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L'Angelo - Parrocchia di Chiari

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a <strong>Chiari</strong>, dove, nel duomo dei SantiFaustino e Giovita, si celebra il solennefunerale. Numerosi sacerdoti, conuna forte presenza <strong>di</strong> fedeli e religiose,concelebrano sia a Brescia che a<strong>Chiari</strong>, insieme al vescovo ausiliaremons. Vigilio Mario Olmi. Viene datalettura del suo testamento: un’altaprofessione <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> speranza, nellasobrietà della forma, in Cristo vita erisurrezione. Viene sepolto, per suoespresso desiderio, nel cimitero dellacitta<strong>di</strong>na della bassa bresciana. “Duranteil mio parrocchiato si son sistemate,al cimitero, anche la cappella e letombe dei preti. Se a qualcuno verrà inmente <strong>di</strong> far portar lì, in forma privatissima,la mia povera salma, sarà segnod’una realtà grande”.Mons. Ferrari, docente <strong>di</strong> teologia,formò intere generazioni <strong>di</strong> sacerdotibresciani. Erano i sacerdoti che avrebberopoi vissuto la profonda ed entusiasmantestagione innovatrice delConcilio Ecumenico Vaticano II. Eranogli anni del frenetico dopoguerra,l’Italia usciva da una trage<strong>di</strong>a e rischiava<strong>di</strong> lasciarsi travolgere da un“boom” economico che avrebbe stravoltola sua cultura, le sue tra<strong>di</strong>zioni,la sua impostazione <strong>di</strong> vita.L’intelligenza lungimirante <strong>di</strong> monsignorFerrari, un impasto <strong>di</strong> ruvidezzae <strong>di</strong> sensibilità, era quella <strong>di</strong> chi sapevae voleva coniugare le certezze granitiche<strong>di</strong> una fede salda con la precarietàdella vita quoti<strong>di</strong>ana e i cambiamentiche un tempo in costante accelerazioneimponeva.La stessa forza che faceva <strong>di</strong> mons.Ferrari un grande pre<strong>di</strong>catore. Lavoce roca e allo stesso tempo tonante,lo sguardo spesso ironico, quel largosorriso che completava l’occhiata rapida,la mano protesa, pronta a calarepesantemente sulla larga fronte dopola prima battuta. Dal pulpito il “parrocoteologo” <strong>di</strong>ventava guida spirituale<strong>di</strong> un intero popolo. Aveva il tono <strong>di</strong>chi spiega cose sulle quali ha stu<strong>di</strong>atoe me<strong>di</strong>tato a lungo e che le offre con illinguaggio più semplice possibile perchécolpiscano il cuore, e lo stomaco eil cervello. Mons. Ferrari, da pre<strong>di</strong>catore,non era certamente tenero. Nonblan<strong>di</strong>va l’u<strong>di</strong>torio. Lo stimolava, loincalzava, lo portava a ragionare contoni forti. Se a Brescia e in tutta la <strong>di</strong>ocesici sono centinaia <strong>di</strong> sacerdoti chericordano il professore rigoroso; se aBrescia, in Sant’Alessandro, lo ricordanocome pre<strong>di</strong>catore brillante; a<strong>Chiari</strong>, in oltre vent’anni <strong>di</strong> presenza,è conosciuto in tutta la poliedrica suapersonalità.Sul pulpito, dall’ambone il “professoreparroco” metteva a prova tutta lasua capacità oratoria. Non solo. Ci sitrovava <strong>di</strong> fronte a un prete che, me<strong>di</strong>tandoil mistero <strong>di</strong> Dio che si rivela, siera convinto così profondamente chenon v’era spazio al minimo dubbio. Cisi trovava <strong>di</strong> fronte ad un “assertoredella Divinità” che afferrava perché ilsuo <strong>di</strong>re era frutto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> severi econtinui, fondati su una fede graniticae illuminati da una costante, abitualepreghiera. La speculazione teologica<strong>di</strong>ventava contemplazione orante. “Velo posso assicurare: mi piace nella nottepregare. Siccome in para<strong>di</strong>so, spero, ciincontreremo noi tutti clarensi <strong>di</strong> questoventennio, forse verificheremo con gioiail gruzzolo dei Rosari del prevosto. Erano,volevano essere, apostolato”. Erapalese ed avvertita la <strong>di</strong>mensione marianadella sua preghiera.Non era un organizzatore. E tante voltegli è stato rimproverato. Ma il passaredel tempo ha portato a valutarecon occhio <strong>di</strong>verso tale atteggiamento.Il parrocchiato <strong>di</strong> mons. Ferrari fucentrato sul primato <strong>di</strong> Dio: “sul richiamoa Dio - scriveva - prima che alprossimo, alla dottrina chiara nella moralee nella fede, all’in<strong>di</strong>spensabilità delpregare, al richiamo quasi maniaco allaMessa festiva e ai Sacramenti. Mi è parsala carità più urgente verso i fratelli”.Ritenne che “la <strong>di</strong>mensione interiore, ilrapporto con Dio, la Sua Divina presenzain un esercizio più vivo <strong>di</strong> fede, fossela <strong>di</strong>mensione essenziale e vitale del cristianesimo,visto come forma la più alta<strong>di</strong> umanesimo integrale. Di vero e autenticoumanesimo, sottratto alla precarietàe alla parzialità delle ideologie, chegenerano l’uomo a una <strong>di</strong>mensione”.L’affermazione del primato <strong>di</strong> Dio edella preghiera fondava la “strategiapastorale” <strong>di</strong> monsignor prevosto, e lain<strong>di</strong>cava come la carità più necessariadel pastore verso il gregge affidatogli.“È il fiato, il respiro del credente. A meriesce <strong>di</strong>fficile - scriveva - capire come sipossa arrivare ad incontrare Dio in unavita <strong>di</strong> abituale e febbrile azione esterna,che pur non può essere esclusa nellachiesa d’oggi, nel ‘Sia fatta la tua volontà’,che però assorbe energie e tempocosì da ridurti ad avere Dio soltanto <strong>di</strong>etrole spalle... Questo spiega come mi siacapitato spesso <strong>di</strong> preferenziare e quasiesaurire le mie poche risorse nel settoredella educazione religiosa del prossimo,a scapito <strong>di</strong> tante altre incombenze, puresse urgenti e apostoliche”. E aggiungeva:“Vedo molti non fare come me. Nonho <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>carli, arrivo anche adammirarli, ma non ad imitarli”.Un’altra nota portante del suo “esserepastore” fu la centralità del mistero <strong>di</strong>Cristo uomo-Dio; la sua azione apostolicacristocentrica. “Cristo: un misteroche ci interpella. L’ipotesi <strong>di</strong> unCristo soltanto Uomo. Che sfacelo!”,annotava. “La religione cristiana è puraidolatria; i martiri sono degli illusi; gliApostoli dei farneticanti; i sacramenti,delle pseudo magie sterili; la teologia,Mons. Gazzoli e mons. Ferrari <strong>di</strong>stribuiscono l’Eucaristiadurante una celebrazione liturgica6 L’Angelo - Novembre a. D. 2000

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