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numero 2/2010 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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Per La salute vivere nel la terza mondo etàSiamo abituati a pensare ai membri dellaterza età come a una categoria sociale daibisogni limitati e circoscritti. In verità lepiù recenti indagini socio-economiche rivelanoche questo punto di vista è quantomai parziale. Il “pianeta anziani” è unarealtà statisticamente sempre più rilevante:entro i prossimi quarant’anni gli ultrasessantenninel mondo saranno più di duemiliardi e supereranno i giovani. Il nostroPaese vedrà aumentare la percentuale dianziani sul totale della popolazione dal24,5 al 37%. Addirittura, se si consideranoproiezioni a più lungo termine, nel2150 il rapporto fra gli anziani e le fascepiù giovani sarà di uno a tre.Questo processo di invecchiamentosociale è particolarmente vivo nei paesisviluppati, tanto che entro il 2050 gli ultrasessantennirappresenteranno la metà dellapopolazione. Il tasso di dipendenza dellapopolazione anziana, cioè il rapporto traultrasessantacinquenni e persone in età lavorativa(tra i 15 e i 64 anni), che esprime ilpeso che grava sugli adulti di età media peril mantenimento dei pensionati, entro i prossimi50 anni raddoppierà nei paesi avanzatie triplicherà in quelli in via di sviluppo.Negli ultimi decenni l’aspettativa di vitamedia nel mondo è straordinariamente cresciuta:un abitante di un parse industrializzatopuò sperare di vivere venti anni di piùrispetto a un coetaneo degli anni Cinquanta.Ciò implica una grande rivoluzione socioantropologica,poiché gli anziani sarannonumericamente maggioritari e in grado digestire adeguatamente questo “surplus” divita indirizzando in senso qualitativo i propribisogni e la propria domanda economica.Ovviamente, all’interno di questa tendenzache appare sempre più consolidata ilsesso femminile godrà di un’aspettativa divita che è mediamente di sette anni superiorerispetto agli uomini. Le donne della terzaetà già adesso rappresentano un compartosociale più dinamico rispetto al passato,specie quelle nate nell’immediato dopoguerra,perché hanno studiato, lavorato,partecipato nel corso della loro giovinezzaal processo di emancipazione femminile, enon solo. Sono il prodotto forse sociologicamente,certo numericamente, più interessante,un target primario per qualsiasi strategiadi marketing.Anziani, “risorsa creativa”L’invecchiamento demografico che caratterizzala nostra società comporta importantiricadute sulla spesa pubblica, sul debitoe sul disavanzo pubblico, sui consumi,sul risparmio, sugli investimenti, sullaproduttività, sul mercato del lavoro e, piùin generale, sul processo di sviluppo.La relazione tra sviluppo e longevitàè di tale importanza da essere stata già daalcuni anni inserita nell’agenda europea:al Consiglio Europeo straordinario di Lisbonadel 2000 è stata da più parti messain risalto l’esigenza di interventi mirati aparticolari gruppi, quali anziani e disabili.Gli Stati membri dovrebbero in quest’otticaattivare politiche di integrazione lavorativae di inclusione socio-culturaledegli anziani.HelAnziani: nuovi stili di vita e di consumo.di Beatrice PolesFoto: iStockphoto.com (monkeybusinessimages; laflor)Queste strategie sono legate a una visionedell’invecchiamento che riconoscenell’anziano una potenziale risorsa e nonsolo il destinatario di un intervento assistenziale,dal momento che egli è portatoredi abilità fisiche e intellettuali da salvaguardaree valorizzare.Addirittura l’Organizzazione Mondialedella Sanità ha elaborato il concetto diIl “pianeta anziani” è una realtàstatisticamente sempre più rilevante: entroi prossimi quarant’anni gli ultrasessantenninel mondo saranno più di due miliardi esupereranno i giovani.18 • n. 2, maggio-agosto 2010

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