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L'Angelo - Parrocchia di Chiari

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San Bernar<strong>di</strong>no 2000 - Un santo <strong>di</strong> casa nostraMons. Luigi VersigliaAnche se da parte del governocinese continua la linea duradella repressione contro laChiesa cattolica clandestina, a livello<strong>di</strong> fedeli e <strong>di</strong> vescovi si sta verificandoun significativo riavvicinamento tra laChiesa ufficiale e quella clandestina.A favorire tale processo domenica 1ottobre sono stati proclamati santi120 martiri cinesi, che hanno reso laloro testimonianza a costo della vitanelle <strong>di</strong>verse fasi della storia cinesedal 1747 al 1930, antecedentementeall’affermazione del comunismo edalla fondazione dell’associazione patriotticadel clero (1951). Fra questimartiri figurano anche i protomartirisalesiani, il vescovo Mons. Luigi Versigliae don Callisto Caravario, missionariin Cina.L’Ispettoria Salesiana Lombardo -Emilianaè particolarmente interessataa Mons. Versiglia, essendo egli nato il5 giugno 1873 a Oliva Gessi nella provincia<strong>di</strong> Pavia. È il primo dei nostrivenerabili e servi <strong>di</strong> Dio che arrivaalla canonizzazione. Allievo ginnasiale<strong>di</strong> Torino-Valdocco negli ultimianni della vita da don Bosco, viene invitatoad un colloquio personale conlui, ma la malattia e la morte del santogliene impe<strong>di</strong>scono la realizzazione.Si realizzerà in lui però un sogno<strong>di</strong> Don Bosco, che desiderava fortemente<strong>di</strong> mandare i suoi figli comemissionari in Cina, anche per le insistenzedel Papa Beato Pio IX. Toccòal suo successore, il Beato MicheleRua, portare a compimento tale progettonel 1906 e a don Luigi Versigliacon altri due sacerdoti e tre coa<strong>di</strong>utoripartire per Macao come primi missionarisalesiani in Cina. Alieno, daragazzo, dalla vocazione sacerdotale,era stato conquistato a tale ideale dalclima della casa salesiana e soprattuttodall’incontro con uno dei primimissionari salesiani don ValentinoCassini. Coltivando il progetto missionarionel suo cuore, percorse congrande cura tutto l’iter formativo salesiano.Nel 1893 si era laureato in filosofiaalla Gregoriana e nel 1895 era statoor<strong>di</strong>nato sacerdote. Dal 1896 svolgevail compito <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore e maestrodei novizi a Genzano, quando finalmentepoteva realizzare la sua vocazionemissionaria. Quando meno selo aspettava, viene convocato dal RettorMaggiore e destinato a guidare laprima spe<strong>di</strong>zione missionaria salesianain Cina. Dall’orfanotrofio <strong>di</strong> Macaopassa in Cina alla missionenell’Heung Shan e nel 1918 vieneconsacrato vescovo per il vicariatoapostolico <strong>di</strong> Shiu-chow.Così ne tratteggiava la figura il delegatoapostolico Mons. Celso Costantini,poi car<strong>di</strong>nale, che aveva avutooccasione <strong>di</strong> incontrarlo più volte:«Era il tipo <strong>di</strong> vescovo missionario:semplice, coraggioso, animato daquel fervore apostolico, che nasce dauna profonda pietà e non cerca altroche la gloria <strong>di</strong> Dio e la <strong>di</strong>latazionedel suo regno tra le genti. Come superiore,faceva sentire in lui più il padree il fratello che l’uomo <strong>di</strong> comando.Perciò i missionari e i cristiani lo amavanoe lo obbe<strong>di</strong>vano volentieri. Delresto egli dava l’esempio del lavoro,della carità e non comandava nullache egli stesso non avesse già fatto ofosse pronto a fare. Si sentiva in lui unvero figlio <strong>di</strong> Don Bosco».Dopo do<strong>di</strong>ci anni d’intenso lavoromissionario nel vicariato, poteva contaresu 15 stazioni primarie e 40 secondariecon chiesa o cappella e conscuola; su 21 sacerdoti, due laici consacrati,25 suore, 31 catechisti, 39 maestri.Di essi erano locali 1 sacerdote,1 laico consacrato, 10 suore e 25 seminaristi.A Siu-chow si erano aperti unorfanotrofio, una casa per la formazionedei catechisti; l’Istituto DonBosco e L’Istituto Maria Ausiliatrice;il ricovero per i vecchi; il <strong>di</strong>spensarioe la casa del missionario o episcopio.Il numero dei cristiani era triplicato.Don Bosco aveva visto in “sogno” chequando in Cina un calice si sarebberiempito <strong>di</strong> sangue, l’Opera Salesianasi sarebbe meravigliosamente <strong>di</strong>ffusain mezzo a questo popolo immenso.Versiglia ricevendo in dono dal RettorMaggiore don Paolo Albera il caliceche aveva usato nel celebrare laMessa del suo 50° <strong>di</strong> sacerdozio, conevidente allusione al “sogno” <strong>di</strong> donBosco, <strong>di</strong>ceva: «Tu mi porti il calice vistodal Padre don Bosco: a me il riempirlo<strong>di</strong> sangue per l’adempimentodella visione». E l’occasione venne il25 febbraio 1930 quando, andandocon don Callisto Caravario in visitapastorale a Lin-chow e riaccompagnandoa casa tre ragazze, che avevanocompletato i loro stu<strong>di</strong>, perché <strong>di</strong>fendevala loro purezza e in o<strong>di</strong>o allareligione cattolica fu brutalmentepercosso a morte e fucilato dai pirati.Erano tempi veramente tragici per ilpopolo cinese in seguito al crollo dellamonarchia ed all’instaurazione dellarepubblica con gravi tensioni socialie politiche, con la guerra e il brigantaggio.Essi avevano grandementecon<strong>di</strong>zionato l’azione missionaria e iprimi passi dell’Opera Salesiana, nonostanteil coraggio e l’intraprendenzadel vescovo e dei confratelli. Ilmartirio veniva a coronare una vitatutta spesa per la promozione umanae per l’evangelizzazione.Il 13 novembre 1976 veniva emanatoda Papa Paolo VI il decreto con cui siriconosceva il martirio <strong>di</strong> Mons. LuigiVersiglia e <strong>di</strong> don Callisto Caravario evenivano <strong>di</strong>chiarati beati.don Felice RizziniI Beati martiri Luigi Versigliae Callisto Caravario, Missionari salesiani.L’Angelo - Novembre a. D. 2000 31

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