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Angelo di Verola - Parrocchia di Verolanuova

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L’<strong>Angelo</strong><strong>di</strong> <strong>Verola</strong>9Mensile <strong>di</strong> vita <strong>Parrocchia</strong>leanno XXXIII - n. 9 settembre 2008


L’<strong>Angelo</strong>9<strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Mensile <strong>di</strong> vita <strong>Parrocchia</strong>leanno XXXIII - n. 9 settembre 2008In copertinaArrivi e partenzeL’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Mensile <strong>di</strong> Vita<strong>Parrocchia</strong>le VeroleseA cura <strong>di</strong> don Luigi BracchiRedattori:Sac. Giuseppe LamaSac. Valentino PicozziSac. Carlo CiveraSac. Graziano TregambeTiziano CervatiTelefoni utili030 931210 (Casa Canonica)030 932975 (abit. Prevosto)030 9921196 (abit. don Giuseppe)030 931475 (abit. don Valentino)030 9360611 (abit. don Carlo)333 9346065 (abit. don Graziano)StampaTipolito Bressanelli - ManerbioTel. 030 93 80 201info@litografiabressanelli.191.itsommarioommarioLa parola del Prevosto (don Luigi) 3Calendario liturgico (T. Cervati) 4Due minuti con don Primo Mazzolari 7Vita parrocchialeL’Anno Paolino (Don Carlo) 8Il cristiano rischia... (Don Giuseppe) 9La parrocchia è morta... (Don Giuseppe) 14Un’immagine molto cara (Giusy) 15Arrivi e Partenze 16Don Giovanni Battista Consolati 18Don Valentino ci saluta 20Diario <strong>di</strong> un viaggiatore curioso... (P.B) 22Un grazie dalle Suore (le Suore) 33Il Concerto per le Diaconie 34La festa <strong>di</strong> Sant’Anna 35In merito ai restauri della Basilica 36Dall’oratorioStaSsera Debutto 37I Campiscuola 38Scuola RUM 42La festa dell’Oratorio 43Arte & CulturaLe Poesie <strong>di</strong> Rosetta (R. Mor) 44L’angolo <strong>di</strong> Massimo (M. Calvi) 45Le Nostre Rubriche<strong>Verola</strong> Missionaria (Manuela Rossi) 46Voi che ne pensate? (L. A. Pinelli) 48Varie - CronacaTempi lontani 49Pellegrinaggio a Chiampo 50Dopo Lourdes 50La giornata Azzurra 51Informagiovani 52Bar Zollette (B. Cocchetti) 53In memoria: Pier Luigi Ferrari (S. Carini) 54In memoria: Clau<strong>di</strong>a Marina Reccagni 55In memoria: Teresa Gerol<strong>di</strong> 56In memoria: Angela Rosa Pelosi Torri 56Farmacie e numeri utili 57Anagrafe <strong>Parrocchia</strong>le 58Offerte 59


calendario liturgico4L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>31 Domenica XXII del tempo or<strong>di</strong>nario (II settimana del salterio)Dal Vangeloore 17.00ore 18.15“...Pietro protestò <strong>di</strong>cendo: “Dio te ne scampi, Signore; questonon ti accadrà mai”. Ma egli <strong>di</strong>sse a Pietro: “Lungi dame, Satana! Tu mi sei <strong>di</strong> scandalo, perché non pensi secondoDio, ma secondo gli uomini”. ... (Mt 16, 22-23)Sante Messe con orario festivo estivoFesta dell’Oratorio. Programma a pagina 43Dalle Suore: incontro genitori, padrini e madrine dei battezzan<strong>di</strong>VesprisettembreIn Basilica: Prefestiva: ore 18.30Festive: ore 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.30ore 18.15 Celebrazione dei VespriFeriali: ore 7.00 - 9.00ore 18.30 eccetto il giovedìS. Rocco: Festiva: ore 9.00S. Anna - Breda Libera: Festiva: ore 10.00Feriale: ore 20.00 (solo giovedì)Cappella Casa Albergo:Tutti i giorni ore 16.30 (eccetto la domenica)N.B.: In Basilica, ogni sabato dalle ore 15.30 alle 17.00, un sacerdote è a <strong>di</strong>sposizioneper le confessionia) Da lunedì 1 settembre riprende la celebrazione della S. Messa vespertinadelle 18.30, eccetto il giovedì;b) In Basilica vengono riprese le celebrazioni delle sante Messe festive delleore 9.30 e 11.00;c) In S. Rocco la S. Messa festiva è posticipata alle ore 9.00;d) Nella chiesa <strong>di</strong> S. Anna - Breda Libera - la S. Messa festiva è posticipata alleore 10.00 e riprende la celebrazione della Santa Messa il giovedì alle 20.004 giovedì Primo del mese - Dopo la S. Messa delle ore 9.00 adorazionecomunitaria e personale fino alle ore 12.00ore 20.30: Dalle Suore: Lectio Divina5 venerdì Primo del Mese, de<strong>di</strong>cato alla devozione del Sacro Cuore.Si porta la S. Comunione agli ammalati6 sabatoore 18.30Saluto della Comunità a don Valentino7 Domenica XXIII del tempo or<strong>di</strong>nario (III settimana del salterio)Dal Vangelo“...Disse il Signore: “In verità vi <strong>di</strong>co: se due <strong>di</strong> voi sopra laterra si accorderanno per domandare qualunque cosa al Padremio, ve la concederà. Perché dove sono due o tre, riunitinel mio nome, io sono in mezzo a loro”... (Mt 18, 19-20)Sante Messe con orario festivoFesta dell’Oratorio. Programma a pagina 43


calendario liturgicoore 9.30 S. Messa in Oratorio per la chiusura delle attività estive e salutoa don Valentino dei ragazzi dell'Oratorioore 18.15 Vespri8 lunedì Natività della B.V. Mariaore 7.00: Santa Messa nella Cappella delle Suore11 giovedì ore 20.30 dalle Suore: Lectio Divina12 venerdì Ore 20.30 in Oratorio: Incontro sul tema “Oratorio, scommessaeducativa”. Relatore don Marco Mori, <strong>di</strong>rettore del SegretariatoOratori <strong>di</strong> Brescia14 Domenica Esaltazione della Santa Croce (Proprio del Salterio)5L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Dal Vangeloore 9.30ore 18.15“...Disse il Signore: “Dio ha tanto amato il mondo da dare ilsuo Figlio unigenito, perché chi crede in lui non muoia, maabbia la vita eterna”... (Gv 3, 16)Sante Messe con orario festivoSanta Messa in Oratorio per l’apertura dell’anno oratoriano eaccoglienza al nuovo curato don Giovanni ConsolatiVespri15 lunedì B.V. Maria Addolorata - XXIV settimana del Tempo Or<strong>di</strong>nario(IV settimana del Salterio)21 Domenica XXV del tempo or<strong>di</strong>nario (I settimana del salterio)Dal Vangeloore 18.15“...Ma il padrone (...) rispose: - Amico, io non ti faccio torto.Non hai forse convenuto con me per un denaro? Pren<strong>di</strong> iltuo e vattene; io voglio dare anche a quest’ultimo quanto ate - ...”. (Mt 20, 13-14)Sante Messe con orario festivoVespri27 sabato S. Vincenzo de Paoli, patrono delle omonime conferenze per ipoveri. Sante Messe con orario feriale28 Domenica XXVI del tempo or<strong>di</strong>nario (II settimana del salterio)Dal Vangeloore 17.00ore 18.15“... Gesù <strong>di</strong>sse loro: In verità vi <strong>di</strong>co: i pubblicani e le prostitutevi passano avanti nel regno <strong>di</strong> Dio...”. (Mt 21, 31)Sante Messe con orario festivoSuore: Incontro con l’Azione Cattolica AdultiVespri29 lunedì S.s Arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele. FestaSante Messe con orario feriale1) Mese Missionario - La Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli propone<strong>di</strong> de<strong>di</strong>care le domeniche <strong>di</strong> ottobre all’idea missionaria. La giornata missionariain senso stretto è sempre la penultima domenica <strong>di</strong> ottobre. La primadomenica è la giornata <strong>di</strong> preghiera, la seconda del sacrificio, la terza della voca-


don Primo Mazzolari...Due minuti con...don Primo MazzolariContinuiamo il nostro camminoverso il 50° anniversario dellamorte <strong>di</strong> Don Primo Mazzolari,con la ripubblicazione della rubrica chefu curata per molti anni dall’in<strong>di</strong>menticatomaestro Rino Bonera.(da: L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong> 6-7 1984 - pag 21)Idolatri della tecnica, cre<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> dominarecon essa la materia, <strong>di</strong>menticandociche la scienza, in quello cheha <strong>di</strong> più sicuro e più utile, è anch’essaun'obbe<strong>di</strong>enza alle leggi della realtà.Con la tecnica soltanto, limito, nonallargo, col pericolo <strong>di</strong> circoscrivermianche il cuore, e <strong>di</strong> seccare le mie facoltàspirituali.La nostra generazione ha davanti ilmondo come una quantità <strong>di</strong> cui nonriesce a trovare i rapporti con l’unitàdello spirito umano. La stessa perfezionedegli strumenti scientifici messia nostro ser vizio ha scomposto e resoframmentarie le cose più comuni. Lostupore che dà l’insieme contemplatocon ingenuità, non è più pos sibile. Attraversola conoscenza allargata dellecause seconde, ci siamo illusi <strong>di</strong> poterfare senza la causa prima. Non ve<strong>di</strong>amopiù il sole perché le nostre piccoleluci artificiali ce lo impe<strong>di</strong>scono.Tagore ha un gesto intelligente: soffiasulla candela che gli to glie <strong>di</strong> vedereil sole. La libertà comporta un certo rischio:ma dove il cristianesimo è vivoe operante accetta il rischio piuttosto<strong>di</strong> vedere poste in peri colo le ragionistesse della sua vita.Posto nell’alternativa fra un’adorazionespirituale ed un’altra ap poggiata aforze materiali, sceglie la prima. Essoesige un libero omaggio alla <strong>di</strong>vinità,un’adesione dell’intelletto solo allaverità e un abbandono dell’anima allaforza della grazia.È così facile, anche nel nostro tempo,lasciarsi adescare dal mi raggio delleforze materiali! Quanti cristiani cedonoalla tentazio ne <strong>di</strong> cambiare in panele pietre del deserto, col pretesto cheprima <strong>di</strong> tutto bisogna vivere, a costoanche <strong>di</strong> perdere la ragione <strong>di</strong> vi vere!Non è facile resistere al prestigio dellaforza, del numero, dei favori, dei privilegi.Chi vuol rimanere fedele al Vangeloe adorare «in spirito» deve crederee professare che il Regno <strong>di</strong> Dio nonviene quaggiù per opera delle forze <strong>di</strong>questo mondo. Egli dev’essere <strong>di</strong>spostoa sce gliere la povertà al posto dellaricchezza, la sola luce della verità agliorpelli delle false illuminazioni: fra leforze l’amore, fra tutti i privilegi, quellopiù pericoloso, la libertà.Non c’è altra maniera <strong>di</strong> salvarel’umanità dalla schiavitù che le vieneimposta dagli idoli materiali che si ècostruito e per <strong>di</strong>mo strare a un mondoincredulo e rivoltoso che il cristianesimonon invecchia.(da: P. Mazzolari “La Samaritana” pagg.106-108 - Ed. la Locusta - Vicenza - 1974)7L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


vita parrocchiale8L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>L’Anno Paolinoa cura <strong>di</strong> Tiziano CervatiCronologia della vita e dei viaggi <strong>di</strong> san Paolo8/9 dC Nascita <strong>di</strong> Saulo (Paolo) a Tarsoin Cilicia20/22 Saulo va a Gerusalemme e <strong>di</strong>ventaalunno <strong>di</strong> Gamaliele36/37 Visita Gerusalemme, assiste almartirio <strong>di</strong> Stefano.Poco tempo dopo, sulla via versoDamasco, la sua conversione39/42 Paolo fugge da Damasco e favisita ai capi delle Prime ComunitàCristiane43 Paolo con Barnaba ad Antiochia45/48 Prima missione <strong>di</strong> Paolo e Barnaba:Antiochia, Cipro, Panfilia,GaliziaFonda le Chiese <strong>di</strong> Perge, Iconio,Listra, Antiochia <strong>di</strong> Pisi<strong>di</strong>a48/49 Paolo partecipa al Concilio <strong>di</strong>Gerusalemme50/52 Seconda missione, <strong>di</strong> Paolocon Timoteo e Sila: Listra, Frigia,Tessalonica, Atene50/51 Paolo, da Corinto, invia le duelettere ai Tessalonicesi52 Compare davanti al proconsoleGallioneSuccessivamente si reca a Gerusalemme,quin<strong>di</strong>, ad Antiochia53/58 Nella primavera del 53 inizia lasua terza missione. Attraversala Galizia e la Frigia, giunge aEfeso dove si ferma fino allaprimavera del 57. Da Efeso scrivela prima lettera ai Corinzi ela lettera ai Galati, fugge in Macedoniadove scrive la secondalettera ai Corinzi. Nell’invernodel 58 ritorna a Corinto dovescrive la lettera ai Romani58 Dopo una sosta a Filippi si recaa Cesarea. Tornato a Gerusalemme,nel tempio viene arrestatoe portato davanti ad Ananiae al Sinedrio. Condotto aCesarea per comparire davantial proconsole Antonio Felice58/60 Paolo trascorre due anni <strong>di</strong> prigioniaa Cesarea60 Paolo compare davanti al proconsoleFesto e, in quantocitta<strong>di</strong>no romano, si appella aCesare In autunno è portatoprigioniero a Roma insieme aLuca. In prossimità dell’isola <strong>di</strong>Malta sono vittima <strong>di</strong> un naufragioe trascorrono l’invernosull’isola61/63 Arrivato a Roma viene lasciatolibero <strong>di</strong> esercitare l’apostolatosotto custo<strong>di</strong>a militare. In questoperiodo scrive la lettera aiColossesi, agli Efesini, a Filemonee ai Filippesi63 Paolo viene liberato e probabilmentecompie un viaggio inSpagna, per poi far ritorno inAsia65 Paolo soggiorna a Efeso, a Creta,in Macedonia da dove inviala lettera a Timoteo e a Tito66/67 Paolo è <strong>di</strong> nuovo imprigionatoe portato a Roma, dove scrivela seconda lettera a Timoteo.Subisce il martirio (decapitazione)sotto l’impero <strong>di</strong> Nerone


vita parrocchialeLe lettere<strong>di</strong> San Paoloa cura <strong>di</strong> Don CarloLa parte più importante tra gliscritti degli apostoli sono le lettere<strong>di</strong> S. Paolo, sia per quantitàe sia per profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> dottrina teologica.Sono scritti d’occasione, quali soglionoessere appunto le lettere, natedal bisogno che l’apostolo S. Paolosentiva <strong>di</strong> intervenire dove non potevagiungere con la sua voce, percomporre <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>, togliere dubbi, dareconsigli, <strong>di</strong>rigere e spronare al bene,secondo le situazioni che si creavanonelle varie comunità da lui fondate.Pertanto nelle pagine delle sue letteretroviamo la sostanza della dottrina edella morale cristiana.Secondo l’uso degli antichi autori, S.Paolo non scriveva <strong>di</strong> suo pugno lesue lettere, ma le dettava ad uno scrivano<strong>di</strong> sua fiducia. Di una almeno(Rom. 16, 22) sappiamo il nome <strong>di</strong> chila scrisse. Paolo vi poneva poi <strong>di</strong> suopugno la firma, con qualche parola <strong>di</strong>augurio o <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>zio ne. La dettaturadello scritto toglieva tempo alla riflessionee non <strong>di</strong> rado il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong>ventavacontorto per la ricchezza delle ideeche affluivano alla sua mente e per laprofon<strong>di</strong>tà del suo pensiero. Pertantola lettura degli scritti del grande apostolonon è sempre fa cile.Le lettere <strong>di</strong> S. Paolo si rivolgono inprima linea alle Chiese o alle personealle quali sono intitolate. Non <strong>di</strong> radol’apostolo invitava a trasmettere le suelettere ad altre comunità. (Col. 4, 16)Gli scambi dovevano essere frequentitra quelle fervorose comunità cristianefonda te da lui. Molto probabilmentealcune lettere sono andate perdute.La per<strong>di</strong>ta non è stata grave e non hacompromesso la conoscenza della interadottrina paolina. Le lettere eranoscritte in lingua greca. L’or<strong>di</strong>ne concui presento le varie lettere in questoanno paolino è quello cronologico,anche se non si hanno date precise <strong>di</strong>quando sono state scritte. In questomodo, nello scorrere degli anni, si vadelinean do la complessità del pensieropaolino.Faccio mia l’esortazione che S. Paolorivolse a Timoteo suo collabora torenel ministero apostolico: “Poni benmente a quanto ti <strong>di</strong>co; per ché Dio tidarà l’intelligenza <strong>di</strong> comprendere tutto”.L’augurio è che il lettore, dal cantosuo, non trascuri <strong>di</strong> aprire la Bibbiae, con docile fede ed umile preghiera,legga le lettere <strong>di</strong> S. Paolo, che <strong>di</strong> voltain volta presenterò.Don Carlo9L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


vita parrocchiale10L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Lettere ai TessalonicesiPaolo e Sila, liberati dal carcere<strong>di</strong> Filippi e intimati a lasciarela città dove erano stati frustati,si recano a Tessalonica (At. 16, 22-24). Tessalonica, oggi Salonicco cittàdella Grecia, in ragione della sua posizionegeografica e per il suo porto,era un centro importante <strong>di</strong> traffico.Paolo pensò <strong>di</strong> farne anche un centrod’irra<strong>di</strong>azione del cri stianesimo.Abitata prevalentemente dai Gentili,erano tuttavia pre senti i Giudei attrattidal commercio. Paolo si rivolsea questi ulti mi, primi destinatari delmessaggio <strong>di</strong> Dio. Per tre sabati consecutiviannunciò loro nella sinagogaGesù Cristo, <strong>di</strong>mostrando con le scrittureche Gesù era il Messia promessoe il Figlio <strong>di</strong> Dio. (At l7, 2-3). I risul tatifurono scarsi, ma un buon numero <strong>di</strong>pagani (gentili) aderirono alla nuovareligione, tra cui molti proseliti ed alcunedonne nobili. (17, 14).I giudei, pieni d’invi<strong>di</strong>a, aizzarono unase<strong>di</strong>zione popolare contro Paolo eSila, i quali pensarono bene <strong>di</strong> lasciarela cit tà. La nuova comunità cristianaera esposta a gravi persecuzionie pericoli nella fede. Paolo, ansiosoper i neo convertiti <strong>di</strong> Tessalonica, vimanda il suo collaboratore Timoteo, ilquale incontra Paolo a Corinto e lo rinfrancacirca la situazione: erano ferventie forti nella fede, anche in mezzoalle persecuzioni. La prima lettera aitessalonicesi nasce dalla necessità <strong>di</strong>chiarire alcuni dubbi sulla vita paganapre cedente la conversione e dubbi circail destino dei defunti dopo la mor te.La lettera fu scritta a Corinto, probabilmentenell’anno 51, quando Timoteosi trovava con Paolo. È la prima letterache scrive ed è il testo più antico delNuovo Testamento. Sebbene l’apostolosi preoccupi <strong>di</strong> parlare unicamente<strong>di</strong> Gesù e <strong>di</strong> rafforzare la fede dei suoilettori, è possibile cogliere il suo amoreaffettuoso e forte per una comunitàche ha dovuto lasciare troppo in fretta.Nella prima lettera Paolo af fermache non si conosce l’ora della parusia(venuta) <strong>di</strong> Cristo, ma una cosa ècerta: bisogna prepararsi ad essa conuna vita <strong>di</strong> carità e <strong>di</strong> purezza.Sommario 1Intestazione e saluto. (1, 1)1ª Parte (1, 2 - 3, 13)Paolo ringrazia il Signore per la federicevuta da loro che sono <strong>di</strong> esempioalle altre Chiese (1, 2-10); ricordail suo apo stolato, le sue fatiche pernon essere <strong>di</strong> peso a nessuno, la suamaterna tenerezza per loro (2, 1-16);manifesta il desiderio <strong>di</strong> rivederli e sirallegra per le buone notizie portateda Timoteo (2, 17 - 3, 13).2ª Parte (4-5)Esortazione ad evitare alcuni vizi (4,1-12); parla del la con<strong>di</strong>zione dei mortinella seconda venuta <strong>di</strong> Cristo (4, 13-18); <strong>di</strong>ce che l’ora della venuta è incertae perciò è necessario tenersi pronti(5, 1-11); conclude con alcuni precettimorali (5, 12-22).ChiusuraAuguri e saluti con la raccomandazione<strong>di</strong> far leggere la let tera a “tutti ifratelli” (5, 23-28).Ben presto altre nubi sorsero ad offuscarel’orizzonte e turbarono gli animi<strong>di</strong> questa comunità: alcuni cristianiinfatuati dalla imminente ve nuta <strong>di</strong>Cristo, <strong>di</strong>ffondevano questa loro persuasionead altri anche con scritti erroneamenteattribuiti a Paolo. La frenesiadell’attesa aveva portato molti


vita parrocchialeall’oziosità, all’astensione dal lavoro,al <strong>di</strong>sinteresse per le cose materiali,in attesa del grande giorno. Paolo,che si teneva sempre informato dellostato delle cose, intervenne con un’altralettera per istruire quei neofiti emetterli in guar<strong>di</strong>a dai seminatori <strong>di</strong>false dottrine. Nella seconda lettera,rifacendosi ad un insegnamento datoa voce, Paolo spiega che la venutanon può essere imminente, perchécom porta alcune tappe preliminari.Bisogna prendere sul serio il presentee partecipare alla vita ed agli sforzidegli uomini del proprio tempo, far conoscerela pace che Dio dona a quelliche sperano in Lui.Sommario 2Intestazione e saluto (1, 1-2)Cap. 1Ringraziamento a Dio per la carità ela costanza dei Tessalonice si (3-5);Dio darà a ciascuno secondo i meriti(6-12).Cap. 2La venuta è incerta e non imminente,sarà preceduta da segni premo nitori:la defezione e la venuta dell’anticristo(2,1-4); il maligno si manifesta anchecon pro<strong>di</strong>gi e prestigi menzogneri esarà annien tato dalla venuta <strong>di</strong> Cristo(5-12); esortazione a rimanere sal<strong>di</strong>nella fede (13-17).Cap. 3: precetti morali derivanti dallaparte dottrinale (1-15).ChiusuraAugurio (16), firma autografa (17), ultimosaluto (18)Don Carlo11L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


vita parrocchiale12L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Oggi il cristianorischia <strong>di</strong> perderela libertà e l’identitàNon c’è dubbio che la propostacristiana è sommamenteragionevole.Da una rinnovata ami cizia tra fede eragione può nascere quella grandetestimonianza <strong>di</strong> carità che è la forzacreativa del Cristianesimo.Ma, su questo argomento, si incontrala profonda <strong>di</strong>fficol tà <strong>di</strong> evangelizzazionedell’Occidente, oggi.Da una parte c’è la ragione, che nonricono sce nella fede alcuna <strong>di</strong>mensioneveritativa; dall’altra parte c’èla fede, che in non po chi cristiani siaccontenta <strong>di</strong> essere professata a parole,ma non interrogata e pensata.Di conseguenza, c'è una ragione chesi è interdetta la possibilità <strong>di</strong> guidarel’uomo verso gli interrogativi ultimi, ec’è una fede che non sa più mostrarela sua ragionevolezza.In questa frattura, è a rischio l’umanitàe la libertà della persona. Nellanostra epoca, serpeggia un malesseregenerale. I fondamentali tessuticonnettivi del vivere civile si stannosfilacciando.Si ha l’impressione che nessuno propongapiù niente <strong>di</strong> magnifico e <strong>di</strong>affascinante, e anche i giovani sembranorassegnati a vivere alla giornata.Qui tocchia mo l’emergenzaeducativa.È come se si fosse spezzato il raccontodella vita fra i padri e i figli.E ciò è grave, perché un popolo continua,se custo<strong>di</strong>sce la sua tra<strong>di</strong>zione,ren dendola viva nel rapporto fra generazioni.Se il tramandare ai figli si interrompe,questi sono come sra<strong>di</strong>cati, orfani <strong>di</strong>una <strong>di</strong>mora spirituale.Senza memoria, una comunitàmuore.Ma perché questa parola tra le generazionisi è interrotta?Perché i padri hanno perso autorevolezza.Autorevolezza vuol <strong>di</strong>re che io, padreo madre, offro a te, figlio, una proposta<strong>di</strong> vita, della cui bontà e veritàsono certo, perché l’ho verificata nellamia vita.Nel momento in cui queste premessevengono meno, non resta più niente<strong>di</strong> vero da dare ai figli.Dentro a una mentalità relativistica,l’educazione <strong>di</strong>venta impossibile.L’atto edu cativo stesso è percepitoquasi un sopruso. “Deciderà lui, quandosarà grande”, <strong>di</strong>cono og gi i genitori.Così creiamo, in realtà, degli schiavi.Oggi, inoltre, occorre salvaguarda rela fisionomia della nazione dai rischi<strong>di</strong> una immigrazione incontrollata.Se un popolo tenta <strong>di</strong> <strong>di</strong>menticare lasua identità, e rinuncia a quella storiache la definisce, non <strong>di</strong> venta maggiormentecapace <strong>di</strong> accoglienza, masempre più spaventato dall’altro, equin<strong>di</strong> meno accogliente o ad<strong>di</strong>ritturaostile.Al contrario, una forte consapevolezza<strong>di</strong> identità, nel senso alto deltermine, rende possibile l’incontrocol <strong>di</strong>verso, perché non hai paura, edunque c’è possibilità <strong>di</strong> vero <strong>di</strong>alogo


vita parrocchiale14L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>L’estrema trovata <strong>di</strong> un parroco«La <strong>Parrocchia</strong> è morta:Domenicai Funerali»a cura <strong>di</strong> Don GiuseppeUn parroco, che ha usato tanti mezzi per insegnare alla gente della suaparrocchia a partecipare alle funzioni litur giche, con risultati quasi nulli,finalmente ne escogita uno efficace.Nei giornali fa stampare la croce con questo mes saggio:«Dopo malattia lunga e grave,È MORTA LA NO STRA PARROCCHIA.I funerali si svolgeranno domenica prossimaalle ore 11 nella chiesa parrocchiale»Tanti leggono il messaggio con stupore e interesse. La curiosità fa riempire lachiesa.Verso le 10.30 <strong>di</strong> domenica non c’è più un posto a sedere. All’ora stabilita comincianole funzioni.All’inizio il parro co chiede che tutti i fedeli pian piano si avvicinino alla cassaper vedere l’ultima volta la parrocchia morta. Dopo <strong>di</strong> che devono uscire <strong>di</strong>chiesa dalle porte laterali; quin<strong>di</strong> decide re: o rientrare per la la porta principaleo tornare a casa.La gente fà come ha detto il parroco. In silenzio s’avvici nano alla cassa, guardanodentro, escono <strong>di</strong> chiesa, e <strong>di</strong> nuo vo questa si riempie.Solo alcuni tornano a casa.Che cosa hanno visto le persone dentro la cassa da mor to, così da ritornaretanto numerose in chiesa? Ciascuno ha visto se stesso, perché nella cassa erasi stemato uno specchio.Così la funzione luttuosa si è trasfor mata in una funzione <strong>di</strong> gioia, perché laparrocchia morta è tornata vivente. Ricor<strong>di</strong>amoci che ciascuno <strong>di</strong> noi fa par tedella Chiesa viva.Cristo invita a impegnarci insieme per poter cambiare il mondo con la nostrapresenza.Noi conti nuiamo la storia della salvezza, dobbiamo confermare quelli che hannopoca fede e proclamare il coraggio <strong>di</strong> essere spi ritualmente attivi.


vita parrocchialeUn’immaginemolto cara15L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Rovistando tra le varie cose unpo’ <strong>di</strong>menticate, mi è venutatra le mani questa immaginettadel 1967.Ero una bambina <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>vecchiamolto affezionata alla chiesa che frequentavocon tanto amore e devozione.Un giorno mi regalarono questa immagineed ero felicissima perché erail ricordo della Prima Santa Messa <strong>di</strong>un giovane sacerdote del mio paese:Don Giuseppe Lama.Ormai sono passati tanti anni e quelsacerdote lo incontro ancora oggi quia <strong>Verola</strong>nuova.A volte riguardo questa immaginettache mi riporta in<strong>di</strong>etro nel tempo e mifa pensare a un’amicizia che ci legaancora nel tempo.Vorrei che fosse pubblicato questo“santino” con la speranza <strong>di</strong> far cosagra<strong>di</strong>ta al nostro caro don Giuseppe ealla comunità cristiana <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>nuova.Giusy(Accontentiamo volentieri la nostra affezionatalettrice e la ringraziamo <strong>di</strong> cuore -N.d.R)


vita parrocchiale16L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Arrivi e partenzeIl cambio <strong>di</strong> un curato è un’occasionesempre favorevole <strong>di</strong> crescita, anchese comporta anche dei sacrifici.Provo ad esprimere ad alta voce alcunisentimenti, alcune riflessioni. Innanzituttoun grazie corale a Don Valentinoper quanto ha realizzato in mezzo a noicon i suoi talenti, le sue qualità, la suafantasia e la sua passione. Il Signore loricompensi <strong>di</strong> tutto e lo ricolmi <strong>di</strong> grazieper quanto lo aspetta.Un benvenuto cor<strong>di</strong>ale a Don Giovanniche gli succede nella <strong>di</strong>rezionedell’Oratorio: sicuramente ha il suocarattere, la sua giovane età, la suavolontà <strong>di</strong> portare a Gesù i ragazzi e igiovani <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>nuova. Siamo prontiad accoglierlo con <strong>di</strong>sponibilità e a collaborarecon lui.È ovvio che sono <strong>di</strong>versi in alcune cose,come lo siamo tutti. A noi il compito<strong>di</strong> continuare a costruire sulla scia <strong>di</strong>quanto già fatto e nella novità del contributo<strong>di</strong> chi comincia.Il centro <strong>di</strong> tutto è e sarà Gesù. Noisiamo servi del suo progetto e del suopiano.Don LuigiO Padre,che provve<strong>di</strong> alla tua Chiesa gli operai del Vangelo,effon<strong>di</strong>, in una rinnovata Pentecoste,il tuo Spirito <strong>di</strong> pietà e <strong>di</strong> fortezza,perché susciti nel tuo popolodegni ministri dell’altare,annunziatori forti e miti della Parola che ci salva.Per Gesù Cristo nostro Signore.Amen.


vita parrocchiale17Il nostro benvenuto adon Giovanni BattistaConsolatiIl Vescovo <strong>di</strong> Brescia Mons. LucianoMonari ha nominato il rev.do Sac. GiovanniBattista Consolati vicario parrocchiale<strong>di</strong> <strong>Verola</strong>nuova.Ringraziamo il Signore per la sua venutatra <strong>di</strong> noi, dono che arricchirà lanostra comunità. Lo accogliamo congioia e lo accompagnamo sin d’ora conla nostra preghiera.In preparazione all’ingresso <strong>di</strong> don GiovanniBattista:Venerdì 12 settembre 2008alle ore 20.30 in OratorioIncontro sul tema:“Oratoriocome scommessa educativaper i ragazzi e giovani”relatore don Marco Mori,<strong>di</strong>rettore dell’Ufficio Oratoridella nostra DiocesiDaremo ufficialmente il benvenutoa don Giovanni Battista durante la S.Messa d’apertura dell’anno oratorianoDomenica 14 settembre 2008alle ore 9.30 in OratorioIl nostro grazie adon Valentino PicozziIl Vescovo <strong>di</strong> Brescia Mons. LucianoMonari ha destinato il rev.do Sac. ValentinoPicozzi agli stu<strong>di</strong> per futuriincarichi <strong>di</strong>ocesani. Lo ha nominatopresbitero collaboratore festivo delleparrocchie <strong>di</strong> Tremosine Pieve, Sermerio,Vesio e Voltino.La nostra comunità parrocchiale senteil dovere <strong>di</strong> ringraziare don Valentinoper il lavoro svolto in questi anni tranoi. Avremo modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare il nostroaffetto e la nostra riconoscenza neivari momenti della festa dell’oratorio.In particolare durante le S. Messe <strong>di</strong>:Sabato 6 settembre 2008alle ore 18.30 in BasilicaDomenica 7 settembre 2008ore 9.30 in OratorioL’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Seguirà un rinfresco <strong>di</strong> accoglienza.


vita parrocchiale18L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Arrivi...Don Giovanni BattistaConsolati ci scrive...Un’estate che mi ha cambiato lavita…e cambierà anche la vostra!!!Tutto ha inizio il 14 giugno quandoil vescovo Luciano mi or<strong>di</strong>na sacerdotenella cattedrale <strong>di</strong> Brescia. Lamia vita cambia ra<strong>di</strong>calmente. Sonoprete, oggi, domani, per sempre. Chestoria!!!Il 15 giugno la Messa a Travagliato,paese natale. Poi il grest a Marone,tanti incontri, sorrisi, abbracci, bacioni..,ma niente è più come prima daquando sono sacerdote.Ed ecco mercoledì 2 luglio arriva unatelefonata. È il segretario del vescovo:“Don Giovanni, venerdì 11 luglio, alleore 15.30, il vescovo ti aspetta in curiaper darti la destinazione”.Il cuore comincia a battere forte. Lamente inizia a correre da Ponte <strong>di</strong> Legnoa Pontevico, da Palosco a Toscolano.Dove andrò??? Chi incontrerò???Arriva il fati<strong>di</strong>co giorno: venerdì 11 luglio,puntuale come un orologio svizzerol’annuncio: don Giovanni curato<strong>di</strong> <strong>Verola</strong>nuova. Cari verolesi, così inizial’avventura tra voi con grande entusiasmoed emozione.Fin qui vi ho raccontato qualcosa <strong>di</strong>quello che ho provato dentro <strong>di</strong> me, ilresto lo scoprirete conoscendomi.Ma tutto questo è parte integrante delcapolavoro che un altro, con me, starealizzando. Non a caso il vangelo delladomenica seguente è il brano trattoda Matteo al cap. 13 che racconta laparabola del seminatore («Ecco, il seminatoreuscì a seminare. E mentre seminavauna parte del seme cadde...»).La mia vita ora ha preso una svolta.Non sono più a Marone, sul lagod’Iseo a fare il “pescatore <strong>di</strong> uomini”,ma sono a <strong>Verola</strong>nuova e il Signoremi raggiunge e mi invita a <strong>di</strong>ventareun “Buon seminatore” del Suo amore,della Sua salvezza, della Sua Parola.Questo è quello che mi auguro <strong>di</strong>fare tra voi, sostenuto dal Suo amoree dalla vostra preghiera: seminare laSua Parola, a tutti, senza stancarmi.Perché è la Sua Parola che ci salva, cirealizza, ci sostiene. Vengo a voi senzala paura <strong>di</strong> sprecare il seme anchedove umanamente <strong>di</strong>remmo “non cresceràmai, non c’è più niente da fare,non cambierà mai...”.Vengo a voi con la pazienza del conta<strong>di</strong>noche aspetta il trascorrere delle


vita parrocchiale20L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Partenze....In questi giorni <strong>di</strong> grest, iniziando ainscatolare libri e libri, scopro conmeraviglia alcuni vostri vecchi scritti,insieme a oggetti che mi riportano aiprimi anni con voi, fotografie, appuntamenti...e mi chiedo come trovare leparole per salutarvi e <strong>di</strong>re il mio graziealle persone che, con libertà <strong>di</strong> cuore,hanno saputo accogliermi e volermibene.A te, Signore, il mio primo grazie, peravermi voluto Tuo, così come sono. È lafrase del salmo 118 che avevo sceltocome “motto” del mio essere prete: Iosono Tuo. Signore, tu mi hai semprecircondato del tuo amore e della tuaprovvidenza, e io ti ho intravisto nellepersone che mi hai posto accanto. Grazieper aver messo nel mio cuore lavoglia <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> gioia.Grazie a mamma e papà per aver accoltocon libertà il progetto <strong>di</strong> Dio su <strong>di</strong> mee per l’educazione cristiana che miavete dato non a parole ma con la vostravita: siete sempre con me nellaMessa!Grazie a Mons. Luigi Corrini che mi haaccolto e grazie a Mons. Luigi Bracchiche ha avuto la pazienza <strong>di</strong> guidarmi inquesti anni: da te ho respirato comedeve essere un prete secondo il cuore<strong>di</strong> Dio...un uomo che ha ra<strong>di</strong>ci in cielo!Grazie a don Paolo, don Giuseppe, donCarlo e don Graziano: con voi ho vissutoun tratto <strong>di</strong> strada sacerdotale, infraternità e collaborazione; ve ne sonograto.Grazie alle tante e brave suore che traconsigli, preghiere, pastasciutte e minestremi hanno accolto come uno <strong>di</strong>casa.Grazie a tutti coloro che hanno collaboratocon me in oratorio, con<strong>di</strong>videndola passione educativa per i giovani:sappiate sempre essere persone chelavorano per la vigna del Signore, nonper l’orticello <strong>di</strong> un prete o <strong>di</strong> un altro,che è sempre un pover’uomo in sestesso, ma che è Gesù durante la Messae i sacramenti.Grazie a te, catechista e vicecatechistache mi insegni a trasmettere ai piccoliciò che noi abbiamo sperimentato <strong>di</strong>Dio: il Signore ti renda <strong>di</strong>scepolo trasparentedel Suo amore, così da annunciarloin prima persona.Grazie a te animatore del camposcuolae del grest, perchè la tua amicizia sinceranei miei confronti è come un bicchiere<strong>di</strong> acqua fresca <strong>di</strong> cui tanti, oggi,hanno ancora sete. Siate ancora persone<strong>di</strong> cuore: vedrete Dio. Grazie a te volontariodelle pulizie in oratorio, delservizio al bar, del gruppo animazione edelle tante attività che con determinazioneporti avanti: mi insegni a non temere<strong>di</strong> dare il mio tempo per gli altri.Grazie a te chierichetto: la tua fedeltàmi ha ricordato quanto è bello servire ilSignore con gioia! Grazie a te ammalatoche durante le mie visite in casa tuami hai stretto la mano e ti sei commosso:mi insegni il valore e il rispetto della


vita parrocchialevita. Grazie a te famiglia che mi hai accoltocome se fossi tuo figlio: Dio donila pace alla tua casa. Grazie a te che perstrada mi sorri<strong>di</strong> e mi auguri ogni benee felicità. Grazie a te adolescente chenon sempre sai <strong>di</strong>rmi il tuo grazie avoce, e me lo scrivi su un foglio o in unsms. Grazie a te giovane che non haiavuto vergogna ad avere un amico pretee sei venuto a pregare con me, all’incontro<strong>di</strong> catechesi o durante gli incontri<strong>di</strong> preghiera zonale. Grazie a te Tizianoe collaboratori della ra<strong>di</strong>o per laprecisione con cui avete seguito alcuneproposte <strong>di</strong> oratorio (mi vengono inmente le simpatiche storie <strong>di</strong> natalealla ra<strong>di</strong>o) e per la pazienza con cui siattendevano i miei articoli o iniziative...Grazie a te che <strong>di</strong> nascosto dagli altrimi davi un’offerta <strong>di</strong>cendomi “per lacasa alla Breda, per il camposcuola deisuoi ragazzi, per la loro merenda...” latua offerta è giunta a chi ne aveva bisogno.Grazie a te che canti per animare lamessa dei ragazzi e mi insegni che aDio si deve cantare con gioia <strong>di</strong> cuore.Grazie a te che hai scommesso con me<strong>di</strong> lavorare per la casa Tabor alla Breda:Dio ti è debitore per aver regalato il tuotempo e il tuo lavoro per una Sua opera.Grazie a te che a vario titolo hai portatoavanti l’impegno dello sport in oratorio:non stancarti mai <strong>di</strong> lavorare per questapalestra <strong>di</strong> educazione. Grazie a tegiocatore, allenatore, <strong>di</strong>rigente, tifosoche hai continuato a tenere viva lasquadra <strong>di</strong> pallavolo che avevo volutoqualche anno fa... la mitica Virtus <strong>di</strong> cuiindossavo il numero 3... ho gustatoquanto è bello il gioco <strong>di</strong> squadra traamici!Grazie a te che piangi e nelle tue lacrimemi insegni la naturalezza dei sentimenti,la verità del nostro essere uomini.Grazie a te bambino per il tuo sorrisoe per la tua manina che mi cercava peruna carezza: eri Dio in persona che mibene<strong>di</strong>ceva. Grazie a te che mi portavipuntualmente qualcosa <strong>di</strong> pronto damangiare: mi facevi vivere sempre unasorpresa, come quando ero piccolo, ilmattino <strong>di</strong> S. Lucia. Grazie a te giovaneper aver chiesto il mio aiuto per unmomento <strong>di</strong>fficile o per un consiglio:mi ricordavi ogni volta il mio primo dovere.Grazie a te che sei venuto a trovarmiquando non stavo bene e per quandohai rispettato il mio silenzio: in quelmomento pregavo anche per te.Grazie a te, amico, che mi racconti leesperienze passate insieme, durantel’anno e in particolare l’estate e mi fairivivere l’unicità <strong>di</strong> quei momenti... latua compagnia è un balsamo <strong>di</strong> vita.Grazie a te, che partecipando al 3° turno<strong>di</strong> camposcuola, hai reso possibilel’avverarsi <strong>di</strong> un sogno: hai realizzatoun musical bellissimo e simpaticissimo!Grazie a te che hai iniziato daqualche anno l’esperienza dello scoutismo:ti chiedo la bontà <strong>di</strong> trascinarealtri con te.Grazie a te sacrista, grazie a te volontariodel decoro della chiesa, per la pulizia,i fiori, le tovaglie... perchè mi insegnateche il Tempio <strong>di</strong> Dio è la mia primacasa!Grazie a te don Giovanni Battista perchèhai accolto il progetto <strong>di</strong> Dio su <strong>di</strong>te e vieni tra questi giovani con entusiasmoe <strong>di</strong>sponibilità, insegnandomi adaccettare una nuova missione.Grazie proprio a te che hai pregato perme: sei stato il mio angelo custode quisulla terra.Grazie a voi verolesi per l’affetto sempre<strong>di</strong>mostratomi e per la pazienza cheavete avuto con me: ho imparato amuovere i miei primi passi in mezzo avoi, perchè non c’è una ricetta che tispiega come fare il prete...bisogna esserlo!Vi porto nel cuore tutti, con affettoe amicizia sacerdotale e vi bene<strong>di</strong>co.don Valentino21L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


vita parrocchiale22L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Diario...Le scoperte<strong>di</strong> un viaggiatore curioso...La mia storia comincia tanto tempofa quando ho iniziato a viaggiareper il mondo mosso dal desiderio<strong>di</strong> conoscere molte persone, <strong>di</strong>scoprire le loro abitu<strong>di</strong>ni, le loro tra<strong>di</strong>zioni,ma soprattutto le loro emozioni.Durante uno dei miei frequenti viaggimi sono imbattuto in un paese dellaprovincia <strong>di</strong> Brescia, <strong>Verola</strong>nuova.All’apparenza sembrava una zonatranquilla e stavo per andare oltrequando ho notato nei visi e neglisguar<strong>di</strong> della gente che incontravoper strada una luce particolare. Incuriositonon mi sono lasciato sfuggirel’occasione <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re la conoscenza<strong>di</strong> alcune persone del paeseper capire a che cosa fosse dovutaquell’agitazione, quel fermento che limuoveva.Camminando per le vie del paese honotato due donne che parlavano fittofitto tra loro; sono riuscito a captaresolo qualche parola: «...trasferito...don... sei anni...». All’u<strong>di</strong>re ciò ho intuitoche un evento improvviso avessescosso la realtà del paese e che riguardassein qualche modo un sacerdote.Emozionato mi sono avvicinatoal cuore <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>nuova, nella piazzadella Chiesa, dove ho subito notato unbrulicare <strong>di</strong> persone tutte indaffaratea parlare, a commentare, ad esprimerela propria meraviglia all’uscita dallaSanta Messa. La parola che giungevasempre alle mie orecchie era “don Valentino”.prima tappa sarebbe stata la Basilica.Sono entrato al termine della funzioneliturgica alla ricerca <strong>di</strong> qualcuno cuichiedere notizie certe relative a questodon Valentino che era sulla bocca<strong>di</strong> tutti, ma che io non conoscevo.Dal fondo della chiesa ho aguzzato lavista e ho notato, nei pressi dell’altare,un fanciullo, mi sono avvicinato: eraun chierichetto. Subito gli ho chiestose conosceva don Valentino e i suoiocchi si sono illuminati:«Chi non lo conosce?! È il nostro donche purtroppo se ne va dopo sei anni<strong>di</strong> permanenza. Era il curato dell’oratorioe faceva tante, ma davvero tantecose!».In quel momento ho capito il motivo<strong>di</strong> tanta agitazione e fermento tra lagente, per le strade, in ogni angolodel paese.Per cercare <strong>di</strong> far luce su tutto questochiacchiericcio ho deciso che la mia


vita parrocchialeHo spiegato al fanciullo chi fossi: unviaggiatore solitario cui piace coglierei pensieri, le emozioni, i momenti particolaridella vita delle persone, le loroesperienze quoti<strong>di</strong>ane per alimentarela mia anima, per arricchirmi e potercontinuare a vivere.Ho quin<strong>di</strong> chiesto al giovane chierichettose potesse raccontarmi qualcosa<strong>di</strong> questo don Valentino. All’improvvisoperò il mio sguardo è statocatturato in <strong>di</strong>rezione della sacrestiada alcuni visi <strong>di</strong> altri chierichetti chestavano origliando e spiando la situazione.Ad un mio cenno, in puntadei pie<strong>di</strong>, sono comparsi tutti, felici <strong>di</strong>poter <strong>di</strong>re la loro sul don. È stata quin<strong>di</strong>l’occasione per ascoltare quantoavessero da raccontare.«Essere chierichetto è stata una delleesperienze più belle con don Valentino.Per svolgere questo ruolo serve unapreparazione. Infatti ogni sabato pomeriggio,presso le suore, andavamoalle adunanze dove il don ci preparavaspiritualmente per svolgere questocompito. In questi momenti ci insegnavaanche alcune parole in greco e inlatino, i nomi delle vesti dei sacerdoti edegli oggetti che servivano per celebrarela Santa Messa. Una volta al mesefacevamo un’uscita con il pulminoper visitare luoghi vicini: in ogni tappaci insegnava le origini e i segreti dellevarie opere d’arte. Nel periodo natalizioabbiamo visitato vari presepi. Allevisite seguiva spesso una golosissimamerenda a base <strong>di</strong> cioccolata calda epasticcini. Sono stati momenti moltobelli, istruttivi e spirituali. Vogliamo<strong>di</strong>re grazie a don Valentino per la suasimpatia, il suo impegno e <strong>di</strong>rgli che glivogliamo bene e che ci mancherà».Al termine <strong>di</strong> questa chiacchieratasono stato attratto da un gruppo <strong>di</strong>persone adulte che, munite <strong>di</strong> chitarra,stavano per accingersi ad uscire.Mi sono avvicinato a loro per chiederese avessero qualcosa da <strong>di</strong>rmi riguardoa don Valentino. Si sono presentaticome membri del “Coretto” cheha sempre animato la Santa Messadelle 9.30 la domenica. Detto fatto sisono posizionati presso l’altare dellaMadonna, come loro solito, io mi sonoseduto nei primi banchi e ho prestatoattenzione alle loro parole: «Anche noidel coretto vorremmo salutare il don,facendo un po’ a modo nostro... così,semplicemente.DO come... «Dove sono le parole? E glispartiti? Dove an<strong>di</strong>amo a provare? Chiha la musica?». Insomma, non siamoproprio un coretto or<strong>di</strong>nato, ma lui finda subito, ci ha accolto bene, sperandoche magari potessimo migliorare!»RE come... “Resta qui con noi” (unadelle nostre canzoni preferite), anchese già da tempo avevamo pensatoper lui un incarico <strong>di</strong>verso, magari aRoma. Quello che sappiamo è che cimancherà e ci mancheranno anche lesue occhiate dall’altare, i suoi cd, lesue pre<strong>di</strong>che, i suoi «...ho pensato...».MI come... «Mi sembra <strong>di</strong> sentire qualcosache non va!» perché lui, moltogentilmente, non ha mai avuto il coraggio<strong>di</strong> <strong>di</strong>rci che stonavamo, anchese le sue facce <strong>di</strong>cevano tutto!»FA come... «Fatela in sol!», praticamentequella nota che solo lui è ingrado <strong>di</strong> raggiungere senza strozzarsi23L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


vita parrocchiale24L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>e per la quale provavamo spesso unpo’ <strong>di</strong> invi<strong>di</strong>a.SOL come... «Soltanto due minuti»,tempo che spesso ci concedeva perchéc’era sempre qualcosa da fare oqualcuno da ascoltare. Vogliamo augurargli<strong>di</strong> continuare così mostrandosisempre <strong>di</strong>sponibile verso tutto etutti.LA come... «La cantiamo domani!»;«Ma come domani?! Abbiamo appenainiziato a provarla!», «Ma voi ce la fate».Ha sempre avuto fiducia in noi, a volteanche troppa; sarà stata l’incoscienza<strong>di</strong> essere un giovane sacerdote?! Nonlo sapremo mai!SI come... «il sì che gli auguriamocontinui a <strong>di</strong>re ogni giorno nella nuovaesperienza che sta per iniziare, con lepersone nuove che incontrerà e con icoretti che, magari, anche lì inizierà aseguire».Mentre li ringraziavo per il loro originalecontributo ho notato la presenza<strong>di</strong> altre persone che si stavano <strong>di</strong>sponendoper cantare; mi sono affiancatoa loro e ho domandato se avesseroavuto contatti con don Valentino.Uno <strong>di</strong> loro si è reso portavoce e hainiziato a raccontarmi: «Deve sapereche il CorUnum è un insieme <strong>di</strong>persone con la passione comune peril canto gregoriano e che per dare unsenso alla passione stessa si impegnaper preparare liturgie in cui si ricorre aquesto modo <strong>di</strong> cantare antico in cui itesti sono esclusivamente basati sullaSacra Scrittura. Questa metodologiarisale ai tempi del Me<strong>di</strong>oevo, è una sonoritàestranea alle nostre abitu<strong>di</strong>ni equin<strong>di</strong> non apprezzata da tutti perchésemplice, ma allo stesso tempo ricca<strong>di</strong> contenuti e <strong>di</strong> sensazioni che evocain chi la ascolta».Incuriosito gli chiedo come sia natoquesto gruppo.«All’inizio, quando don Valentino è arrivato,è emerso casualmente il mio interessepersonale per il canto gregorianoda lui con<strong>di</strong>viso, fino a che proprioil don ha ideato <strong>di</strong> creare un insieme<strong>di</strong> persone per la preparazione <strong>di</strong> cantisemplici, senza l’obiettivo della liturgia;infatti i primi incontri erano prettamentetecnici e non spirituali. Dopoessere stati a Sant’Antimo, abbazia <strong>di</strong>frati canonici regolari in cui la liturgiaè completamente in gregoriano, abbiamoiniziato a preparare i vespri in occasionedelle solennità maggiori e cosìsono nati gli appuntamenti della compietala domenica sera in Basilica e leSante Messe a cadenza mensile perdare un senso liturgico a quello chefacevamo. Lo spirito che ha animatoil nostro gruppo è stato <strong>di</strong> valorizzaree conservare la tra<strong>di</strong>zione liturgica dellatino e <strong>di</strong> tale stile. Don Valentino èstato l’ideatore <strong>di</strong> tutto ciò, oltre al coor<strong>di</strong>namentoci ha aiutato a inserircinel modo <strong>di</strong> pensare e nella sensibilitàdel mondo del gregoriano per capire ilsenso <strong>di</strong> ciò che cantavamo. Questamodalità <strong>di</strong> preghiera mi è stata fattaapprezzare dal don, nonostante fossigià incline a tale canto. Ricordo con piacerequando siamo andati a Rovereto


vita parrocchiale26L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>oppure a programmare la tra<strong>di</strong>zionalefesta <strong>di</strong> settembre. Più <strong>di</strong> una volta cisiamo trovati a sognare <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficaretotalmente i locali del nostro oratorio,ad immaginare nuove stanze e salonida adattare alle esigenze delle variefeste ed iniziative. Diciamo che con lafantasia abbiamo raso al suolo e ricostruitoil nostro oratorio più volte, mapoi, tornati con i pie<strong>di</strong> per terra e ri<strong>di</strong>mensionandotutto, ci siamo adeguatialle nostre possibilità finanziarie e allospazio <strong>di</strong>sponibile. Di don Valentino ricorderòla ricerca del bello, del nuovo,dei sogni... senza <strong>di</strong>menticare le bellissimepreghiere proposte nei <strong>di</strong>versi incontriin oratorio». «Che cosa gli auguri»,le chiedo. «Gli auguro <strong>di</strong> continuareil suo cammino con lo stesso entusiasmoe la stessa precisione che ho conosciutoin questi anni. Sono stati seianni “giovani”... e vorrei ringraziarlo <strong>di</strong>cuore!»Mi sono spostato poi in salone alla ricerca<strong>di</strong> ragazzi e <strong>di</strong> giovani che sonostati a contatto con il loro sacerdotee che, confido, mi arricchiranno moltissimo.Ho incontrato infatti un’adolescentecui chiedo cos’abbia da <strong>di</strong>resul fatto che il don se ne vada. Neascolto la risposta: «È creativo, misterioso,intrigante, affascinante, deciso,severo, ma giusto: lui è don Vale! Erosolo in quarta elementare quandoarrivò e subito provai la mia primaesperienza al Camposcuola. Ricordoquando guardavo con i miei occhi dabambina la cerchia <strong>di</strong> animatori intornoa lui e quanto li invi<strong>di</strong>avo. Cosìfinalmente, dopo sei anni, anch’io hoavuto l’onore <strong>di</strong> affiancarmi al don conaltri cinque amici per fare l’animatrice:un’esperienza in<strong>di</strong>menticabile! Tantisono stati i momenti passati insiemeal primo turno: le lunghissime chiacchieratefino a tarda notte, le partite apallavolo, la preparazione dei giochi, lerisate del dopo pranzo... Insomma perme animatrice più che un don è statoun amico, una persona che sa mettersiin gioco. Per questo gli auguro tantocoraggio per poter portare avanti quelloin cui crede e so che ci riuscirà perchéè ciò che ci ha <strong>di</strong>mostrato in questi seianni. Sono stati sei anni giocati insieme,come una squadra, nel bene e nelmale».


vita parrocchialeDopo avermi salutato con un sorriso,mi sono accorto che durante la chiacchieratasi era formato intorno a meun crocchio <strong>di</strong> persone, ognuna dellequali era desiderosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>re la sua suldon. Ho scoperto quin<strong>di</strong> l’esistenza<strong>di</strong> un gruppo detto GAO e ascoltoincuriosito: «Anche il GAO (GruppoAnimazione Oratorio) che si occupa <strong>di</strong>organizzare feste, pomeriggi <strong>di</strong> gioco,serate in compagnia per gran<strong>di</strong> e piccoliha risentito dell’influenza <strong>di</strong> donVale. Il gruppo, già esistente da tempo,si è arricchito <strong>di</strong> nuove proposte rivoltea tutte le fasce d’età: si sono moltiplicatii tornei, le domeniche d’animazioneper i bambini sono <strong>di</strong>ventate unappuntamento fisso e come <strong>di</strong>menticarela mitica “Tortinpanza” e lo spumeggiantecarnevale con l’annessagita a Venezia!? Tutto questo è statopossibile grazie alla fiducia che il donha sempre mostrato nei nostri confronti,dandoci la forza <strong>di</strong> continuarenonostante alcuni insuccessi. È statocapace <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigerci come un vero <strong>di</strong>rettored’orchestra.Il periodo in cui il donha sempre dato il meglio <strong>di</strong> sé è statosicuramente il Carnevale: tutti qui conosconola sua abilità e creatività nelrealizzare travestimenti ed abiti sontuosi...al punto da poterli indossare alfamoso carnevale <strong>di</strong> Venezia. Impossibileraccontare un episo<strong>di</strong>o in particolare,è <strong>di</strong>fficile scovarne uno tra tanti...Grazie a lui siamo riusciti a vedere Veneziacon occhi <strong>di</strong>versi, scoprendonela magia nascosta <strong>di</strong>etro ogni angolo,in ogni maschera maestosa e neglisguar<strong>di</strong> stupiti <strong>di</strong> tutti i turisti.Non possiamo non citare il carnevaleinnevato dell’ormai lontano 2004 chenon ci ha permesso <strong>di</strong> gustare fino infondo la festa, ma nonostante questolo ricor<strong>di</strong>amo come una giornata <strong>di</strong> allegria.Auguriamo con tutto il cuore al “nostro”don <strong>di</strong> avere la possibilità <strong>di</strong>esprimere se stesso, come ha fattoqui con noi, in ogni situazione che lavita gli riserverà. Sono stati sei annisorprendenti!».Travolto dal loro entusiasmo hoascoltato altre ragazze che mi hannoraccontato dei Campiscuola organizzatiproprio dal don: «Di questisei anni passati con don Valentino ciricorderemo soprattutto i perio<strong>di</strong> estivi:al suo arrivo nel nostro paese sisvolgevano già campiscuola e grest,ma grazie a lui il concetto <strong>di</strong> gioco hapotuto cambiare, ringiovanire! Ognianno abbiamo partecipato al camposcuola,ma il primo è stato in<strong>di</strong>menticabile:una nuova esperienza a Temùdove il don si è messo in gioco travestendosi,recitando, giocando con noie raccontandoci storie <strong>di</strong> paura. Ancheil grest è rimasto un appuntamentoimper<strong>di</strong>bile per ogni ragazzo: momenti<strong>di</strong> preghiera, canti, balli affiancati dagiochi sempre nuovi. Gli auguriamo <strong>di</strong>poter realizzare i suoi desideri perchéper noi è stata una persona davverospeciale».27L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


vita parrocchiale28L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Gli ho poi chiesto <strong>di</strong> narrarmi un episo<strong>di</strong>oparticolare che lo ha visto <strong>di</strong>rettamentecoinvolto con il sacerdote elui ha cominciato: «Tra tutti i momentitrascorsi con il don voglio ricordare ilterzo turno <strong>di</strong> quest’estate a Campolaro.Qui, come animatore, mi sonotrovato in situazioni particolari in cui ildon mi è stato molto vicino, mi ha aiutatoa prendere delle decisioni a livelloeducativo importanti per i ragazzi cheerano al camposcuola. Si è <strong>di</strong>mostratouna persona molto <strong>di</strong>screta, ma decisaa riportare tutti sulla strada giusta, inmaniera implicita e colma <strong>di</strong> delicatezza.Voglio quin<strong>di</strong> ricordare il don comeun educatore eccezionale che in ognioccasione riesce a tirar fuori da ciascunoquell’umiltà necessaria per riconoscerei propri errori e che dà semprel’occasione <strong>di</strong> migliorare».«Che cosa gli auguri?»Subito dopo un ragazzo mi ha chiamatoe mi ha chiesto <strong>di</strong> prestargliattenzione. Così ho fatto: «Tante cosevorrei ricordare del don, troppe per esseredette tutte. Da dove comincio?».«Cosa ricorderai <strong>di</strong> lui in particolare?»gli chiedo, cercando <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzarlonelle sue emozioni. «Ricorderò il doncome un eccezionale maestro che miha insegnato molto nella catechesi,nella fede, ma anche come colui chemi ha dato preziosi consigli <strong>di</strong> vita sia aparole sia con il suo esempio. Lo ricorderòcome un uomo dalla grande creativitàe dalle notevoli abilità artistiche,qualità che ho potuto apprezzare nelleattività da lui proposte con grande spirito<strong>di</strong> iniziativa. Soprattutto ricorderòun amico che sa ascoltare, semprepronto a fornire il sostegno <strong>di</strong> cui siha bisogno, che ti accetta per comesei, senza giu<strong>di</strong>care, che esalta le tuequalità e ti spinge sempre a metterti ingioco, che sta allo scherzo, insomma:un vero amico».


vita parrocchiale29L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>«Il mio augurio è che in questa suanuova esperienza possa trovare la passionee gli stimoli necessari per portarlaa termine nel migliore dei mo<strong>di</strong>. Speroche possa incontrare delle personefantastiche la cui compagnia e sostegnosono più che mai in<strong>di</strong>spensabiliper superare la prova che il Signore glimette innanzi. Grazie al don ho potutotrascorrere dei momenti inestimabili <strong>di</strong>felicità, <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> amicizia; ho vissutodelle esperienze che senza dubbio rimarrannoal primo posto nel mio cuore».«Lo sa che io sono stato animatore delGrest?». Un ragazzo ha così catturatola mia attenzione.«Ah! Bene; sempre a fianco <strong>di</strong> don Valentinodunque? Raccontami allora latua esperienza».«Di don Valentino ricorderò il suo comportamentocalmo, ma sicuro <strong>di</strong> sé, ilmodo <strong>di</strong> porsi con i ragazzi, suscitandoemozioni con i suoi racconti, riuscendocon la sua bontà a colpire le puntedolci dei nostri cuori. Oltre ai normalipomeriggi al grest, esistono anchemomenti nei quali i rapporti tra done animatori si rafforzano tantissimo.Una sera quel mattacchione del donha organizzato un gioco per farci <strong>di</strong>vertiree <strong>di</strong>vertirsi: la caccia al tesoro!La parte più interessante della serata èstata scoprire dove si fosse nascostoproprio lui. Abbiamo cercato per tantotempo e fra battute e scherzi il primoche lo trovava avrebbe vinto. È statotutto molto bello, <strong>di</strong>vertente, simpatico,ma ciò che maggiormente interessavatutti era lo stare in compagnia deipropri amici, come il don. Eh sì, perchéil don prima che il nostro sacerdote èun nostro amico e con lui si può ridere,pensare, scherzare, <strong>di</strong>vertirsi e riflettere.Un vero amico con un gran cuore,capace <strong>di</strong> ascoltare e consigliare ognipersona. L’augurio più sincero che sipossa fare ad una persona come il donè quello <strong>di</strong> continuare il suo camminocon lo stesso entusiasmo, arricchendocon passione il cuore delle persone,come ha fatto con tutti noi. Questi seianni accanto al don sono stati unici,emozionanti, in<strong>di</strong>spensabili».


vita parrocchiale30L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Ascoltando questi ragazzi ho iniziatoa farmi un’idea <strong>di</strong> questo don; ma nonho avuto il tempo <strong>di</strong> riflettere perchého visto entrare dal portone una signoracon un grosso cesto in mano.Mi sono avvicinato a lei chiedendolecosa fossero quelle rose che trasportava.Con benevolenza e simpatia ellaha iniziato a raccontarmi: «È statoall’inizio <strong>di</strong> aprile <strong>di</strong> quest’anno che ildon ha chiesto aiuto alle mamme perpoter allestire un laboratorio in cui realizzarerose <strong>di</strong> carta crespa cerate peraddobbare le vie del paese in occasionedella processione del Corpus Domini.Detto fatto, alcune mamme si sonoriunite in questo laboratorio. Guardandoil don tagliare, maneggiare la cartacrespa e subito realizzare delle bellissimerose sembrava un gioco da ragazzi,ma ahimè, arnesi alla mano, non è statocosì semplice. Prova e riprova abbiamorealizzato le nostre prime rose, maquando sono passate all’attenzionedel supervisore sono emersi non pochi<strong>di</strong>fetti: la pancia del petalo non bombata,la legatura della rosa poco stretta, iltaglio doveva essere perfezionato. Nonci siamo arrese! Certe delle nostre capacitàmanuali, con tenacia, passionee fantasia siamo riuscite a creare dellebelle rose con sod<strong>di</strong>sfazione. Ancheora che sono trascorsi alcuni mesicontinuiamo il nostro piccolo laboratoriolasciatoci in ere<strong>di</strong>tà. Il ricavato èdestinato alla Casa Tabor. A nome <strong>di</strong>tutto il gruppo voglio ringraziare donValentino per il tempo, la pazienza eper averci dato la possibilità <strong>di</strong> stareinsieme e conoscerci meglio».Finita questa testimonianza un fanciullomi ha chiamato insistentementee mi ha detto: «Sai che io ho fatto“StaSsera Debutto” e sono stato alcamposcuola?».Interessato e intenerito l’ho interpellato:«Allora raccontami anche tu qualcosadell’amato don. Cosa ricorderai<strong>di</strong> lui?».«Ricorderò don Valentino come unapersona molto simpatica, capace <strong>di</strong>insegnare e <strong>di</strong> far capire il significato<strong>di</strong> molte cose. È una persona fantasticacon cui ho vissuto l’esperienza delcamposcuola, non lo <strong>di</strong>menticheròmai. Sai poi a me piace cantare e conil don ho avuto la possibilità <strong>di</strong> seguireun vero e proprio corso <strong>di</strong> canto. Durantequesti incontri il don mi insegnava astare sciolto con il corpo: un eserciziofondamentale per un cantante perchéaiuta e consente <strong>di</strong> fare note vocali piùbasse. Mi ha insegnato anche che uncantante deve trasmettere il significatodel testo che canta, <strong>di</strong>vertirsi e far<strong>di</strong>vertire, mettere l’anima nel cantare enon stare immobile sul palco. Durantequesto corso il don mi ha consigliato lacanzone dal titolo “Segui i sogni”, l’hocantata a “StaSsera debutto” perché èun invito per i bambini a seguire i proprisogni che poi si realizzano. Auguroa lui la stessa cosa».L’ho ringraziato poi mi sono guardatoattorno e ho notato, seduta un po’ in<strong>di</strong>sparte, una mamma che osservavada lontano quanto stava succedendonell’atrio dell’oratorio. L’ho osservata


vita parrocchialeperché sembrava in attesa <strong>di</strong> qualcosao <strong>di</strong> qualcuno, il mio sguardo haincrociato il suo e allora lei si è alzataed è venuta verso <strong>di</strong> me.«Sa, io sono un genitore e vorrei anch’ioesprimere il mio grazie e la mia riconoscenzaper il don».Ci siamo seduti comodamente e le hoprestato attenzione: «Stavo pensandoalle esperienze vissute in questi seianni con don Valentino e non possonon ricordare i suoi piccoli e gran<strong>di</strong>“miracoli” con i nostri figli! Personalmenteho avuto modo <strong>di</strong> assistere apiù <strong>di</strong> uno <strong>di</strong> questi “miracoli”: gli hoaffidato al camposcuola mia figlia conun problema piuttosto serio; quando ètornata ho visto un’altra persona, trasformata.Lei stessa mi ha detto che ildon le aveva parlato e che lei aveva capitoquanto stesse sbagliando nel suocomportamento. Quante volte avevoprovato io a farle capire che stava intraprendendouna strada sbagliata,ma nulla! Ci è voluto don Valentino perrisolvere la situazione e non smetteròmai <strong>di</strong> ringraziare il Signore <strong>di</strong> averloposto in mezzo a noi, anche se soloper sei anni. Molti ragazzi possono testimoniarequanto don Valentino abbiafatto per ognuno <strong>di</strong> loro, come amico,come fratello, come padre spirituale.Anche per noi genitori i suoi consiglisono stati un valido aiuto per affrontarei problemi inerenti alla crescita deinostri figli. L’augurio che gli faccio è <strong>di</strong>trovare il centuplo <strong>di</strong> quello che develasciare per seguire Gesù».Mi sono poi avvicinato alla bachecadell’oratorio e ho letto che è attivaanche la Catechesi per i fanciulli,per i ragazzi e per i giovani. Quin<strong>di</strong> hochiesto ad una ragazza <strong>di</strong> fianco a mese mi poteva raccontare qualcosa <strong>di</strong>queste realtà e se lei ne fosse coinvolta.La ragazza sorpresa, emozionataha iniziato a parlare: «Che <strong>di</strong>redel don!? Tante, tante cose. Con lui hoavuto l’occasione <strong>di</strong> vivere <strong>di</strong>versi momenticome catechista, come animatriceai campiscuola, come membrodel GAO e del Consiglio dell’Oratorio,del recente BAO, come giovane chepartecipava alla catechesi del giovedìsera. Questi ultimi sono sempre statiun appuntamento fisso fin da quandoil don è arrivato a <strong>Verola</strong>. In queste seresi affrontavano <strong>di</strong>versi argomenti partendodalla Parola <strong>di</strong> Dio, da un film, daun fatto <strong>di</strong> cronaca, da figure <strong>di</strong> Santi,dalla mitologia greca per arrivare poi ariflettere sull’essere cristiani, sulla propriavita, su questioni morali implicatenella religione cattolica. Ogni incontroè sempre stato per me coinvolgente,interessante, ha sempre fornito spunti<strong>di</strong> riflessione personale, è stato occasione<strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo e confronto tra personeche con<strong>di</strong>videvano gli stessi valori.In modo particolare ricordo quella voltain cui su un argomento d’attualità abbiamocreato una sorta <strong>di</strong> tribunale incui addurre le proprie accuse o <strong>di</strong>fesea riguardo, <strong>di</strong>scutendo animatamente,mentre il don faceva il giu<strong>di</strong>ce moderatore.Insomma sono sempre stateoccasioni per crescere umanamente espiritualmente, per pensare al propriofuturo <strong>di</strong> giovani nel mondo, per coltivarela propria fede.Per rafforzare questa esperienza nel2003 il don ci ha proposto <strong>di</strong> trascorrerequalche giorno a Sant’Antimo,un’abbazia <strong>di</strong> frati canonici regolari inToscana. Abbiamo vissuto in questoluogo all’insegna della preghiera cantatain gregoriano, dell’essenzialità,dell’amicizia. Come punto <strong>di</strong> riferimentoc’era sempre il don che quoti<strong>di</strong>anamenteci forniva spunti <strong>di</strong> riflessione,<strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione e <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo. Per me, daquella volta, Sant’Antimo è <strong>di</strong>ventatoun luogo fondamentale per la mia crescita,per ricaricare le batterie spiritualmente,oltre che essere un bagaglio <strong>di</strong>31L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


vita parrocchiale32L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> momenti trascorsi in amicizia.Siamo poi tornati in questo angolo<strong>di</strong> para<strong>di</strong>so più volte, accompagnatidal don: è sempre stato sorprendente,magico perché si aveva l’occasione <strong>di</strong>riflettere sulla propria vita, sulle propriescelte, potendo contare su unapersona amica che era lì solo per noi.In questo luogo ho potuto apprezzarela sensibilità del don, il suo acume nelcogliere i segreti più intimi dell’anima<strong>di</strong> ciascuno, il suo essere sempre pronto,<strong>di</strong>sponibile ad offrire un consiglio,un sorriso, o semplicemente se stesso,<strong>di</strong>scretamente in silenzio, comunicandosolo con la propria presenza».Ancora con l’emozione nell’anima peril trasporto che questa ragazza ci hamesso nel suo racconto, in<strong>di</strong>viduo uncatechista a cui chiedere com’ è statala sua esperienza in questo ruolo afianco del don. Gentilmente ha iniziatoa rispondermi: «Sa, in questi annifare il catechista è stata un’avventuraricca <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni, <strong>di</strong> momenti <strong>di</strong>tenerezza come <strong>di</strong> sconforto. In ognioccasione però il don era sempre presente;sempre pronto ad ascoltare le<strong>di</strong>fficoltà, cercando <strong>di</strong> intervenire personalmentein modo molto <strong>di</strong>screto,lasciando al catechista stesso la facoltà<strong>di</strong> risolvere certe problematiche per evitare<strong>di</strong> mettere in imbarazzo i ragazzi. Alivello educativo il don si è sempre mostratomolto attento, mettendo in campola propria sensibilità con rispetto e<strong>di</strong>screzione. Negli ultimi anni abbiamodovuto affrontare alcuni cambiamentinell’organizzazione della catechesi, cisono state alcune <strong>di</strong>fficoltà, ma insieme,con vari incontri in cui si è molto<strong>di</strong>scusso e ci si è molto confrontati, liabbiamo affrontati serenamente, vivendolicon tutto il cuore <strong>di</strong> catechistie cercando <strong>di</strong> seminare la Parola <strong>di</strong> Dioil meglio possibile, rispondendo allachiamata del Signore».Al termine <strong>di</strong> questo confronto, misono guardato attorno e ho notatoche tutte le persone con cui avevo<strong>di</strong>alogato erano ora indaffarate ad appenderecartelloni, striscioni, addobbi,a pulire, ad abbellire per realizzarela festa dell’oratorio all’interno dellaquale ci sarà il saluto al loro “amatodon Vale”.Mi sono quin<strong>di</strong> silenziosamente allontanato,ringraziando mentalmentetutte le persone che avevo incontrato,per la ricchezza delle emozioni e delletestimonianze che mi avevano regalato.Mentre sto per intraprendere un altroviaggio rifletto sulla realtà che ho appenaconosciuto, che ha alimentato lamia anima e grazie alla quale vivrò serenamentepiù a lungo; penso a quantoaffetto questa comunità abbia de<strong>di</strong>catoal proprio sacerdote, a quanteesperienze abbia vissuto e con<strong>di</strong>visocon lui, a quante realtà proseguirannosenza <strong>di</strong> lui, ma nel suo ricordo, ringraziandoloper tutto quanto ha costruitoin sei anni <strong>di</strong> permanenza.P.B.


vita parrocchialeUn graziedalle Suore...Caro don Valentino, è arrivato ilmomento della tua partenza,anche se la notizia non è statauna sorpresa.Pensando alle persone che la Prov-videnza ci fa incontrare nella vita, <strong>di</strong>te don Valentino ricorderemo in particolare,oltre a tante altre qualità dellatua sacerdotale figura, il tuo forte impegnonella liturgia.Le tue devote, precise e invitanti celebrazioni,il tuo pregare raccolto e lafinezza con cui indossi gli indumenticelebrativi.Sei proprio fatto per l’altare e la comunicazionedella Parola <strong>di</strong> Dio.Ricorderemo i tuoi esempi, ti assicuriamoil nostro ricordo nella preghiera.Un grazie <strong>di</strong> cuore e auguri <strong>di</strong> ognibene nel Signore.La comunità delle suore<strong>di</strong> Maria Bambina33L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>...e dai bimbidella Scuola MaternaCaro Don Valentino, anche noibambini della scuola maternaCapitanio vogliamo salutarti eringraziarti per le cose belle che haifatto con noi.Ci hai raccontato le storie <strong>di</strong> Gesù,portandoci ogni volta una sorpresa oun vestito “speciale”.Abbiamo partecipato a messe e celebrazionima non ci siamo mai stancatiperché tu hai sempre avuto un modo“speciale” per parlare con noi.Ci hai aiutato anche tu a <strong>di</strong>ventare unpo’ più gran<strong>di</strong> e per questo, anche conle maestre, le suore e i nostri genitoriti <strong>di</strong>ciamo un grazie grande così...


vita parrocchiale34L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>21 giugno 2008Concerto per le DiaconieLo scorso 21 giugno, nel Parco <strong>di</strong>via Petrarca, si è svolto l’ottavo eultimo Concerto per le Diaconie,la bella iniziativa creata dal ComplessoBan<strong>di</strong>stico “Stella Polare” che avevapreso l’avvio nel 1997. A ospitare laserata era stavolta la Diaconia <strong>di</strong> SanRocco. Foltissima e calorosa la partecipazionee belle le esecuzioni della“Stella Polare” e del Corpo Ban<strong>di</strong>stico<strong>di</strong> <strong>Verola</strong>vecchia, sotto la <strong>di</strong>rezione delmaestro Francesco Amighetti e brillanti,come sempre, le presentazioni<strong>di</strong> Tiziano Cervati e Daria Cremaschini.Ci auguriamo <strong>di</strong> cuore che questaesperienza non si concluda qui e che,vista la sempre calorosissima accoglienzae gra<strong>di</strong>mento, a partire dal2009, si ricominci da capo il giro <strong>di</strong>tutte le Diaconie.I collaboratori della Diaconia <strong>di</strong> SanRocco desiderano ringraziare il ComplessoBan<strong>di</strong>stico “Stella Polare”, ilCorpo Ban<strong>di</strong>stico <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>vecchia,le famiglie e tutte le persone che, inqualsiasi modo, hanno contribuitoalla bella riuscita della serata. Il ricavatodelle offerte in denaro ricevute,al termine del concerto, è stato consegnatoai responsabili della “StellaPolare”.Ancora grazie a tutti.I collaboratoridella Diaconia <strong>di</strong> San Rocco


vita parrocchialeFesta S. Anna, ci proviamo?Così era scritto sull’invito che abbiamoconsegnato ai giovani dellaBreda per partecipare all’organizzazionedella festa <strong>di</strong> S. Anna, cheormai non si svolgeva più da alcunianni, nonostante serpeggiasse da tempoil desiderio <strong>di</strong> riprendere questa tra<strong>di</strong>zione.Qualche tempo fa da Don Valentino ciera giunto l’invito a trovare un modoper dare una “spintarella” ai lavori dellacasa Tabor.Quale modo migliore poteva esserciper esau<strong>di</strong>re questa richiesta, se nonrimetterci all’opera per riuscire a riproporrequesta festa che faceva parte dellanostra tra<strong>di</strong>zione.L’idea <strong>di</strong> lanciare l’invito ai giovani, suggeritacida una cara amica, è stata vincentee la loro <strong>di</strong>sponibilità è andata al<strong>di</strong> là <strong>di</strong> ogni nostra aspettativa.Contemporaneamente abbiamo trovatoappoggio e collaborazione concretada chiunque è stato interpellato per levarie necessità:- le nostre donne (ed un uomo), in<strong>di</strong>spensabiliper la produzione dei tra<strong>di</strong>zionalicasoncelli alle erbette- gli amici dell’Avis che, oltre ad averciprestato l’attrezzatura, hanno collaboratonumerosi ed entusiasti allagestione della cucina- il gruppo <strong>di</strong> amici che venerdì sera hacucinato un eccellente spiedo- i fantastici camerieri, alcuni <strong>di</strong> provataesperienza, che sono giunti in nostroaiuto anche da fuori paese- molte altre persone che <strong>di</strong>etro lequinte hanno collaborato ai lavori piùumili, ma non meno importanti: caricoe scarico materiali, rior<strong>di</strong>no, pulizie,ecc.Le tre giornate si sono svolte in un clima<strong>di</strong> grande serenità e familiarità.È stata molto apprezzata l’idea, concretizzatasinella serata <strong>di</strong> venerdì, <strong>di</strong> unospiedo riservato agli abitanti ed ex residentidella Breda.Molti hanno così avuto modo <strong>di</strong> rivedereluoghi e persone del loro passato e35L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


dall’oratorioStaSsera DebuttoEcco una foto (<strong>di</strong> Enrico Mombelli) della 22ª e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> “StaSera Debutto”svoltasi sabato 7 giugno in Oratorio. Complimenti ai bambini e ai ragazzidel nostro Oratorio che nelle settimane precedenti allo spettacolo,si sono impegnati con passione, allegria e voglia <strong>di</strong> stare insieme per l’allestimento<strong>di</strong> questa serata canora. Un ringraziamento particolare a tutti coloro chenei vari ambiti, hanno reso possibile lo svolgersi <strong>di</strong> questa simpatica e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>StaSera Debutto. Arrivederci all’anno prossimo!37L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>L'Oratorio ringraziae salutadon Valentinoe dà il benvenuto adon Giovanni


dall’oratorio38L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Campiscuola 2008:Vermiglio e CampolaroScorrendo le tante fotografie delleesperienze <strong>di</strong> oratorio estive,provo a rivivere le belle amiciziecon i ragazzi e gli animatori dei Campiscuolaa Vermiglio e a Campolaro.Mi sembra <strong>di</strong> rivivere la festa che propriolassù, oltre i 1300 metri, si creavagiorno per giorno. Con voi, ragazzi, lavoglia <strong>di</strong> fare festa non si perde maie vi ringrazio e vi auguro <strong>di</strong> non perderemai quella gioia contagiosa <strong>di</strong>cui noi gran<strong>di</strong> abbiamo sempre sete.Vi ho sentito cantare (anzi gridare) <strong>di</strong>felicità; seguivo con ammirazione lavostra attesa per i giochi e l’impazienzaper quelli fatti <strong>di</strong> sera. Mi sono avolte commosso davanti all’attenzioneverso i momenti <strong>di</strong> riflessione e <strong>di</strong>preghiera, in particolare alla Messa.Mi arrabbiavo quando la noia e la tristezzaavevano il sopravvento sopra <strong>di</strong>voi, e allora si ricominciava da capo,come in una famiglia, dove uno rialzal’altro.Scorrono le fotografie ma non passanoin<strong>di</strong>fferenti: per ciascuna so chetutti voi potreste descrivere il momen-to preciso, con tanto <strong>di</strong> particolari eparole dette, e mi piace pensare algrande Autore che ci ha voluti insiemeper un tratto <strong>di</strong> vita fraterna... Dioin persona ha preparato questo pernoi, e farà cose ancora più gran<strong>di</strong> secercherete <strong>di</strong> stare-con-Lui.Vi ricordate la storia della “festa al palazzo”,dove il re chiedeva ai suoi invitati<strong>di</strong> portare un po’ <strong>di</strong> acqua? Siatesempre generosi con tutti, portandoagli altri il vostro cuore, così come è!Gesù <strong>di</strong>ce che alla fine resterà solol’amore, non le cose che abbiamo incasa... È proprio vero.Siate persone <strong>di</strong> cuore con il caro donGiovanni, così come lo siete stati conme: vi lascio serenamente ma con unpo’ <strong>di</strong> gelosia, perchè siete un bell’oratorioe si sta volentieri con voi.Dite ogni tanto una preghierina ancheper me: chiedete a Gesù che io siaun prete come vuole Lui, non comevoglio io o come vuole la gente. Contanta amicizia vi bene<strong>di</strong>co e vi portocon me.don Valentino


dall’oratorioPrimo turno39L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


dall’oratorio40Secondo turnoL’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


dall’oratorioTerzo turno41L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


dall’oratorio42L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Scuola R.U.M.Era una tranquilla giornata d’agostoquando noi ragazze ci siamoritrovate per scriverequesto articolo, che parla della nostraesperienza come animatrici allaScuola RUM.Siamo state il punto <strong>di</strong> riferimento siaper le bambine che per le suore quandobisognava animare i pomeriggi.Abbiamo cercato <strong>di</strong> farle <strong>di</strong>vertire congiochi e balletti, che sono stati apprezzati!Tutto questo è stato possibilegrazie all’affetto e alla collaborazioneoffertici rispettivamente dalle bambinee dalle suore.Quin<strong>di</strong> un ringraziamento speciale vaa tutte loro che ci hanno regalato momenti<strong>di</strong> gioia con la loro allegria.Le animatrici:Anna, Annalisa, Valentina,Sara, Stefania e Francesca


dall’oratorio43L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


arte & cultura44L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>La poesia<strong>di</strong> RosettaUn viaggio in treno. È l’ora del tramonto d’un settembre inoltrato. Il paesaggio,dal finestrino, muta <strong>di</strong> minuto in minuto; perfino i fili della correnteelettrica sembrano danzare tra i sonnolenti colori autunnali.Il viaggio è simbolo della vita: c’è chi ormai è avviato verso il traguardo e chi, comegl’innamorati fermi ad una stazione, iniziano il loro percorso a due. Per tutti, l’importanteè scovare un briciolo <strong>di</strong> serenità e farne tesoro.In trenoAlle spalle scompaiono nel ventoalberi, tetti, case e strade inquiete.E i fili stessi, cupi e tondeggianti,dell’energia elettricasi chinano, s’incrociano, si perdonoin danze ossute e tese,sotto un arco <strong>di</strong> cielo che tramutasembianza d’ora in ora.Smunti, sotto le nuvole, i colori<strong>di</strong> cenere e <strong>di</strong> paglia dell’autunno,scura la terra e le sterpaglie immotea posare nel sonno delle oreaffievolite d’un tramonto insolito.A una stazione, assorti, si accarezzanogiovani innamorati - il mondo è loro -.Senza sbuffi e con calma si riparte.Se non fosse il frastuono appesantitodelle ruote a bussare a questa mentecon regolare, cruda intermittenza,ora, sotto la sera spaesata,potrei accarezzare un sonno lievee poi chiedere tregua a questo cuore.


arte & culturalo spazio <strong>di</strong> massimo45L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>“...ora, sotto la sera spaesata, potrei accarezzare un sonno lievee poi chiedere tregua a questo cuore".”(R. Mor)


le nostre rubriche46L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>verola missionariaEmanuela ci scrive...Come ricorderete, Emanuela Rossi,giovane <strong>di</strong> Ca<strong>di</strong>gnano, è partitanei mesi scorsi per un’esperienza<strong>di</strong> servizio missionario <strong>di</strong> dueanni in Brasile. Pubblichiamo una suabella lettera e testimonianza.Carissimi tutti, è un po’ che non mifaccio sentire e ho tante cose da raccontarvi!Sto iniziando ora a conosceremeglio questa realtà tanto nuovaper me e mi trovo quasi ogni giornoa contatto con situazioni veramentelontane e <strong>di</strong>verse da quelle che sonoe siamo abituati a vedere.La parrocchia, per esempio, non èstrutturata come le nostre che coincidonocon una comunità, ma è costituitada più comunità, spesso lontanetra loro anche <strong>di</strong>versi chilometri.La scorsa settimana ho trascorsoqualche giorno a Maracanà, la parrocchia<strong>di</strong> don Marco. Maracanà èuna citta<strong>di</strong>na situata sulle sponde delfiume omonimo. Si tratta <strong>di</strong> un fiumemolto ampio e navigabile e, proprio <strong>di</strong>fronte alla citta<strong>di</strong>na, ha un’isola moltogrande e completamente <strong>di</strong>sabitata.Durante questo periodo ho avuto lafortuna <strong>di</strong> visitare con don Marco unacomunità <strong>di</strong> nome Tatuteua (nome tipicamentein<strong>di</strong>geno). Di buon mattinoci siamo recati al porto, o meglio, unapasserella <strong>di</strong> legno a cui sono attraccatele barche dei pescatori e delleimbarcazioni che dovrebbero esserei corrispondenti dei nostri traghetti.Qui il coor<strong>di</strong>natore <strong>di</strong> Tatuteua ci stavaaspettando con un barco (nomelocale dei mezzi <strong>di</strong> trasporto <strong>di</strong> cui hoparlato sopra). Abbiamo navigato percirca tre quarti d’ora e, una volta posatinuovamente i pie<strong>di</strong> sulla terra ferma,siamo saliti su un autobus completamentevuoto che ci stava aspettando.Abbiamo quin<strong>di</strong> viaggiato per altriquin<strong>di</strong>ci venti minuti su una stradasterrata nel mezzo della foresta. Solo<strong>di</strong> tanto in tanto sbucavano tra gli alberi<strong>di</strong> mango e palme <strong>di</strong> cocco alcunecase <strong>di</strong> argilla. Questo fino a chesiamo arrivati alla comunità vera epropria. L’impressione, appena arrivata,è stata quella <strong>di</strong> essere piombatain un libro esotico. Una strada sterrataprincipale fiancheggiata da alcunecasette, una cappella, dei prati ver<strong>di</strong>,tutto intorno alberi altissimi carichi <strong>di</strong>cocchi e asserola (un frutto tipico) ela foresta.Il viaggio non è stato stancante, ma alcunecomunità sono ben più lontane!Inoltre sono numerose. Don Marco hacinquanta comunità! Questa non èuna particolarità, ma la normalità! Ècosì per molti padri!Le <strong>di</strong>stanze e le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> comunicazionefanno sì che molte comunitàsiano isolate e <strong>di</strong>fficili da gestire per isacerdoti, che spesso le visitano solouna o due volte l’anno. In una similesituazione è fondamentale il ruolo del


le nostre rubrichecoor<strong>di</strong>natore, il laico che ha il compito<strong>di</strong> gestire la comunità e <strong>di</strong> mantenerele relazioni con il parroco, che solitamenteabita nella Matriz (la comunitàpiù urbana). Quella del coor<strong>di</strong>natore èuna figura cruciale e spesso ad assumerequesto ruolo sono persone nonproprio adatte! Pensate che don Marco,in una sua comunità, si è ritrovatoun coor<strong>di</strong>natore più evangelico (settaneopentecostale) che cattolico!La giornata a Tatuteua è stata deliziosae siamo stati accolti benissimo:d’altronde vedono il parroco cosìpoco! Prima la messa, poi la visitaad una signora anziana e ammalata.Lì abbiamo pregato e don Marco hadato la bene<strong>di</strong>zione, che per la culturalocale equivale ad una me<strong>di</strong>cina. Quisi crede molto al valore terapeuticodelle bene<strong>di</strong>zioni e dell’acqua benedetta!Infine il pranzo presso una famigliadella comunità: riso con verdure,pollo arrostito, verdura cotta e la torta<strong>di</strong> “macaxi”, una farina ricavatadalle ra<strong>di</strong>ci della pianta che porta lostesso nome. Tutto delizioso! E, dopol’immancabile “soneca” (il pisolino)dell’autista e del coor<strong>di</strong>natore, tempoche abbiamo trascorso conversandosotto il portico <strong>di</strong> una casa, siamo tornati!“Ci ve<strong>di</strong>amo a giugno, allora?”, chiededon Marco al coor<strong>di</strong>natore. “Sì, poianche a ottobre e novembre”, rispondeil coor<strong>di</strong>natore e continua “Questaè una comunità benedetta! Quest’annosaranno celebrate tre messe!” . Hopensato subito a me e alla fortuna cheho e che abbiamo <strong>di</strong> poter assisteretutte le domeniche e non solo allaSanta Messa!La Santa Messa nei centri lontani ècelebrata solo una o due volte l’anno,le altre domeniche si svolge la “Celebrazionedella Parola”: un laico presiedee il rito è come quello della messa,ma senza la “Liturgia Eucaristica” (dadopo le preghiere dei fedeli al PadreNostro). Poi, se c’è il Santissimo, ci sipuò comunicare, altrimenti si finiscecon il rito <strong>di</strong> conclusione.Un altro mondo, non credete? Quitante cose per noi purtroppo scontate,come l’Eucarestia. riprendono il lorovalore pieno!Un giorno in<strong>di</strong>menticabile!Ci sono ancora molte cose da <strong>di</strong>re, masarà per la prossima volta! Un abbracciodal Brasile!Manu47L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


le nostre rubriche48L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>voi che ne pensate?<strong>di</strong> Luigi Andrea PinelliLa vita un gioco <strong>di</strong> squadra...funziona se deci<strong>di</strong>amo<strong>di</strong> giocare correttamente!!!Eccoci alla ripresa, vacanze troppobrevi? C’è ancora stress da smaltire?Forse è necessario un po’ d’or<strong>di</strong>nenei nostri cassetti, sia in senso reale chefigurato. Si <strong>di</strong>ce, tra l’altro che: ”l’or<strong>di</strong>nedelle cose è l’or<strong>di</strong>ne delle idee” (Se questoè vero chi mi conosce sa quanto sono“<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nato”).Meglio ricordare che si possono fare coseserie in modo <strong>di</strong>vertente e viceversa quin<strong>di</strong>se si parte dal presupposto che è possibilegestire la vita come un “gioco” forsela partenza giusta sta nell’apprenderne leregole (quante, forse troppe, troppo <strong>di</strong>verseda gruppo o situazione?). Comunque èpacifico che non si può fare tutto da soliquin<strong>di</strong> è importante sviluppare una collaborazioneche preveda il rispetto dei ruoli,cercando un equilibrio con gli interessipersonali ed il <strong>di</strong>vertimento, fino ad allenarsie riuscire ad affrontare e vincere insiemele sfide della vita, sia personale cheprofessionale, accettando i propri limitie <strong>di</strong>chiarando i propri fallimenti al fine <strong>di</strong>progettare un piano <strong>di</strong> miglioramento sostenibile.A questo gioco si vince se si vince tutti(ognuno per il suo pezzo che magari vari<strong>di</strong>mensionato e riprogettato in corsod’opera), ma l’altro è sempre e comunqueimportante, non come antagonista, macome confronto e come “binario” paralleloper una crescita comunicativa ed operativaimportante. Socrate (filosofo greco) sostenevache si vince quando si con-vincecioè quando gli argomenti o le azioni sonotali da <strong>di</strong>mostrare che si è scelto per il meglio,questo però presuppone che non cisiano posizioni <strong>di</strong> chiusura che impe<strong>di</strong>sconoun reale e concreto confronto.Le regole sono <strong>di</strong>fficili da definire; forseposso provare a suggerire qualche “parolachiave” per aprire una riflessione:- Buona comunicazione: è possibile se viè trasparenza e apertura e ci si comportarealmente in modo adulto e responsabile.- Con<strong>di</strong>visione degli obiettivi: è possibilese si con<strong>di</strong>vidono anche i valori e allorasarà possibile anche una con<strong>di</strong>visionedegli atteggiamenti e delle decisioni- Basare le proprie azioni e valutazionisulla Fiducia: presuppone la convinzioneche gli altri attori della situazionesono in buona fede e non sono lì “soloper crearmi fasti<strong>di</strong> e problemi”, in altreparole è necessario essere aperti al confronto,non avvicinare ogni situazionecon il metodo della “verifica” e del “pregiu<strong>di</strong>zio”- Avere una chiara visione e con<strong>di</strong>visionedei compiti e degli obiettivi: sembra facile,ma scendere su questo terreno faspesso trovare persone sfuggevoli edevasive: il confronto ha spesso, su questiargomenti il “sapore” dello scontro edello scaricabarile.Mi pare che spunti ce ne siano, sempreche l’argomento interessi e che ci si vogliacimentare in una riflessione (tutte e duevarianti possibili ed ammissibili). Quin<strong>di</strong>se vi va, la domanda mi sorge spontanea:voi <strong>di</strong> tutto ciò, che ne pensate?Una piccola rima per voi:Gioco giocondo, mi fai scoprire il mondo- gioco spensierato, mi <strong>di</strong>verte ma spessonon capisco dove sono stato - gioco progettato,vado determinato verso il risultato- gioco serio, mi impegna e vado avantianche con qualche improperio - gioco<strong>di</strong>vertente, se ci credo funziona altrimenti:niente - gioco con tutti, nei momenti belli,ma anche in quelli brutti!Una buona ripresa a tutti!Soprattutto a quelli che non hanno ancorainterrotto...


varie-cronacaTempi lontaniIn un tempo oramai lontano; siamo aiprimi anni del XII secolo, in pieno Me<strong>di</strong>oEvo, nella pianura dove noi adessoviviamo, i boschi si susseguivano ai boschi,i fiumi seguivano i percorsi segnatidai capricci del terreno, non c’erano icanali <strong>di</strong> irrigazione fatti dall’uomo comeci sono adesso, la natura era in larga parteselvaggia, le strade non erano ancoradelineate come lo sono ora, c’erano deisentieri che serpeggiando fra i boschiunivano villaggi e borgate.In un paesino sperduto nel verde dellapianura, dove le persone si conoscevanofin dalla nascita e vita e miracoli eranodominio <strong>di</strong> tutti, la vita era un pò grama;al mattino quando spuntava il Sole, ci sialzava si andava nei campi a lavorare.Fino al tramonto si era curvi sulla terra,avara nel dare i suoi frutti necessari per ilsostentamento della famiglia.A quei tempi non c’erano i trattori; chiaiutava l’uomo erano gli animali, buoi ecavalli.Quell’anno era stato molto piovoso, l’erbae le piante ne avevano tratto giovamento.Al centro del paese c’era la Chiesa in stileromanico; <strong>di</strong> fianco, orgoglio del Paese,si ergeva il Campanile a forma quadrata,come si può ancora ammirare anche danoi vicino alla chiesa della Disciplina, lacima non era a piramide, ma tronca.A <strong>di</strong>r la verità era già un po’ vecchio e traun mattone e l’altro, si intravvedevanodelle crepe dove trovava posto qualcheciuffo d’erba. L’erba questa volta era cresciutamolto <strong>di</strong> più, in alto, dove l’acqua,a causa del tetto piatto, aveva ristagnato,ed era cresciuta in modo esagerato:guardando in su sembrava un campopronto per fare il fieno. La gente cominciavaa preoccuparsi, chi suggeriva unmodo chi un altro per eliminarla.Si riunì il Consiglio degli Anziani perdecidere come venirne a capo. Mentrela <strong>di</strong>scussione era nel pieno del fervore,dalla strada si sente il suono <strong>di</strong> uncampanaccio e il muggito <strong>di</strong> mucchecondotte al pascolo. Ed ecco l’idea luminosadel Capo degli Anziani: “Le mucchemangiano l’erba, noi ne tiriamo su una,lei mangia tutta l’erba e il Campanile ritornacome prima”. La proposta è accoltaall’unanimità. (Qualcuno pensava: perchénon è venuta a me questa idea...).Non fu <strong>di</strong>fficile trovarne una ma, poichéla mucca doveva essere munta, scelseroun bue.Un ar<strong>di</strong>mentoso salì sul tetto del Campanile,approntò una specie <strong>di</strong> carrucolamolto robusta e fece scorrere la cordache aveva portato con sé finché toccòterra. La gente del paese si era radunatatutta intorno al campanile per godersilo spettacolo che sarebbe passato allastoria, orgogliosa <strong>di</strong> essere la prima adammirare un bue sul tetto del Campanile.Il bue era già stato imbragato e unasquadra <strong>di</strong> forzuti, muscoli bene in vista,si apprestò a tirare la corda. L’uomo piùinfluente del paese <strong>di</strong>ede il via, la cordacominciò a tendersi, il bue cominciò adalzarsi da terra, e la gente incitò i giovanottia tirare sempre <strong>di</strong> più. Il bue si stavaavvicinando al tetto del Campanile dovec’era l’agognata erba, ma il peso lo soffocò;gli occhi uscirono dalle orbite, spalancati.La gente credette che guardassebramoso l’erba e gridò <strong>di</strong> gioia, ma poisuccesse l’irreparabile: la corda si ruppee il bue “cadde come corpo morto cade”.Diradato il polverone che aveva sollevatoquando impattò con la terra, per il poverobue non c’era più niente da fare; era làcon le quattro gambe <strong>di</strong>varicate, appiattitocome una frittata.La gente andò via delusa perché l’erbaera ancora sulla torre. I poveri resti delbue vennero mangiati dai Saggi del villaggio.Poi venne l’inverno e l’erba sparìda sola... non c’era più.Gino Pini49L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


varie-cronaca50L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>spose e madri cristianeL’Associazione Spose e madri Cristiane,in collaborazione con la parrocchia <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>nuova,organizza una gita aVicenza e al Santuariodella Madonna <strong>di</strong> Lourdes<strong>di</strong> ChiampoSabato, 27 settembre 2008Programma:Visita del centro storico della città e inparticolare la Piazza dei Signori, la Basilica,il Duomo, Santa Corona, PalazzoChiericati e il Teatro Olimpico; al terminedella visita, prosieguo per Chiampo epranzo in ristorante.Nel pomeriggio, visita con funzioni reli-giose del Santuario della Madonna dellaPieve Grotta <strong>di</strong> Lourdes <strong>di</strong> Chiampo; laPieve era un’antica chiesetta sorta versoil mille, dalla quale partì l’evangelizzazionedella Valchiampo; fu restaurata piùvolte e l’attuale risale al 1962.Dell’antica chiesetta rimangono: unastatua della Madonna col Bambino del1480 e l’altare barocco del 1743.La Comunità francescana ha iniziato lasua presenza nel 1867 e da allora si è ampiamentesviluppata con il seminario el’attuale complesso santuaristico.La quota in<strong>di</strong>viduale<strong>di</strong> partecipazione è <strong>di</strong> € 45,00Iscrizioni presso le Suore.La quota comprende:• Viaggio A/R in pullman G.T.;• Pranzo in ristorante con bevande;• Guida per la mattinata,• Organizzazione tecnica dell’Aliantour.Dopo Lourdes...Grazie <strong>di</strong> cuore!Al ritorno dal pellegrinaggio svoltosi lo scorso maggio a Lourdes, insieme a ungruppo <strong>di</strong> Verolesi, il nostro caro mons. Luigi Bracchi ha voluto donare agli ammalatie agli anziani una statuetta della Madonna con l’acqua benedetta: unpensiero che tutti abbiamo molto apprezzato.Grazie, mons. Luigi, per aver pensato a noi, che non sempre possiamo affrontare i<strong>di</strong>sagi <strong>di</strong> un viaggio. Grazie per il Suo buon cuore e per la Sua innata generosità!


varie-cronacaGiornata Azzurra 2008Anche quest’anno io e il miocompagno d’avventura, FabioMontever<strong>di</strong>, legati dalla passioneper l’aeronautica, abbiamo deciso<strong>di</strong> partire con destinazione Pratica <strong>di</strong>Mare (Roma), per assistere allo spettacoloofferto dalla Giornata Azzurra2008. Tutto è andato per il meglio; solefin troppo, aerei a volontà e, in più, conla domanda <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>to stampa, abbiamopotuto ricevere il buono pasto(e vi <strong>di</strong>co che non mancava proprionulla) da consumare insieme ai piloti<strong>di</strong> varie nazioni. Oltre 200.000 personecon gli occhi puntati al cielo, più <strong>di</strong>800 giornalisti accre<strong>di</strong>tati (tra questianche noi dell’ormai <strong>di</strong> casa Ra<strong>di</strong>oBasilica <strong>Verola</strong>nuova, sei ore <strong>di</strong> voloed evoluzioni continue, con al terminel’attesissima esibizione delle sempreimpeccabili Frecce Tricolori.Enrico MombelliRBV, RADIO BASILICADI VEROLANUOVA,A partire dal 7 settembre, riprenderài programmi del sabato edella domenica.Dal mese <strong>di</strong> ottobre riprenderannotutti gli altri programmicon molte novità.Rimanete al nostro ascolto sui91.2 Mhz.accade a ra<strong>di</strong>o basilica51L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


varie-cronaca52L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>comune <strong>di</strong> verolanuova assessorato alla cultruraInformagiovaniBen ritrovati cari lettori dell’“<strong>Angelo</strong>”,sperando che abbiate trascorso una serena e tranquilla estate, siamo quia ricordarvi quali e quanti possono essere i servizi fondamentali che ilPunto Informagiovani può offrire.Partendo dalla base, oltre ad organizzare gli eventi e le manifestazioni culturali,cerchiamo <strong>di</strong> dare a chi si rivolge al nostro ufficio le informazioni riguardanti:lavoro, formazione, viaggi e tempo libero.Per ogni ambito siamo forniti <strong>di</strong> materiale, strumenti per la ricerca, riviste e in<strong>di</strong>rizziweb che possono essere consultati in sede, affiancati da una delle operatrici,oppure in maniera autonoma, utilizzando gli spazi accanto all’Informagiovani.Le notizie e il materiale presenti nell’ufficio sono frutto <strong>di</strong> una lunga ricerca,portata avanti negli anni e dallo scambio <strong>di</strong> informazioni che viene effettuato frai vari operatori presenti sul territorio e collegati alla RIB - Rete InformagiovaniBresciana.La RIB, coor<strong>di</strong>nata dal Servizio Giovani e Università della Provincia <strong>di</strong> Brescia,organizza e guida gli Uffici Informagiovani alla ricerca <strong>di</strong> informazioni e all’approfon<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse aree: scuola e formazione, lavoro e professioni, estero,volontariato e tempo libero. Inoltre crea incontri informativi per gli operatori emateriale da <strong>di</strong>vulgare nei singoli sportelli.Il nostro Punto Informagiovani già da alcuni anni fa parte della RIB e il Comune<strong>di</strong> <strong>Verola</strong>nuova ha recentemente rinnovato l’adesione.Come i lettori già sapranno il nostro ufficio si occupa degli ambiti sopracitati edoltre a ciò propone annualmente dei corsi per il tempo libero: musica, inglese,teatro, pittura. Stiamo pianificando le attività autunnali e a breve daremo notizia,tramite le bacheche del Comune e tramite volantini informativi, sui corsiche verranno attivati.L’estate non è però finita, ci rimane ancora un po’ <strong>di</strong> tempo per stare in compagniain occasione <strong>di</strong> un appuntamento degno <strong>di</strong> attenzione ed accattivante:sabato 6 settembre, presso il Parco Nocivelli alle ore 21.00 il gruppo “Fabio ArisiQuartet” ci proporrà un concerto jazz, passando da gran<strong>di</strong> autori come DukeEllington e Jerome Kern a compositori più contemporanei, contaminati da atmosfereRythhm & Blues e Bossanova.Ricor<strong>di</strong>amo i nostri recapiti:Tel. 0309365035Fax 0309365032E-mail: giovani@comune.verolanuova.bs.itEd orari <strong>di</strong> apertura:Lune<strong>di</strong> 15.00-18.00Mercoledì 15.00-18.00Luisa e Michela


varie-cronacaPierino rivolto all’insegnante:- Maestra, non vorrei spaventarla, mail mio papà ha detto che se lei continuaa darmi dei brutti voti prima o poiqualcuno finisce male!!!Due cacciatori si trovano in un boscodel New Jersey. Improvvisamenteuno dei due crolla a terra. Sembrache non respiri più e i suoi occhisono assenti. L’amico chiama imme<strong>di</strong>atamentei soccorsi al telefono.Urla: «Il mio amico è morto! È morto!Cosa posso fare?». «Cerchi <strong>di</strong> calmarsi,la prego - gli risponde l’operatore- Innanzitutto si assicuri che sia realmentemorto». Un attimo <strong>di</strong> silenzio,poi si sente un colpo <strong>di</strong> fucile. «Ok. Eadesso?»Un orso polare alla mamma:- Mamma, ma io sono un orso polare?- Certo figliolo!- Ma polare polare polare?- Certo figliolo, tuo nonno è un orsopolare, tuo padre è un orso polare, ecosì anche tu! Perché me lo chie<strong>di</strong>?Il figlio:- No, perché io ho freddo!I calciatori della nazionale sono in visitaguidata presso un parco botanico<strong>di</strong> Hannover, quando improvvisamentesi accorgono che all’appello perritornare sul pullman manca Totti. Comincianoaffannose ricerche e dopoun po’ viene trovato tra i rami <strong>di</strong> unalbero. I compagni <strong>di</strong> squadra:- France’, è da un sacco <strong>di</strong> tempo cheti stiamo cercando! Ma che ci fai suquest’albero?!?Francesco ingenuamente:- E che ne so? C’era scritto “Salice”!!!bar zollettea cura <strong>di</strong> Bruno Cocchetti53L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>Indovinelli1) Ho due gambe, ma la cosa strana è che toccano il suolo solo quando mifermo. Cosa sono?2) Come puoi nominare tre giorni consecutivi senza usare le parole Lunedì, Martedì,Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato o Domenica?3) Cos’è che vuole che tu risponda anche se non ti fa nessuna domanda?4) Ho una casetta in cui vivo tutto solo. Non ha né porte né finestre e se vogliouscire devo rompere il muro. Chi sono?Soluzioni:1) La cariola2) Ieri oggi e domani3) Il telefono4) Il pulcino


varie-cronaca54L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>in memoriaPierLuigi FerrariAll’interno della Cappella del Santissimodella nostra Basilica, addossatialle pareti laterali vi sono alcunibanchetti muniti <strong>di</strong> inginocchiatoio. Iseggi, rivolti verso il transetto, hanno unaposizione <strong>di</strong> privilegio rispetto ai banchidella navata, essendo meno esposti, piùraccolti ed in prima vista al magnificoquadro del Tiepolo raffigurante “La cadutadella manna”, in una visione <strong>di</strong> grandeeffetto, quale appassionante, virtuosoe prospettico colpo d’occhio dell’interaarchitettura della cupola, del coro e deltransetto. Per chi ama l’arte e desiderapartecipare alla funzione eucaristica conmaggiore raccoglimento, è una posizioned’eccezione, in particolare, da quandola celebrazione del <strong>di</strong>vino sacrificioviene svolta al centro del transetto; conla possibilità <strong>di</strong> un più attento e <strong>di</strong>stintoascolto della Parola. Ed è qui, in uno<strong>di</strong> questi stalli che, puntualmente ognidomenica, ci si ritrovava con PierLuigiall’ascolto della Santa Messa “delle un<strong>di</strong>ci”,alla presenza, più o meno assidua,<strong>di</strong> altri amici conoscenti, in pre<strong>di</strong>lezione<strong>di</strong> questa particolare ambientazione.Il ritrovarsi qui, quasi sempre gli stessi,scambiandosi il segno della pace, costituisceuna comunanza più attenta, in cuil’eventuale <strong>di</strong>scontinuità <strong>di</strong> presenze lasi nota e la si partecipa, in specie se lacausa <strong>di</strong>pende dalle altrui traversie.È stato così, anche per me, nel limite, finoad ora, <strong>di</strong> alcune forzate assenze dovutea qualche incaglio <strong>di</strong> natura ospedaliera;ma è stato così anche per altri amici chenon hanno più conosciuto ritorno, comeper quel signore anziano che mi raccontava<strong>di</strong> aver partecipato alla battaglia <strong>di</strong>El Alamein con il generale Rommel, detto“la volpe del deserto”, come per il Sig.Fiora, che tanto aveva a cuore la bandamusicale verolese.Ed è cosi che, <strong>di</strong> alcuni, dal banchettostrategico, ho partecipato del loro ultimocompunto abbandono nelle bracciadel Signore, in una estrema speranza <strong>di</strong>vita. PierLuigi è uno <strong>di</strong> questi, forse il piùassiduo frequentatore della Cappella delSantissimo.Egli si posizionava al mio fianco; tuttaviala Sua presenza si limitava ad un rapporto<strong>di</strong> reciproco rispetto, nel religioso raccoglimentodel sacro rito.Ci si scambiava il saluto, qualche parolaprima e dopo la funzione, in atteggiamentosempre riservato e <strong>di</strong> grande riguardo,determinato forse dalla <strong>di</strong>versaetà e dalla mancanza <strong>di</strong> una vera e propria<strong>di</strong>mestichezza.Alcune volte, cercando <strong>di</strong> rompere ilghiaccio, mi proponevo più confidenzialmentenei Suoi confronti, con qualchespiritoso impertinente motteggio,magari riguardo alla Sua situazione <strong>di</strong>scapolo. In tempi relativamente recenti,la frequentazione era <strong>di</strong>venuta inspiegabilmente<strong>di</strong>scontinua, a volte spora<strong>di</strong>ca,con qualche venatura <strong>di</strong> sofferenza e <strong>di</strong><strong>di</strong>sagio. Alle mie avvertite domande, sischermiva in laconici “mi sento pocobene, ho qualche problema <strong>di</strong> salute”.Seppi da altri della malattia che non perdona.In seguito, la prolungata assenzaal settimanale convegno, <strong>di</strong>venne il sintomodel peggioramento della malattia edell’indebolimento del fisico, minato dalmale e dalle pesanti cure me<strong>di</strong>che.Bisognava che stesse proprio male per


varie-cronacanon partecipare alla Messa delle un<strong>di</strong>ci.Un giorno, don Valentino mi riferì chePierLuigi avrebbe avuto piacere se fossiandato a trovarlo.Ne rimasi positivamente sorpreso e determinato,con tutto il cuore, a non mancareverso un compagno sfortunato eprovato dall’avverso destino.Da allora, forse senza rendermene conto,l’ho accompagnato, settimana doposettimana, nel triste calvario, sottesoalla mai abbandonata speranza <strong>di</strong> guarigione.Gli incontri avvenivano <strong>di</strong> sabatonella accogliente vecchia casa avita <strong>di</strong>via Carducci, nel tentativo, da parte mia,<strong>di</strong> trovare qualche argomento <strong>di</strong> garbatorespiro, che potesse recargli qualche sollievoe conforto. Ho saputo dei Suoi stu<strong>di</strong>,dell’impegno come apprezzato operaionella costruzione <strong>di</strong> quadri elettricipresso lo stabilimento “Gabbiani”; Gli horaccontato spensierate e curiose vicende,qualche bricconata, le mie esperienze<strong>di</strong> studente poco <strong>di</strong>sciplinato; insiemeabbiamo parlato <strong>di</strong> musica, <strong>di</strong> poesia,<strong>di</strong> caccia, <strong>di</strong> pesca. Sempre tenace e<strong>di</strong>nconfon<strong>di</strong>bile la voglia e la speranza <strong>di</strong>vita, confortato nel costante aiuto e nellainfaticabile de<strong>di</strong>zione della sorella Rita,nella presenza della fedele ed attenta cagnolina“Kelli”, che tristemente precorse<strong>di</strong> qualche settimana la presaga fine. Erocontento quando riuscivo a sorprenderlocon qualche racconto, suscitando il Suo<strong>di</strong>vertito intelligente e schietto sorriso.Inten<strong>di</strong>tore in ornitologia, sperava ancora<strong>di</strong> potermi accompagnare in unabattuta <strong>di</strong> caccia od alla pesca lungo lesacche dell’Oglio.Tuttavia le Sue forze andavano irrime<strong>di</strong>abilmentescemando, costringendoloall’abbandono della vecchia casa per unquartierino più confortevole e contenuto.Qui, pietosamente <strong>di</strong>magrito, in unostato <strong>di</strong> estrema prostrazione <strong>di</strong> forze,ma senza gran<strong>di</strong> sofferenze, assistitocostantemente dalla sorella, dai nipoti,Pier Luigi si mantenne lucido e sempreconsapevole, mentre la “signora vestita<strong>di</strong> nulla” gli si avvicinava con passi semprepiù rapi<strong>di</strong>. Qui, tornai a trovarlo con<strong>di</strong>scorsi <strong>di</strong> amici quasi scherzosi, peruna reazione ai melanconici apparecchi<strong>di</strong> una stanza d’ammalato.Qui, lo rivi<strong>di</strong> l’ultima volta verso sera, atarda ora: a fatica mi sussurrò brevi paroleche non capii, poi si assopì ed io lopensai, vissuto <strong>di</strong> bellezza, ormai rapito acieli nuovi e ad una terra nuovaVerso mezzanotte si addormentò, nelrimpianto <strong>di</strong> chi l’ha conosciuto, nel profumo<strong>di</strong> immortale speranza.A rivederci, caro PierLuigiSilvio CariniClau<strong>di</strong>a Marina Reccagniin TregambeNon piangete la mia assenzasentitemi vicinae parlatemi ancora.Io vi amerò dal cielocome vi ho amati in terra.in memoria55L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>“Don Graziano, unitamente a papàFrancesco, ai fratelli Gerardo e Fulviocon le rispettive famiglie, ringraziano <strong>di</strong>cuore tutti voi che avete partecipato alnostro dolore”.


varie-cronaca56L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>in memoriaTeresa Gerol<strong>di</strong>Chi la incontrava per la strada o inun negozio o fuori dalla chiesanon poteva non godere del suocaloroso, cor<strong>di</strong>ale saluto.Teresa Gerol<strong>di</strong> ved. Pelosi era personaschietta e sincera fino all’osso, vivace enel contempo riflessiva, aperta al <strong>di</strong>alogo,serena, nonostante la sua vita avesseavuto non poche, ardue prove.Se n’è andata così in fretta, che ancoraoggi è <strong>di</strong>fficile crederci. Ma la sua immagine<strong>di</strong> donna forte e volitiva, la suavivacità espressiva, la sua voglia <strong>di</strong> vitarimarranno a lungo nel cuore non solodei figli, dei nipoti e dei familiari, chel’hanno immensamente amata e ai qualiesprimiamo la nostra vicinanza, maanche <strong>di</strong> tutti coloro che l’hanno conosciutae ne hanno saputo apprezzare leprorompenti doti umane e sociali.La comunità verolese, cui ella si sentivafortemente legata, ne piange ora amaramente,con tutti i suoi cari, la repentina,inattesa scomparsa.Angela RosaPelosi in Torri<strong>Verola</strong>nuova, 7 luglio 2008..chi se ne va ci <strong>di</strong>ce....Ciò che ero per voi lo sono sempredatemi il nome che mi avete sempre datoparlatemi come sempre.non siate tristi,continuate a ridere <strong>di</strong> ciò che ci faceva ridere,sorridete, pensate a me, pregate per me.Che il mio nome sia pronunciato in casa come sempre,senza tristezza.La vita ha significato sempre,il filo non è spezzato.Io non sono lontana,sono solo dall’altro lato del cammino.Angela Rosa


varie-cronacaTurni domenicali <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a farmaceuticadell’Azienda S.L. 19Le farmacie <strong>di</strong> turno, aperte la notte e nei festivi, si alternano ogni due giorni.Pubblichiamo il Numero Verde da chiamare per sapere con certezza le farmacieaperte.Ricor<strong>di</strong>amo che il numero è gratuitoe si può chiamare, 24 ore su 24. 800.231061Numeri utili <strong>di</strong> telefono:Servizio Sanitario 118(soltanto nei casi <strong>di</strong> emergenza)Ambulatori me<strong>di</strong>ci 0309362609via GrimaniGruppo Verolese Volontari Soccorso 0309361662via Gramsci, 4Alcolisti in trattamento 0309306813 - 0309361869Problemi con le droghe? 3382346954Gam-Anon (Familiari dei giocatori) 3406891091Giocatori Anonimi 3889257719Vigili del Fuoco 030931027 - 115Carabinieri - Pronto intervento 112Guar<strong>di</strong>a Farmaceutica (Numero verde) 800.23.10.61Guar<strong>di</strong>a Me<strong>di</strong>ca dalle 20.00 alle 8.00 03093209457L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>N.B.: Il servizio sanitario prefestivo, festivo e notturno si svolge dal sabato mattinaalle ore 8.00 fino al lunedì alle ore 8.00 e tutte le notti dalle ore 20.00 alle ore 8.00.Per le prenotazioni <strong>di</strong> trasporto con autoambulanza del Gruppo Volontari del Soccorsotelefonare: dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.00;inoltre dalle ore 8.00 del sabato alle 7.00 del lunedì.Per i collaboratori de “L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>”Invitiamo i collaboratori a far pervenire i loro articoli entro e non oltre le ore 12.00 <strong>di</strong>venerdì 19 settembre. Quelli pervenuti oltre tale data non saranno pubblicati.IMPORTANTE: Per facilitare la pubblicazione degli articoli: gli scritti siano preferibilmentedattiloscritti, meglio se al computer, in carattere Times New Roman corpo12. Se scritti a mano: in stampatello per ragioni tecniche. Chi usa il computer èbuona cosa che faccia pervenire lo scritto anche salvato su un <strong>di</strong>schetto oppure viae-mail. Gli articoli vanno fatti pervenire: <strong>di</strong>rettamente ai sacerdoti oppure via e-mailal seguente in<strong>di</strong>rizzo: angelo@verolanuova.comLa redazione non è tenuta a dare giustificazioni per la non avvenuta pubblicazionedegli articoli pervenuti né risponde delle fotografie non ritirate dagliinteressati entro quin<strong>di</strong>ci giorni dalla pubblicazione sul bollettino.La Redazione


varie-cronaca58L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>offerteanagrafe parrocchialeBattesimi20 Dorofatti Nicola <strong>di</strong> Daniele e <strong>di</strong> Rossetti Jenny21 Bettini Alice <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> Franchi Mara22 Migliorati Giada <strong>di</strong> Renato e <strong>di</strong> Gover Laura23 Venturini Elisa <strong>di</strong> Alessandro e <strong>di</strong> Branca AmaliaPazzòla Lucia (a Sassari)Matrimoni15 Savi Valerio con Andrasi Clau<strong>di</strong>a TündeBoffini Emanuele con Medoro Na<strong>di</strong>a (a Chieti)Vezzosi Stefano con Manenti Anna (a Salsomaggiore)16 Scotti Massimo con Bordonali Anna Maria17 Iseppi Marcello con Checchi AidyBurlini Andrea con Poli Federica (a Torre Picenar<strong>di</strong>)18 Canini Nicola con Ziletti FrancescaBonvicini Gabriele con Savaresi Silvia (a Comella)Colosini Davide con Mandelli Elena (a Cologne)Tiberio Clau<strong>di</strong>o con Gnali Roberta (a <strong>Verola</strong>vecchia)Defunti26 Gerol<strong>di</strong> Luciano <strong>di</strong> anni 7627 Mattanza Ancilla in Sala <strong>di</strong> anni 8528 Nervi Maria ved. Gerol<strong>di</strong> <strong>di</strong> anni 8829 Trezza Teresa ved. Venturini <strong>di</strong> anni 8730 Gerol<strong>di</strong> Teresa ved. Pelosi <strong>di</strong> anni 8131 Vigna Giuseppa ved. Azzini <strong>di</strong> anni 7932 Ferrari Pietro Luigi <strong>di</strong> anni 5433 Gritta Mario <strong>di</strong> anni 7434 Pelosi Angela Rosa in Torri <strong>di</strong> anni 66Minini Battista <strong>di</strong> anni 7835 Baronio Cesare <strong>di</strong> anni 6136 Caprini Rosa Teresa <strong>di</strong> anni 8437 Artico Silvia Maria <strong>di</strong> anni 9638 Tomasoni Silvio Tomaso <strong>di</strong> anni 8839 Osio Cesare <strong>di</strong> anni 75Piera Galasi ved. Biaggi <strong>di</strong> anni 8840 Labinelli Angela ved. Pini <strong>di</strong> anni 85Nota bene: deducibilità delle offerteSi precisa che le offerte a favore delle opere <strong>di</strong> restauro della Basilica, possonoessere dedotte dalle imposte nella misura del 19%, purché siano fatte a mezzo:assegno bancario - assegno circolare - bonifico bancario.con ricevuta rilasciata dal Parroco, contenente i dati anagrafici dell’offerente,compreso il Co<strong>di</strong>ce Fiscale. I bonifici bancari potranno essere effettuati su:BANCO DI BRESCIA Ag. <strong>Verola</strong>nuovaCo<strong>di</strong>ce IBAN: IT80 D03500 55371 0000 0000 6004A favore <strong>Parrocchia</strong> San LorenzoCausale: Donazione per restauro Basilica


varie-cronacaOfferte pro restauritele e affreschi della BasilicaGiornata celebratanei mese <strong>di</strong> giugno 1.422,58Dalla Casa Albergo 187,71Dalla chiesa <strong>di</strong> San Rocco 164,88Tele e affreschi 150,30Giornata celebratanei mese <strong>di</strong> luglio 885,59Dalla Casa Albergo 80,97Dalla chiesa <strong>di</strong> San Rocco 180,60Tele e affreschi 20,00N.N. Somma<strong>di</strong> tutti i contributi anonimi 2.285,00Dagli ammalatiper Comunione 1° venerdì 305,00Famiglia Azziniper la cara mamma 200,00N.N. 60,00N. 3 mensilità 150,00Per la Cresima <strong>di</strong> mio figlio 200,00N.N. 100,00N.N. 50,00In ricordo <strong>di</strong> Angela Rosa 150,00N.N. 150,00Mensilità 100,00Mensilità 100,00Casa TaborDalla Comunitàdella Breda Libera 250,00TOTALE 250,00G.B. e C. per il 35° anniv.<strong>di</strong> matrimonio 250,00N.N. 1.000,00In ricordo della mamma 400,00N.N. 1.000,00N.N. 500,00N.N. 260,00In memoria <strong>di</strong> Nervi Maria 300,00In memoria della caramamma e sposa 300,00In ricordo <strong>di</strong> mamma Teresa 500,00In ricordo <strong>di</strong> Pierluigi 250,00Mensilità 50,00N.N. 85,00Mensilità 100,00Mensilità 100,00N.N. 80,00Mensilità 30,00In ricordo <strong>di</strong> Romeo 100,00In ricordo dei cari genitori 100,00Mensilità 50,00Dai bambini dell’Oratorio 116,32In onore <strong>di</strong> Sant’Antonio 120,00In memoria <strong>di</strong> Ancilla 200,00Dalla San Vincenzo 100,00N.N. 200,00In ricordo della zia Maria 150,00Per il matrimonio<strong>di</strong> Andrea e Federica Burlini 50,00Per il matrimonio della figlia 100,00Rina per la Basilica 50,00Mensilità 70,00Fam. Baronio G.in ricordo <strong>di</strong> Silvio Tomasoni 50,00In ricordo <strong>di</strong> Silvio Tomasoni 30,00TOTALE 8.873,95“Amici della Basilica” adesioni alla“Confraternita del Restauro”Ra<strong>di</strong>o BasilicaIn memoria<strong>di</strong> Luigi Nocivelli 5.000,00TOTALE 5.000,00Sezione ACLI <strong>Verola</strong>nuova 250,00E.N.D. <strong>Verola</strong>nuova 250,00N.N. 500,00N.N. 700,00N.N. 500,00N.N. 700,00In ricordo del marito Silvio 250,00In ricordo del caro Silvio 550,00In memoria dei genitoriLorenzo e Selene 250,00TOTALE 8.710,00offerte59L’<strong>Angelo</strong> <strong>di</strong> <strong>Verola</strong>


Anno PaolinoIl Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione,e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo,si conservi irreprensibileper la venuta del Signore nostro Gesù Cristo.Dalla 1ª lettera <strong>di</strong> san Paolo Apostolo ai Tessalonicesi (5, 23a)Servizio Informatico <strong>Parrocchia</strong>leSiti InternetSITO DELLA PARROCCHIAwww.verolanuova.comORATORIOwww.verolanuova.com/parrocchia/oratorioANGELO DI VEROLAwww.verolanuova.com/<strong>Angelo</strong>ARCHIVIO ANGELO DI VEROLAhttp://<strong>di</strong>gilander.libero.it/angeloverolaCORO SAN LORENZOhttp://<strong>di</strong>gilander.libero.it/corosanlorenzoCASA TABORwww.verolanuova.com/casatabor/indexIn<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> posta elettronicaPARROCCHIA SAN LORENZOparrocchia@verolanuova.comORATORIO “G. GAGGIA”oratorio@verolanuova.comRADIO BASILICArbv@verolanuova.comANGELO DI VEROLAangelo@verolanuova.comCALENDARIO MANIFESTAZIONIeventi@verolanuova.comCORO SAN LORENZOcorosanlorenzo@iol.itCASA TABORcasatabor@verolanuova.com

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