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Basso medioevo

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<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 1<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong>Per basso <strong>medioevo</strong> si intende il periodo della storia europea e del bacino del Mediterraneo convenzionalmentecompreso tra l'anno 1000 circa e la scoperta dell'America nel 1492.Dal XIII secolo si formarono i primi stati nazionali in Portogallo, Francia e Inghilterra (e a partire dal XV secoloanche in Russia e Spagna) mentre in Italia e in Germania, dove le condizioni storiche e sociali non permisero ilformarsi di uno stato unitario, fiorì l'epoca dei Comuni, i quali, tra il Trecento e Quattrocento diedero vita anumerose entità statuali minori (note come Signorie in Italia); in seguito alcune di queste acquisirono le connotazionidi veri e propri stati regionali.Nel basso <strong>medioevo</strong> i poteri universali del papato e del Sacro Romano Impero, dopo aver raggiunto il proprioapogeo, iniziarono a decadere inesorabilmente a favore delle monarchie nazionali, che ormai si affermavano dandoall'Europa quel carattere, tuttora vivo, di mosaico di Stati e popoli, spesso affini, ma nel contempo diversi tra loro.L'impero iniziò ad entrare in crisi con la morte di Federico II (1250), il papato con i conflitti col re di Francia cheportarono allo scisma d'Occidente (1378).Durante il Trecento e nei primi decenni del Quattrocento, guerre, carestie, epidemie causarono profondi mutamentisociali ed economici nella società europea, cambiando anche la mentalità dei ceti più elevati e degli intellettuali eduomini di cultura in alcune regioni d'Europa particolarmente evolute (Italia soprattutto, ma anche Fiandre eGermania meridionale). Questi ultimi iniziarono ad attribuire una nuova importanza all'individuo, gettando le basidella civiltà umanistico-rinascimentale, che si sarebbe diffusa grazie anche al sostegno di un'aristocrazia colta e diuna borghesia sempre più ampia e facoltosa.Per la storia nel periodo medievale di paesi non europei si veda la voce <strong>medioevo</strong> extraeuropeo.Il Krak dei Cavalieri, in SiriaCastel del Monte, in Puglia, Italia


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 2Castel del Monte, in Puglia, ItaliaLa chiesa di San Salvatore in Chora, a Istanbul, TurchiaIl Registan di Samarcanda, in Uzbekistan


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 3Foglio dell'Apocalisse di San Severo, manoscrittofrancese dell'XI secolo (Parigi, Bibliothèque Nationale,MS lat. 8878, 148v)« Allora il mondo si scosse la polvere dalle sue vecchie vesti e la terra si ricoprì di un candido manto di chiese »(Rodolfo il Glabro, monaco di Saint-Bénigne a Digione, a proposito dell'arrivo del nuovo millennio.)La storiografia ottocentesca di matrice romantica enfatizzò la connessione tra l'attesa della Fine dei Tempi e la sortadi rinascita registrata nel continente europeo dopo l'XI secolo: l'anno Mille veniva usato come spartiacque tra lacosiddetta "età oscura", barbarica, oscurantista e superstiziosa (quella biasimata dagli umanisti e illuministi) e l'epocasplendida delle cattedrali, delle università, della cavalleria e dell'amor cortese (cara ai romantici). Secondo quellavisione - oggi definitivamente abbandonata dagli storici, sebbene se ne trovino ancora tracce nella manualisticascolastica - gli europei si sarebbero stretti tremanti attorno a chiese e monasteri alla vigilia dell'inizio del nuovomillennio, per poi tornare alle proprie case ricolmi di nuova energia e di gioia di vivere quando si accorsero cheniente era accaduto.In verità il processo di "rinascita", intesa come ripresa demografica, tecnologica ed economica, fu un fenomeno dilungo periodo, che iniziò nell'VIII secolo e che ebbe il culmine nel XIII secolo, causata molto probabilmenteinnanzitutto da un miglioramento climatico.Per varie ragioni non è credibile una paura da nuovo millennio, sebbene non mancassero in quell'epoca predicatori emistici che punteggiassero la società di paure della Fine dei Tempi rifacendosi a testi profetici e sibillini del IV-VIsecolo o a movimenti come il chialismo ebraico.Si consideri, innanzitutto, che la datazione del Millennio dalla nascita di Cristo (secondo il calendario del sirianoDionigi il Piccolo che fissò la data di nascita di Cristo il 25 dicembre del 753 ab Urbe condita) si era affermata inalcune zone europee solo tra l'VIII e il IX secolo; ne erano rimaste escluse altre come la Penisola iberica (che adottòil nuovo calendario solo nel tardo <strong>medioevo</strong>) o le zone di influenza bizantina, compresa Venezia e l'Italia del Sud, laRussia e l'Europa orientale, dove si contavano gli anni secondo il principio del mondo, calcolato seguendo le etàconvenzionali dei patriarchi biblici al 5008.Inoltre la data di inizio-anno variava da regione a regione: il primo gennaio (secondo lo stile romano delle calende digennaio) si affermò infatti solo in età moderna, salvo poche eccezioni.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 4• In area bizantina l'anno iniziava il 1º settembre.• A Venezia il 1º marzo.• A Roma e in Germania si seguiva lo "stile della Natività" cioè il 25 dicembre.• In molte zone italiane si usava il 25 marzo, secondo lo "stile dell'Incarnazione" (concepimento di Cristo).• In Francia l'anno iniziava il giorno di Pasqua.La società intorno all'anno MilleOratores, bellatores e laboratores erano tradizionalmente le trefunzioni nelle quali si dividevano gli individui nella società attornoall'anno Mille, come testimoniato per esempio da Adalberone diLaon. I primi pregavano per la stabilità e la sicurezza del mondocristiano, i secondi combattevano, mentre i terzi, attraverso illavoro manuale, provvedevano al sostentamento di tutta la società.Questa ripartizione di doveri corrispondeva anche a una diversadistribuzione della ricchezza. Erano tagliati fuori da questaclassificazione alcuni settori "commerciali", che venivano guardaticon sospetto dalla Chiesa (si pensi alle dure condanne control'usura, intesa a quel tempo come semplice guadagno dal denaroindipendentemente dal tasso di interesse), contrapponendoli acoloro che guadagnavano dal lavoro manuale. Gli oratores (gliordini religiosi), essendo i più istruiti, avevano anche il compito di I tre stati: religiosi, guerrieri e contadini (BritishLibrary: manoscritto Sloane 2435, f.85)tramandare le memorie della propria civiltà, sia a livello storicoche mitico-religioso, per cui la funzione della preghiera era quellapiù importante e sacra. Lo storico George Dumézil, nella seconda metà del Novecento, estese questa tripartizione atutte le società indoeuropee, anche se le sue tesi non sono accettate universalmente.A partire dal XII secolo questa organizzazione tripartita venne sempre più scompaginata: per esempio gli ordinireligiosi prendevano sempre più spesso funzioni anche di laboratores (si pensi ai cistercensi) o di bellatores (si pensiagli ordini religioso-militari dei cavalieri). Inoltre le città avevano ampliato considerevolmente la gamma di attivitàdei laboratores, ormai non solo in stragrande maggioranza contadini, ma anche artigiani, mercanti e banchieri, con lanascita di nuovi ceti di importanza via via crescente che mal si inserivano nell'antica tripartizione. Il definitivotramonto di questo sistema, con la presa di coscienza del sempre più numeroso "terzo stato", si ebbe solo coltramonto del feudalesimo alla fine del Settecento.Una distinzione più aderente alla realtà effettiva era quella tra chierici e laici: i primi rispondevano solo alla giustiziaecclesiastica, i secondi anche a quella ordinaria. A sua volta i chierici erano divisi in clero secolare (che vive nelsecolum, cioè i sacerdoti) e clero regolare (che segue una regola, cioè i monaci). Infine il clero regolare si allargò traXII e XIII secolo con la nascita di altri due fenomeni: gli ordini monastico-cavallereschi e gli ordini mendicanti.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 5La vita monastica nell'Europa occidentale era quasi tutta dedicataalla regola benedettina, nonostante qualche sporadicasopravvivenza di monachesimo celtico in Irlanda e di monachesimoorientale in Italia del Sud. Si diffusero in questo periodo le regole"riformate", cioè basate sulla regola benedettina alla quale venivanoaggiunte alcune clausole specifiche: cluniacensi, cistercensi,camaldolesi (e avellaniti), vallombrosani, certosini epremostratensi.Il sigillo dei cavalieri templariIl mondo laico invece era diversificato secondo la condizionegiuridica e l'ordine di appartenenza: nel mondo germanico siavevano liberi e servi, che esistettero fino all'epoca carolingia,quando ci fu un raffinamento delle tecniche militari e unasmilitarizzazione dei liberi di più bassa estrazione, con le armi cheormai rappresentavano la base dei loro diritti civili.Dal secolo X all'XI si intensificò l'inurbamento dei ceti servili, che portò a una rinascita delle città e delle attivitàprofessionali. Tra i sistemi più usati per sottrarsi alla dipendenza dei signori e affrancarsi in città c'era lacommendatio a un signore simbolico, come il santo patrono locale, al quale offrivano un "servizio" pecuniario,spesso abbastanza modesto. Fu in quel periodo che nacque una cronachistica urbana indipendente dal contributoreligioso: tra i primi ci fu il genovese Caffaro che tra il 1099 e il 1162 redasse gli Annali e poi li presentò al governocittadino per essere approvati e ufficializzati.Stavano nascendo i prodromi di "borghesia" urbana, anche se il termina va usato con cautela perché non esistevaancora la piena coscienza di sé di un ceto del "borgo" contrapposto a quello di altri ordini e categorie sociali.Economia e commerci verso l'anno MilleNon si deve pensare che nei secolidell'Alto <strong>medioevo</strong> gli scambi sifossero arrestati: furono frequenti gliinsediamenti di mercanti orientali, dettigenericamente "siriani", inoltreesistevano i negociatores, venditoriitineranti liberi di fatto, che portavanomerci di lusso alle corti signorili edecclesiastiche. Tendenze positive in Calendario (l'aratura), 1000 circa, miniatura, Cotton ms. Tiberius B. V., f. 3r., Londra,British Libraryeconomia si registrarono a partiredall'VIII secolo, quando cessarono lesuccessive ondate epidemiche della peste di Giustiniano. Migliorò la rete commerciale, si fecero campagne dibonifica e disboscamento per dare nuove terre alle colture.Sul piano agricolo si ebbero alcuni miglioramenti con la rotazione triennale, l'introduzione del mulino ad acqua,dell'aratro pesante con versoio, che lavorava più a fondo dell'antico aratro romano, e del giogo, che attaccava dispalla i carichi agli animali da traino senza provocarne la sensazione di soffocamento durante gli sforzi. Inoltre ilmiglioramento climatico, quello che sciolse le acque dei mari del Nord permettendo ai vichinghi di arrivare inIslanda e Groenlandia, si manifestò dall'inizio del X secolo, significando raccolti più abbondanti e diminuzione dellemalattie caratteristiche del clima freddo che colpiscono soprattutto i bambini. L'incremento demografico ètestimoniato in varie parti d'Europa dall'XI secolo e fu più forte nell'Ile-de-France, nel bacino del Reno, nella pianurapadana e in Toscana.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 6La circolazione monetaria era ancora ridotta e l'oro era quasi introvabile nell'Europa occidentale, ormai usato soloper alcuni oggetti sacri. Le fiere locali si evolsero in grandi fiere (come nella Champagne), dove si scambiavanoprodotti orientali con quelli europei; poi la circolazione delle merci si smistava nei nascenti mercati cittadini.Vennero migliorate le vie di comunicazione esistenti e ne vennero fatte di nuove: la strada medievale, a differenza diquella romana, non era lastricata ma sterrata, tortuosa (per assecondare la conformazione del terreno) ed era più chealtro una mulattiera difficilmente carrozzabile. Strade e ponti versavano comunque in uno stato disastroso, aggravatodai continui dazi che i signori locali esigevano per il transito. Divennero di vitale importanza quindi i trafficimarittimi e fluviali: le chiatte che servivano le città dell'interno offrivano un trasporto meno costoso, più sicuro e dimaggiore portata. Tra i fiumi più navigati c'erano il Reno, il Danubio, il Rodano, il Po, ai quali vanno aggiunti icollegamenti con i corsi minori. Spesso si usavano sistemi misti, in parte fluviali in parte terrestri, come quelli chevarcavano i passi di montagna a dorso di mulo prima di ricaricare le merci sulle imbarcazioni a valle.Importanti erano anche le vie dei pellegrini: il cammino di Santiago, la via Francigena e la via che portava inTerrasanta, che spesso passava dai porti pugliesi per varcare il canale d'Otranto e poi si riconnetteva con la viaEgnazia che portava a Costantinopoli e il Vicino Oriente.La riforma della ChiesaVerso una riformaTra X e XI secolo la Chiesa occidentale viveva un periodoproblematico, causato da molteplici fattori. Le funzioniamministrative affidate a vescovi e abati, fin dall'epoca di CarloMagno, avevano attratto le aristocrazie locali che ormaicontrollavano queste cariche. Erano diffuse le chiese fondate daigrandi signori feudali (ecclesiae propriae o Eigenkirchen nelmondo germanico). In questo contesto erano frequenti pratichecome la simonia (vendita delle cariche), nicolaismo (concubinato)e il nepotismo (trasmissione delle cariche a parenti prossimi) o,soprattutto tra i vescovi, pratiche come la mondanità, lasuperficialità religiosa e l'uso di considerare l'investituraepiscopale come una lucrosa rendita; non mancavano frequentiepisodi di concubinato, anche se il celibato del clero non eraancora stato rigorosamente disciplinato.Il papato non aveva nessuna forza per imporre una riforma, anzifaceva spesso da cattivo esempio con la carica pontificale contesatra le famiglie nobili romane come i Conti di Tuscolo o iCrescenzi: frequenti erano la morte violenta dei pontefici e ilconcubinato dei medesimi, in un regime che venne detto dellapornocrazia.Statua di papa Silvestro II nella città francese diAurillac


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 7Tale situazione aveva richiesto l'intervento diretto degli imperatorigermanici, come nel caso di Ottone I, che impose il PrivilegiumOthonis (secondo il quale nessun papa poteva essere eletto senza ilbeneplacito del sovrano), o Ottone III, che fece eleggere un uomodi sua fiducia, Gerberto d'Aurillac, al soglio pontificio. L'attività diquesti imperatori non va però inquadrata come un'ingerenza, mapiuttosto come una forma di tutela (una sorta di Munt, che nellatradizione germanica indicava il concetto di protezione). Un primorisultato concreto dell'egemonia degli imperatori sulla ChiesaOttone I Imperatore del Sacro Romano Impero. latina fu intanto il miglioramento del livello culturale ed etico divescovi e papi: lo stesso Gerberto, salito al soglio pontificio comeSilvestro II, fu uno degli uomini più colti dell'epoca.I monasteri dell'Europa occidentale, oltre ai problemi sopra citati, essendo centri di ricchezza vennero pesantementesaccheggiati dalle nuove incursioni tra IX e X secolo: i Danesi colpirono a morte tutte le abbazie benedettined'Inghilterra, gli Ungari e i Normanni saccheggiarono più volte le abbazie di Germania e Francia, mentre in Italia iSaraceni si spinsero fino a Roma (846) e Montecassino. Nella confusione e incertezza si allentarono i rapporti traChiesa centrale romana e periferia, mentre si stringevano quelli con i laici locali e le istituzioni religiose vicine, oltreai collegamenti tra monasteri appartenenti alle medesime congregazioni. Nonostante i timori di saccheggio imonasteri si aprirono maggiormente verso i contatti esterni, rinsaldando la loro preminenza sul piano culturale edeconomico.Una prima riforma della regola benedettina fu quella di san Benedetto d'Aniane, applicata ampiamente grazie alsostegno di Ludovico il Pio.Nacquero allora le prime perplessità circa le ingerenze laiche nella Chiesa, la cosiddetta questione della libertasEcclesiae. Le voci di protesta vennero incanalate verso la fondazione di nuovi ordini, come i camaldolesi di sanRomualdo, un ravennate permeato dai modelli bizantini. Si spinse ancora più in là il monastero di Cluny: fondato nel910 da Guglielmo I di Aquitania, era stato liberato fin dall'inizio dalle influenze laiche e secolari, grazie alla rinunciadel patronato del fondatore ed all'espediente di affidarla direttamente alle dipendenze della santa Sede, onde evitareun possibile controllo da parte dei vescovi della zona. Inoltre a Cluny venne posto l'accento più sull'"ora" che sul"labora" della regola benedettina, affidando alla preghiera un ruolo di primo piano, mentre il lavoro veniva delegatoin larga parte a laici.Cluny fece da modello in Europa per numerosi monasteri, che aderirono al suo esempio affidandosi direttamente allaSanta Sede (la cosiddetta congregazione cluniacense). Cluny ebbe numerosi avversari, come l'Imperatore Enrico IIche preferiva la riforma dell'abbazia di Gorze, la quale non rinunciava al collegamento coi vescovi della zona. Clunyseppe però dare origine anche a considerevoli movimenti laicali, come i pellegrinaggi a Santiago de Compostela (cheaiutarono la Reconquista) e le leghe di pace (pax Dei) come strumento militare che proteggesse i deboli: si delimitòla guerra ai giorni non festivi, si indicarono luoghi franchi (adiacenze di monasteri, ospizi, santuari, luoghi dimercato...) e categorie da lasciare indenni (donne, chierici, pellegrini) pena la scomunica.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 8Il Grande ScismaMichele Cerulario, miniatura del XII secoloSe intanto gli imperatori (Enrico II, Enrico III) continuavano aintervenire nella nomina di vescovi e papi, Enrico III, sceso inItalia per la formale incoronazione nel 1046, arrivò a indicaredurante l'elezione papale un suo candidato (il vescovo diBamberga, poi Clemente II) deponendo gli altri candidati eandando così oltre il più semplice diritto di veto del PrivilegiumOthonis. Fu anche da questi atti che si manifestò più forte lanecessità di riforma: Leone IX, già vescovo di Toul scelto alsoglio proprio da Enrico III, ripristinò l'elezione canonica (tramiteil clero e l'acclamazione popolare) circondandosi di collaboratorifortemente motivati alla riforma più radicale, come Umberto diSilvacandida. Cosciente di instradarsi verso un futuro conflitto conl'Imperatore, Leone IX cercò nuovi alleati: prima si rivolse aibizantini, che faticosamente tenevano la Puglia; poi si convinseche la nuova forza era quella dei Normanni (dai quali era anchestato sconfitto e catturato nel 1053), per questo legittimò le loroconquiste nel Meridione d'Italia in cambio dello smantellamento laChiesa greca dal Sud-Italia, sostituita da un'organizzazionediocesana latina.Ma una rottura del genere contro i bizantini necessitava di unpretesto, che venne offerto dalle contese tra Umberto diSilvacandida, forse il vero regista di tutta la vicenda, e il patriarcadi Costantinopoli Michele Cerulario. Dalle fitte polemiche suquestioni puramente teologiche e dottrinali (come la controversiadegli azimi per l'eucarestia, o quella del credo niceno alla quale ilatini avevano aggiunto che lo Spirito Santo procede non solo dalPadre, ma anche dal Figlio), all'elaborazione del papa del primatodi Pietro, cioè l'egemonia del papa sulle altre chiese, compreseLeone Xquelle patriarcali di Costantinopoli, Gerusalemme, Alessandriad'Egitto e Antiochia, fino alle differenti vedute sul celibatosacerdotale, portarono alla reciproca scomunica che diede vita al Grande Scisma del 1054.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 9Gregorio VII e Enrico IV« Che solo al Papa tutti i principi devono baciare ipiedi. »(Dictatus papae, 9° enunciazione)Enrico III aveva dunque cercato di ascoltare le voci diriforma, nominando vescovi scelti non più nei ranghidella nobiltà ed ascoltando voci più intransigenti comequella di Pier Damiani. Il suo sopruso conl'imposizione della nomina di Clemente II innescò unareazione interna alla Chiesa, che dopo essersi alleata aiNormanni, lo lasciò isolato, sganciato sia dalla Chiesache aveva cercato di riformare, sia dai vescovi fautoridella vecchia Chiesa infeudata che lo osteggiavano perle sue posizioni rigoriste. Morì nel 1056 lasciando lareggenza alla moglie con un figlio ancora bambino, conun vuoto di potere che permise ai riformatori, Enrico IV del Sacro Romano Impero innanzi Gregorio VII a Canossacapeggiati da Ildebrando di Soana di eleggere un nuovopapa, Federico di Lorena, fratello di Goffredo di Toscana, che salì al soglio come Stefano IX e che fece cardinale ilradicale Pier Damiani. Gli successe Niccolò II, che indisse il sinodo laterano nel 1059, dove finalmente venne messoper iscritto uno statuto che fu alla base della Chiesa riformata: l'elezione pontificia da allora si sarebbe svolta duranteun sinodo dei preti delle chiese di Roma e dintorni, i cosiddetti cardinali, e nessun religioso avrebbe mai più potutoaccettare cariche da un laico pena la scomunica; inoltre venne stabilità rigidamente l'obbligatorietà del celibato delclero. Il secondo punto gettava ombre scure sugli imperatori e sulle loro ingerenze e fu dibattuto se dovesse essereapplicato retrospettivamente o no. Alla fine prevalse la linea più morbida di Pier Damiani. Nonostante ciò i vescovinon riformati guardavano con inquietudine ai riformisti romani e, con l'elezione di Alessandro II, addirittura unpatarino, l'Imperatrice Agnese (reggente per Enrico IV) indisse un sinodo a Basilea che elesse l'Antipapa Onorio II:si era giunti a uno scisma.Alessandro II non applicò un linea dura, anzi cercò di rafforzare la sua immagine con atti simbolici, come laconcessione del vessillo di San Pietro ai regnanti che si offrivano come suoi vassalli in cambio della suabenedizione: Guglielmo il Conquistatore, che prese l'Inghilterra, Sancho d'Aragona, impegnato contro i mori, i renormanni impegnati nella conquista della Sicilia. Un vessillo o bandiera era dopotutto usato nelle cerimonie diinvestitura al livello più alto, dove veniva concesso anche il potere giurisdizionale, quindi il papa divenneformalmente il padrone delle corone europee. La stessa parola "bandiera" derivava infatti da ban, cioè il poteregiurisdizionale nel mondo germanico, che poteva portare al richiamo alle armi.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 10Alla morte di Alessandro II il suo programma venne perfezionatoda Ildebrando di Soana, salito al soglio come Gregorio VII (1073),che aveva capito come i tempi fossero maturi per un'ulteriorepasso: nel 1075 ribadì il divieto per i laici di investire gliecclesiastici e 1078 formulò il dictatus papae (redatto una secondavolta nel 1078), 27 proposizioni che dichiaravano il ponteficedetentore di un potere assoluto sulla terra che gli dava anche lafacoltà di deporre i sovrani laici.Matilde di Canossa, miniatura della Vita Mathildis(Cod. Vat. lat. 4922), Biblioteca Vaticana, Roma(1115)Il contrattacco del giovane Enrico IV (al potere dal 1066) fu lascomunica e deposizione di Gregorio VII nel sinodo di Worms(1076). A sua volta Gregorio scomunicò e depose l'Imperatoresciogliendo i suoi sudditi dall'obbedirgli. Questo atto ebbe uneffetto epocale, il primo del genere nella storia, essendo gliimperatori ammantati di quell'aurea di sacralità dovuta al ritodell'incoronazione. Gregorio sapeva che le rivalità in Germaniaerano così accese che presto i grandi feudatari si ribellaronoall'imperatore, mettendolo in grave difficoltà.Allora Enrico IV fece una mossa "teatrale", incontrando il papaalla rocca di Canossa, sotto la supervisione della contessa Matilde nell'inverno del 1077, umiliandosi ("andare aCanossa" è rimasta una frase proverbiale) e chiedendogli perdono inginocchiato nella neve. Questa azione glorificòsia il papa (e la sua autorità), sia l'imperatore, che nell'atto di umiltà aveva seguito l'esempio del Cristo. Gregorio nonpoté negare il perdono ed Enrico ottenne il reintegro dei suoi poteri, disorientando i suoi avversari, che avevano giàeletto un anti-imperatore, Rodolfo di Svevia.Ma Enrico IV tornò presto sulle sue posizioni precedenti, ottenendo una nuova scomunica nel 1080, al quale risposefacendo eleggere un nuovo antipapa, Clemente III. Il pontefice era momentaneamente isolato (né i Normanni né laContessa Matilde potevano aiutarlo), così Enrico poté entrare a Roma, far consacrare Clemente III e venire da essoincoronato. Gregorio fu salvato all'ultimo momento dai Normanni e si dovette ritirare a Salerno dove trascorsemalinconicamente il resto della sua vita.Il concordato di WormsLo scontro frontale tra riformatori e laici aveva portatoa estremismi che avevano stancato le parti, rendendonecessaria un'azione di riassestamento e pacificazione,che venne garantita dal successore di Gregorio VII,papa Urbano II (1088-1099). Mentre la necessità diriforma aveva ampliato la propria base d'appoggio, conun progressivo assottigliarsi delle file di Enrico IV, sicercò un compromesso. Vennero reinsediati alcunivescovi "enriciani" (non riformati), mentre ormai si eraconsolidata l'esclusione dei laici dall'elezione deireligiosi. Restavano aperti i problemi su a chi affidare ipoteri feudali e amministrativi già appartenuti aivescovi, ma per giungere alla soluzione si dovetteLa cattedrale di Worms, consacrata nel 1110aspettare un cambio generazionale. Urbano II distolse la nobiltà europea indicendo la prima crociata (1099), mentreil suo successore, Pasquale II, fallì nel tentativo di tornare al rigore di Gregorio VII. Alla fine il nuovo papa Callisto


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 11II e il nuovo imperatore Enrico V firmarono il concordato di Worms, che riconosceva ai vescovi una duplicefunzione, spirituale e temporale, e ne fissava l'elezione sotto l'esclusivo controllo "del clero e del popolo", anche sein Germania venne stabilito il diritto imperiale a presenziare l'elezione, dando il suo assenso o il veto ai nuovi eletti:così l'imperatore poteva avere uomini di fiducia da investire con incarichi temporali. In Italia e Borgogna invecel'imperatore non aveva questo tipo di controllo, ma l'investitura feudale avrebbe seguito la consacrazione vescovile,per cui l'imperatore avrebbe potuto anche negarla a personaggi a lui sgraditi.Nel 1123 si tenne il primo concilio della Chiesa occidentale, il concilio Lateranense I, dove venne ribadital'organizzazione della Chiesa attorno alla figura del papa, gerarchicamente superiore a tutti i vescovi e quindidetentore di un primato anche su tutte le altre Chiese locali: il primato di Pietro.Nel concilio si mise anche un freno agli ordini monastici, mai come allora impegnati in un'attività pastorale al difuori dei monasteri (si pensi solo a Pier Damiani), vietando loro di celebrare liturgie e fare omelie, stando sottopostiai rispettivi vescovi. Vennero a mancare figure di mediazione verso i ceti più bassi, dove esistevano forme dicristianesimo popolari dove rivivevano talvolta tradizioni pagane mai dimenticate. Inoltre la Chiesa, con la riforma,sembrava aver tagliato fuori i laici. Ne furono conseguenza la formazione di movimenti come quello patarino (aMilano a metà dell'XI secolo) e la nascita di nuove eresie. Una prima risposta fu la creazione delle istituzioni"canonicali", formate dai canonici, il clero gravitante attorno a una cattedrale o una basilica maggiore. Essi vivevanoin una casa comune (la canonica), avevano come capo l'arcidiacono e seguivano una regola risalente a sant'Agostinoriformata da san Grodegango di Metz.L'impero bizantino: crisi e dinastia dei ComneniNel 1059 l'impero bizantino vedeva la fine dellagloriosa dinastia macedone, che aveva regnato con ilpugno di ferro aumentando la centralizzazione e lamilitarizzazione dell'impero, minacciato su più frontida arabi, bulgari e principi di Kiev. Anche Roma eraminacciosa dal punto di vista religioso, per le sue ormaichiare pretese di egemonia sulle altre sedi patriarcalicompresa Costantinopoli. Costantino IX Monomaco esua moglie la basilissa Zoe appoggiarono l'azione delpatriarca Michele Cerulario che portò nel 1054 alloscisma d'Oriente. Quando la dinastia dei macedoni siestinse, il trono fu conteso tra le due più potenti L'impero bizantino, all'ascesa al trono di Alessio I Comneno, nel1081.famiglie bizantine del tempo, i Comneni, che avano ilpotere militare e i Ducas, che avevano il poterepolitico. Mentre ciò accadeva, l'esercito bizantino fu sconfitto dai turchi selgiuchidi, nella battaglia di Manzicerta,nel 1071, dopo questa battaglia, in breve tempo, l'impero bizantino perse tutta l'Asia Minore. Intanto la contesa tra ledue famiglie continuava, per interrompersi nel 1081, anno in cui Niceforo III Botaniate spodestò Michele VII Ducasdal trono. Le due famiglie che non volevano perdere il potere si allearono, infatti il rappresentante dei Comneni, ilgenerale Alessio I Comneno (1081-1118), sposò Irene


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 12Ducaena, con l'appoggio dell'esercito, Alessio Ispodestò dal trono Niceforo III, nel 1081. I Comnenicontinuarono la politica dei macedoni tesa a rafforzaremilitarmente l'impero e riuscirono a risollevare le sortidell'impero, che sembravano segnate. Alessio IComneno subì lo smacco sia del nascente regnonormanno in Italia Meridionale, sia del regno Franco diGerusalemme in Terrasanta, entrambi sorti senza il suoassenso su terre formalmente di sua proprietà. Oltre aledere i suoi diritti ciò poteva compromettere lasupremazia bizantina nel Mediterraneo orientale.Nonostante ciò Alessio riuscì a farsi consegnare dai L'impero bizantino, alla morte di Manuele I Comneno, nel (1180).crociati i territori in Asia Minore, quindi riconquistranetutte le zone costiere. L'impero sotto Alessio Comneno, poi anche dei suoi successori, visse una fase di rinascita,Alessio salvò l'impero dal crollo, visto che riuscì a sconfiggere l'invasione normanna in Grecia e nei Balcani.Ad Alessio nel 1118, successe il figlio Giovanni II Comneno, egli intervenne più volte nei Balcani, sconfiggendo ipeceneghi, e tenendo a bada i regni avversari di Serbia e Ungheria. Cercò di favorire i commerci dei pisani e deigenovesi, per affrancarsi il più possibile da Venezia. Con una serie di interventi militari ma soprattutto diplomatici,riuscì a continuare l'opera del padre, recuperando una parte dei domini dell'impero in Asia Minore sottraendoli aiturchi.Miniatura di Manuele I Comneno.Gli successe nel 1143 il figlio Manuele I Comneno, che arrivò alla rottura con lastorica alleata Venezia. Fu il primo imperatore bizantino ad allearsi col papa e conl'imperatore germanico, contro i Normanni, un'intesa che svanì con l'arrivo alpotere di Federico Barbarossa, che nella sua conflittualità con la Chiesa impose aibizantini di scegliere l'uno o l'altro alleato: e si scelse la Chiesa romana, perché ilprogramma di Federico era troppo sovrapposto agli interessi bizantini, a partiredalla rivalutazione del titolo e della funzione imperiale germanica. Avere rapporticol pontefice significava per Bisanzio anche accettare i suoi alleati, cioè lamonarchia normanna di Sicilia, usurpatori dei territori bizantini da lunga data.Manuele fu profondamente attratto dal rinato Occidente, stipulò una serie dialleanze che comprendevano il papa, i normanni, Venezia, i comuni italiani, alcunigrandi feudatari del centro Italia e i principi franchi in Terrasanta. Manuele volevasia rovesciare il Barbarossa, sia avviare una politica occidentale nel solco diGiustiniano I: il suo sogno sarebbe stato riconquistare la Sicilia e il Mediterraneo,ma la sua invasione nel sud Italia non ebbe molta fortuna: nonostante i buoni inizi,non riuscì a reimporre la sovranità bizantina in Italia. Per un obiettivo del genereegli avrebbe dovuto avere il fronte orientale pacifico e alleato, ma ciò non avvenne.Manuele attuò una riuscita politica militare, grazie alla quale conquistò il Regno diSerbia, sconfisse gli ungheresi, impose la sua sovranità su Antiochia e continuò lariconquista dell'Asia Minore. Non riuscì a riconquistare l'entroterra dell'AsiaMinore, vista la sconfitta nella battaglia di Miriocefalo nel 1176. Nel 1180 Manuelemorì, dopo la sua scomparsa l'impero vacillò tra lotte intestine, congiure, intrighi e isoprusi dei latini (soprattutto i veneziani) che ormai avevano in pugno i commercicon Bisanzio. La successiva dinastia degli Angeli non poté evitare l'accordo tra i


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 13normanni (gli Altavilla di Sicilia) e gli imperatori germanici, che tornarono così uniti nella politica ostile controBisanzio: nel 1185 conquistarono Tessalonica. Ulteriormente indeboliti dai musulmani e dagli occidentali, i bizantinisembravano ormai stretti in una tenaglia che si allentò solo con la scomparsa del Barbarossa (1190) e di suo figlioEnrico VI (1197), i quali, unita la propria corona a quella siciliana, tramavano ormai di una possibile conquista dellacapitale dell'impero.La nascita dei ComuniNel corso del X secolo il mondo euro-mediterraneo uscì dallalunga crisi climatica, demografica e sociale che persisteva almenodal V secolo, ridando vita ai centri urbani. La domanda di maggiorsicurezza dovuta alle pericolose invasioni di Ungari, Saraceni eNormanni portarono a ripopolare e fortificare le città, che in quelperiodo erano spesso guidate dai loro vescovi. Attorno al vescovoesisteva un'aristocrazia dei maggiori proprietari di beni immobili emobili, spesso dotati anche di capacità militari e difensive.Nacquero così delle oligarchie che tenevano in mano il governocittadino, in una sorta di autogoverno che si diffuse su larga scalain Europa occidentale e centrale tra i secoli XI e XIV, con ilmaggiore sviluppo a livello civile e di autocoscienza politicanell'Italia centro-settentrionale (soprattutto Pianura Padana,Veneto occidentale e Toscana). Le aree italiane, pur diventando difatto indipendenti, rimasero a lungo "di fatto" assoggettate al SacroRomano Impero, e mentre nel resto d'Europa le autonomie distampo comunali venivano inquadrate ormai nelle varie monarchieTorri medievali a San Gimignano, sorte in epocaassolute, solo in Italia (sebbene in un periodo prossimo al tramontocomunalein favore dell'evoluzione verso le signorie principesche) essepresero una piena coscienza di autonomia. Ne sono un tipico esempio gli scritti del fiorentino Coluccio Salutati cherivendicava per la Repubblica di Firenze la dignità di Stato superiorem non reconoscens, rinunciando alla tuteladell'Impero in cambio della propria libertas.Il comune ebbe una periodizzazione molto varia da zona a zona. Sebbene si identifichi un "periodo comunale" tra XIe XIV secolo, si deve considerare che contemporaneamente ai comuni propriamente detti coesistevano ancoraistituzioni feudali di grande rilievo. Inoltre il comune non fu esclusivamente un fenomeno cittadino: non mancaronoesempi anche di "comuni rurali".


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 14Nel corso dell'XI secolo, durante la lotta per le investiture, laclasse vescovile si vide messa in dubbio, con il graduale emergeredi quei ceti di laici che l'avevano fino ad allora affiancata nelgoverno cittadino: aristocratici inurbati dal contado, detentorianche del potere militare, e una "proto-borghesia", composta dagliaddetti alle professioni più qualificate (i ceti intellettuali comenotai, giudici, medici) e redditizie (mercanti, cambiavalute,artigiani e, nelle città portuali, armatori). Le città godettero di unmaggior sviluppo tra i secoli XI e XII, contemporaneamente allosvilupparsi di un sistema di governo cittadino proprio. Nacquerocosì una serie di magistrature collegiali dove si riunivano i ceti piùimportanti della città, variamente riconosciute o dai vescovi odall'autorità regia o, nello Stato della Chiesa, dal papa. Questemagistrature avevano in deroga alcuni poteri locali. Espressionetipica dell'autogoverno dell'epoca furono i consules, scelti tra lefamiglie più ricche e potenti.Castell'Arquato1099, a Milano dal 1117.La nascita vera e propria di un Comune varia da città a città espesso, a causa della documentazione assente o perduta, è ignota.Le città di Lucca e Pisa avevano consoli già nel 1085, mentre altrese ne dotarono entro i due decenni successivi; a Genova fu dalI problemi fondamentali che occuparono i comuni dell'epoca erano essenzialmente due: l'indipendenza dai cetifeudali dei dintorni (tramite l'assoggettamento del contado e l'inglobamento degli stessi feudatari nella vita cittadina)e il riconoscimento formale da parte delle autorità pubbliche superiori, innanzitutto l'imperatore romano-germanico.Dall'assoggettamento dei contadi tramite una serie di conflitti con i vari castelli e borghi fortificati della zona, sisfociò abbastanza presto anche in conflitti tra città e città riguardo ad aree diventate di confine. I rapporti conl'impero vennero definiti soprattutto dopo le trentennali lotte contro l'imperatore Federico Barbarossa, che portaronoinfine alla pace di Costanza ed al riconoscimento delle autorità comunali nel loro complesso come vassalli imperialiin ciascuna città; i consoli dovevano così giurare fedeltà al sovrano facendo rientrare i comuni, nati come eversioneal sistema feudale, nella scala feudale stessa. A parte la formale concessione di autorità siglata nei solenni diplomiimperiali (profumatamente pagati nonostante riconoscessero un'autorità ormai di fatto indiscutibile), la sottomissioneall'impero nel Tre-Quattrocento si concretizzava solo in periodici esborsi alla cancelleria imperiali per lapromulgazione o conferma di vari privilegi, sollecitati dalle classi dirigenti comunali stesse.Organizzazione del governo consolareI ceti che avevano in appannaggio le cariche consolari spesso non coincidevano con quelli che dominavano la vitacittadina dal punto di vista economici e culturale: non solo mancava l'espressione della volontà popolare, ma spessonemmeno i ceti mercantili avevano accesso alla politica, saldamente tenuta dai ceti militari e aristocratici di originefeudale. Gradualmente ai consoli vennero ad affiancarsi nuove articolazioni, prime fra tutte le assemblee: dall'arengodi origine germanica (assemblea di tutti i liberi) nacquero, con nomi che possono variare da città a città, i parlamenti,i consigli maggiori e i più ristretti consigli minori. Tra i membri di questi due consigli venivano scelti i consoli.Il regime consolare era strettamente quindi elitario: l'espressione libertas, che spesso campeggia nei motti comunali,non va intesa come sinonimo di libertà individuale nell'accezione moderna, ma sottintendeva la libertà cittadinarispetto a influenze esterne.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 15Il governo podestarileIl governo consolare stimolò le accese rivalità tra le famigliearistocratiche cittadine, fomentate da inimicizie, rancori, ostilità ela mai dimenticata consuetudine, tipica dei popoli germanici, deldiritto-dovere della vendetta. Per porre freno, per quanto possibile,a queste lotte interne a partire dalla seconda metà del XII secolo inquasi tutte le città comunali i consoli vennero sostituiti da un solofunzionario, il podestà, scelto di solito tra i forestieri per essere aldi sopra delle fazioni cittadine.Il regime podestarile non bastò comunque a risolvere problemiinterni, aggravati anche da una tendenza all'incremento degliscontri con le città rivali, dovuto al completo assoggettamento deiterritori liberi attorno alle città stesse ed all'inizio dei conflitti perla conquista i territori di altre città per interessi mercantili epolitici, legati alla supremazia regionale. Alcune rivalità tra cittàsono rimaste proverbiali e tutt'oggi vive nel campanilismocittadino: Firenze contro Pisa, Firenze contro Siena, Bolognacontro Modena, Padova contro Verona, ecc. nel dominio dei marisi scontravano invece Genova contro Pisa e Venezia controGenova.Interno del palazzo del Bargello di Firenze, edificatocome palazzo del podestàLe città non comunaliIn Francia, in Fiandra o in Germania, sebbene anche lì si assistette a una ripresa della vita cittadina, non si puòparlare di comuni. In quei casi le aristocrazie militari del contado non misero quasi mai piede nelle mura cittadine ela libertà di governo dei vari borghi era strettamente circoscritta da apposite concessioni dei principi o dei prelatidella zona.L'aristocrazia tedesca diffidava dei centri urbani, per questo vi si svilupparono più che altrove i ceti imprenditoriali emercantili, con le stratificazioni della società (maiores, mediocres e minores) e la nascita delle gilde commerciali, lecorporazioni di arti e mestieri. Nelle città venivano strappate al sovrano concessioni sulla politica locale talvoltatramite salati pagamenti, talvolta tramite vere e proprie spedizioni. In Germania più che altrove, si assistette allacompresenza contemporanea di più forme di governo e di autonomia, dalle città vescovile, a quelle rette da prìncipi,ai centri urbani più indipendenti, posti direttamente sotto l'autorità regia.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 16In Fiandra alla classe artigiana delle gilde ed all'autoritàsignorile (laica o ecclesiastica) ebbero importanzaanche le Hanse, letteralmente le "carovane" dimercanti, con la creazione di una sorta di dicotomia:ancora oggi nelle città è spesso presente una città"alta", fortificata e dedicata alla classe dirigente, ed unacittà "bassa", dedicata alle attività commerciali. Laformalizzazione dell'autorità nelle città si ebbe a partiredal decennio del 1070. In Francia del Nord alcune cittàebbero un'autonomia che si evolse sul modello delleFiandre (Le Mans, Cambrai, Beauvais). I governatoridella città (gli "scabini") non provenivano però daiBrugescittadini ma dall'entourage del signore feudale.Peculiare di quelle zone fu la coniuratio,un'associazione giurata riconosciuta dalle autorità con un diploma (la charte de commune), che veniva concessa allecittà più importanti, mentre le altre usufruivano della "carta di franchigia", con la quale ottenevano alcune esenzioniper i commerci.La Francia del Sud invece, sebbene conobbe inizialmente una situazione urbana simile a quella italiana, vennemaggiormente controllata dalla monarchia, che limitò lo sviluppo delle villes de consulat (città consolari).Il Sud-Italia invece vide l'annullamento delle spinte autonomistiche (nonostante il precoce sviluppo di alcune cittàcostiere a partire dal X secolo) a causa della nascita dell'unitario regno normanno nel XII secolo.Le repubbliche marinareUn particolare sviluppo ebbero le cosiddetterepubbliche marinare. Alcune di esse (Venezia, Amalfi)godevano già di una fiorente economia e diun'autonomia politica considerevole nell'alto <strong>medioevo</strong>.L'esaurirsi delle razzie corsare musulmane dopo il Xsecolo permise il prosperare di nuovi porti, che però inalcuni casi erano frenati dal punto di vista delladinamica socio-economica da un forte potere centrale,come a Salerno, Napoli, a Bari o a Messina. Le cittàtirreniche come Genova e Pisa invece avevano potutodecollare quando il potere regale (formalmente esseerano sotto la corona del Regno d'Italia che appartenevaall'Imperatore germanico) era venuto meno, nell'XIsecolo. Ai centri italiani si aggiunsero anche alcunicentri provenzali, come Marsiglia, e catalani(soprattutto Barcellona).Rilievo sulla torre di Pisa che mostra l'antico porto pisanoGià all'inizio del IX secolo i porti campani avevano una Canaletto, Veduta dell'entrata dell'Arsenale di Venezia (1732)moneta propria, derivata dal tarì arabo (a testimoniarecome il mondo musulmano fosse il mercato al quale essi guardavano). Ma fu a Venezia che poterono


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 17svilupparsi traffici di grande portata, grazie a una retefinanziaria, produttiva e commerciale che seppeinstaurare in un vero e proprio impero economico. Lanavigazione sull'Adriatico fu sicura fin dal IX secolo epermise lo sfruttamento di rotte che andavano daCostantinopoli, alla Siria e la Palestina, al Nordafrica ealla Sicilia. I veneziani, nonostante i reiterati divieti,commerciavano con gli Arabi, comprese quelle merciproibite quali armi, legname, ferro e schiavi(provenienti soprattutto dalle popolazioni salve diIstria, Croazia e Dalmazia, tanto che da "slavo" derivòpoi la parola "schiavo"). Contemporaneamente Genovae Pisa iniziavano a emergere con politiche autonome.La Torre di Galata, costruita dai genovesi a CostantinopoliDurante il XII secolo maturò un profondo mutamento, che portò la navigazione ad essere il metodo di spostamentopiù comodo e usato: ne è prova il fatto che dalla Terza e dalla Quarta crociata in poi le truppe si mossero solo viamare, non perché le vie terrestri fossero diventate più insicure o lunghe (lo erano anche prima), ma perché ormai lanave era il mezzo più diffuso.I numerosi conflitti che sorsero tra le città marinare scaturivano spesso da questioni commerciali in oltremare. Peresempio Pisa e Genova furono inizialmente alleate contro i saraceni, ma la rivalità su chi dovesse avere l'egemonia inCorsica e in Sardegna compromise inevitabilmente i rapporti.Nelle città più importanti queste città avevano dei veri e propri quartieri con empori, fondachi, cantieri navali earsenali, dove convergevano le piste carovaniere e da dove partivano le navi con i preziosi carichi per l'Europa. Lecittà marinare italiane spesso diressero le crociate dirottando gli sforzi verso l'apertura di rotte commerciali ad essepropizie: emblematico è il caso della conquista di Costantinopoli del 1204, attuata dai veneziani sfruttando le forzedella quarta crociata, ma anche con la quinta crociata pisani e genovesi fecero puntare sui ricchi porti egiziani diAlessandria e Damietta per fondarvi colonie commerciali. Genova riuscì anche, grazie all'appoggio della dinastiabizantina dei Paleologi a estendere le proprie rotte oltre il Bosforo, nel Mar Nero dove entravano in contatto con imongola dell'Orda d'oro e con i principati russi, verso i quali convergevano vie fluviali e carovaniere dal Baltico edall'Asia centrale. Laggiù inoltre potevano acquistare il grano ucraino che riforniva l'Occidente. Alle fine delDuecento, con la battaglia della Meloria (1284) e quella di Curzola (1298) i genovesi batterono rispettivamente ipisani e i veneziani, assicurandosi, almeno apparentemente, un dominio mediterraneo.Il mondo musulmano tra XI e XII secoloIl mondo islamico si estendeva ormai dalla Spagna all'India settentrionale e, sebbene fosse percepito dagli europeicome un unico blocco compatto e ostile, esso era frammentato in molteplici realtà, senza alcuna finalità politica traloro, anzi spesso in lotta l'uno contro l'altro. I califfati esistenti erano tre:1. il califfato sunnita abbaside di Baghdad era in teoria il più principale, che avevano un potere sulla carta dalla]Siria settentrionale all'Asia centrale; nella pratica le varie dinastie locali, sottomesse solo formalmente al califfo,avevano il potere in ampie zone; accanto al califfo aveva ben più peso il Sultano selgiuchide, che lo controllava ene dirigeva le mosse2. il califfato omayyade sunnita di Cordova dominava la Spagna e il Maghreb, ma si avviava a una breve, seppursplendida, vita;3. l'Imamato sciita del Cairo della dinastia fatimide, dove ben maggior potere del califfo avevano i loro vizir.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 18Sebbene indebolito dal punto di vista politico-militare, il mondomusulmano ebbe uno straordinario ruolo culturale, vero e propriomediatore e rielaboratore tra grandi culture come quella greca,antico-persiana, indiana, ecc. Oltre i centri dei califfati esistevano unaserie di città-emirato con un'intensa vita culturale, quali Bukhara,Marrakesh, Samarcanda o Qayrawan. Nel X secolo gli arabi appreserodalla Cina e diffusero la carta, veicolo fondamentale per la culturascritta, che all'epoca era un pilastro della conoscenza per lo studionecessario del Corano, all'epoca redatto nella sola lingua sacradell'arabo. La letteratura musulmana era soprattutto scientifica, constraordinari trattati di storia, geografia, astronomia, geografia earchitettura. I geografi musulmani viaggiavano dalla Cina al CircoloPolare Artico all'Africa ed erano i migliori conoscitori del mondo nelsuo complesso, con opere ormai classiche della storia delleesplorazioni. Grandi personalità di tutti i tempi furono Avicenna,Averroè, Geber (padre dell'alchimia) o al-Khwarizmi (da cui deriva laparola algoritmo). Inoltre esisteva una notevole letteratura deiromanzieri, spesso anche a carattere popolare.Una pagina dall'Algebra di al-KhwārizmīLa cultura arabo-islamica arrivò in Occidente soprattutto grazie allascuola dei traduttori di Toledo, nata nel corso del XII secolo sotto l'egida dei re di Castiglia, dove collaboravano inlibertà dotti cristiani, ebrei e musulmani. Essa sta all'origine della rivoluzione scolastica, della nascita delle universitàe del successivo sviluppo scientifico-tecnologico occidentale.La comparsa dei turchiNel mondo islamico, oltre al gruppo etnico degli Arabi (semiti), inseno ai quali era nato l'Islam e la cui lingua era la lingua sacra delCorano, era importante la componente persiana (indoeuropea),dalla cui fusione e assimilazione era nata una cultura bilinguedefinibile arabo-persiana, che caratterizzò l'Islam mediorientale. Apartire dai secoli X-XI si aggiunse nello scacchiere musulmanoanche la popolazione turca, di ceppo uralo-altaico e lingua dellafamiglia ugro-finnica. Essi, dopo un periodo di migrazionidall'Asia nord-orientale, si erano insediati nel X secolo in un'ampiazona che confinava con India, Persia e Cina. Essi erano strutturaticome una confederazione di tribù con a capo dei khagan (poicontratto in khan). Nell'XI secolo la tribù selgiuchide, di origineturkmena, recentemente convertita e dotata di una notevole forzaLa battaglia di Manzicerta in una miniatura: si vede in militare (con cavalieri e arcieri formidabili), prestò il suo supportoalto l'esercito di Romano IV Diogene mentre viene al califfo abbaside di Baghdad, che allora era minacciato da piùmassacrato, e sotto il capo dei selgiuchidi Alp Arslan fronti. Accettata la loro offerta il khan divenne sultano ed affiancòche usa l'Imperatore per salire a cavallo.in una specie di diarchia il califfo, fondando una sorta di imperopolitico-militare dall'Anatolia alla Persia centrale. Agli ordini delsultano c'erano i capi militari (agha) e i governatori locali (beg o atabeg), i quali si scontravano spesso con potentatipiù antichi di vari emiri, sceicchi e wali locali. Nel 1071 i turchi divennero famosi per aver battuto l'impero bizantino


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 19nella battaglia di Manzicerta, fondando in Anatolia il sultanato di Rum (la "nuova Roma") con capitale Iconio(attuale Konya).Spagna e MaghrebI regni delle Asturie e di Navarra nel X secolo erano riusciti ariorganizzarsi ed a coordinare le proprie forze verso un attacco perriprendere il terreno dai musulmani che passò alla storia col nome diReconquista e che terminò solo nel 1492. Anche gli arabo-berberilottarono duramente per mantenere il controllo nella penisola iberica.Nel 996-997 il gran visir Ibn Abi ʿAmir al-Mansur (detto dallastoriografia europea Almanzor) ordinò una spedizione dimostrativa chesaccheggiò devastò la città meta di pellegrinaggi di Santiago diCompostela, sebbene non profanò le reliquie dell'apostolo Giacomo.La sortita, che doveva avere un effetto simbolico e intimidatorio, ebbeeffetti del tutto opposti: la Cristianità, sentendosi minacciata in uno deisuoi luoghi simbolo, secondo una devozione che tramite l'abbazia diCluny si era ormai già radicata in tutta Europa, rispose conindignazione ed entusiasmo per vendicare dell'affronto. Da allorapellegrinaggio e Reconquista furono le due facce di una stessamedaglia.Il dominio almoravide alla massima estensione(in verde)Dopo la scomparsa di Almanzor la compagine musulmana di sfaldò,perdendo unitarietà e quindi incisività, dilaniata dai conflitti tra famiglie arabe e famiglie berbere. Gradualmente letruppe castigliane-leonesi ed aragonesi ripresero la valle del Duero, le città di Coimbra e di Barbastro (1064).Alfonso VI di Castiglia, con l'aiuto del leggendario El Cid, conquistò Toledo nel 1085, una delle più splendide ecolte dell'epoca, con l'appoggio di alcuni dissidenti tra i musulmani, tra i quali al-Qadir malik di Badajoz al quale fupromessa Valencia. L'assassinio dell'alleato al-Qadir fece ribellare il Cid, che assediò Valencia conquistandola nel1094 e, riconciliatosi con Alfonso VI, insediandovisi come signore fino alla morte (1099).Statua di El Cid in un parco a San Diego, CaliforniaIl ceto dirigente di Cordova era preoccupato dall'avanzata cristianae decise di rivolgersi alla più forte potenza nell'Islam occidentale,la confraternita rigorista degli Almoravidi capeggiati da Yusuf IbnTashfin. Essi si erano formati sulle rive del Senegal e del Niger,nei conventi-fortezza detti ribat, e si erano impadroniti delMarocco e dell'Algeria. Giunti in Spagna si scontrarono con icastigliani a Zallaqa (oggi Sagrajas) il 23 ottobre 1086, doveimposero ai cristiani una delle più gravi sconfitte mai subite, con ilre Alfonso che si salvò a stento con pochi altri cavalieri. GliAlmoravidi imposero la loro egemonia su tutti i signori localiislamici (i reyes de tarifas, talora con la forza, imponendo undominio rigorista, che però portò a un periodo di prosperità eserenità, con una leggera pressione fiscale tanto sui musulmaniquanto sugli ebrei e cristiani (i dhimmi). Il loro dominio siestendeva dall'Africa nord-occidentale alla Spagna, con prosperecittà quali Marrakesh, Fez, Tlemcen, Sigilmassa e Almeria.Coniarono monete d'oro (i marabottini) apprezzate e ricercate in


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 20tutto il Mediterraneo. Straordinario fu lo sviluppo del dibattito teologico e filosofico, con le madrase e la bibliotecadi Cordova attive più che mai.La riscossa militare dei cristiani e la nuova corrente degli "Unitari" (al-Muwahhidun ), nata in Nordafrica, segnaronola fine degli Almoravidi. Nel 1147 gli Almohadi (rigoristi seguaci dell'autoproclamato mahdi Ibn Tumart)conquistarono Marrakesh, mentre i cristiani, sfruttando la crisi, presero poco dopo Almeria e Lisbona. Gli Almohadicacciarono i Normanni dalla costa africana e in seguito, chiamati dall'emiro di Valencia e di Murcia, sbarcarono inSpagna nel 1162, occupando Siviglia, che venne scelta come capitale. Il nuovo califfo almohade Abū Yūsuf Yaʿqūblanciò una controffensiva verso nord, sconfiggendo nella battaglia di Alarcos re Alfonso VIII di Castiglia (10 luglio1195) Gli Almohadi furono molto più duri dei loro predecessori Almoravidi, costringendo all'esilio grandi pensatoridel tempo come Maimonide e Averroè (il primo trovò rifugio nella tollerante corte cairota del Saladino). Alarcosaveva preceduto di poco il trionfale ingresso del Saladino a Gerusalemme (1187), per cui in quel periodo sembrò chel'Islam stesse trionfando stringendo in una morsa la cristianità, spingendo papa Innocenzo III a indire una grandenuova crociata (1198), anche se le due vittorie erano episodi completamente indipendenti, costituendo per variaspetti solo una coincidenza.Le crociatePrima crociataGrazie a una serie di condizioni favorevoli (la crescitademografica ed economica, l'ampia disponibilità di nobili armatiesclusi dalla successione ereditaria, la voglia di trovare un modoper riabilitarsi dell'aristocrazia fortemente compromessa contro lariforma gregoriana, la riconquista dello spazio mediterraneo daparte delle città marinare e il successo di alcune spedizioni contro imusulmani in Spagna e Sicilia) e prendendo come pretesto ledifficoltà dei bizantini contro i turchi selgiuchidi ed alcune, isolate,vessazione sui cristiani da parte di alcuni poteri musulmani inTerra Santa, l'Europa iniziò, senza bene sapere a cosa andasseincontro, quella che poi venne chiamata l'avventura della crociata.All'appello di Clermont (1095) di papa Urbano II risposero sia lanobiltà europea, sia un'ampia fetta di gente comune animatadall'entusiasmo inculcato da alcuni predicatori come Pietrol'Eremita.Il Vicino Oriente nel 1135Partiti verso Costantinopoli senza una strategia precisa, in unasorta di originale pellegrinaggio armato, le truppe superstiti(tragicamente annientate erano state quelle della cosiddetta crociata dei poveri) si ritrovarono nella capitale bizantinanel 1096. Avvalendosi di un innegabile effetto sorpresa sul frammentato mondo musulmano, i crociati conquistaronoin poco tempo l'Anatolia e tutta la costa del Mar di Levante compresa la Palestina: nel 1099 conquistaronoGerusalemme, creando un Regno che sarebbe sopravvissuto per quasi due secoli. Il primo sovrano fu Goffredo daBuglione, ma solo suo fratello Baldovino prese il titolo di re. Le conquiste vennero spartite tra i nobili partecipantiall'impresa creando gli Stati crociati e alcuni feudi minori, tutti sottoposti, almeno formalmente, alla corona diGerusalemme.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 21Seconda crociataLa Seconda crociata (1145-1147), fu causata dalla caduta diEdessa nel 1144.Il teologo San Bernardo di Chiaravalle teorizzò, in risposta alladifficoltà per un cristiano di conciliare la guerra non difensiva conla parola di Dio, la teoria del malicidio: chi uccide un uomointrinsecamente cattivo, quale è chi si oppone a Cristo, non uccidein realtà un uomo, ma il male che è in lui; dunque egli non è unomicida bensì un malicida.Questa episodica giustificazione, in risposta a un espresso quesitodei Cavalieri Templari, non assunse tuttavia il carattere digiustificazione generalizzata di quella che fu, in effetti, unacampagna per la ripresa di Antiochia.La seconda crociata venne condotta con un'eccessiva spavalderiadal re di Francia Luigi VII, alleato al solo Corrado III del SacroRomano Impero, ignorando le possibili alleanze con alcunipotentati musulmani che avrebbero permesso di riprendere laBernardo di Chiaravalle predica la seconda crociata contea di Edessa. Egli, ascoltando le perorazioni di alcuni cattiviconsiglieri abbagliati dalle ricchezze di Damasco, cinse di assediola capitale siriana senza nemmeno cercare l'aiuto del re normanno di Sicilia né del basileus bizantino, riportando unadisastrosa sconfitta nel 1148.Terza crociataLa terza crociata (1189-1192), detta anche la "crociata dei Re", fu un tentativo, da parte di vari sovrani europei, distrappare Gerusalemme e quanto perduto della Terrasanta, al Saladino. Vi parteciparono Federico Barbarossa, chemorì in Anatolia pare per un arresto cardiaco, Filippo II Augusto, re di Francia e Riccardo Cuor di Leone, red'Inghilterra.Grazie agli sforzi di Riccardo d'Inghilterra, fu ottenuto almeno un risultato positivo, la riconquista di San Giovannid'Acri, che divenne la nuova capitale del Regno. Dopo la battaglia di Arsuf fu siglata col Saladino la pace di Ramladel 1192.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 22L'impero latino di Costantinopoli (quarta crociata)L'impero bizantino alla fine del XII si era gradualmenteindebolito, perdendo in sequenza la Serbia, la Croazia ela Dalmazia. Le lotte tra Alessio IV Angelo, figlio diIsacco II Angelo, e suo zio Alessio III Angeloinnescarono conseguenze allora imprevedibili. Dopoessere stato imprigionato col padre, Alessio IV riuscì afuggire rivolgendosi a Venezia. In questa città sitrovavano concentrate le forze della quarta crociata inattesa di imbarcarsi per la Terrasanta ma prive dei soldinecessari a pagare le navi veneziane per il trasporto(1202). Il doge Enrico Dandolo ebbe allora unabrillante idea, quella di offrire loro il trasporto incambio della conquista da parte dei crociati della cittàribelle di Zara, che era uno degli scali verso la meta.Essi accettarono, ma il saccheggio e la conquista di unacittà cattolica suscitò in seguito un'ondata di scandalonella Cristianità. Innocenzo III scomunicò i veneziani,ma non arrivò a una paradossale scomunica dei crociati,formalmente suoi inviati. A Zara Dandolo incontròEnrico Dandolo invoca la crociata, illustrazione di Gustave Doré. Alessio IV, figlio del detronizzato Isacco, che gli chieseaiuto per usurpare lo zio usurpatore. La posta era moltoallettante e Alessio IV aggiunse sul piatto una forte ricompensa in denaro e la ricomposizione della Scisma d'Oriente.Fu così che nel 1203 i veneziani e i crociati giunsero a Costantinopoli, la conquistarono, rovesciando Alessio III,restaurando Isacco II e Alessio IV. Ma i bizantini non avevano intenzione di ripagare i crociati, come avevapromesso Alessio IV, infatti i due imperatori furono assassinati da Alessio V Ducas, che si proclamò imperatore, edannullò tutte le promesse ai crociati. I crociati in risposta, assediarono la città e la conquistarono nuovamente nel1204, saccheggiandola barbaricamente, uccidendo uomini e stuprando donne, rovesciando così l'impero bizantino,spartendo poi le sue terre, che furono divise tra Baldovino conte di Fiandra, eletto dai crociati "imperatore latino diCostantinopoli", che prese un terzo; un altro terzo andò ai vari nobili che avevano preso parte all'impresa; l'ultimafetta venne presa dai veneziani, che si appropriarono così delle isole greche e dei principali scali navali,assicurandosi il monopolio dei traffici nel Mediterraneo orientale a discapito dei rivali genovesi.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 23I crociati non erano né interessati né ingrado di metter su una vera e propriacompagine statale, ma neanche uno stato sulmodello feudale. I nobili bizantini si eranorifugiati ai confini dell'ex-impero, dove siorganizzarono in piccoli stati chemeditavano la rivincita (Nicea,Trebisonda...). Innocenzo III fu imbarazzatodal prezzo che era costato la ricomposizionedello scisma e ben presto ci si dovetteaccorgere che in realtà la frattura tra latini eortodossi era invece affossata più che mai.Dopo pochi decenni Giovanni III Vatatze sialleò con i genovesi per fare piazza pulita La frammentazione dell'impero bizantino dopo il 1204: l'impero latino (rosso),dei rivali, arrivando a impadronirsi di tutte l'impero di Nicea (blu), l'impero di Trebisonda (viola) e il despotato d'Epiro (verdescuro); i confini sono molto incerti, in più è anche rappresentata l'impero bulgarole province orientali e poi di Tessalonica(verde chiaro).(1246). Nel 1261 Michele VIII Paleologosconfisse Baldovino II grazie all'appoggio diGenova, che guadagnò una posizione di preminenza nel Levante. La nuova dinastia tentò di ricucire i rapportidiplomatici tra Oriente e Occidente, ma l'impero era ormai duramente provato dalla rapace dominazione latina.Nuovi movimenti religiosiPatariniLa Pataria fu un movimento originatosi a Milano verso il 1045, che si scagliava duramente contro il clero corrotto,dedito alla simonia ed al nicolaismo. Nonostante i disordini che causarono con papa Gregorio VII essi vennero visticome alleati nel periodo della riforma. Nonostante ciò gli obiettivi di fondo di patarini e dei riformatori noncoincidevano: se i primi volevano una Chiesa povera di puri ed uguali, i secondi miravano solo a escludere i poterilaici dalla vita ecclesiastica. Ci fu delusione e disorientamento nel movimento allorché, concluso il processo diriforma, ci si accorse che le tesi del movimento non avrebbero più potuto essere applicate, per questo alcuniiniziarono ad accusare la gerarchia ecclesiastica avvicinandosi ai catari e entrando nell'eresia. Furono perseguitati dapapa Lucio III nel 1185.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 24CatarismoSe la pataria era un movimento religioso, il catarismo era unavera e propria eresia. Avvalendosi di idee dei manichei e deglignostici (giunte in Italia probabilmente attraverso i Balcani oattraverso i pellegrinaggi in terra Santa) essi elaborarono undualismo basato sulle parole di Cristo nei Vangeli dovepredica un Regno Celeste opposto al Regno mondano sullaterra. Essi formularono così delle antitesi tra Bene e Male,Luce e Tenebra, Spirito e Materia che, portate a conseguenzeestreme, giunsero a rifiutare drasticamente tutto quello cherappresentava la vita terrena, compresa la riproduzione, l'attosessuale, l'alimentazione con alimenti derivati da tali attisessuali (carni, uova, latte), ecc. Per il cataro "perfetto"(secondo la distinzione tra simpatizzanti, detti "credenti", epraticanti veri e propri) il fine ultimo era il lasciarsi morire difame (endura) liberando così il suo spirito dalla coercizionedella Materia, voluta da l'anti-Dio, cioè Satana, checorrispondeva anche al Dio-creatore del Vecchio testamento.I Catari espulsi da Carcassonne nel 1209La presa che la dottrina catara fece su ampie fette di popolazione, soprattutto dei ceti più umili, fu preoccupante perla Chiesa cristiana, con zone ad alta densità come la Lombardia, la Toscana e soprattutto la Provenza e Linguadoca.Essi venivano detti anche "albigesi", dalla città di Albi divenuta loro enclave. I catari disprezzavano il clero cristiano,che ritenevano corrotto e compromesso, per questo avevano una propria struttura gerarchica con vescovi itineranti.Contro i catari venne istituito il tribunale dell'Inquisizione e si arrivò ad indire una crociata contro di loro (tra il 1209e il 1229).


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 25Congregazioni benedettineOltre a movimenti "scomodi", fiorirono dalle idee del periododella riforma anche alcuni movimenti monastici in seno allaChiesa, che partendo dalla Regola benedettina la modificarono eaggiornarono secondo nuove esigenze. Fu il caso degli ordinicaratterizzati da una rinnovata carica contemplativa come icertosini e i camaldolesi, che riportarono in Occidente ilmonachesimo di stampo eremitico, all'epoca diffuso solo in ambitoorientale. La "fuga" dal mondo di queste nuove congregazionibenedettine non era però da intendersi come diserzione dallaChiesa, anzi, era un percorso soprattutto interiore contro le spintepersonali verso i beni terreni e i piaceri della vita. Essi vivevano inpovertà in monasteri disadorni di statue, dipinti o vetrate, con unadura attività lavorativa di dissodamento dei terreni, costruzione dimulini ad acqua, ecc. Il più importante promotore dell'ordinecistercense fu Bernardo di Chiaravalle. Una partedell'insegnamento cistercense venne ripreso dal calabreseGioacchino da Fiore, che istituì la comunità detta "florense" sullaSila e scrisse alcune opere di carattere mistico e apocalittico, nellequali metteva in guardia verso l'attesa della terza era, quella delloSpirito Santo, caratterizzata dal perfezionamento della leggedell'amore derivata dal Vangelo.Ricostruzione dell'entrata dell'abbazia di Cluny al suomassimo splendore nel XII secoloUn'altra congregazione nata dai benedettini era anche quella dei cluniacensi, ma questo movimento, nato dalla riccae potente abbazia di Cluny, privilegiava, alla vita spirituale e frugale dei monaci, un apparato liturgico più fastoso,una ricchezza che era sinonimo del prestigio della congregazione.Valdesi e UmiliatiNella Chiesa del <strong>medioevo</strong> erano rare le occasione per la catechesi e la lettura diretta delle Sacre Scritture da partedei fedeli era scoraggiata. Gli ordini monastici non erano a contatto con la gente e mancava la possibilità per un buoncristiano per vivere secondo le norme del Vangelo senza però entrare nel clero. In questo contesto poterono nascere esvilupparsi i movimenti ereticali, con esperienze di vita comuni, secondo i dettami del Vangelo e degli Atti degliapostoli, in assenza di gerarchia e con la comunione dei beni: un esempio fu la comunità dei pauperes Lugdunensen,fondata a Lione nel 1173 da Pietro Valdo e condannata come eretica perché prescindeva dai chierici per lapredicazione. L'esempio di Valdo venne comunque seguito soprattutto in Lombardia e Toscana dove erano ancoravivi i ricordi della pataria. Ne nacquero alcuni sodalizi come i Poveri di Lombardia e gli Umiliati. Quest'ultimi eranocomposti dai lavoratori salariati della lana nelle grandi città, che solo più tardi vennero accettati dalla gerarchiaecclesiastica come vero e proprio ordine monastico.Innocenzo III, seguendo la linea dei suoi predecessori, guardava con molta diffidenza a questi movimenti natispontaneamente, che rivendicavano un'autonomia rispetto all'autorità ecclesiastica che li condannava all'eresia.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 26Gli Ordini mendicantiNel 1210 Innocenzo III cambiò la sua politica didiffidenza approvando l'iniziativa di un cittadinoassisate poco più che trentenne, Francesco di PietroBernardone, che si era dato, con alcuni compagni, aduna vita povera e pura ma votata alla guida della Chiesaverso la quale egli si dirigeva costantemente perricevere direzione e insegnamento. Il futuro sanFrancesco d'Assisi era la personalità ideale perInnocenzo, che poteva finalmente incanalare leinquietudini e il bisogno di partecipazione dei ceti piùumili nel seno della Chiesa, senza porsi comeantagonista ad essa scivolando nell'eresia.Inizialmente Francesco non cercava di fondare un veroe proprio Ordine, né Innocenzo desiderava qualcosa dinuovo: si limitò a dare un assenso verbale alla suacondotta di vita concedendogli la tonsura che segnalavaesteriormente la sua appartenenza al clero. All'esempiodi Francesco si rifece anche Chiara Scifi, che fondò unacomunità analoga ma femminile, il "secondo ordine",mentre i laici poterono entrare in una confraternita cheseguiva i precetti francescani senza però abbandonarele proprie attività e famiglie: il "terzo ordine".Innocenzo III conferma la Regola francescana, Assisi, BasilicaSuperioreGrazie alla notevole popolarità di Francesco e dei suoi seguaci, la fraternitas divenne presto un vero e proprio ordinemonastico, con una regola, redatta nel 1221 e corretta nel 1223 da Francesco stesso, che venne finalmente approvataufficialmente da papa Onorio III. Francesco era forse ammalato e probabilmente amareggiato (la doppia stesura dellaregola a distanza ravvicinata testimonia un ripensamento a fronte di difficoltà nel progetto), si ritirò dunque indisparte deferendo l'Ordine ad alcuni suoi discepoli, e morì nel 1226 venendo canonizzato appena due anni dopo.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 27Parallela all'esperienza di Francesco fu quella del chierico spagnoloDomenico di Guzman, canonico nella cattedrale di Huesca. Egli fondò i fratipredicatori, ispirandosi forse all'efficacia della predicazione dei movimentiereticali, dei quali voleva contrastare la propaganda tramite la parola e lapovertà di vita. Essi erano per questo preparati teologicamente molto bene,essendo votati alla confessione ed alla predicazione. La confraternita diDomenico divenne Ordine nel 1215. Morì nel 1221 quando i domenicanierano ormai già una forza sparsa in tutta Europa.Francescani e domenicani vennero detti ordini mendicanti, in quantoprofessavano la povertà non solo a livello personale, ma anche di tuttol'ordine. Si chiamavano tra di loro "fratelli" (fratres da cui la parola frate) edabitavano nelle città a contatto con le persone nei conventi, più semplici deimonasteri e con un carattere inizialmente di punti d'appoggio temporanei.Essi organizzavano continuamente opere assistenziali e si mostravano viciniai poveri e i diseredati, dimostrando come si potesse vivere in povertàrestando nella perfetta ortodossia della Chiesa. Gli Ordini mendicantidipendevano direttamente dalla Santa Sede ed erano per questo un ottimostrumento di controllo pontificio nelle varie città. Questo inquadramentovenne vissuto con contrasti tra i francescani, che si divisero nelle fazioni dei"conventuali" (più moderati) e degli "spirituali" (più rigorosi circa ilLa più antica immagine di san messaggio del fondatore). Alla fine prevalse la linea morbida rispetto alaDomenico, basilica di San Domenico, papato dei conventuali.Bologna (XIV secolo)Il successo di questi nuovi ordini spinse alla fondazione di numerosi nuoviOrdini, che nel concilio di Lione del 1274 vennero limitati ai carmelitani e gli agostiniani: altri, come l'Ordoapostolorum del parmigiano Gherardo Segalelli vennero perseguitati. Ma ormai i nuovi gruppi avevano comeantagonisti ben preparati ad affrontarli li stessi domenicani e francescani, per cui si può dire che le folle fosseroormai al sicuro sotto l'ala dell'ortodossia romana.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 28La dinastia svevaCon Enrico V si era estinta nel Sacro Romano Impero la dinastia salica. Dopouna serie di lotte tra le fazioni favorevoli ai duchi di Baviera, detta dei guelfi(da un Welf capostipite della dinastia bavarese), e favorevoli ai duchi diSvevia detta "ghibellina" da Weiblingen, si arrivò a un candidato dicompromesso, Federico, duca di Svevia, poi noto in Italia come il"Barbarossa", che era imparentato a entrambe le fazioni.Federico iniziò una politica conciliante, insaldando il poetre in Germania, perpoi scendere in Italia nel 1154 per essere incoronato e poi iniziare a imporrela propria volontà ai comuni italiani. Durante la dieta di Piacenza (1158)emise la constitutio de regalibus, dove stabiliva quali erano i diritti del Red'Italia (titolo che faceva parte della sua corona) che i comuni avevanousurpato, grazie ai fondamenti giuridici offerti dalla recente ma giàimportante scuola giuridica dell'Università di Bologna. Questa politicaprocurò a Federico l'inimicizia dei comuni dell'Italia settentrionale, checapeggiati da Milano. Dopo la distruzione di Milano del 1162, iniziarono leprime ribellioni: la lega veronese del 1163 diventata poi lega lombarda,appoggiata anche da Venezia, nel 1167. Poiché l'equilibrio in Germania sistava incrinando, quando il Barbarossa scese riportò una sonora sconfittanella battaglia di Legnano del 1176. In quel momento l'Imperatore sembravaavere nemici su tutti i fronti (i Comuni, il papa, alcuni principi tedeschi,l'Imperatore bizantino e il normanno re di Sicilia), per questo egli capì di Corrado III da una miniatura del XIIIdoversi dedicare intanto a rompere il fronte troppo compatto degli avversari.secoloSi accordò allora col papa a Venezia (1177), ponendo fine allo scisma. IComuni, privati dell'appoggio pontificio, cercarono una tregua, che poi divenne la pace di Costanza del 1183. Inseguito Federico si accordò col re di Sicilia combinando il matrimonio tra suo figlio Enrico e la figlia di re Ruggero,Costanza d'Altavilla, celebrato nel 1186. Sistemata anche la situazione in Germania, il passo successivo delBarbarossa sarebbe stato a rigor di logica diretto a Bisanzio, ed infatti partì nella terza crociata, ma morì per causepare naturali in Anatolia durante la marcia verso Gerusalemme.Suo figlio Enrico VI aveva ottenuto alla nascita anche la corona di Sicilia. Fu fin da allora chiaro come Enrico stessecercando di trasformare la corona imperiale in un titolo ereditario per la dinastia sveva, sollevando le proteste deinobili tedeschi, dei comuni e del papa. Alla prematura morte di Enrico VI, il figlio Federico, a soli quattro anni, fuproclamato re di Sicilia (1198) sotto la reggenza della madre, Costanza d'Altavilla.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 29Appoggiato dal papa, che per arginare l'eccessiva potenza delregno di Germania si era fatto promettere che egli non avrebbe mairiunito le corone di Germania e di Sicilia, nel 1212 Federico fueletto re di Germania e, nel 1220, fu consacrato imperatore dapapa Onorio III, dopo aver promesso di tenere fede agli impegniassunti con il suo predecessore.Avendo poi disatteso le promesse di partecipazione alle crociate,fu scomunicato dal nuovo papa Gregorio IX, ma nel 1228 guidòuna spedizione in Terrasanta e con un accordo diplomatico ottennela restituzione di Gerusalemme (quinta crociata). Nuovamentescomunicato (1239) e poi deposto (1245) da papa Innocenzo IV, fuduramente sconfitto dai comuni a Parma nel 1248 e a Fossalta nel1249. Morì dopo aver designato come erede il figlio Corrado IV redei Romani.Manfredi (1232-1266), principe di Taranto, figlio naturale diFederico II, alla morte del padre (1250) divenne reggente sul tronodi Sicilia per il fratellastro Corrado IV, che si trovava in Germania.Federico ritratto con un falco (dal De arte venandi cum Nel 1257 sconfisse l'esercito del papa e il 10 agosto 1258, dopoavibus)aver diffuso la falsa notizia che Corradino era morto, fu incoronatoa Palermo re di Sicilia (1258-1266). Dopo essere statoscomunicato da papa Alessandro una seconda volta, si schierò in Toscana con i ghibellini e prese parte alla battagliadi Montaperti (1260) che si concluse con una grave sconfitta per i guelfi. La scomunica gli fu rinnovata dal nuovopapa, Urbano IV, il quale si appellò al conte Carlo d'Angiò, fratello del re di Francia Luigi IX, e forte del suosostegno bandì una crociata contro Manfredi. Il conte scese in Italia e nella battaglia di Benevento (1266) Manfredifu sconfitto e ucciso.L'ultima migrazione: i mongoliFinché le popolazioni dei Mongoli erano incompetizione tra loro la situazione potéessere tenuta sotto controllo sia daglieuropei che dai cinesi, finché, nel XIIIsecoli, esse non trovarono un capo (un khan)in grado di riunificarle: Gengis Khan, unodei più grandi conquistatori di tutti tempi,accostabile forse solo ad Alessandro Magno.Dopo i primi successi contro le tribù vicine,nel 1206 venne proclamato Gran Khan, cioèkhan di tutti i mongoli, che sotto di luiavevano trovato un'unità nazionale. Daallora fu noto come "Genghiz Khan" ovvero"Signore Universale". Egli si diede aconquistare e organizzare i popoli, secondoun 'organizzazione politico-militare basataL'avanzata mongola in Eurasia


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 30sulla mobilità e fortemente gerarchizzata: ogni tribù (ulus, che indicava anche il patrimonio collettivo) eraindipendente, ma tutte erano sottomesse alla famiglia imperiale, il cosiddetto "casato della stirpe aurea", sacro poichémitologicamente derivato dal Dio del cielo, Tengri, divinità suprema dei mongoli. L'aspetto più straordinario dellasua personalità fu il genio in campo militare, dalla formidabile tattica: le armate mongole, forti di arcieri a cavallo,attaccavano nel più completo silenzio, guidate solo da bandiere di diverso colore, compiendo manovre complesse inassoluta simmetria e coordinazione, che incuteva una soprannaturale paura nel nemico. Gengis Khan curò anche lasua fama (l'"immagine") con calcolate azioni di straordinaria ferocia nel punire i nemici o di grande magnanimitàverso gli alleati. La fama di inflessibile e invincibile fu un'ottima propaganda contro i suoi avversari politici, i qualisapevano che non sottomettersi equivaleva allo sterminio.Nel 1211 le genti mongole erano unificate, quindi Gengis Khan guardò alla Cina; più o meno contemporaneamente imongoli prendevano il regno irano-persiano di Kwarezm (Corasmia), con città come Samarcanda e Bukhara,dirigendosi poi a nord dove venne conquistato il regno della Grande Bulgaria, la cui popolazione fu deportata. Nel1227 il grande leader morì lasciando un impero che si estendeva dalla Siberia al Kashmir, al Tibet, al Mar Caspio, alMar del Giappone. Nonostante i genocidi, le deportazioni di massa e le città rase al suolo e ricostruite da zero,l'Impero mongolo era solido, pacifico, con genti diverse per stirpe, lingua e religione che convivevanoarmoniosamente sotto l'equa e inflessibile pax mongolica.Alla morte di Gengis Khan, suo figlio Ogödäi si diede a completare la conquista della Cina settentrionale e dellaPersia, mentre suo cugino Batu, nipote di Gengis Khan, lanciò una spedizione contro l'Europa, arrivando nel 1238sui ducati russi confederati, che già nel 1222 avevano conosciuto la furia delle orde tartare. Quando Kiev cadde nel1240 la Cristianità entrò in un momento di crisi e terrore. Non conoscendo né la lingua né le origini dei mongoli essiapparivano come un'entità sovrannaturale, terribili, dall'aspetto più ferino che umano, come li descrivono gli Annalidi Novgorod. Molti crederono che fosse arrivata la punizione divina ai peccati del mondo, collegandosi al mitocristiano delle popolazioni bibliche infernali di Gog e Magog quali araldi dell'Anticristo.Dalla seconda metà del XIII secolo ormai l'impero mongolo era diviso in quattro stati federati, che formalmentericonoscevano la suprema autorità del Gran Khan, ma di fatto ebbero vita indipendente. Questi quattro imperi erano1. Quello cinese, con capitale a Pechino, che durò fino al 1368 quando salì al potere la dinastia Ming.2. Il Khanato dell'Orda d'Oro, nel sud dell'attuale Russia3. Il Qara-Khitai, tra lago d'Aral, Tibet e Cina4. Il Khanato di Persia, ottenuto dopo la sconfitta dell'ultimo califfo abbaside e la presa di Baghdad nel 1258.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 31TamerlanoNel 1336 nacque in un villaggio vicino a SamarcandaTimur ("Ferro"), più noto come Tamerlano, in una tribùche faceva parte dei disprezzati karaunas (i"mezzosangue"). Tamerlano sfruttò le rivalità tra levicine tribù e le debolezze dei vari khan e grazie adun'accorta politica guerriera egli seppe conquistare tuttala Transoxiana nel 1369. Un anno dopo assunse il titolodi "grande" emiro, a voler sottolineare le pretese disupremazia su tutti gli emiri della regione. Grazie almatrimonio con la principessa Saray Malik Katun,discendente di Genghis Khan, prese il titolo di"kürgen", genero imperiale. Scelse Samarcanda comesua capitale, una città di incontro tra mondo greco eindiano, già abitata da Alessandro Magno, ed emporiotra i più importanti sulla via della Seta. Durante i tredecenni successivi Tamerlano condusse campagnemilitari in tutte le direzioni, con metodi travolgenti espesso spietati. All'inizio del XV secolo possedeva unimpero che andava dal Mar Caspio al Caucaso, al lagod'Aral e tutta l'area tra il Syr-Darja e l'Indo.Monumento di Timur a Shahrisabz, Uzbekistan, sullo sfondo igiganteschi resti del suo palazzo realeSembrava solo che gli ottomani fossero in grado di resistergli, anzi gli occidentali iniziarono a pensare che i lorointeressi potessero coincidere con quelli di Tamerlano, contrapponendosi congiuntamente all'avanzata turca. Glieuropei vedevano in lui molte analogie con i mongoli di un secolo e mezzo prima, anche se egli era ormai islamico,ed una nuova pax mongolica avrebbe aiutato molto le vicende dei mercanti occidentali. Il principe bizantinoGiovanni, si accordò allora col podestà genovese di Galata per inviare ambasciatori al Khan. I bizantini infatti eranogià costretti a pagare un tributo al sultano turco, ed essi proposero a Tamerlano di versarlo a lui in cambio diun'alleanza per sconfiggere i turchi stessi. Un'ambasceria parallela venne condotta anche dal re di Francia tramitealcuni domenicani.Tamerlano, che stava effettivamente preparandosi ad attaccare i turchi, accettò le proposte, sperando anche chetramite Venezia e Genova egli avrebbe potuto ottenere quella flotta che non possedeva, e nel 1402 i mongolibatterono gli ottomani presso Ankara. Tamerlano divenne padrone dell'Anatolia, ma si rivelò presto un'arma adoppio taglio per gli occidentali, in quanto non era disposto ad accettare alcuna sottomissione. Rivendicando ladiscendenza da Gengis Khan e pretendendo la restaurazione dell'Impero mongolo attaccò a Smirne gli Ospitalieri diRodi, cacciandoli e sottomettendo le due città chiamate Focea e Chio. Gli europei erano molto indecisi sul da farsi emolti continuavano a sperare, come Enrico III di Castiglia che spedì più ambascerie a Tamerlano. In definitiva erapiù appetibile per Tamerlano l'Impero cinese, ma le sue aspettative furono interrotte dalla morte nel 1405.L'immenso impero venne frammentato tra più potentati ostili tra loro e l'avanzata ottomana su Bisanzio potériprendere.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 32Il papato dal XIII e XV secoloLe grandi istituzioni sovranazionali, papato e impero, all'inizio del Trecento erano profondamente ridimensionate: ilsecondo era entrato in crisi nel XIII secolo, con la fine delle sue pretese universalistiche in favore di realtà emergenticome le monarchie nazionali e i Comuni; il papato invece era uscito vincitore dallo scontro con Federico II, mapresto avrebbe subito un duro colpo proprio dalle forze che lo avevano aiutato nella vittoria, in particolare il regno diFrancia.La protezione angioina di Carlo I di Napoli si era infatti rivelata un'arma a doppio taglio, per le invadenti pretese delsovrano che in nome della lotta al pericolo "ghibellino" si tramutarono negli anni settanta del Trecento in ricatti perportare avanti i propri disegni politici.Mentre l'impero viveva un lungo interregno, con lotte interne, e quindi nessuna minaccia "ghibellina" incorreva sulpapato, si alternarono dal 1266 al 1294 sul soglio pontificio una serie di papi "filo" o "anti" angioini.Bonifacio VIIIUna svolta si ebbe con l'elezione di Benedetto Caetani, BonifacioVIII, che era stato scelto dopo la dubbia rinuncia di Celestino V,un severo asceta abruzzese che avrebbe dovuto iniziare unrinnovamento morale della Chiesa, tanto avocato dagli spiritualifrancescani e da vari predicatori apocalittici. Celestino V fu unesperimento che si rivelò fallimentare, in quanto la sua leva moralee spirituale non bastò a compensare le lacune nella preparazioneteologica, giuridica e politica, mettendolo in balia dei cardinalifedeli a Carlo II d'Angiò prima e a quelli avversi poi, che locostrinsero ad abbandonare la tiara. Salì allora al soglio BonifacioVIII (dicembre 1294), aristocratico, giurista e canonista di grandecultura, sulla cui figura pesarono fin da allora (fomentati dopotuttodai suoi avversari) dubbi circa il comportamento avuto verso papaCelestino, che venne confinato nel castello di Fumone dove sispense nel 1296.Una delle prime situazioni da risolvere per il nuovo papa eraquella di rinsaldare il suo controllo sulla stessa Roma, dove gli siribellarono i potenti Colonna dichiarandone nulla l'elezione.Contro di essi il papa bandì una vera e propria crociata, facendoStatua di Bonifacio VIII, Arnolfo di Cambio, Museodell'Opera del Duomo (Firenze)espugnare nel 1298 la rocca di Palestrina. Nel frattempo anche i francescani spirituali, troppo estremisti, venneroperseguitati. Nel 1295 cercò di sistemare le lotte tra angioini ed aragonesi in Sicilia, affidandola tramite il trattato diAnagni ai francesi, ma i siciliani si ribellarono nuovamente. Lo smacco rese necessario un riavvicinamento con iregni di Francia e di Napoli, ed un sostegno economico dei banchieri fiorentini. A Firenze però si lottavano le fazionidei guelfi bianchi e neri, i primi più moderati, i secondi più intransigentemente filo-papali, per questo Bonifaciochiamò il fratello del re di Francia, Carlo di Valois, che intervenne sia a Firenze, scacciando i guelfi bianchi, tra iquali lo stesso Dante Alighieri (1301), sia nel regno di Sicilia.La politica papale aveva favorito l'accentramento regale che Filippo IV di Francia aveva messo in atto. Ma Bonifacionon era una pedina in mano al re francese, anzi, nel 1296 egli condannò la penalizzazione del clero che i re diFrancia e Inghilterra, in guerra tra loro, avevano attuato. Filippo IV rispose in maniera drastica, vietando che ledecime uscissero dalla Francia per essere incamerate a Roma. Nel 1298 i due re sospesero gli scontri sulla base di unarbitrato del papa, ma accettarono il suo intervento solo come persona, non come pontefice: quest'ineditarivendicazione era un gravissimo simbolo di come l'autorità universale del pontefice fosse in chiaro pericolo. Nel


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 331301 la situazione si aggravò, quando Filippo amplificò le pretese di accentramento regale a dispetto della Chiesafrancese, che venne per la prima volta tassata, minacciando il principio della libertas Ecclesiae. Il sovrano destituìalcuni vescovi più riluttanti ad accettare le sue imposizioni, come il vescovo di Pamiers Bernardo Saiset. Bonifaciorispose con la bolla Ausculta fili, che ribadiva le prerogative speciali della Chiesa, e con la Unam Sanctam (1302),che rifondava il primato dei pontefici su qualunque potere temporale perseguendo la linea di papi come InnocenzoIII e Gregorio VII. Secondo questo documento il papa era il vicario di Cristo sulla Terra, al quale spettano di dirittole due spade: quella spirituale, usata in maniera diretta, e quella temporale, che lui concederebbe in delega ai varisovrani. La rivendicazione di papa Bonifacio era però alquanto anacronistica e, a differenza dei suoi illustripredecessori del secolo precedente, egli non aveva ormai più una forza politica e contrattuale concreta, essendovenuta a mancare quella rete di alleanze che proprio nella Francia aveva un tradizionale sostegno. Gli mancavainoltre il sostegno di movimenti riformatori, come erano stati i patarini per Innocenzo, anzi egli se li era inimicati inseguito alla sua elezione.Nel giugno del 1303 infatti il re di Francia, per niente intimidito, riunì un'assemblea di nemici del papa e lo dichiaròdestituito, accusandolo di eresia, simonia, scismatismo e sottolineando le circostanze poco chiare della sua elezione.Guglielmo di Nogaret, consigliere del re, fu inviato in Italia per catturare il "falso papa" e grazie all'appoggio deinobili romani avversi a Bonifacio, come Sciarra Colonna, riuscì a catturarle farlo imprigionare ad Anagni,umiliandolo gravemente. Solo il popolo di Anagni riuscì a salvare il papa, insorgendo e facendolo liberare, ma laprova era stata troppo dura per il settantenne pontefice, che, tornato a Roma, morì poco dopo.La cattività avignoneseLa forza della monarchia francese e lo statoconfusionale dei territori della Chiesa fecero sì che,dopo il breve pontificato di papa Benedetto XI, ilnuovo pontefice Clemente V, consacrato a Lione, sifermasse ad Avignone (1305), da dove non avevaalcuna intenzione di tornare a Roma. La cittadina nellaLinguadoca sarebbe diventata la nuova sede deipontefici, in virtù della quale divenne un centroeconomico, finanziario ed artistico di primariaimportanza.L'espressione storiografica tradizionale per indicarequesto periodo è nota come "cattività avignonese", cheFacciata del palazzo dei Papi ad Avignonevenne desunta dalla Bibbia ed è caratterizzata daconnotati negativi. I papi avignonesi furono tuttifrancesi, ma solo nei primi anni essi furono effettivamente soggetti al re di Francia; con l'inizio della Guerra deiCent'Anni la monarchia francese entrò in un periodo di grave crisi, che sollevò il papato dalla sua influenza effettiva.Il prestigio dei papi avignonesi fu anzi molto forte e seppe irradiare in tutta Europa le sue decisioni politiche,teologiche e fiscali. Lo Stato della Chiesa venne curato da energici legati pontifici, come Egidio Albornoz oBertrando del Poggetto, mentre ad Avignone convergevano artisti di fama internazionale (come Simone Martini oFrancesco Petrarca), grazie al cospicuo mecenatismo papale, assieme i maggiori banchieri del tempo. Si andavanorarefacendo invece i contenuti ecumenici del papato, ma ciò seguì una tendenza generale del tempo, riscontrabile intutta la società, a causa della crisi dei poteri un tempo universali (il papato stesso e l'Impero): ormai tra i cittadini equesti grandi poteri generali si erano definitivamente interposte le monarchie nazionali, le quali volevano ormaicontrollare anche gli ecclesiastici. I cardinali iniziavano ad essere espressioni delle esigenze e delle nuove corti,scelti dai rispettivi sovrani piuttosto che dal papa: da un lato c'era il beneficio che essi diventavano i portavoceprivilegiati del monarca presso la Santa Sede e che il collegio cardinalizio divenne una sorta di parlamento


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 34sovranazionale europeo. Dall'altro la Chiesa perdeva indipendenza e perdeva anche rilievo morale, con unadecadenza spirituale che avrebbe portato nei secoli successivi a gravi conseguenze (come lo scisma protestante). Lastessa dipendenza ai vari sovrani avveniva anche nei tribunali inquisitori, dove i monarchi potevano imporre le lorodecisioni (come nel caso di Giovanna d'Arco, che la corona inglese volle condannare mentre gli ecclesiasticiavrebbero voluto salvarla).Il "grande scisma d'Occidente" (1378-1417)Il ritorno a Roma era visto come obiettivo da varipontefici, ed era promosso a gran voce da grandipersonalità mistiche quali Giovanni di Rupescissa,Venturino da Bergamo, Brigida di Svezia e Caterina daSiena. Il ritorno alla naturale sede del pontefice eravista come il primo passo verso una rifondazione dellaChiesa secondo le prerogative delle origini e verso lapacificazione della Cristianità.I cardinali francesi, portatori di notevoli interessi adAvignone, erano contrari al rientro e le notizieprovenienti da Roma non erano confortanti; nonostanteciò la riorganizzazione del cardinale Albornoz o episodicome quello di Cola di Rienzo fecero propendere perun ritorno prossimo. Nel 1367 papa Urbano V rientrò aRoma, ma la situazione instabile della città e lapressione dei francesi fecero tornare il papa adAvignone nel 1370. Gregorio XI riprovò a tornare nel1371, ma morì poco dopo. Il conclave si riunì a Roma,e poteva essere l'occasione di formalizzare unospostamento definitivo ad Avignone, essendo anche icardinali in maggioranza francesi, ma il popolo romanoinsorse perché intendeva tenere il pontefice in città,quale garante dell'ordine e della sicurezza. Intimoritidal tumulto i cardinali scelsero un italiano, Urbano VI(1378). Alcuni però giudicarono l'elezione non validaper via delle pressioni, inoltre le posizioni intransigentidel nuovo pontefice irritarono i cardinali francesi, chesi ritirarono a Fondi, dichiararono l'elezione di Urbanonulla ed elessero un nuovo papa, Clemente VII, che siritirò ad Avignone riaprendo la curia pontificia.Jean Froissart, La Chiesa divisa in due obbedienzeUlrich Richental, Vescovi che discutono al Concilio di Costanza conGiovanni XXIII, stampa colorata (1460-65)Si era arrivati al cosiddetto grande scisma d'Occidente, che durò circa cinquant'anni, fino al 1417. C'erano duepontefici, uno romano ed uno avignonese, ciascuno con il suo collegio cardinalizio, che si lottavano scomunicandosia vicenda e cercando di far valere la propria posizione sulla cristianità. In Europa maturarono presto due fazioni:• Col pontefice di Roma erano alleati i tedeschi, gli inglesi, i fiamminghi e gli italiani del centro e del nord;• Col papa avignonese erano schierati i francesi e i naturali avversari dei precedenti, ovvero Austria, Brabante,regno di Napoli, Aragona e Castiglia.Il disagio in Europa per la situazione non tardò a manifestarsi. Vi furono importanti sostenitori da entrambe le parti,come Caterina da Siena per il papa di Roma e san Vincenzo Ferrer per quello di Avignone. Nel 1409 la situazione


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 35peggiorò quando un grande numero di prelati, intendendo sanare la situazione, si riunì nel concilio di Pisa scegliendoun terzo pontefice, Alessandro V, che avrebbe dovuto regnare a seguito della rinuncia volontaria degli altri due papi,che però non si uniformarono affatto alle decisioni del concilio: si avevano così adesso tre papi.Il papa del concilio di Pisa, in particolare il successore di Alessandro, Giovanni XXIII, riuscì ad avere la fiduciadella maggior parte dei sovrani europei, grazie anche all'appoggio finanziario dei banchieri fiorentini (in particolaredei Medici), promotori dello stesso concilio pisano, svoltosi dopotutto in una città conquistata da Firenze tre anniprima. All'inizio del Quattrocento però il papa romano poteva ancora contare sull'appoggio della Baviera, dellarepubblica di Venezia e del re di Napoli Ladislao d'Angiò-Durazzo, mentre quello avignonese aveva ancora dalla suaparte Francia, Aragona e Castiglia. Ogni papa dispensò grandi favori ai suoi sostenitori, e i monarchi sembravanoavviarsi verso un controllo totale della Chiesa nel proprio territorio.Habemus Papam al Concilio di CostanzaUna soluzione al problema sembrò il ricorso a un nuovostrumento, il conciliarismo, cioè la convocazione di un'assembleadi vescovi frequente, indispensabile per la scelta di questioniteologiche e disciplinari più importanti e addirittura superiore allavolontà del singolo pontefice nei casi più decisi. Rilanciarono letesi conciliaristiche Pierre d'Ailly e Jean Gerson, cancellieridell'Università della Sorbona. Nel 1414 il re di GermaniaSigismondo di Lussemburgo-Boemia ("re dei romani", cioèimperatore non ancora consacrato) convocò un concilio aCostanza, per discutere la ricomposizione dello scisma, la riformadella gerarchia e dei costume della Chiesa e l'organizzazione diuna crociata contro la minaccia turca contro Costantinopoli. Ilconcilio venne appoggiato da un po' tutti i governi europei ed allasua autorità si rimisero tutti e tre i papi in carica. Nel 1417 loscisma venne ricomposto con la deposizione dei tre papi el'elezione di Martino V, un nobile cardinale romano. Con ildocumento dell' Haec Santa si stabilì inoltre che un conciliosarebbe dovuto essere indetto ogni 5 anni e fu stabilita lasuperiorità del concilio sul papa stesso.Il conciliarismo, che toglieva potere al pontefice, non era visto dai prelati più vicini alla curia romana, né dal nuovopapa stesso, anche se il peso del successo di Costanza impediva qualsiasi deroga al nuovo principio, nonostanteanche le difficoltà obiettive che tali grandi riunioni comportavano, considerando anche le vie di comunicazione e lecondizioni di viaggio dell'epoca, sommate alla lunghezza dei lavori conciliari che mancavano della tempestivitànecessaria per certe decisioni.Nel 1423 fu indetto un primo concilio a Pavia, ma i lavori lenti e disordinati fecero propendere per un trasferimento aSiena, dove si concluse nel 1424. Il concilio oggi non è riconosciuto come ecumenico ed alcune sue conclusioni sonostate tacciate di eresia. Dopo sette anni si aprì un nuovo concilio a Basilea, ma papa Eugenio IV tentò prima discioglierlo, poi ne ottenne il trasferimento a Ferrara (1437) e poi a Firenze (1439). Vi venne discusso il pericolosubito dall'Impero bizantino, vicino alla capitolazione, alla presenza dell'imperatore d'Oriente stesso e del patriarca diCostantinopoli: in cambio della ricomposizione dello scisma del 1054 i bizantini chiedevano la convocazione di unacrociata contro gli ottomani. Lì per lì, in vista del pericolo imminente, gli orientali accettarono, sottomettendosianche alla superiorità del papa, ma non mancò un'ondata di indignazione a Costantinopoli e nelle comunità cristianedel Vicino Oriente e della Grecia, che vedevano la scelta obbligata come un ricatto dell'Occidente. A conti fatti lariunificazione si rivelò effimera, poiché nel 1453 Costantinopoli cadeva definitivamente in mano ai turchi, senza chenessuna crociata venisse in aiuto.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 36Il "piccolo scisma" e i concordatiUna parte dei cardinali già riuniti a Basilea si rifiutò di trasferirsi a Ferrara, ed aveva avviato un nuovo scisma, ilpiccolo scisma d'Occidente con l'elezione di Amedeo VIII di Savoia, che fu l'ultimo antipapa della storia. Nonostantenon fosse nemmeno un sacerdote, tenne la tiara fino al 1449, quando la depose spontaneamente deluso dallo scarsoseguito ottenuto.Le tesi conciliari, con il fallimento dell'ultimo concilio, persero di credibilità e venuto a mancare il sostegno deisovrani europei, si iniziò a ricorrere a un nuovo strumento per la negoziazione tra monarchie nazionali e Santa Sede:il concordato. Tramite questo istituto giuridico ciascun sovrano si poteva accordare per ottenere una certa libertànella gestione delle Chiese nazionali, come la proposta di vescovi, la richiesta di un giuramento di fedeltà, o alcunidiritti sul controllo dei beni ecclesiastici nei rispettivi paesi. Nacquero così vere e proprie "sezioni" della Chiesacome quella "gallicana" o quella "anglicana" (non ancora separate, come sarebbe accaduto nel XVI secolo), con unanotevole autonomia in materia gerarchica, finanziaria e giuridica, ma fortemente controllate dai rispettivi sovrani.Nuovi dissensi religiosi: lollardi e hussitiLe richieste di ritorno della gerarchia ecclesiastica alla povertà edall'umiltà delle origini non erano mai tramontate dal periodo dellariforma del XII secolo. Il malcontento generale chiedeva larinuncia del potere temporale della Chiesa, l'avvicinamento ai cetipiù umili, l'adozione dei volgari nella liturgia, l'accesso della sacrescritture da parte di chiunque. Inoltre rinascevano, durante la crisidello scisma, le paure legate alla fine dei tempi, diffuse da moltipredicatori popolari. Tra i movimenti sorti in quel periodo c'eranoquelli che propugnavano una libertà assoluta di ciascun cristiano (iFratelli dello Spirito Santo) e le aggregazioni spontanee dipenitenti, come i flagellanti o i pellegrini della devozione deiBianchi (del 1399).La condotta poco edificante del papato durante il Grande Scismafece sorgere alcuni movimenti di critica, come quello del sacerdoteinglese John Wyclif, professore dell'Università di Oxford, cheJan Huspredicava la libera lettura delle Sacre Scritture da parte ci ciascun fedele, all'epoca vietata espressamente esubordinata all'interposizione del commento dei prelati. Wyclif dichiarava inoltre che il destino di ciascuno era giàstato decisa da Dio, che non esisteva il libero arbitrio e che quindi qualsiasi azione volta a guadagnarsi il regno deiCieli, compresi i sacramenti, era inutile. La Chiesa, secondo la sua dottrina, non aveva quindi nessun ruolo dimediazione tra Dio e i fedeli, e che la divisione della società in laici ed ecclesiastiche era indebita. Egli rispettavasolo il sacramento dell'eucarestia, ma negava la transustanziazione (la trasformazione di pane e vino in corpo esangue di Cristo), riconoscendo una permanenza di vecchie nuove caratteristiche dopo la benedizione(consustanziazione). Ebbe molti seguaci in Inghilterra, chiamati lollardi, che vivevano in gruppi in comunione dibeni.Le idee di Wyclif vennero riprese dal professore dell'Università di Praga Jan Hus, che pure rivendicava la letturadiretta delle Scritture e il rigetto della gerarchia ecclesiastica in favore del ritorno a una Chiesa di pari e umili. Alleidee di Hus si fusero le rivendicazioni nazionali della Boemia contro le ingerenze della Germania. Con la promessadi un salvacondotto, Jan Hus venne attirato al concilio di Costanza per illustrare le sue ragioni, ma qui vennearrestato, processato e condannato al rogo come eretico (1415). Il movimento però sopravvisse e portò ad una guerracivile capeggiata da Jan Ziska, fautore della fazione più intransigente degli hussiti, i taboriti, che chiedevano anche lasecolarizzazione dei beni della Chiesa. L'aristocrazia e l'alto clero tedesco allora decisero di venire a patti con gli


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 37hussiti moderati (gli utraquisti o calixtini, che chiedevano di ricevere la comunione utraque specie, cioè col pane ecol vino - quindi con il "calice" anche - come i sacerdoti), isolando i taboriti. Con l'accordo della Compacta di Praga(1436) gli utraquisti poterono organizzare una Chiesa nazionale boema, con proprie consuetudini ma fedele alpapato.Nel XV secolo, in risposta alla crescente ricchezza, mondanità e fastosità della curia romana, a discapito dello spiritoreligioso (pur con le dovute eccezioni), nacquero altri movimenti di riforma, anche se questi guardavano ormai alproprio interno e non si curavano di influenzare i papi, come la devotio moderna, popolare nei Paesi Bassi e nellaGermania sud-occidentale, o il movimento delle osservanze francescana e domenicana, che chiedevano un ritorno alrigore e si impegnavano alla predicazione in volgare per rievangelizzare città e campagne. A partire da questeistanze, più o meno eterodosse, prese le mosse nel Quattrocento la Riforma luterana.La crisi del TrecentoDopo due secoli di grande sviluppo e prosperità nel continente europeo, il Trecento fu un secolo di rottura, conl'interruzione di fenomeni in crescita come lo sviluppo demografico, l'ampliamento e la creazione di nuove città, lostraordinario aumento dei traffici in quantità e in qualità.Oggi si inizia a considerare che il regresso possa essere stato causato innanzitutto da una variazione del clima, con lafine del cosiddetto periodo caldo medioevale, che aveva permesso lo scioglimento dei ghiacci (si pensi allanavigazione dei vichinghi), la coltivazione della vita fin sopra Londra, abbondanti raccolti facilitati dalla pioggescarse e regolari e le tiepide primavere.Gli aspetti più gravi riguardarono la carestia del 1315-1317, il ristagno economico, la peste nera e le conseguentirivolte popolari.L'avanzata turcaNel XIV secolo si fece strada in Anatolia la potenza ottomana,destinata a diventare protagonista della storia musulmana,prendendo il posto di prima potenza islamica nel Mediterraneo alposto dell'Egitto, che proprio in quel periodo stava affrontando unaprogressiva decadenza economica che avrebbe portato a un verotracollo nella seconda metà del Quattrocento: Alessandria eDamietta persero infatti il ruolo di porti chiave per il commerciodelle spezie quando i portoghesi circumnavigarono l'Africaimportando le preziose merci direttamente, mentre il declino dellemanifatture egiziane e l'eccessivo lusso del ceto dirigentemamelucco con le ingenti spese militari avrebbero condotto a unvero collasso economico.I turchi ottomani erano un tribù turca che si era spostata verso il1230 dall'Asia centrale verso ovest, incalzati dai mongoli. Si eranomessi al servizio del sultano selgiuchide di Konya (Iconio),ottenendo un piccolo territorio non lontano da Costantinopoli, ilSultanato di Osman. Alla fine del Duecento il khan Othman si eraOsman I, sultano ottomano dal 1281 al 1326approfittato della debolezza del sultano di Konya, incalzato daimongoli e dai mamelucchi, per ingrandire il proprio territorio. Maa differenza delle altre tribù turcomanne, essi iniziarono presto una campagna di conquista al di fuori dell'agguerritaconcorrenza turca. Erano infatti riusciti a strappare ai bizantini la Bitinia, Iznik, Nicomedia e la preziosa Gallipoli,dalla quale si poteva controllare il Dardanelli e accedere alla penisola balcanica. Ciò era stato possibile per


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 38l'accondiscendenza di alcuni imperatori che si fecero aiutare dai turchi proprio per risolvere le loro diatribedinastiche, ma presto Giovanni VI Cantacuzeno si rese conto della pericolosità dell'alleato, che stava circondando lacapitale come a strangolarla. Nei Balcani, con la morte di Stefano Dushan (1355), il fondatore dello Stato serboedificato sulle rovine dell'impero, i turchi approfittarono per conquistare Adrianopoli (1361), che divenne la capitaledel sultanato nel 1366, facendo chiaramente intuire le mire di espansione sui Balcani.La corte del sultano ottomano stava diventando un centro di cultura, con l'incoraggiamento di una letteratura epica inturco, che da allora divenne, con l'arabo e il persiano, la terza lingua letteraria dell'Islam. Una delle chiavi delsuccesso ottomano fu l'organizzazione militare, con la formazione di truppe basate non più sui turcomanni (chetendevano spesso a fomentare rivolte), ma su schiavi cristiani rapiti in giovane età, convertiti all'Islam e istruiti allaguerra in monasteri-caserme con ferrea disciplina e frugalità. La "Nuova Milizia" (in turco yeni ceri) venneconosciuta in Europa col nome di giannizzeri, la cui temibile fama di fanteria quasi invincibile, dipendeva in misuranon esigua dall'uso geniale e anticipatore dell'artiglieria.La debole risposta cristianaL'impero bizantino nel frattempo si eraridotto a poco più della sua capitale e l'areacircostante, con i pirati turchi chescorrazzavano per l'Egeo danneggiando itraffici di genovesi e veneziani. Inoltrel'avanzata nei Balcani, con i turchi a pocadistanza ormai dal Danubio, iniziò a farpreoccupare seriamente gli europei, anche senon si riusciva a prendere iniziativeconcrete. Una conferenza indetta adAvignone da Innocenzo IV riuscì solo acreare la solita lega tra chi aveva interessiimminenti nell'area, cioè Venezia, Cipro e iCavalieri di Rodi, che cercarono di attaccareil Dardanelli senza alcun successo (l'unicoAdam Stefanović, La Battaglia del Kosovo del 1389, olio su tela (1870)effetto notevole fu che diede il pretesto di una nuova crociata che fece stipulare la pace di Brétigny tra inglesi efrancesi).Nel 1361 gli Ottomani indisturbati arrivarono alle mura di Costantinopoli, mentre il re di Cipro riteneva ancora che ilnemico da combattere fosse il sultanato del Cairo, sferzando un inutile assalto al porto di Alessandria (1365). AncoraAmedeo VI di Savoia con una modesta flotta conquistò Gallipoli (1366), ma appena se ne andò i turchi la ripresero.Nei Balcani l'avanzata turca sembrava inarrestabile: il sultano Bajazet sconfisse i serbi nella battaglia di Kosovo(1389) ed arrivò a dominare a vario titolo la Valacchia, la Bulgaria, la Macedonia e la Tessaglia.A quel punto il basileus Manuele II era arrivato al punto di essere disposto a viaggiare personalmente in Europa incerca d'aiuto, ma essendo a corto di denaro propose a Venezia la vendita dell'isola di Lemnos. I veneziani però,desiderosi ormai di allearsi con i nuovi padroni risposero all'imperatore di tenere ancora pazienza.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 39La crociataUn altro sovrano preoccupato dell'avanzata turca eraSigismondo d'Ungheria, che faceva pressione sui duepapi in carica (avignonese e romano) per ottenere ilbando di una nuova crociata, alla quale aderìcontrovoglia Venezia, mentre Francia e Inghilterrastipulavano un'apposita tregua per aderire. Piùentusiasta fu il duca di Borgogna Filippo II l'Ardito,che donò una forte somma di denaro ed un esercitocapeggiato dal suo stesso figlio, che partì con cavalieridi molte nazionalità da Digione il 20 aprile 1396. Afine luglio si aggiunse all'esercito le truppe del vojvodadi Valacchia, vassallo del re d'Ungheria, e una flottaveneziana, genovese e dei cavalieri di Rodi, chestazionò alla foce del Danubio. Alcuni storici sonoarrivati a parlare di centomila combattenti, forseJean Froissart, miniatura della battaglia di Nicopoli, Chroniquesbnemmeno senza troppa esagerazione [1] . L'eccessivaFlandre di Bruges, Bibliothèque nationale de France, FR 2646 fol.irruenza dei cavalieri occidentali e la scarsa conoscenza220 (XV secolo)del terreno e delle consuetudini militari turche furonoforse alla base della sanguinosa sconfitta del 26 settembre 1396, durante la battaglia di Nicopoli. Ci fu una vera epropria carneficina, con il massacro a freddo di tutti coloro per i quali non fosse stimato possibile ottenere unsostanzioso riscatto.Dopo la sconfitta di AnkaraNel 1402 i turchi venivano sconfitti a Ankara dai mongoli di Tamerlano. Nel frattempo gli europei non sepperosfruttare la debolezza degli Ottomani che seppero riorganizzarsi dopo un lungo interregno, finito nel 1413 quando altrono salì un sagace sultano, Maometto I, che riunificò i possessi in Anatolia e nei Balcani. A questo punto alcunepotenze europee preferirono accordarsi col sultano, arrivando ad aiutarlo a stabilizzare il suo trono dai rivali.Veneziani, Genovesi e Ospitalieri ottennero così dei favori (i cavalieri ospitalieri per esempio ottennero così Smirnenel 1415). Ancora dopo la morte del sultano, Veneziani e Genovesi si schierarono con i più vari candidati al trono.Murad II, alleato ai Genovesi, con un pretesto cinse d'assedio Costantinopoli nel 1422, tenendo la città in scacco pertre mesi.Il sultano sfruttò al meglio le rivalità tra Veneziani e Genovesi mostrandosi benigno ora con l'una ora con l'altrapotenza. Per esempio riprese Tessalonica ai Veneziani con l'appoggio dei Visconti, ma poco dopo concesse allaSerenissima un vantaggioso contratto commerciale. I Genovesi invece erano incoraggiati a sfruttare le miniere diallume in Anatolia.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 40Il viaggio di Giovanni VIIINel 1437 l'imperatore bizantino Giovanni VIII intraprese unviaggio in Europa per chiedere aiuto. Arrivò al concilio di Basileaoffrendo la ricomposizione dello scisma d'Oriente e lasottomissione al papa, nonostante sapesse che ormai moltiambienti ecclesiali e monastici ortodossi avrebbero preferito latollerante dominazione ottomana piuttosto che la sottomissione ailatini che avrebbe significato la rinuncia alle proprie tradizioniliturgiche, disciplinari e teologiche. Il concilio, spostato a Firenze,proclamò comunque la solenne riunione delle due Chiese (1439).L'avanzata nei BalcaniMedaglia commemorativa di Giovanni VIII di Bisanziodi Pisanello, che ritrasse l'imperatore durante ilConcilio di Ferraraseppero tener testa agli assalti ottomani.Nel 1437, approfittando delle solite difficoltà legate alla mortedell'imperatore germanico ed alla sua successione, i turchiapprofittarono per conquistare la Serbia ed attaccare laTransilvania. La città di Belgrado resistette a un duro assedio edanche i nobili ungheresi, capeggiato dal vojvoda Janos Hunyadi,Una nuova crociata?Nel 1443 Eugenio IV rilanciò con un'enciclica una nuova crociata,invitando tutti i prelati a pagare una decima per armare un esercito.Lo stesso pontefice aveva destinato un quinto delle sue risorse perarmare una flotta. Risposero all'invito del papa la Polonia,l'Ungheria, la Valacchia e la Repubblica di Ragusa, inoltre GiorgioSkander Beg chiamava a raccolta albanesi e montenegrini perunirsi alla lotta. Le premesse sembravano positive, masostanzialmente l'appello del papa cadde nel vuoto in Occidente:Francia e Germania erano occupate dalla guerra dei Cent'Anni, inItalia era appena terminato il conflitto tra angioini ed aragonesi,con Firenze, Venezia e Genova non desiderose di inimicarsi ilsultano col quale avevano già alcuni buoni rapporti; in Germaniapoi Federico III d'Asburgo non voleva imbarcarsi in un'impresache avrebbe rafforzato il suo avversario, il re d'Ungheria.Così nel 1443 si riunì a Buda un esercito di fortuna, che comunqueinizialmente riportò alcune vittorie (battaglia di Nish e presa diSofia), prima che il duro inverno balcanico e la tattica dellaguerriglia turca avessero la meglio. I crociati dovettero ripiegaresu Belgrado e su Buda.Ladislao V, re di Boemia e UngheriaUna nuova spedizione via mare partì nell'aprile successivo con gli sforzi di Ladislao V d'Ungheria e dei veneziani.La congiuntura era particolarmente favorevole per gli europei perché il sultano era dovuto accorrere in Anatolia perarginare una ribellione, mentre ad Adrianopoli si registravano dei disordini per un moto religioso di un gruppo sciitae per una sommossa dei giannizzeri. Il fronte cristiano però già si frammentava, con i Serbi che firmavano unafrettolosa pace separata con i turchi e le navi che, dirette alle foci del Danubio, si arrestarono al Mar di Marmara(mentre il sultano era aiutato proprio da navi genovesi e veneziane a attraversare il Bosforo). Lo scontro avvenne


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 41nella battaglia di Varna, una nuova sconfitta epocale per i cristiani.Nel frattempo le potenze cristiane, tranne gli ungheresi, sembravano rassegnate all'avanzata turca. Nel 1446 ilsultano piegò anche il deposta di Mistra, Giovanni Paleologo, obbligandolo a diventare suo vassallo.Albanesi e ungheresi si scontrarono di nuovo coi turchi nella piana del Kossovo, venendo di nuovo polverizzati(17-19 ottobre 1448). Morto il basileus Giovanni VIII, la corona imperiale passò a Costantino XII, despota di Mistrascelto su indicazione dello stesso sultano, che lo riteneva già ammansito dalle recenti sconfitte, o forse lo preferivanella "gabbia" di Costantinopoli piuttosto che a piede libero in Grecia. Restava sul fronte cristiano solo lo SkanderBeg arroccato nella fortezza di Kruja, che resistette all'assedio di cinque mesi del sultano (1450)La presa di CostantinopoliMaometto II succedette al sultano ottomanoMurad II quando la vittoria eroica diSkanderbeg, la morte del sovrano e la salitaal potere del principe dalla cattiva famaavevano generato nel mondo cristiano unaventata d'euforia. L'imperatore di Bisanziocontinuava a cercare disperatamente aiutodagli Occidentali e ricevette solo qualchepromessa da Alfonso il Magnanimo, re diNapoli, che era interessato al Mediterraneoorientale, ma troppo occupato dallequestioni interne del suo regno e nonpossedeva flotta, nonostante a Napolifossero stati allestiti degli arsenali per crearealcune navi da inviare al basileus (1451).Jean Chartier, L'assedio di Costantinopoli, 1470 circaIl nuovo sultano però si stava rivelandotutt'altro che debole e dopo essersi riappacificato con Hunyadi, iniziò a fortificare gli stretti (1452), a svantaggiodelle navi europee (veneziane e genovesi) che li solcavano. Le potenze marinare italiane non reagirono unitariamenteperché ancora in conflitto tra loro e perché preoccupate di non inimicarsi gli ottomani che era ormai chiaro sarebberostati un'importante controparte nel destino del Mediterraneo orientale. Con gli stretti in mano i Turchi potevanoormai controllare il traffico verso Costantinopoli ed era ormai chiaro come si fosse vicini all'accerchiamento dellacapitale. Alla fine dell'estate del 1452 ripresero le ostilità, per poi ripiegare in un attacco diversivo alla Morea. Nelfrattempo il sultano stava fondendo, aiutato da maestranze cristiane rinnegate, dei grandi cannoni per sferrarel'assalto finale alle mura di Costantinopoli.Tramite i Genovesi risiedenti a Galata (il quartiere est di Costantinopoli) arrivò in Europa una nuova supplica diaiuto, che venne inviata a vari sovrani ed al papa, il quale pretese di nuovo la ricomposizione dello scisma. Sebbenesi trattasse di un ricatto, i Bizantini non avevano ormai più scelta e il 12 dicembre 1452 in Santa Sofia vennecelebrata la riunione delle due Chiese, alla presenza del patriarca latino di Costantinopoli, Isidoro di Kiev,appositamente giunto da Roma. Ciò indusse alla ribellione dei monaci e della popolazione nella capitale, creando undisordine che aggravò ulteriormente la situazione.Quando la città venne assediata dagli ottomani, solo tremila latini (veneziani e genovesi) costituivano il nerbo delladifesa, e non era nemmeno certo se avrebbero combattuto d'accordo; inoltre il sultano disponeva dell'aiuto del partitogreco antiunionista di Giorgio Scholarios, che preferiva il dominio turco piuttosto che romano-latino, con i suoiuomini disposi allo spionaggio, al sabotaggio ed al tradimento. In questo clima alla fine del maggio 1453 il sultanoentrò da conquistatore nella capitale, mentre l'ultimo basileus periva nella difesa. La caduta era stata sicuramente


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 42aiutata dal debolissimo aiuto occidentale e dall'indisposizione dell'opinione pubblica che preferiva "il turbante allatiara".Le ulteriori conquisteSebbene la caduta dell'Impero bizantino fosse stata una "morte annunciata", a giudicare dalle reazione indignate chesi ebbero in Occidente, sembrò che nessuno credesse che Costantinopoli sarebbe potuta cadere sul serio. Si ebbe un"fiume" di appelli e di progetti di crociata, dagli stati balcanici e orientali, i più esposti alla minaccia turca, dal papa,dall'imperatore germanico, da re di Napoli. In particolare sembrò ormai che tutta Europa fosse assediata e l'idea diuna crociata contro gli "infedeli" si collegò strettamente, anche per i secoli a venire, a quella della difesa delcontinente.Nonostante gli appelli e nonostante i grandi personaggi impegnatinella mobilitazione (come Enea Silvio Piccolomini, futuro Pio II,Federico III del Sacro Romano Impero, ecc.), ancora una volta nonsi riuscì a mobilitarsi, perché gli Stati cristiani diffidavano l'unodall'altro e non avevano alcuna intenzione di cimentarsi inun'impresa che avrebbe potuto favorire alcuni di loro a spese deglialtri.Nel 1455 le milizie turche ripresero al conquista dei Balcani,occupando Novo Brdo e dirigendosi su Belgrado, ma fu fermatoda un esercito, nel quale parteciparono i poveri, i contadini e imendicanti raccolti dal predicatore Giovanni da Capestrano. Nel1458 il sultano occupò Atene e sembrava che solo il primogenitodi Hunyadi, Mattia Corvino, fosse ancora disposto a combatterlo.Il concilio di Mantova, voluto dal papa per organizzare un nuovacrociata, venne quasi disertato (1459). Il sultano poté conquistareindisturbato l'impero di Trebisonda, ultima enclave dei Comneni, etutta la fascia meridionale della costa del Mar Nero. Nel 1463veniva completata la conquista della Bosnia. Nel 1464 il ponteficein persona si ripromise di dare l'esempio ai sovrani europei,Papa Pio II ritratto dal Pinturicchioinvitandoli a imbarcarsi in una crociata dove egli stesso, malato edebole, avrebbe personalmente preso parte. Arrivato ad Ancona il 18 giugno 1464, fu fermato da una violentaepidemia che decimò la popolazione e i già pochi volontari. Il doge di Venezia, che aveva promesso la suapartecipazione, salpò e arrivo, lentamente, ad Ancona appena in tempo per rincuorare, con la vista delle navi, gliultimi giorni del papa ormai morente.Paolo II non sembrò interessato a continuare l'opera del suo predecessore. Skanderbeg, venuto appositamente aRoma, fu rimandato indietro con solo un po' di denaro. Nel 1468 morì, seguito nel 1476 da un altro dei protagonistidella resistenza ai turchi, il vojvoda valacco Vlad III Dracul, detto Tepes, l'"Impalatore", colui che avrebbe datoorigine poi alla leggenda del conte Dracula.Nel 1469 i turchi facevano già incursioni fino in Stiria, in Carinzia e in Carniola; nel 1470 occuparono il Negroponte,suscitando una nuova ondata di sgomento in Occidente, parie per certi versi superiore a quella della caduta diCostantinopoli. Sisto IV, con l'aiuto di Venezia e Napoli, mise su una flotta che espugnò la città di Antalya (1472) enel 1474 Venezia prendeva Cipro alla debole dinastia dei Lusignano. Le scorribande turche però non cessarono, anzinel 1472, 1477 e 1479 essi arrivarono in Friuli, mentre nel 1475 presero ai genovesi Caffa. Nel 1479 ci fu una pacetra il sultano e i veneziani, e un anno dopo i turchi attaccavano Rodi e saccheggiavano duramente Otranto, un attoche si sospettò incoraggiato dai veneziani che erano in guerra in quegli anni col re di Napoli.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 43Nel 1481 morì il sultano Maometto II e si aprirono le lotte per la successione tra i suoi eredi: approfittando dellasituazione venne liberata Otranto. Nonostante ciò sul finire del secolo i turchi erano la potenza dominate dei Balcanie di tutto il Mediterraneo orientale e paradossalmente ciò avvenne quando in Spagna i mori venivano definitivamentescacciati dalla penisola iberica (1492).Verso il mondo modernoIl rinnovamento della cultura e l'UmanesimoIl XV secolo è stato scelto come secolo-cerniera tra mondomedievale e mondo moderno, e secondo molti storici, colRinascimento e con l'ampliarsi degli orizzonti per le scopertegeografiche, l'Europa ha cambiato pagina. In quello stesso periodonacque la definizione di "Medioevo", inteso in senso dispregiativocome un periodo di arretratezza e di avvilimento.La cultura "umanistica" fiorì in Italia tra fine del Tre e ilQuattrocento (a seconda del settore) e fu caratterizzata dallavolontà di distacco dalle tradizioni medievali e da un recupero,tramite un collegamento privilegiato, della civiltà classicagreco-romana, che divenne un modello di ispirazione (ma nonpedissequo). Il modello era stilistico per le arti e etico per la vita ditutti i giorni, ispirata alla cultura filosofica e letteraria maturatanella Roma dell'"età aurea", tra I secolo a.C. e I secolo d.C. Sicercò di restaurare una lingua letteraria più bella e corretta e ci siispirò all'ideale di moderazione, serenità e libertà che ben siconfaceva alle élites culturali delle aristocrazie cittadine italianetre-quattrocentesche, le quali erano incerte tra forme di governorepubblicano o signorile proprio come in quell'epoca della storiaromana.L'uomo vitruviano di LeonardoGli umanisti furono i primi a percepire una "rottura" tra mondo antico e mondo moderno: fino ad allora era statonaturale per entità politiche come l'Impero o il papato dichiararsi eredi dell'Impero romano, soprattutto nell'ideale diCostantino I o Teodosio I. Questa sensazione di distacco si fece strada mentre Roma era abbandonata dai papi,l'impero romano-germanico perdeva il suo carattere universale per diventare più propriamente un impero "tedesco" el'impero bizantino era ormai un piccolo regno minacciato dai turchi.Da questa nuova consapevolezza nacque il desiderio di restaurazione degli ideali di bellezza, libertà e razionalitàclassica.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 44Letteratura e filosofiaI primi ad accorgersi dei nuovi tempi e ad iniziare un recupero delretaggio classico furono i letterati, già a partire dal XIV secolo:Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio, Albertino Mussato, Coladi Rienzo furono gli esponenti più importanti, nelle cui operecercarono di far rivivere i modelli antichi filtrati.Nel corso del Trecento anche la letteratura cavalleresca iniziò ainglobare soggetti del mondo antico, quali la guerra di Troia, legesta di Pompeo o di Cicerone.La scrittura si adeguò presto ai nuovi ideali, con la riscoperta dellalittera antiqua (scrittura del IX secolo che allora si pensasse fossedegli antichi), che sostituì gli oscuri caratteri gotici. Le antichebiblioteche venivano spulciate a tappeto nella ricerca di antichicodici, che venivano poi trascritti, tradotti e commentati. Firenzefu protagonista di quest'ondata di riscoperta con personaggi comeLuigi Marsili, Coluccio Salutati, Poggio Bracciolini. Lo Studiofiorentino accolse greci fuggiaschi da Costantinopoli ed istituì unacattedra di lingua greca.Questo movimento viene fatto in genere coincidere conl'Umanesimo "civile", cioè la convinzione che la cultura anticapotesse servire anche a creare uomini consapevoli e cittadini piùresponsabili. Nella scelta di quale peso dare a ciascun autoreFrontespizio del Commento di Servio a Virgilio, 1340,miniatura, Ms. S.P. 10/27, 20x29,5 cm, BibliotecaAmbrosiana, Milanoantico, nacque il metodo critico della filologia. Con questi strumenti l'umanista Lorenzo Valla riuscì a dimostrarecome il documento della Donazione di Costantino fosse un falso risalente almeno all'VIII secolo anziché al IV,dimostrando le sue tesi sulla base dell'osservazione linguistica e lessicale.Accanto all'aristotelismo, tanto caro ai sistemi di pensiero della scolastica, si diffuse il pensiero neoplatonico,secondo il quale l'uomo era al centro del mondo e doveva osare per cogliere i frutti della sua intelligenza. Ilneoplatonismo si basava su quei testi del II-III secolo d.C. elaborati ad Alessandria d'Egitto, giunti a Firenze nellaprima metà del Quattrocento con gli studiosi greci, e che andavano sotto il nome di ermetici, dal nome del loroautore leggendario, Ermete Trismegisto. Tra i traduttori di tali testi vi furono Marsilio Ficino.Secondo i testi ermetici l'universo era un Grande Ordine, che aveva fitte e precise corrispondenze con il PiccoloOrdine, cioè l'essere umano, col suo corpo e la sua psiche. Attraverso il dominio delle forze dell'universo l'uomopoteva dominare il suo destino: per questo nel Quattrocento nessun principe poteva non avere al suo servizio uno opiù astrologi, che lo consigliavano, osservando le stelle, a trovare i momenti propizi per guerre, matrimoni, negoziatipolitici. La più completa esposizione di questa esaltazione dell'uomo che controlla l'universo si trova nel De hominisdignitate di Giovanni Pico della Mirandola, dove l'uomo è chiamato "divino camaleonte", in grado di adattarsi a tuttoe in grado di dominare con l'intelligenza e la volontà.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 45Arte e scienzaCon le speculazioni degli umanisti, si iniziòad avere una nuova sensibilità anche sulpiano filosofico-scientifico, che,sviluppando istanze già in atto dal XIIIsecolo, metteva in discussione le antichecertezze aristotelico-tomistiche basate sull'auctoritas, per iniziare a guardare la naturacon un occhio più spregiudicato. RuggeroBacone e i calculatores di Oxford furono trai primi esempi di questa nuova tendenza.L'indagine artistica era strettamenteconnessa con quella scientifica, comedimostrano gli studi sulla prospettiva e sulStudi di prospettiva di Paolo Uccello nella predella del Corpus Domini (c.1465-1468)calcolo di Paolo Uccello, Leon Battista Alberti e Filippo Brunelleschi. Emblematica è la figura di Leonardo daVinci, teso a porre continue domande alla natura per strapparne i segreti.Spesso la riscoperta della natura da parte dei pittori del Quattrocento non era una pedissequa, per quante perfetta,riproduzione della natura (come nell'arte tardogotica), anzi gli elementi erano continuamente trasfigurati in simbolidi un intenso messaggio filosofico.Grande importanza ebbero anche le disquisizioni sulle città ideali, elaborate secondo i concetti di antropocentrismo ecosmologia, quasi sempre rimaste solo al livello progettuale, ma che alimentarono la grande corrente del pensieroutopistico europeo.SocietàLe premesse razionali dell'umanesimo furono comunquesottomesse a compromessi, innanzitutto con la Chiesa. Gliumanisti stessi furono spesso sacerdoti, i quali mettevano le loroconoscenze al servizio della fede. In nessun caso essi intaccarono,almeno in maniera esplicita, alcun dogma religioso. L'amore perl'antichità non arrivava mai ad essere legato a una restaurazionedel paganesimo (tranne in qualche gruppo eversivo comel'Accademia romana di Pomponio Leto), anzi l'utilizzo diriferimenti alla mitologia antica era sempre veicolato asimboleggiare un messaggio perfettamente compatibile con lareligione cristiana.Non erano assenti voci più rigorose, contrarie a questa ondata dimitologia pagana, ma esse furono tenute in secondo piano almenofino alla Riforma luterana. Gli stessi papi furono spessosimpatizzanti e studiosi della cultura umanistica.Inoltre si deve tener presente come il lavoro degli umanisti nonfosse né gratuito né disinteressato, essendo sempre offerto almecenate sotto il quale questi studiosi trovavano protezione. Ilpensiero umanistico fu pertanto spesso connesso con realizzazionipratiche, "artigianali", piuttosto che essere una speculazione pura da tavolino.Una pagina della prima Bibbia stampata da Gutenbergcon i caratteri mobili


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 46I migliori esempi di come questa cultura umanistica fosse essenzialmente pratica e voltata a compiacere i protettorisono le invenzioni e le scoperte che rivoluzionarono, nel XV secolo, il mondo: la polvere da sparo (usata in Cina perscopi non militari e perfezionata daglio scienziati umanisti), la stampa a caratteri mobili e le scoperte geografiche(possibili grazie al rinnovamento della cosmografia).NavigazioneNel <strong>medioevo</strong> aveva avuto grandissima diffusione nelMediterraneo la navigazione in galea, una navesviluppata da modelli bizantini (la chelandria o ildromone) a loro volta evoluti dalla trireme romana.Nella galea si trovavano numerosi rematori chemuovevano grossi remi (uno o due per remo), che finoal Quattrocento erano marinai liberi (solo in seguito siiniziò a usate schiavi e prigionieri, da cui il terminegaleotto). La galea aveva due ponti ed arrivava amisurare circa 40x4x4 metri, con remi lunghi 7-8 metri.Da Trecento si diffuse la rematura "allo scaloccio", conUna galeazza spagnolatre o anche cinque rematori per remo e da 24 a 29 bachiper fiancata. È chiaro che il difetto di questeimbarcazioni fosse lo spazio ristretto dovuto all'ampio equipaggio, che poteva anche superare i duecento membri (trarematori, balestrieri, còmito e sottocòmito, nocchieri, prodieri, consiglieri, alighieri, spallieri e, dopo la comparsa deicannoni, di bombardieri), rendendole barche più adatte alla guerra che al trasporto.Per aumentare la stiva si dovettero ridurre i rematori e introdurre una velatura più articolata, ottenendo tipologiespurie come le "galee grosse" o "galeazze". Spesso queste navi viaggiavano scortate da galee da guerra oviaggiavano in convogli per evitare i rischi dei corsari.Con il crescere del volume dei commerci, fra Due e Trecento si svilupparono nell'area baltica e fiamminga nuovi tipidi imbarcazioni con grande stiva e ampia velatura (anche se ancora non perfettamente maneggevole), chiamate coccao caracca, che viaggiavano soprattutto nell'Atlantico.Un'altra importante innovazione per la navigazione fu l'entrata in uso della bussola e del sestante, che permettevanodi determinare la posizione in mare, quindi consentendo la navigazione d'alto mare invece che costiera. Anche lacartografia si era sviluppata, con carte nautiche dette "portolani" molto precise, che riportavano anche descrizioni dicoste e fondali.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 47Cartografia e cosmografiaTra i rinnovatori del pensiero geografico ecosmografico medievale vi furono Pierre d'Ailly ePaolo dal Pozzo Toscanelli. La terra si pensava comeun globo nel quale i tre continenti conosciuti (Asia,Africa e Europa) si disponevano attorno alMediterraneo come un disco di terra. Tra i problemiche ci si poneva maggiormente vi era quello se fossepossibile raggiungere l'Asia (in particolare il "GranCane", il sovrano dei mongoli con i quali gli europeierano venuti a contatto nel XIII secolo prima che la finedella pax mongolica e l'avanzata dei turchi rendesseroimpossibili le vie di terra) navigando verso Occidente ese sì in quanto tempo. A lungo era prevalsa l'idea che ilCarta portolanica del Mediterraneo, Atlante de Cresques, 1375limite dell'Oceano fosse invalicabile, almeno finché non erano ricomparse in Occidente le opere di Aristotele tra XIIe XIII secolo. Inoltre la Cosmographia di Tolomeo era stata tradotta nel 1410 in latino da Jacopo d'Angelo daScarperia.Ma il Toscanelli non si era adattato alle tesi tolemaiche, arrivando a elaborare un calcolo secondo il quale la penisolaiberica distava dalla Cina circa un quinto della distanza reale, avvicinandosi ai calcoli di Marino di Tiro. Egli esposele sue elaborazioni in una lettera al canonico di Lisbona Fernan Martins (1474), che lo aveva conosciuto al conciliodi Firenzel La loro corrispondenza fu nota a grandi navigatori, tra i quali certamente Cristoforo Colombo, ed inoltredimostrava come alla fine del Quattrocento fosse notevole l'interesse per raggiungere l'Asia via mare. Ciò avrebbepermesso di importare le preziose spezie senza farle transitare dai paesi musulmani, ed avrebbe consentito di mettersiin contatto con i mongoli di Cina (gli Europei non sapevano che dinastia Yuan non esisteva più da più di un secolo)per coalizzarsi insieme contro la minaccia turca e l'Islam in generale. In un certo senso si fondevano in questapossibilità le ragioni del commercio, della geografia e della crociata.Le esplorazioni geograficheLe prime esplorazioni nell'Atlantico seguirono la costa africana,nel tentativo magari di circumnavigarla. Nel 1291 erano salpati daGenova i fratelli Vivaldi, che dopo aver attraversato le colonned'Ercole non fecero più ritorno. Ai primi del XIV secolo ilgenovese Lanzarotto Malocello giunse alle Canarie, già note ainavigatori antichi ed arabi, avvistate e riperdute a più riprese damarinai genovesi e di Maiorca; nel 1341 vi giungevano Angiolinode' Corbizi e Nicoloso da Recco per conto di Alfonso IV delPortogallo. Tra il 1340 e il 1350 venne scoperta Madera e solomolti anni dopo, tra il 1427 e il 1432 si scoprirono le Azzorre.Le notizie sulla ricchezza in oro di Mali e Sudan (all'epoca perSudan si intendeva tutta la fascia di foreste al di sotto del Sahara)alimentarono le spedizioni che cercavano di arrivare alla foce delNiger. Nel 1346 il navigatore di Maiorca Jayme Ferrer superò ilcapo Bojador (Finis Africae), un traguardo isolato bissato solo nelEnrico il Navigatore


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 481433-34. Nel 1447 venne raggiunta la foce del Senegal, dove arrivavano alcune piste carovaniere con oro, avorio eschiavi e da dove si sarebbe potuta raggiungere la mitica Timbuctù. Tra il 1457 e il 1470 si scoprì Capo Verde e nel1487, finalmente, il portoghese Bartolomeo Diaz varcava il Capo di Buona Speranza aprendo la via delle Indie,raggiunte effettivamente da Vasco da Gama dopo il 1497.Queste conquiste vennero promosse dal re portoghese Enrico il Navigatore, che aveva riunito nel sud del Portogallo,l'Algarve, un vero e proprio centro studi con cartografi, geografi e astronomi. Il re cercava forse il mitico PreteGianni, un monarca cristiano che avrebbe potuto salvare l'Europa dal pericolo turco, che, secondo le ultime notizie,poteva trovarsi in Etiopia (ambasciatori abissini si erano presentati anche al concilio di Firenze del 1439). Il sogno diEnrico era venire in contatto col re Etiope, che possedeva le sorgenti del Nilo, per minacciare l'Egitto e costringerlo arendere Gerusalemme alla cristianità.Cristoforo ColomboL'impresa più importante e rivoluzionaria tuttavia non riguardòl'Africa, ma la scoperta del continente americano. Colomboconosceva sicuramente la corrispondenza tra il Toscanelli e ilMartens [2] . Colombo era figlio di mercanti di origine noncertamente precisata, e fin da giovane navigò molto. Tra il 1478 eil 1479 si stabilì in Portogallo, dove sposò la figlia del governatoredi Porto Santo a Madeira, il piacentino Bartolomeo Perestrello.Colombo mise insieme una serie di notizie eterogenee, da Plinio aigeografi arabi, da Pierre d'Ailly a Enea Silvio Piccolomini,elaborando un sistema cosmografico coerente (sebbene errato)secondo il quale era possibile arrivare in Asia navigando versooccidente, invece che compiere la lunga e difficoltosacircumnavigazione dell'Africa. Egli immaginava che la Terra fossemolto più piccola, con le isole del "Cipango" (il Giappone) distantiappena 5.000 chilometri dalle coste portoghesi (invece dei 20.000reali). Dopo essersi rivolto inutilmente a Giovanni II delSebastiano del Piombo, Ritratto di Cristoforo ColomboPortogallo, che era interessato alla navigazione orientale, Colombosi trasferì in Spagna (1485, dove prese a bussare con insistenzaalla porta dei "re cattolici", all'epoca ancora impegnati nella conquista di Granada. Colombo predicava la necessità diraggiungere l'Asia e il Gran Cane (il Gran Khan mongolo, che effettivamente aveva regnato in Cina due secoliprima, la cui dinastia - ma questo Colombo non poteva saperlo - era stata già rovesciata nell'Impero celeste) perallearsi con lui contro i turchi e riconquistare Costantinopoli e la Terra Santa. Egli sottolineava, suscitando lesimpatie di Isabella di Castiglia, come il suo nome, Cristoforo, fosse un segno del destino, augurandogli una sortesimile a san Cristoforo che, secondo la leggenda, aveva trasportato Gesù da una sponda all'altra di un fiume in piena.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 49Colombo non godeva invece di ammirazione presso il reFerdinando II d'Aragona, che lo vedeva come un arrampicatoresociale senza scrupoli, che chiedeva una quantità eccessiva didenaro e che pretendeva di essere nominato governatore di tutte learee che avesse scoperto, nonché una quota molto alta dellericchezze che vi avrebbe trovato. Una corte di dotti si riunì aSalamanca e bocciò tutte le sue tesi una per una. Nessuno potevasapere però che effettivamente esistesse un continente intermediotra Europa ed Asia e che casualmente si trovasse più o meno alladistanza che Colombo pensava occorresse per trovare le Indie: ciòmantenne a lungo l'equivoco che le terre scoperte fosseroeffettivamente l'Asia e non qualcosa di diverso.Nonostante la bocciatura, Colombo fece leva su tutte le sueconoscenze e infine riuscì a convincere i re che il il 17 aprile 1492firmarono la convenzione di Santa Fé, dove gli venivano concessi ititoli di ammiraglio, di viceré e di governatore delle terre cheavesse scoperto. Il 3 agosto le tre famose caravelle (in realtà unaera una cocca leggermente più grande) salparono dal porto diPalos grazie ai capitali spagnoli e fiorentini. Il 12 ottobre Colomboavvistò un'isola che lui credeva del Cipango, chiamata dagliindigeni Guanahani, che lui ribattezzò San Salvador (forse eral'isola di Watling nelle Bahamas).Isabella di Castiglia, dettaglio della Vergine dellamosca, attribuito ad un anonimo fiammingo dellascuola di Jan GossaertIn altre spedizioni successive Colombo arrivò a Cuba e su Hispaniola (Haiti), anche egli pensava fosse il Catai, laCina descritta da Marco Polo.Tra il 1492 e il 1504 Colombo compì quattro viaggi verso il "Nuovo Mondo". La sua attività come viceré non fufortunata, perché non seppe mantenere l'ordine tra i coloni spagnoli e venne accusato anche di ruberia. Tornato inSpagna e allontanato dalla corte dopo la morte della regina, morì a Valladolid nel 1506.L'AmericaSembrava che tutti meno che lui avesserocapito che le nuove terre non erano l'Asia esi scatenò presto una gara tra le potenzeeuropee ad accaparrarsi le nuove terre. PapaAlessandro VI stabilì con la bolla Intercaetera (ritoccata poi dal trattato diTordesillas del 1494) che la demarcazionedel Nuovo Mondo tra Spagna e Portogallo,le due potenze maggiormente in corsa, fossela linea verticale posta circa 370 miglia adovest delle Isole Azzorre, con la parteLa circumnavigazione di Magellanoorientale, che inaspettatamente comprese tutto il futuro Brasile, ai portoghesi, e la parte occidentale agli spagnoli.Iniziava così la colonizzazione dell'America Latina.L'America del Nord venne invece toccata nel 1497 dal veneziano Giovanni Caboto, al servizio dell'Inghilterra, cheavvistò per primo l'isola di Terranova.


<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> 50Il nome "America" venne trascritto per la prima volta dal cartografo tedesco Martin Waldseemüller nel 1507, cheintitolò così un trattato in onore del navigatore fiorentino Amerigo Vespucci, che esplorò le coste sudamericane perconto del re del Portogallo rafforzando la certezza che non si trattasse dell'Asia. La prova che tra America e Asia vifosse un nuovo oceano fu data solo nel 1513 quando Vasco Nuñez de Balboa attraversò l'Istmo di Panama e vide ilPacifico, mentre nel 1519 Ferdinando Magellano attraversò lo stretto che da lui prende il nome.Con questo straordinario allargamento di orizzonti si è soliti collocare (anche se non univocamente) l'inizio dell'evomoderno per l'Europa.Bibliografia• Franco Cardini e Marina Montesano, Storia medievale, Firenze, Le Monnier Università, 2006. ISBN 8800204740Voci correlate• Alto <strong>medioevo</strong>• Cronologia del Medioevo• Comune (storia)• Movimenti ereticali• Italia medievale• Sacro Romano Impero• Signoria cittadina• Scisma d'Occidente• Medioevo extraeuropeoNote[1] Cardini-Montesano, cit., pag. 414.[2] Una copia della lettere inviata da Paolo Toscanelli era copiata sul retro di un esemplare dell' Historia rerum ubique gestarum di Enea SilvioPiccolomini appartenuta a Colombo.


Fonti e autori delle voci 51Fonti e autori delle voci<strong>Basso</strong> <strong>medioevo</strong> Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=27739042 Autori:: %Pier%, Actarux, Alexander VIII, AltraStoria, Aracuano, Ary29, AttoRenato, Belisarius, Cesalpino, Civvì,Cloj, Ernesttico, Eva4, Fefemak, Francesco da Firenze, Franco aq, Freepenguin, G.dallorto, Gerhardus, Gierre, Giuse93, Gregorovius, Guidomac, Helios, Jose Antonio, Justinianus da Perugia,Kaspo, Latebird, Luisa, Marcok, Medan, Moloch981, Orion21, Panairjdde, Pequod76, Phantomas, Pracchia-78, Retaggio, Sailko, Sbazzone, Sesquipedale, SolePensoso, Vermondo, 30 ModificheanonimeFonti, licenze e autori delle immaginiImmagine:Krak des chevaliers15(js).jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Krak_des_chevaliers15(js).jpg Licenza: sconosciuto Autori:: Jerzy StrzeleckiImmagine:Castel del Monte giu06 012.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Castel_del_Monte_giu06_012.jpg Licenza: sconosciuto Autori:: User:MarcokImmagine:Chora Church Constantinople 2007 panorama 002.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Chora_Church_Constantinople_2007_panorama_002.jpg Licenza:Public Domain Autori:: User:GryffindorImmagine:Canterbury Cathedral - Portal Nave Cross-spire.jpeg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Canterbury_Cathedral_-_Portal_Nave_Cross-spire.jpeg Licenza:sconosciuto Autori:: Hans MusilImmagine:Samarkand - Sherdor madrassa.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Samarkand_-_Sherdor_madrassa.jpg Licenza: sconosciuto Autori:: AtilinImmagine:ApocalypseStSeverFol148vHorsesWithHeadsOfLions2.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:ApocalypseStSeverFol148vHorsesWithHeadsOfLions2.jpgLicenza: sconosciuto Autori:: PD-ArtImmagine:Cleric-Knight-Workman.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Cleric-Knight-Workman.jpg Licenza: sconosciuto Autori:: Alexandrin, Bestiasonica, BibiSaint-Pol, Dsmdgold, G.dallorto, Leinad-Z, Shakko, Warburg, Wolfmann, Wst, 2 Modifiche anonimeImmagine:Templarsign.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Templarsign.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Ash Crow, Breeze, CristianChirita, J.delanoy, Karrackoo,Mattes, Mr. Gustafson, Twthmoses, Xenophon, 1 Modifiche anonimeImmagine:Calendario (l'aratura), 1000 circa, miniatura, cotton ms. Tiberius B. V., f. 3r., Londra, British Library.jpg Fonte:http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Calendario_(l'aratura),_1000_circa,_miniatura,_cotton_ms._Tiberius_B._V.,_f._3r.,_Londra,_British_Library.jpg Licenza: sconosciuto Autori::unknown, but died for sureImmagine:SylvestreII aurilac.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:SylvestreII_aurilac.jpg Licenza: Public Domain Autori:: User:NolegeImmagine:Otto I Manuscriptum Mediolanense c 1200.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Otto_I_Manuscriptum_Mediolanense_c_1200.jpg Licenza: sconosciutoAutori:: Acoma, AndreasPraefcke, Gryffindor, SkipjackImmagine:Michele Cerulario (Michael I Cerularius).jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Michele_Cerulario_(Michael_I_Cerularius).jpg Licenza: sconosciuto Autori::Original uploader was Ωριγένης at el.wikipediaImmagine:Leo IX.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Leo_IX.jpg Licenza: Public Domain Autori:: SailkoImmagine:Canossa-three.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Canossa-three.jpg Licenza: Public Domain Autori:: G.dallorto, Kilom691, UrdangarayImmagine:Hugo-v-cluny heinrich-iv mathilde-v-tuszien cod-vat-lat-4922 1115ad.jpg Fonte:http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Hugo-v-cluny_heinrich-iv_mathilde-v-tuszien_cod-vat-lat-4922_1115ad.jpg Licenza: sconosciuto Autori:: Dsmdgold, EugeneZelenko, G.dallorto,GDK, Gryffindor, Michail, 5 Modifiche anonimeImmagine:Kaiserdom Worms IMG4594b.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Kaiserdom_Worms_IMG4594b.jpg Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 2.0Autori:: FlickreviewR, Robert Scarth, 1 Modifiche anonimeImmagine:Byzantium1081AD.PNG Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Byzantium1081AD.PNG Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: Electionworld,Justinian43, TimeshifterImmagine:Manuel'sEmpire.png Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Manuel'sEmpire.png Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: ARTE, Bigdaddy1204, 2Modifiche anonimeImmagine:Manuelcomnenus.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Manuelcomnenus.jpg Licenza: sconosciuto Autori:: Flamarande, G.dallorto, Saperaud, 竹 麦 魚 (Searobin)Immagine:San gimignano torri 10.JPG Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:San_gimignano_torri_10.JPG Licenza: sconosciuto Autori:: user:sailkoImmagine:Castell'Arquato3.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Castell'Arquato3.jpg Licenza: Public Domain Autori:: GiorcesImmagine:Brogi, Giacomo (1822 - 1881) - Firenze Bargello ca 1870.jpg Fonte:http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Brogi,_Giacomo_(1822_-_1881)_-_Firenze_Bargello_ca_1870.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Giacomo Brogi (1822-1881).Immagine:Brugge-CanalRozenhoedkaai.JPG Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Brugge-CanalRozenhoedkaai.JPG Licenza: sconosciuto Autori:: Jean-ChristopheBENOISTImmagine:Rilievo sulla torre di pisa che mostra l'antico porto pisano.JPG Fonte:http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Rilievo_sulla_torre_di_pisa_che_mostra_l'antico_porto_pisano.JPG Licenza: sconosciuto Autori:: SailkoImmagine:View of the entrance to the Arsenal by Canaletto, 1732.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:View_of_the_entrance_to_the_Arsenal_by_Canaletto,_1732.jpgLicenza: sconosciuto Autori:: User:DacxjoImmagine:GalataTower-İstanbul.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:GalataTower-İstanbul.jpg Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: G.dallorto, HasanSami Bolak, Ronaldino, Rüdiger Wölk, 2 Modifiche anonimeImmagine:Image-Al-Kitāb al-muḫtaṣar fī ḥisāb al-ğabr wa-l-muqābala.jpg Fonte:http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Image-Al-Kitāb_al-muḫtaṣar_fī_ḥisāb_al-ğabr_wa-l-muqābala.jpg Licenza: sconosciuto Autori:: al-KhwarizmiImmagine:131 Bataille de Malazgirt.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:131_Bataille_de_Malazgirt.jpg Licenza: sconosciuto Autori:: Denniss, Flamarande, Man vyi,Neuceu, Shakko, Wolfmann, Wst, YannImmagine:Almoravid-empire-en.svg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Almoravid-empire-en.svg Licenza: GNU Free Documentation License Autori:: User:BamseImmagine:Detalle de la estatua el Cid (Parque de Balboa).jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Detalle_de_la_estatua_el_Cid_(Parque_de_Balboa).jpg Licenza:sconosciuto Autori:: User:Stan ShebsImmagine:Levante 1135.png Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Levante_1135.png Licenza: sconosciuto Autori:: User:Franco aq, User:MapMasterImmagine:Saint-Bernard prêchant la 2e croisade, à Vézelay, en 1146.jpg Fonte:http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Saint-Bernard_prêchant_la_2e_croisade,_à_Vézelay,_en_1146.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Painter : Émile Signol; 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