mamma <strong>di</strong> Pejo per andare a Vukovar(che bello! saremmo rimasti agiocare con i nostri amici). Tornatici <strong>di</strong>ssero che Vukovar era propriouna città <strong>di</strong>strutta (sospiro)... poveretti.La sera andammo a fare una bellascorpacciata dalla zia <strong>di</strong> Pejo. Il poverogatto, della zia <strong>di</strong> Pejo era perseguitatoda Stjepo, che lo inseguivae lo acchiappava, lo afferrava per ilcollo quasi da strangolarlo. Poi Mikiebbe un’idea: mettere il gatto sottouna doccia lì nel cortile della zia...Vvvvvuuuuummmm, il gatto scappòvia come un razzo.La sera tar<strong>di</strong> andammo a dormireda un’altra zia <strong>di</strong> Pejo, molto gentile,con due figlie altrettanto gentili eospitali (mentre noi dormivamo neiloro letti loro dormivano per terrasu dei materassi). Durante la notte,per andare al bagno, son dovutouscire nel cortile… che notte stellatae che paura!La mattina dopo partimmo per Zagabriae (quin<strong>di</strong> lasciammo la Bosniaed entrammo in Croazia); andammosubito da don Stjepan che èun’altra conoscenza del papà. Làconoscemmo anche il signor Stankoche è stanco sin dalla nascita... nonl’avete capita? Lasciate perdere...lui ha anche fatto un mosaico gigantescosu cui erano rappresentati SanGiovanni Bosco e i giovani. DonStjepan ci fece vedere dei laghi artificialibellissimi, dove gli Zagabresipassano momenti <strong>di</strong> relax. Nel pomeriggiodon Ivan ci venne a prenderee ci portò a trovare la famigliaPlišo che è la famiglia <strong>di</strong> Kristina, labambina <strong>di</strong> Travnik (Bosnia) cheabbiamo adottato a <strong>di</strong>stanza, già dasette anni ormai. Lei quando ci videfu molto felice. Kristina ha tre sorellee un fratello: Josipa, Ivana, Pavicae Marco.Suo papà Mirko, che ha fatto duemesi <strong>di</strong> campo <strong>di</strong> concentramentodurante la guerra in Bosnia, ci portòa vedere la loro casetta (ma propriopiccola) su una montagnetta coltivataa vigneti... Fischia quant’uvache ha.La sera andammo a dormire da donStjepan... ah mi sono quasi <strong>di</strong>menticato<strong>di</strong> <strong>di</strong>rvi che don Marjan(un’altra nostra conoscenza) ci hatagliato i capelli: a me e a Davide...Silenzio. A me, ha lasciato il ciuffo!Dopo un po’ andammo a casa <strong>di</strong>don Ivan da dove saremmo partitiper Karlovac, dove, in caserma, ciaspettava Dubravko un comandantedell’esercito croato. Mangiammoin caserma e dopo andammo a fareil bagno nel fiume. Dormimmo acasa della mamma <strong>di</strong> Dubravko. Ilgiorno dopo, Dubravko ci portò alcampo <strong>di</strong> addestramento dei soldati(dove lui è il responsabile), ci feceentrare, ma <strong>di</strong>co entrare in un carroarmato! Che emozione! Che bellose anche per i gran<strong>di</strong> questi fosserosolo giocattoli innocui.Nel pomeriggio Dubravko ci portòa fare un altro bagno nel fiume!Due neh.La mattina dopo andammo da donFer<strong>di</strong>nand (che viaggio!) che ciospitò volentieri. Dormimmo da lui,il giorno dopo, ahimè, saremmo tornatia casa... era già ora <strong>di</strong> partire,foto ricordo e via!Prossima fermata <strong>Chiari</strong>! Italia.Associazione Pensionatiby MatteoIl 4 ottobre scorso, presso il ristorante Boschetti <strong>di</strong> Montichiari, si è svolto iltra<strong>di</strong>zionale pranzo sociale dell’Associazione Pensionati. La solita, straor<strong>di</strong>naria,partecipazione (500 persone circa) ha fatto sì che la giornata si trasformassein una gioiosa festa. I <strong>di</strong>eci pullman sono partiti da <strong>Chiari</strong> scortati daivigili urbani alle ore 9.30 e sono giunti a Montichiari alle 10.30. Don Davide hacelebrato la Santa Messa per tutti i partecipanti nel duomo <strong>di</strong> Novagli. Duranteil pranzo, alla presenza <strong>di</strong> varie autorità, il Sindaco <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> ha avuto parole <strong>di</strong>compiacimento per la calorosa partecipazione e si è congratulato con gli organizzatoriper la riuscita della manifestazione.Come consuetu<strong>di</strong>ne, sono poi state premiate le due persone più anziane(Teresa Mazzola <strong>di</strong> 92 anni e Guido Burni <strong>di</strong> 88) con medaglie d’oro messea <strong>di</strong>sposizione dall’Associazione Pensionati e con due orologi offertidalla gioielleria Bal<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> via Zeveto. La giornata si è chiusa tra musichee danze, da sempre assai gra<strong>di</strong>te da tutti i partecipanti.Dopo la buona riuscita della gita a Torino per la visita alla Sindone, il successodei soggiorni in Sardegna, in SiciliaeaIschia, si chiude la stagioneestiva 2000 e già si pensa a quella autunnale ed invernale.Si ricorda che dal mese <strong>di</strong> ottobre è in funzione il servizio del pulmino perle visite al cimitero.Per informazioni la nostra Segreteria è aperta tutti i giorni dalle ore 15.00alle 18.00 (tel. 030/7000624).Assunta Serina30 L’Angelo - Novembre a. D. 2000
San Bernar<strong>di</strong>no 2000 - Un santo <strong>di</strong> casa nostraMons. Luigi VersigliaAnche se da parte del governocinese continua la linea duradella repressione contro laChiesa cattolica clandestina, a livello<strong>di</strong> fedeli e <strong>di</strong> vescovi si sta verificandoun significativo riavvicinamento tra laChiesa ufficiale e quella clandestina.A favorire tale processo domenica 1ottobre sono stati proclamati santi120 martiri cinesi, che hanno reso laloro testimonianza a costo della vitanelle <strong>di</strong>verse fasi della storia cinesedal 1747 al 1930, antecedentementeall’affermazione del comunismo edalla fondazione dell’associazione patriotticadel clero (1951). Fra questimartiri figurano anche i protomartirisalesiani, il vescovo Mons. Luigi Versigliae don Callisto Caravario, missionariin Cina.L’Ispettoria Salesiana Lombardo -Emilianaè particolarmente interessataa Mons. Versiglia, essendo egli nato il5 giugno 1873 a Oliva Gessi nella provincia<strong>di</strong> Pavia. È il primo dei nostrivenerabili e servi <strong>di</strong> Dio che arrivaalla canonizzazione. Allievo ginnasiale<strong>di</strong> Torino-Valdocco negli ultimianni della vita da don Bosco, viene invitatoad un colloquio personale conlui, ma la malattia e la morte del santogliene impe<strong>di</strong>scono la realizzazione.Si realizzerà in lui però un sogno<strong>di</strong> Don Bosco, che desiderava fortemente<strong>di</strong> mandare i suoi figli comemissionari in Cina, anche per le insistenzedel Papa Beato Pio IX. Toccòal suo successore, il Beato MicheleRua, portare a compimento tale progettonel 1906 e a don Luigi Versigliacon altri due sacerdoti e tre coa<strong>di</strong>utoripartire per Macao come primi missionarisalesiani in Cina. Alieno, daragazzo, dalla vocazione sacerdotale,era stato conquistato a tale ideale dalclima della casa salesiana e soprattuttodall’incontro con uno dei primimissionari salesiani don ValentinoCassini. Coltivando il progetto missionarionel suo cuore, percorse congrande cura tutto l’iter formativo salesiano.Nel 1893 si era laureato in filosofiaalla Gregoriana e nel 1895 era statoor<strong>di</strong>nato sacerdote. Dal 1896 svolgevail compito <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore e maestrodei novizi a Genzano, quando finalmentepoteva realizzare la sua vocazionemissionaria. Quando meno selo aspettava, viene convocato dal RettorMaggiore e destinato a guidare laprima spe<strong>di</strong>zione missionaria salesianain Cina. Dall’orfanotrofio <strong>di</strong> Macaopassa in Cina alla missionenell’Heung Shan e nel 1918 vieneconsacrato vescovo per il vicariatoapostolico <strong>di</strong> Shiu-chow.Così ne tratteggiava la figura il delegatoapostolico Mons. Celso Costantini,poi car<strong>di</strong>nale, che aveva avutooccasione <strong>di</strong> incontrarlo più volte:«Era il tipo <strong>di</strong> vescovo missionario:semplice, coraggioso, animato daquel fervore apostolico, che nasce dauna profonda pietà e non cerca altroche la gloria <strong>di</strong> Dio e la <strong>di</strong>latazionedel suo regno tra le genti. Come superiore,faceva sentire in lui più il padree il fratello che l’uomo <strong>di</strong> comando.Perciò i missionari e i cristiani lo amavanoe lo obbe<strong>di</strong>vano volentieri. Delresto egli dava l’esempio del lavoro,della carità e non comandava nullache egli stesso non avesse già fatto ofosse pronto a fare. Si sentiva in lui unvero figlio <strong>di</strong> Don Bosco».Dopo do<strong>di</strong>ci anni d’intenso lavoromissionario nel vicariato, poteva contaresu 15 stazioni primarie e 40 secondariecon chiesa o cappella e conscuola; su 21 sacerdoti, due laici consacrati,25 suore, 31 catechisti, 39 maestri.Di essi erano locali 1 sacerdote,1 laico consacrato, 10 suore e 25 seminaristi.A Siu-chow si erano aperti unorfanotrofio, una casa per la formazionedei catechisti; l’Istituto DonBosco e L’Istituto Maria Ausiliatrice;il ricovero per i vecchi; il <strong>di</strong>spensarioe la casa del missionario o episcopio.Il numero dei cristiani era triplicato.Don Bosco aveva visto in “sogno” chequando in Cina un calice si sarebberiempito <strong>di</strong> sangue, l’Opera Salesianasi sarebbe meravigliosamente <strong>di</strong>ffusain mezzo a questo popolo immenso.Versiglia ricevendo in dono dal RettorMaggiore don Paolo Albera il caliceche aveva usato nel celebrare laMessa del suo 50° <strong>di</strong> sacerdozio, conevidente allusione al “sogno” <strong>di</strong> donBosco, <strong>di</strong>ceva: «Tu mi porti il calice vistodal Padre don Bosco: a me il riempirlo<strong>di</strong> sangue per l’adempimentodella visione». E l’occasione venne il25 febbraio 1930 quando, andandocon don Callisto Caravario in visitapastorale a Lin-chow e riaccompagnandoa casa tre ragazze, che avevanocompletato i loro stu<strong>di</strong>, perché <strong>di</strong>fendevala loro purezza e in o<strong>di</strong>o allareligione cattolica fu brutalmentepercosso a morte e fucilato dai pirati.Erano tempi veramente tragici per ilpopolo cinese in seguito al crollo dellamonarchia ed all’instaurazione dellarepubblica con gravi tensioni socialie politiche, con la guerra e il brigantaggio.Essi avevano grandementecon<strong>di</strong>zionato l’azione missionaria e iprimi passi dell’Opera Salesiana, nonostanteil coraggio e l’intraprendenzadel vescovo e dei confratelli. Ilmartirio veniva a coronare una vitatutta spesa per la promozione umanae per l’evangelizzazione.Il 13 novembre 1976 veniva emanatoda Papa Paolo VI il decreto con cui siriconosceva il martirio <strong>di</strong> Mons. LuigiVersiglia e <strong>di</strong> don Callisto Caravario evenivano <strong>di</strong>chiarati beati.don Felice RizziniI Beati martiri Luigi Versigliae Callisto Caravario, Missionari salesiani.L’Angelo - Novembre a. D. 2000 31