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Angelo di Verola - Parrocchia di Verolanuova

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Gennaio:il mese della paceL’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Mensile <strong>di</strong> Vita<strong>Parrocchia</strong>le VeroleseA cura <strong>di</strong> don Luigi BracchiRedattori:Sac. Giuseppe LamaSac. Giovanni ConsolatiSac. Carlo CiveraSac. Graziano TregambeTiziano CervatiTelefoni utili030 931210 (Casa Canonica)030 932975 (abit. Prevosto)030 9921196 (abit. don Giuseppe)030 931475 (abit. don Giovanni)030 9360611 (abit. don Carlo)333 9346065 (abit. don Graziano)StampaTipolito Bressanelli - ManerbioTel. 030 93 80 201info@litografiabressanelli.191.itsommarioommarioLa parola del Prevosto (don Luigi) 3Calendario liturgico (T. Cervati) 4Messaggio per la Pace 8Unità dei Cristiani 10I preti e noi (V. Andreoli) 12Vita parrocchialeA proposito del crocifisso (don Giuseppe) 14Preghiera davanti alla Croce 15Le donne... e l’altare (don Giuseppe) 16Lectio Divina (I viandanti del Vangelo) 17Briciole Francescane (A. Rossi) 19Un fatto straor<strong>di</strong>nario (catechesi) 20Il Triduo della Beata Paola 21Sant’Angela Merici (M.G.) 23Spazio Diaconie 24Festa della famiglia 26Dall’oratorioFatto... Il Concertino <strong>di</strong> Natale... 27In corso... 27L’arsenale 1 (F. Zacchi) 28L’arsenale 2 (G. Mombelli) 30L’arsenale 3 (don Giovanni) 32Preghiera a Maria Madre dei giovani 33Settimana educativa 34Il Carnevale 35Squadra juniores 36Sos gruppo PIO 37Arte & CulturaLe Poesie <strong>di</strong> Rosetta (R. Mor) 38L’angolo <strong>di</strong> Massimo (M. Calvi) 39Le nostre rubriche<strong>Verola</strong> Missionaria (P. Sala) 40Voi che ne pensate? (L.A. Pinelli) 41Varie - CronacaNel nostro cimitero (V. Vigna) 42Volontari del soccorso 44Gruppo Alpini 45Giornata del Ringraziamento 46Università Aperta 47Scuola Aperta al Mazzolari 48Accade a Ra<strong>di</strong>o Basilica 49Orario Ferroviario 52Farmacie e numeri utili 53Anagrafe <strong>Parrocchia</strong>le 54Offerte 54


la parola del prevostoL’Amore <strong>di</strong> Dioè in mezzo a noiAbbiamo celebrato il Natale <strong>di</strong>Gesù, la più grande rivoluzioneche si è realizzata nella storia.Guardandoci intorno, anche alla lucedegli ultimi avvenimenti, nasconodentro <strong>di</strong> noi domande, dubbi e preoccupazioni<strong>di</strong> ogni genere.La morte sconvolge terribilmente irapporti tra <strong>di</strong> noi, la crisi economicafa paura ancora in tante famiglie, lapolitica del nostro paese ci turba perlo stile che conosciamo, a livello mon<strong>di</strong>alei capi <strong>di</strong> governo fanno tanta faticaa decidere qualcosa <strong>di</strong> importanteper tutti, e l’elenco potrebbe continuare.Ancora una volta, anche quest’anno,è risuonato il canto “Gloria a Dionell’alto dei cieli e Pace in terra agli uominiche Dio ama, gli uomini <strong>di</strong> buonavolontà”.Provo a tradurre per noi queste paroleall’inizio <strong>di</strong> un anno nuovo:• Innanzitutto accanto a tante realtà<strong>di</strong>fficili è risuonata ancora unaverità strepitosa: Dio ci ama, amatutti in<strong>di</strong>stintamente, ama sempre,non ci lascia mai soli. Gesù è natopovero in una stalla proprio per realizzarein noi e con noi il suo regno<strong>di</strong> giustizia, <strong>di</strong> amore e <strong>di</strong> pace.• Chiede a noi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare sempre <strong>di</strong>più uomini <strong>di</strong> buona volontà, capaci,<strong>di</strong>sponibili ad accogliere il Cristonella nostra vita. Il Signore ci chiede<strong>di</strong> convertirci nella mente e nel cuorevivendo la Sua Parola. La capacità<strong>di</strong> scegliere il Vangelo ci realizzain tutti i campi. I sol<strong>di</strong>, il guadagno,la carriera, l’egoismo, l’o<strong>di</strong>o nonfanno la nostra felicità: solo se abbracciamol’amore, la con<strong>di</strong>visione,la solidarietà, possiamo costruireveramente. Occorre rinnovare il nostrocuore, noi stessi, pagando nelservizio verso tutti.• Gesù nel Natale ci ha detto chepossiamo rinnovarci e guardare inmodo <strong>di</strong>verso quanto ci circonda.• Tutto questo deve partire da me, dalmio piccolo, nel mio ambiente, nellamia famiglia, sul posto <strong>di</strong> lavoro,dovunque.• Abbiamo sentito in questi giorniqualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso dentro <strong>di</strong> noi:occorre crederci e darci da fare- <strong>di</strong>ventando più vicini e più attenti atutti- con amore- e da ultimo dobbiamo fare nostra finalmentein tutto e per tutto la causadel Suo Regno anche per se percerti versi costa; occorre pagare <strong>di</strong>persona.Tutto questo non è meraviglioso? Nonriempie il nostro cuore?È necessario che ognuno <strong>di</strong> noi cicreda veramente, illuminando ognimomento della nostra vita: non basta<strong>di</strong>re “sono le solite belle parole”; maè necessario che nelle nostre famiglieregni sempre <strong>di</strong> più l’amore, chenella politica si scelga sempre <strong>di</strong> piùla logica del bene comune per tutti,soprattutto per gli ultimi, che a livellomon<strong>di</strong>ale si decida per la convivenzatra i popoli e per l’aiuto reciproco.E allora “Gloria a Dio” che si interessae ci ama sempre e pace a tutti noi,perché una buona volta, e sempre <strong>di</strong>più cre<strong>di</strong>amo al Suo Amore.Buon Anno 2010 a tutti.Don Luigi3L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


calendario liturgico4L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>gennaioIn Basilica: Prefestiva: ore 18.00Festive: ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.00ore 17.45 Celebrazione dei VespriFeriali: ore 7.00 - 9.00ore 18.00 eccetto il giovedìS. Rocco: Festiva: ore 9.00S. Anna - Breda Libera: Festiva: ore 10.00Feriale: ore 18.30 solo giovedìCappella Casa Albergo: Tutti i giorni ore 16.30 (eccetto la domenica)N.B.: In Basilica, ogni sabato dalle ore 15.30 alle 17.00, un sacerdote è a <strong>di</strong>sposizioneper le confessioni.1 venerdì Ottava <strong>di</strong> Natale. Maria Santissima Madre <strong>di</strong> Dio (proprio del salterio)Giornata della PaceDal Vangelo “...In quel tempo, i pastori andarono senza indugio e trovaronoMaria, Giuseppe e il Bambino che giaceva nella mangiatoia...Dopo gli otto giorni prescritti, gli fu messo nome Gesù comeera stato detto dall’<strong>Angelo</strong>”. (Lc. 2, 16.21)Sante Messe con orario festivoNon si porta la Comunione agli ammalatiore 17.30 Canto del vespro, preghiere per la Pace, bene<strong>di</strong>zione Eucaristicasolenneore 18.00 Santa Messa Solenne3 Domenica Seconda dopo Natale (II settimana del salterio)Dal Vangelo “(Gesù) venne tra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto.A quanti però l’hanno accolto ha dato il potere <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare figli<strong>di</strong> Dio”. (Gv. 1, 11-12)Sante Messe con orario festivoParte oggi la gita-pellegrinaggio ad Assisi5 martedì ore 18.00 Santa Messa prefestiva dell’Epifaniaore 21.00 San Rocco: “El Presepe secondo nóter”, rappresentazione per “Natalenelle Pievi”6 Mercoledì EPIFANIA del SIGNORE - Solennità (proprio del salterio)Vangelo “I magi entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madree prostratisi lo adorarono e gli offrirono in dono oro, incensoe mirra”. (Mt. 2, 11)Sante Messe con orario festivoore 9.30 Arrivo in Basilica del corteo dei Magi con i doni per l’infanzia nelmondoore 11.00 S. Messa solenne in canto con la partecipazione del Coro San LorenzoAnnuncio delle feste solenni dell’annoore 14.30 Bene<strong>di</strong>zione dei presepi nelle varie Diaconieore 16.00 In Basilica: celebrazione per i ragazzi/e dell’Oratorio, omaggio aGesù Bambino dei piccoli della parrocchia e consegna degli attestati<strong>di</strong> partecipazione al concorso presepiore 17.30 Vespro solenne. Professione <strong>di</strong> fede


calendario liturgico5L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>10 Domenica Battesimo del Signore (Proprio del salterio)Dal Vangeloore 15.00ore 15.00ore 17.45“...Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevutoanche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scesesu <strong>di</strong> lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come <strong>di</strong> colomba,e vi fu una voce dal cielo: «Tu sei il mio figlio pre<strong>di</strong>letto,in te mi sono compiaciuto»...” (Lc 3, 21-22)Sante Messe con orario festivoOratorio: incontro con i genitori dei bambini del Primo anno <strong>di</strong> niziazioneCristianaFesta <strong>di</strong> tutti i bambini battezzati nell’anno 2009: Ci si trova inBasilica e poi la festa prosegue dalle SuoreVespri11 lunedì Prima Settimana del Tempo Or<strong>di</strong>nario (T.O.)1ª settimana del salterioore 20.30 In basilica: Centro <strong>di</strong> Ascolto Comunitario17 Domenica II del tempo or<strong>di</strong>nario (II settimana del salterio)Dal Vangelo ...E Gesù <strong>di</strong>sse loro: «Riempite d’acqua le giare»; e le riempironofino all’orlo. Disse loro <strong>di</strong> nuovo: «Ora attingete e portateneal maestro <strong>di</strong> tavola». Ed essi gliene portarono. ... (Gv 2, 7-8)Sante Messe con orario festivoS. Antonio abateGiornata del migrante e del rifugiatoLa giornata è de<strong>di</strong>cata all’approfon<strong>di</strong>mento e allo sviluppo del <strong>di</strong>alogo ebraicocristiano.“Scrutando il mistero della Chiesa, il Sacro Concilio - afferma la Dichiarazione“Nostra Aetate” - ricorda il vincolo con cui il popolo del Nuovo Testamento èspiritualmente legato alla stirpe <strong>di</strong> Abramo”. Scopo della giornata dell’Ebraismo è lasensibilizzazione delle comunità cristiane a non <strong>di</strong>menticare la “propria ra<strong>di</strong>ce santa”ossia “il popolo d’Israele a cui appartengono Gesù e Maria, gli Apostoli e la primacomunità cristiana <strong>di</strong> Gerusalemme”.ore 9.30 Presentazione dei Cresiman<strong>di</strong>ore 15.00 Oratorio: incontro con i genitori e i bambini del 3° anno <strong>di</strong> iniziazioneCristianaore 15.00 Suore: Incontro per i genitori dei ragazzi <strong>di</strong> 3ª me<strong>di</strong>a


calendario liturgico6L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>18 lunedì Giornata mon<strong>di</strong>ale dell’Unità della ChiesaOggi si apre l’ottavario <strong>di</strong> preghiera per l’unità dei Cristiani.Ogni giorno fino al 25 c.m. dopo la lettura del Vangelo, nel corsodelle Sante Messe, breve riflessione. Ogni sera alle ore 18.30 servizio<strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>obasilica20 mercoledì ore 20.45 Alfianello: Incontro zonale <strong>di</strong> spiritualità per i giovani21 giovedì S. Agneseore 15.00 In Basilica si apre il triduo della festa in onore della Beata PaolaGambaraS. Messa e riflessione22 venerdì ore 15.00 Preghiera dei Vespri, Santa Messa e riflessione in preparazionealla festa della Beata PaolaDal 22 al 31 in Oratorio: Settimana Educativa - ve<strong>di</strong> a pag. 3423 sabato Fe s ta dell a Be ata Paol aore 15.00 S. Messa solenne in onore della Beata Paola. Dopo la celebrazione,presso le Rev.de Suore, omaggio a tutte le donne della parrocchia24 Domenica III del tempo or<strong>di</strong>nario (III settimana del salterio)Dal Vangeloore 15.00ore 16.00“...Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette.Gli occhi <strong>di</strong> tutti nella sinagoga stavano fissi sopra <strong>di</strong> lui. Alloracominciò a <strong>di</strong>re: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voiavete u<strong>di</strong>ta con i vostri orecchi». ... (Lc 4, 20-21)Sante Messe con orario festivoSan Francesco <strong>di</strong> SalesOratorio: incontro con i genitori e i bambini del 2° anno <strong>di</strong> iniziazioneCristianaPresso le Rev.de suore incontro con l’Azione Cattolica Adulti25 lunedì Conversione <strong>di</strong> San Paolo ApostoloSi conclude l’ottavario <strong>di</strong> preghiera per l’unità dei cristiani27 mercoledì S. Angela Merici31 Domenica IV del tempo or<strong>di</strong>nario (IV settimana del salterio)Dal Vangeloore 15.00...All’u<strong>di</strong>re queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni <strong>di</strong> sdegno;si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condusserofin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, pergettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro,se ne andò. ... (Lc 4, 28-30)Sante Messe con orario festivo57ª giornata dei malati <strong>di</strong> lebbraS. Giovanni Bosco, patrono dei giovani e dei ragazzi del nostroOratorioSuore: Incontro per i genitori dei bambini <strong>di</strong> 4ª e 5ª elementare


calendario liturgico1 lunedì Ore 20.30 Dalle Suore: Preparazione dei Centri <strong>di</strong> Ascolto2 martedì Presentazione del Signore. FestaGiornata della Vita ConsacrataLa festa della Presentazione del Signore è collocata a metà stradafra le due più importanti solennità dell’anno liturgico. Vuole fare daponte fra il Natale e la Pasqua, unificandole intorno al tema dellaluceore 20.30 S. Messa preceduta dalla bene<strong>di</strong>zione delle candele e processionein Basilica3 mercoledì S. Biagio, vescovo e martire. È consuetu<strong>di</strong>ne impartire la bene<strong>di</strong>zionedella gola. Il rito avrà luogo unicamente al termine delleSante Messe4 giovedì Primo giovedì del mese. Dopo la S. Messa delle ore 9.00 adorazionecomunitaria e personale fino alle ore 12.005 venerdì Sant’Agata - Primo venerdì del mese consacrato alla devozionedel Sacro Cuore. Sante Messe con orario ferialeSi porta la Comunione agli ammalatiore 20.00 Dalle Suore: Adorazione Eucaristica con la Fraternità Francescana“Santa Chiara”7 Domenica V del tempo or<strong>di</strong>nario (I settimana del salterio)febbraio7L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Dal Vangeloore 10.15ore 15.00ore 15.00ore 17.30“...Quando ebbe finito <strong>di</strong> parlare, <strong>di</strong>sse a Simone: «Pren<strong>di</strong> illargo e calate le reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro,abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; masulla tua parola getterò le reti». E avendolo fatto, presero unaquantità enorme <strong>di</strong> pesci e le reti si rompevano. ...” (Lc 5, 4-6)Sante Messe con orario festivoOggi si celebra la 32ª Giornata in <strong>di</strong>fesa della vita per educareall’accoglienza della vita e contrastare l’aborto e ogni forma <strong>di</strong> violenzacontro la vita presenti nella cultura e nella società contemporaneaOratorio: Lancio dei messaggi per la vitaOratorio: incontro con i genitori e i bambini del primo anno <strong>di</strong> iniziazioneCristianaSuore: Incontro con i genitori dei ragazzi <strong>di</strong> 1ª e 2ª me<strong>di</strong>aCelebrazione liturgica con preghiere a favore della vita


giornata della pace8L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>1 gennaio 2010: Giornata Mon<strong>di</strong>ale per la PaceIl Papa: «Serve un’alleanzatra l’uomo e il creato»“La salvaguar<strong>di</strong>a del creato e larealizzazione della pace sonorealtà tra loro intimamenteconnesse”. Lo afferma Benedetto XVInel suo messaggio per la celebrazionedella Giornata mon<strong>di</strong>ale della paceche ricorre il 1° gennaio 2010, intitolato“Se vuoi coltivare la pace, custo<strong>di</strong>sciil creato”. Il messaggio è statopresentato oggi (15 <strong>di</strong>cembre) in salastampa vaticana.Serve un’alleanza tra uomo e ambiente.“Se, infatti, a causa della crudeltàdell’uomo sull’uomo -scrive ilPapa- numerose sono le minacce cheincombono sulla pace e sull’autenticosviluppo umano integrale - guerre, conflittiinternazionali e regionali, atti terroristicie violazioni dei <strong>di</strong>ritti umani - nonmeno preoccupanti sono le minacceoriginate dalla noncuranza - se non ad<strong>di</strong>ritturadall’abuso - nei confronti dellaterra e dei beni naturali che Dio ha elargito.Per tale motivo è in<strong>di</strong>spensabileche l’umanità rinnovi e rafforzi “quell’alleanzatra essere umano e ambiente,che deve essere specchio dell’amorecreatore <strong>di</strong> Dio, dal quale proveniamoe verso il quale siamo in cammino”. IlPapa ricorda “i doveri derivanti dal rapportodell’uomo con l’ambiente naturale,considerato come un dono <strong>di</strong> Dio atutti, il cui uso comporta una comuneresponsabilità verso l’umanità intera,in special modo verso i poveri e le generazionifuture”.Rivedere il modello <strong>di</strong> sviluppoeconomico. Una “revisione profondae lungimirante del modello <strong>di</strong> sviluppo”per “correggerne le <strong>di</strong>sfunzioni ele <strong>di</strong>storsioni”. E l’adozione, invece, <strong>di</strong>un modello “fondato sulla centralitàdell’essere umano, sulla promozione econ<strong>di</strong>visione del bene comune, sulla responsabilità,sulla consapevolezza delnecessario cambiamento degli stili <strong>di</strong>vita e sulla prudenza”. “Come rimanerein<strong>di</strong>fferenti -si chiede il Papa- <strong>di</strong> frontealle problematiche che derivano da fe-


giornata della pacenomeni quali i cambiamenti climatici,la desertificazione, il degrado e la per<strong>di</strong>ta<strong>di</strong> produttività <strong>di</strong> vaste aree agricole,l’inquinamento dei fiumi e delle faldeacquifere, la per<strong>di</strong>ta della bio<strong>di</strong>versità,l’aumento <strong>di</strong> eventi naturali estremi, il<strong>di</strong>sboscamento delle aree equatoriali etropicali? Come trascurare il crescentefenomeno dei cosiddetti ‘profughiambientali’…? Come non reagire <strong>di</strong>fronte ai conflitti già in atto e a quellipotenziali legati all’accesso alle risorsenaturali?”. “L’umanità -sottolinea- habisogno <strong>di</strong> un profondo rinnovamentoculturale”, <strong>di</strong> un modo <strong>di</strong> vivere “improntatoalla sobrietà e alla solidarietà,con nuove regole e forme <strong>di</strong> impegno,puntando con fiducia e coraggio sulleesperienze positive compiute e rigettandocon decisione quelle negative”.Purtroppo, osserva, si deve constatare“in <strong>di</strong>versi Paesi e regioni del pianeta”la “negligenza” o il “rifiuto, da parte <strong>di</strong>tanti, <strong>di</strong> esercitare un governo responsabilesull’ambiente”. In questo modo“l’attuale ritmo <strong>di</strong> sfruttamento metteseriamente in pericolo la <strong>di</strong>sponibilità<strong>di</strong> alcune risorse naturali non solo perla generazione presente, ma soprattuttoper quelle future”. “Il degrado ambientale-denuncia il Papa- è spessoil risultato della mancanza <strong>di</strong> progettipolitici lungimiranti o del perseguimento<strong>di</strong> miopi interessi economici, che sitrasformano, purtroppo, in una seriaminaccia per il creato”. “L’attività economica”,deve quin<strong>di</strong> rispettare “maggiormentel’ambiente”.Appello ai governi: Contrastare idanni all’ambiente. “Compete allacomunità internazionale e ai governinazionali dare i giusti segnali per contrastarein modo efficace quelle modalitàd’utilizzo dell’ambiente che risultinoad esso dannose”. È l’appello <strong>di</strong> BenedettoXVI. “Per proteggere l’ambiente,per tutelare le risorse e il clima -suggerisce-occorre, da una parte, agire nel rispetto<strong>di</strong> norme ben definite anche dalpunto <strong>di</strong> vista giuri<strong>di</strong>co ed economicoe, dall’altra, tenere conto della solidarietàdovuta a quanti abitano le regionipiù povere della terra e alle future generazioni”.È urgente “una leale solidarietàinter-generazionale”, “una rinnovatasolidarietà intra-generazionale, specialmentenei rapporti tra i Paesi in via <strong>di</strong>sviluppo e quelli altamente industrializzati”e “una solidarietà che si proiettinello spazio e nel tempo”. “È infatti importantericonoscere -sottolinea- fra lecause dell’attuale crisi ecologica, la responsabilitàstorica dei Paesi industrializzati”,anche se i Paesi meno sviluppatied emergenti “non sono tuttaviaesonerati dalla propria responsabilità”.Promuovere energie <strong>di</strong> minore impattoambientale. Il Papa rivolge ancheun invito alla comunità internazionalea “promuovere la ricerca e l’applicazione<strong>di</strong> energie <strong>di</strong> minore impattoambientale”, sfruttando ad esempio“la grande potenzialità dell’energia solare”e dando attenzione alla “questioneoramai planetaria dell’acqua ed alsistema idrogeologico globale”. Ed invitaad esplorare “appropriate strategie<strong>di</strong> sviluppo rurale incentrate sui piccolicoltivatori e sulle loro famiglie”, ad “approntareidonee politiche per la gestionedelle foreste, per lo smaltimento dei rifiuti,per la valorizzazione delle sinergieesistenti tra il contrasto ai cambiamenticlimatici e la lotta alla povertà”. Invocainoltre “politiche nazionali ambiziose”,uscendo “dalla logica del mero consumo”per “forme <strong>di</strong> produzione agricolae industriale rispettose dell’or<strong>di</strong>ne dellacreazione e sod<strong>di</strong>sfacenti per i bisogniprimari <strong>di</strong> tutti”. Benedetto XVI chiedealla comunità internazionale “un mondoprivo <strong>di</strong> armi nucleari” ed a ciascunouna revisione dei “comportamenti”degli “stili <strong>di</strong> vita e i modelli <strong>di</strong> consumo”:“Tutti siamo responsabili dellaprotezione e della cura del creato”.(Da: Avvenire: 15 <strong>di</strong>cembre 2009)9L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


ottavario <strong>di</strong> preghiera10L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>18-25 gennaio 2010Ottavario <strong>di</strong> Preghiera per l’Unità dei CristianiVoi sarete testimoni<strong>di</strong> tutto ciò (Luca 24, 48)PresentazioneIl tema della Preghiera per l’unità dei cristianidel 2010 si collega al ricordo dellaConferenza missionaria internazionale <strong>di</strong>E<strong>di</strong>mburgo che viene riconosciuta comel’inizio ufficiale del Movimento ecumenicomoderno. Nei giorni 14-23 del giugno1910, oltre mille delegati, appartenentiai <strong>di</strong>versi rami del Protestantesimo edell’Anglicanesimo, a cui si unì ancheun ortodosso, si incontrarono nella cittàscozzese per riflettere insieme sullanecessità <strong>di</strong> giungere all’unità al fine <strong>di</strong>annunciare cre<strong>di</strong>bilmente il Vangelo <strong>di</strong>Gesù. A cento anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza la tensionemissionaria che riunì quei cristianipuò aiutarci a riflettere sul legame chec’è tra missione e comunione nella vitadei cristiani. Sappiamo bene, infatti, chel’evangelizzazione è tanto più efficacequanto più i <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Gesù possonomostrare la loro comunione, la loro unità.Del resto lo stesso Maestro li avevaavvertiti: “Da questo riconosceranno chesiete miei <strong>di</strong>scepoli, se vi amerete gli unigli altri”. Queste parole del Signore fannoemergere ancor più la contrad<strong>di</strong>zione chec’è tra le <strong>di</strong>visioni dei cristiani e l’obbligoche comunque essi hanno <strong>di</strong> un annunciocre<strong>di</strong>bile. D’altra parte non possiamocerto rinviare la comune testimonianzaevangelica fino al giorno in cui sarà ristabilitala nostra piena comunione. E comunquesappiamo anche che la primatestimonianza è la nostra comunione.L’urgenza <strong>di</strong> una evangelizzazione cre<strong>di</strong>bileha spinto Giovanni Paolo II, nell’enciclicaUt Unum Sint, a mettere il <strong>di</strong>to nellapiaga: «È evidente che la <strong>di</strong>visione deicristiani è in contrad<strong>di</strong>zione con la Veritàche essi hanno la missione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere,e dunque essa ferisce gravemente la lorotestimonianza... Come annunciare il Vangelodella riconciliazione senza al contempoimpegnarsi ad operare per la riconciliazionedei cristiani? Se è vero che la Chiesa,per impulso dello Spirito Santo e con lapromessa dell’indefettibilità, ha pre<strong>di</strong>catoe pre<strong>di</strong>ca il Vangelo a tutte le nazioni,è anche vero che essa deve affrontare le<strong>di</strong>fficoltà derivanti dalle <strong>di</strong>visioni. Messi <strong>di</strong>fronte a missionari in <strong>di</strong>saccordo fra loro,sebbene essi si richiamino tutti a Cristo,sapranno gli increduli accogliere il veromessaggio? Non penseranno che il Vangelosia fattore <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione, anche se essoè presentato come la legge fondamentaledella carità?» (n. 98).La comunicazione del Vangelo e la co-


ottavario <strong>di</strong> preghieramunione tra i cristiani sono due <strong>di</strong>mensioniche chiedono <strong>di</strong> essere vissute inmaniera più responsabile da tutti i cristiani,anche in Italia. Durante il IV ConvegnoEcumenico Nazionale, tenutosi a Siracusa,abbiamo riflettuto sul tema paolino:«Guai a me, se non annuncio il vangelo».La memoria dell’Apostolo ci ha aiutato acomprendere ancor più chiaramente illegame tra l’urgenza della evangelizzazionee una nuova audacia nel camminoecumenico. Abbiamo ringraziato ilSignore per il cammino ecumenico chele Chiese e le Comunità ecclesiali hannocompiuto in Italia soprattutto a partiredal Concilio Vaticano II. E abbiamo sottolineatol’irreversibilità <strong>di</strong> tale cammino,sapendo bene che l’unità non è il fruttodelle nostre alchimie umane ma un dono<strong>di</strong> Dio che dobbiamo chiedere anzituttocon la preghiera. Certo, a noi viene chiesto<strong>di</strong> non lasciare nulla <strong>di</strong> intentato percompiere quei passi che ci portano versol’unità. Abbiamo, infatti, riconosciuto ilpericolo <strong>di</strong> cadere nella sottile tentazione<strong>di</strong> assuefarci alla <strong>di</strong>visione, <strong>di</strong> conviveretroppo facilmente con la ferita della<strong>di</strong>sunione, ritenendola una con<strong>di</strong>zioneinsuperabile. Se così facessimo, saremmoresponsabili <strong>di</strong> una grave colpa. Tantopiù che abbiamo davanti a noi nuovesfide che chiedono invece un impegnopiù comune. Basti pensare alla <strong>di</strong>ffusione<strong>di</strong> quella mentalità materialistica chesta allontanando sempre più dal Vangelouomini e donne, giovani e adulti, ed ancheadolescenti e bambini. L’attitu<strong>di</strong>neegocentrica che ne consegue spinge a ripiegarsisu se stessi privilegiando i propriinteressi e <strong>di</strong>menticando quelli dei poveri,dei deboli, degli immigrati, degli zingarie <strong>di</strong> coloro che non hanno né voce néposto nella società. Non possiamo nonguardare preoccupati questa involuzioneche avvelena le ra<strong>di</strong>ci stesse della convivenzanel nostro Paese. Vi è poi un altrofenomeno che ci riguarda da vicino e chechiede a noi tutti una rinnovata generosità.Ci riferiamo alla immigrazione cristiananel nostro Paese. Si tratta <strong>di</strong> centinaia<strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> fratelli e sorelle sia ortodossiche evangelici, oltre che cattolici, chesono approdati in Italia per cercare unavita migliore. La loro venuta è come unapreghiera rivolta anche a noi perché ricevanouna risposta <strong>di</strong> amore. Anche l’ecumenismoitaliano deve ascoltare questogrido: dobbiamo affinare le orecchie delnostro cuore, allargare la nostra mentee unire le nostre braccia per accoglierequesti nostri fratelli e aiutarli a crescereanche nella fede.In questo orizzonte è stato scelto il capitolo24 del Vangelo <strong>di</strong> Luca. È la narrazionedel giorno <strong>di</strong> Pasqua. L’ascolto comune<strong>di</strong> questa pagina evangelica può aiutarcia riscoprire il grande dono della Pasqua<strong>di</strong> cui tutti dobbiamo essere testimoni.Lo furono quelle donne, lo furono anche idue <strong>di</strong> Emmaus ed anche gli Un<strong>di</strong>ci. Nonpossiamo che metterci sulle loro orme apartire dall’obbe<strong>di</strong>enza nell’ascolto. Anchenoi sentiremo ardere il nostro cuoree cercheremo <strong>di</strong> tornare verso Gerusalemmeper testimoniare assieme l’incontrocon il Risorto. La preghiera rivolta alPadre nell’ultima cena perché i <strong>di</strong>scepoli“siano una cosa sola” (Gv 17, 21) trovavaconcretezza nel comando che il Risorto<strong>di</strong>ede loro: “Voi sarete testimoni <strong>di</strong> tuttociò” (Lc 24, 48). A noi è chiesto <strong>di</strong> accoglierequesto invito e, nell’ascolto comunedel Vangelo, chiedere al Signore <strong>di</strong>aiutarci per affrettare i nostri passi versola comunione piena.Chiesa Cattolica+Vincenzo PagliaVescovo <strong>di</strong> Terni-Narni-AmeliaPresidente, Commissione CEIper l’Ecumenismo e il DialogoFederazionedelle Chiese Evangeliche in italiaProf. Domenico MaselliPresidenteSacra Arci<strong>di</strong>ocesi Ortodossa d’Italiae <strong>di</strong> Malta ed Esarcatoper l’Europa Meri<strong>di</strong>onaleGenna<strong>di</strong>os ZervosArcivescovo-Metropolita Ortodossod’Italia e <strong>di</strong> Malta ed Esarcaper l’Europa Meri<strong>di</strong>onale11L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


i preti e noi12L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Il 31 gennaio sarà la festa <strong>di</strong> san Giovanni Bosco,sacerdote ed educatore.Riflettiamo in questo anno sacerdotale sul pretecome modello per il suo popoloSacerdote <strong>di</strong> Cristo<strong>di</strong> Vittorino AndreoliOgni uomo nel corso della sua esistenzasubisce, credo, il fascino<strong>di</strong> un maestro, che per lui <strong>di</strong>ventaun modello <strong>di</strong> riferimento. Non èpossibile un processo educativo, se nonincorporando dei modelli. Non bastanoi princìpi: questi infatti non sono ancoraun “intervento educativo”, se con taleespressione inten<strong>di</strong>amo la possibilità <strong>di</strong>promuovere un comportamento nuovoo <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficarne uno abituale. E nonc’è dubbio che la crisi dell’educazioneattuale si leghi proprio a un chiacchiericciosu regole e criteri a cui partecipaanche chi si configura come un cattivoesempio, e non ha dunque le caratteristiche<strong>di</strong> un modello da seguire. Nella miavita ho avuto la fortuna <strong>di</strong> incontrare eseguire dei modelli. (...) Dico questo peraffermare che il modello <strong>di</strong> riferimento èun’esigenza dell’educazione, e più ampiamentedell’esistenza stessa. Il bisogno<strong>di</strong> imparare e <strong>di</strong> migliorare sempre.E chi non avverte questa necessità è daconsiderare indubbiamente un caso patologico,in <strong>di</strong>rezione narcisistica oppuremaniacale, per la mania cioè <strong>di</strong> sentirsiun “padre eterno”, un riferimento nontanto per sé ma per il mondo. E la terraè piena <strong>di</strong> maniacali che non scorgononemmeno la propria nullità, anzi la propriastupi<strong>di</strong>tà mista a smisurato orgoglio.Credo che anche solo dal punto <strong>di</strong> vistaumano ci sia l’esigenza <strong>di</strong> un riferimentocontinuo, sicuro. Di uno specchio entrocui vedersi e correggere le proprieazioni, e persino i propri pensieri chefiniscono per esserne il motore. Tuttoquesto per dare sostegno all’affermazioneche ogni uomo ha bisogno <strong>di</strong> un Dio,magari anche solo <strong>di</strong> un “<strong>di</strong>o minore” sesi lega unicamente a questa terra.Insomma, non mi sorprende la figura<strong>di</strong> chi, come il sacerdote, sceglie nellapropria vita <strong>di</strong> avere come modello Cristo.E non faccio fatica a capirlo, analizzandola figura <strong>di</strong> Gesù <strong>di</strong> Nazareth, siapure dal solo punto <strong>di</strong> vista umano. Cristocome figlio Dio appartiene alla Chiesa,ma come uomo interpella tutti, anchei non credenti. E non vi è dubbio che, purlimitandosi alla solo <strong>di</strong>mensione mondana,Cristo risulta essere un gran<strong>di</strong>ssimouomo, che si pone a livello <strong>di</strong> pochissimialtri, per capirsi <strong>di</strong> Socrate o <strong>di</strong> TommasoMoro. Un modello lo si deve vedere, losi deve poter seguire, più o meno come


i preti e noidevono aver fatto i primi amici <strong>di</strong> Cristo,i suoi apostoli, che si chiamavano Pietro,Andrea, Tommaso... Cosa voglio <strong>di</strong>re?Che la scelta del sacerdote <strong>di</strong> seguirecompiutamente il modello Cristo ha unfondamento del tutto naturale o comunea tutti. Viene alla mente L’Imitazione <strong>di</strong>Cristo attribuita a Tommaso da Kempis(1379-1471), che non ha come riferimentoun intenso misticismo, ma una quoti<strong>di</strong>anitàconcreta, che viene scan<strong>di</strong>tadall’esempio <strong>di</strong> Cristo e da quello che èstato il suo comportamento: l’umiltà, lacarità, il raccoglimento, l’abbandono, lagioia (chi ama, vola, corre, esulta). Comesi sperimenta la relazione con un modelloumano (sia pure transitorio o parziale),così il credente e soprattutto il sacerdoteinteriorizzano Cristo, che non è soltantoun uomo ma Dio. Un Dio che si è incarnatoe in Cristo si fa dunque modellovisibile. Ebbene, devo ammettere chequesta chiave <strong>di</strong> lettura ha per me unaforza straor<strong>di</strong>naria, perché sostiene quelfondamento psicologico che prevede ilbisogno del modello: prima per cresceree poi per vivere. Tuttavia, in un simile scenario,il rapporto potrebbe essere anchesolo in<strong>di</strong>viduale.Saremmo in questo caso dentro ad unalogica soggettiva, quasi che il rapportotra un credente, e in particolare un sacerdote,con il proprio modello, Cristo-Dio, fosse <strong>di</strong> tipo in<strong>di</strong>vidualistico. Ma èevidente che non può essere questa lafigura del sacerdote: la sua vocazionenasce in una comunità, e la sua missioneconsiste nell’annunciare e testimoniareCristo a tutti. In altre parole,la <strong>di</strong>mensione personale è necessaria,intimamente fondante, ma deve <strong>di</strong>ventareuna testimonianza aperta a tutti edunque comunitaria. E chi è a sua voltal’apostolo rispetto agli altri? È colui che,annunciando Cristo, ne propone l’esempio.E poiché oggi Cristo non è incontrabilecome succedeva duemila anni fasulle strade della Giudea o della Samaria,ecco che il sacerdote <strong>di</strong>venta a sua voltamodello per gli altri. Un modello cherinvia ad un Altro più grande modello,ma pur sempre anche lui modello. Direallora “sacerdote <strong>di</strong> Cristo” significa <strong>di</strong>re,anche per un laico come me, che questosacerdote segue in tutto Cristo e <strong>di</strong>vienea sua volta, nel mondo, un altro Cristo.Sono indotto a riconoscere che il sacerdoterende presente sulla terra Chi ormaiè nel cielo. Imitatore <strong>di</strong> Cristo, il sacerdotelo rappresenta in questa terra in manieravisibile, sensibile. E se oggi non si puòmettere, come Tommaso, le <strong>di</strong>ta nelleferite del suo costato, si può però incontrareCristo attraverso i suoi sacerdoti.Rispetto al credente, il sacerdote <strong>di</strong> Cristoè colui che è stato raggiunto da unachiamata: “lascia tutto e seguimi”, gli hadetto Gesù “Tu es sacerdos in aeternum:sarai la mia effige, rivelerai i miei princìpiche vivono in te, i quali si storicizzano attraverso<strong>di</strong> te, e <strong>di</strong>venterai così esempio emodello. Ti ho chiamato per questo”.Devo <strong>di</strong>re che amo molto il teatro. Dovel’attore è colui che assume su <strong>di</strong> sé unafigura che non è lui stesso. Così può persinocapitargli <strong>di</strong> rappresentare la figuradel Cristo; e sono molte le rappresentazionirealizzate, alcune anche <strong>di</strong> una forzaincre<strong>di</strong>bile, capaci <strong>di</strong> porre lo spettatorecome se si trovasse <strong>di</strong> fronte al Cristo dellastoria. Nulla tuttavia <strong>di</strong> questo avvieneper il sacerdote: egli <strong>di</strong>venta Cristo, enel mondo ne compie le funzioni, conla certezza <strong>di</strong> essere stato a ciò chiamato(la vocazione), e <strong>di</strong> aver ricevuto perquesto la forza necessaria (la graziadell’or<strong>di</strong>nazione). Insegna la teologiacattolica che quando il sacerdote compiedeterminate azioni liturgiche è come sefosse Cristo a farle, in un legame talmentestretto che si giunge a <strong>di</strong>re (e mi pareaffermazione da far tremare) che Cristo èlì anche se il sacerdote sbaglia. Non c’èdubbio alcuno: il sacerdote è una figurastraor<strong>di</strong>naria pur se carica <strong>di</strong> mistero, edè ragionevole pensare che vi sia un livello<strong>di</strong> comprensione tale della missione sacerdotaleche non solo entusiasma ma sifa urgenza, urgenza irrinunciabile.(Da: “Avvenire” - 26 marzo 2008)13L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


vita parrocchiale14L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>La Corte <strong>di</strong> Strasburgo non <strong>di</strong>fende la libertà,offende la memoriaChi ha interesse a sfrattareCristo dalle nostre aule?a cura <strong>di</strong> don GiuseppeLa Corte europea dei <strong>di</strong>ritti dell’uomoha intimato lo “sfratto” alcrocifisso dalle aule scolastiche,perché costitui rebbe «una violazionedella liber tà dei genitori a educare i figlisecondo le loro convinzioni e dellalibertà <strong>di</strong> religione degli alunni». Per igiu<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Strasburgo, «la pre senza delcrocifisso potrebbe esse re facilmenteinterpretata dagli studenti <strong>di</strong> tutte leetà come un simbolo religioso. Avvertirebbero<strong>di</strong> essere educati in un ambientescolastico che ha il marchio <strong>di</strong>una data religione».Sulla preparazione giuri<strong>di</strong>ca deimembri della Corte <strong>di</strong> Stra sburgo nonci permettiamo <strong>di</strong> eccepire. Sulla loroconoscenza del la storia, invece, abbiamoda ri<strong>di</strong>re. E molto. Le ra<strong>di</strong>ci cristianeso no così profonde che reciderlerende incomprensibile il patrimo nio<strong>di</strong> cultura, Storia, arte e valori del nostroPaese.Dopo il crocifisso, che altro vo gliamoschiodare dal panorama? Le croci deicampanili, per evitare che i citta<strong>di</strong>niavvertano <strong>di</strong> vivere in città e paesi chehanno «il mar chio <strong>di</strong> una data religione»?La Madonnina del Duomo, pernon “marchiare” il cielo sopra Milano?Faremo sparire dai testi <strong>di</strong> scuolale immagini con scene e simbolireligiosi (dalla Pietà <strong>di</strong> Michelan geloalle Madonne <strong>di</strong> Raffaello), per non“violare” i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> alun ni e genitori? Eperché continua re a “offendere” i noncredenti ostinandoci a datare gli annidel la nostra vita a partire dalla nasci ta<strong>di</strong> Cristo? Non sarebbe ora che il “sinedrio”<strong>di</strong> Strasburgo agisse anchesul calendario?La sentenza della Corte euro pea <strong>di</strong>Strasburgo non <strong>di</strong>fende la libertà, offendesolo la memoria. Che, condannataall’alzheimer civile, non ha piùpassato. Valori e simboli fanno partedel baga glio <strong>di</strong> tutti i citta<strong>di</strong>ni, credentie non. Appartengono a una biografiacollettiva.Che l’ere<strong>di</strong>tà cristiana sia con-


vita parrocchialenaturata all’essere italiani l’ave vacapito bene un filosofo (non un teologo)come Benedetto Cro ce. Affermandoche «non possia mo non <strong>di</strong>rci cristiani»,scriveva: “Il cristianesimo è statola più grande rivoluzione che l’umani tàabbia mai compiuto. Nessu n’altra reggeal confronto. Rispet to a lei tutte sembranolimitate”. I simboli delle gran<strong>di</strong>trasforma zioni storiche non si sfrattano:vale per il tricolore dell’unità d’Italia,giustamente <strong>di</strong>feso dal vi lipen<strong>di</strong>osecessionista, come per il crocifissoche sta piantato nel cuore della civiltà.Il crocifisso è sì un simbolo reli gioso,cui i cristiani guardano co me alla stellapolare della loro fe de, ma è ancheparte integrante della nostra identità<strong>di</strong> popolo. Parla al cuore dei credenti,ma al larga le braccia sulle sofferenze<strong>di</strong> ogni uomo e donna; in<strong>di</strong>ca tra guar<strong>di</strong><strong>di</strong> giustizia, pace e solida rietà. Anchei giu<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Strasbur go dovrebbero saperlo.Ma dovremmo ricordarcelo tutti noi,cristiani a orologeria. Per esserecre<strong>di</strong>bili, nella <strong>di</strong>fesa del crocifisso,dovremmo rispet tarne con coerenzail messaggio. Nella sua interezza.Anche quan do è scomodo, controcorrente.Su quella croce, ancora oggi,so no inchiodati tanti “poveri Cri sti”, aimargini della società. Ab biamo toltoloro <strong>di</strong>ritti e <strong>di</strong>gnità, respingendoli osfrattandoli dalle nostre terre e case.Non c’è nulla <strong>di</strong> più ipocrita, tantomeno cristiano, che stru mentalizzarela croce per affer mare un’identità inopposizione ad altre, O bran<strong>di</strong>re il crocifissocome clava contro gli “infedeli”.La sentenza <strong>di</strong> Strasburgo con fermail peccato originale dell’Eu ropa:un’Unione senza anima, senza ra<strong>di</strong>ci.E senza i simboli più cari. Così ciimpoveriamo tutti. Così ci si allontanadalla volontà popolare.(Da: “Famiglia Cristiana” - n. 46/2009)Preghieradavanti alla CroceSignore Gesù, su questa nostra terra,terra irrorata dal sudore dell’uomo,terra bagnata dal sangue, terrapercorsa dall’amore e dall’o<strong>di</strong>o, è statapiantata la tua croce, strumento <strong>di</strong> violenzache ti ha reso immagine <strong>di</strong> dolore e <strong>di</strong>morte. Rifiutato dalle folle, abbandonatodagli amici, confuso con i criminali, spogliatodella tua <strong>di</strong>gnità, torturato nel corpoe nell’anima, tu sei sceso fino in fondonel baratro della sofferenza e dell’annullamentolà dove sembra che anche Dio sialontano. Eppure le tue braccia, inchiodatealla croce, restano aperte per accoglieretutti. Eppure la tua bocca proferisce soloparole <strong>di</strong> perdono e promesse <strong>di</strong> felicità.Signore Gesù, la tua storia continuanella litania quoti<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>menti, <strong>di</strong>rifiuti, <strong>di</strong> infedeltà, <strong>di</strong> soprusi, <strong>di</strong> vendetteche percorrono questo mondo. Davantialla tua croce, nuovo ed uguale segno <strong>di</strong>questa storia che non vuol cambiare, noiavvertiamo più acutamente la trage<strong>di</strong>adei popoli poveri del mondo. In essi la tuapassione continua ancora. E non finisconogli oltraggi le <strong>di</strong>struzioni, i crimini quoti<strong>di</strong>ani,le sofferenze inferte ai più debolie agli infermi. Davanti a te e a tutti i crocifissidel mondo dopo l’ultimo colpo <strong>di</strong>lancia, dopo l’ultima azione bellica, dopol’ultima violenza gratuita sugli innocenti,noi ti imploriamo per tutti gli uomini especialmente per quelli che usano il poteredelle armi per offendere, per umiliare,per imporre il loro potere. Fa’ che i loroocchi si aprano sul male commesso sulleconseguenze devastanti delle guerre, suilutti e sulle rovine, sulla <strong>di</strong>sperazione deipopoli. Apri una breccia nel loro cuoreperché nei volti sfigurati degli oppressiriconoscano le sembianze del tuo Cristo,nel sangue delle vittime, il sangue checade dalla sua croce, perché lui è fratello<strong>di</strong> ogni creatura che soffre. Amen.15L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


vita parrocchiale16L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Le donnenon salgono sull’altare ma...a cura <strong>di</strong> don GiuseppeLa vita quoti<strong>di</strong>ana delle parrocchieitaliane è intessuta costantementedall’opera <strong>di</strong> uno stuolo <strong>di</strong>donne. La loro presenza tuttavia nonsem bra mai registrata come dato interessante.Sono le donne che raccolgono,or<strong>di</strong>nano e <strong>di</strong>stribuiscono abiti,pannolini per i pic coli o cibo a coloroche bussano alla porta della Caritasparrocchiale; sono le stiratrici e lecucitrici del corredo liturgico. Sonoquel le che insegnano l’italiano alledonne e ai bambini delle famiglie degliextracomunita ri; sono le catechistegiovani e adulte.Sono le mamme che cucinano durantei campi scuola, i campeggi o le giornate<strong>di</strong> ritiro dei ragazzi e dei giovani.Sono le volontarie che <strong>di</strong>stribuisconoil bollettino parrocchiale, vendono ibiglietti delle lotterie, passando pazientementecasa per casa. Sono leanzia ne che lavorano a maglia per ilbanchetto <strong>di</strong> beneficenza. Sono le giovani,le coniugate e le nubili, le laureatee quelle che hanno compiuto sologli stu<strong>di</strong> dell’obbligo, dotate <strong>di</strong> <strong>di</strong>versesensibilità e <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse opinioni.Sono ciascuna una storia e un mondo,ma tutte sono accomunate dalla capacità<strong>di</strong> mettere qualcosa <strong>di</strong> sé a <strong>di</strong>sposizionedella vita comunitaria.Ma non è solo all’interno degli ambientiparrocchiali che si attua l’operadelle donne della Chiesa: sono tuttemogli, madri o figlie.Sono lavoratrici in casa o all’esterno;sono sempre incaricate <strong>di</strong> prendersicura <strong>di</strong> qualcuno, cominciando daigenitori anziani che negli acciacchidell’età cercano le figlie. Tutta questagamma <strong>di</strong> impegni potrebbe apparirenon rilevante in or<strong>di</strong>ne all’impegno ecclesiale,ma non è così: la santità dellavocazione laicale prende corpo proprionegli impegni della vita «nel mondo»,laddove si gioca l’armonia <strong>di</strong> una famiglia,l’educazio ne dei figli, la serietàprofessionale, la par tecipazione ai <strong>di</strong>versifronti della vita civile e sociale.Con questo si deve allora conside rareche per la Chiesa non vale lo schemache quasi tutti i popoli antichi hannopraticato, ritenen do che sia più santochi sta più vicino all’al tare.Non si vuole certo mettere in <strong>di</strong>scussioneil valore fondamentale della celebrazioneeucaristica o il compito delclero, ma se non si vuole co<strong>di</strong>ficareuna mentalità clericale, si deve prendereatto del valore e dell’or<strong>di</strong> naria(e a volte straor<strong>di</strong>naria) santità <strong>di</strong> chisull’altare non sale mai, proprio comeaccade alle donne.Il ministero or<strong>di</strong>nato è costitutivo dellavita ecclesiale, ma questo non puòessere tradotto in una concentra zioneesclusiva su <strong>di</strong> esso. Se si riconosce ilvalore dell’opera delle donne e si ammetteche esse realizzano sia la loropersonale vocazione, sia una qualificazionedella vita <strong>di</strong> una parrocchia, cisi apre gradualmente a comprendereche la Chiesa, come scrive l’apostoloPaolo, è ricca <strong>di</strong> una molteplicità <strong>di</strong> vocazioni,ciascuna delle quali è un arricchimentoper la comunità intera. Conuna battuta sentita in un convegno, sipuò ricor dare che il parroco, nella suaparrocchia, deve vivere il ministerodella sintesi ma non è la sintesi <strong>di</strong> tuttii ministeri.


vita parrocchialeDalla Lectio DivinaSolennità <strong>di</strong> Cristo RePilato <strong>di</strong>sse a Gesù“Sei tu il re dei Giudei?”Rispose Gesù: “il mio regno non è <strong>di</strong> questo mondo” (Gv 18, 36)È forte il messaggio che oggi Gesù ci dà.Il cristiano deve gareggiare a fare il bene, a donarsi agli altri, a far fruttificare i doniche ha ricevuto testimoniando così la sua appartenenza a Dio.Nell’essere umano è forte invece la tentazione <strong>di</strong> usare i propri talenti per un profittopersonale ed egoistico. Gesù ci invita ad essere più coerenti nelle nostre azioni, neinostri comportamenti volgendo sovente lo sguardo a Lui appeso alla croce.Lui, Figlio <strong>di</strong> Dio, Dio stesso, Re dell’Universo inchiodato ingiustamente al legno <strong>di</strong>quell’albero che è frutto delle nostre ipocrisie, del nostro orgoglio, delle nostre vanitàe soprattutto del bastare a noi stessi.Un Re inchiodato ad una croce non desta molto interesse, anzi, è motivo <strong>di</strong> scandaloe <strong>di</strong> derisione per tutti quelli che vogliono mettersi al riparo per non essere coinvoltia mettere in gioco qualcosa <strong>di</strong> sé.Un Re il cui esercito è formato in gran parte da “straccioni”, da “<strong>di</strong>sperati” da ogni “rifiuto”della società opulenta. Questi però alla fine della “battaglia” risulteranno i verivincitori ed andranno ad occupare il posto a loro riservato vicino al trono del Re.L’amore, la carità, lo spendere la propria vita per i forti ideali volti al bene dei fratelli:questo è il messaggio che Gesù ci vuol donare.La regalità <strong>di</strong> Gesù è una vera storia d’amore.17L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Prima domenica d’AvventoMostraci Signore, la tua misericor<strong>di</strong>a...“Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti” (1Ts 3,12)San Paolo ci invita al grande comandamento dell’amore per il quale Gesù ha datola vita per noi. Amare tutti, anche quelli che possono recarci <strong>di</strong>spiaceri e sofferenze.Perdonare a chi ci ha fatto offese.Amare i poveri <strong>di</strong> mezzi, e <strong>di</strong> spirito, aiutandoli concretamente con mezzi propri, conl’ascolto, l’amicizia e la preghiera. Il Vangelo ci invita a pregare per avere la forza <strong>di</strong>vincere il male e credere in Lui che non viene meno alle sue promesse.Ritornerà e saremo sempre con Lui.La morte non è la fine ma la liberazione da tutto ciò che ci impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> vederlo egoderlo così come Egli sarà. Intensifichiamo la nostra speranza e fiducia in Lui specialmentein questo tempo <strong>di</strong> Avvento in preparazione al Santo Natale.Voi conoscete quali regole <strong>di</strong> vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù (1Ts 4, 2)“Stato <strong>di</strong> preghiera”; è sentire che Dio è sempre presente in me, perciò è stare allapresenza del Signore anche quando lavoro e faccio altre cose, avere la consapevolezzache Lui vive in me; sia che mangio, sia che dormo vivo con il Signore.“L’atto <strong>di</strong> pregare”; è il momento in cui io smetto <strong>di</strong> fare per stare personalmente a tuper tu con il Signore.Dobbiamo educarci a questi due atteggiamenti.


vita parrocchiale18L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Seconda domenica d’AvventoPreparate la via del Signore,raddrizzate i suoi sentieri“Sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia” (Fil 1, 4)San Paolo, ci fa capire come deve essere la nostra preghiera, non solo una richiestapersonale, ma comunitaria, cioè richiesta <strong>di</strong> aiuto a crescere nell’amore reciproco,attivo e fedele al Vangelo. A camminare comunitariamente per il Regno <strong>di</strong> Dio, a nonpensare solo a noi, ma alla salvezza <strong>di</strong> tutti, all’aiuto reciproco nel <strong>di</strong>scernimento perciò che ci aiuta a perseverare nel cammino <strong>di</strong> fede.“Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore <strong>di</strong> Cristo.”Fil 1, 8L’avvento è il tempo <strong>di</strong> vigilanza operosa con desiderio <strong>di</strong> gioia a impegnarsi per unmondo migliore. San Paolo vuole condurre i cristiani <strong>di</strong> Filippi ad avere una fedeadulta. Si rallegra se essi stiano realmente maturando nella comprensione, nellapratica e nel <strong>di</strong>ffondere la buona notizia. Anche per noi come per i filippesi è necessarioche la nostra vita <strong>di</strong> figli <strong>di</strong> Dio cresca, si consoli<strong>di</strong> e si espanda nel senso volutoda Gesù.Solennità dell’ImmacolataRallegrati, piena <strong>di</strong> grazia:il Signore è con TeAllora Maria <strong>di</strong>sse: “Ecco la serva del Signore: avvenga <strong>di</strong> me secondo la tua parola”(Lc 1,38)Maria madre <strong>di</strong> Dio e anche nostra, Regina del cielo e della terra che hai salvato ilmondo pronunciando il Tuo si, Ti sei fatta serva del Signore insegna anche a noi aessere umili e docili come lo fosti Tu. O mamma Immacolata sei stata preservata dalpeccato, lo Spirito Santo Ti ha colmato <strong>di</strong> questo dono. Metti anche noi sotto la Tuaprotezione perché siamo peccatori e bisognosi <strong>di</strong> aiuto.Con l’arrivo del Natale fa che accogliamo anche noi Gesù come lo hai accolto Tu,proponendoci veramente <strong>di</strong> migliorare per essere anche noi come fiori profumati,per rendere grazie a Dio e portare tanta gioia nel mondo.Terza domenica d’AvventoInterrogavano Giovanni:“che cosa dobbiamo fare?”“E noi che cosa dobbiamo fare?” (Lc 3,14)In questo brano del Vangelo la gente chiede a San Giovanni Battista cosa deve farepensando che sia lui il Messia.Noi invece sappiamo e atten<strong>di</strong>amo con gioia il Natale, ma qual’è il vero Natale cheGesù si aspetta da noi? Trovarci pronti all’ascolto della sua Parola e a metterla inpratica con il comandamento più grande che Lui ci ha dato, “amarci gli uni gli altricome Lui ci ha amati”. Quin<strong>di</strong> abbandoniamo i pregiu<strong>di</strong>zi verso tutti e cerchiamo <strong>di</strong>comprenderci e <strong>di</strong> essere più misericor<strong>di</strong>osi nel rispetto delle manifestazioni dellanostra fede, e <strong>di</strong> operare ognuno con i nostri carismi con tanta gioia e felicità.E sarà un vero Natale <strong>di</strong> pace.I viandanti del Vangelo


vita parrocchialeNel nome del Padre, del Figlioe dello Spirito SantoIl segno della croce: un gesto chenoi facciamo e al quale, forse, <strong>di</strong>amopoca importanza. Con il segnodella croce, gesto semplice che facciamosopra <strong>di</strong> noi, iniziamo la giornata,la celebrazione eucaristica, gli incontri<strong>di</strong> fraternità ecc... Non dovremmo maistancarci <strong>di</strong> ringraziare il Signore perquesto gesto <strong>di</strong> amore verso <strong>di</strong> noi:un dono eterno che non si esaurisce.Ogni volta che facciamo il segno dellacroce, ci tocchiamo prima il capo,simbolo della ragione essenziale pergiungere a Dio. Ci tocchiamo poi ilcuore, perché la fede è l’amore <strong>di</strong> Diosenza il quale non possiamo credere,la sua grazia è fondamentale. Infineci tocchiamo le spalle, il nostro corpo,la nostra responsabilità, la nostra singolarità<strong>di</strong> persona che alla fine deveaccettare Dio. Il segno della croce, appareil gesto più semplice e naturaledel mondo, ma in realtà è così profondoe intenso (lo stesso San Francescoquando vedeva due rami a forma <strong>di</strong>croce andava in estasi, perché gli ricordavanola morte e la risurrezionedel nostro Signore Gesù Cristo.) Perquesto il segno della Croce è il gestofondamentale della preghiera del cristiano.Segnare se stessi con il segnodella Croce è pronunciare un sì visibilee pubblico a Colui che è morto per noie che è risorto, al Dio che nell’umiltàe debolezza del suo amore è l’Onnipotente,più forte <strong>di</strong> tutta la potenza e l’intelligenzadel mondo”. «Non vergognamoci,dunque, della croce <strong>di</strong> Cristo ma,per un altro mistero, se ci segniamo lafronte apertamente, i demoni verrannoscacciati tremando davanti a questo segnoregale. Facciamo, dunque, questosegno quando mangiamo e beviamo,quando ci se<strong>di</strong>amo e riposiamo, quandoci muoviamo, parliamo e camminiamo;in una parola, facciamolo in ognioccasione per render presente Egli chefu in terra crocefisso e ora è nei cieli».(San Cirillo <strong>di</strong> Gerusalemme 315-86).Il Figlio <strong>di</strong> Dio e nostro fratello, Gesù,è venuto a rivelarci il mistero <strong>di</strong> amoredel Padre. Tutto è stato salvato dalui. Anche la preghiera è stata salvatadal Signore Gesù. Per questo ogni preghieracristiana comincia nel nomedella Trinità, nel nome del Padre e delFiglio e dello Spirito Santo. Noi viviamoal cospetto della Trinità, circondatidalle tre persone <strong>di</strong>vine che voglionocomunicarsi a noi. Fare il segno dellacroce, appena svegli, all’inizio <strong>di</strong> ognipreghiera personale o comunitaria,come ultimo gesto prima <strong>di</strong> addormentarsi,vuol <strong>di</strong>re riconoscere questo.Questa la spiegazione più conosciutadel perché ci facciamo il segnodella croce... ma abbiamo notato cheusiamo il segno della croce in manierainconsapevole in molti momenti enon solo in quelli <strong>di</strong> raccoglimento inpreghiera?Pace e beneFraternità Santa Chiarabriciole francescane19L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


vita parrocchialeLa Beata Paola GambaraQuest’anno, come Spose e madriCristiane, abbiamo pensato<strong>di</strong> pubblicare la storia dellaBeata Paola per rinfrescare un po’ lamemoria anche a quelle persone cheancora non la conoscono.È un modello veramente esemplareper la donna cristiana nei più <strong>di</strong>versistati <strong>di</strong> vita. Sebbene sia stato scrittoparecchio attorno a questa Beata,pare però che non vi sia <strong>di</strong> lei una verabiografia storica.Nacque il 3 marzo 1473 dal conteGiampietro e dalla contessa TaddeaCaterina Martinengo.Nel decreto della Sacra Congregazionedei Riti, riportato più avanti, è dettoesplicitamente che venne alla luce a<strong>Verola</strong>nuova. Altrettanto affermano ilconte Francesco Gambara, come risultada una sua lettera scritta nel 1842 alprevosto Pagani, il Litta e il Marini neiloro scritti. A suffragio <strong>di</strong> tale ipotesi sifa notare che da noi è molto sentito ilculto alla B. Paola e che nella chiesadella frazione “Breda Libera” <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>nuova,eretta a parrocchia solo nel1955, vi è un altare de<strong>di</strong>cato alla stessa.Il Guerrini ed altri invece ritengonosia nata a Brescia o a Pralboino.Le caratteristiche della sua vita d’infanziasono: una pietà profonda, unapurezza illibata, una pazienza eroicae una grande carità verso i poveri e isofferenti. Le sue devozioni particolarierano il Crocifisso, la Madonna e SanFrancesco d’Assisi.Non si sa come mai, essendo tuttade<strong>di</strong>ta alla vita <strong>di</strong> pietà, sia passata amatrimonio col conte Lodovico Costa<strong>di</strong> Bene Vagienna. Pare che si sia interessatodella cosa il famoso pre<strong>di</strong>catorefrancescano <strong>Angelo</strong> da Chivasso,che la Chiesa elevò agli onori degli al-tari col titolo <strong>di</strong> Beato.Le nozze furono celebrate con principescasolennità e il viaggio verso ilcastello comitale <strong>di</strong> Bene Vagienna fuun trionfo per la giovanissima coppia.A Torino il duca <strong>di</strong> Savoia li volle riceveree presentare loro i suoi omaggi edauguri.Terminati i festeggiamenti, Paolaformula il suo programma <strong>di</strong> vita, in-21L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


vita parrocchiale22L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>trecciando le sue devozioni al compimentofedele dei doveri del suo stato eall’esercizio delle opere <strong>di</strong> carità, specialmentenegli anni 1493, 1502 e 1503quando in Piemonte vi era la carestia.Si <strong>di</strong>stinse anche come paciera nellevertenze <strong>di</strong> suo marito coi parenti <strong>di</strong> luie con gli abitanti <strong>di</strong> Bene.Diventata madre in giovane età, la suavita si tramutò in un doloroso calvarioper i torti d’ogni genere che ricevevadal marito. Ma restò sempre al suoposto.La lotta durò per ben do<strong>di</strong>ci anni,durante i quali non fece che tacere,pregare, piangere, soffrire per amore<strong>di</strong> Dio e del marito attendendo con fiduciala sua conversione. Unico sostegnoal suo spirito era il Beato <strong>Angelo</strong>da Chivasso, ma questi morì troppopresto.Dopo il lungo martirio spuntò finalmentel’ora della liberazione. Suo maritovenne ad ammalarsi gravemente.Ella lo assistette con dolcezza e assiduitàe lo indusse a fare il voto, sefosse guarito, <strong>di</strong> recarsi in pellegrinaggioalla tomba del Beato <strong>Angelo</strong>da Chivasso. Il conte l’ascoltò; si <strong>di</strong>ceche la guarigione fu quasi imme<strong>di</strong>ata.Da quel giorno nel castello <strong>di</strong> BeneVagienna l’armonia più serena rifiorìin un ritmo <strong>di</strong> vera vita cristiana.La Beata Paola, che si era fatta terziariafrancescana nel 1491 prendendol’abito dalle mani stesse del B. <strong>Angelo</strong>,intensificò la sua vita <strong>di</strong> pietà e <strong>di</strong>generosità.Morì il 24 gennaio 1515, dopo aver ricevutoi Santi Sacramenti e lasciandoal figlio e ai suoi cari un testamento <strong>di</strong>vita profondamente cristiana.Dal giorno della sua morte preziosa laBeata Paola godette del culto liturgico,che il 14 agosto 1845 Gregorio XVIapprovò e confermò solennemente.La sua festa è stata fissata al 24 gennaioma, per la prevalenza della memoria<strong>di</strong> San Francesco <strong>di</strong> Sales, è anticipataal 23.Si potrebbe anche chiamarla la SantaMonica dell’Or<strong>di</strong>ne Francescano.La sua tomba, custo<strong>di</strong>ta con ogni curanella chiesa del convento dei PadriFrancescani <strong>di</strong> Bene Vagienna, <strong>di</strong>vennemeta <strong>di</strong> pellegrinaggi e per la <strong>di</strong> leiintercessione si compirono numerosimiracoli.Il P. Giacinto Burroni o.f.m., che scrisseuna vita popolare intorno alla Beata,afferma che nel 1695 circa, per desideriodei conti Gambara, venne apertala sua urna e tolto al suo corpo il velonero che essa portava e sostituito conun altro, e cosi l’anello che essa portavanella mano destra. Le due reliquievennero inviate a Brescia e postesull’altare della cappella del palazzo <strong>di</strong><strong>Verola</strong> Alghise, residenza dei Gambara(dove ancora si trovavano nel 1756).Di tali reliquie al presente non si sanulla.Nella chiesa della Disciplina, a sinistraentrando, v’è un affresco sciupatoche si crede sia <strong>di</strong> Lattanzio Gambara.Alla base è <strong>di</strong>pinta nel mezzo la BeataPaola Gambara attorniata da parecchipersonaggi del suo casato. In alto è ritrattala Vergine col Bambino in braccioe più sotto, ai lati, appaiono i Ss.Domenico e Caterina.Vi aspettiamo numerose (anche configli e mariti). Le date sono le seguenti:21 gennaio: S. Messa con riflessione22 gennaio: Vespri23 gennaio: S. Messa conclusiva altermine della quale consegneremoun piccolopensiero. Per le iscritte cisarà un momento <strong>di</strong> festadalle Reverende Suore.AssociazioneSpose e Madri Cristiane


vita parrocchialeSant’Angela MericiCompatronadella Città Di BresciaÈun evento significativo: il 13 febbraio2010,con la reliquia dellaSanta, in processione dal Santuario<strong>di</strong> Sant’Angela alla chiesa <strong>di</strong>San Faustino, si festeggerà per la primavolta con i Santi patroni Faustinoe Giovita, anche Sant’Angela comecompatrona <strong>di</strong> Brescia.23L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Vogliamo scorrere insieme a gran<strong>di</strong> linee,la sua vita <strong>di</strong> donna semplice, macon una profonda e vivace spiritualitàed una grande fede!Angela nasce a Desenzano nel 1474.Ben presto muore improvvisamentela sorella maggiore; poco tempo dopoperde i genitori.Lo zio materno l’accoglie con il fratellominore nella sua casa <strong>di</strong> Salò.Qui Angela, anziché approfittare dellavita agiata che le viene offerta, sifa terziaria francescana per seguireGesù più da vicino e poter accostarsipiù spesso i sacramenti. Fattasi adultaritorna a Desenzano e continua lasua vita tra casa, chiesa, campi e operebuone.Nel lavoro dei campi, durante la mietitura,Angela ha una visione profetica,fra terra e cielo, che le dà l’intuizionedella Compagnia <strong>di</strong> Vergini Consacrateche un giorno lei dovrà istituirenella chiesa.Varie persone si rivolgono a lei peravere conforto, preghiera e consigli;infatti ci sono alcune testimonianzedell’epoca, ad esempio, Antonio Romanogiovane mercante, Caterina Pa-tengola, che aveva perso il marito e ifigli; il Duca <strong>di</strong> Milano vuole conoscerlaper avere consigli e raccomandarealla sua preghiera sé e il suo ducato.Affrontò nel 1524 un pellegrinaggio inTerra Santa per ben sei mesi, fra rischie pericoli, pirati e briganti, tempeste enavigazioni fuori rotta.Poi pellegrinò a Roma per il Giubileodel 1525.Rientrata a Brescia si de<strong>di</strong>cò all’operaa cui Dio l’aveva chiamata.La donna, a quei tempi, non aveva libertà<strong>di</strong> scelta per il proprio avvenire,decideva tutto la famiglia destinandolaal matrimonio (se povera) o al monastero(se ricca).Angela sa cogliere i segni dei tempi,mossa dallo Spirito Santo e con fiducianelle risorse che la donna ha in sé


vita parrocchiale24L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>con la sua ricchezza femminile.Istituisce uno stato <strong>di</strong> vita consacratanel mondo, cioè la Verginità, scelta liberamentee vissuta da “Sposa <strong>di</strong> CristoFiglio <strong>di</strong> Dio” aperta alla maternitàspirituale ed esperta in umanità, pervivere con profondo senso materno,annunciare l’Amore <strong>di</strong> Dio, accogliendocon benevolenza, ascoltando con<strong>di</strong>screzione ed offrendo aiuto in qualsiasiambiente sociale (famiglia, lavoro,tempo libero, etc...).È questo un grande passo nel camminodella promozione della donna.La compagnia fu fondata nel 1535.Angela morì il 17 gennaio 1540 a Bresciadove è sepolta nel santuario alei de<strong>di</strong>cato. Venne canonizzata il 24maggio 1807.Oggi Sant’Angela Merici è conosciutae venerata nel mondo intero graziealla <strong>di</strong>ffusione della Compagnia <strong>di</strong>Sant’Orsola (Santa Vergine e Martirea cui Sant’Angela affidò la sua protezione),nella sua forma secolare e nei<strong>di</strong>versi istituti <strong>di</strong> Suore Orsoline.Sant’Angela, donna <strong>di</strong> grande fede eamore cristiano, realizzando un’istituzione<strong>di</strong> Donne Consacrate, ha incisoprofondamente nella storia della chiesaper cui il nostro Vescovo, i Superioricon le autorità civili, hanno deciso<strong>di</strong> proclamarla compatrona della Città<strong>di</strong> Brescia.“Sant’Angela prega per ciascuno <strong>di</strong> noie per il mondo intero, affinché il buonDio ci solleciti sempre con la me<strong>di</strong>cinadella sua Misericor<strong>di</strong>a ed il dono delsuo Amore che ci accompagna ognigiorno della nostra vita”.M.G.SpazioDiaconieIniziare un nuovo anno è semprefare un bilancio, fare progettie propositi, provando a basarsisull’esperienza fatta e sul confrontocon gli altri...Per questo motivo ritorniamo con lamemoria, per ricercare l’entusiasmo einvitiamo tutti a ricordare come l’esperienzaDiaconie è nata, dalla missionenell’anno del Giubileo (2000)... la sorpresaè stata il tornare a comunicaree a con<strong>di</strong>videre con semplicità la vitaquoti<strong>di</strong>ana: esperienza nettamente incontrotendenza con l’atteggiamentocomune <strong>di</strong> chi oggi <strong>di</strong>ce: “fidarsi èbene, non fidarsi è meglio...”.Ci piace quin<strong>di</strong> riproporre non solocome logo il simbolo 8X1=1 per rifletteresoprattutto sul suo significatoprofondo, che è il riassunto della vitacristiana, che è poi alla base <strong>di</strong> tuttele attività delle Diaconie (zone delimitateper motivi logistici, ma nell’intenzione,profondamente unite spiritualmenteed idealmente)...Apriamo questa pagina dove si troveranno,<strong>di</strong> volta in volta, riflessioni sulsignificato delle <strong>di</strong>aconie, sui simboliche le rappresentano, sulle esperienzee sulle attività. Si troveranno anchedegli “avvisi”, che hanno la funzione<strong>di</strong> pro memoria per chi è coinvoltonell’attuazione o anche <strong>di</strong> invito allapartecipazione rivolto a tutti.


vita parrocchialeriflessioni dal Centro <strong>di</strong> ascolto del<strong>di</strong>cembre 2009.25La testimonianza dell’Abbé Pierre ciha aiutati a ripensare la nostra Vocazioneintesa come una chiamata personale.La Parola ci in<strong>di</strong>ca che Dio, “chiamandociper nome”, si aspetta da noi la rispostaad uno specifico orientamento<strong>di</strong> vita. La comprensione <strong>di</strong> far parte<strong>di</strong> un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong>vino realizzabile nelvivere quoti<strong>di</strong>ano, sia nei momenti <strong>di</strong>forza che in quelli in cui ci sentiamodeboli, ci porta a dare un senso profondoad ogni attimo della nostra vita.Ecco allora la necessità <strong>di</strong> avere unaimmagine reale <strong>di</strong> se stessi coscientidei propri limiti, ma anche delle propriepotenzialità, visto che Dio ha datodoni a ciascuno <strong>di</strong> noi.I nostri limiti ci rendono impacciati,maldestri, ma essi non possono maicostruire la nostra persona. Il centrodel nostro essere è positivo (“a immagine<strong>di</strong> Dio lo creò”).Il nostro lato positivo è molto più forte<strong>di</strong> quello negativo, le nostre potenzialitàsuperano i nostri limiti, e questarealtà è Dio stesso dentro <strong>di</strong> noi e cheattraverso <strong>di</strong> noi <strong>di</strong>venta visibile aglialtri.Il grande progetto <strong>di</strong> Dio su <strong>di</strong> noi: laSantità è per tutti e tutti siamo chiamatia vivere per far incontrare Dio aifratelli. (a cura della Diaconia <strong>di</strong> SanLorenzo).contribuito alla buona riuscita <strong>di</strong>questa iniziativa.- La parte centrale <strong>di</strong> questo SpazioDiaconie, sarà <strong>di</strong> volta in volta curatadalle <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>aconie per sentirela voce <strong>di</strong> tutti ed avere <strong>di</strong>versi punti<strong>di</strong> vista: una riflessione sulla realtàparrocchiale delle <strong>di</strong>aconie o su unaattività, non si chiede <strong>di</strong> più.Quale Diaconia darà il suo contributonel numero dell’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> febbraio2010?Fatevi vivi e segnalatelo al Parrocoche vi darà in<strong>di</strong>cazioni pratiche.- Il 6 gennaio 2010 - solennità dell’Epifania,consueto Giro dei Presepidelle Diaconie accompagnato dallaBanda “Stella Polare” (orari indefinizione... li troverete magari sulPane <strong>di</strong> Vita).L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Ricor<strong>di</strong>amo che... (comunicazioni oappuntamenti in agenda):- La bancarella dell’8 <strong>di</strong>cembre 09 inpiazzetta della Chiesa ha avuto unbuon successo, si ringraziano tuttele persone che, a vario titolo, hanno- Il Centro <strong>di</strong> Ascolto <strong>di</strong> gennaio 2010è comunitario, quin<strong>di</strong> non c’è l’incontro<strong>di</strong> preparazione.- Segnalate informazioni o idee suquesta rubrica per tempo al Parroco.


vita parrocchiale26L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>A proposito della“Festa della famiglia 2009”Ricordate il nostro invito a parteciparealla Festa della famiglia, apparsosull’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong> delloscorso novembre? Bene!!! Siamo lieti<strong>di</strong> informarvi che anche quest’anno, ilgiorno 8 <strong>di</strong>cembre, solennità dell’Immacolata,tante coppie <strong>di</strong> sposi si sonoritrovate a festeggiare il loro anniversario<strong>di</strong> matrimonio unite alla comunità.Questa ricorrenza è stata una splen<strong>di</strong>daoccasione <strong>di</strong> incontro, <strong>di</strong> preghiera e <strong>di</strong> riflessionesul valore del matrimonio, sullasua bellezza e grandezza. Momento specialedella giornata è stata la celebrazionedell’Eucarestia, durante la quale DonLuigi ha sottolineato la figura <strong>di</strong> Maria ealcuni suoi atteggiamenti come l’obbe<strong>di</strong>enza,l’ascolto e il servizio, che l’hannoaiutata a rendersi <strong>di</strong>sponibile a realizzareil progetto affidatole da Dio e <strong>di</strong>ventarela madre <strong>di</strong> Gesù. Questi atteggiamentidevono aiutarci nel nostro cammino <strong>di</strong>sposi cristiani, in famiglia, a costruire relazionipositive con gli altri. La Madonnapuò ancora esserci maestra e guida nellacrescita reciproca dell’amore, nella fedeltà<strong>di</strong> ogni giorno, nel trasmettere la fedeai nostri figli e nell’accettare i momenti<strong>di</strong>fficili che la vita ci presenta.Davanti all’altare ci siamo sentiti tutti piùvicini, c’erano i volti noti dei nostri amici<strong>di</strong> sempre, ma anche coppie che per laprima volta partecipavano a questa celebrazione.I canti del coro San Lorenzoci hanno aiutato a vivere intensamentequesta solennità, era come se Maria stendessesu tutti noi il suo benevolo sguardoche infonde pace e serenità nel cuore.Terminata la Santa Messa ci siamo ritrovatia pranzo insieme per continuare lagiornata nella gioia. E si sa, a tavola, siparla volentieri e fra una barzelletta, unabattuta, uno scambio <strong>di</strong> auguri e tantebelle canzoni, il pomeriggio è volato serenamente.Ci siamo salutati con la promessa<strong>di</strong> ritrovarci tutti ancora il prossimoanno...Una coppia <strong>di</strong> sposi


dall’oratorioFatto...Santa Lucia in Oratorio; i ritiri delle varie classi; il Presepio e...Il Concertino <strong>di</strong> Natale...27L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>In corso...Mentre an<strong>di</strong>amo in stampa sono in corso taaaaante belle iniziative:- Il Concorso Presepi- Il GR IN - Gr(est) In(vernale)- Il Camposcuola sulla neve a TemùSul prossimo numero pubblicheremo un ampio servizio fotografico sui “Lavoriin Corso”.


dall’oratorio28L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Arsenale della pace 1A lezione <strong>di</strong> BontàEravamo circa quin<strong>di</strong>ci ragazzipartiti alla volta della città <strong>di</strong>Torino senza sapere quello checi avrebbe atteso. All’arrivo ci siamoaccorti <strong>di</strong> essere nell’Arsenale dellaPace: una fabbrica d’armi trasformatain centro missionario. Proprio così,grazie all’enorme lavoro svolto dall’associazioneSermig, una centrale <strong>di</strong>morte è <strong>di</strong>ventata luogo <strong>di</strong> vita. Qui,circa trenta volonterosi consacrati elaici vivono e si de<strong>di</strong>cano giorno dopogiorno all’aiuto <strong>di</strong> senza tetto, ragazzemadri, persone <strong>di</strong>sagiate e preparanoaiuti umanitari da spe<strong>di</strong>re nelle piùsvariate parti del mondo.Ad accoglierci, una scritta che già <strong>di</strong>cevatutto: la bontà è <strong>di</strong>sarmante. Suun pietrone quadrangolare troneggiavaquesta iscrizione che costituiscela filosofia <strong>di</strong> vita del gruppo: cam-biare insieme questo mondo infameed egoista, che obbliga un miliardo<strong>di</strong> persone a vivere nella miseria e amorire <strong>di</strong> fame. Ci siamo accorti chetutto ciò non sono parole scritte su unfoglio o pronunciate nell’aria ma veramenteogni cosa è compiuta per glialtri a cominciare dal più piccolo.Insieme al Sermig abbiamo riflettuto,pregato, contemplato e agito. Infatti,oltre a momenti <strong>di</strong> preghiera e riflessionecomunitaria, abbiamo aiutatoanche concretamente e smistato vestiariodestinato alla Georgia e al Benin.Momento centrale delle giornate èstata la Santa Messa, nella qualeognuno a <strong>di</strong>verso titolo ha lodato il Signoreper le meraviglie che ci ha donato.Successivamente, nell’incontrocon il fondatore del “Servizio missionariogiovani” Ernesto Olivero, abbiamocapito come il totale dono <strong>di</strong> sé ed


dall’oratorioil servizio verso l’altro siano principialla base della comunità. Mi ha colpitoquesta frase che egli ha pronunciato:“Il male non lo puoi combatterema lo puoi convertire... l’o<strong>di</strong>o combattutoallarga l’o<strong>di</strong>o”.Dei tre giorni trascorsi a Torino il momentoche ho preferito è stato primadel ritorno, quando ci siamo riunitiper fare un bilancio dell’esperienza.Abbiamo imparato molto da tuttoquesto, soprattutto che non è unapazzia avere dei sogni e lottare per unideale <strong>di</strong> vita. L’arsenale è un chiaroesempio <strong>di</strong> come, con volontà ed impegno,si possano fare gran<strong>di</strong> cose.Inoltre abbiamo capito che, i falsiidoli che dominano il mondo in questotempo, non danno la vera felicità.I sentimenti <strong>di</strong> rispetto e <strong>di</strong> fraternitàche c’erano fra tutti noi hanno <strong>di</strong>mostratocome legami autentici possanodonare emozioni più alte e durature.Altro importante messaggio che abbiamotratto da questa vicenda è chesi possono fare gran<strong>di</strong> imprese unitinell’amore e nella solidarietà comunee, con l’unione e la collaborazione, gliobiettivi che da soli sembrano irrealizzabili,insieme sono possibili. Credoche questa esperienza sia stata unicaed irripetibile poiché oggi, i gruppiche agiscono per il bene comune eper i più poveri sono sempre più rari.Noi abbiamo avuto la fortuna <strong>di</strong> entrarein contatto con una realtà <strong>di</strong>versada quella consumistica e materialisticache ve<strong>di</strong>amo quoti<strong>di</strong>anamente.Vivere per la bontà è quin<strong>di</strong> possibile,poiché solo questa <strong>di</strong>sarma e liberaveramente dai falsi valori, che il mondo<strong>di</strong> oggi vuole inculcare a tutti i costi.Filippo Zacchi29L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


dall’oratorio30L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Arsenale della pace 2Ci chiedevamoogni momento...Un giorno, don Giovanni e Anna,i nostri accompagnatori, cihanno fatto una gran<strong>di</strong>ssimaproposta e, dopo le nostre innumerevolidomande ci hanno esposto quelloche sapevano: avremmo dovutoandare in un arsenale della pace, exfabbrica <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> armi, avremmodovuto avere parecchi momenti<strong>di</strong> lavoro, ma anche <strong>di</strong> riflessione sunoi stessi e, in particolare sulle personebisognose! Inizialmente nessunovoleva iscriversi, in ogni momentoci chiedevamo: “ma, esattamente,cosa ci aspetterà, in cosa consisterannoi lavori, ma siamo sicuri <strong>di</strong> andare,non siamo già abbastanza stanchiper la scuola?!” Alla fine, spinti da ungrande entusiasmo, ci siamo iscrittiin quin<strong>di</strong>ci.Dopo circa due settimane <strong>di</strong> attesa,che sembravano mesi, finalmentel’ora della partenza è arrivata. Eravamotutti particolarmente agitati epreoccupati. Ma, allo stesso tempo,quella strana paura era compensatadalla fortissima curiosità!Dopo un viaggio in pullman ricco <strong>di</strong>colmi e barzellette, giunti all’arsenaledella pace, siamo stati accompagnatinelle nostre camerate, gran<strong>di</strong> stanzenelle quali avremmo dovuto stenderei nostri sacchi a pelo. Ero molto spaventata,mi sembrava impossibile riuscirea vivere per due interi giorni inquel posto.La prima mattina abbiamo avuto unlungo momento <strong>di</strong> riflessione, doveabbiamo scoperto cose fantastichedel nostro carattere. Il pomeriggio,invece, ci hanno detto che avremmodovuto pulire i bagni, il mio primopensiero è stato: “che schifo” poi, forseperché l’abbiamo fatto con il sorrisostampato nell’anima e pensandoche avremmo aiutato dei bisognosi,ho cambiato idea.Se devo essere sincera, è stato molto<strong>di</strong>vertente e, noi stessi, senza averbisogno <strong>di</strong> regole dettagliate, siamoriusciti, con nessuna <strong>di</strong>fficoltà, a <strong>di</strong>vedercii ruoli!Il giorno dopo, invece bisognavasmistare i vestiti che sarebbero statispe<strong>di</strong>ti in Africa e in Georgia; dopoaverli messi in sacchi neri abbiamofatto una lunghissima catena umananella quale questi venivano tirati dauna persona all’altra. Se solo una sitoglieva, tutto il lavoro si rivelava piùfaticoso e più lento. È stato <strong>di</strong>fficoltoso,ma piacevole, poiché ho cono-


dall’oratorio31L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>sciuto ragazzi, <strong>di</strong> altri paesi, che eranocon noi all’arsenale.Devo ammettere che in questa esperienzaho superato me stessa, nonavrei mai pensato <strong>di</strong> riuscire a dormirein terra, avvolta da un sacco a peloe con altre trenta ragazze in camera.Al contrario <strong>di</strong> ciò che pensavo, piùche tre giorni <strong>di</strong> lavoro gratuito, sonostati tre giorni faticosi ma molto <strong>di</strong>vertentie pieni <strong>di</strong> solidarietà l’un conl’altro. Non avevamo alcun problemaa chiedere aiuto ai nostri amici, anzinon ce n’era mai bisogno perché eravamosempre preceduti dalla stessa econtinua frase: “ti serve una mano?”Certo, non è stata una vacanza rilassante,è stato un sacrificio che, però,ripeterei molto volentieri. È stata unadelle avventure più speciali che io abbiamai fatto, ho scoperto tantissimecose negative che, purtroppo, esistononel nostro mondo. Ma, allo stessotempo, ho capito che non dobbiamomai lamentarci per le cose che nonabbiamo, ma dobbiamo ringraziare ilSignore per tutto ciò che ci ha donato.Ho anche imparato che non si conoscemai completamente una persona.Ho capito che niente, o almenoquasi, è impossibile; che anche lepiù <strong>di</strong>fficili situazioni sono risolvibilie che noi stessi possiamo cambiareil mondo, basta volerlo, non solo conla mente ma anche con il cuore. Poi,ho compreso che non bisogna spaventarsi<strong>di</strong> fronte a gran<strong>di</strong> richieste,se un lavoro viene fatto con amore sirivela un piacere. Inoltre mi ha colpitoparticolarmente il fatto che noisiamo andati all’arsenale a lavorare eabbiamo ricevuto la ricompensa piùgrande che un uomo possa desiderare:l’amore, l’aiuto e un’immensasolidarietà. E ricordatevi che nellavita non si è mai soli, ma c’è semprequalcuno su cui si può contare.Gloria Mombelli


dall’oratorio32L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Arsenale della pace 3SERMIG - Arsenale della PaceIl Sermig - Servizio MissionarioGiovani - è nato nel 1964 da un’intuizione<strong>di</strong> Ernesto Olivero. Ultimo<strong>di</strong> nove fratelli, nasce a Pandola, paesedel Salernitano dove si era trasferitala sua famiglia per lavoro. Sposatoe padre <strong>di</strong> famiglia, lavora in alcuneindustrie della zona e poi in una filialedella Banca San Paolo fino alla pensione.La sua idea con<strong>di</strong>visa con altrigiovani ha come obiettivo la realizzazione<strong>di</strong> un grande sogno: eliminare lafame e le gran<strong>di</strong> ingiustizie nel mondo,costruire la pace, aiutare i giovani atrovare un ideale <strong>di</strong> vita, sensibilizzarel’opinione pubblica verso i poveri delmondo. Inizia così, con il gruppo delSermig, ad impegnarsi a fianco deipoveri e degli emarginati <strong>di</strong> Torino. Il2 agosto 1983 Olivero ottenne in gestione,dopo anni <strong>di</strong> richieste rivolte alComune, una parte delle strutture delvecchio Arsenale militare nel qualefurono fabbricate le armi per la PrimaGuerra Mon<strong>di</strong>ale. Ernesto, con l’aiuto<strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> giovani volontari provenientida tutta Italia, restaura interamentel’e<strong>di</strong>ficio, che versava in gravicon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> abbandono. Così nacquel’Arsenale della Pace. In questi anni,con la sua opera, Olivero ha dato assistenzaa immigrati, tossico<strong>di</strong>pendenti,alcolizzati e senza tetto nell’or<strong>di</strong>ne<strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> persone. Ilsuo intervento non si è fermato allacittà <strong>di</strong> Torino ma è continuato per lecittà d’Italia e con progetti <strong>di</strong> sviluppoe <strong>di</strong> aiuto per molti paesi del mondo(Romania, Georgia, Africa, Brasile...).Negli anni novanta i giovani dell’Ar-


dall’oratoriosenale hanno dato vita al movimentoGiovani della Pace. In seguito Oliveroaprì l’Arsenale della Speranza a SanPaolo (Brasile) nel 1996 e l’Arsenaledell’Incontro ad Amman, in Giordania,nel 2003. Questo è il luogo dove siamostati. Adesso vi racconto la nostra storia.Abbiamo trascorso tre giorni dal 5al 7 <strong>di</strong>cembre presso l’Arsenale dellaPace. Cosa abbiamo fatto? Ve lo racconterannogli altri articoli. Io vorreispiegarvi il perché <strong>di</strong> questa esperienza.Viviamo in una parte del mondoche sta relativamente bene, siamonel benessere e abbiamo parecchiecomo<strong>di</strong>tà. C’è il rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>menticarsi<strong>di</strong> chi sta peggio <strong>di</strong> noi. Forse lacrisi economica ci sta un po’ svegliandoin questo senso e ci interroga unpo’. Primo motivo: ricordarsi <strong>di</strong> chiè meno fortunato. Secondo motivo:fare qualcosa per i poveri, sporcarsile mani. Così abbiamo sistematol’accoglienza per i senza tetto <strong>di</strong> Torinoe preparato container <strong>di</strong> vestiti perIl Benin e la Georgia. Terzo motivo:fare qualcosa per gli altri in manieragratuita, senza tornaconto. Cosìabbiamo aiutato con il nostro piccologesto <strong>di</strong> preparare un ambiente accoglientee <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>re vestiti per aiutareuna popolazione a trascorrere l’inverno.Quarto motivo: incontrare unacomunità monastica, (la fraternitàdel Sermig è composta da circa 30persone) pregare con loro e percepirel’Infinito. Quinto e sesto motivo sonoimpressi nel cuore. Sono certo che èstata una piccola esperienza ma lepiccole esperienze riempiono il cuoree danno luce alla vita.don Giovanni33L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Preghieraa MariaMadredei giovaniMaria,è dai giovani che parte il futuro,i giovani possono prendereil buono del passatoe renderlo presente,nei giovani sono seminatila santità,l’intraprendenza,il coraggio,Maria, Madre dei Giovani,coprili con il Tuo manto,<strong>di</strong>fen<strong>di</strong>li,proteggili dal male,affidali a Tuo Figlio Gesù,e poi mandalia dare speranza al mondo.Giovanni Paolo II


dall’oratorio34L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Settimana Educativa 2010Festa <strong>di</strong> San Giovanni Bosco e Sant’AgneseGiovedì 21 gennaio ore 20.30Marcia della PaceSabato 23 gennaio ore 21.00Au<strong>di</strong>torium ITC MazzolariMusical “Scusi leicrede ai miracoli?”Vita <strong>di</strong> san Giovanni Bosco,realizzato dai ragazzidell’Oratorio <strong>di</strong> ManerbioGiovedì 28 gennaio ore 20.30Conferenzasull’Accoglienza,Integrazione, IdentitàCristiana(per la Comunitàeducativa dell’Oratorio,aperta a tutta la comunità)Don Massimo Orizio,assistente <strong>di</strong>ocesano Azione CattolicaPadre Mario Toffari,<strong>di</strong>rettore Ufficio Pastorale MigrantiVenerdì 29 gennaio ore 16.30 in BasilicaPreghieraper i ragazzi elementari e me<strong>di</strong>eDomenica 31 gennaioFesta <strong>di</strong> San Giovanni Bosco eSant’Agneseore 9.30: S. Messa in Basilicaore 15.00: giochi in Oratorio


dall’oratorioCarnevale 2010Un mondo a fumetti35L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Chi non ha sognato <strong>di</strong> essere un personaggiodei fumetti? Io sì.Quante volte leggendo il settimanaleTopolino mi sono immedesimatonelle avventure <strong>di</strong> Paperon de Paperoni,nei bisticci tra Qui, Quo e Qua, nelleperformance dell’uomo ragno o <strong>di</strong> Superman.Chi non si è mai imbattuto neifumetti manga giapponesi? Tutto questomondo prenderà vita a febbraio per lenostre vie del Paese. Quin<strong>di</strong> niente paurase <strong>Verola</strong>nuova sarà invasa da Topolino,Pluto, Diabolik, Tex... i fantastici 4, l’incre<strong>di</strong>bileHulk... e chi più ne ha più ne metta.Allora prendete un fumetto, vecchio onuovo e dategli vita come ha fatto la matita<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> fumettisti.Accen<strong>di</strong> la fantasia e.... buon lavoro.Sabato 13 febbraio: ore 20.45 Ballo inmaschera nel salone dell’OratorioDomenica 14 febbraio: Sfilata per levie del paese (partenza dalla Casa Albergoalle 14.30).È possibile partecipare con un carro ocome gruppo a pie<strong>di</strong> iscrivendosi daldon entro il 31 gennaio. In palio ricchipremi e il grande palio del carnevale.Al momento dell’iscrizione verrà dato ilregolamento per la partecipazione che siconsiglia <strong>di</strong> venire a ritirare al più prestoper conoscerne tutte le in<strong>di</strong>cazioni.


dall’oratorio36L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Campionato JunioresFischio d’inizio... Si parte!Inizia così la nostra storia nel campionatojuniores...È terminato ormai il girone d’andata.10 partite 1 vittoria e qualche sconfitta.Questo bottino avrebbe potuto scoraggiarechiunque ma non una squadra <strong>di</strong>leoni. Vogliamo raccontarvi la nostra primae “unica” impresa. In un pomeriggiod’inverno 8 dei nostri ragazzi si avventuravanoin casa del nemico (il Ru<strong>di</strong>ano)per portare a casa i primi tre punti dellaloro storia fatta leggenda. Comincia unapartita, la più <strong>di</strong>fficile... gli ultrà provavanoa <strong>di</strong>strarci (e ce l’avevano quasi fatta).Nel primo tempo eravamo sotto 7-2;sembrava impossibile, ma i nostri eroice l’hanno fatta... Rientrando nel secondotempo, sorseggiata un po’ d’acqua(qualcuno <strong>di</strong>ce che veniva da Lourdes),abbiamo fatto il terzo, il quarto goal finoa raggiungerli. Non ci sembrava vero. Epoi una cosa inaspettata… li abbiamosorpassati <strong>di</strong> uno, <strong>di</strong> due, fino ad andarea vincere quella partita per ben 10 a 8.Si avete capito bene: GSO Ru<strong>di</strong>ano -GSO <strong>Verola</strong>nuova 8-10. Ed eccoli lì, finalmente,i nostri tre e ripeto tre puntiscritti sulla carta. Adesso siamo solo ametà <strong>di</strong> una lunga serie positiva (speriamo)<strong>di</strong> vittorie. Innanzitutto dobbiamoringraziare in anticipo il nostro presidentedon Giovanni Consolati, che ci hadato fiducia nel creare non una, ma LaSquadra. Bisogna ringraziare il nostromister Sergio Ferrari che nella buonae nella cattiva sorte ammaestra questobranco... scusate, questo gruppo<strong>di</strong> ragazzi; come ultimi, ma non menoimportanti, Giacomo e Renato Cervatirispettivamente vice-allenatore e guardalinee.Triplice fischio finale. Alla prossimavittoria.A presto allora!Massimo Gavazzoli


dall’oratorios.o.s. pio pio…Uno spazio sul mitico <strong>Angelo</strong>, ilbollettino della nostra comunitàper il gruppo PIO (pulizie in oratorio).Colgo l’opportunità <strong>di</strong> <strong>di</strong>re graziead ognuna delle persone che donano illoro tempo per rendere il nostro oratoriobello, pulito e accogliente.Ho una convinzione nel cuore: il mondosi cambia con volontari che donano iltempo gratuitamente. Per questi gestinon si finirà su riviste patinate ma i nomivengono scritti nel libro della vita.È sempre un bel biglietto da visita fartrovare l’oratorio in or<strong>di</strong>ne e lucente e inpiù ci si sta volentieri. In questo periodoci accorgiamo che le forze <strong>di</strong>minuisconoe i 4 gruppi faticano in questo generosolavoro.Chie<strong>di</strong>amo la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> altripapà e mamme ad aiutare nella puliziadell’Oratorio. Più siamo e più bellol’oratorio ren<strong>di</strong>amo.Ho sentito due frasi tra le persone delgruppo delle pulizie che voglio con<strong>di</strong>viderecon voi: “Io vengo da un po’ <strong>di</strong>tempo a pulire l’Oratorio, è una cosa chefaccio da anni. Ho iniziato quando venivaall’oratorio mio figlio così quasi perscherzo perché trovasse un ambientebello e ora continuo perché ci vengono imiei nipoti” e un’ altra “io vengo a pulire,perché mi piace fare qualcosa per gli altri.È poca cosa quello che faccio, una voltaal mese ma è il mio modo <strong>di</strong> sostenerequesto ambiente a me così caro”.Sono certo che anche a te è caro l’Oratorioe le persone che lo frequentano.Se puoi dona un po’ del tuo tempo perquesto servizio nascosto e preziosissimo.Se vuoi entrare nel gruppo PIOchie<strong>di</strong> al don. I gruppi sono quattro el’impegno è una volta al mese per unpaio <strong>di</strong> ore: due gruppi si trovano il martedìsera e due il martedì pomeriggio. Seci fosse qualcuno <strong>di</strong>sponibile anche il sabatomattina o il venerdì mattina faremmoun altro gruppo per rendere il nostrooratorio sempre più accogliente.don GiovanniA tutti i rappresentanti del consigliodell’Oratorio a tutti i ragazzi del Gao(gruppo animazione oratorio); agli amicidel Bao (gruppo baristi amici in oratorio);a tutti i catechisti e animatori; aichierichetti; al gruppo che canta e suonaalla messa dei ragazzi; ai <strong>di</strong>rigenti egiocatori; a tutte le famiglie che frequentanol’Oratorio; e a tutti coloro che fannoqualcosa per l’Oratorio.grazie e buon anno.37L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


arte & culturalo spazio <strong>di</strong> massimo39L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>“Pure il cielo, al tramonto, trattiene un rosso insolito,un rosso mai apparso fino ad ora...”(R. Mor)


le nostre rubriche40L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>verola missionaria31 gennaio 2010: Giornata Mon<strong>di</strong>ale per i Malati <strong>di</strong> LebbraSalviamo la bellezza dell’uomodalla lebbraLa bellezza rappresenta il legametra l’uomo e la natura.La lebbra è una malattia carica <strong>di</strong>simbolismi, anche per questo priva lapersona della sua armonia esterioree induce chi osserva, a considerare ilmalato mutilato, privo della sua stessa<strong>di</strong>gnità umana.Oggi siamo tutti chiamati a dare risaltoa una bellezza che può manifestarsianche nelle nostre azioni concrete;come nella scelta <strong>di</strong> un impegno <strong>di</strong>solidarietà in grado <strong>di</strong> aiutare ogni in<strong>di</strong>viduoa <strong>di</strong>ventare una persona, collocandocinell’ambito <strong>di</strong> una umanitàpiù autentica.Una meta ambita <strong>di</strong> Raoul Follereau,l’amico dei lebbrosi, era quella <strong>di</strong> farcapire al mondo intero che i lebbrosisono uomini come gli altri e che ilmondo per essere un “mondo nuovo”,ha bisogno anche <strong>di</strong> queste personefinora, “scartate”, che sono i primisoggetti dei <strong>di</strong>ritti umani violati. Sonopure esse persone con parecchi talenti,persone che non devono essereclassificate: lebbrosi. Hanno anch’esseun nome, un cognome, hanno unafamiglia quin<strong>di</strong>, per una ragione <strong>di</strong> giustizia,gli si deve rispetto e comprensione,ma non devono essere “catalogate”in base ad una malattia. “Tutti gliesseri umani nascono liberi ed ugualiin <strong>di</strong>gnità e <strong>di</strong>ritti. Essi sono dotati <strong>di</strong>ragione e <strong>di</strong> coscienza e devono agiregli uni verso gli altri in spirito <strong>di</strong> fratellanza.Ecco ciò che è contenuto nella<strong>di</strong>chiarazione universale dei <strong>di</strong>rittiumani del 1948. Si afferma inoltre cheil riconoscimento della <strong>di</strong>gnità a tuttii membri della famiglia umana e deiloro <strong>di</strong>ritti uguali e inalienabili, costituisceil fondamento della libertà, dellagiustizia e della pace nel mondo.Dunque, più che la sovranità degli stati,oggi il valore fondamentale dell’or<strong>di</strong>namentouniversale è la <strong>di</strong>gnitàumana. È questo un grande monito aquegli stati, alle politiche, che sembranoavere memoria corta e che stannocalpestando ogni sorta <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti.Altro che “civiltà dell’amore”, quellache ha sempre auspicato Follereau.Se consideriamo che in 46 paesi esistonoancora le pene corporali, comela fustigazione, che violano il corpo eumiliano l’anima e la mente.Questi paesi non sono degni nemmeno<strong>di</strong> uno sguardo, <strong>di</strong>ceva Raoul Follereau.Per quanto ci compete, possiamo<strong>di</strong>re con convinzione che il futuromigliore per gli ultimi <strong>di</strong>pende ancheda noi.P.S.: Sin da domenica 24 gennaio2010, saremo presenti sul sagrato dellanostra Basilica per l’offerta del “mieledella solidarietà” e la solita sottoscrizione.Tutto il ricavato sarà devolutoall’associazione ATEO <strong>di</strong> Bologna. Iltutto si concluderà domenica 31 dopola S. Messa delle ore 18.00.


le nostre rubricheEssere pronti, ma per cosa?Il nuovo anno, le feste alle spalle,il tempo freddo (per forza è inverno!)bisogna riprendere il cammino,che fatica, non è facile entrare inquesto or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> idee, ma necessario,dobbiamo fare dei sacrifici (spesso civiene detto).Personalmente penso che la vita sia,come <strong>di</strong>ceva Karl Popper (filosofo pedagogista),“risolvere problemi”, masecondo lui l’allenamento e lo spirito<strong>di</strong> iniziativa aiutano anche nelle situazionipiù gravi. Questa idea mi trovad’accordo, magari il morale non saràal massimo, ma bisogna attivare tuttele nostre risorse per rientrare nel circolodelle nostre attività, anche se alminimo, è necessario fare tutto il possibileper mantenere l’ingranaggio inmovimento.Ecco che se noi scen<strong>di</strong>amo sul sentiero(non per forza quello <strong>di</strong> guerra)si vedono aprirsi possibilità che altrimentinon avremmo incontrato. Nonintendo solo opportunità <strong>di</strong> lavoro oeconomiche, ma anche e soprattuttoopportunità comunicative che proprioperché sono semplici ci appaionosenza valore, solo perché le <strong>di</strong>amo perscontate sembrano banali, ma quantobene fanno quei saluti porti con ilsorriso, quelle strette <strong>di</strong> mano e pochema sincere parole <strong>di</strong> comprensioneed incoraggiamento. Rappresentanoun carburante che ci permette <strong>di</strong>fare molta strada, pur restando dovesiamo, nel nostro presente che haproblemi e soluzioni che si assiepanointorno a noi, ma se noi prestiamopiù attenzione ai problemi sarannoloro a riempire la scena, se invece ciimpegniamo ad attivare l’antennaper sintonizzarci sulle soluzioni... eccoleapparire sui nostri “schermi”...un grande augurio per il nuovo annoda poco iniziato, auguri per la salute,per il coraggio, per la determinazionee per la quoti<strong>di</strong>anità che a volte ci assalee, ah <strong>di</strong>menticavo: voi <strong>di</strong> tutto ciòche ne pensate?P.S.: de<strong>di</strong>co a tutti questa massimacome stimolo per ingranare nel nuovoanno...Lo scopo della vita è l’autosviluppo.Sviluppare pienamente la nostra in<strong>di</strong>vidualità,ecco la missione che ciascuno<strong>di</strong> noi deve compiere (O. Wilde), ma(aggiunge Luigi Andrea Pinelli) senza<strong>di</strong>menticare che ci sono anche gli altri...A tutti i suoi lettori“L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>”augura un felice,felicissimo 2010voi che ne pensate?<strong>di</strong> Luigi Andrea Pinelli41L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


varie-cronaca42L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Lettera al DirettoreQuanto viene pubblicato in queste pagine è da attribuirsi unicamente allaresponsabilità dei firmatari delle lettere. (La redazione). Riceviamo e pubblichiamoun articolo che ci è pervenuto su un tema scottante.Nel nostro cimitero, con le estumulazioni del 2009,altre 28 anime non trovano paceNel nostro cimitero ogni anno, come<strong>di</strong> consueto, in novembre, si eseguonole estumulazioni. Le spoglie, poste neiloculi in scadenza, devono essere toltedai loro feretri e le loro ossa ripostenegli ossari. Negli ultimi anni però, permolte <strong>di</strong> esse, il processo <strong>di</strong> scheletrizzazionenon si è completato e quin<strong>di</strong> leloro ossa non possono essere ripostenegli ossari.In questi casi le amministrazioni comunalidecidono come trattare questespoglie, in modo che successivamenteanche per le loro ossa si possa seguirela procedura stabilita.Nei paesi limitrofi viene data la possibilitàai parenti dei morti <strong>di</strong> riscattarei loculi per altri <strong>di</strong>eci, quin<strong>di</strong>ci o ventianni in modo da raggiungere comples-sivamente i 50 anni o anche oltre. Inquesto modo saranno sempre meno lespoglie non ancora scheletrizzate chedovranno essere seppellite per accelerarneil processo <strong>di</strong> decomposizione.Qualora, nonostante gli anni aggiuntivipassati nelle nicchie, per quellespoglie non ancora consumate, o peralcune <strong>di</strong> esse in particolare, le amministrazionidecidessero <strong>di</strong> procederecon la sepoltura, va da sé che i parentivorrebbero che fosse la più decorosapossibile. A Manerbio, per esempio,come sembrerebbe naturale, ciascunaspoglia viene posta all’interno <strong>di</strong>una singola fossa. Nei casi in cui ci siauna coppia <strong>di</strong> coniugi o congiunti daseppellire, i familiari possono chiedereche se ne scavi una doppia. Il rive-


varie-cronacastimento <strong>di</strong> zinco interno del feretroviene tolto e la spoglia viene seppellitanel feretro con il suo coperchio. Se ilferetro non è in buone con<strong>di</strong>zioni, i parentipossono decidere <strong>di</strong> comperarneuno nuovo o usare una cassa in legno,possono decidere <strong>di</strong> usare quello vecchioo <strong>di</strong> non usarlo affatto. In alternativaalla sepoltura può essere scelta lacremazione. I parenti, essendo i custo<strong>di</strong>delle spoglie dei loro cari, hanno il<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> poter scegliere in coscienzala soluzione che ritengono più giusta.Da noi invece non è possibile riscattarei loculi per altri 10 anni al fine <strong>di</strong>raggiungere i 50 anni complessivicome fanno in altri comuni. Inoltre,per la sepoltura delle spoglie non ancorascheletrizzate, si adotta un’altraprocedura. Anche da noi si può optareper la cremazione. Prima <strong>di</strong> passarealla descrizione, vorrei citare l’epitaffiodel poeta drammaturgo William Shakespeare:“Buon amico, per amore <strong>di</strong>Gesù evita <strong>di</strong> scavare la polvere quiracchiusa. Benedetto sia l’uomo cherisparmia queste pietre e maledettosia colui che rimuove le mie ossa”.Da noi quin<strong>di</strong>, prima dell’inizio delleestumulazioni, viene preparata un’unicafossa <strong>di</strong> circa 80 centimetri <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tàatta ad accogliere numerosespoglie, messe l’una accanto all’altra,per occupare meno superficie. Senecessario se ne scaveranno altre,più piccole, tra le tombe esistenti.Le sepolture vengono effettuate singolarmentee solo i parenti possonoassistervi. Essi sono posti davanti aduna scena agghiacciante, da far venireil magone. Sono attoniti e avviliti,frastornati dallo sconcerto. Solitamenteuno <strong>di</strong> loro è munito <strong>di</strong> un lenzuoloda stendere sul contenitore metallicoche funge da nuovo feretro per la poveraspoglia. Questo contenitore nonè altro che il rivestimento interno delferetro privo del suo coperchio. Dopoavere adagiato la cassetta metallicacon il suo misero carico sul fondo dellafossa, i parenti chiedono agli addettialla sepoltura <strong>di</strong> stendere appunto illenzuolo sulla cassetta, a mo’ <strong>di</strong> coperchio,per pietà, perché i loro occhi nonsiano feriti dall’insulto che il fango ela sabbia bagnata - poiché in novembrepiove copiosamente - <strong>di</strong> lì a pocoavrebbero arrecato alla loro poveraanima <strong>di</strong>sgraziata, riversandosi su <strong>di</strong>essa e ricoprendola.Questo è ciò che accade, la realtà nellasua nuda e cruda drammaticità. Dialtre alternative non ce ne sono.Nella fossa esse vi rimarranno per altricinque anni, poi si scaverà nuovamentee si procederà alla raccolta delleloro ossa.Questa pratica non è nuova da noi,la si adotta da alcuni anni. Ogni voltache ciò accade, rimango sempre piùimpressionato e mi chiedo come maipossa essere lecito un fatto simile. Michiedo altresì con quali pretesti o sofismii nostri amministratori possanogiustificare la loro decisione in merito.Essa non può essere quella giusta poichénon accontenta nessuno.Lo scorso novembre si sono effettuate50 estumulazioni. Diciotto spogliesono state seppellite nella fossa grandee quattro in quella piccola. Altresei spoglie sono state cremate; i loroparenti hanno preferito questa soluzionealla sepoltura. Sono queste le28 anime in pena che si sono aggiuntealle altre degli anni precedenti. Se vicapiterà <strong>di</strong> visitare il nostro cimitero,in fondo ad esso vedrete delle lapi<strong>di</strong>poste in file e vicinissime le une allealtre che stanno a testimoniare, oltrealla presenza delle spoglie, il miserotrattamento ricevuto.L’in<strong>di</strong>gnazione <strong>di</strong> noi parenti è tanta,ma questa è un’altra faccenda.Valter Vigna43L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


varie-cronaca44L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>notizie brevi dal gvvsnuovo look per il gruppoIl Consiglio Direttivo del GVVS vuole ringraziare le aziende che hanno permessol’acquisto dei nuovi piles; nei giorni scorsi sono stati <strong>di</strong>stribuiti a tutti i volontari insostituzione dell’ormai vecchio maglione.Un grazie <strong>di</strong> cuore per la sensibilità <strong>di</strong>mostrata a:“SERVER.COM S.r.l.” <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>nuovaSerigrafia “SERIFOT” <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>nuova“KOODZA - tutto per lo sport a prezzi <strong>di</strong>scount” <strong>di</strong> Orzinuovirinnovo consiglio <strong>di</strong>rettivoIl giorno 29 Novembre 2009 si sono svolte le elezioni per il rinnovo del ConsiglioEsecutivo. Dallo scrutinio sono risultati:Bassini Domenico: Presidente e supervisore del gruppoGhignatti Giacomo: Vicepresidente e responsabile manifestazioniManfre<strong>di</strong>ni Libero: Vicepresidente e responsabile squadra giallaCocchetti Bruno: Segretario e responsabile del vestiarioZacchi Lucia: TesoriereGennari Sergio: Responsabile automezziGritta Marco: Responsabile turni notteReboani Andrea: Responsabile materiale sanitarioZavaglio Mauro: Responsabile alimenti e privacy


varie-cronacaA<strong>Verola</strong>nuova esiste un gruppo,che come molti altri, con costanza,impegno, e volontà, datempo porta avanti valori importanti.Stiamo parlando del nostro gruppo,l’Associazione Alpini del nostro paese.La voglia <strong>di</strong> stare insieme è semprela stessa, malgrado il sessantesimocompleanno sia arrivato.Credeteci, l’entusiasmo dei componentiè veramente straor<strong>di</strong>nario. Il valoreaggregante e sociale <strong>di</strong> questa organizzazioneè per noi una base dallaquale partire in ogni evento me<strong>di</strong>tato.Proprio in vista <strong>di</strong> questa data importante,abbiamo deciso <strong>di</strong> attivarci, perorganizzare una serie <strong>di</strong> eventi per noisimbolicamente importanti.Peraltro, già nei mesi passati, il nostrogruppo ha mostrato il proprio entusiasmocon alcune iniziative.A settembre il valore della Patria è statoonorato con il rito dell’alzaban<strong>di</strong>era,svoltosi presso la scuola elementare<strong>di</strong> <strong>Verola</strong>nuova, alla presenza <strong>di</strong> circa300 bambini e del Sindaco.Il mese successivo il Vice Presidentedella sezione Alpini <strong>di</strong> Brescia, insiemea due Consiglieri, ha mostrato aglialunni delle classi 4 e 5 elementarechi sono gli Alpini e che ruolo rivestonoin periodo <strong>di</strong> guerra e <strong>di</strong> pace, conparticolare riferimento all’aiuto datoai terremotati d’Abruzzo.È per questo che abbiamo promossoproprio a scuola, un concorso daltitolo “Un Alpino è per sempre”. Dasempre siamo molto attenti all’aspettosociale ed educativo, per questo ciGruppo Alpini<strong>Verola</strong>nuovateniamo ad essere tanto presenti nellalocale scuola.A novembre abbiamo organizzato l’ormaitra<strong>di</strong>zionale appuntamento con ilcoro Virola Alghise presso la bibliotecacomunale, per la commemorazionedel 4 novembre.E ora guar<strong>di</strong>amo con volontà al futuro.Le iniziative non subiscono stop! Dal1 al 15 febbraio 2010 allestiremo unamostra fotografica presso la galleriadel Comune con foto storiche, provenientidal museo degli Alpini dellasezione <strong>di</strong> Brescia.Il 26 marzo presso l’Au<strong>di</strong>torium I.T.C.avverrà la premiazione dei migliori lavoridel concorso, alla presenza <strong>di</strong> tuttigli alunni della scuola elementare.Per i giorni 17 e 18 aprile abbiamogià programmato i festeggiamentidel sessantesimo anno <strong>di</strong> fondazionedel nostro Gruppo. Il 17, infatti pressoil teatro Montini <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>vecchia, sisvolgerà il concerto del coro Alpini sezioneMontesuello. Il giorno seguentetoccherà all’attesa sfilata per le viecitta<strong>di</strong>ne, con la Fanfara Alpina sez.<strong>di</strong> Salò e la presenza dei vari GruppiAlpini della sezione <strong>di</strong> Brescia, con ladeposizione della corona <strong>di</strong> alloro almonumento dei Caduti in Comune,con Santa Messa e successivo pranzosociale presso l’oratorio <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>nuova.Insomma, sarà un 2010 ancora ricco<strong>di</strong> eventi, grazie anche a tutti coloroche ci hanno sempre sostenuto e checontinuano a farlo tutt’oggi.Gruppo Alpini <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>nuova45L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


varie-cronaca46L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>22 novembre 2009Giornata del RingraziamentoIn tanti ci siamo ritrovati per far festa insieme, per ringraziare il Signore per isuoi doni, per l’abbondanza dei frutti della terra che esprimono la sua bontàper tutti noi.L’uomo, con il suo lavoro e con l’aiuto delle tecniche più avanzate, si è fatto collaboratore<strong>di</strong> Dio al progetto della creazione.In questo giorno abbiamo chiesto al Signore che in ogni parte della terra si operiefficacemente per eliminare la fame, la denutrizione e che le risorse create pertutti possano essere con<strong>di</strong>vise fra i popoli in un clima <strong>di</strong> pace.


varie-cronacaXXI Anno Accademico 2009-10Calendario delle attività dal 8 al 29 Gennaio 2010venerdì 8 gennaio - ore 15.15Letteratura - Viaggio nell’evoluzionestorico-culturale della letteraturaitaliana.Nei primi secoli del Me<strong>di</strong>oevo la letteraturaè monopolio del clero e <strong>di</strong> unaélite feudale, poi la situazione cambia esi sviluppano le prime forme <strong>di</strong> volgaree si vedono nascere le opere <strong>di</strong> Dante,Petrarca, Boccaccio ed altri gran<strong>di</strong> autori.Relatore: Prof. Antonio Del Vecchiomartedì 12 gennaio - ore 15.15Storia - L’organizzazione ecclesiasticaa Brescia: dalla cappella alla pieve,dalla pieve alla parrocchia.Il ruolo chiave dell’organizzazione ecclesiasticanel contesto storico e geograficobresciano, che subisce ra<strong>di</strong>calitrasformazioni grazie alle istanze riformatricidel secolo XI.Relatore: Dott. Gabriele Archettivenerdì 15 gennaio - ore 15.15Salute si, salute no - Malattie moltofrequenti per i nostri occhi: catarattae glaucoma.Conosciamo meglio queste patologiela cui frequenza aumenta con l’età eche sono causa <strong>di</strong> gravi <strong>di</strong>sturbi ed ad<strong>di</strong>ritturadella cecità, se non <strong>di</strong>agnosticatee curate in tempo.Relatore: Dott.ssa Luisa Olivettimartedì 19 gennaio - ore 15.15letteratura <strong>di</strong> viaggio - Parole, immaginie bozzetti dall’Egitto: Nilo,pirami<strong>di</strong>, deserto.Presentazione del libro “Il piede delcammello” <strong>di</strong> Luciano Anelli, nel qualel’Autore manifesta la sua ammirazioneper l’Egitto, il Paese che più lo ha affascinatotra i tanti visitati.Relatore: Prof. Luciano Anelli, con lapartecipazione della Dott.ssa ArtemisiaBotturi Bonini.Venerdì 22 gennaio - ore 15.15In f o r m at i c a - Storia dell’informaticae del suo impatto sociale ed economico.Possibile evoluzione delle applicazionidell’informatica e delle telecomunicazioni,per gestire i processi <strong>di</strong> innovazionetecnologica in qualsiasi ambitoapplicativo.Relatore: Prof. Matteo Temporinmartedì 26 gennaio - ore 12.50Visita culturale del centro <strong>di</strong> Brescia.Visita guidata agli e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> Piazza Duomo(oggi Piazza Paolo VI), cuore dellacittà, per conoscere il Duomo Vecchio,il Duomo Nuovo, il Palazzo del Broletto,la Torre del “Pégol”.Ore 12.50 ritrovo in piazza della Basilica;ore 13.00 partenza in pullman (Pontevico-Isolaore 13.10)venerdì 29 gennaio - ore 15.15Storia della pittura - (Iª lezione) Oltrel’immagine bizantina: la scopertadella realtà nella pittura <strong>di</strong> Giotto.Breve presentazione degli aspettidell’Alto Me<strong>di</strong>oevo, e analisi delle caratteristicheespressive della ScuolaSenese e della Scuola fiorentina, chenel 1300 - specialmente con Giotto- sono un valido riferimento per la pitturadell’Umanesimo e del primo Rinascimento.Relatore: Prof. Livio Bosiouniversità aperta verolanuova47L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


varie-cronaca48L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Istituto “Don Primo Mazzolari...La Scuola per te!”Ètempo <strong>di</strong> Scuola Aperta! A tuttele famiglie degli alunni delleclassi Terze Me<strong>di</strong>e che si stannoorientando fra le varie Proposte<strong>di</strong> Offerta Formativa presentate dagliIstituti <strong>di</strong> Istruzione Superiore, comunichiamole seguenti date in cui siterranno le Giornate Di Scuola Apertaall’istituto “Mazzolari” <strong>di</strong> Via Rovetta:- Sabato 30 gennaio 2010, ore 15.00-18.00- Domenica 21 febbraio 2010, ore15.00-18.00Programma:- Ore 15.00 presentazione del P.O.F.- A seguire consulenza dei docentidei singoli in<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e visitaall’Istituto ed alle sue strutture.Nel frattempo, e fino alla scadenzaprevista per le iscrizioni, continua losportello <strong>di</strong> consulenza tenuto dalladocente referente per l’orientamento,Prof.ssa Maria Grazia Nolli, ogni sabatodalle 9.50 alle 10.40 su appuntamento.Tel.030931101.A tutti i lettori de “L’<strong>Angelo</strong>” auguri <strong>di</strong>un sereno 2010 dall’i.t.c. “Mazzolari”!


varie-cronacaUn sognoLa prima volta che entrai nellostu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> RBV ero una 13ennecome tanti: piena <strong>di</strong> entusiasmo,<strong>di</strong> idee, <strong>di</strong> voglia <strong>di</strong> fare, un po’ timidaforse e tanto inconsapevole. Comeogni adolescente avevo nel cuore l’illusione<strong>di</strong> poter vedere o abbracciaregli idoli della canzone italiana e se cipenso ora, mai avrei potuto immaginare<strong>di</strong> riuscire un giorno ad avvicinarequalcuno <strong>di</strong> loro per scambiare dueparole.RBV, negli anni, mi ha dato anchequesta occasione. Chi mi conosce sache non mi fermo davanti alla prima<strong>di</strong>fficoltà e quando mi sono accortache serviva qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso per attirarepiù ra<strong>di</strong>oascoltatori, ho iniziatoa mandare mail e a fare telefonate amoltissimi uffici stampa, case <strong>di</strong>scografiche,artisti in prima persona...Vi <strong>di</strong>rò in confidenza che i social networkMyspace e Facebook, sommatiai talent show televisivi e alla miasfacciataggine, hanno molto aiutatoe allora ecco una carrellata e qualcheaneddoto, <strong>di</strong> alcuni artisti che ho intervistato:Gli Equ, conosciuti nel famoso localeScimmie <strong>di</strong> Milano (il più IN dei Naviglidove Morgan e le Vibrazioni sono<strong>di</strong> casa) molto tempo prima della loropartecipazione a Sanremo 2005, hannodato il via alle danze arrivando daForlì <strong>di</strong>rettamente in via Dante a <strong>Verola</strong>nuovaper presentare il loro primovero lavoro <strong>di</strong>scografico.Viola Valentino gentilmente ha accettato<strong>di</strong> far due chiacchiere, in occasionedello speciale San Remo cheogni anno propongo, raccontandomigli inizi da modella, della sua improvvisaed inattesa partecipazione al Festivalcon “Comprami” e dei suoi nuoviprogetti.Franco Fasano ha con<strong>di</strong>viso i ricor<strong>di</strong>dell’intera carriera <strong>di</strong> autore <strong>di</strong> canzonimemorabili (una fra tutte “Ti lascerò”<strong>di</strong> Fausto Leali e Anna Oxa) otesti per bambini vincendo quasi ognianno lo Zecchino d’Oro e <strong>di</strong> interprete<strong>di</strong> duetti sanremesi (ricor<strong>di</strong>amo “Perniente al mondo” insieme a Flavia Fortunatonel 1992).accade a ra<strong>di</strong>o basilica49L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


varie-cronaca50L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Daria Cremaschini voce storica <strong>di</strong> R.B.V.Gatto Panceri ha risposto schiettamentea domande fiume mie e delcollega Roberto Moscarella al qualeavevo chiesto preventivamente il supporto.Insieme abbiamo ricordato tuttii suoi gran<strong>di</strong> successi. Dopo l’intervistaGatto mi ha comunicato che il suocane si chiama Super Can.Ivana Spagna in occasione dell’uscita<strong>di</strong> “Comunque vada” scritto ed interpretatoinsieme a Loredana Bertè,nonostante fosse in fase <strong>di</strong> registrazione<strong>di</strong> un programma televisivo,durante una pausa, ci ha raccontato<strong>di</strong> quanto la musica sia cambiata nelcorso degli anni e dei suoi progetti futuri.Alexia grintosissima regina delladance prima e dolcissima compositricepop e soul dopo, ha ripercorsocon noi la sua lunga storia musicalee privata come se ogni dettaglio fossestato vissuto il giorno precedente.L’aura brescianissima partecipanteal Festival <strong>di</strong> Sanremo degli ultimianni che, con dolcezza e simpatia, haraccontato il suo percorso musicaledall’esor<strong>di</strong>o <strong>di</strong> “Ra<strong>di</strong>o star”, al duettocon Gianluca Grignani (Vuoi vedereche ti amo) fino alla vittoria <strong>di</strong> riconoscimentiimportanti come PremioVideoclip italiano e Premio Luneziaper la canzone contro la violenza, daltitolo “Basta!”.La scelta secon<strong>di</strong> classificati nellasezione giovani <strong>di</strong> Sanremo 2008. Piùvolte ho intervistato il cantante Mattiache contagiosamente allegro mi ha <strong>di</strong>mostratoquanto i sogni si realizzanosemplicemente credendoci. Durantele mie vacanze romane ho “rischiato”d’incontrarlo perché mi ha invitato aduna serata, ma non ce l’ho fatta... saràper la prossimaAntonio Marino, concorrente <strong>di</strong> XFactor 2008, ha raccontato telefonicamentel’esperienza televisiva e presentatoi singoli “Le mie parole” e “Maipiù nessuno”. Spesso nei pochi minuti<strong>di</strong> un’intervista non si ha modo <strong>di</strong> entraresubito in sintonia con gli artisti,con lui era successo proprio questo,finché l’estate scorsa l’ho incontratoal concerto <strong>di</strong> Daniele Stefani. Pocoprima dell’inizio dello spettacolo abbiamoavuto occasione <strong>di</strong> scambiarequalche parola: simpatico, solare, <strong>di</strong>vertenteed abbiamo finalmente trovatoun’ottima sintonia. Antonio hapoi partecipato attivamente alla seratacantando alcuni pezzi del suo repertorioe, a sorpresa, mi ha fatto unade<strong>di</strong>ca che non scorderò facilmente.Sugarfree hanno riscosso grandesuccesso con ogni loro interpretazione:“Cleptomania”, “Solo lei mi da”,“Scusa ma ti chiamo amore” e ancheadesso, dopo un cambio <strong>di</strong> formazione,stanno ottenendo approvazioni daaddetti ai lavori e dai fans grazie alnuovo singolo “Amore nero”. Il cantanteAlfio ci ha svelato il segreto del lorosuccesso: una grande e vera amiciziafra ogni componente del gruppo.


varie-cronacaGiada Caliendo dopo aver partecipatoa Sanremo 2001 in coppia con FrancescoBoccia cantando il tormentone“Turuturu”, è stata lontana dalle scenenazionali per tornare nel 2009 con ilsingolo “Amado mio” che anticipa l’albumdalle melo<strong>di</strong>e spagnoleggianti.Dolcissima ha con<strong>di</strong>viso la speranza<strong>di</strong> arrivare al grande pubblico dopo glianni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> e approfon<strong>di</strong>menti musicali.Mitch e Squalo speakers, DJ e musicisti.Due pazzi scatenati. Hanno debuttatocome cantanti nel 2006, hannocantato “Batticuore” nel 2008 conDaniele Stefani e nel 2009 per l’uscitadel loro primo album, “Insegui i sognituoi” con Povia. Li ho intervistatitelefonicamente mentre, in un bar davantiad una pia<strong>di</strong>na fumante, si alternavanonel racconto. Ho chiesto loro<strong>di</strong> presentare (visto che sono colleghira<strong>di</strong>ofonici) il nuovo singolo e quasitimi<strong>di</strong>, impacciati hanno risposto “fastrano presentare il nostro pezzo inun’altra ra<strong>di</strong>o”... hanno vinto la sfidaalla grande!Luca Bassanese attore, scrittore, musicistae cantastorie, considerato tra ipiù importanti nuovi esponenti dellascena Folk Pop(olare) Italiana, havinto il prestigioso Premio Recanati/Musicultura con “Confini” della qualevi propongo la frase “Lo vuoi capireche il mondo non è solo casa tua? Enon vi sono immigrati ma solo viandantie non vi sono stranieri ma solovicini”. Luca mi ha ammaliato in ognitelefonata con il suo modo semplicee chiaro <strong>di</strong> parlare delle sue canzoni,durante un suo concerto con gesti,espressioni, musiche e colori, con lasua voce unica, e anche mentre leggevole sue poesie. Sono felice <strong>di</strong> averconosciuto un animo tanto puro.Lorenzo Caruso ha saputo attirare lamia attenzione con testi impegnati emusiche leggere. Telefonicamente faquasi tenerezza, sembra timido purmostrando sicurezza nell’esporre ipensieri rivolti alle sue canzoni. Inun’intervista ha presentato “Romina”il primo singolo da solista e successivamenteè arrivato nel nostro piccolostu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>rettamente da Torino con lasua inseparabile chitarra per parlarcide “La vita è magnifica” con la qualepropone il tema degli incidenti stradali.Finita l’intervista abbiamo chiacchieratodavanti ad una pizza ed hoapprezzato la sua passione per questolavoro non facile, ma che lui vive conentusiasmo. La serata si è conclusacon la sua voce e chitarra a far da sottofondonel locale ricevendo applausie consenso da tutti i presenti ed i mieisorrisi <strong>di</strong> approvazione.Dopo 20 anni a RBV con<strong>di</strong>videre tuttequeste emozioni con i miei ra<strong>di</strong>oascoltatoriè un sincero ringraziamentoperché è solo merito vostro se horealizzato il sogno della timida adolescente.Daria CremaschiniAscoltaR.B.V.La nostra ra<strong>di</strong>oparrocchialesui 91.2 Mhz51L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


varie-cronaca52L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Orario ferroviariovalido fino al 10 giugno 2010Stazione <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>nuovaPartenza da Arrivo a Partenza da Arrivo aCremona <strong>Verola</strong>nuova Brescia Brescia <strong>Verola</strong>nuova Cremona05.23 05.47 06.21 05.39 06.05 06.3606.23 06.47 06.21 06.39 07.05 07.3707.23 07.46 08.20 07.50 08.19 (b) 08.3908.26 08.54 09.23 08.22 08.55 09.1710.23 10.47 11.21 09.39 10.05 10.3711.23 11.47 12.21 10.39 11.05 11.3712.23 12.47 13.21 11.39 12.05 12.3713.23 13.47 14.21 12.39 13.05 13.3714.23 14.47 15.21 13.39 14.05 14.3715.23 15.47 16.21 14.39 15.05 15.3716.23 16.47 15.21 15.39 16.05 16.3717.23 17.47 18.21 16.39 17.05 17.3718.23 18.47 19.21 17.39 18.05 18.3719.23 19.47 20.21 19.39 20.05 20.3720.23 20.47 21.21 20.39 21.05 21.2921.34 21.53 (a) 22.16 21.34 22.06 22.29(a) Freccia della Versilia Pisa-Bergamo(b) Freccia della Versilia Bergamo-PisaN.B.Per Roma: Part. <strong>Verola</strong>nuova 6.23 arr. Brescia 6.47;Part. Brescia 7.05 arrivo a Roma 10.55


varie-cronacaTurni domenicali <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a farmaceuticadell’Azienda S.L. 19Le farmacie <strong>di</strong> turno, aperte la notte e nei festivi, si alternano ogni due giorni.Pubblichiamo il Numero Verde da chiamare per sapere con certezza le farmacieaperte.Ricor<strong>di</strong>amo che il numero è gratuitoe si può chiamare, 24 ore su 24. 800.231061Numeri utili <strong>di</strong> telefono:Servizio Sanitario 118(soltanto nei casi <strong>di</strong> emergenza)Ambulatori me<strong>di</strong>ci 0309362609via GrimaniGruppo Verolese Volontari Soccorso 0309361662via Gramsci, 4Alcolisti in trattamento 030932245 - 3356188031Alcolisti Anonimi (Manerbio) 3332710743Problemi con le droghe? 3382346954Gam-Anon (Familiari dei giocatori) 3406891091Giocatori Anonimi 3889257719Vigili del Fuoco 030931027 - 115Carabinieri - Pronto intervento 112Guar<strong>di</strong>a Farmaceutica (Numero verde) 800.23.10.61Guar<strong>di</strong>a Me<strong>di</strong>ca dalle 20.00 alle 8.00 030932094N.B.: Il servizio sanitario prefestivo, festivo e notturno si svolge dal sabato mattinaalle ore 8.00 fino al lunedì alle ore 8.00 e tutte le notti dalle ore 20.00 alle ore 8.00.Per le prenotazioni <strong>di</strong> trasporto con autoambulanza del Gruppo Volontari del Soccorsotelefonare: dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.00;inoltre dalle ore 8.00 del sabato alle 7.00 del lunedì.53L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Per i collaboratori de “L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>”Invitiamo i collaboratori a far pervenire i loro articoli entro e non oltre le ore 12.00 <strong>di</strong>venerdì 22 gennaio. Quelli pervenuti oltre tale data non saranno pubblicati.Importante: Per facilitare la pubblicazione degli articoli: gli scritti siano preferibilmentedattiloscritti, meglio se al computer, in carattere Times New Roman corpo12. Se scritti a mano: in stampatello per ragioni tecniche. Chi usa il computer èbuona cosa che faccia pervenire lo scritto anche salvato su un <strong>di</strong>schetto oppure viae-mail. Gli articoli vanno fatti pervenire: <strong>di</strong>rettamente ai sacerdoti oppure via e-mailal seguente in<strong>di</strong>rizzo: angelo@verolanuova.comLa redazione non è tenuta a dare giustificazioni per la non avvenuta pubblicazionedegli articoli pervenuti né risponde delle fotografie non ritirate dagliinteressati entro quin<strong>di</strong>ci giorni dalla pubblicazione sul bollettino.La Redazione


varie-cronaca54L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>anagrafeparrocchialeDefunti65 Tedol<strong>di</strong> Maddalena ved. Alghisi <strong>di</strong> anni 8966 Milella Giuseppe <strong>di</strong> anni 6767 Superti Severino Francesco <strong>di</strong> anni 8868 Ruggeri <strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> anni 7669 Alghisi Giuseppe Antonio Maurizio <strong>di</strong> anni 5170 Gennari Luigia vedova Pizzamiglio <strong>di</strong> anni 8371 Cremaschini Luciano <strong>di</strong> anni 85offerteOfferte pro restauritele e affreschi della BasilicaGiornata celebrata nel mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre 1.603,76Tele e affreschi 48,94Breve guida al tempio 110,08Libri Basilica 60,00S. Rocco 138,54Dalla Casa Albergo 125,37Da nuove guide alla Basilica 20,00N.N. - Somma <strong>di</strong> tutti i contributi anonimi 1.300,00Offerte da visita agli ammalati 1.015,00N.N. 100,00Mensilità 100,00I Condomini “Quattro Stagioni” in ricordo <strong>di</strong> Emilia Favalli 140,00In memoria <strong>di</strong> zia Teresa 150,00Mensilità 100,00Mensilità 100,00N.N. 50,00N.N. 200,00In ricordo <strong>di</strong> Gian Battista B. 70,00Mensilità 30,00N.N. 120,00Rimanenza pranzo anniversari <strong>di</strong> matrimonio 35,00N.N. 150,00Inter Club <strong>Verola</strong> in memoria <strong>di</strong> Dario Brunelli 100,00In memoria <strong>di</strong> mamma Li<strong>di</strong>a 200,00Per i miei defunti 40,00Per i miei defunti 200,00Totale Euro 6.306,69


varie-cronaca“Amici della Basilica” adesioni alla“Confraternita del Restauro”N.N. 400,00In memoria <strong>di</strong> Gian Battista B. 250,00In ricordo del papà Severino 400,00In ricordo <strong>di</strong> <strong>Angelo</strong> 300,00N.N. 500,00N.N. 250,00N.N. 600,00Rebecca, Alice e Michele 250,00SIRAP Group 500,00N.N. 250,00Unione Cristiana Impren<strong>di</strong>tori e Dirigenti 300,00In ricordo della cara mamma 500,00Rimborso interessi Mutuo Fondazione Banca San Paolo - Brescia 12.000,00offerte55L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Totale Euro 16.500,00Restauro dell’organoL.D.B. in ricordo dei miei cari 500,00Lavori Diaconie 900,00In memoria <strong>di</strong> Giulio 50,00Giornata del Ringraziamento 3.250,00N.N. 250,00N.N. 250,00In ricordo <strong>di</strong> Giovanni Bosio 200,00In ricordo <strong>di</strong> Emilia Favalli 50,00In ricordo <strong>di</strong> Luigia Gennari 50,00In memoria <strong>di</strong> Giovanni Celestino 200,00Totale Euro 5.700,00Restauri banchi San RoccoComitato San Rocco in ricordo dei suoi defunti 900,00Totale Euro 900,00


Servizio Informatico <strong>Parrocchia</strong>leSiti InternetSito della <strong>Parrocchia</strong>www.verolanuova.comOratoriowww.verolanuova.com/parrocchia/oratorioAn g e l o <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>www.verolanuova.com/<strong>Angelo</strong>Archivio <strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>http://<strong>di</strong>gilander.libero.it/angeloverolaCoro San Lo r e n z ohttp://<strong>di</strong>gilander.libero.it/corosanlorenzoIn<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> posta elettronica<strong>Parrocchia</strong> San Lo r e n z oparrocchia@verolanuova.comOratorio “G. Gaggia”oratorio@verolanuova.comRa<strong>di</strong>o Basilicarbv@verolanuova.com<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>angelo@verolanuova.comCalendario Ma n i f e s ta z i o n ieventi@verolanuova.comCoro San Lo r e n z ocorosanlorenzo@iol.it

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