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numero 2/2010 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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Primo pianoD.U.C.K.dedicated to Uncle CarlA dieci anni dalla scomparsa di Carl Barks, l’uomo che ha resoPaperopoli la capitale del fumetto.di Carmelo Di Natale e Selene FavuzziDieci anni fa, alle luci del nuovo millennio,si spegneva l’astro forse più luminoso dellastoria dei fumetti: Carl Barks. Mancavasolo qualche mese al suo centesimo compleanno,tanto che il Novecento si potrebbescherzosamente definire “il secolo deipaperi”. Se siano state la libertà e la solitudinedell’infanzia negli sterminati campidell’Oregon, o le difficoltà uditive iniziatesin da piccolo a suscitare tanta esuberanzacreativa, non ci è dato conoscere; sappiamoperò che, circondato da un mondo di cuipercepiva i suoni ovattati e spesso lontani,il bambino e poi ragazzo mise l’anima neidisegni tracciati su qualsiasi cosa gli capitassea tiro, coltivando la fantasia più deifrutti che crescevano dalla terra dei suoi genitori.Nel 1916, quando aveva solo 15 anni,la morte della madre e i problemi all’uditoche peggioravano di giorno in giorno gliimpedirono di continuare gli studi, cosa dicui si rattristò sempre… Iniziò forse allorail desiderio d’un nuovo mondo, un mondodiverso; fatto della stessa materia di quelloreale: con le stesse difficoltà e sconfitte,con la stessa aspra durezza, ma sostenutoda un’incredibile voglia di tentare ancora,d’andare avanti e contrastare ogni cadutacon la leggerezza che solo un sorriso puòsuscitare. Mirabolanti avventure di paperidalle emozioni più umane che mai conduconoil lettore alle vette più alte, per poiprecipitarlo bruscamente giù, da dove s’erapartiti. Tutto finisce com’era iniziato… Edopo innumerevoli guai e tante onomatopeichequanto dolorose cadute, solo duecose son cambiate: una risata e la voglia discalare ancora quella montagna, fosse anchesolo per l’attimo in cui la brezza dellaconquista aveva sfiorato le piume al vento.Il mondo tutt’altro che puramente idealenato dalla tavolozza di Barks, in cui peròriesce facile e meravigliosamente divertenteevadere, rispecchia la vita, quella veraquanto la proverbiale sfortuna e l’eternaricerca di lavoro che assillano Paperino-Donald Duck, il più malleabile dei paperi,rispecchiano le vicende personali dellostesso artista (e hanno affascinato generazioniintere e scavato un solco profondonel nostro immaginario collettivo, sinoFoto: Guido FrazziniA destra: Carl Barks. Il titolo di questoarticolo (D.U.C.K.) fa riferimento alladedica affettuosa con cui il cartoonist Don“Keno” Rosa, erede spirituale di Barks,chiude solitamente le sue tavole (è infattil’acronimo di Dedicated to Uncle Carl byKeno).panorama per i giovani • 43

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