Angelo di Verola - Parrocchia di Verolanuova
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vita parrocchiale16L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Le donnenon salgono sull’altare ma...a cura <strong>di</strong> don GiuseppeLa vita quoti<strong>di</strong>ana delle parrocchieitaliane è intessuta costantementedall’opera <strong>di</strong> uno stuolo <strong>di</strong>donne. La loro presenza tuttavia nonsem bra mai registrata come dato interessante.Sono le donne che raccolgono,or<strong>di</strong>nano e <strong>di</strong>stribuiscono abiti,pannolini per i pic coli o cibo a coloroche bussano alla porta della Caritasparrocchiale; sono le stiratrici e lecucitrici del corredo liturgico. Sonoquel le che insegnano l’italiano alledonne e ai bambini delle famiglie degliextracomunita ri; sono le catechistegiovani e adulte.Sono le mamme che cucinano durantei campi scuola, i campeggi o le giornate<strong>di</strong> ritiro dei ragazzi e dei giovani.Sono le volontarie che <strong>di</strong>stribuisconoil bollettino parrocchiale, vendono ibiglietti delle lotterie, passando pazientementecasa per casa. Sono leanzia ne che lavorano a maglia per ilbanchetto <strong>di</strong> beneficenza. Sono le giovani,le coniugate e le nubili, le laureatee quelle che hanno compiuto sologli stu<strong>di</strong> dell’obbligo, dotate <strong>di</strong> <strong>di</strong>versesensibilità e <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse opinioni.Sono ciascuna una storia e un mondo,ma tutte sono accomunate dalla capacità<strong>di</strong> mettere qualcosa <strong>di</strong> sé a <strong>di</strong>sposizionedella vita comunitaria.Ma non è solo all’interno degli ambientiparrocchiali che si attua l’operadelle donne della Chiesa: sono tuttemogli, madri o figlie.Sono lavoratrici in casa o all’esterno;sono sempre incaricate <strong>di</strong> prendersicura <strong>di</strong> qualcuno, cominciando daigenitori anziani che negli acciacchidell’età cercano le figlie. Tutta questagamma <strong>di</strong> impegni potrebbe apparirenon rilevante in or<strong>di</strong>ne all’impegno ecclesiale,ma non è così: la santità dellavocazione laicale prende corpo proprionegli impegni della vita «nel mondo»,laddove si gioca l’armonia <strong>di</strong> una famiglia,l’educazio ne dei figli, la serietàprofessionale, la par tecipazione ai <strong>di</strong>versifronti della vita civile e sociale.Con questo si deve allora conside rareche per la Chiesa non vale lo schemache quasi tutti i popoli antichi hannopraticato, ritenen do che sia più santochi sta più vicino all’al tare.Non si vuole certo mettere in <strong>di</strong>scussioneil valore fondamentale della celebrazioneeucaristica o il compito delclero, ma se non si vuole co<strong>di</strong>ficareuna mentalità clericale, si deve prendereatto del valore e dell’or<strong>di</strong> naria(e a volte straor<strong>di</strong>naria) santità <strong>di</strong> chisull’altare non sale mai, proprio comeaccade alle donne.Il ministero or<strong>di</strong>nato è costitutivo dellavita ecclesiale, ma questo non puòessere tradotto in una concentra zioneesclusiva su <strong>di</strong> esso. Se si riconosce ilvalore dell’opera delle donne e si ammetteche esse realizzano sia la loropersonale vocazione, sia una qualificazionedella vita <strong>di</strong> una parrocchia, cisi apre gradualmente a comprendereche la Chiesa, come scrive l’apostoloPaolo, è ricca <strong>di</strong> una molteplicità <strong>di</strong> vocazioni,ciascuna delle quali è un arricchimentoper la comunità intera. Conuna battuta sentita in un convegno, sipuò ricor dare che il parroco, nella suaparrocchia, deve vivere il ministerodella sintesi ma non è la sintesi <strong>di</strong> tuttii ministeri.