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La storia di Assunta - Nicola Saba

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Ho un bel ricordo <strong>di</strong> quando ho festeggiato i quarant’ anni <strong>di</strong> matrimonio:è stata una bella festa, attorniati dai figli e nipoti. Dopo altri <strong>di</strong>ecifesteggiammo anche il cinquantesimo anniversario: le nipoti eranofidanzate, vedevo gli anni che passavano felicemente. Arrivarono anche isessant’anni <strong>di</strong> matrimonio e proprio in quel periodo <strong>di</strong>ventammobisnonni: non avrei mai pensato, con la vita che avevo trascorso, <strong>di</strong>vedere la figlia <strong>di</strong> mio figlio <strong>di</strong>ventare mamma, ero felice e nello stessotempo mi sentivo invecchiare, sarebbe stato bello che il tempo si fossefermato lì.Dopo qualche mese dal sessantesimo anniversario <strong>di</strong> matrimonio, Nandosi ammalò e la vita si trasformò. Con la sua malattia dovetti stargli semprevicino, <strong>di</strong> giorno e <strong>di</strong> notte, aveva l’ossigeno, quin<strong>di</strong> dovevo prestarecontinua attenzione, in particolare <strong>di</strong> notte, ero sfibrata, ma lo facevo conamore. Inoltre ero sempre in ansia, vivevo con la paura che perdesse isensi; trascorsi così circa due anni tra ospedale e casa, finché una mattina,mentre stavo per portagli le me<strong>di</strong>cine, lui spirò.Sono rimasta sola, in questa casa così desiderata, dove c’era stata tantaallegria, il marito, i figli. Ora era <strong>di</strong>ventato tutto oscuro, ero <strong>di</strong>sperata etanto triste: mi impegnai a lavorare in giar<strong>di</strong>no, nell’orto, tuttora lo faccio.Provo qualche sod<strong>di</strong>sfazione dopo la semina, quando vedo spuntare lepiantine che crescono rigogliose. Purtroppo sento la mia vita vuota, miomarito mi manca, a volte sento <strong>di</strong> non resistere, per fortuna ho i figli viciniche mi vogliono bene.Sto per finire <strong>di</strong> raccontare la <strong>storia</strong> della mia vita con sofferenza per laper<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> mio marito, ma devo <strong>di</strong>re anche che ringrazio il Signore perchédopo una vita burrascosa ora ho quasi ottantasette anni, mi sforzo adarmi coraggio, sono tenace, doconsigli utili ai miei figli, alle mie nuore, ai miei nipoti, loro quasi sempreli seguono. Frequento la parrocchia e lì ci sono delle persone ammalate38

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