strong>re: «Io nonvado a scuola perché là ci sono asiniche non stanno attenti, non fannocompiti, sono maleducati ecc... Io sonomalato, ma non vado all’ospedale afarmi curare, perché ci sono quelli chenon vogliono terapie noiose, <strong>di</strong>agnosilunghe a non finire e poi magari ti senti<strong>di</strong>re: ‘Ancora tre mesi e poi te ne vai’».Ma chi mai ha fatto questi ragionamenti?Se qualcuno li fa non li chiamiragionamenti, ma sragionamenti, i<strong>di</strong>ozie,pazzie. E poi tu che punti il <strong>di</strong>toverso gli altri, cre<strong>di</strong> <strong>di</strong> essere integro,senza <strong>di</strong>fetti, coerente ai tuoi doveri,anche sociali e civili, e così schizzinosoda non volerti immischiare con gli altriche tu giu<strong>di</strong>chi indegni, ipocriti ecc..Sta attento! Il Signore <strong>di</strong>ce che se il tuoocchio è puro, vede bene e buono tuttoil corpo, ma se è malato vede maledappertutto. Allora non sarà perchéanche in te qualcosa non funziona, nonè puro e pienamente efficiente, è perciòve<strong>di</strong> male e lanci la prima pietracontro gli altri? Le persone umili, buone,impegnate nelle opere buone, vannoin Chiesa nonostante trovino qualcheinghippo. Non si credono miglioridegli altri, anzi, si giu<strong>di</strong>cano e si reputanopoveri peccatori e perciò sentonoil bisogno e la volontà <strong>di</strong> andare a Messa,perché nella Messa trovano grazie<strong>di</strong> perdono e <strong>di</strong> conversione. Sonoignoranti, ma sentono il bisogno <strong>di</strong> i-struirsi, sono malati spiritualmente, echi non lo è?, e vanno a Messa per averegrazie <strong>di</strong> guarigione, <strong>di</strong> conversionee forza per fare un cammino <strong>di</strong> Fede e<strong>di</strong> perfezione. Se i peccatori tornasseroa Messa, nel mondo non ci sarebbetanta corruzione, immoralità, convivenzeillecite e peccaminose, marciume<strong>di</strong> ogni genere e specie; il mondosarebbe <strong>di</strong>verso, molto <strong>di</strong>verso e moltopiù pulito. Invece ci si è ridotti a vedereconviventi, illecitamente conviventi,che osano persino venire a fare la Comunionecon scandalo per tutti. Cariamici, la Messa è fatta per i peccatori,non per i giusti, anche se specialmentei giusti si credono peccatori.San Francesco d’Assisi si riteneva ilpiù grande peccatore del mondo alpunto da <strong>di</strong>re: «Se Dio avesse trovatoun uomo più indegno, più peccatore <strong>di</strong>me avrebbe scelto quello al mio postoe si servirebbe <strong>di</strong> lui per fare le sueopere meravigliose».Qualcun altro ancora <strong>di</strong>ce: «Sono andatoa Messa fino a un certo punto,perché obbligato dai miei genitori, equin<strong>di</strong> credo <strong>di</strong> essere andato inutilmente.Ora che sono libero non civado più». È vero che la costrizionerende inutile e pesante andare a Messa.Infatti è un atto d’amore che nonpuò essere fatto per forza. Le cose fatteper forza valgono una scorza. “Peròchi non prova stupore o gioia partecipandoalla Messa, pensando che è ungran dono che Dio ha fatto a noi poveripeccatori, è come morto e i suoi occhisono spenti” (Einstein). I genitori,almeno quelli coscienti e responsabili,preoccupati e impegnati a crescere iloro figli nella Fede e nel santo timore<strong>di</strong> Dio, almeno fino a una certa età,fanno bene a obbligarli con un po’ <strong>di</strong>benevola violenza; del resto li hannoobbligati a frequentare la scuola, amangiare anche quando non sentonoappetito, a curarsi la salute quandoviene meno, a lavarsi quando sonosporchi, e allora? Perché non obbligarlia fare la cosa più importante per lasalvezza dell’anima? Purtroppo cisono genitori che indulgono sconsideratamentealla pigrizia dei loro bambini.“Poverini! Lasciamoli dormire almenoalla festa. Si alzano presto tuttala settimana!”. Ma, mio buon Gesù,che razza <strong>di</strong> genitori sono quelli?!? Mahanno dato il Battesimo ai loro figli,cioè li hanno fatti nascere a una vitanuova, vita Divina, che come quellaumana esige nutrimento, educazione,istruzione per mantenersi viva e crescere,quin<strong>di</strong> aiuto, assistenza, impegnoda parte dei genitori. Se i genitorinon coltivassero la vita umana, nondessero da mangiare ai figli, non limandassero a scuola ecc. che genitorisarebbero? Hanno dato la vita e poil’hanno lasciata morire. Sarebberosnaturati e così non meno snaturatiquei genitori che, dopo aver dato lavita soprannaturale, la lasciassero morire.Ma con quale coscienza? Doveandranno a finire quei genitori? Nonho che da invocare misericor<strong>di</strong>a perloro e per i loro figli.don DavideL’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


● La sera del giorno in cui <strong>di</strong>ede l’annunziodel Concilio Vaticano II,Papa Giovanni XXIII racconta d’averstentato alquanto a prenderesonno, finché non gli venne questaispirazione: “Giovanni, perché nondormi? Sei tu, Papa, che governi laChiesa, oppure è lo Spirito Santo?È lo Spirito Santo, no? E allora!Dormi, Giovanni!”● «Ci è nato il nostro quinto figlio edabitiamo in un appartamento a<strong>di</strong>acentea quello dei nostri padroni <strong>di</strong>casa. Ci vogliono molto bene. Dopoquesta nascita, si sono resi contochelanostracasaeratroppopiccolaper una famiglia <strong>di</strong> sette persone.Allora hanno rinunciato ad avere lostu<strong>di</strong>o in casa, trasferendolo alpianterreno. Hanno aperto unaporta interna e ci hanno dato unacamera in più. Questo gesto è statoper i nostri parenti una fortissimatestimonianza, tanto da ricomporresubito i rapporti ed accettare conamore quel bambino, la cui nascitaera stata motivo <strong>di</strong> tante critiche e<strong>di</strong>ssapori tra <strong>di</strong> noi».● "Daparecchimesimettevodapartetutti i sol<strong>di</strong> che mi davano papà emamma, zia Eugenia e i nonni.Avevo raggranellato centocinquantamilalire. Proprio quanto costavanogli orecchini che ogni giorno vedevonell’oreficeria, passando perandare a scuola, e che mi piacevanoun mondo. Ma non li ho comprati.Oggi ho sentito una gioia che nonavevo mai provato. Ho donato imiei risparmi a una suora missionaria.L’ho conosciuta perché è venutaa trovare i suoi genitori, che abitanonell’appartamento <strong>di</strong> fronte almio. Una sera, in parrocchia, ci hafatto le <strong>di</strong>apositive del suo lavorotra i lebbrosi, a Calcutta. Quando,prima<strong>di</strong>ripartire,èvenutaasalutarci,io le ho dato una busta con isol<strong>di</strong>, non li voleva, ma io ho insistito.Alla fine li ha accettati. Mi hadetto che con essi curerà un bambinolebbroso”.in “Progetto uomo”● Iveriamicivedonoituoierrorietiavvertono. I falsi amici vedono ituoi errori e li fanno notare agli altri.● “Se sei malato, curati; se stai bene,curati <strong>di</strong> più, perché vuol <strong>di</strong>re cheignori la tua malattia”.Proverbio catalano● Io mi lagnavo <strong>di</strong> non avere le scarpe.Passando davanti alla Moschea<strong>di</strong> Damasco, vi<strong>di</strong> un uomo senzagambe. Cessai <strong>di</strong> lamentarmi!● Lafelicitàèunamercemeravigliosa:più se ne dà, e più se ne ha.Blaise Pascal● Un uomo anziano, ricoverato in unospedale con le due braccia ingessatee una gamba in tensione, erapur sempre allegro e scherzoso.«Quanto tempo pensa <strong>di</strong> dover rimanerecosì immobilizzato?», glivenne chiesto. «Soltanto un giornoper volta!», rispose.Laura Vagliasin<strong>di</strong>● Da lontano vi<strong>di</strong> un animale che miveniva incontro; scoprii poi che inrealtà era un uomo; quando mi fu <strong>di</strong>fronte,miaccorsicheeramiofratello.Antico detto tibetano● Del celebre professore della SorbonaAntonio Federico Ozanam leggiamoche,dopolaComunione,andavaa casa <strong>di</strong> un uomo paralizzatoa fare i più umili servizi. Sull’esempio<strong>di</strong> Cristo, che nella santa Comunione<strong>di</strong>ventava per lui pane quoti<strong>di</strong>ano,anche Ozanam voleva esserepane per il suo fratello. Imitaval’Eucaristia. Fu un vero testimonedell’Eucaristia.● Io penso che tu ne abbia abbastanza,Signore, della gente che sempreparla <strong>di</strong> servirti con piglio da condottiero,<strong>di</strong> conoscerti con aria daprofessore, <strong>di</strong> raggiungerti con regolesportive,<strong>di</strong>amarticomesiamain un matrimonio invecchiato. Ungiorno in cui avevi un po’ vogliad’altro hai inventato san Francescoe ne hai fatto il tuo giullare. Lasciache noi inventiamo qualcosa per esseregente allegra che danza la propriavita con te.Madeleine Delbrel● Un commento al Vangelo non sideve scrivere, ma vivere. E ci sonopiù commenti viventi al Vangelo <strong>di</strong>quanto possa sembrare a prima vista.Fer<strong>di</strong>nand Ebner● «La misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio è una funelungaeforte:enonèmaitar<strong>di</strong>peraggrapparvisi».Bruce Marshall● «La maggior parte della gente vedeDio come un aviatore vede il suoparacadute. Lo tiene sempre a portata<strong>di</strong> mano, per il caso che neavesse bisogno, ma spera <strong>di</strong> non doversenemai servire».C. Sinclair Lewis● «I contenuti della fede non <strong>di</strong>pendonodagliin<strong>di</strong>ci<strong>di</strong>gra<strong>di</strong>mento».Vittorio Messori● «30 maggio 1963: un attacco <strong>di</strong> peritonitestronca ogni speranza chePapa Giovanni possa riprendersi. Ilsegretario si inginocchia accanto alletto. Sussurra: Santo Padre, saròleale con lei. Le <strong>di</strong>co che questo è ilgiorno del Signore, dell’incontrocon Gesù. E scoppia in lacrime.Papa Giovanni raccoglie le forze esorridendo <strong>di</strong>ce: Ma guardalo ilmio segretario. Sembra tanto forteeinvecesicommuovequandodeve<strong>di</strong>re al Papa la cosa più bella: oggiandrai in para<strong>di</strong>so».7L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


8MonsignorGiuseppeBosettiSi ode solo un tubare <strong>di</strong> tortora,questa mattina. Se ne sta appollaiatasulla mano alzata verso ilcielo <strong>di</strong> una statua <strong>di</strong> donna. E pare untutt’uno, pur essa <strong>di</strong> marmo, se nonfosse per quel movimento ritmico delcollo ogni qualvolta lancia il richiamo.E le risponde una compagna nascostatra i rami <strong>di</strong> uno dei pochi cipressi rimasti.È quiete nel camposanto <strong>di</strong><strong>Chiari</strong> questa mattina.Da fuori, lontano, si sente un trattoreche ara la terra, rumore <strong>di</strong> vita che nasce,che ancora comincia.La vita e la morte, così <strong>di</strong>verse eduguali, con gli stessi eterni misteri. Èquiete nel camposanto <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> questamattina <strong>di</strong> marzo ed io me ne stoFotografia scattata a Gavardo nel 1901, cheritrae i coniugi Giovanni Battista Bosetti eFaustina Goffi, genitori <strong>di</strong> don Giuseppe.Don “Giosep” nella sua classica posa.qui, davanti alla tomba dei preti, a pensarealla vita <strong>di</strong> uno <strong>di</strong> loro, <strong>di</strong> donGiuseppe Bosetti.La sua storia iniziò il 25 giugno 1873 inuna piccola cascina in via Muradello,figlio <strong>di</strong> Giovanni Battista e FaustinaGoffi. Era l’unico figlio maschio edaveva due sorelle: Genoveffa, che <strong>di</strong>venteràFiglia <strong>di</strong> S. Angela, e Mariache sceglierà il matrimonio. Dopo averfrequentato i primi stu<strong>di</strong> nelle scuole<strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>, entrò nel seminario <strong>di</strong> Brescia,dove ricevette l’or<strong>di</strong>nazione sacerdotaleil 26 maggio 1899. La primadestinazione fu Limone <strong>di</strong> Gavardodove rimase fino al 1903. In quell’announ prete <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>, don GiuseppeRovetta, <strong>di</strong>venne abate a Montichiarie don Bosetti fu chiamato a sostituirlo.È così che don Giuseppe Bosetti tornòa <strong>Chiari</strong>, nella città che tanto amava edalla quale de<strong>di</strong>cherà tutta la sua lungavita. Espressione dell’ambiente conta<strong>di</strong>noda cui proveniva, conosceva benele <strong>di</strong>fficoltà della gente e la sapeva capire.Pratico, schietto ed arguto, usavamolto il <strong>di</strong>aletto nei suoi interventiche, grazie anche ad una voce forte ecavernosa, lasciavano un segno. Piùche sulla misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong>vina puntavasu pene e castighi, ma allora si usavacosì! Non ricorreva a lunghe pre<strong>di</strong>chee, forse anche per questo, le sue messeera molto frequentate.“Era un prete tutto d’un pezzo, <strong>di</strong>rà <strong>di</strong>lui Dino Frigoli, senza mezze misure,senza mezzi termini. Austero con sestesso, cor<strong>di</strong>ale col prossimo. Una cor<strong>di</strong>alitàsui generis: sbrigativa, fatta <strong>di</strong>poche sagge parole con<strong>di</strong>te semprecon appropriati proverbi che erano ilsuo forte; in aggiunta qualche scossoneche ti rimescolavano dentro. Voltotirato, asciutto; naso aquilino, occhivivaci, gesticolare rapido”.Ed, aggiungo, infaticabile lavoratore.Si alzava presto al mattino e gli piacevapercorrere le strade <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>, pregando,quando la gente ancora dormiva.Era il suo modo <strong>di</strong> affidare la comunitàalle cure del Padre, specialmente neimomenti <strong>di</strong> grande <strong>di</strong>fficoltà, comenegli anni delle due gran<strong>di</strong> guerre e neltriste periodo della spagnola, ma anchenelle necessità <strong>di</strong> tutti i giorni. Proseguivala giornata con i servizi in parrocchiadove, si racconta, nelle giornatepiù gelide teneva un mattone caldosotto la cotta per <strong>di</strong>fendersi dal freddo.Aveva una particolare attenzione versogli ammalati, soprattutto quelli cheabitavano in campagna. Li raggiungevaa pie<strong>di</strong> o con il biroccio quando loandavano a prelevare per un Viaticourgente.“Che tempi!” ricorda la nipote signoraMaria. “Quando don Giuseppe portavail Santissimo agli ammalati, le personesi inginocchiavano ai lati dellastrada e nelle chiesette periferiche venivanosuonate la campane. I conta<strong>di</strong>ni,nei campi, smettevano <strong>di</strong> lavorare,si toglievano il cappello e sostavanomuti, appoggiati ai loro arnesi. E nelleIl progresso avanza e può servire anche perla pastorale.L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


Mo.I.Ca informaDomenica 9 marzo abbiamoavutolaFestadellaDonnasecondo il programmapubblicato nelle locan<strong>di</strong>ne.Un buon numero <strong>di</strong> amiche si è riunitoper la S. Messa delle nove, durantela quale don Benvenuto ha ricordatola <strong>di</strong>gnità del lavoro <strong>di</strong>casa; abbiamo anche ascoltato laPreghiera della casalinga, scrittada P. Perico. Nel pomeriggio, nel teatrinodel “Rota” si sono u<strong>di</strong>te risatee risatine, poiché la comme<strong>di</strong>a<strong>di</strong>alettale Le furberie <strong>di</strong> Scapino -tradotta dal testo <strong>di</strong> Molière - eraveramente <strong>di</strong>vertente.Alla fine sono stati estratti i bigliettivincenti della nostra lotteria, il cuielenco resterà esposto in bachecaper 60 giorni.La cena al Ristorante Zucca ha vistoriunite una trentina <strong>di</strong> amicheche hanno così concluso la festa inallegria. Alla rappresentazione delpomeriggio era presente la nostrapresidente nazionale, Tina Leonzi,apparsa <strong>di</strong> recente in <strong>di</strong>versi programmitelevisivi nazionali.Gli incontri successivi sono stati:domenica 16 marzo, la conferenzadella dott. Enza Sutera, psicologa egiornalista, sui problemi familiari edell’educazione; lunedì 31 marzo lagita a Venezia per visitare la mostra<strong>di</strong> Palazzo Grassi I Faraoni. Il pullman<strong>di</strong> 54 posti era completo.Potremo riferire nel prossimo numerodel bollettino.Buona Pasqua a tutti!Ida Ambrosianicase era pronta la tovaglia ricamatacon le insegne dell’Eucaristia, pezzoin<strong>di</strong>spensabile nella dote <strong>di</strong> ognifanciulla”.La gratitu<strong>di</strong>ne delle famiglie si manifestavain maniera semplice, con un bicchiere<strong>di</strong> vino in compagnia o, non <strong>di</strong>rado, con due pomodori o due zucchineche don Giuseppe infilava nellaampie tasche della tonaca.Già prete maturo, don Giuseppe imparòad usare la bicicletta, avvenimentoimmortalato in una piccola fotografiache lo ritrae, con la tonaca rimboccata,in instabile equilibrio sul mezzo,sotto lo sguardo stupito <strong>di</strong> alcune persone.“È il progresso che avanza”,sembrano <strong>di</strong>re.Dal 1921 al 1954 fu <strong>di</strong>rettore dell’OratorioSacro Cuore, l’oratorio “<strong>di</strong> campagna”,dove collaborò con le varie superiore,dalla signorina Maria Facchi,alla Virginia Pagani, all’Angelina Bussenied, infine, alla signorina BettinaMercandelli.Durante il suo servizio a <strong>Chiari</strong> fu assistenteprezioso della scuola <strong>di</strong> cantoSant’Agape e della associazione femminiledella S. Vincenzo. Collaborò,nella sua lunga vita, con quattro parroci,monsignor Lombar<strong>di</strong>, monsignorToccabelli, monsignor Capretti e monsignorGazzoli. E fu quest’ultimo che,sollecitato dai clarensi, propose il conferimentoa don Giuseppe del titolo <strong>di</strong>monsignore e la nomina a Canonicoonorario della cattedrale <strong>di</strong> Brescia.Venne emesso un comunicato: “Eccola notizia che è ormai <strong>di</strong> dominio comunee che riempie <strong>di</strong> gioia tutti i clarensi.Sua Ecc. Mons. Arcivescovo, colparere favorevole dei Canonici effettivi,ha nominato Canonico Onorariodella Cattedrale <strong>di</strong> Brescia il Rev.moD. Giuseppe Bosetti, col titolo <strong>di</strong> Monsignore.Il 14 giugno, in riunione privata,Sua Ecc. Monsignor Vescovo Ausiliareleggerà al Neo-Monsignore laBolla <strong>di</strong> nomina. Il giorno 19, domenica,Monsignore celebrerà la S. Messain S. Faustino alle ore 9, con canti dellanostra Schola Sant’Agape”.Ed il 19 giugno 1960 si festeggiò. “Trail giubilo della folla convenuta per lamessa delle 9, raccontano le cronache,la scola S. Agape ha con appropriaticanti, fatto onore a Dio e al suo Direttore,che la portò a vero splendore, conesecuzioni applau<strong>di</strong>te a Brescia e altrove.Il festeggiato, con brio che sipuò <strong>di</strong>re veramente giovanile a 87anni, alla fine <strong>di</strong>sse parole <strong>di</strong> ringraziamento,ripetendo “che aveva cercato<strong>di</strong> fare il suo dovere”, lodando Id<strong>di</strong>oper tutto quello che in 61 anni <strong>di</strong> sacerdoziogli aveva dato <strong>di</strong> poter fare, abene dei suoi cari concitta<strong>di</strong>ni”.Pur avendo rinunciato al servizio attivoin parrocchia a causa dell’età, rimasesempre <strong>di</strong>sponibile, pronto a farequanto la salute gli permetteva. MonsignorGiuseppe Bosetti morì il 18 ottobre1965: aveva 92 anni. A pregaredavanti alla sua salma passarono quasitutti i clarensi, le autorità civili ed ilclero, compreso il vescovo <strong>di</strong> Brescia S.E. Mons. Morstabilini.Consiglio Pastorale<strong>Parrocchia</strong>leEducazioneliturgicaLasera<strong>di</strong>venerdì21febbraiosi è svolta la riunione delConsiglio Pastorale, pressoil Centro Giovanile. L’argomentoproposto era la necessità <strong>di</strong> promuoverel’educazione liturgica e la partecipazionesincera, consapevole eattiva alla Santa Messa.Risulta infatti che molte personevanno a Messa per dovere, per abitu<strong>di</strong>neo per usanza tramandata, manella realtà non conoscono bene ilsignificato della celebrazione, deiriti, dei segni: quin<strong>di</strong> non partecipanoe spesso si annoiano.Durante la trattazione <strong>di</strong> questo argomentosono emerse varie propostetendenti a migliorare e favorirela partecipazione attiva dei fedeli;tra queste la eventuale istituzione <strong>di</strong>un animatore liturgico che gui<strong>di</strong> neicanti e nella preghiera.Si è anche proposto <strong>di</strong> prevederedei corsi <strong>di</strong> formazione sulla liturgia,proprio per astenerci dal formularecritiche senza conoscerla eper evitare <strong>di</strong> pensare semplicementeal lato esteriore della celebrazione.Occorre ricordare che èGesù Cristo il soggetto centrale dellaliturgia.Il nostro Vescovo raccomanda chela Messa sia seria, semplice e bella.Viene anche segnalata la necessità<strong>di</strong> aumentare il numero dei lettori.Certamente ogni proposta validaviene accolta con la dovuta considerazione.Giorgio Capra così lo ricorderà in unapoesia de<strong>di</strong>cata al Canonech Buzet:“Un dè, so gnìt a saì / che ‘l staa mal. / So‘ndàt a trual / stindìt söl so let: / con delama la curuna e’l manipol / el crucifiss elvangelo / e la beretta col fioch porporètt./ Me l’ho truàt / fermo col fiàt / sensa piöus / con l’öcc fissat / en chel Signur / chesempre / el g’ha pre<strong>di</strong>càt.”E che ora gusta nell’eternità!Elia Facchetti9L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


INTERNET E DINTORNIDavide.it èOKAIDOIl Consiglio Direttivo del GruppoAIDO Comunale “Clau<strong>di</strong>oFesta” porta a conoscenza deipropri iscritti che l’Assemblea or<strong>di</strong>nariaannuale è stata fissata per ilgiorno 15 aprile <strong>2003</strong>, in primaconvocazione alle ore 20.00 ed inseconda convocazione alle ore20.30, presso la sala riunioni del“Gruppo Volontari del Soccorso”inviaG.B.Rotan.27/c.All’or<strong>di</strong>ne del giorno:1. relazione del Presidente2. relazione del Cassiere e Presidentedei Revisori dei Conti3. varie.Si raccomanda <strong>di</strong> fare il possibileper non mancare all’assemblea.Il Direttivo10<strong>di</strong> Internet, anche intantissime famiglie clarensi, èL’utilizzoormai una realtà <strong>di</strong>ffusa. Manavigare in Internet, soprattutto conconnessioni gratuite, non comportasolo vantaggi. Minimo il nostro providerci copre <strong>di</strong> pubblicità che, oltre afarci pagare la connessione telefonica,èvolgareesemprepiùpornografica.Che poi, ragazzi compresi, si finisca insiti pornografici, violenti o anche peggioè probabilissimo.Cosa fare? Male<strong>di</strong>re la tecnologia, rassegnarsie darsi per vinti, rinunciandoal compito educativo <strong>di</strong> genitore?Ora una soluzione c’è e senza spendereuna lira in più, rispetto alle connessionipiù <strong>di</strong>ffuse e cosiddette gratuite.Invece <strong>di</strong> rimanere con provider “manigiasol<strong>di</strong>”e strumenti <strong>di</strong> ogni tipo <strong>di</strong>pubblicità, si passa a davide.it.È semplice. Si <strong>di</strong>gita www.davide.it sipresenta la possibilità <strong>di</strong> iscriversi, silasciano i propri dati e per il resto pensalo stupendo programma <strong>di</strong> davide.ita “regalare” una connessione protetta,filtrata, gratuita, per i privati, ed anchead eliminare, se si vuole, la connessioneprecedente e tutto lo sgra<strong>di</strong>to pregresso.È stato proprio geniale don IlarioRolle. E il suo server-provider è anchepiù veloce <strong>di</strong> quelli falsamente liberie gratuiti.Poi cosa succede quando si è iscritti esi è magari deciso <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare soci perl’irrisoria cifra <strong>di</strong> € 10? Entrando inInternet si è protetti da siti pornografici,violenti e <strong>di</strong> pedofilia. Quanti sonoquelli bloccati? Tremilioni. Sì, proprio3.000.000. E lo staff <strong>di</strong> don Ilario continuaad incrementare l’elenco.Credo che chi ha figli e un computer esale in zucca abbia già acceso il computere stia aspettando il desktop percambiare connessione.Se qualcuno non ha capito molto, o haqualche <strong>di</strong>fficoltà, può telefonare all’Ufficioparrocchiale, dalle 8.30 alle11.30, (030 700 11 75). Troverà in<strong>di</strong>cazioniper essere guidato passo passonella grande opera <strong>di</strong> bonifica.Sintetizziamo, per capire cosa èdavide.it e come funzionaCome funziona?Quando ti colleghi a Internet attraversoun POP <strong>di</strong> Davide entra in azioneun filtro, che impe<strong>di</strong>sce la visione deisiti contenenti pornografia, violenza epedofilia.I siti filtrati sono più <strong>di</strong> 3.000.000!Come si usa?Per poter utilizzare il filtro <strong>di</strong> Davidebisogna registrarsi al servizio, ottenendocosì la tua User ID e la Password,creare una nuova connessione <strong>di</strong>Accesso Remoto e collegarsi ad unPOP <strong>di</strong> Davide (molto più semplice <strong>di</strong>quello che sembra leggendo, ndr.).A chi è rivolto?Ai genitori che vogliono proteggere lanavigazione dei propri figli.A scuole, aziende ed associazioni chedesiderano una connessione veloce efiltrata, per avere solo il meglio <strong>di</strong>Internet (ovviamente anche a personeprivate, ndr.).Quanto costa?L’accesso per privati è gratuito.L’accesso per associazioni ONLUS,scuole, parrocchie o altro costa € 125annui, IVA compresa. L’accesso peraziende costa € 200 annui, IVA compresa.(d. A.)L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


MAZZOTTI-BERGOMIBianchina, la pecorellaTerminata la grande festa <strong>di</strong> Carnevaletutto sembrava tornarealla normalità, ma era una calmaapparente che, dopo solo una settimana,è stata nuovamente interrotta dallaricomparsa <strong>di</strong> Schizzo, portatore <strong>di</strong>novità e proposte. Infatti l’amato personaggiosi è presentato attorniato daalcuni agnellini <strong>di</strong> peluches che glisono serviti per raccontare la paraboladel Buon Pastore rivista e adattata dalCar<strong>di</strong>nale Lercaro nella storia <strong>di</strong>Bianchina.Analizzando la sequenza dei fatti <strong>di</strong>questo racconto, sono stati colti quattrospunti <strong>di</strong> riflessione, <strong>di</strong>ventati poiimpegno <strong>di</strong> vita per i bambini: l’attenzione,quella che il Buon Pastore haper ciascuna delle sue pecore, ha stimolatoi bambini ad accettare che anchegli altri abbiano un posto nel cuoredella mamma, della maestra, dei compagni…;la comprensione che il BuonPastore ha avuto nei confronti dellapecorella smarrita, a cui si è avvicinatocon amore, ha portato i bambini adavere una maggiore tolleranza nei confronti<strong>di</strong> chi sbaglia e paga il prezzo delsuo errore; la ricerca incessante dellapecorella da parte del Buon Pastore,che ha lasciato le altre 99 per non abbandonarlaal suo destino, ha promossonei bambini atteggiamenti <strong>di</strong> attenzioneverso chi è solo e in <strong>di</strong>fficoltà.Per concretizzare questo obiettivo SuorGiovanna e tutta l’équipe educativahanno allestito una “bancarella dellagenerosità” per aiutare Suor OrnellaTerzi, missionaria in una scuola maternain Argentina, dove la mancanza <strong>di</strong>ciboe<strong>di</strong>con<strong>di</strong>zioniigienicheèstatacausa<strong>di</strong> malattie e morti infantili. Per sostenerequesta proposta quaresimale ibambini insieme ai loro genitori, hannopotuto dare un contributo acquistandovirtualmente un pranzo o singolialimenti simboleggiati da cartellinicolorati. Infine l’amore che il BuonPastore ha mostrato prendendosi curadella pecorella, caricandosela sullespalle e portandosela a casa pieno <strong>di</strong>gioia, ha invitato i bambini a prendersicura degli altri.Durante la Celebrazione pasquale èstato invitato don Piero MarchettiBrevi, a cui i bambini hanno consegnatoil ricavato della “bancarella della generosità”che lui stesso, insieme ad alcunigiovani dell’oratorio Centro Giovanile2000, consegnerà a Suor Ornellaquest’estate quando si recherà inArgentina.Nel frattempo, la scuola materna è stataattrezzata con un arredamento adeguatoe con addobbi relativi alle varieproposte educative; è stata decoratacon <strong>di</strong>pinti favolosi eseguiti da unavera e propria artista che è anche la <strong>di</strong>rettricedella scuola stessa; e poichéera ancora “spoglia” esternamente si èpensato <strong>di</strong> “arredare” lo spazio verdecon un giar<strong>di</strong>no ben strutturato. Nellazona posteriore è stato pensato unfrutteto che permetterà <strong>di</strong> osservare ilmiracolo della vita che ogni anno sidona attraverso i frutti. Lateralmenteal frutteto cresceranno alberi che ombreggerannola zona <strong>di</strong> gioco dei bambini,mentre il giar<strong>di</strong>no anteriore è statoabbellito da piante ornamentali che,per la loro <strong>di</strong>versità, si presteranno all’osservazionescientifica. L’albero èvita, e nella scuola in cui c’è la “vita checresce” è bellissimo avere degli alberiche cresceranno con i nostri figli donandola loro ombra e i loro frutti.Alla realizzazione <strong>di</strong> questo progettohanno contribuito le offerte sostanziosefatte da singole persone e la generositàdei genitori dei bambini <strong>di</strong> ogni sezione.A tutti dunque il grazie <strong>di</strong> tuttala comunità educativa della scuola edell’amministrazione, e in particolareai papà che, con la loro <strong>di</strong>sponibilità,hanno rimesso a nuovo la piccolafattoria e i giochi esterni.E con quest’ultimo passo, quello chepoco più <strong>di</strong> un anno fa era un progettosu fogli <strong>di</strong> carta è <strong>di</strong>ventato realtà, unagrande realtà a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> tutta lacomunità.Alessandra BariselliCAISezione <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>Gli appuntamenti<strong>di</strong> aprile e maggioEscursionismo Domenica 6 aprileVia Ferrata al Monte Duemani, dalla Val Boazzo(Ballabio) Sabato e domenica 12/13 aprileStage <strong>di</strong> alpinismo base con ilCai <strong>di</strong> Bergamo Domenica 27 aprileRifugio Olmo, dal passo dellaPresolana Domenica 11 maggioValle <strong>di</strong> Campovecchio, daSant’Antonio (Aprica)Cai family Domenica 13 aprileRifugio Magnolini, da Ceratello(Costa Volpino) Domenica 11 maggioRifugio Bagozza (Schilpario)Informazioni e prenotazioniin sede.La sede, in Via Cavalli 22, èaperta tutti i giovedì dalle 20.45alle 23.00.Telefono e fax 030 7001309e-mail: caichiari@virgilo.itSito Internet: www.cai.it11L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


744415-3-2011 - Supplemento straor<strong>di</strong>nario n. 2 al B. U. della Regione Calabria - Parti IeII-n.4dell’1 marzo 2011e) verificare il rapporto <strong>di</strong> prevalenza tra attività agricola eattività agrituristica;f) verificare eventuali carichi pendenti;g) verificare quant’altro ritenuto necessario per accertare cheil richiedente sia in possesso <strong>di</strong> tutti i requisiti <strong>di</strong> legge.7. La Provincia provvede altresì ad effettuare un sopralluogosia presso l’azienda che nei fabbricati da a<strong>di</strong>bire ad attività agrituristica,al fine <strong>di</strong>:a) verificare le superfici <strong>di</strong>chiarate con quelle effettivamentecoltivate;b) verificare le tipologie <strong>di</strong> coltivazioni in atto;c) verificare la consistenza degli allevamenti;d) verificare le giornate lavorative necessarie per la conduzioneagricola;e) verificare i fabbricati in dotazione dell’azienda agricola, laloro connessione con l’attività agricola e la loro destinazionenell’ambito dell’attività agrituristica;f) verificare i fabbricati che si intendono demolire per l’accorpamentodella relativa volumetria sottraendoli alle esigenze<strong>di</strong> conduzione aziendale;g) verificare la connessione tra azienda agricola e le attivitàrientranti nell’esercizio dell’agriturismo;h) verificare, nel caso <strong>di</strong> ristorazione, la percentuale dei prodottiagricoli aziendali da destinare agli ospiti nella somministrazionedei pasti e bevande;i) verificare quant’altro ritenuto opportuno e necessario insede <strong>di</strong> sopralluogo.9. L’iscrizione è effettuata entro 3 mesi dalla presentazionedella richiesta, se completa <strong>di</strong> tutta la documentazione, ad operadella struttura provinciale competente, la quale provvede a trasmettereall’interessato il certificato <strong>di</strong> iscrizione provinciale all’eserciziodell’attività <strong>di</strong> agriturismo riportante i limiti dell’attivitàconsentita.Copia dello stesso viene, altresì inviata al sindaco del comunenel quale ha sede l’azienda.L’iscrizione ha una vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> 3 anni, trascorsi i quali in assenzadell’autorizzazione comunale e del reale svolgimento dell’attività,la stessa decade automaticamente in assenza <strong>di</strong> ricorsopresentato dal soggetto interessato entro 30 giorni dalla ricezionedella notifica <strong>di</strong> decadenza da parte della Provincia. È consentitala proroga per ulteriori due anni senza l’avvio dell’attività,solo in presenza <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> ristrutturazione idoneamentedocumentati sul piano tecnico e funzionale.L’iscrizione, inoltre, è revocata a seguito della comunicazione<strong>di</strong> cessata attività da parte del titolare e del Comune, ovvero alsopraggiungere <strong>di</strong> una delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> revoca.10. In caso <strong>di</strong> esito negativo dell’istruttoria la Provincia,prima <strong>di</strong> procedere all’adozione del provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> reiezionedell’istanza, comunica al soggetto interessato, con raccomandataA/R, il preavviso <strong>di</strong> rigetto, motivandone le cause. Il soggettointeressato potrà presentare istanza <strong>di</strong> riesame motivata edocumentata entro 30 giorni dalla ricezione del preavviso.Art. 17Aggiornamento dell’elenco degli operatori agrituristici1. La Provincia verifica, almeno ogni 3 anni, il permaneredei requisiti per l’iscrizione nell’elenco provinciale degli operatoriagrituristici, effettuando i necessari controlli su tutte leaziende iscritte all’elenco provinciale senza eccezione alcuna, eprovvede agli aggiornamenti dell’elenco medesimo. I tre annidecorrono dalla data <strong>di</strong> iscrizione.2. Per le finalità <strong>di</strong> cui al precedente comma 1, la Provinciaorganizza annualmente un piano dei controlli sulle aziende daverificare e procede ad effettuare i controlli in azienda e presso ilpunto <strong>di</strong> esercizio dell’attività agrituristica per verificare la sussistenzae il mantenimento dei requisiti previsti per l’iscrizionenell’elenco degli operatori agrituristici, con particolare riferimentoalla permanenza dei requisiti <strong>di</strong> ampiezza delle superficicoltivate e alla tipologia delle coltivazioni in atto nonché allaconsistenza degli allevamenti.3. Per le aziende agricole iscritte da oltre tre anni nell’elencodegli operatori agrituristici e che non abbiano iniziato l’attivitàagrituristica per mancanza del titolo autorizzativo comunale, laProvincia procede alla cancellazione dall’elenco, fatto salvo ilcaso in cui siano in corso realizzazioni strutturali inerenti l’attivitàagrituristica.4. Nelle fasi <strong>di</strong> controllo la Provincia può avvalersi <strong>di</strong> idoneistrumenti informatici che consentano <strong>di</strong> gestire in maniera integratadati riferiti al territorio, nonché <strong>di</strong> banche dati autorizzate<strong>di</strong>sponibili sul web.5. I controlli dovranno essere rivolti in particolare a:a) verificare la sussistenza del rapporto <strong>di</strong> prevalenza e <strong>di</strong>connessione tra attività agricola e attività agrituristica effettuandogli opportuni calcoli;b) verificare le superfici effettivamente coltivate e le tipologie<strong>di</strong> coltura;c) verificare la tipologia e la consistenza degli allevamenti;d) verificare quant’altro ritenuto opportuno e necessario sullabase degli esiti <strong>di</strong> cui sopra.6. Al termine delle verifiche la Provincia re<strong>di</strong>ge sintetico verbaleda conservare agli atti e qualora dai controlli effettuati dovesseroemergere elementi tali da configurare la per<strong>di</strong>ta dei requisitiper l’iscrizione nell’elenco degli operatori agrituristiciavvia il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> cancellazione, dandone comunicazioneall’operatore interessato ed in<strong>di</strong>candogli il tempo massimo occorrentealla risoluzione dell’irregolarità riscontrata. Decorso ilperiodo in<strong>di</strong>cato ovvero in assenza <strong>di</strong> comunicazioni ed evidenzedocumentali che <strong>di</strong>mostrino il ripristino dei requisiti daparte dell’operatore, la Provincia comunica al Comune competentee alla Regione l’avvenuta cancellazione dall’elenco deglioperatori agrituristici specificando le irregolarità riscontrate.7. L’avvenuta cancellazione viene comunicata all’operatoreagrituristico interessato, al Comune competente e al Dipartimentoregionale competente. L’operatore agrituristico, ad avvenutanotifica, dovrà imme<strong>di</strong>atamente interrompere l’attività.8. La Provincia provvede altresì ad aggiornare l’elenco deglioperatori agrituristici a seguito delle variazioni che intervengononella consistenza dell’azienda agricola complessivamente condotta,della SAU e nell’esercizio dell’attività agrituristica.


Nuove recensioni dalla rubricaTam tam: ricor<strong>di</strong>amo che questoè uno spazio aperto a tutticoloro che utilizzano la Biblioteca <strong>di</strong><strong>Chiari</strong>,oanchesoloilsuosito,alqualesi possono inviare le proprie impressioni<strong>di</strong> lettura. Ringraziando i collaboratoriormai “abituali”, ci piacerebbe che anchealtri utenti ci facessero partecipi delleloro scoperte.Enrique Vila-MatasBartleby e compagniaFeltrinelli, 2002BIBLIOTECA COMUNALETam tam,i consigli dei lettoriLusingato dalla pronta pubblicazionedel mio commento a un libro, avevosubito cominciato a scrivere la recensione<strong>di</strong> quest’altro quand’era una novità,visto che poi l’avevate anche acquistato.Adesso è passato però troppotempo, e non lo si trova immagino piùnelle vetrine - se mai c’è stato. È un librocurioso, che racconta dei non scrittori,cioè degli scrittori che al culminedella loro carriera scompaiono, smettono<strong>di</strong> scrivere, oppure vivono sempreintorno a un libro non scritto, uncentro vuoto, un’assenza. Si presentacome il <strong>di</strong>ario <strong>di</strong> un impiegato tratteggiatoun po’ alla Kafka (che ha scrittomolto, ma pubblicato quasi niente peruna sindrome simile a quella dei personaggidel libro). Piacerà sicuramentea chi ama i libri pieni <strong>di</strong> citazioni e <strong>di</strong>frasi folgoranti (ma attenti a <strong>di</strong>stinguerlidai personaggi inventati <strong>di</strong> sanapianta). È zeppo <strong>di</strong> aneddoti e <strong>di</strong> frasiche piacerebbe ricordarsi per poterleusare con il suo fare <strong>di</strong>staccato e umoristico.I nomi sono talmente tanti checitarne alcuni sembra riduttivo. Gustosoil racconto dell’incontro dell’io narrantecon Salinger. Un posto tutto suoha Bobi Bazlen, il consulente e<strong>di</strong>torialetriestino che - proprio come il Bartlebydel racconto <strong>di</strong> Melville - a tutti iferventi ammiratori delle sue note e<strong>di</strong>toriali(gente come Svevo, Montale), iquali lo invitavano a fare finalmentelui della letteratura, ha risposto ostinatamente“preferisco <strong>di</strong> no”.Andrea BonettiSandor MaraiTruciolo - Adelphi 2002Truciolo è il nome del cane protagonista<strong>di</strong> questo romanzo. Sandor Marairacconta con luci<strong>di</strong>tà l’incontro <strong>di</strong> unafamiglia borghese con questo esserevivente. Troviamo questa famiglia inari<strong>di</strong>ta,intrappolata all’interno <strong>di</strong> convenzionisociali che scoloriscono anchei sentimenti. Freddezza, scivolosain<strong>di</strong>fferenza permeano l’esistenza <strong>di</strong>questa coppia (signore e signora) ormaisopraffatti dalla noia nonché dall’abitu<strong>di</strong>nel’uno all’altra. Ed è la freschezza<strong>di</strong> questo cucciolo, la sua voglia<strong>di</strong> vivere, la sua spontaneità, la forza<strong>di</strong> essere se stesso che susciterannouna sorta d’invi<strong>di</strong>a nell’animo del padrone.L’analisi delle due esistenzeche si intrecciano (quella <strong>di</strong> Truciolo edel signore) è precisa e cadenzata dallenostalgie dell’autore. A volte vorrebbevivere anch’egli una vita così spontaneae naturale come <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong> fare ilsuo compagno <strong>di</strong> stanza... Ma per gliuomini, si sa, non è così facile: troppele convenzioni sociali e i perbenismi acui sottostare. Il legame <strong>di</strong> complicità ela relazione travagliata che nascerà trai due esseri sfocerà in un finale a sorpresache sottolinea maggiormente ilrimpianto per una vita non vissuta. Lostile letterario <strong>di</strong> Marai è abbastanzascorrevole, anche se spesso si lasciatrascinare dal fluire dei suoi pensieritraducendoli sulla carta in perio<strong>di</strong>troppo lunghi. Il lettore è costretto afermarsi, respirare, riprendere fiatoper poi immergersi <strong>di</strong> nuovo nelloscorrere lento della storia. Consigliatoa chi ha il fiato lungo.Carla IoreMondo femminileMillyEmilia era la maggiore <strong>di</strong> cinque figli ein famiglia la chiamavano Milly. Suopadre, operaio nell’industria bresciana,aveva l’hobby della musica e suonava<strong>di</strong>versi strumenti. Ogni sabato sera eogni domenica andava con alcuni amicia suonare nelle balere, ritornando invariabilmentealticcio. Sua madre, casalinga,faceva del suo meglio permandare avanti la famiglia. Durante unlungo periodo <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione delmarito, la madre dovette procurarsi unlavoro fuori casa. Così Milly, ad appena<strong>di</strong>eci anni, si trovò a dover accu<strong>di</strong>re aisuoi fratellini <strong>di</strong> età compresa tra i duee gli otto anni. Lei racconta che la facevano<strong>di</strong>sperare e preoccupare con leloro birichinate.A 14 anni Milly andò a lavorare nel magazzino-attrezzi<strong>di</strong> una grossa industriae vi rimase fino al matrimonio, Infatti,nel frattempo, aveva conosciuto - siapure da lontano - un simpatico militare,il quale stava spesso affacciato alla finestradel suo ufficio, proprio <strong>di</strong> fronteall’abitazione <strong>di</strong> Milly. I due giovani comunicavanocon bigliettini: lui appesantivail messaggio con un sassolinoe glielo lanciava quando la vedeva passare.Milly racconta: “Quando ho saputoche era astemio, ho deciso subitoche quello era l’uomo della mia vita.Ero stanca delle scenate settimanalidel papà!”Milly andò a vivere col marito in provinciaed ebbe quattro figli <strong>di</strong> cui è evidentementemolto fiera. Milly racconta deimolti <strong>di</strong>sagi quoti<strong>di</strong>ani, del brutto periodobellico, della prigionia <strong>di</strong> suo marito,ma ne parla con <strong>di</strong>stacco, come sesi trattasse <strong>di</strong> altre persone. Lei affermache <strong>di</strong>etro ad ogni vicenda, lieta o triste,c’è evidente la mano <strong>di</strong> Dio, i suoi<strong>di</strong>segni… “Non sappiamo perché, matutto quanto ci accade sembra preor<strong>di</strong>natoe si intreccia con ciò che accadealle altre persone. Io lo prego spesso elo ringrazio per la mia vita.” In particolare,rievoca quella mattina del dopoguerra,quando si era alzata presto peraccompagnare una parente alla stazione.I treni erano ancora scarsi. Quandoarrivò il convoglio, la parente vi salì subitoe, mentre le due donne si salutavano,Milly vide suo marito apparire nel riquadrodello sportello accanto e scenderedal vagone. Ritornava dalla prigionia.Ci fu un’esclamazione a due voci e,naturalmente, un lungo abbraccio. Chiaveva fatto in modo che Milly andassealla stazione proprio quella mattina?Ida Ambrosiani13L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


14Pubblichiamo su questo numerodue lettere provenineti dalla Missione:una è <strong>di</strong> suor Ornella Terzie l’altra è <strong>di</strong> suor Giuliana Fadani.Suor Ornella Terzi sappiamo che è aFrias, città situata in una delle zone piùpovere dell’Argentina, in una situazione<strong>di</strong> povertà ulteriormente aggravata dallapesante crisi economica che sta attraversandoquesto paese latino-americano.Nella lettera è testimoniata questa grandepovertà, causa <strong>di</strong> sofferenze per tutti,in modo particolare per i bambini.Suor Giuliana Fadani, dorotea, <strong>di</strong> Berlingo,si trova in Congo, a Bukavu, dovel’estate scorsa sono andati in gruppo alcunigiovani clarensi e non, con don Pieroe suor Paola, a fare esperienza <strong>di</strong> animazionee <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione. La lettera <strong>di</strong>suor Giuliana è breve, ma testimonia inmodo efficace la situazione <strong>di</strong> grandesofferenza <strong>di</strong> un popolo martoriato dauna guerra <strong>di</strong>menticata, che dura ormaida 5 anni ed ha fatto 3 milioni <strong>di</strong> vittime.Congo - BukavuCarissimi,grazie della vostra partecipazionea ciò che il nostro popolosoffre. Non possiamo ancoraparlare <strong>di</strong> Pace, nonostantei vari accor<strong>di</strong>. La gente, viveancora nel terrore, e c’è unnuovo afflusso in città, <strong>di</strong> famiglieintere, perciò nuovicasi <strong>di</strong> malnutrizione, <strong>di</strong> analfabetismoe gente che continuamentechiede aiuto. Ricordatecinella preghiera.Grazie infinite dei sol<strong>di</strong>, delmateriale, così posso finire <strong>di</strong>pagare le ragazze. Un saluto atutto il gruppo missionario eun grazie a tutti per quantofate per sollevare le sofferenzedei più deboli e poveri.Un abbraccio!Suor GiulianaAlbaniaMolto Reverendo Don Rosario,ho aspettato a mandare i miei ringraziamenti,per la cor<strong>di</strong>alissimaaccoglienza che mi hai fatto nellagiornata missionaria, non per <strong>di</strong>menticanzama per poter mandaredelle fotografie che mostrino comesta crescendo la chiesetta per laquale mi avete fatto la vostra generosaofferta.È stata un po’ lenta la crescita perchéil tempo è stato molto piovoso enon si è potuto lavorare con continuità.Adesso sta per cominciare laprimavera e le giornate sono piùlunghe e speriamo meno piovose,così <strong>di</strong> arrivare alla festa <strong>di</strong> SanGiovanni Battista per inaugurarla.La gente <strong>di</strong> questo villaggio è moltograta a voi tutti e prega il Signoreche bene<strong>di</strong>ca.Una volta la settimana, anche senon è finita e senza tetto, ho celebratoe abbiamo pregato per tutti ibenefattori. Ti manderò altre fotografiecosì che potrete accompagnarcicon le vostre preghiere.Un grande grazie riconoscentedon Michelangelo BragaL’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


ArgentinaASSOCIAZIONE PENSIONATICordoba, 25/1/<strong>2003</strong>Carissimi del gruppo missionario,come state? Spero tutto bene,anch’io sto bene. Grazie dei sol<strong>di</strong>che mi avete mandato, che useròper i 130 bambini a cui ogni giorno<strong>di</strong>amo la merenda e che per qualcunoè pranzo e cena. In questi mesil’Argentina è in vacanza; solo il 1° <strong>di</strong>Marzo si cominciano le attività apostolichee la scuola, mentre chi ha inmano tutta la programmazione devegià pensare come deve condurre tuttoil lavoro. Nell’assemblea <strong>di</strong>ocesanaè stato fissato il tema “Servizio eCarità” proprio per la situazioneche si sta vivendo, ed è bello vedereche dentro tanta povertà ognuno dàquello che può per alleviare un pocochi è ancora più povero.Quanta solidarietà si incontra, e ame commuove vedere come lottanoperché i bambini soprattutto nonsoffrano molto. A livello politico cistiamo preparando a nuove elezioni,non so se sarà per il bene o per ilmale del paese. Fanno gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>scorsiperò chi paga sono i poveri.Sono al corrente dei giovani chevengono a Frias e ne sono contenta,spero che l’esperienza a contattocon la nostra gente qui sia positiva.Mentre vi saluto <strong>di</strong> nuovo vi ringrazioper il bene che fate.A tutti un abbraccio, con affettoSuor OrnellaScrivo all’apparire della primavera,in un risveglio generale della natura,che a noi anziani dà gioia e speranzain un futuro migliore dopo tante vicissitu<strong>di</strong>ni.Ci siamo già lasciati allespalle il carnevale, la festa della donnae anche quella dei nonni, che sifesteggiano in alcuni paesi del bresciano.Ma certo, fra le tre, la festadella donna richiama alla nostra memoriale privazioni <strong>di</strong> tante nostredonne, mogli e fidanzate, costrette adandare in risaia per sopperire alle necessitàfamiliari; un’esperienza duraeavolteinsalubre,vistochenonpochetornavano a casa con febbri malariche,colpite nel fisico e nello spirito.Non possiamo dunque <strong>di</strong>menticare laloro <strong>di</strong>sponibilità e de<strong>di</strong>zione alla famiglia,i sacrifici compiuti insiemeper il bene dei nostri figli. Esse che alloranon ebbero de<strong>di</strong>cata la festa delladonna abbiano ora almeno il fioredella nostra gratitu<strong>di</strong>ne.La nostra vita associativa in marzo èstata ricca <strong>di</strong> eventi capaci <strong>di</strong> stimolarela vita relazionale: il 4 marzo, ultimogiorno <strong>di</strong> carnevale, sono stateofferte ai soci frittelle e spumante;l’otto marzo a tutte le donne iscrittee simpatizzanti è stato donato un vasetto<strong>di</strong> primule e si è festeggiato conbrin<strong>di</strong>si e serata danzante. Con sod<strong>di</strong>sfazionedei partecipanti, per iltrattamento loro riservato, si sonoconclusi i soggiorni <strong>di</strong> Alassio e FinaleLigure e sono in corso le vacanzedei soci che hanno scelto la località<strong>di</strong> Torre Molinos in Spagna.Anche la vita spirituale è stata stimolatain molti soci, che hanno aderitoall’invito del S. Padre al <strong>di</strong>giunoin favore della pace nel mondo. Lefunzioni della Quaresima, gli Esercizispirituali della città, la preghiera el’astinenza in preparazione alla S.Pasqua, fondamento della nostrafede cristiana, hanno trovato ascoltopresso tanti nostri soci, che ne dannotestimonianza con alcune piccole rinunce.L’impegno <strong>di</strong> servizio verso la città siè rinnovato anche quest’anno con iturni settimanali in Villa Mazzottiiniziati il 10 marzo, mentre si è conclusocon sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> tutti il servizio<strong>di</strong> custo<strong>di</strong>a nei locali della FondazioneMorcelli Repossi interessatida eventi culturali.Ora che si apre la stagione si sta organizzandola prima gita <strong>di</strong> unagiornata: invitiamo quin<strong>di</strong> tutti i socia tener d’occhio la nostra bachecadegli avvisi.Ricor<strong>di</strong>amo ai simpatizzanti che leiscrizioni per il <strong>2003</strong> sono apertefino al 30 giugno e che possono riceveretutte le informazioni utili nellanostra sede <strong>di</strong> Viale Bonatelli.Non resta che augurare a tutti unaBuona Pasqua in salute e riservareun pensiero riconoscente alla Redazionede L’Angelo che sempre ci accoglie,facendoci sentire compresi evalorizzati.Per la <strong>di</strong>rezionePietro Ranghetti15Apostolato della Preghiera“Per coloro che nella Chiesa hanno compiti <strong>di</strong> responsabilità,perché offrano un luminoso esempio <strong>di</strong> vita,sempre docile alla guida dello Spirito”.Nell’intenzione espressa per questo mese siamo invitatia pregare affinché tutti coloro che nellaChiesa svolgono compiti <strong>di</strong> responsabilità, sia laiciche religiosi, <strong>di</strong>ano una testimonianza <strong>di</strong> vita tendente allasantità. Preghiamo dunque perché si vincano le tentazioniche il demonio infaticabile <strong>di</strong>ssemina in ogni circostanza,soprattutto perché le sue lusinghe e le false illusioni venganoscoperte e respinte. Anche Gesù, mentre pregava e <strong>di</strong>giunavanel deserto, aveva subito le tentazioni del <strong>di</strong>avoloe le aveva subito neutralizzate.Purtroppo, osservando quanto accade nel mondo o-<strong>di</strong>erno, ci si rende conto sempre più <strong>di</strong> come sia fragilela natura umana, ma con l’aiuto della preghiera quoti<strong>di</strong>ana,la liturgia delle Ore e la recita del Santo Rosario,sarà più facile perseguire la santità nell’amore <strong>di</strong> Dio.Ida AmbrosianiL’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


16In tivvù... <strong>di</strong> tutto,<strong>di</strong>ppiù?Mentre scrivo, un occhio allatastiera, l’orecchio alle ultimenotizie dall’Iraq, provoun senso <strong>di</strong> inutilità misto a rabbia esconcerto. Avvenire <strong>di</strong> questa mattina,20 marzo <strong>2003</strong>, riporta nella paginaOGGIspettacoli la notizia <strong>di</strong> un neonatomaccartismo negli USA, che nellesettimane precedenti si è manifestatocon “liste nere” pubblicate su quoti<strong>di</strong>ani,quali il New York Post,<strong>di</strong>uominie donne <strong>di</strong> spettacolo, pacifisti <strong>di</strong>Hollywood, con l’invito a boicottarne ifilmeiconcerti.E,tenutoconto<strong>di</strong>quanto filoamericanismo serpeggianelle nostre strade e nei nostri parlamentigran<strong>di</strong> e piccoli, non mi meravigliereise qualche genio della cartastampata non prendesse ad imitarequell’indegna caccia alle streghe.Intantoappren<strong>di</strong>amoconsollievocheè stata rimandata la sentenza circa lapossibilità <strong>di</strong> sequestro del Gabibbo eche il tribunale <strong>di</strong> Lugo <strong>di</strong> Romagnasoltanto l’un<strong>di</strong>ci luglio <strong>di</strong>rà se il Gabibboha copiato o no il pupazzo BigRed, mascotte dell’università del Kentuckydal 1982. Registriamo poi laconclusione <strong>di</strong> una telenovela iniziatanel lontano novembre 2002 e proseguitasenza colpi <strong>di</strong> scena particolarifino alla nomina <strong>di</strong> Mieli e alla suasdegnosa rinuncia: Lucia Annunziata,ex <strong>di</strong>rettrice del Tg3, votata alla presidenzadatuttiiconsiglieri,hapresopossesso della Rai proprio ieri, 19marzo <strong>2003</strong>, con una <strong>di</strong>chiarazione laconicae significativa, “parlerò poco elavorerò tanto”, mentre sul caso BiagieSantoro,<strong>di</strong>versamentedaMieli,nonsi sbilancia... “deciderà il Consiglio <strong>di</strong>Amministrazione”. Resta incerta ancorala nomina del <strong>di</strong>rettore generale,anche se la relazione del <strong>di</strong>missionarioSaccà su come la Rai intende affrontarel’emergenza bellica dal punto <strong>di</strong> vistadell’informazione è stata apprezzatadal nuovo C.d.A. Io voglio sperareche, al <strong>di</strong> là dell’emergenza bellica,il nuovo gruppo <strong>di</strong>rigente dal qualetanto ci si attende, voglia finalmentechiedere una legislazione che garantiscaun servizio utile alla comunitàcivile.Quale potrà essere il futuro della Tvnegli anni a venire è <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong>rlo, se èvero che un esperto come Aldo Grasso,nel suo recente saggio sulla “Storiadella Rai”, si domanda perché da unatv idealista, quale fu quella degli anni’50, e da una tv realista, che furoreggiòdagli anni del boom economico allacrisi petrolifera del ’74, si sia passati inquesti ultimi vent’anni ad una tv semprepiù brutta e che oggi più brutta nonpotrebbe essere. Insomma avremmotoccato il fondo e forse questo ci potrebbeaiutare a trovare il modo <strong>di</strong> risalirein superficie. Ma come? SecondoJacobelli non si risalirà, se non conun nuovo patto “costituente” che nascadal potere legislativo e che metta albando, almeno in Rai, la logica della tvconcorrenziale, che si è sempre più impostaa partire dagli anni ’80, e che fa<strong>di</strong>pendere le sue fortune dai risultatidell’Au<strong>di</strong>tel, mentre non si preoccupa<strong>di</strong> valutare il ritorno in termini <strong>di</strong> educazionepermanente al senso civico esociale che l’avevano permeata nei primivent’anni <strong>di</strong> vita.Si continua a ripetere che la Rai deverilanciarsi nel segno del servizio pubblicoe recuperare la sua finalità civica,ma ciò è possibile? Se i giornali <strong>di</strong> ogniestrazione e colore continuano a parlaredel successo dei programmi, confrontandoliquasi esclusivamente sulgra<strong>di</strong>mento, sulla cosiddetta au<strong>di</strong>ence,quali criteri <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio verranno fornitiallo spettatore, se non quelli che premianosolo e soltanto chi sta in testaagli ascolti? Che meraviglia se oggisono tutti d’accordo sulla consegna aFiorello dell’Oscar Tv <strong>2003</strong>? Provate asorbirvi in <strong>di</strong>retta Tv su Raiuno, ilprossimo 14 aprile, dal teatro Ariston<strong>di</strong> Sanremo, la manifestazione che incoronerà,oltre a Fiorello, i vincitoridei vari programmi e dei personaggitelevisivi, e poi traete le conclusioni.Intanto provo a passare in rassegnaqualche trasmissione che forse nonavrà gli onori degli Oscar e dei TelegattiTv, ma che può aiutarci a recuperareun giusto rapporto col mezzo televisivoe a stimolare una sana curiositàarricchendo il nostro patrimonio culturale.Parola mia, su Raitre dal lunedì al venerdìalle 13.30, (punta massima registratada Au<strong>di</strong>tel, 380.000 spettatori) ètornata dopo 17 anni in Rai con lo storicoconduttore Luciano Rispoli, affiancatodall’esperto linguista, professorGian Luigi Beccaria e da una giovanescrittrice, Chiara Gamberale.Ben lontano dallo stile quiz televisivo,che sforna eurodoni a tutto spiano, ilprogramma pone in gara due ragazzisulla conoscenza della lingua parlata escritta giocando magari su una sola parola,su un’espressione i<strong>di</strong>omatica, suun particolare linguaggio (comico,sportivo, politico…) e sviluppando il<strong>di</strong>scorso nelle più <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>rezionisemantiche.Tv7, settimanale <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mentodel Tg1, in onda da quarant’anni ognivenerdì alle 23.10, ha conosciuto alti ebassi e ultimamente tenta <strong>di</strong> tornarealle sue gloriose origini, soprattuttoquando affronta con equilibrio i temidella povertà, dell’emigrazione e dellecontrad<strong>di</strong>zioni della società dei consumie si pone ad indagare la realtà, rimettendoin <strong>di</strong>scussione giu<strong>di</strong>zi giàpronunciati, confrontandoli con provee documenti originali. Attualmente sioccupa soprattutto <strong>di</strong> raccontare icambiamenti dell’Italia dei nostri giorni,avvalendosi della collaborazione <strong>di</strong>registi cinematografici come ErmannoOlmi e Lina Wertmuller.Grande storia in prima serata, che tornain aprile (ha fatto in passato puntemassime del 15% <strong>di</strong> share), fa partedel Progetto Storia <strong>di</strong> Raitre che comprendeanche programmi come Correval’anno e Enigma. Nel prossimo giugnoad arricchire il progetto storia arriveràIl mio Novecento, con intervisteesclusive a personaggi, testimoni oculari<strong>di</strong> vicende delle quali conservanomemoria e documentazione.Luciano CinquiniL’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


SCOUTSquadriglia,avventura nel tempostesso: «Là dove due o tre si riunirannonel mio nome, io sarò con loro». Siamocerti che, grazie al vostro entusiasmo edalla vostra voglia <strong>di</strong> giocarvi, all’aiuto edall’impegno dei capi ed alla presenza delSignore, vivrete una esperienza meravigliosache porterete con voi per tutta lavita.”A parte gli annunci formali… si avvicinaveramente questo grande evento,atteso da tanti anni (l’ultimo risale a 20anni or sono) che coinvolgerà circa17.000 ragazzi in quattro luoghi <strong>di</strong>versidal 28 luglio al 7 agosto <strong>2003</strong>. Possiamoanche rivelare dove andrà “il <strong>Chiari</strong>”:i <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Spoleto, in Umbria, ciospiteranno. Per adesso… continua, esi fa sempre più intenso, il lavoro e ilgioco in squadriglia per arrivare prontiall’appuntamento <strong>di</strong> questa estate chesi preannuncia molto, ma molto intensa!!Paolo FerrariReparto Andromeda <strong>Chiari</strong> 1Circa due settimane fa i ragazzidel Reparto <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> hannoricevuto una lettera dai CapiReparto ed Assistente Ecclesiasticod’Italia che, finalmente, dava l’attesissimanotizia: si va al Campo Nazionale!!Più o meno <strong>di</strong>ceva così:“Si <strong>di</strong>ffonda l’annuncio in tutta l’Italia,la vostra mitica Squadriglia parteciperàquest’estate al Campo Nazionale «Squadriglia:un’Avventura nel tempo». Alcampo vi incontrerete con altri esploratorie guide come voi, che vestono la stessauniforme, credono negli stessi valori,ma con usanze e tra<strong>di</strong>zioni che vi sorprenderanno!Se arriverete al campocon il cuore aperto e <strong>di</strong>sponibile, riusciretea con<strong>di</strong>videre la vostra storia e il vostroentusiasmo con le migliaia <strong>di</strong> fratellie sorelle scout che con voi vivranno quest’avventura.Il Campo Nazionale è una occasione irripetibileper mettervi alla prova, per <strong>di</strong>mostrarela vostra lealtà, le vostre competenzeed il vostro valore come guide escout. Ma anche per far vedere a tutti chesiete una Squadriglia in gamba! Insommaper mostrare a tutti <strong>di</strong> che stoffa sietefatti. [...] Quando arriverete al Campola vostra Squadriglia si unirà ad altreSquadriglie per formare un nuovo Reparto…e nuovi compagni <strong>di</strong> avventure!Inoltre al Campo sarà presente anche unaltro amico: Gesù! Infatti lo ha detto luiScuola dell’infanzia Pedersoli - Elementari Martiri e PedersoliInsieme per la settimana della continuitàDa parecchi anni, per numerosi bambini <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>, si ripete la coinvolgenteesperienza della Settimana della continuità. Lescuoledell’infanzia statali sono gemellate con una o più scuole elementaridel territorio ed insieme gli insegnanti dei due or<strong>di</strong>ni scolastici elaboranoun progetto che coinvolge i bimbi dell’ultimo anno della scuola dell’infanziae gli alunni che già frequentano la prima elementare. La scuola dell’infanziaPedersoli, data la sua ubicazione, è gemellataconlevicinescuoleelementariMartiri e Pedersoli.Le finalità <strong>di</strong> tale progetto sono <strong>di</strong> permettere ai bambini <strong>di</strong> cinque anni unaprima conoscenza della struttura e dell’organizzazione della scuola elementare.I piccoli, accolti ed accompagnati dai loro “amichetti” <strong>di</strong> prima inizianoa dare risposta alle loro innumerevoli curiosità. Spesso, infatti, i bimbi <strong>di</strong> 5anni fantasticano sul come siano fatte le aule, i banchi, le se<strong>di</strong>e delle elementari…cosa sia necessario portare a scuola poi… “Si potrà giocare alleelementari?”…Il progetto si articola in varie giornate, anche i neoscolaretti portano a scuolalo zainetto contenente la meren<strong>di</strong>na che consumeranno al momento della ricreazione;sosta altrettanto fondamentale è quella del pranzo consumatonella mensa delle elementari, per scoprire la <strong>di</strong>fferenza dell’erogazione delservizio nei due or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> scuola.In seconda battuta si entra nel vivo delle attività: i bambini vengono <strong>di</strong>visi ingruppi misti (5 anni - prima elementare), insieme ascolteranno una storianarrata dagli insegnanti e la riprodurranno graficamente; non solo, realizzerannosemplici strumenti musicali, impareranno canti e costruiranno il fantocciodella “Vecchia” <strong>di</strong> metà Quaresima, che verrà bruciata nel cortile delleelementari, concludendo così il percorso e coinvolgendo anche tutti glialtri alunni.Una settimana davvero entusiasmante sia per i bimbi che accolgono, che sisentono <strong>di</strong> svolgere un ruolo <strong>di</strong> guida nei confronti dei compagni più piccoli,sia per i bimbi <strong>di</strong> 5 anni che si caricano <strong>di</strong> “responsabilità e d’orgoglio” perquesta esperienza che li fa sentire già gran<strong>di</strong>.Settimana intensa e <strong>di</strong> grande lavoro, soprattutto per gli insegnanti coinvoltinel progetto, ma che senz’altro darà i suoi frutti nel passaggio tra scuola dell’infanziae scuola elementare; non si pensa certo <strong>di</strong> risolvere tutte le problematichelegate all’inserimento, ma certamente si appianano alcune ansie e sicrea una forte motivazione nei bambini che il prossimo settembre inizierannocon entusiasmo la scuola elementare, forti dell’esperienza vissuta inprecedenza.Buon lavoro a tutti!Chiara17L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


18Benvenuto,Rettor MaggioreBenvenuto a <strong>Chiari</strong>, Don PascualChavez, Rettor Maggioredei Salesiani. Questa visita,pur nella sua rapi<strong>di</strong>tà, un solo giorno,il 30 aprile <strong>2003</strong>, è un privilegio checoncede a San Bernar<strong>di</strong>no ed alla nostracittà in questi primor<strong>di</strong> del suorettorato. Continua una tra<strong>di</strong>zioneche, alle sue origini, ha un santo, il BeatoFilippo Rinal<strong>di</strong>. Dopo aver acquistatonel 1926 il convento con le suea<strong>di</strong>acenze dai fratelli Menna, per farnel’aspirantato ed il noviziato dellanuova Ispettoria Lombardo-Emiliana,lo ha frequentato in occasione delleprime vestizioni e delle prime professionie <strong>di</strong> ritorno dal Veneto. Dietroa lui, hanno continuato tutti i RettoriMaggiori a visitare San Bernar<strong>di</strong>no.Non parliamo, poi, del RettorMaggiore Don Egi<strong>di</strong>o Viganò, ex allievodell’Istituto. Se poi <strong>di</strong>amo cre<strong>di</strong>toalle testimonianze <strong>di</strong> antichi salesiani,Don Bosco stesso, passando intreno sulla linea Milano-Venezia, habenedetto la nostra città ed ha profetizzatola presenza salesiana in essa. Èancora recente la memoria della visitadel suo imme<strong>di</strong>ato predecessore DonEdmundo Vecchi in occasione del 70dell’opera Salesiana.Sotto i quattrocenteschi chiostri <strong>di</strong> S.Bernar<strong>di</strong>no (nucleo fondamentale dell’Istituto)si respirano tuttora effluvi <strong>di</strong>momenti storici <strong>di</strong> grande spessore religioso:quello della visita pastorale <strong>di</strong>S. Carlo Borromeo - un suo quadro èstato recentemente restaurato -; quellodella permanenza come insegnantedel Servo <strong>di</strong> Dio Don Elia Comini,martire della carità durante la secondaguerra mon<strong>di</strong>ale; quello delle frequentazionidel Servo <strong>di</strong> Dio Giovanni BattistaMontini, che da adolescente vi siritirava in preghiera, a gustare il gregorianoed a riflettere sulla scelta vocazionale.Terra <strong>di</strong> santi, San Bernar<strong>di</strong>no,prima sotto la cura dei Francescanidell’Osservanza bernar<strong>di</strong>niana, poisotto quella dei Padri Benedettini edora sotto i Salesiani <strong>di</strong> Don Bosco.La presenza dei Rettori Maggiori inmezzo a noi è segno della pre<strong>di</strong>lezione<strong>di</strong>vina e della protezione particolaredella Madonna e <strong>di</strong> Don Bosco. Ne èstato frutto una eccezionale fecon<strong>di</strong>tàvocazionale. Quando San Bernar<strong>di</strong>noera aspirantato maturarono alla suaombra circa 500 vocazioni <strong>di</strong> specialeconsacrazione per la Congregazione,per le <strong>di</strong>ocesi e per altri Or<strong>di</strong>ni e Congregazionireligiose. Fra <strong>di</strong> esse quattroVescovi, un Rettor Maggiore, I-spettori e <strong>di</strong>rettori salesiani e numerosimissionari. Attualmente, da quandoSan Bernar<strong>di</strong>no si è trasformata inScuola Cattolica, è tutto un fiorire <strong>di</strong>gioventù. Nella scuola, articolata inelementare, me<strong>di</strong>a inferiore e superiore,si è raggiunta la quota <strong>di</strong> 500 allievi,che l’anno venturo sarà superata, stantele numerose richieste. Nell’oratorioc’è una forte ripresa sia per il moltiplicarsidelle iniziative, sia per le nuovestrutture, sia per il nuovo incaricato.Per la curazia: la chiesa risulta in tanteoccasioni incapace ad accogliere i fedeli,provenienti anche da altri paesi,per la como<strong>di</strong>tà dei servizi religiosi. AlCentro <strong>di</strong> prima accoglienza Auxiliumcontinua l’afflusso <strong>di</strong> giovani extracomunitariper un’assistenza semprepiù adeguata.Sotto l’urgenza <strong>di</strong> trovare altri spazialle attività educativo-pastorali, è statonecessario costruire l’e<strong>di</strong>ficio che ilRettor Maggiore si appresta a bene<strong>di</strong>reed inaugurare.La presenza del Rettor Maggiore inmezzo a noi è come il passaggio <strong>di</strong> DonBosco, del suo amore <strong>di</strong> padre. Eglistesso narra <strong>di</strong> un suo sogno, in cui eracircondato da tanti giovani. Nei primicerchi li conosceva ad uno ad uno. Più icerchi si allontanavano dal centro e conoscevameno persone fino a quandonon ne conosceva nessuno. I cerchicontinuavano ancora e, dove non arrivavala sua conoscenza, arrivava il suocuore, il suo amore <strong>di</strong> padre. Ai suoisuccessori sarebbe toccato supplirealle mancanza <strong>di</strong> conoscenza <strong>di</strong>retta <strong>di</strong>Don Bosco.La visita del Rettor Maggiore vuol essereanzitutto <strong>di</strong> conforto per la ComunitàSalesiana e la Famiglia Salesiana.Ci sentiamo sempre più limitati <strong>di</strong>fronte al moltiplicarsi dei problemieducativi e pastorali, in una perduranteconfusione e fragmentazione sociale,che li aggravava ogni giorno <strong>di</strong> più.Vuol essere <strong>di</strong> guida e <strong>di</strong> illuminazione,rifacendosi alle esperienze delmondo salesiano e sue personali. Lasuaparola<strong>di</strong>ventastimoloperlaComunitàEducativa-Pastorale della scuola,dell’oratorio, della Curazia e delCentro, per una fedeltà, a tutta prova,al sistema educativo <strong>di</strong> Don Bosco e perun servizio efficace al territorio. Il suosorriso <strong>di</strong>ce il grazie più generoso ai numerosicollaboratori e volontari, che affiancanol’Opera Salesiana in tutte lesue <strong>di</strong>mensioni.Se i salesiani riescono a fare qualcosa,lo si deve alle preghiere <strong>di</strong> tante personebuone, all’aiuto <strong>di</strong> tanti collaboratori,al sostegno <strong>di</strong> tanti benefattori edalla simpatia che li circonda. La presenzadel Rettor Maggiore sia come unraggio <strong>di</strong> speranza e <strong>di</strong> ottimismo per lanostra città.C’è tanto bene nel mondo, e, facendoleva su <strong>di</strong> esso ed unendosi, come volevaDon Bosco, si possono risolvere iproblemi che ci tormentano.don Franco FontanaDirettoreL’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


IN CAMMINOVERSO LA PASQUALa Curazia e l’Oratorio CentroGiovanile <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>noidentificano nella Quaresimal’itinerario più propizio “per impararead amare come Gesù”, facendo <strong>di</strong>questo orientamento il tema conduttore<strong>di</strong> molteplici iniziative pastorali.Diversi incontri <strong>di</strong> riflessione e catechesisisonoattivati,secondoigruppiorganizzatiele<strong>di</strong>fferentifasced’età.Ogni Venerdì <strong>di</strong> Quaresima, la celebrazionepenitenziale delle ore 20.30ha conosciuto un’animazione partecipatadella Via Crucis, realizzata daigiovani dell’Oratorio. I ragazzi delleScuole Elementari e Me<strong>di</strong>e sono statiprotagonisti dell’Oratory’s day, occasionepervivere,insiemeeinallegria,un’intera domenica in Oratorio, conattività formative e ricreative, fino allarituale “Giornata dell’Amicizia”, delGiovedì Santo, in apertura alle celebrazionidel Triduo Pasquale. Per coinvolgerepiù <strong>di</strong>rettamente la presenzae sollecitare un’attenzione specificadei ragazzi al Mistero Pasquale, è statoproposto un simpatico puzzle a forma<strong>di</strong> cuore, sud<strong>di</strong>viso in sei tasselli, dacompletare in<strong>di</strong>vidualmente con lafrequenza alla Messa festiva delle ore9.00. I propositi personali ai quali si fariferimento nel cammino verso la Pasquapoggiano sui “Tre pilastri” dellacarità, della preghiera e del <strong>di</strong>giuno,integrati dalla frequenza ai Sacramenti<strong>di</strong> Confessione e Comunione.A tutti i ragazzi che hanno completatoil cuore simbolico del percorso quaresimale,Giovedì 17 nella giornata dell’amiciziae della carità in Oratorio,sarà consegnato un ciondolo in legnod’ulivo a forma <strong>di</strong> cuore, come segno<strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione dell’itinerario intrapreso.Nell’orizzonte della solidarietà rientrala <strong>di</strong>stribuzione del salvadanaio Trame<strong>di</strong> Pace, destinato per quest’anno,all’Ospedale <strong>di</strong> Abobo, vicino a Gambella,in Etiopia, unica struttura sanitaria<strong>di</strong> una zona tra le più povere e abbandonate,dove opera don AngeloMoreschi, sacerdote salesiano bresciano<strong>di</strong> Nave, con l’aiuto <strong>di</strong> volontari laicilegati agli Amici del Sidàmo e coa<strong>di</strong>uvatodalle Sorelle della Carità <strong>di</strong> MadreTeresa <strong>di</strong> Calcutta.Bosco ChildrenDa una lettera del missionario salesianodon Dino Viviani ai Benefattori:Noi siamo una piccola comunità, composta da tre salesiani (un prete, donDino Viviani italiano, un coa<strong>di</strong>utore Mulugeta Welde Amanuel e un giovanesalesiano tirocinante Theodoros Techane, etiopi) e da tre volontari“Amici del Sidamo” impegnata nel Rifugio “Bosco Children”, nel cuoredella città <strong>di</strong> Ad<strong>di</strong>s Abeba, capitale dell’Etiopia. Forte è il sentimento <strong>di</strong>gratitu<strong>di</strong>ne per averci accompagnato fin qui, per averci fatto sentire la vostravicinanza e la vostra con<strong>di</strong>visione a questo progetto che vuole essere“casa” <strong>di</strong> chi non ha casa, famiglia <strong>di</strong> chi non ha famiglia o <strong>di</strong> chi ne è “rifiutato”.Anche oggi, Natale, siamo rientrati al Rifugio dopo il giro serale per lestrade della città. Tra noi è sceso un silenzio profondo per lasciare spazio ariflessioni angoscianti. Ora è notte e negli occhi sono rimaste le scene <strong>di</strong>ragazzi che si rincorrono lungo le strade, che giocano alla fioca luce deilampioni delle vie principali, file <strong>di</strong> gente allineate lungo i marciapie<strong>di</strong> sottole tettoie e le verande... dormono avvolti da stracci, teli, cartoni.Non riusciamo a cancellare le immagini del ragazzino accoccolato sul cigliodella strada, circondato dai cani in cerca <strong>di</strong> cibo nei piccoli falò <strong>di</strong> rifiuti,che radunano attorno gruppi <strong>di</strong> ragazzi gran<strong>di</strong> e piccoli, delle capanneimprovvisate lungo i muri che tentano un riparo a intere famiglie. È la consuetascena <strong>di</strong> tutte le sere, <strong>di</strong> tutte le notti per le strade <strong>di</strong> Ad<strong>di</strong>s Abeba,presso le stazioni, nelle zone del mercato, attorno alle chiese. Siamo rientratial nostro Rifugio. Ora siamo qui e ci doman<strong>di</strong>amo come aiutare questigiovani. Tutto il giorno per le strade ci sono tanti bambini, tantissimiragazzi.Alcuni ci chiamano, ci salutano e poi, a volte delusi ed umiliati, a volte offesie arroganti, ci <strong>di</strong>cono: “Datemi un lavoro, qualunque lavoro”.Sono parole forti, provocazioni che ci toccano il cuore. E ti senti piccolo,incapace <strong>di</strong> aiutare. Ma noi siamo qui e rimaniamo qui per testimoniarecon la nostra presenza che pensiamo a loro. Anche questa sera alcuni deipiù piccoli ci hanno avvicinato. Ci siamo fermati con loro. “Money, money...dammi qualche soldo”. “Io ho fame”. “Mio padre e mia madre sonomorti”. “Non so dove dormire questa notte”.Abbiamo risposto: “Come ti chiami?” Il volto si è illuminato <strong>di</strong> sorriso e larisposta è stata imme<strong>di</strong>ata. “Thomas”, “Sintaio”, “Yohannes”, “Frewet”,“Sennait”. Così ci succede ad ogni incontro.Al nostro Rifugio c’è qualche letto, qualcuno può dormire, c’è un piatto <strong>di</strong>‘engera’, il cibo locale, qualcuno può mangiare... C’è un po’ <strong>di</strong> scuola, unpo’ <strong>di</strong> lavoro, qualcuno può trovare posto... e gli altri?In cuore ci nasce una domanda: “C’è davvero posto per gli altri nei nostripensieri, nei nostri programmi, nella nostra vita?” Qualcuno bussa allaporta. Sarà ancora un “povero Gesù”, come tanti anni fa a Betlemme.Con la carestia, che si fa sentire ad Ad<strong>di</strong>s Abeba, sono ingrossate le file deibambini e dei ragazzi abbandonati per le strade. Talora corre il pensiero almio paese ed all’Italia, dove c’è lavoro, c’è abbondanza <strong>di</strong> cibo, ci sonocase belle e comode e vorrei gridare a tutti: Aiutateci a salvare questi bambinie ragazzi dalla miseria, ad offrire loro una scodella <strong>di</strong> “engera”, un tettoe soprattutto un po’ <strong>di</strong> scuola.don Dino VivianiEcco il mio in<strong>di</strong>rizzo:Bosco ChildrenP.O. Box 34137tel (01) 651968Ad<strong>di</strong>s Abeba - Ethiopiae-mailsdbboscochildren@telecom.net.et19L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


Alice nel paesedelle meraviglieAd Erbusco, martedì grasso, al 49° Concorso del Carnevale <strong>di</strong> Franciacorta,i carri <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no hanno sbaragliato la concorrenza.La35 a e<strong>di</strong>zione del Carnevale <strong>di</strong>San Bernar<strong>di</strong>no si è svolta nelfantastico mondo <strong>di</strong> Alice nelpaese delle meraviglie, tema conduttoredella rassegna. Festosa accoglienzaè stata riservata alla sfilata domenica2 marzo lungo le vie <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>. Aprivanoalcuni veicoli prototipo del Club“Vecchia Cinquecento” e i carri allegoricidella frazione Santellone, inuna riuscita ambientazione dei personaggidei Puffi. Di seguito, i cinquecarri <strong>di</strong> Samber attesi dai clarensi lungol’intero percorso citta<strong>di</strong>no, in unospirito <strong>di</strong> allegria privo <strong>di</strong> spiacevoliintemperanze.L’atmosfera magica del mondo <strong>di</strong> Alicesi è venuta snodando con la mastodonticaserratura che introduce la protagonistain un percorso incantato finoalla pittoresca casa <strong>di</strong> Bianconiglio ealla mensa conviviale del “Tè delle oresei” con la Lepre Marzolina e il CappellaioMatto. Si è poi entrati nella forestamagica, abitata da personaggioriginali come il Bruco, fumatore <strong>di</strong>narghilè, il Fungo Magico che ingran<strong>di</strong>sceo rimpicciolisce chi se ne ciba e iFiori Parlanti, giungendo, per finire,alla spettacolare struttura del castello<strong>di</strong> carte da gioco, con il Re e la Regina<strong>di</strong> Cuori tra vocianti carte multicolori.L’aspetto più interessante era rappresentatodalle centinaia <strong>di</strong> personaggiche animavano la sfilata. Qualche mascherasi è <strong>di</strong>stinta per lo spirito <strong>di</strong> autoironiacon cui ha saputo interpretareil proprio ruolo. Simpatica la Libellulache, esempio <strong>di</strong> grazia vera e propria,primeggiava nettamente tra i fiorellinie i vermetti della foresta incantata. Pernon parlare del Bruco, esteso ben oltregli otto centimetri della favola, in stesurachilometrica tra i petali della suacorolla, tanto mobili e pieghevoli dasembrare veramente vitali.La ricostruzione scenografica ha saputofondere l’inventiva dei coreografi, lacompetenza dei costruttori e l’esperienzadei trattoristi con la bravura el’impegno paziente <strong>di</strong> quanti hannocollaborato alla tinteggiatura dei carrie alla confezione dei <strong>di</strong>versi costumi.Ad Erbusco, martedì grasso, al 49°Concorso del Carnevale <strong>di</strong> Franciacorta,i carri <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no hannosbaragliato la concorrenza. Usciti alloscoperto da ultimi e do<strong>di</strong>cesimi nellagara, siamo stati premiati con un meritatissimoprimo posto dalla Giuria.Particolarmente apprezzati la curadell’allestimento e l’impegno dei ben150 figuranti per la regia della premiataDitta G&G. Tra gli applausi, ha saputo<strong>di</strong>stinguersi sul campo il drappello<strong>di</strong> soldati armati <strong>di</strong> picche, cuori,fiori e quadri - tra i quali una generalissimaconsorella - sincronizzati in marciacon fiero cipiglio militare. È vero,come si <strong>di</strong>ce, che “a Carnevale ognischerzo vale” ma, in allegria e in amicizia,la baraonda può <strong>di</strong>ventare un’occasioneper collaborare al buon esito<strong>di</strong> una splen<strong>di</strong>da e vittoriosa sfilata inmaschera, per rendere - per un giornoalmeno - <strong>di</strong>vertente, se non propriomeraviglioso in tutto, ogni paese <strong>di</strong>questo mondo.AliceLa spettacolare struttura del castello <strong>di</strong> carte da gioco, con il Re e la Regina <strong>di</strong> Cuori.21L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


22Torneo<strong>di</strong> San ValentinoPomeriggio <strong>di</strong> venerdì 14 febbraio,arrivodaBresciaallastazione<strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>. In mattinata ho assistitoad una logorante lezione universitariae un carosello <strong>di</strong> formulematematiche popola ancora la miamente quando attraverso i binari e mi<strong>di</strong>rigo verso il parcheggio delle auto.Ad un tratto però la mia attenzione èrapita dal suono <strong>di</strong> una tromba da sta<strong>di</strong>oe da alcune ban<strong>di</strong>ere granata chespiccano in mezzo ad un gruppo <strong>di</strong> ragazze.Mi fermo e osservo. A pochimetridamecamminanospe<strong>di</strong>telecalciatricidella Dorotea Football Club,così almeno leggo sulle loro borse rigonfie<strong>di</strong> <strong>di</strong>vise e scarpette tacchettate.Incuriosito mi avvicino a quelloche, per ragioni anagrafiche, mi pareessere il loro accompagnatore, pardon,“mister”.Sipresenta:èNicolaFantoni, ha trent’anni e non esita a<strong>di</strong>nformarmi che “Oggi partecipiamo alTorneo <strong>di</strong> San Valentino organizzatodalla scuola me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no!”.“Torneo <strong>di</strong> San Valentino??! Checos’è??”. Il mio stupore si fa parola edesce incontrollato dalle mie labbra. Larisposta non tarda: “Siamo tre scuoleme<strong>di</strong>e che hanno una squadra <strong>di</strong> calciofemminile e oggi ci sfi<strong>di</strong>amo. Noi, SanBernar<strong>di</strong>no e San Paolo d’Argon, vedremochi la spunta…”.Sorrido e senza esitare decido <strong>di</strong> unirmialla carovana <strong>di</strong> tifosi, giocatrici egenitori. Il tragitto dalla stazione all’IstitutoSalesiano è una festa.Mamme che incoraggiano le figlie, padriche suggeriscono posizioni e strategie<strong>di</strong> gioco, tifosi che urlano a squarciagolai nomi delle loro beniamine.Non mancano estemporanee <strong>di</strong>chiarazionid’amore ad Erika o a Paola, le“belle” della formazione titolare.Arriviamo a San Bernar<strong>di</strong>no. Al centrodel rettangolo verde del campo <strong>di</strong>calcio ci attendono don Paolo e il prof.Vietti. Stanno fissando uno striscionevariopinto: “Torneo <strong>di</strong> San Valentino<strong>2003</strong>”. Accanto a loro il tavolo con lecoppe e i premi (caramelle ipercaloriche).Li raggiungiamo. Il clima è familiare,le battute si sprecano. Poi io miaccomodo sulle tribune mentre la DoroteaFootball Club si <strong>di</strong>rige verso glispogliatoi. Intanto il San Paolo d’Argonsta già riscaldandosi nel campetto<strong>di</strong> terra battuta agli or<strong>di</strong>ni del prof Demichele,un omone <strong>di</strong> oltre centottantacentimetri per un quintale e passa chesi <strong>di</strong>verte ad incitare le sue ragazzeall’impegno nel tackle e alla <strong>di</strong>sciplinatattica.Ore 15, fischio d’inizio della primapartita. Ne seguiranno altre due. Tempounico <strong>di</strong> trenta minuti. Alla fineventi, trenta, quaranta ragazze avrannoincrociato fiato, gambe ed emozionidavanti a tifosi che si saranno quasiconsumati le corde vocali; gli allenatoriavranno perso il conto <strong>di</strong> cambi, errorie in<strong>di</strong>cazioni cadute nel vuoto.“Poco importa, la mia sod<strong>di</strong>sfazione èvederle giocare con un entusiasmo straor<strong>di</strong>nario”,mi <strong>di</strong>ce Nicola, il “mister”delle ospiti. “Per molte <strong>di</strong> loro sarà unagiornata irripetibile!”. Da non credere:sta perdendo sei a zero ma sembrafelice quanto Felipe Scolari al minutonovanta <strong>di</strong> Brasile-Germania al mon<strong>di</strong>alenippocoreano.Alle 16.45 il triplice fischio <strong>di</strong> chiusuradella terza gara. Vince il Torneo lascuola me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> San Paolo d’Argon,San Bernar<strong>di</strong>no è seconda, terza laDorotea. Ma attorno al tavolo dellamerenda finale paiono tutti vincitori.E forse è proprio così...Io me ne torno a casa. Ah, <strong>di</strong>menticavo!Devo correre a comprare il regalo perSan Valentino altrimenti oggi l’unico anon festeggiare potrei essere io...Alberto PaganiLiturgia or<strong>di</strong>nariaSante MessePrefestive17.00 San Bernar<strong>di</strong>no18.00 Duomo19.30 MonticelliFestive6.00 Duomo6.30 San Bernar<strong>di</strong>no7.00 Duomo7.30 San Bernar<strong>di</strong>no8.00 Duomo8.30 San Bernardo9.00 Duomo9.00 Santellone9.00 San Bernar<strong>di</strong>no10.00 Duomo10.00 Santa Maria(elementari)10.30 San Giovanni10.30 San Bernar<strong>di</strong>no11.00 Duomo11.00 Santa Maria(adolescenti e giovani)12.00 Duomo18.00 DuomoFeriali6.25 San Bernar<strong>di</strong>no7.00 Duomo / Sant’Agape7.30 San Bernar<strong>di</strong>no8.00 Duomo9.00 Duomo17.00 San Bernar<strong>di</strong>no18.30 Duomo /Sant’AgapeL’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


VITA SOCIALESinfonia montanaDopo i soliti accor<strong>di</strong> telefonicie no, ben presto giunge lasera; solito pranzo leggero egiù in taverna per la rituale e meticolosapreparazione dello zaino, ed anchesedomanil’evasionenonprevede<strong>di</strong>fficoltà alpinistiche, il sacco devesempre contenere il necessario, che èsempre tanto. Quattro chiacchierecon i familiari, uno scampolo <strong>di</strong> televisione,eviaaletto,nonprima<strong>di</strong>averimpostato la sveglia alle ore 5.30.Dopo la levataccia e la fugace colazione,eccomi al volante della miaquattro ruote in compagnia dei solitiamici non ancora del tutto presenti;per l’ennesima volta ci stiamo <strong>di</strong>rigendoverso una meta montana, vogliosicome sempre <strong>di</strong> vivere unagioiosa giornata. È da poco spuntatal’alba quando, al termine dell’avvicinamentoautomobilistico, veniamoaccolti da un terso cielo <strong>di</strong> fine settembre;nell’apposito slargo a balconesull’ampia e morbida conca valliva,sistemo l’automobile. Espletati irituali d’inizio escursione e caricatosulle spalle il sempre pesante zaino,avvolti dall’invitante cupola azzurraentro <strong>di</strong> nuovo nel meravigliosomondo montano, che dopo la famigliaè quello che amo <strong>di</strong> più. Disponibilecome sempre a cogliere ed avivere i bei momenti che offre l’ascesa,in compagnia degli amici m’incamminosulla bella carrareccia contanto <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto ai fracassoni su dueruote. Lasciate a destra ed a mancapiccole aree attrezzate, ubicate ancheaccanto al rigoglioso corso d’acquache presto lasceremo, entriamonel variegato ed invitante bosco;sono trascorsi pochi minuti che ibattiti del motore incominciano afarsi sentire, ed il ritmato tam tamaccompagna la nostra salita. Per ilmarcato e sinuoso sentiero entriamosempre più nel pittoresco bosco<strong>di</strong> latifoglie, dove primeggiano quercee grossi castagni in compagnia <strong>di</strong>esili ed arborei pioppi; inondati dall’inconfon<strong>di</strong>bilee caratteristico profumo<strong>di</strong> sottobosco, l’attenzione vienecarpita dai rari e grossi ciclaminicolor rosso vivo che costellanol’erboso tappeto.Sempre più in simbiosi con questawilderness, i ritmati battiti del cuorepare inizino una sorta <strong>di</strong> chiamata araccolta, portandomi da lontano unsoffuso e non ben definito suono <strong>di</strong>violini; vista la conformazione delladolce vallata che stiamo risalendo,ho persino l’impressione <strong>di</strong> esserecapitato in un grande palcoscenico,e <strong>di</strong> essere coinvolto da protagonistain un grande spettacolo. Sbucati sull’ampiopianoro prativo, dove in lontananzafanno da sfondo le scoscesepareti stagliate nell’azzurro cielo, undolce venticello mi avvolge <strong>di</strong> meravigliosisuoni <strong>di</strong> archi, che pare in<strong>di</strong>rizzarcisul giusto sentiero. Che strano,va bene che sono nell’ambienteche amo, ma che anche i cinguettii<strong>di</strong> piccoli volatili, ed il fruscio deimiei scarponi si trasformino in armonianon mi era mai capitato, e piùtrascorrono i minuti più altri suoni libratidallo sfregamento armonioso<strong>di</strong> chissà quali corde vengono verso<strong>di</strong> me.Lasciata a sinistra la caratteristicacappellina in muratura con statua <strong>di</strong>madonna incastonata, dove le testimonianoaffetto i fiori <strong>di</strong> prato, entriamonel variegato bosco <strong>di</strong> conifere,dove spicca l’abete rosso in compagniadel raro abete bianco, e dovealtri suoni mi raggiungono. Arrivatiai ruderi <strong>di</strong> un vecchio casolare abbandonato,depositiamo gli zaini perla canonica e breve sosta, e mentreci reintegriamo veniamo avvolti daleggero venticello, che soffiando damonte verso valle accarezza le virgultebetulle che contornano l’attiguapozza d’acqua, librando nell’ariasuoni <strong>di</strong> flauto; amalgamandosiai precedenti creano una sorta <strong>di</strong>melo<strong>di</strong>a.Superata l’accattivante faggeta, dovedal morbido tappeto <strong>di</strong> foglie paionouscire soavi suoni, sbuchiamo sulmorenico sentiero che punta decisoagli invitanti e scoscesi contraffortirocciosi, dove pare provenire un fortesuono<strong>di</strong>oboecomestimoloaproseguire.Lasciati gli ultimi e combattivilarici, entriamo sempre più nel sublimescenario, e col personale e ritmicotam tam, altri suoni si aggreganoall’ormai consistente melo<strong>di</strong>a, chemi sta avvolgendo sempre più.Terminato il sentiero morenico, sonoai primi appigli delle possenti e facilicrode, dove dai vari anfratti sembranouscire squillanti suoni <strong>di</strong> ottoni, el’inconfon<strong>di</strong>bile corno s’innesta nell’orchestra.Il salire non è <strong>di</strong>fficile, ilbel sentierino si snoda su sicure cengea balcone sulla valle, e la naturasempre <strong>di</strong>sposta ad elargire ci appaga<strong>di</strong> uno straor<strong>di</strong>nario spettacolo,stupendo; con l’innesto <strong>di</strong> altri suoni,la voglia e la curiosità <strong>di</strong> arrivarealla meta, e forse anche alla fonte <strong>di</strong>questa melo<strong>di</strong>a, aumenta semprepiù.Invaso da gioia che non avevo maiprovato prima, continuo a salire edaltre squillanti note come uscite davicine trombe, vengono a far partedell’ormai corposa aggregazioneche mi sta inebriando.Ad ogni appiglio, ad ogni aereo passaggio,altri suoni si uniscono ai precedenti,tanto che non riesco più acapire se sto camminando su sentieroo volando sul pentagramma: <strong>di</strong> sicuromi sento un tutt’uno con l’ambiente.Il venticello <strong>di</strong> vetta mi avvolgecol sicuro suono del trombone emi fa capire che ormai sto per sbucaresulla cima, confermato anche dalpanorama sempre più allargato edal sentierino meno ripido. Con legambe tremolanti, percorro gli ultimimetri <strong>di</strong> sentiero e finalmentesbuco sulla piccola e rocciosa cima,dove mi sento sopraffatto da un’emozionemai provata in altre escursioni,ed il forte nodo alla gola miconferma la gioia che sto provando.23L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


24Avvolto dalla musica dove gli archi, ilegni e gli ottoni esprimono al massimol’armonica gioia, titubante, miporto verso la consueta testimonianzareligiosa sotto forma <strong>di</strong> crocefissoad e<strong>di</strong>cola, dove, incastonato, fa bellavista l’artefice delle mie emozioni,il Direttore d’Orchestra e Signoredelle Cime che a braccia allargatepar che <strong>di</strong>ca: ammira e vivi semprecome si deve le bellezze del creatoche ho messo a tua <strong>di</strong>sposizione, finalmenteoggi sei riuscito ad avvicinarlecon amore.Tutto intorno è armonia, e mi sentoinvaso da qualcosa che non mi appartienee non merito, e mi rendoconto <strong>di</strong> quanto l’essere umano siaimbecille premettendo a questo incanto,boria, prestigio, egoismo eo<strong>di</strong>o. Speriamo che rimanga semprelì “appeso” perché se “scende” chissàquanti “ceffoni” volerebbero a destraed a manca, ed il primo certamenteè per me.Depositato lo zaino per la solita e doverosasosta con gli amici, mi avvicinoancor <strong>di</strong> più al Direttore d’Orchestraper ringraziarlo <strong>di</strong> avermi predestinatoa vivere questo emozionantemomento e confidando come semprenella sua bontà, sono sicuro cheanche questa volta mi lascerà scenderea valle, dandomi l’ennesimapossibilità <strong>di</strong> riflettere e testimoniaresul come spendere la mia vita.Ancora frastornato, all’improvvisomi sento sobbalzare, e il brutale suonodella sveglia fa svanire il momentomagico, ed una forte amarezza mipervade nel vedermi ancora a letto.Che i sogni siano premonitori?, miauguro proprio <strong>di</strong> sì.Giovanni RoccoLa Biblioteca don Luigi Rivetticontinua ad investire quasiesclusivamente in libri e videocassetteche abbiano un valore formativo.Anche ultimamente si è dotata<strong>di</strong> altre quin<strong>di</strong>ci videocassette,che ci auguriamo possano essere gra<strong>di</strong>tedagli utenti della Biblioteca.Non semopre sono recentissime, masono ormai dei classici che si possonorivedere con grande giovamento.Proponiamo infatti “Gandhi”, “L’alberodegli zoccoli”, “Uomini contro”.Alcune invece sono recentissime:“Casomai”, bel film sul valoredel matrimonio-sacramento, “Minorityreport”, “A beautiful mind”,“Apocalisse”, “11/9” (documentariosulla trage<strong>di</strong>a dell’11 settembre2001), “No man’s land”, “Respiro”,“Insider - dentro la verità”, “A torto oa ragione”...Per noi è il modo migliore per non essereschiavi della TV spazzatura. Sceglierecon criterio cosa si vuol vedere,non avere interruzioni pubblicitarie,farsi un’idea a partire da un input sullegran<strong>di</strong> problematiche.Ci auguriamo che i clarensi sappianoapprezzare questa gratuita offerta.Abbonamenti sostenitori <strong>2003</strong>€ 25,00 - Giacomina Terzi, Aiar<strong>di</strong>-Mondella, Idelbrando Manchi, Maria Bertoli, Rosa Belotti, Dotti-Navoni, PietroGalli, Teresa Sigalini, Franco Begni, Vanda Ramera, Giacomo Belotti, Alfredo Ferrari, Giulia Locatelli, Lazzarini, DomenicoMetelli, Gazzoli-Piantoni, Egi<strong>di</strong>o Vertua, Giuseppe Marzani, Marzani-Donna, Carlo Franchini, BattistaVertua, Vincenzo Piantoni, Silvana Boccardelli, Alessandra Bicocchi, Paola Caratti, Li<strong>di</strong>a Metelli, Emanuela Puerari,Angela Massetti, Gino Metelli, Luigi Terzi, Mario Rigamonti, Marinella Cattaneo, Narcisa Olivini, Irma Siverio, LuigiVezzoli, Renato Montini, Giovanni Garretti, Severino Iore, Anna Tonelli, Emanuela Siverio, Maria Piantoni, PierFranco Branzini, Natale Iore, Sergio Metelli, N. N. 7.€ 30,00 - Assunta Adrodegari, Guerino Lorini, Velia Zipponi, Ferraro, Belotti-Ricca, Giuseppe Canevari, Bruno Facchi,Mauro Porcelli, Giulia Facchetti, Zambelli-Begni, Franca Tradati, Bruno Vermi, Paolo Cacciani, Velia Zipponi,Paolo Cacciani, Giovanni Galli, Graziella Sirani, Gianna Licciar<strong>di</strong>, Edgardo Mon<strong>di</strong>ni, Giulio Bonotti, Gianfranco Vezzoli,Luigina Ferrari Chionni, Amabile Andrea Lorini, Mauro Salvoni, Ester Tosi, Enrico e Monica Maifre<strong>di</strong>, MiriamGrassini, Faustino Goffi. € 35,00 - Luciano Piccinelli. € 40,00 - Lito Festa. € 50,00 - Luciano Donini, Francesco Festa,Marì Businaro, Amedeo Pellegrini, Ebranati, Livia Marchini, Palma Morsia Pescali, Angelo Valtulini, N. N. 1. € 60,00 -Luigi Setti. € 70,00 - Giulio Marconi.L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


C’era un nipotino ad ascoltare la storia:«Contami ancora della guerra, zio!».«Gh’era al nost sergènt che parlaa bé ‘ltedèsch, e a ölte ‘l ciamaa i suldacc del’altra trincea. I ga ‘nfinamai fat amicisia:ardì ché ‘l biglièt che gó fat fa zó, coleparole tedesche, per mia desmentegale...».E tirò fuori un biglietto piuttosto rovinatosu cui erano scritte, in italiano ein tedesco, parole <strong>di</strong> pace: «Mein freund...warum <strong>di</strong>ese krieg... ich verstehenicht... amico mio, perché questa guerra...non capisco...». Parole scritte dadue nemici che, in cuor loro, avrebberovoluto essere fratelli.C’è sempre bisogno <strong>di</strong> pace. Sempre!Buona Pasqua a tutti.Franco RubagottiC. A. V.Centro aiuto alla vita<strong>Chiari</strong>La fabbrica del linoRicordate la vecchia passerella pedonaleche scavalcava la ferrovia? Quellademolita una decina d’anni fa? Fu costruitaperché i lavoratori delle fabbricheposte al <strong>di</strong> là della ferrovia potesseropassare in sicurezza e senza perderetempo. Oggi Gnutti, ieri CalzificioAmbrosi, ieri l’altro Fabbrica delLino.La fotografia d’epoca ci mostra ungruppo <strong>di</strong> quelle lavoranti del lino inun momento <strong>di</strong> sereno riposo. Se le osserviamobene possiamo <strong>di</strong>re che eranofelici. Tra <strong>di</strong> esse abbiamo riconosciutole signorine Cagna e Zizioli; allealtre, al solito, la voglia o la gioia <strong>di</strong>riconoscersi.Alcune sembrano ragazze da marito,altre avevano probabilmente già famiglia.La chiesa e il campanile <strong>di</strong> SanBernar<strong>di</strong>no sembrano vegliare attentamente...Segreteria telefonicaContatto <strong>di</strong>urnoTelefono030.700.16.0025Ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> guerra«Apena che salte zó del treno, file drit deSoldo e ma fó fa ‘na foto an bela posa dedaga ala mé murusa Rosa e ai parènc».Felice Simoni combatté la guerra1915-18. Un giorno venne a casa in licenza:«Fét chi a casa, Felice?».«L’è che góm sistemàt la trincea e gómtiràt föra ‘na specie de stansa per al tenènt...ass de pont ansima, ass de pontsota, sachei de sabia e po’ a ‘na bela tetoia...ghè ignìt föra an bel spassio söt ecalt. Va cönte mia la felicità del’uficiàl...».«E alura ‘l ta mandàt an licensa...».«Pensa che quando ‘l püìa o ‘l fiucaastaem lé a cüntala del general Cadorna.Al tenènt al ga <strong>di</strong>t che l’è n’om deciesa, che ‘l ga do fiöle suore...».Negozio<strong>Chiari</strong>Mondopresso il Centro Giovanile,ingresso da Viale CadeoOrario <strong>di</strong> aperturaMartedì dalle 17 alle 19Sabato: 9.30 /11.30 - 14.30/18.00Puoi trovare tutti i prodottidel commercio equo e solidale:generi alimentari e artigianato.L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


F137 dove F sta per Filippi e 137 pergli anni d’attività della nostra <strong>di</strong>tta.26La <strong>di</strong>tta clarense Filippi costruìcampane dal 1820 al 1975 (perben centocinquantacinque anni!).Ne incontro l’ultimo <strong>di</strong>scendenteche vi lavorò, Adalberto Filippi, nellasua bella casa <strong>di</strong> via Andreoli; ci facompagnia la gentile signora Adriana.Centocinquantacinque anni sono veramentemolti, almeno cinque-sei generazioni.Proviamo, signor Adalberto, a ricostruireun po’ la storia <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>tta,che giocoforza coincide con quella dellasua famiglia?Certamente. Fondatore fu mio bisnonnoCarlo Filippi, originario dellaToscana, nel 1820. A lui subentrò miononno Giuseppe, quin<strong>di</strong> mio padreCarlo, poi mio fratello Giuseppe ed io.Ho un’altra sorella, Nella, che molti ricordanocome insegnante e che ha intrapreso,appunto, la carriera professionale.L’attività della <strong>di</strong>tta cessò nel1975. Abbiamo avuto tre se<strong>di</strong>: la primain viale Mazzini, davanti all’ospedale;la seconda in via Valmadrera; l’ultimain via Milano. Una curiosità: sia ilnonno Giuseppe che il papà Carloerano ultimogeniti, ma unici figlimaschi.Quin<strong>di</strong> la sua famiglia ha origini toscane.Conosce la ragione per la quale suobisnonno venne a <strong>Chiari</strong>?A quei tempi chi lavorava nel nostrosettore non aveva una sede propria,ma si recava laddove c’era bisogno <strong>di</strong>lui. Perché poi, venuto a <strong>Chiari</strong>, qui sisia fermato, proprio non lo so.Forse per amore, è successo a molti. Matorniamo a lei che è del 1939. Qualisono i primi ricor<strong>di</strong>...I miei primi ricor<strong>di</strong> risalgono al 1948,quando, finito il periodo buio dellaguerra ed iniziata la ricostruzione, lostato decise <strong>di</strong> restituire le campane achi, nel 1939, se le era viste requisireper dare bronzo alla patria.Mi spieghi un po’ meglio questa storiadella requisizione.A partire dal 1939, alla vigilia dell’entratain guerra, e ancor più negli anniimme<strong>di</strong>atamente successivi, servivabronzo per i cannoni. Il governo, il ministerodella guerra, decise allora cheogni chiesa, ogni comune, ogni campaniledovesse contribuire in ragione delquaranta per cento del bronzo posseduto.Il campanile <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> avrebbedovuto privarsi delle due campane piùgrosse. Mio padre, per salvare l’anticoconcerto delle un<strong>di</strong>ci campane, tirògiù tutte le piccole campane delle chiesettesussi<strong>di</strong>arie - san Rocco, san Giacomo,Trinità, Disciplina, ecc. - fino araggiungere il peso necessario. Lecampane venivano radunate, fatte apezzi, caricate sui treni per Milano...chissà dove andavano a finire...E poi le restituirono. A pezzi?No, nuove. Solo che seguirono un curiosoor<strong>di</strong>ne alfabetico che creò alcuni<strong>di</strong>sgui<strong>di</strong>. Le campane clarensi, cheavremmo dovuto fondere noi, venneroassegnate ad una <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne, la <strong>di</strong>ttaBroli. E così, siccome le campanevenivano restituite ai pie<strong>di</strong> del campanile,a <strong>Chiari</strong> come in molti altri luoghici si ritrovò con le campane sui sagrati.E come andò a finire?Che monsignor Capretti cercò l’aiuto<strong>di</strong> mio padre e tutte le campane furonosistemate gratuitamente. C’è una lapideche ricorda l’evento. Pensi che tuttequelle campane, non ricordo più quantefossero, andavano benedette e perciascuna ci voleva un padrino. Ecco: abene<strong>di</strong>rle venne il vescovo Tre<strong>di</strong>ci, ilpadrino sono io, <strong>di</strong> tutte. Un’altra lapidefu posta sul campanile alla fine del1964, quando donammo l’impianto <strong>di</strong>automazione: è de<strong>di</strong>cata al ricordo <strong>di</strong>mia madre, Clelia Tolentini.L’impianto <strong>di</strong> automazione. Personalmentene ho un ricordo lontano mavivo. A <strong>Chiari</strong> se ne parlò a lungo: nonserviva più il campanaro, le esecuzioniavvenivano automaticamente, si potevanoprogrammare eventi e concertistando comodamente in sagrestia. Inqualche modo fu la fine <strong>di</strong> un’epoca,quella dei Ceco Turezà e consimili.Il primo impianto elettronico lo installammonel 1957, al Santuario <strong>di</strong> Caravaggio.Era contrad<strong>di</strong>stinto dalla siglaE poi? Gli altri?Qui a <strong>Chiari</strong> il concerto <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no,poi da Milano a Cremona, da Torinoad Alessandria, da Brescia a Bergamo:tutta l’alta Italia praticamente,ma anche Portici, Nicosia e San Giovanniin Laterano a Roma. Pensi cheproducevamo un concerto la settimana,circa trecento l’anno, comprese laparte meccanica e quella elettronica.Calcoli che un concerto è formato dacinque campane minimo, per arrivarea un<strong>di</strong>ci e oltre.Quanti <strong>di</strong>pendenti avevate in queglianni?In viale Mazzini, <strong>di</strong> fronte all’ospedale,l’attività era <strong>di</strong> tipo artigianale, in viaValmadrera arrivammo ai cinquantacollaboratori, in via Milano superammoi cento. Realizzavamo non soltantola fusione della campana, ma anche lacarpenteria, la meccanica, l’elettronica,il castello - prima in legno e più tar<strong>di</strong>in ferro. Consegnavamo il prodottofinito e pronto per funzionare.Mi racconta un po’, senza entrare in particolariprettamente tecnici, come avvienela fusione?Si parte da una tavola, meglio se <strong>di</strong>noce, su cui si <strong>di</strong>segna il profilo dellacampana che s’intende costruire, conparticolare attenzione allo spessore, al<strong>di</strong>ametro, alla nota musicale; con successivelavorazioni in mattoni e argilla,fatti asciugare bruciando carbone dolce,si ottengono nell’or<strong>di</strong>ne la sagoma,l’ossatura e l’anima della campana.Dall’anima, rivestita <strong>di</strong> materiale isolante,con altra argilla si ottiene la falsacampana, che viene ricoperta con unostrato <strong>di</strong> cera. Sulla cera vengono applicatiornamenti, decorazioni, immaginisacre, <strong>di</strong>citure, motti. Sempre incera vengono applicate le maniglie chesorreggeranno la campana. Sopra laforma completamente in cera si costruisceil mantello, spesso strato d’argillache viene fatto asciugare primanaturalmente e poi artificialmente,fino a liquefare la cera stessa.A questo punto, da profano <strong>di</strong>rei che èpronto lo stampo...Sì, una volta raffreddata la forma, la sicala nella fossa <strong>di</strong> fusione, dove si staccail mantello e si <strong>di</strong>strugge la falsacampana. Dopo aver applicato all’ani-L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


L’uomo seduto in abiti eleganti è Carlo Filippi, il ragazzino alla sua sinistra è Rino Galbiati;l’operaio in pie<strong>di</strong> appoggiato alla ruota in ferro a destra è Guglielmo Lorini, detto PrimoTrampantì, mentre uno dei due operai sotto <strong>di</strong> lui, quello a sinistra <strong>di</strong> chi guarda, è inequivocabilmenteun Antonelli della <strong>di</strong>nastia dei falegnami. (Fotografia Soldo - 1920)ma la maniglia reggi battaglio, si può<strong>di</strong>re <strong>di</strong> avere, in quel momento, unacampana d’aria. Quin<strong>di</strong> si procede allafusione vera e propria: il metallo puòprovenire da rottami <strong>di</strong> vecchie campaneo da lingotti <strong>di</strong> bronzo (compostoda 78 parti <strong>di</strong> rame e 22 <strong>di</strong> stagno), ilfuoco è a legna, la temperatura da raggiungere1.200 gra<strong>di</strong>. Ed è il momentodella colata vera e propria: la formaviene riempita in pochi minuti, mentreil raffreddamento deve avvenire intempi molto lenti. Compiuto il raffreddamento,si svuota la fossa dalla terra esi ha finalmente la campana. È moltoimportante sottolineare come, nellacostruzione <strong>di</strong> una campana, il risultatofinale presupponga la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong>tutte le operazioni interme<strong>di</strong>e. Eccoperché ogni campana è sempre ununicum, non ne esistono due uguali.Torniamo a quegli anni Cinquanta-Sessanta.Un episo<strong>di</strong>o curioso che ricorda?La campana de<strong>di</strong>cata a Vittorio Bottego,il famoso esploratore che avevascoperto il lago Margherita e che morìnel 1897, ucciso dai negri abissini delras Menelik I. Non ricordo in qualeparte dell’Africa fu portata, probabilmentein un mausoleo in Etiopia, maricordo che fu realizzata da noi su calcodel famoso architetto Gio Ponti, eche ci fu imposta l’imme<strong>di</strong>ata <strong>di</strong>struzionedel calco stesso: forse temevanoche lo usassimo per altre opere. Lacampana fu benedetta presso la nostrasede con un toccante rito <strong>di</strong> cui conserviamoun interessante album fotografico.Gio Ponti è un nome molto famoso.Collaboraste anche con altri artisti?Pietro Repossi, lo scultore nostro concitta<strong>di</strong>no,lavorò spesso con noi. C’è unbusto <strong>di</strong> Louis Armstrong, il grandeSatchmo, al casinò <strong>di</strong> Sanremo: Repossine fece il calco e noi la fusione.Personalmente ho un ricordo particolaredella vostra <strong>di</strong>tta. Da ragazzino, ognianno mio nonno mi portava a visitare laFiera <strong>di</strong> Milano, che allora si teneva versola fine <strong>di</strong> aprile. Non mancava mai lavisita allo stand della <strong>di</strong>tta Filippi, accompagnatida un certo malcelato orgogliod’essere clarensi. Ricordo una sorta<strong>di</strong> traliccio, su cui erano montate <strong>di</strong>versecampane. Era uno stand all’aperto, inpiazza.Era un concerto <strong>di</strong> cinque campane, <strong>di</strong>famiglia, <strong>di</strong>ciamo. Lo usavamo per leesposizioni e su ciascuna campana viera incisa la de<strong>di</strong>ca ad un membro dellanostra famiglia: papà Carlo, mammaClelia e i tre nipoti maschi Carlo, Sergioe Gianluca Filippi. (Ho anche duefiglie femmine, Clelia e Alessandra,ma a quel tempo non erano ancoranate). Poi costruivamo uno scenario incui era riprodotto il profilo dei principalimonumenti della città <strong>di</strong> Brescia.Un bel giorno, doveva essere il 1966 oil ’67, arriva in visita, preceduto da <strong>di</strong>gnitari,ambasciatori, e dal presidentedella fiera, l’imperatore della RepubblicaCentrafricana Bokassa...Quello che si macchiò <strong>di</strong> crimini e nefandezzed’ogni tipo, che fu accusatopersino <strong>di</strong> cannibalismo e che oggi credostia scontando un ergastolo...Proprio quello, ma allora gli eventi <strong>di</strong>cui parla lei erano <strong>di</strong> là da venire. Lacosa curiosa fu che l’imperatore s’innamoròdelle nostre campane e le vollecomperare imme<strong>di</strong>atamente: manon una serie a lui de<strong>di</strong>cata che avremmopotuto fondere quanto prima; no,volle proprio le nostre, quelle <strong>di</strong> famiglia.E assieme acquistò tutto lo stand,compresi uffici e scenografie.E voleva portare via tutto subito senzanemmeno aspettare che finisse lafiera.Fu un buon pagatore?Non le nascondo che al momento ci fuda parte nostra una certa preoccupazione,tanto che ci rivolgemmo al dottorLonar<strong>di</strong>, che allora era il <strong>di</strong>rettoredel Cre<strong>di</strong>to Agrario Bresciano, perchéci aiutasse. Invece pagò tutto in anticipo.E allora un nostro <strong>di</strong>pendente,Benvenuto Antonelli, partì - su un cargo,da Malpensa - per l’Africa con lecampane e le montò nel giar<strong>di</strong>no dellavilla <strong>di</strong> Bokassa. Le faceva suonare amezzanotte. Durante tutto il periodoin cui rimase là, Antonelli era ospitatonella reggia, a pranzo sedeva alla destradell’imperatore e se ne ritornò a<strong>Chiari</strong> con mille dollari (<strong>di</strong> allora) <strong>di</strong>mancia.Cambiamo ancora argomento. Checosa ricorda della <strong>Chiari</strong> <strong>di</strong> quegli anni?Il tiro a segno in fondo a via Brescia, lebalere, i due cinema che funzionavanoa pieno ritmo, il derby tra Uso e Cralche “terminava” alla trattoria Sta<strong>di</strong>o,gestita dal signor Bruno Frigoli. Lamessa <strong>di</strong> mezzogiorno con tutte quellebelle ragazze da marito, le figlie“bene” della città. Sono ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong>gioventù.La chiacchierata sta per finire,malasignoraAdriana ha tirato fuori una fotografiad’epoca. Le storie vanno raccontatecon le parole, ma la testimonianza èassai interessante: dunque la pubblichiamoe commentiamo.È <strong>di</strong> Soldo, risale al 1920 quando la <strong>di</strong>ttaFilippi ha già un secolo d’attività allespalle, fu scattata nella prima sede <strong>di</strong> via27L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


28Mazzini <strong>di</strong> fronte all’ospedale. L’uomoseduto in abiti eleganti è Carlo Filippi, ilragazzino alla sua sinistra è Rino Galbiati;l’operaio in pie<strong>di</strong> appoggiato allaruota in ferro a destra è Guglielmo Lorini,detto Primo Trampantì, che lavoròpresso i Filippi praticamente per tutta lavita, mentre uno dei due operai sotto <strong>di</strong>lui, quello a sinistra <strong>di</strong> chi guarda, è inequivocabilmenteun Antonelli della <strong>di</strong>nastiadei falegnami.Si sta preparando l’incastellatura per unconcerto <strong>di</strong> nove campane che sarà installatoalla Collegiata <strong>di</strong> Seregno (Mi).È interessante osservare come tutto venissemontato in <strong>di</strong>tta, provato, verificato;quin<strong>di</strong> smontato e trasportato nellasede definitiva dove veniva rimontato aregola d’arte. Si notino i cuscinetti a sfere,usati per la prima volta al posto dellebronzine, la lunga infilata dei nove ceppie, sulla sinistra, il gioco a festa, la tastierache permetteva <strong>di</strong> suonare semplicicanzoni e melo<strong>di</strong>e e che, se ne avete nostalgia,potete rivedere nei film <strong>di</strong> donCamillo e Peppone.E a proposito del gioco a festa, vogliotrascrivere qui la descrizione che ne faAgostino Turla nel suo libro più famoso:che sia un augurio <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> Pasquaserena.«C’è una tastiera, vasta, in un angolodella cella campanaria. Massimo factotumvi batte su a pugni chiusi, sorpresolui stesso che dalle sue mani possasbocciare un’armonia così gioconda.I battagli, vincolati da un or<strong>di</strong>gnoingegnoso a bacio della parete interna<strong>di</strong> ogni bronzo, <strong>di</strong>vengono tutt’un fremitoe le campane prendono a cantarein latino. È un pangelingua così solenneche la gente si volta in su, pervedere se si sia adunato nell’aria uncoro d’angeli...».Grazie del bel ricordo e dell’interessantechiacchierata, signori Filippi, e auguri.Roberto BedognaL’11 maggio <strong>2003</strong>la Classe 1943celebra la ricorrenza del 60 o .È gra<strong>di</strong>ta la partecipazione<strong>di</strong> tutti.Per informazioni rivolgersial sig. Tarcisio Mantegari(tel. 030/71 23 32)o alla tabaccheria Citta<strong>di</strong>ni<strong>di</strong> via Matteotti.SportIl cuore caldo dello sportMi piacciono le persone che sanno guardare allo sport con cuore caldo.Non mi piacciono invece quelli che solamente lo denigranosenza volerlo conoscere. Anch’io sono spesso critico verso alcuniaspetti <strong>di</strong> questo settore, tuttavia non posso fare a meno <strong>di</strong> avere la mia squadradel cuore. L’espressione “squadra del cuore”, applicata particolarmenteagli appassionati <strong>di</strong> calcio, esprime abbastanza felicemente quella che è lamia posizione. Avere una squadra del cuore aiuta a non seguire con noia losport più popolare d’Italia e regala qualche momento <strong>di</strong> spensieratezza meritataenecessaria.Pensatequantesimpatiche<strong>di</strong>scussionicimancherebberoinfamiglia o tra gli amici. Oppure pensate alla piccola, ma rilassante, sod<strong>di</strong>sfazione<strong>di</strong> sapere che l’Inter ha vinto (lo sapete che sono ostinatamente per labeneamata). Il Bar sport è un’invenzione formidabile dove si <strong>di</strong>venta e si restaamici litigando aspramente. Questo è il cuore caldo dello sport che riescemiracolosamente a restare lontano dalle <strong>di</strong>storsioni che investono semprepiù pesantemente questo ambito della nostra vita. È lo stesso che richiamatanti giovani ancora a praticarlo senza pretese se non quella <strong>di</strong> giocare con glialtri. È lo stesso che spinge alcune persone a prendersi cura, anche economicamente,<strong>di</strong> formazioni che poco o nulla hanno da promettere come ritornopubblicitario o economico.Neconosciamoeneabbiamoconosciute. Un cuore caldol’hanno in particolare quellepersone che appassionate ecompetenti <strong>di</strong> un gioco si de<strong>di</strong>canoa <strong>di</strong>ffonderlo ed insegnarloai ragazzi. Con questooffrono non solo degli insegnamentitecnici, ma ancheesempi importantissimi <strong>di</strong>come lo sport vada vissuto e<strong>di</strong>nserito nella vita. Molti <strong>di</strong>loro <strong>di</strong>ventano dei modelliesemplari per la crescita deinostri ragazzi. Ho avuto personalmentemodo <strong>di</strong> constatarepiùvoltechequestepersone,semplicimaricchedellavera cultura dello sport, hannola consapevolezza <strong>di</strong> ricoprirequesto ruolo educativo<strong>di</strong> grande efficacia e lo esercitanocon generosità, responsabilità,senza altre ambizioniche quella <strong>di</strong> aver fatto <strong>di</strong>vertiredei bambini. Abbiamo appenasalutato per l’ultima volta,prima <strong>di</strong> rivederlo in cielo,uno<strong>di</strong>questiuominipreziosi:Giuseppe Mombelli, che dapochigiornicihalasciatoperaspettarci nei campi celesti.Starà già allenando qualcheangioletto a volare tra i pali?A lato ve<strong>di</strong>amo come lo ricordail presidente della YoungBoys.Bruno MazzottiBomba, così amichevolmente era soprannominato,era prima <strong>di</strong> tutto un amico. Nellanostra società era un collaboratore e nellostesso tempo un esempio <strong>di</strong> persona daapprezzare ed imitare per la passione versoil calcio che con<strong>di</strong>videva con gli allenatoridella nostra società. Poche ore prima chemorisse sono andato a trovarlo in ospedale.Nel vedermi, non gli avevo ancora chiestocome stava, per primo mi chiese: “I pulcinicon chi giocano oggi?”. Ecco, il suo pensieroera sempre rivolto ai giovani, ai ragazziniai quali insegnava l’arte e i segreti del portiere.Bomba era una persona molto <strong>di</strong>screta,sempre arguto però e intelligente nell’apprezzaree valutare il gioco del calcio;sempre lucido nel giu<strong>di</strong>care i giocatori,sempre umile nell’accettare i consigli, maorgoglioso nell’insegnare il <strong>di</strong>fficile ruolodel portiere. La Young Boys piange la scomparsa<strong>di</strong> un valido collaboratore che de<strong>di</strong>cavaparte del suo tempo libero ai ragazzidell’Oratorio. Diceva: “Prima i pulcini dellaYoung Boys, poi, se mi rimane tempo, lo de<strong>di</strong>coanche ad altre squadre”. Infatti è riuscitoa svolgere il suo servizio anche per l’A.C. <strong>Chiari</strong>. Per il suo funerale la chiesa eragremita da tante persone, ma in particolareda tanti ragazzi, i suoi ragazzi, che con tantoamore ha incitato e incoraggiato durante lepartite. Penso che dall’alto del Para<strong>di</strong>so,caro Giuseppe, avrai apprezzato quantoamore hai ricevuto nel giorno dell’ad<strong>di</strong>o,quanta riconoscenza per quello che hai donato.Grazie per quanto hai fatto. Che altrepersone come te, caro Giuseppe, raccolganoil tuo testimone e continuino l’impegno<strong>di</strong> amore e generosità che contrad<strong>di</strong>stinguel’essere della Young Boys. Con riconoscenteaffetto.Emanuele FestaPresidente Young BoysL’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


<strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>1 M S. Ugo V.2 M S. Francesco da Paola3 G Primo del meseS. Riccardo4 V Primo del mese - AstinenzaS. Isidoro5 S Primo del meseS. Vincenzo FerrerPrime confessioni6 D 5ª <strong>di</strong> QuaresimaGer 31,31-34; Sal 50,3-4.12-15;Eb 5,7-9; Gv 12,20-33Prime confessioni7 L S. Ermanno8 M S. Gualtiero9 M S. Maria <strong>di</strong> Cleofa10 G S. Terenzio11 V Astinenza - S. Stanislao12 S S. Giulio13 D DOMENICA DELLE PALMEIs 50,4-7; Sal 21,8-9.17-18a.19-20.23-24;Fil 2,6-11; Mc 14,1-15,47Inizio Sante Quarantore14 L Lunedì Santo - Sante Quarantore15 M Martedì Santo - Sante Quarantore16 M Mercoledì SantoConclusione Sante Quarantore17 G Giovedì SantoDuomo-Ore8.00-Ufficio<strong>di</strong>lettureeLo<strong>di</strong>18 V Venerdì Santo - Astinenza e <strong>di</strong>giunoDuomo-Ore8.00-Ufficio<strong>di</strong>lettureeLo<strong>di</strong>Processione della Via Crucis19 S Sabato SantoDuomo-Ore8.00-Ufficio<strong>di</strong>lettureeLo<strong>di</strong>20 D PASQUA DI RISURREZIONE DEL SIGNOREAt 10,34.37-43; Sal 117,1-2.16-17.22-23;Col 3,1-4;Gv 20,1-921 L Dell’Angelo22 M S. Leonida23 M S. Giorgio24 G S. Fedele25 V S. Marco26 S Beato G. Battista Piamarta,sacerdote bresciano27 D 2ª <strong>di</strong> PasquaAt 4,23-35; Sal 117,1-4.16-18.22-24;1Gv 5,1-6; Gv 20,19-3128 L S. Pietro Chanel29 M S.CaterinadaSiena30 M S. Pio VMaggio <strong>2003</strong>1 G S. Giuseppe artigiano - Festa del LavoroPrimo del meseInizio del mese mariano2 V Primo del meseS. Cesare3 S Primo del meseSs. Filippo e Giacomo4 D 3ª <strong>di</strong> PasquaAt 3,13-15.17-19; Sal 4,2.4.6-7.9;1Gv 2,1-5a; Lc 24,35-48Santa Messa <strong>di</strong> Prima ComunioneAi nostri collaboratoriSpesso, nella composizione del bollettino, ci troviamo in<strong>di</strong>fficoltà a decidere se pubblicare quanto ci viene trasmessoall’ultimo minuto, oppure rimandare al mese seguente,quando magari è troppo tar<strong>di</strong>. Vorremmo ricordare cheogni scritto è bene che sia presentato circa un mese prima,in modo che la redazione al completo possa valutare omeno l’opportunità <strong>di</strong> pubblicare i testi. Vorremmo anchericordare <strong>di</strong> non chiederci <strong>di</strong> pubblicare quanto può riguardaresolo i membri <strong>di</strong> una associazione o può interessaresolo un piccolo numero <strong>di</strong> lettori. Chi prepara il bollettinodeve sforzarsi <strong>di</strong> corrispondere alle richieste degli abbonati,senza rinunciare alla peculiarità “parrocchiale”.E a volte anche lo spazio a <strong>di</strong>sposizione è “limitato”.TegoleperSanta MariaIl valore della tegola è simbolico,ognuno offra quello che può.Tutti possiamo offrire il corrispettivo <strong>di</strong> una tegolae allora… non tirarti in<strong>di</strong>etro,porta una tegola a Santa Maria!Ho fiducia e sono certo che tutti,essendone molto devoti, portiamo la nostra tegolaalla Madonna e con questa tegola Ella ci proteggee ci accompagna.Vi ringrazio.Puoi passare dall’Ufficio parrocchiale.Don Rosario29L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


30Opere parrocchialiN. N. per bene<strong>di</strong>zione € 100,00Bene<strong>di</strong>zione famiglie 330,00La classe 1943 nel 60° in ricordo dei defunti 50,00Chiesa del Cimitero - N. N. in memoria del marito 25,00Associazione Pensionati <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> 100,00Tegole per Santa MariaIn memoria dei propri defunti € 50,00Una pensionata 20,00In memoria <strong>di</strong> Mario Marini 15,00N. N. in suffragio del marito 50,00Mantegari - In memoria dei genitori 50,00Giulietta - P. C. 10,00A. G. 50,00In memoria dei defunti Mario e Giovanni Facchetti 50,00Cassettine centro Chiesa 136,00Aquila e Priscilla 40,00F. G. 50,00M. P. 50,00N. N. 50,00N. N. 10,00N. N. 25,00M. M. e A. 15,00Offerte chiesetta dell’Ospedale <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> 50,00N. N. 50,00N. N. 50,00N. N. 25,00N. N. 15,00Totale entrate € 861,00Terzo acconto lavori - 30.000,00Centro GiovanileG. L. in memoria <strong>di</strong> Rocco Lorininel primo anniversario della morte 125,00Comunità San Giovanni 30,30Offerte cassettina centro Chiesa 38,00Famiglia Giovanni Facconiin memoria <strong>di</strong> Rita Salvoni 50,00In memoria <strong>di</strong> Giulio Cogi 75,00Pinaaricordodella cara defunta Maria Lorini vedova Bettinar<strong>di</strong> 25,00Alcune famiglie del Villaggio Primavera 190,00Offerte chiesetta dell’Ospedale <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> 100,00Saldo precedente - 1.110.591,27Totale entrate 633,30Saldo al 18 marzo <strong>2003</strong> - 1.109.957,97Qualcuno rimane ancora sorpreso <strong>di</strong> fronte all’ingentesomma debitoria che resta da coprire per estingure l’impegnoassunto nella costruzione del nuovo oratorio. Precisiamodunque, come già segnalato più volte, che questodebito, che rimane un debito, anche se a lungo termine,per la maggior parte verrà estinto pagando le restanti15 rate del mutuo nei prossimi anni. Ogni rata ammontaa 57.556,77 €. Inoltre, rimane un ulteriore debitocon le banche, pari a 300.000 euro circa. Certo uno sforzo<strong>di</strong> generosità dei clarensi non guasterebbe, sia perSanta Maria che per il Centro Giovanile.Ricordo <strong>di</strong> Marianna BosettiFiglia <strong>di</strong> Sant’Angela<strong>Chiari</strong> 12/1/1900 - Marone 2/2/<strong>2003</strong>Il giorno 4 febbraio ci siamo stretti intorno all’altare nella Basilica de<strong>di</strong>cata alla Madonnadel Rosario per dare l’estremo saluto alla nostra sorella Marianna Bosetti. Eravamo intanti, <strong>di</strong> parecchie generazioni: consorelle <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>, Brescia, Marone, amici, parenti, conoscenti<strong>di</strong> vecchia data, con i cari nipoti e pronipoti. Monsignor Rosario, che presiedevala liturgia Eucaristica, ha esor<strong>di</strong>to al Vangelo con pensieri eccellenti che hanno illuminato tutto l’arco della vita della sorellaMarianna, deceduta alla longeva età <strong>di</strong> 103 anni. Ricevette la grazia battesimale nei primi giorni della sua vita, chela rese figlia <strong>di</strong> Dio e più avanti, nella giovinezza, decise <strong>di</strong> consacrarsi a Cristo nella Compagnia delle Figlie <strong>di</strong>Sant’Angela, emettendo i fermi propositi <strong>di</strong> Castità - Povertà – Obbe<strong>di</strong>enza, il segno <strong>di</strong> appartenenza a Cristo e la donazionetotale alla Chiesa, perciò ai fratelli, che Ella esercitò nella sua famiglia, nella catechesi e negli oratori del suo tempo.Più avanti negli anni con<strong>di</strong>vise le fatiche e la missione apostolica del fratello Monsignor Guglielmo Bosetti e lo seguìnelle scelte pastorali prima come parroco a Brescia, poi come Vescovo a Fidenza. Dopo la morte dell’illustre Presule siritirò nel dolore con le sue sorelle, che sempre animò ad accettare la Volontà <strong>di</strong> Dio, nei suoi <strong>di</strong>segni. Concluse la suavita densa <strong>di</strong> preghiera e <strong>di</strong> bontà nella casa <strong>di</strong> riposo <strong>di</strong> Marone, dove attese come sposa vigilante l’incontro dello sposo,che sempre invocava con l’anelito del suo cuore. Sparse ovunque la bontà, la serenità, la gioia. Resterà in bene<strong>di</strong>zioneper quanti la conobbero e l’amarono.Le Consorelle <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>, i nipoti e pronipotiL’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>


MariaGoffi16.7.190616.3.1993Per chi abitavanella zona <strong>di</strong> S.Giovanni versola metà del XXsecolo, MariaGoffi ha rappresentatoun forte punto <strong>di</strong> riferimento perla propria formazione e crescita cristiana,ma anche per l’aspetto ricreativo e <strong>di</strong> utilizzodel poco tempo libero <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>sponevamo50 anni fa in campagna. Come non ricordareil catechismo, soprattutto in Quaresima,prima della scuola alle ore 7.30, ma anche<strong>di</strong>verse gite con i primi pullman, noncerto <strong>di</strong> Gran turismo come oggi, per recarsia Caravaggio, Stezzano, Varallo Sesia, o altrelocalità? In queste circostanze <strong>di</strong> festanon mancavano, per i ragazzi, abbondantipanini e salame nostrano.Un grato ricordo e l’impegno <strong>di</strong> volerla ricordarein modo più completo, magari nell’ambitodella Festa <strong>di</strong> San Giovanni delprossimo agosto.Giuseppe DelfrateStefano Sigalini15/9/1922 - 23/2/1993Aldo Mingar<strong>di</strong>29/5/1932 - 1/5/1997Battesimi4. Andrea Orizio5. Mattia Baresi6. Alessandro Formenti7. Giulia Faglia8. Sara Massetti9. Kevin Joseph Kuijper10. Andrea Nighetti11. Valeria SalvettiMatrimoni3. Battista Pescinicon Patrizia Moran<strong>di</strong>ni4. Angelo Cattaneocon Monica MaiDefunti25. Ida Rubagotti anni 7826. Angela Recenti 7727. Anna Maria Guar<strong>di</strong> 8928. Giuseppa Salvoni 7629. Clau<strong>di</strong>a Costa 7230. Velia Maria Arrighetti 7931. Nicola Giuseppe Ciarma 5532. Epifanio Moletta 7633. Dina Lussignoli 8734. Pasqua Foglia 9235. Maria Rampini 7236. Giuseppe Mombelli 6537. Carlo Baroni 8738. Vittoria Festa 8839. Domenico Manzardo 9040. Angelina Goffi 9431Arturo Lorenzi23/8/1931 - 28/4/1969Maria Gorla26/10/1927 - 8/4/1999Margherita Demaria23/1/1905 - 3/4/2001Silvano Malzani25/7/1940 - 5/4/1997Guglielmo Seggiali - Gemma Mombelli8/9/1904 - 24/1/1987 * 2/11/1908 - 12/2/2002Anna Piantoni19/10/1956 - 20/2/1990Ester Goffi in Piantoni27/11/1926 - 30/4/2000L’Angelo - <strong>Aprile</strong> <strong>2003</strong>

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