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L'Angelo - Parrocchia di Chiari

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Genius lociC’è acqua e acqua...Per anni ho creduto che le nuvolesi rifornissero d’acqua presso ilfiume Oglio. Ero molto piccolo,naturalmente, ed ancora non mettevoin dubbio quanto i gran<strong>di</strong> raccontavano.E questo m’avevano raccontato. Miavevano detto che l’Oglio era enorme,gonfio <strong>di</strong> un’acqua capricciosa a voltetranquilla ed altre volte pericolosa, chetrascinava a fondo gli incauti che osavanoavvicinarsi. Li attirava con i suoimulinelli, li avvolgeva e stor<strong>di</strong>va. Li abbracciava,li tratteneva, incurante <strong>di</strong> chisulla riva aspettava e piangeva.Questo era l’Oglio che, senza aver visto,amavo e temevo: lo sapevo là in fondo,oltre la campagna, oltre l’orizzonte. Neero certo perché era in quella <strong>di</strong>rezioneche le nuvole si muovevano con i lorosecchi vuoti. A volte arrivavano daimonti, bianche, cambiando continuamenteforme e contorni. Erano draghi,cavalli impazziti, fantasmi, guerrieriimpegnati in eroiche conquiste. Eracome seguire un film all’aperto, proiettatonel cielo, senza copione, impreve<strong>di</strong>bilenelle sue sequenze. Pareva d’esserenello stesso tempo spettatore e regista.Non sempre scendevano a prenderel’acqua e, finito il gioco, tornavano acasa, <strong>di</strong>etro i monti. Erano nuvole buone,amiche, spesso desiderate ed attese.Non giocavano, invece, le nuvoleche arrivavano da Bergamo. Apparivanod’un tratto, come chi va <strong>di</strong> fretta,oscurando il cielo e spargendo terrore.Allora mia madre raccoglieva in fretta ipanni stesi, correva a chiudere le finestreed accendeva la candela benedetta,invocando la protezione <strong>di</strong> Chi può.Io sbirciavo quelle nuvole bergamasche,timoroso, mentre riversavano sullaterra tutta l’acqua dell’Oglio prima<strong>di</strong> sparire altrettanto in fretta, com’eranoarrivate.E la terra comunque le ringraziava, peril dono meraviglioso dell’acqua, consplen<strong>di</strong><strong>di</strong> arcobaleni. Di acqua ne parlocon un inten<strong>di</strong>tore, il signor FrancescoBosis, che nel ramo lavora da oltre quarant’anni.Commercia, <strong>di</strong>fatti, acqueminerali e bibite in genere ed ha seguitol’evoluzione del mercato in questi ultimidecenni. Come la maggior partedei commercianti clarensi provienedalla gavetta, un lungo periodo comegarzone presso il signor Emilio Campiotti,che aveva il magazzino in viaMarengo. “Allora, mi <strong>di</strong>ce il signor Bosis,il consumo era piuttosto limitato.Erano tempi in cui l’acqua mineraleera riservata ai facoltosi ed agli ammalati.La maggior parte della gente attingevaal rubinetto <strong>di</strong> casa o faceva provvisteai pozzi comunali se non alle cisternedell’acqua piovana”.Al signor Bosis piaceva quel lavoro,che ben si ad<strong>di</strong>ceva al suo carattereesuberante e che gli permetteva <strong>di</strong> esserecostantemente a contatto con lagente. Così, nel 1973 si mise in proprio.La moglie, signora Adolfina, <strong>di</strong>vennecompagna preziosa in questa avventuralavorativa. Impresa familiare: si <strong>di</strong>cecosì quando tutto viene svolto in famiglia,dal lavoro amministrativo a quellomanuale. Inizi duri, ricordano i signoriBosis, ma intensi e pieni <strong>di</strong> aspettative.Io li ricordo, con la mitica “Ape”, quandooltre alle cassette <strong>di</strong> bibite consegnavanouna battuta ed un po’ <strong>di</strong> buonumore.E questo Franco e Adolfinahanno fatto per anni, prima <strong>di</strong> passarela mano, soprattutto per la parte amministrativa,alla figlia Emanuela e formarel’attuale snc (anno 1993). Ora, il<strong>di</strong>ffuso benessere ha favorito un maggiorconsumo <strong>di</strong> acqua minerale, chepuò essere scelta anche in base alla suacomposizione e per le capacità curative.Esistono acque minerali che trovanovalido impiego nella cura <strong>di</strong> patologiedermatologiche, contro i <strong>di</strong>sturbidel fegato, la calcolosi, i problemi gastrointestinali,la gotta ed altro ancora.Non soltanto capriccio <strong>di</strong> chi può, dunque,ma vere e proprie pratiche terapeutichea casa propria.“Certamente la clientela va seguita,continuano i signori Bosis, e noi lo facciamocon le consegne a domicilio, siasu specifica or<strong>di</strong>nazione, sia con il classicogiro perio<strong>di</strong>co presso le abitazioni”.Bar, ristoranti, esercenti: una clientelaaffezionata e consolidata grazie ad unservizio corretto e puntuale. Un servizioche comprende la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> vini eliquori, anche se il primo amore, per leacque <strong>di</strong> ogni genere e qualità e per lebibite, occupa la parte più importante.Il magazzino <strong>di</strong> via Mezzana, dopo anni<strong>di</strong> onorato servizio, sta per essere abbandonato!Dal 2001, <strong>di</strong>fatti, l’attivitàsi trasferirà nella nuova zona PIP in viaMuradello, in locali moderni e spaziosi,adeguati al lavoro svolto. Mentre miespongono il progetto, mi pare <strong>di</strong> notarenella voce dei signori Bosis una vena<strong>di</strong> malinconia: in questo vecchio capannone,<strong>di</strong>fatti, lasciano una fetta dellaloro vita. Una fetta importante nonsolo per il tempo qui vissuto, ma perl’impegno profuso, per le speranzecon<strong>di</strong>vise, per i progetti inseguiti e realizzaticon caparbietà.Un brin<strong>di</strong>si alla famiglia Bosis, magaricon una buona acqua minerale!Elia FacchettiL’Angelo - Novembre a. D. 2000 23

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