09.08.2015 Views

Universitario

numero 2/2010 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

numero 2/2010 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Per vivere la terza etàL’ASSISTENZA NEL RESTO D’EUROPA: DOVE C’È PIÙ STATOLa normativa dell’estate scorsa per la regolarizzazione delle badanti non ha fattoaltro che confermare quanto già sostenuto da numerosi analisti, alla luce dellacomparazione con altre realtà socio-politiche: in Italia l’assistenza agli anziani nonautosufficienti si dimostra più a carico della famiglia che dello Stato. Il ricorso deifamiliari a persone retribuite disponibili a vivere a tempo pieno presso l’anzianocongiunto, sacrificando vita privata e affetti personali, riguarda prevalentementeil Sud Europa, paesi che non hanno sviluppato politiche pubbliche di sostegnoalla non autosufficienza adeguate per affrontare una problematica sociale cosìincalzante. Se una badante, che in Italia percepisce uno stipendio che oscillatra 600 e oltre 1.000 euro mensili, viene a gravare in maniera non irrilevante sulbilancio di famiglie già provate dalla crisi e dalle congiuntura economica, il restodell’Europa ha sperimentato diverse soluzioni.Le scelte politiche riflettono particolarmente l’assetto istituzionale di quei paesi(come non tener conto della storia delle grandi socialdemocrazie nordeuropee?),ma rappresentano un’altra via per affrontare la questione. Inevitabilmente, il marchiosu tali politiche di assistenza è quello della Pubblica Amministrazione.In Danimarca, per esempio, gli anziani non autosufficienti vengono ospitati in stanzesingole presso istituti le cui spese sono a carico dello Stato. In Francia – per venirea realtà anche istituzionalmente a noi più vicine – gli assistenti domiciliari sonoinvece assegnati dal Comune, con spese detraibili anche fino al 100%. Politichesimili vi sono nel Regno Unito, dove esistono agenzie specializzate a cui rivolgersi,ferme restando le spese a carico dell’erario pubblico.Più articolato il sistema vigente in Germania, dove i servizi sociali possono seguire adomicilio gli anziani fino a cinque ore il giorno; mentre, nel caso di persone non piùautosufficienti, queste vengono ospitate presso strutture specializzate, in virtù dellaPflegeversicherung, un’assicurazione obbligatoria per l’assistenza in età avanzatacon premio pagato alle casse statali insieme ai contributi pensionistici e previdenziali.trice è assunta regolarmente prevedendoun numero di ore settimanali o mensilidecisamente inferiore a quelle effettive).Pressoché la totalità delle badanti risiedepresso l’assistito o comunque nell’abitazionefamiliare. Di particolare interesse,nelle varie indagini condotte sul tema,notare come non si tratti di un rapporto dilavoro riconducibile esclusivamente allacorrispondenza tra salario e prestazione,in primo luogo perché alcuni elementifondamentali della contrattazione riguardanoaspetti non monetari della relazionedi scambio: il vitto e soprattutto l’alloggiomessi a disposizione dalle famiglie per labadante straniera costituiscono elementicruciali del contratto stesso. Poiché l’anzianospesso vive in un’abitazione sovradimensionatarispetto alle sue esigenze,l’offerta di un alloggio per la badante noncostituisce per le famiglie un costo gravoso,ma rappresenta un salario aggiuntivoche consente alle famiglie un minoreesborso monetario per il compenso dellalavoratrice che, in questo modo, risolve ilproprio problema abitativo che sul mercatoavrebbe presentato invece costi deltutto proibitivi. Accanto alla contrattazioneavente come oggetto unicamente gliaspetti economici del rapporto di lavoro,va pertanto considerata la relazione di reciprocovantaggio che si viene a instaurare,essendo spesso il progetto migratoriodi queste donne non finalizzato a un inserimentodefinitivo in Italia, ma vissutopiuttosto come una situazione temporaneain cui l’obiettivo è massimizzare ilreddito da inviare alla propria famiglia,minimizzando i costi economici del mantenimentoall’estero, a fronte dei notevolisacrifici che costringono le lavoratrici alunghi periodi d’assenza dai loro affetti.Il fenomeno delle badanti – pur se lalegge approvata dal Parlamento un annofa prevede disposizioni mirate nello specificoai soggetti non in regola – non batteperò unicamente bandiera straniera. Anzi.Secondo alcuni analisti reca proprio il segnodella crisi economica, i cui effetti nonsono ancora del tutto smaltiti. Bologna haregistrato un incremento del 48% di badantiitaliane al servizio delle persone nonautosufficienti nel primo quadrimestre del2010, rispetto allo stesso periodo del 2009.“Si tratta di un trend che ha lentamentepreso piede negli ultimi due anni, anche seun’impennata di questa portata non s’eraancora mai vista”, spiegano dalla federazioneprovinciale delle Acli, che da sole sioccupano della quasi totalità delle badantiin regola nel capoluogo emiliano (RepubblicaBologna, 23 maggio 2010). Un’etàcompresa tra i 45 e i 55 anni, “quasi tuttedisoccupate a causa della crisi (molte incassa integrazione, ma alcune pure con lunghestorie di precariato alle spalle): questoil profilo delle badanti italiane, pressochéraddoppiate in un anno. Una concorrenzaspietata alle colleghe provenienti dall’Europadell’Est “per portare a casa 1000 europer 54 ore di assistenza settimanali, registrandotalora – loro, emiliane – la preferenzadegli anziani bolognesi, pur a frontedi molta meno esperienza alle spalle rispettoalle badanti straniere. Non è razzismo –è il commento delle Acli – ma le famigliele scelgono perché parlano la stessa linguadei loro anziani, se non addirittura il dialetto.E poi sanno cucinare anche una buonatagliatella al ragù...”.panorama per i giovani • 17

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!