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L'Angelo - Parrocchia di Chiari

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9 luglio 2000Giubileo nelle carceriCarissimi fratelli e sorelle, <strong>di</strong>nanzi a noi qui riunitisi presenta Gesù Cristo il detenuto. “Ero...carcerato e siete venuti a trovarmi” (Mt 25,35-36). Egli chiede <strong>di</strong> essere incontrato in voi, come intante altre persone toccate dalle varie forme della sofferenzaumana: “Ogni volta che avete fatto queste cosea uno solo <strong>di</strong> questi miei fratelli più piccoli, l’avete fattoa me” (Mt 25, 40). Queste parole contengono, si può<strong>di</strong>re, il “programma” del Giubileo nelle Carceri, cheoggi celebriamo. Esse ci invitano a viverlo come impegnoper la <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> tutti, quella <strong>di</strong>gnità che scaturiscedall’amore <strong>di</strong> Dio per ogni persona umana.Saluto soprattutto ciascuno <strong>di</strong> voi, detenuti, con affettofraterno. Mi presento a voi come testimone dell’amore<strong>di</strong> Dio. Vengo a <strong>di</strong>rvi che Dio vi ama, e desidera chepercorriate un cammino <strong>di</strong> riabilitazione e <strong>di</strong> perdono,<strong>di</strong> verità e <strong>di</strong> giustizia. Vorrei potermi mettere in ascoltodella vicenda personale <strong>di</strong> ciascuno. Ciò che nonposso fare io, lo possono i vostri Cappellani, che sonoaccanto a voi a nome <strong>di</strong> Cristo. A loro va il mio salutocor<strong>di</strong>ale e il mio incoraggiamento. Il mio pensiero siestende pure a tutti coloro che svolgono questo compitocosì impegnativo in tutte le carceri d’Italia e delmondo. Sento, inoltre, <strong>di</strong> dover <strong>di</strong> esprimere il mio apprezzamentoai Volontari, che collaborano con i Cappellaninell’esservi vicini con opportune iniziative.Anche con il loro aiuto, il carcere può acquistare untratto <strong>di</strong> umanità ed arricchirsi <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione spirituale,che è importantissima per la vostra vita. Propostaalla libera accettazione <strong>di</strong> ciascuno, questa <strong>di</strong>mensioneva considerata un elemento qualificante per un progetto<strong>di</strong> pena detentiva più conforme alla <strong>di</strong>gnità umana.È da questa schiavitùche lo Spirito <strong>di</strong> Dioviene a liberarci.Egli, che è il Donoper eccellenza ottenutocida Cristo,“viene in aiuto dellanostra debolezza...intercedendocon insistenza pernoi con gemiti inesprimibili”(Rm8,26). Se seguiamole sue ispirazioni,egli produce la nostrasalvezza integrale,“l’adozione afigli, la redenzione del nostro corpo” (Rm 8,23).Occorre dunque che sia Lui, lo Spirito <strong>di</strong> Gesù Cristo,ad operare nei vostri cuori, cari fratelli e sorelle detenuti.Occorre che lo Spirito Santo pervada questo carcerein cui ci incontriamo e tutte le prigioni del mondo.Cristo, il Figlio <strong>di</strong> Dio, si fece detenuto, lasciò che glilegassero le mani e poi le inchiodassero alla croce proprioperché il suo Spirito potesse raggiungere il cuore<strong>di</strong> ogni uomo. Anche dove gli uomini sono chiusi con icatenacci delle carceri, secondo la logica <strong>di</strong> una pur necessariagiustizia umana, bisogna che soffi lo Spirito <strong>di</strong>Cristo Redentore del mondo. La pena infatti non puòridursi ad una semplice <strong>di</strong>namica retributiva, tantomeno può configurarsi come una ritorsione sociale ouna sorta <strong>di</strong> vendetta istituzionale. La pena, la prigionehanno senso se, mentre affermano le esigenze dellagiustizia e scoraggiano il crimine, servono al rinnovamentodell’uomo, offrendo a chi ha sbagliato una possibilità<strong>di</strong> riflettere e cambiare vita, per reinserirsi a pienotitolo nella società.Lasciate, dunque, che io vi chieda <strong>di</strong> tendere con tuttele vostre forze ad una vita nuova, nell’incontro con Cristo.Di questo vostro cammino non potrà che gioirel’intera società. Le stesse persone a cui avete causatodolore sentiranno forse <strong>di</strong> aver avuto giustizia piùguardando al vostro cambiamento interiore che alsemplice scotto penale da voi pagato.Le immagini si riferiscono alla Celebrazione del Giubileonelle Carceri del “Regina Coeli”.L’Angelo - Novembre a. D. 2000 33

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