A cinque anni dalla morte - Una testimonianzaDire il VangeloScrivere <strong>di</strong> Monsignore, a cinqueanni dalla morte, è anche unonore a cui non voglio sottrarmi.Grazie a <strong>Chiari</strong> che mi dàl’occasione. Ma scrivere <strong>di</strong> Monsignorecomporta due rischi: quello <strong>di</strong> rimpicciolirloin considerazioni soggettivee quello <strong>di</strong> non <strong>di</strong>re quanto <strong>di</strong> luitutti sanno. Cercherò <strong>di</strong> evitarli, perquanto ne sarò capace. Per me scrivere<strong>di</strong> Monsignore è poi necessariamenteridurre al minimo la sua biografia(che bisognerà prima o poi comporre).Devo infatti tralasciare tantissimo. Glianni del suo insegnamento, da lui evocaticon fascino, con l’orgoglio <strong>di</strong> chiin cattedra aspettava il rinnovamentoe che, a rinnovamento avvenuto colConcilio, chiede al Vescovo <strong>di</strong> rinunciarealla cattedra, per far giungere alclero con un sapere più aggiornato lenuove impostazioni. Gli anni del parrocchiatoa Sant’Alessandro, parrocchiasempre ricordata da lui per i pretigenerosi e per la frequentazione <strong>di</strong>personaggi che lì hanno appreso lavita cristiana e che poi sono stati a testimoniarenella Città. I primi anniclarensi; infatti io sono giunto a <strong>Chiari</strong>soltanto nell’autunno del 1975.L’immensa mole <strong>di</strong> attività fuori dallaparrocchia <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>: attività <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>cazione,<strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> esercizi spirituali.“Le mie ferie - <strong>di</strong>ceva- sono cinquecorsi <strong>di</strong> Esercizi all’anno”; ma poici stanno gli esercizi straor<strong>di</strong>nari(quando veniva meno un pre<strong>di</strong>catoree gli veniva chiesta la sostituzione <strong>di</strong>fficilmenteMonsignore sapeva <strong>di</strong>reno); e possiamo anche aggiungere ilunghi soggiorni in clausura, attivitànota a pochissimi, ma assai fertile.Evidente, Monsignore fu un grande.Ne abbiamo avuto tutti percezione:alunni (oggi preti), parrocchiani, suore,laici in generale, e in specie due categorie:gli uomini <strong>di</strong> cultura, e queisofferenti che sono riusciti a scovarlo.Ne ebbe anche consapevolezza: nesono certo! Secondo me pensava <strong>di</strong> finirei suoi giorni quale vicario moniale:ambizione? Non so; per il mondodelle suore e delle congregazioni femminilisi sentiva “portato”! Alla fine,certo fu contento <strong>di</strong> come la vita gliera andata; desiderato, credo, fu ancheterminare tutto il suo lavoro nel silenzio,per chiudere nella preghiera,nello stu<strong>di</strong>o ancora assiduo, perché“don Fausto, lo so che l’ozio è un vizio; eun parroco emerito che, come me, hapre<strong>di</strong>cato tanto sull’ozio non può <strong>di</strong>menticarlo”.Fu grande. Alcuni lo pensavano vescovo,ma per me fu fortuna che sia rimastoa fare il parroco: infatti io ringrazio<strong>di</strong> averlo conosciuto come tale.Con lui ho frequentato un secondo seminario,anche questo <strong>di</strong> tre<strong>di</strong>ci anni,proprio come il primo; un seminario<strong>di</strong>verso, pastorale. Con lui? Strano: glisi rimproverava <strong>di</strong> non essere affattoun prete pastore, ma piuttosto un parrocoteologo. Sono stato alla scuoladella sua pre<strong>di</strong>cazione grazie a duesuggerimenti iniziali. Il primo da parte<strong>di</strong> Monsignor Capra (clarense <strong>di</strong> origine).Nel destinarmi a <strong>Chiari</strong> mi <strong>di</strong>sse:“Cerca <strong>di</strong> capire il tuo parroco quandoti criticherà nelle omelie, ma non andarein crisi”. Il secondo suggerimentomi venne proprio da lui, MonsignorFerrari. Dopo appena 25 giorni <strong>di</strong> presenzafissa a <strong>Chiari</strong>, la domenica dellaSanta Famiglia, attendendomi in fondoalla scala che dall’altare maggioreporta alla sagrestia, dopo la “messacanonicale” delle ore 10.00 venne a<strong>di</strong>rmi: “Bravo hai stu<strong>di</strong>ato bene in seminario;bravo! Ma la gente non ha capitoniente”.Ho perciò tentato <strong>di</strong> prendere lezioni:volevo <strong>di</strong>mostrargli la bravura che luimi segnalava. I risultati? Gentile lettore,data la mia confidenza con te, puoiavere pietà <strong>di</strong> me? Grazie!Con Monsignore ho frequentato unsecondo seminario, perché non mancarono“lezioni” ogni lunedì pomeriggioin canonica, negli incontri <strong>di</strong> programmazionepastorale fra noi sacerdoti,dove lui riprendeva apertamente,e anche in<strong>di</strong>rettamente, noi curati,per una qualche lacuna nelle nostreomelie domenicali; anticipava volentierii temi da ben trattare la domenicasuccessiva. “Se sbagliate domenica apre<strong>di</strong>care, esco dal confessionale e vicorreggo”. Così ebbe a <strong>di</strong>re, ma era ladomenica in cui ci si recava a votareper il referendum sulla legge Fortuna -Baslini, alias aborto.E le lezioni <strong>di</strong> spiritualità spicciola? Ciintratteneva davanti al confessionale:infatti <strong>di</strong> lì si passava, per non <strong>di</strong>sturbarloin casa dove stu<strong>di</strong>ava assiduamente.E lì o lo si informava <strong>di</strong> qualcosa,o gli si chiedevano autorizzazioni,ma lui ti restituiva battute <strong>di</strong> grandesintesi fra la spiritualità classica e isuoi stu<strong>di</strong> appassionati sulle rivistefrancesi, sempre aperte sul tavolo <strong>di</strong>lavoro nello stu<strong>di</strong>o attiguo al giar<strong>di</strong>no.Fu un seminario pastorale, perché civoleva “guide forti del gregge nella veritàe nella tenerezza”. Avevo <strong>di</strong>messogli scout dall’oratorio (sempre alla vigilia<strong>di</strong> quel referendum); ebbene, stavomale, e ho cercato Monsignore alle23.45 <strong>di</strong> quella sera. Mi accolse e mi<strong>di</strong>sse ancora: “Bravo! Lo dovevi fare,così si fa <strong>di</strong> fronte alla verità. Ma adesso,va a cercarli e portali ancoraall’oratorio”.Insomma ho imparato coraggio, scienza,prudenza, misericor<strong>di</strong>a; mi son fattoprete una seconda volta: pastoresotto le sferzate mirate del parroco.Ringrazio <strong>di</strong> averlo avuto come parroco.Il primo amore non si <strong>di</strong>menticamai, anche qualora il primo amorefaccia soffrire.Riferisco, e completo <strong>di</strong> poco (ma forseneanche) il colloquio ultimo che ioho avuto con lui. Era all’ospedale Fa-8 L’Angelo - Novembre a. D. 2000
tebenefratelli, avevo pensato <strong>di</strong> farglivisita, e <strong>di</strong> accompagnare MonsignorBelloli (anche questa una figura eccezionale<strong>di</strong> prete del clero bresciano).Entriamo al capezzale (i due sonocompagni <strong>di</strong> scuola), e il nostro parrocopiù in vernacolo che in lingua:- Ciao! Hai buon tempo, don Battista pervenire a trovare un sanaher come me.E quello <strong>di</strong> risposta:- Don Guido io ti ho detto ancora chela persona <strong>di</strong> carattere, ha spesso unbrutto carattere!Don Guido a me:- Tu, che <strong>di</strong>ci?Ormai con lui avevo confidenza, lo conoscevoda vent’anni, perciò:- Vede, Monsignore, <strong>di</strong> sicuro lei è unuomo <strong>di</strong> carattere; se poi è vero quantodetto da Monsignor Belloli, in confidenzale <strong>di</strong>co sì.E subito lui:- L’ho sempre saputo, ma questa tuasincerità è pegno <strong>di</strong> qualche messadopo il mio prossimo e vicino ingressoin Purgatorio.Io ribatto:- A questo non ci pensi Monsignore,faccia penitenza qui ed ora delle suecolpe, come quelle <strong>di</strong> omissione, vedaad esempio le assenze in Oratorio. Là,sa? non hanno ancora piantato il frumento,nonostante le sue provocazioni.E Monsignore:- Perché siete stati bravi voi. Se fossivenuto, con questo ho mio carattere,avrei rovinato tutto il vostro lavoro.Mi venne spontaneo:- È vero, Monsignore! Sapeva <strong>di</strong> essereduro. Infatti proprio lei Monsignore,per giustificare il suo lavoro <strong>di</strong> redattoredel bollettino parrocchiale, hasempre detto a noi la frase <strong>di</strong> un francese(credo P. Claudel) “qui fait l’ange,fait la bête” (“chi vuol farsi angelo, può<strong>di</strong>ventare una bestia”); ma io, dopoche le ho fatto il curato per tre<strong>di</strong>cianni, le <strong>di</strong>co il contrario “chi… può <strong>di</strong>ventareun angelo”. È il risultato <strong>di</strong>aver curato più numeri de L’Angelo,dapprima in gruppo e poi da solo.Riuscì a <strong>di</strong>rmi persino:- Sei generoso!Allora io <strong>di</strong> nuovo:- È per il Vangelo! Sì, questo era il suoscopo, anche al <strong>di</strong> sopra delle nostrepersone. A questo dovere <strong>di</strong> “<strong>di</strong>re ilVangelo” con creatività, integrità eforza, lei non si è mai sottratto. Ricordacome scelse nel 1986 <strong>di</strong> andare dagliadolescenti e <strong>di</strong> insegnare religioneagli alunni della nascente Scuola Bottega,perché noi curati non potevamo,o non volevamo andare? Ma l’annoseguente, grazie al suo esempio, ionon ho potuto <strong>di</strong>rle no.E rideva, contento.Aggiunsi, per descrivere l’amico degenteall’amico che gli faceva visita:- Il suo carattere non elastico è statoancora il motivo principale del ritardonella costituzione del Consiglio pastoraleparrocchiale. Ha memoria Monsignore,dopo la visita pastorale <strong>di</strong> suaeccellenza Monsignor Morstabilini,nel salone del Rota, quando il vescovole ha chiesto <strong>di</strong> istituire il Consigliopastorale?Lei, rispettosamente: “Dato che io hoquesta testa, mi <strong>di</strong>ca, eccellenza, quid,quia, quomodo? (traduco a senso: “Miaiuti Lei, eccellenza!”).Ma l’aiuto non venne; e il Consigliopastorale tardò <strong>di</strong> qualche anno.Chiudo i ricor<strong>di</strong>, e <strong>di</strong> nuovo la ringrazio<strong>di</strong> essere stato il mio primo parroco.Io vivo <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>ta; chi oggi vive conme può affermare che non passa mesesenza che io faccia parola, per un versoo per l’altro, <strong>di</strong> Monsignor Ferrari.Monsignore, mi scusi: lei è troppogrande per me! Ma, guar<strong>di</strong>, io le Messele ho dette, per toglierla dal Purgatorio.Ora lei può pregare per me, eper la nostra <strong>Chiari</strong>?don Fausto GnuttiNella fotografia, il corteo dei concelebrantial saluto a mons. Ferari.Claronda&Blu Sat 2000Ore 7.45Oggi in e<strong>di</strong>colaOre 10.00Zoom,dentro la notiziaOre 12.00NotiziarioRa<strong>di</strong>o VaticanaOre 13.00Gr 2000Ore 13.30JubilaeumOre 14.00Ra<strong>di</strong>ogiornaleOre 15.30Orizzonti cristianiOre 18.00Gr 2000Ore 21.00Ra<strong>di</strong>ogiornaleL’Angelo - Novembre a. D. 2000 9