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L'Angelo - Parrocchia di Chiari

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del tutto insondabile (laddove non cisiano responsabilità precise dei me<strong>di</strong>ci),la seconda <strong>di</strong>pende interamentedalla famiglia e dalla realtà che circondail <strong>di</strong>sabile. Questo il temadell’ultimo romanzo <strong>di</strong> Giuseppe Pontiggia,Nati due volte (Mondadori, L.29000), che <strong>di</strong>venta per tutti un momento<strong>di</strong> riflessione e un’analisi delproprio rapporto con questo universocosì vicino e così <strong>di</strong>stante.L’esperienza umana dello scrittore, ilcui figlio Paolo è <strong>di</strong>sabile, ha arricchito<strong>di</strong> emozioni il libro, non tanto perla presenza <strong>di</strong> elementi autobiograficispiccioli, quanto per la capacità <strong>di</strong>comprendere la psicologia del protagonista-narratore,il padre del ragazzomalato, e per la conoscenza <strong>di</strong> tutti gliostacoli e le <strong>di</strong>fficoltà, soggettivi e oggettivi,che una famiglia in questa situazionesi trova davanti, fino a scoprire<strong>di</strong> avere la possibilità <strong>di</strong> far “nascereuna seconda volta” il proprio figlio.Giorno dopo giorno, barriera dopobarriera, Paolo, nel romanzo, <strong>di</strong>ventasempre più il vero protagonista:ha il coraggio <strong>di</strong> esporsi e, non negandoné a sé né agli altri la propria <strong>di</strong>versità,<strong>di</strong> vivere una vita sociale. Grazieal tocco dell’ironia l’autore ha il merito<strong>di</strong> non cadere nel patetico e nell’autocommiserazione;se mai a prevalereè il tono duro, il dolore chiuso, larabbia impotente, mai separati peròdalla volontà <strong>di</strong> superare gli ostacoli,soprattutto quelli che la società frapponetra il critico punto <strong>di</strong> partenza egli obiettivi possibili da raggiungere.a cura <strong>di</strong> Enrica GobbiUna maggiore sensibilitàsul tema dei <strong>di</strong>sabili e lenuove tecnologie consentonooggi alle famiglie dei <strong>di</strong>sabili<strong>di</strong> non sentirsi troppo sole.Internet permette <strong>di</strong> unire vocilontane, comunicare esperienze etrovare informazioni preziose soprattuttoper chi è meno “attrezzato”economicamente e culturalmente.Accedendo a siti <strong>di</strong> Associazioni<strong>di</strong> volontariato come:www.accaparlante.it/cdh-bo/han<strong>di</strong>capinrete/index.htmwww.<strong>di</strong>sabili.comsi trovano in rete varie risorsesull’han<strong>di</strong>cap, riferimenti davveroutili per chi vive questo problemaspesso in dolorosa solitu<strong>di</strong>ne.Cose sbalor<strong>di</strong>tiveDio non fa la spiaIl parroco è tremendamente in<strong>di</strong>spettito perché qualcuno gli rubasempre i fichi nell’orto e lui, che ne è il padrone, non può mai assaggiarneuno. Come fare a impe<strong>di</strong>re un tale <strong>di</strong>spetto così spiacevole?“Ci penso io. Voglio ricorrere ad uno stratagemma che certamente avràbuon effetto”, <strong>di</strong>ce il parroco.Cosa fa? Scrive su un cartello queste parole: “Dio ti vede” e lo mette sultronco dell’albero. Il giorno dopo vi trova una seconda scritta sotto la prima:“Però non fa la spia”. È una barzelletta che io ho sentito a Ra<strong>di</strong>o Maria,molto semplice, ma tanto significativa.“Dio ti vede”: ci hai mai pensato? Ne sei sicuro? Dio ti vede, vede tutto, èonnisciente e onnivedente, vede <strong>di</strong> giorno e vede <strong>di</strong> notte, vede al buiopiù fitto e al chiaro più splen<strong>di</strong>do, vede dentro e vede fuori, vede in cieloe vede in terra e anche sotto terra. Insomma è dappertutto e vede ognicosa. Allora come è stolto chi <strong>di</strong>ce: “L’ho fatta franca, nessuno m’ha visto”.Che inganno! Che illusione! Forse nessuno ti ha visto, forse è vero,ma non sei sfuggito all’occhio <strong>di</strong> Dio, il quale ti ha visto e non ha fatto laspia a nessuno, ma se quel che hai fatto è male Dio imme<strong>di</strong>atamente ticondanna, e si fa sentire nella tua coscienza come ha fatto con Cainodopo che ebbe ucciso suo fratello Abele. Dio ti vede! È un bellissimo ammonimento.Se Dio vede il male vedrà anche il bene. Lo devo ricordareanche come impe<strong>di</strong>mento al male e incoraggiamento al bene. Quandoero studente, il mio professore <strong>di</strong> letteratura mi raccontava <strong>di</strong> San Tommasod’Aquino che, quando era in collegio a Napoli, presso i Domenicani,passeggiando nel chiostro del loro convento, a un certo momento avevasentito un forte profumo <strong>di</strong> mele. Oggi giorno un odore <strong>di</strong> mele noninteresserebbe a nessuno, ma a quei tempi era un fragrante richiamo perchiunque e certamente assai più per un ragazzo. Tommaso, quin<strong>di</strong>, attrattoda quel profumo si rivolge verso il luogo donde emanava e imme<strong>di</strong>atamentetrova una sala aperta e nella sala una gran tavola piena <strong>di</strong>mele. Imme<strong>di</strong>atamente allunga il braccio per prenderne una, quandovede in alto sul muro la stessa scritta <strong>di</strong> prima: “Dio ti vede”. Per Tommaso...è stata come una freccia, un chi va là terribile, al punto che dovetteritirare subito la mano e, fingendo <strong>di</strong> nulla, tornare sui suoi passi. Bene,benissimo. Noi non troviamo quella frase scritta in nessun luogo, madobbiamo scriverla nella nostra mente. Anzi per saperne <strong>di</strong> più vi invito aleggere il salmo 139 che recita così:Signore, tu mi scruti e mi conosci,tu sai quando seggo e quando mi alzo.Penetri da lontano i miei pensieri,Mi scruti quando cammino e quando riposo.Ti sono note tutte le mie vie; [...]Alle spalle e <strong>di</strong> fronte mi circon<strong>di</strong> [...]Se <strong>di</strong>co: «Almeno l’oscurità mi coprae intorno a me sia la notte»;nemmeno le tenebre per te sono oscure,e la notte è chiara come il giorno;per te le tenebre sono come la luce...Questo salmo è un capolavoro <strong>di</strong> poesia e <strong>di</strong> rivelazione. È tanto bello ecommovente sapere e pensare che Dio ci scruta e ci conosce, con tutto ilresto <strong>di</strong>chiarato dal salmo 139. Leggetelo.don Davide14 L’Angelo - Novembre a. D. 2000

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