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numero 2/2010 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani numero 2/2010 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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Per La salute vivere nel la terza mondo etàFoto: iStockphoto.com (monkeybusinessimages; tomazl)Le università della terza etàCorsi di yoga e pittura, ma anche di lingue straniere, diritto e filosofia.Per concretizzare il progetto della “formazione permanente”.di Maria Teresa RachettaIn una società in veloce e continuo cambiamentocome la nostra la formazione destinataagli anziani non è solo un modo perrendere intellettualmente e spiritualmenteproduttivo il tempo libero, coltivando interessivecchi o nuovi, e migliorare e ampliarele relazioni tra persone spesso sole. È aqueste finalità che solitamente si riferiscela comunicazione relativa alle cosiddette“università della terza età”; oggi, però,una persona anziana ma in grado di seguirelo sviluppo delle tecnologie, oltre a scoprirenuovi interessi, può ottenere un miglioramentonotevole del suo stile di vita,usufruendo delle facilitazioni nel campodell’informazione e della burocrazia dicui tutti godiamo, ma anche, per esempio,avendo accesso a sistemi di comunicazionealternativi al classico telefono. Essi lepermettono di alleggerire una voce non secondariadel suo bilancio (spesso di quellofamiliare, nonostante l’età matura dei figli)o, più in generale, di riuscire a mantenersiintegrata nella società, sfruttando, almenoin parte, le potenzialità del cambiamento edel progresso.Ecco dunque che istituzioni come le“università della terza età” abbandonano illoro carattere inerente al “tempo libero” ediventano risorse che in futuro potrebberoconfigurarsi come indispensabili, oltre cheindubbiamente utili come sono già. Talevalenza strategica della formazione rivoltaagli anziani non èsfuggita all’UnioneEuropea: nelcontesto della strategiadi Lisbona,volta a perseguireobiettivi di crescitaeconomica, competitività e inclusionesociale, si è imposta una nuova attenzionenei confronti della formazione permanente.In particolare, una notevole attenzione aglianziani trova un posto di rilievo nella lottacontro la povertà e l’esclusione, con unimpegno su due fronti. Il primo riguarda ilavoratori anziani, che devono allungare laloro vita professionale con un invecchiamentoattivo; il secondo riguarda i pensionati,che possono rendere l’apprendimentoun momento fondamentale della loro vita ediventare a loro volta educatori. Soprattuttoverso questo secondo fronte si sviluppal’azione delle “università della terza età”,che non si limitano alla sola attività didattica,ma si muovono anche nella direzionedella ricerca nel campo della pedagogia peradulti e anziani, un campo poco studiatoprima che si destasse l’attenzione dell’Europaper la formazione permanente.Le “università della terza età” sono istitutigestiti da associazioni e fondazioni. SiLe università della terza etànon riguardano più solo il tempolibero, ma offrono risorse econoscenze sempre più utili.tratta di un particolare tipo di “universitàpopolare”, sul modello delle associazionisorte in Italia tra la fine dell’Ottocento ei primi del Novecento all’interno delle30 • n. 2, maggio-agosto 2010

Per La salute vivere nel la terza mondo etàNelle università della terza età si possonoseguire corsi di yoga, di pittura, diinformatica, ma anche corsi di diritto o dieconomia, come quelli che si frequentanonelle altre università.INDIRIZZI UTILIUnitre e FederUni sono le dueorganizzazioni che raggruppano leuniversità della terza età riconosciutein Italia.Unitre (www.unitre.net): ha avutoorigine dalla prima università dellaterza età d’Italia, fondata a Torino nel1975; comprende 268 sedi situate inogni parte del Paese.FederUni (www.federuni.it): è nata nel1985 e oggi conta oltre 250 sedi.Inoltre anche la Fnp, Federazionenazionale pensionati della Cisl(www.pensionati.cisl.it), svolgeformazione dedicata alla terza età consedi in tutta Italia.Da segnalare anche il sito di AuserOnlus (www.auser.it), impegnata nellavalutazione e nel controllo dei serviziofferti dalle “università della terza età”.prime organizzazioni sindacali e politichedel movimento operaio. Con le universitàsorsero anche “biblioteche e circoli culturalipopolari”. Chiuse durante il fascismo,alla fine della guerra queste realtà tornaronoa nuova vita e a fiorire, declinandosinegli ultimi decenni del Novecento anchenella forma che a noi interessa, quella voltaalla valorizzazione e all’accrescimentodel patrimonio di cultura e competenzedegli anziani. Queste origini rappresentanola peculiarità della realtà italiana: neglialtri paesi europei, infatti, le “universitàdella terza età” sorgono da iniziative degliatenei ordinari.Il riconoscimento di un’universitàdella terza età spetta alle Regioni, cherichiedono requisiti di carattere economico,didattico, di professionalità del corpodocente e di continuità dell’attività, chepossono variare sul territorio nazionale.Un modo sicuro per individuare un’istituzionedi qualità consiste nel verificarnel’appartenenza a una delle associazionicome Unitre e FederUni. Il riconoscimentocomporta ancheIl riconoscimento diun’università della terzaetà spetta alle Regioni, cherichiedono vari requisiti.un contributo daparte delle Regioni,il quale tuttavianon copre integralmentele spese:è dunque deltutto normale che le università richiedanouna quota associativa e un contributo perogni corso (sebbene in alcuni casi possanoessere previste agevolazioni). L’universitàriconosciuta rimane comunque del tuttoautonoma sia sotto l’aspetto finanziariosia sotto quello della didattica.I corsi offerti spaziano generalmentedalle attività più spiccatamente ricreativee definibili come hobbies (per esempio varieforme di artigianato o discipline comelo yoga), a quelle artistiche, (come pittura,scultura, fotografia o teoria e praticamusicale), a quelle legate alle disciplineil cui insegnamento viene impartito anchenelle università in senso proprio (come lelingue antiche e moderne, la storia dellaletteratura, il diritto e la filosofia, particolarmenterichiesta). Gli insegnamenti relativia queste ultime discipline vengonoin genere proposti nell’ambito di corsi acarattere interdisciplinare; tuttavia, nelcaso in cui si riscontrino interesse e predisposizionenell’uditorio, il livello dell’insegnamentopuò alzarsi facilmente, graziealla qualifica, di norma di alto livello,del corpo docente. Ai corsi ordinari sonospesso associate attività culturali straordinarie,come visite a mostre o monumenti,partecipazioni a conferenze e convegni,concerti e rappresentazioni teatrali. Altermine di ogni corso viene comunque rilasciatoun attestato di frequenza che nonha valore legale. Non esistono verifiche diprofitto o esami di alcun genere.Per iscriversi a un’università della terzaetà non occorre un titolo di studio e solitamentenon sono indicati neanche limitidi età precisi per gli iscritti. Anche sullapolitica legata alle iscrizioni, tuttavia, leuniversità sono totalmente autonome.Statistiche di FederUni indicano però chedue terzi degli iscritti hanno terminato lescuole medie inferiori e si configuranoquindi come soggetti attenti e critici.Le “università della terza età”, comele sorelle maggiori “università popolari”,sono ormai numerose e diffuse intutta Italia. Il riconoscimento tributatodall’Unione Europea ai progetti legatialla formazione permanente le ha trasformatein preziosi strumenti per tuttala società. Il passo successivo sulla stradadi un’ancora migliore e più efficienteattività sarà rivolto alla creazione di unostrumento di certificazione oggettivo dellaqualità dei vari istituti: negli ultimi annimolte iniziative hanno canalizzato risorseper individuare i migliori criteri relativiall’apprendimento da parte dei discenti.Nel frattempo esiste già una prima formadi certificazione di qualità, del tutto sperimentale,promossa dalla Auser Onlus,ente nazionale avente finalità assistenzialiattivo dal 1989. Il “bollino blu” di Ausersarà assegnato sulla base di criteri nonsolo gestionali, ma anche didattici, tra cuil’attenzione alle richieste e ai bisogni deisingoli discenti, in particolare in un’otticamulticulturale.panorama per i giovani • 31

Per La salute vivere nel la terza mondo etàFoto: iStockphoto.com (monkeybusinessimages; tomazl)Le università della terza etàCorsi di yoga e pittura, ma anche di lingue straniere, diritto e filosofia.Per concretizzare il progetto della “formazione permanente”.di Maria Teresa RachettaIn una società in veloce e continuo cambiamentocome la nostra la formazione destinataagli anziani non è solo un modo perrendere intellettualmente e spiritualmenteproduttivo il tempo libero, coltivando interessivecchi o nuovi, e migliorare e ampliarele relazioni tra persone spesso sole. È aqueste finalità che solitamente si riferiscela comunicazione relativa alle cosiddette“università della terza età”; oggi, però,una persona anziana ma in grado di seguirelo sviluppo delle tecnologie, oltre a scoprirenuovi interessi, può ottenere un miglioramentonotevole del suo stile di vita,usufruendo delle facilitazioni nel campodell’informazione e della burocrazia dicui tutti godiamo, ma anche, per esempio,avendo accesso a sistemi di comunicazionealternativi al classico telefono. Essi lepermettono di alleggerire una voce non secondariadel suo bilancio (spesso di quellofamiliare, nonostante l’età matura dei figli)o, più in generale, di riuscire a mantenersiintegrata nella società, sfruttando, almenoin parte, le potenzialità del cambiamento edel progresso.Ecco dunque che istituzioni come le“università della terza età” abbandonano illoro carattere inerente al “tempo libero” ediventano risorse che in futuro potrebberoconfigurarsi come indispensabili, oltre cheindubbiamente utili come sono già. Talevalenza strategica della formazione rivoltaagli anziani non èsfuggita all’UnioneEuropea: nelcontesto della strategiadi Lisbona,volta a perseguireobiettivi di crescitaeconomica, competitività e inclusionesociale, si è imposta una nuova attenzionenei confronti della formazione permanente.In particolare, una notevole attenzione aglianziani trova un posto di rilievo nella lottacontro la povertà e l’esclusione, con unimpegno su due fronti. Il primo riguarda ilavoratori anziani, che devono allungare laloro vita professionale con un invecchiamentoattivo; il secondo riguarda i pensionati,che possono rendere l’apprendimentoun momento fondamentale della loro vita ediventare a loro volta educatori. Soprattuttoverso questo secondo fronte si sviluppal’azione delle “università della terza età”,che non si limitano alla sola attività didattica,ma si muovono anche nella direzionedella ricerca nel campo della pedagogia peradulti e anziani, un campo poco studiatoprima che si destasse l’attenzione dell’Europaper la formazione permanente.Le “università della terza età” sono istitutigestiti da associazioni e fondazioni. SiLe università della terza etànon riguardano più solo il tempolibero, ma offrono risorse econoscenze sempre più utili.tratta di un particolare tipo di “universitàpopolare”, sul modello delle associazionisorte in Italia tra la fine dell’Ottocento ei primi del Novecento all’interno delle30 • n. 2, maggio-agosto 2010

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