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numero 2/2010 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani numero 2/2010 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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Per La salute vivere nel la terza mondo etàFoto: Warner Bros.Se De Sica, però, si muove nell’ambitodel clima neorealista, Eastwood, dirigendoun film decisamente classico in un climaben diverso, si trova a fare i conti, comemolti altri registi, con una questione benpiù importante: la morte del cinema stesso.Come ha sentenziato più volte il cineastainglese Peter Greenaway, “il cinema è morto”:esso, che è da considerarsi il più giovaneerede di duemila anni di pittura europea,è andato avanti per un secolo attraverso laSecondo Peter Greenaway “nonabbiamo mai visto cinema:abbiamo visto solo cento anni ditesti illustrati”.mimesi di diverse forme d’arte, in particolareil romanzo del XIX secolo, nel quale siannoverano anche le tendenze naturaliste everiste, nel desiderio di attrarre, come dice ilregista, “il minimo comune denominatore”.Così, continua Greenaway, “non abbiamomai visto cinema: abbiamo visto solo centoanni di testi illustrati”. Il cinema, insomma,si mostra come una personalità vecchia inun corpo nuovo e se vuole rinnovarsi devepassare dall’esaminare quella personalitàall’indagare le potenzialità di questo corpo,che è fatto di tecnologie vecchie e nuove edi un’infinità di possibilità creative. Se nellasua breve storia il cinema è stato capacedi acquisire la dignità di “settima arte”,Greenaway, per riportarlo alle brillantipromesse con cuiesso si presentavaai primi spettatoridell’iniziodel secolo scorso,riparte da un’ipotesiminimalistastrutturalista:cioè dall’analisi del “corpo”.È, come ha osservato Domenico De Gaetano,un procedimento che, nella sua essenzanon-narrativa e antifunzionale, demistificail processo filmico stesso perché rompel’illusione cinematografica. Al contrario,vengono portate in luce le scelte tecnicostrutturalie la consapevolezza di quellestesse scelte: al fondo c’è un pensiero, unariflessione artistica, in perenne dialogocon la tradizione della pittura occidentale,ma anche dell’arte orientale, della musica,dell’architettura e della danza.Il cinema, in sostanza viene depurato daciò che non è cinema e, presa coscienza dellasua dignità di arte, può confrontarsi conle altre arti della tradizione. Il vecchio potenziail nuovo, così come Antonio Canovaaveva magistralmente tradotto in immagininella sua scultura Dedalo e Icaro: il corpogiovane del figlio esprime la raffinatezzaneoclassica dell’autore; le membra cadentidel padre si offrono, invece, a un trattamentopiù mosso e dinamico; la bellezzaformale della scultura si realizza, però, nelrapporto, anche contrastante, delle due figure,impostate come due archi di paraboladivergenti che si incontrano sulla verticale,come due volumi contrapposti, l’uno fattodi luce, l’altro di ombre vibranti.34 • n. 2, maggio-agosto 2010

Per vivere la terza etàL’amore dopo gli antaNon più solo nonni, senza per questo inseguire le emozioni e gliatteggiamenti di chi ha vent’anni. Una riscoperta della corporeità edei legami che possono anche aiutare a creare un nuovo rapporto tragenerazioni.di Claudia MacalusoSe c’è qualcosa di contraddittorio in questinostri frenetici anni 2000 riguarda l’invecchiaree, in particolare, l’invecchiarefisicamente. Da una parte un diffuso terroredella maturità e delle sue manifestazioni,dall’altra l’imporsi della vecchiaiacome tema sociale: non c’è nulla da fare,invecchiamo sempre di più. Badanti, casedi cura, protesi – la questione diventa spinosa.Diventa economica, culturale, politica.Intanto nasce una nuova classe sociale,con un’identità sua propria: gli over60, che rivendicano il loro diritto a essereuomini e donne, nonostante le rughe egli acciacchi. Si scatenano gli esperti dimarketing e i sociologi, nascono rivistededicate, partiti politici e persino villaggivacanze e elder-friendly tour operator.Perché gli anziani del 2000 sono diversidai loro genitori e dai loro nonni: viaggiano,leggono, si informano, comprano,votano, partecipano e... amano.Ebbene sì, l’ultimo tabù è stato infranto.L’amore oltre gli anta non è più chissàche scandalo: dalla pillola blu al fenomenodelle coguare (ovvero signore agées conspiccata propensione al divertimento – iltermine è stato coniato da un romanzo disuccesso, La coguara urbana, che raccontacome alle cinquanta-sessantenni del2000 il ruolo di nonna proprio non vadagiù), l’amore maturo è stato raccontato conestrema delicatezza persino da un cartoneanimato, Up!, il cui protagonista è un settantennevivace e innamoratissimo dellamoglie. L’amore tra uomini e donne maturiperò non è solo una trovata pubblicitariao uno sbandierare il sogno di un’eternagioventù gaudente. Gli uomini e le donneraccontate dai romanzi di Amos Oz, coniugisposati da anni, coppie mature alleprese con i figli, o con un divorzio e nuoviincontri, non amano “come se avesserovent’anni”, ma con uno stile tutto loro, dipersone che “ne hanno viste tante”, con dolorie cicatrici che non andranno via e conun po’ di stanchezza. La sfida non è sentirsigiovani ma imparare ad essere vecchi. Ed èuna sfida di tutti, dell’Occidente intero.In un mondo dove essere giovani escattanti significa essere vivi e dove vecchioè sinonimo di inutile, romanzi comeNon dire notte, Conoscere una donna, Lascatola nera, Una pace perfetta regalanonon poche sorprese. Uomini e donne alleprese con bilanci di una vita e con amo-Foto: Warner Bros.panorama per i giovani • 35

Per vivere la terza etàL’amore dopo gli antaNon più solo nonni, senza per questo inseguire le emozioni e gliatteggiamenti di chi ha vent’anni. Una riscoperta della corporeità edei legami che possono anche aiutare a creare un nuovo rapporto tragenerazioni.di Claudia MacalusoSe c’è qualcosa di contraddittorio in questinostri frenetici anni 2000 riguarda l’invecchiaree, in particolare, l’invecchiarefisicamente. Da una parte un diffuso terroredella maturità e delle sue manifestazioni,dall’altra l’imporsi della vecchiaiacome tema sociale: non c’è nulla da fare,invecchiamo sempre di più. Badanti, casedi cura, protesi – la questione diventa spinosa.Diventa economica, culturale, politica.Intanto nasce una nuova classe sociale,con un’identità sua propria: gli over60, che rivendicano il loro diritto a essereuomini e donne, nonostante le rughe egli acciacchi. Si scatenano gli esperti dimarketing e i sociologi, nascono rivistededicate, partiti politici e persino villaggivacanze e elder-friendly tour operator.Perché gli anziani del 2000 sono diversidai loro genitori e dai loro nonni: viaggiano,leggono, si informano, comprano,votano, partecipano e... amano.Ebbene sì, l’ultimo tabù è stato infranto.L’amore oltre gli anta non è più chissàche scandalo: dalla pillola blu al fenomenodelle coguare (ovvero signore agées conspiccata propensione al divertimento – iltermine è stato coniato da un romanzo disuccesso, La coguara urbana, che raccontacome alle cinquanta-sessantenni del2000 il ruolo di nonna proprio non vadagiù), l’amore maturo è stato raccontato conestrema delicatezza persino da un cartoneanimato, Up!, il cui protagonista è un settantennevivace e innamoratissimo dellamoglie. L’amore tra uomini e donne maturiperò non è solo una trovata pubblicitariao uno sbandierare il sogno di un’eternagioventù gaudente. Gli uomini e le donneraccontate dai romanzi di Amos Oz, coniugisposati da anni, coppie mature alleprese con i figli, o con un divorzio e nuoviincontri, non amano “come se avesserovent’anni”, ma con uno stile tutto loro, dipersone che “ne hanno viste tante”, con dolorie cicatrici che non andranno via e conun po’ di stanchezza. La sfida non è sentirsigiovani ma imparare ad essere vecchi. Ed èuna sfida di tutti, dell’Occidente intero.In un mondo dove essere giovani escattanti significa essere vivi e dove vecchioè sinonimo di inutile, romanzi comeNon dire notte, Conoscere una donna, Lascatola nera, Una pace perfetta regalanonon poche sorprese. Uomini e donne alleprese con bilanci di una vita e con amo-Foto: Warner Bros.panorama per i giovani • 35

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