Basso medioevo
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Basso medioevo 18Sebbene indebolito dal punto di vista politico-militare, il mondomusulmano ebbe uno straordinario ruolo culturale, vero e propriomediatore e rielaboratore tra grandi culture come quella greca,antico-persiana, indiana, ecc. Oltre i centri dei califfati esistevano unaserie di città-emirato con un'intensa vita culturale, quali Bukhara,Marrakesh, Samarcanda o Qayrawan. Nel X secolo gli arabi appreserodalla Cina e diffusero la carta, veicolo fondamentale per la culturascritta, che all'epoca era un pilastro della conoscenza per lo studionecessario del Corano, all'epoca redatto nella sola lingua sacradell'arabo. La letteratura musulmana era soprattutto scientifica, constraordinari trattati di storia, geografia, astronomia, geografia earchitettura. I geografi musulmani viaggiavano dalla Cina al CircoloPolare Artico all'Africa ed erano i migliori conoscitori del mondo nelsuo complesso, con opere ormai classiche della storia delleesplorazioni. Grandi personalità di tutti i tempi furono Avicenna,Averroè, Geber (padre dell'alchimia) o al-Khwarizmi (da cui deriva laparola algoritmo). Inoltre esisteva una notevole letteratura deiromanzieri, spesso anche a carattere popolare.Una pagina dall'Algebra di al-KhwārizmīLa cultura arabo-islamica arrivò in Occidente soprattutto grazie allascuola dei traduttori di Toledo, nata nel corso del XII secolo sotto l'egida dei re di Castiglia, dove collaboravano inlibertà dotti cristiani, ebrei e musulmani. Essa sta all'origine della rivoluzione scolastica, della nascita delle universitàe del successivo sviluppo scientifico-tecnologico occidentale.La comparsa dei turchiNel mondo islamico, oltre al gruppo etnico degli Arabi (semiti), inseno ai quali era nato l'Islam e la cui lingua era la lingua sacra delCorano, era importante la componente persiana (indoeuropea),dalla cui fusione e assimilazione era nata una cultura bilinguedefinibile arabo-persiana, che caratterizzò l'Islam mediorientale. Apartire dai secoli X-XI si aggiunse nello scacchiere musulmanoanche la popolazione turca, di ceppo uralo-altaico e lingua dellafamiglia ugro-finnica. Essi, dopo un periodo di migrazionidall'Asia nord-orientale, si erano insediati nel X secolo in un'ampiazona che confinava con India, Persia e Cina. Essi erano strutturaticome una confederazione di tribù con a capo dei khagan (poicontratto in khan). Nell'XI secolo la tribù selgiuchide, di origineturkmena, recentemente convertita e dotata di una notevole forzaLa battaglia di Manzicerta in una miniatura: si vede in militare (con cavalieri e arcieri formidabili), prestò il suo supportoalto l'esercito di Romano IV Diogene mentre viene al califfo abbaside di Baghdad, che allora era minacciato da piùmassacrato, e sotto il capo dei selgiuchidi Alp Arslan fronti. Accettata la loro offerta il khan divenne sultano ed affiancòche usa l'Imperatore per salire a cavallo.in una specie di diarchia il califfo, fondando una sorta di imperopolitico-militare dall'Anatolia alla Persia centrale. Agli ordini delsultano c'erano i capi militari (agha) e i governatori locali (beg o atabeg), i quali si scontravano spesso con potentatipiù antichi di vari emiri, sceicchi e wali locali. Nel 1071 i turchi divennero famosi per aver battuto l'impero bizantino
Basso medioevo 19nella battaglia di Manzicerta, fondando in Anatolia il sultanato di Rum (la "nuova Roma") con capitale Iconio(attuale Konya).Spagna e MaghrebI regni delle Asturie e di Navarra nel X secolo erano riusciti ariorganizzarsi ed a coordinare le proprie forze verso un attacco perriprendere il terreno dai musulmani che passò alla storia col nome diReconquista e che terminò solo nel 1492. Anche gli arabo-berberilottarono duramente per mantenere il controllo nella penisola iberica.Nel 996-997 il gran visir Ibn Abi ʿAmir al-Mansur (detto dallastoriografia europea Almanzor) ordinò una spedizione dimostrativa chesaccheggiò devastò la città meta di pellegrinaggi di Santiago diCompostela, sebbene non profanò le reliquie dell'apostolo Giacomo.La sortita, che doveva avere un effetto simbolico e intimidatorio, ebbeeffetti del tutto opposti: la Cristianità, sentendosi minacciata in uno deisuoi luoghi simbolo, secondo una devozione che tramite l'abbazia diCluny si era ormai già radicata in tutta Europa, rispose conindignazione ed entusiasmo per vendicare dell'affronto. Da allorapellegrinaggio e Reconquista furono le due facce di una stessamedaglia.Il dominio almoravide alla massima estensione(in verde)Dopo la scomparsa di Almanzor la compagine musulmana di sfaldò,perdendo unitarietà e quindi incisività, dilaniata dai conflitti tra famiglie arabe e famiglie berbere. Gradualmente letruppe castigliane-leonesi ed aragonesi ripresero la valle del Duero, le città di Coimbra e di Barbastro (1064).Alfonso VI di Castiglia, con l'aiuto del leggendario El Cid, conquistò Toledo nel 1085, una delle più splendide ecolte dell'epoca, con l'appoggio di alcuni dissidenti tra i musulmani, tra i quali al-Qadir malik di Badajoz al quale fupromessa Valencia. L'assassinio dell'alleato al-Qadir fece ribellare il Cid, che assediò Valencia conquistandola nel1094 e, riconciliatosi con Alfonso VI, insediandovisi come signore fino alla morte (1099).Statua di El Cid in un parco a San Diego, CaliforniaIl ceto dirigente di Cordova era preoccupato dall'avanzata cristianae decise di rivolgersi alla più forte potenza nell'Islam occidentale,la confraternita rigorista degli Almoravidi capeggiati da Yusuf IbnTashfin. Essi si erano formati sulle rive del Senegal e del Niger,nei conventi-fortezza detti ribat, e si erano impadroniti delMarocco e dell'Algeria. Giunti in Spagna si scontrarono con icastigliani a Zallaqa (oggi Sagrajas) il 23 ottobre 1086, doveimposero ai cristiani una delle più gravi sconfitte mai subite, con ilre Alfonso che si salvò a stento con pochi altri cavalieri. GliAlmoravidi imposero la loro egemonia su tutti i signori localiislamici (i reyes de tarifas, talora con la forza, imponendo undominio rigorista, che però portò a un periodo di prosperità eserenità, con una leggera pressione fiscale tanto sui musulmaniquanto sugli ebrei e cristiani (i dhimmi). Il loro dominio siestendeva dall'Africa nord-occidentale alla Spagna, con prosperecittà quali Marrakesh, Fez, Tlemcen, Sigilmassa e Almeria.Coniarono monete d'oro (i marabottini) apprezzate e ricercate in
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<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 18Sebbene indebolito dal punto di vista politico-militare, il mondomusulmano ebbe uno straordinario ruolo culturale, vero e propriomediatore e rielaboratore tra grandi culture come quella greca,antico-persiana, indiana, ecc. Oltre i centri dei califfati esistevano unaserie di città-emirato con un'intensa vita culturale, quali Bukhara,Marrakesh, Samarcanda o Qayrawan. Nel X secolo gli arabi appreserodalla Cina e diffusero la carta, veicolo fondamentale per la culturascritta, che all'epoca era un pilastro della conoscenza per lo studionecessario del Corano, all'epoca redatto nella sola lingua sacradell'arabo. La letteratura musulmana era soprattutto scientifica, constraordinari trattati di storia, geografia, astronomia, geografia earchitettura. I geografi musulmani viaggiavano dalla Cina al CircoloPolare Artico all'Africa ed erano i migliori conoscitori del mondo nelsuo complesso, con opere ormai classiche della storia delleesplorazioni. Grandi personalità di tutti i tempi furono Avicenna,Averroè, Geber (padre dell'alchimia) o al-Khwarizmi (da cui deriva laparola algoritmo). Inoltre esisteva una notevole letteratura deiromanzieri, spesso anche a carattere popolare.Una pagina dall'Algebra di al-KhwārizmīLa cultura arabo-islamica arrivò in Occidente soprattutto grazie allascuola dei traduttori di Toledo, nata nel corso del XII secolo sotto l'egida dei re di Castiglia, dove collaboravano inlibertà dotti cristiani, ebrei e musulmani. Essa sta all'origine della rivoluzione scolastica, della nascita delle universitàe del successivo sviluppo scientifico-tecnologico occidentale.La comparsa dei turchiNel mondo islamico, oltre al gruppo etnico degli Arabi (semiti), inseno ai quali era nato l'Islam e la cui lingua era la lingua sacra delCorano, era importante la componente persiana (indoeuropea),dalla cui fusione e assimilazione era nata una cultura bilinguedefinibile arabo-persiana, che caratterizzò l'Islam mediorientale. Apartire dai secoli X-XI si aggiunse nello scacchiere musulmanoanche la popolazione turca, di ceppo uralo-altaico e lingua dellafamiglia ugro-finnica. Essi, dopo un periodo di migrazionidall'Asia nord-orientale, si erano insediati nel X secolo in un'ampiazona che confinava con India, Persia e Cina. Essi erano strutturaticome una confederazione di tribù con a capo dei khagan (poicontratto in khan). Nell'XI secolo la tribù selgiuchide, di origineturkmena, recentemente convertita e dotata di una notevole forzaLa battaglia di Manzicerta in una miniatura: si vede in militare (con cavalieri e arcieri formidabili), prestò il suo supportoalto l'esercito di Romano IV Diogene mentre viene al califfo abbaside di Baghdad, che allora era minacciato da piùmassacrato, e sotto il capo dei selgiuchidi Alp Arslan fronti. Accettata la loro offerta il khan divenne sultano ed affiancòche usa l'Imperatore per salire a cavallo.in una specie di diarchia il califfo, fondando una sorta di imperopolitico-militare dall'Anatolia alla Persia centrale. Agli ordini delsultano c'erano i capi militari (agha) e i governatori locali (beg o atabeg), i quali si scontravano spesso con potentatipiù antichi di vari emiri, sceicchi e wali locali. Nel 1071 i turchi divennero famosi per aver battuto l'impero bizantino