Basso medioevo
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Basso medioevo 8Il Grande ScismaMichele Cerulario, miniatura del XII secoloSe intanto gli imperatori (Enrico II, Enrico III) continuavano aintervenire nella nomina di vescovi e papi, Enrico III, sceso inItalia per la formale incoronazione nel 1046, arrivò a indicaredurante l'elezione papale un suo candidato (il vescovo diBamberga, poi Clemente II) deponendo gli altri candidati eandando così oltre il più semplice diritto di veto del PrivilegiumOthonis. Fu anche da questi atti che si manifestò più forte lanecessità di riforma: Leone IX, già vescovo di Toul scelto alsoglio proprio da Enrico III, ripristinò l'elezione canonica (tramiteil clero e l'acclamazione popolare) circondandosi di collaboratorifortemente motivati alla riforma più radicale, come Umberto diSilvacandida. Cosciente di instradarsi verso un futuro conflitto conl'Imperatore, Leone IX cercò nuovi alleati: prima si rivolse aibizantini, che faticosamente tenevano la Puglia; poi si convinseche la nuova forza era quella dei Normanni (dai quali era anchestato sconfitto e catturato nel 1053), per questo legittimò le loroconquiste nel Meridione d'Italia in cambio dello smantellamento laChiesa greca dal Sud-Italia, sostituita da un'organizzazionediocesana latina.Ma una rottura del genere contro i bizantini necessitava di unpretesto, che venne offerto dalle contese tra Umberto diSilvacandida, forse il vero regista di tutta la vicenda, e il patriarcadi Costantinopoli Michele Cerulario. Dalle fitte polemiche suquestioni puramente teologiche e dottrinali (come la controversiadegli azimi per l'eucarestia, o quella del credo niceno alla quale ilatini avevano aggiunto che lo Spirito Santo procede non solo dalPadre, ma anche dal Figlio), all'elaborazione del papa del primatodi Pietro, cioè l'egemonia del papa sulle altre chiese, compreseLeone Xquelle patriarcali di Costantinopoli, Gerusalemme, Alessandriad'Egitto e Antiochia, fino alle differenti vedute sul celibatosacerdotale, portarono alla reciproca scomunica che diede vita al Grande Scisma del 1054.
Basso medioevo 9Gregorio VII e Enrico IV« Che solo al Papa tutti i principi devono baciare ipiedi. »(Dictatus papae, 9° enunciazione)Enrico III aveva dunque cercato di ascoltare le voci diriforma, nominando vescovi scelti non più nei ranghidella nobiltà ed ascoltando voci più intransigenti comequella di Pier Damiani. Il suo sopruso conl'imposizione della nomina di Clemente II innescò unareazione interna alla Chiesa, che dopo essersi alleata aiNormanni, lo lasciò isolato, sganciato sia dalla Chiesache aveva cercato di riformare, sia dai vescovi fautoridella vecchia Chiesa infeudata che lo osteggiavano perle sue posizioni rigoriste. Morì nel 1056 lasciando lareggenza alla moglie con un figlio ancora bambino, conun vuoto di potere che permise ai riformatori, Enrico IV del Sacro Romano Impero innanzi Gregorio VII a Canossacapeggiati da Ildebrando di Soana di eleggere un nuovopapa, Federico di Lorena, fratello di Goffredo di Toscana, che salì al soglio come Stefano IX e che fece cardinale ilradicale Pier Damiani. Gli successe Niccolò II, che indisse il sinodo laterano nel 1059, dove finalmente venne messoper iscritto uno statuto che fu alla base della Chiesa riformata: l'elezione pontificia da allora si sarebbe svolta duranteun sinodo dei preti delle chiese di Roma e dintorni, i cosiddetti cardinali, e nessun religioso avrebbe mai più potutoaccettare cariche da un laico pena la scomunica; inoltre venne stabilità rigidamente l'obbligatorietà del celibato delclero. Il secondo punto gettava ombre scure sugli imperatori e sulle loro ingerenze e fu dibattuto se dovesse essereapplicato retrospettivamente o no. Alla fine prevalse la linea più morbida di Pier Damiani. Nonostante ciò i vescovinon riformati guardavano con inquietudine ai riformisti romani e, con l'elezione di Alessandro II, addirittura unpatarino, l'Imperatrice Agnese (reggente per Enrico IV) indisse un sinodo a Basilea che elesse l'Antipapa Onorio II:si era giunti a uno scisma.Alessandro II non applicò un linea dura, anzi cercò di rafforzare la sua immagine con atti simbolici, come laconcessione del vessillo di San Pietro ai regnanti che si offrivano come suoi vassalli in cambio della suabenedizione: Guglielmo il Conquistatore, che prese l'Inghilterra, Sancho d'Aragona, impegnato contro i mori, i renormanni impegnati nella conquista della Sicilia. Un vessillo o bandiera era dopotutto usato nelle cerimonie diinvestitura al livello più alto, dove veniva concesso anche il potere giurisdizionale, quindi il papa divenneformalmente il padrone delle corone europee. La stessa parola "bandiera" derivava infatti da ban, cioè il poteregiurisdizionale nel mondo germanico, che poteva portare al richiamo alle armi.
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<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 8Il Grande ScismaMichele Cerulario, miniatura del XII secoloSe intanto gli imperatori (Enrico II, Enrico III) continuavano aintervenire nella nomina di vescovi e papi, Enrico III, sceso inItalia per la formale incoronazione nel 1046, arrivò a indicaredurante l'elezione papale un suo candidato (il vescovo diBamberga, poi Clemente II) deponendo gli altri candidati eandando così oltre il più semplice diritto di veto del PrivilegiumOthonis. Fu anche da questi atti che si manifestò più forte lanecessità di riforma: Leone IX, già vescovo di Toul scelto alsoglio proprio da Enrico III, ripristinò l'elezione canonica (tramiteil clero e l'acclamazione popolare) circondandosi di collaboratorifortemente motivati alla riforma più radicale, come Umberto diSilvacandida. Cosciente di instradarsi verso un futuro conflitto conl'Imperatore, Leone IX cercò nuovi alleati: prima si rivolse aibizantini, che faticosamente tenevano la Puglia; poi si convinseche la nuova forza era quella dei Normanni (dai quali era anchestato sconfitto e catturato nel 1053), per questo legittimò le loroconquiste nel Meridione d'Italia in cambio dello smantellamento laChiesa greca dal Sud-Italia, sostituita da un'organizzazionediocesana latina.Ma una rottura del genere contro i bizantini necessitava di unpretesto, che venne offerto dalle contese tra Umberto diSilvacandida, forse il vero regista di tutta la vicenda, e il patriarcadi Costantinopoli Michele Cerulario. Dalle fitte polemiche suquestioni puramente teologiche e dottrinali (come la controversiadegli azimi per l'eucarestia, o quella del credo niceno alla quale ilatini avevano aggiunto che lo Spirito Santo procede non solo dalPadre, ma anche dal Figlio), all'elaborazione del papa del primatodi Pietro, cioè l'egemonia del papa sulle altre chiese, compreseLeone Xquelle patriarcali di Costantinopoli, Gerusalemme, Alessandriad'Egitto e Antiochia, fino alle differenti vedute sul celibatosacerdotale, portarono alla reciproca scomunica che diede vita al Grande Scisma del 1054.