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numero 2/2010 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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Per vivere la terza etàNuove sfide per Stato,Regioni e società civileCresce la consapevolezza del ruolo e delle potenzialità degli anziani,ma occorrono strutture idonee che permettano loro di mettere alservizio della società le loro capacità.di Marianna MerianiFoto: iStockphoto/davydovGli anziani sono divenuti una componenterilevante della società italiana. Negli ultimidecenni si è avuto un trend crescentenell’aspettativa media di vita. Una valorizzazionedel loro ruolo nel contesto socio-lavorativorappresenta ormai un obiettivoauspicabile, da cui possono derivarebenefici generalizzati. Nuove sfide sonolanciate in particolare al sistema sanitarioe assistenziale, che deve essere adeguatoper rispondere ai bisogni di una terza etàsempre più composita ed esigente. Occorresfatare l’immagine dell’anziano comesoggetto non più produttivo e stanco spettatoredella realtà che lo circonda. Si parlaormai di una “longevità attiva”, a sottolinearel’importanza di un atteggiamentoche incentiva gli aspetti relazionali e riducequella naturale propensione alla solitudineche inclina alla depressione; esseson frutto dell’allentamento dei rapportisociali e del vecchio pregiudizio nei confrontidell’anzianità come condizione dideclino e disimpegno. Da uno studio presentatonel 2007 dalla Fondazione Censis,che ha preso in esame alcune concrete realizzazioniper la longevità attiva, emergeper esempio che circa l’80% delle personeintervistate testimonia di aver conosciutoun gran numero di amici, di averemaggiore autostima, mentre più del 50%mostra grande responsabilità comunitariaAl Sud le probabilità per un anzianodi fare ricorso all’assistenzadomiciliare integrata sono menodella metà rispetto al Nord.e svolge attività di volontariato. Inoltre visono stati miglioramenti anche nell’usodelle nuove tecnologie: molti hanno cominciatoa usare il personal computer ea navigare in rete, più del 90% utilizzanormalmente il cellulare. C’è addiritturachi ha stimato che la piena valorizzazionedi questo patrimonio di competenzee potenzialità potrebbe valere in terminieconomici qualcosa come 128 miliardi dieuro, quasi il 9% del Pil italiano!La speranza di vita della nostra popolazioneè quasi raddoppiata nell’ultimosecolo: nel 2008 la vita media si attestavaintorno a 84 anni per le donne e a 78 pergli uomini. Il Censis stima che nel 2030gli abitanti del Sud diminuiranno del 4%circa, mentre nel Nord vi sarà una crescitadel 7%. Ciò, tuttavia, non deve far pensareche il tasso di natalità sia più elevatonelle regioni settentrionali rispetto almezzogiorno: è ancora l’immigrazione aspingere migliaia di persone verso il Nordpiù ricco e dotato di infrastrutture idoneea rispondere ai bisogni sociali.Il “Nuovo patto per la Salute”, siglatoda Stato e Regioni nel dicembre delloscorso anno, delinea in termini finanziarie programmatici le linee guida della politicasanitaria del prossimo triennio, alfine di migliorare la qualità dei servizi egarantire l’unitarietà del sistema. Si trattadi un passo importante, anche se questedichiarazioni programmatiche non sembranoper il momento trovare riscontronella realtà, con riferimento agli interventiche più specificamente riguardano lacondizione degli anziani. Secondo il RapportoOsservasalute del 2009, elaboratodall’Osservatorio nazionale sulla Salutenelle Regioni italiane,sul territorionazionale viè una notevoledisomogeneitànell’assistenzadomiciliare integrata(Adi). Le forme assistenziali offertedal servizio sanitario nazionale nonsempre risultano soddisfacenti e nel Sudla probabilità per un anziano di ricorrereall’Adi è pari al 19,3‰, rispetto al 43,8‰nel Nord: meno della metà! Anche perle forme di assistenza di lungo periodo(long-term care) per gli anziani non autosufficientisi riscontrano dati analoghi: afronte di un totale di circa 6.500 unità e di300mila posti letto, elevato è il numero distrutture nel Nord, per lo più nella provinciadi Trento e in Valle D’Aosta, mentrenel Centro-Sud solo il Molise, le Marchee la Toscana superano la media nazionale.L’obiettivo primario è la realizzazione distrutture sanitarie e assistenziali efficientisu tutto il territorio nazionale. È necessariomodificare l’attuale situazione, chesoprattutto nel Mezzogiorno vede l’assistenzaprestata soprattutto dalle famigliedirettamente o per il tramite di badanti.Un altro elemento da considerare sonole differenti condizioni di vita e le diversepossibilità socio-assistenziali offerte incittà rispetto alla campagna. In un convegnotenuto lo scorso febbraio dalla Cia,la Confederazione Italiana Agricoltori,si è sottolineato che la carenza di servizisociali si riscontra soprattutto nelle zonerurali. A ciò si aggiungono i problemiconnessi a una perdita del potere d’acquistodelle pensioni di oltre il 13% a causadell’inflazione. In questo quadro si inse-12 • n. 2, maggio-agosto 2010

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