17.08.2015 Views

Notiziario della Comunità Parrocchiale di Chiari - N. 3 - Marzo 2009 ...

Notiziario della Comunità Parrocchiale di Chiari - N. 3 - Marzo 2009 ...

Notiziario della Comunità Parrocchiale di Chiari - N. 3 - Marzo 2009 ...

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

nile 2000 è subito lì, pronto a completarein modo armonico la crescitadei ragazzi.Ancora una piccola deviazione e,tornati in via Roccafranca, ci appareun’altra chiesetta, quella de<strong>di</strong>cataa San Giacomo e da lì, in un batterd’occhio siamo nella piazzetta che,una volta, veniva chiamata “al mercatdei pòi”.Erano tempi in cui “dò fomne e ‘nagalina le fàa al mercat töta matina”,ma erano anche tempi in cui le nostremamme o nonne davvero facevanofatica a mettere insieme il pranzocon la cena. Ora non ci sono piùpolli o galline e se comunementeviene chiamata Piazza Tirana… beh!Un motivo ci sarà.Viale Teosa ci riporta velocementeverso via Milano e verso la stazione.E don Fabio, idealmente nostro capotreno,annuncia: “<strong>Chiari</strong>, stazione<strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>. Questa è l’ultima fermata:i signori passeggeri sono pregati <strong>di</strong>scendere”.Non appartengo alla zona 3 e nemmenoalla quadra <strong>di</strong> Cortezzano, eppurela chiesa <strong>di</strong> san Giacomo mi èparticolarmente cara. È lì, <strong>di</strong>fatti, cheogni anno ci troviamo con parenti edamici per ricordare e pregare per i nostrigenitori defunti. La signorina Li<strong>di</strong>aMetelli ci accoglie sempre con affabilitàe, grazie soprattutto a lei, la chiesaè sempre impeccabile e decorosa. È,quella <strong>di</strong> san Giacomo, una chiesa <strong>di</strong>origini antiche che per anni fu <strong>di</strong> proprietà<strong>della</strong> quadra <strong>di</strong> Cortezzano.Originariamente costituiva un passaggioobbligato per chi intendevaandare verso Milano perché, comericorda in un suo libro Mino Facchetti“lo stradone, com’era popolarmentechiamato fino a pochi annifa, superata da est ad ovest la curvadel Consorzio e giunto al ponteMarengo, piegava verso l’abitato citta<strong>di</strong>no(ora viale Teosa) e, all’altezza<strong>di</strong> Piazzetta <strong>di</strong> Polli, puntava sullachiesa <strong>di</strong> San Giacomo, la superavae a destra riprendeva l’attualecorso. L’attuale tratto <strong>di</strong> via Milanoche, partendo dal ponte del Marengo,tira dritto verso Urago, venne costruitosubito dopo la prima guerramon<strong>di</strong>ale”.Se ne sta quin<strong>di</strong>, questa cinquecentescachiesetta, incastonata tra unascuola elementare ed il giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong>un palazzo e, quando il traffico ancoranon era troppo intenso, sotto ilsuo portichetto la gente sostava volentieriper due chiacchiere ed i ragazzigiocavano a biglie. Ora l’esternoun po’ denota l’usura prodottadagli anni, ma non così l’interno cheappare decisamente accogliente eben tenuto.La chiesa fu oggetto anche dell’attenzionedel prevosto Morcelli che,all’inizio del suo operato a <strong>Chiari</strong>(1791) annotava <strong>di</strong> voler “aggiungeredue cappelline a San Giacomo”.Alcuni anni dopo, annota sempre ilMorcelli, il 29 settembre 1814 “vi fula bene<strong>di</strong>zione <strong>della</strong> nuova cappella<strong>di</strong> san Michele in San Giacomo,in<strong>di</strong> mentre si apparava l’altare, seguìsinfonia a stromenti a fiato, <strong>di</strong>poila Messa solenne, e all’Evangelio ilpanegirico del santo”.L’anno successivo, in quella cappella,venne collocato il nuovo quadroraffigurante “San Michele Arcangeloche combatte il demonio”, opera<strong>di</strong> Giuseppe Teosa. Successivamente,verso la fine del 1800, venne costruitala casa del custode, l’altare delSantissimo e quin<strong>di</strong> la cappella de<strong>di</strong>cataall’apparizione <strong>della</strong> Madonna<strong>di</strong> Lourdes che ignoti ladri, annifa, derubarono dei preziosi offerti daifedeli.Con il passare degli anni l’incuria degliuomini procurò gravi danni allachiesa, agli arre<strong>di</strong> ed alle opere inessa contenute, fino a quando monsignorFerrari decise il suo recupero.La signorina Li<strong>di</strong>a, con la valida collaborazione<strong>di</strong> amiche, non si tirò in<strong>di</strong>etroe <strong>di</strong>ede il via ai lavori. La chiesavenne pulita e si iniziarono le opere<strong>di</strong> restauro che proseguirono per<strong>di</strong>versi anni ridando smalto agli affreschi<strong>della</strong> volta ad ombrello ed aglistucchi del Seicento. Le statue ligneedell’altare <strong>di</strong> San Gottardo vennerorestaurate, come pure le magnifichevia Crucis che rischiarono <strong>di</strong> esseremandate al macero <strong>di</strong>menticate com’eranoin soffitta. Infine si provvidealla messa a norma degli impianti.Ora che l’interno è sistemato, l’attenzioneè rivolta alle pareti esterne, soprattuttoalla facciata.Il motore si è già messo in moto, larichiesta <strong>di</strong> autorizzazione alle BelleArti è stata inoltrata e si spera chesan Giacomo voglia dare una spintaalla pratica. 11

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!