Primo pianoSe noi avessimo avuto una tradizione familiarein una piccola città, si sarebbe potutopensare di costituire un museo dellafondazione ma nella Città Eterna, piena digrandi e piccoli musei (e in cui la mediadel soggiorno dei visitatori non italianiè di tre giorni ed è incentrata sulla visitadi pochi luoghi significativi), abbiamoritenuto più valido integrare e ampliarele raccolte già presenti nei musei pubblicicon opere della nostra Fondazione.Il “museo della famiglia”, in fondo, è unpo’ autocelebrativo. Oltre alle collezioniartistiche, nella sede della Fondazione, ilCastello della Cecchignola, c’è una bibliotecaaperta al pubblico che custodisceoltre 7.000 volumi di scultura e glittica, dicui alcuni sono copie uniche. Siamo fieridi aver costituito un fondo così ampio ecoerente e di averlo messo a disposizionedegli studenti e dei professori che desideranosvolgere ricerche approfondite incampo artistico.Un desiderio, insomma, di “aprire porte”come abbiamo visto, di rendere fruibilequesto patrimonio al più ampio pubblicopossibile, dialogando con la città.La glittica è una materia molto complessaper storia e tecnica. Aver costruito unpercorso coerente e con didascalie chiarepermette anche a chi non ha approfonditotali studi di godere pienamente di quantoofferto dalla mostra. So che l’esposizioneè visitata da molte scuole e questo cifa piacere. Sono felice della riuscita delprogetto anche perché, in modo del tuttocasuale, i due ambienti che accolgono lacollezione affacciano su Piazza dell’Aracoelie si vede l’angolo del palazzo dovela mia mamma è vissuta prima di sposarsi:si crea uno sguardo contiguo fra quelloche è stato, quello che è e quello che sarà.Parliamo ora dell’altra grande mostraorganizzata dalla sua Fondazione, le“Sculture delle Collezioni Santarelli eZeri”.Foto: Fondazione SantarelliLa mostra si è conclusa da pochi giorni alMuseo Roma, a Palazzo Sciarra, proprietàdella Fondazione Roma (una delle istituzionipiù efficaci e organizzate che abbiamoin Italia, che svolge un lavoro egregio),che da molto tempo ci chiedeva di organizzareuna mostra di scultura. Ero all’inizioun po’ reticente, proprio per quanto le hodetto prima, circa il mostrare solamente lacollezione di famiglia. Mi è sembrato allorapiù appropriato proporre un confronto costruttivofra opere che dialogassero tra loroe che avessero uno spirito comune; così hoaccettato proponendo di fare una selezionedelle opere della Fondazione Santarelli unitea quelle della famiglia Zeri. Questa collaborazionetra noi è nata nel momento in cuiil nipote ed erede del grande critico d’arte,Eugenio Malgeri, ha sottoscritto con la nostraFondazione un comodato ventennaleaffinché noi potessimo gestire le opere discultura di proprietà del compianto professore.Alcune statue avevano bisogno di unrestauro, essendo state conservate all’apertonella villa di Mentana, ed era necessarioapprontare una catalogazione e una documentazionescientifica.Dunque non c’erano stati in precedenzaparticolari contatti fra i suoi genitori (o42 • n. 2, maggio-agosto <strong>2012</strong>
Primo pianola Fondazione) e il professor Zeri quandoegli era ancora in vita? Come si è venutoa creare allora questo incontro?I miei genitori avevano conosciuto il professoreoltre 30 anni fa e c’erano stati inseguito vari incontri, dato che avevanomolti amici in comune. Non si era però maicreato un particolare legame. Il contatto èavvenuto in seguito, poiché il prof. AndreaDe Marchi, che era il pupillo di Zeri, è tra icuratori della nostra Fondazione e assiemeall’architetto Dario Del Bufalo ci è statod’aiuto nella scelta delle opere al fine divalutarne l’ingresso nella nostra collezione.Entrambe queste persone, in specialmodo Andrea, conoscevano molto da vicinoil professor Zeri ed essendo anche legatialla nostra Fondazione hanno permessoche si creasse una relazione, una sintonia.Sono loro che mi hanno presentato EugenioMalgeri, grazie alla cui sensibilità abbiamoiniziato questa collaborazione.Il filo conduttore della mostra mi pareessere l’esperienza romana, dal nucleoantico fino al barocco. Credo si possaparlare di una collezione “romanocentrica”,intendendo questa espressionein senso positivo, ovvero come indicazionedi un filo conduttore molto nitidoe forte.Roma è stata storicamente il “centro” dellaproduzione artistica in quanto legata primaagli imperatori romani, poi ai papi (cheerano anche principi e offrivano perciò anchecommissioni private). L’arte ha Romacome suo centro fino alla fine del Settecento.Possiamo dire in effetti che le opere siano“romanocentriche” nel senso della “romanità”,non tanto del collegamento fisicocon la città. Sono rappresentati in mostramolti autori non romani, che però hannolavorato nella capitale. Si parte da opere ditradizione ellenistica e tolemaica per arrivareall’Ottocento e sono rappresentate varietipologie artistiche, tra cui ad esempiol’arte federiciana. Per parte nostra, l’allestimentoè stato costruito con un sistemapiuttosto innovativo, con luci dinamicheche illuminano variamente le opere. Si possonoquindi (cambiando l’intensità delleluci o facendo ruotare alcune statue, comeabbiamo fatto) leggere meglio le opere e dadiverse angolature, nella loro completezza.Quali sono le pubblicazioni e le operescientifiche che la vostra Fondazionecura e quali iniziative avete in programmaper il futuro?Sopra (da sinistra): il Cavaliere del LavoroPaola Santarelli; un manico di sistro, unantico strumento musicale, risalente all’etàtarda dell’antico Egitto; un intaglio sucorniola, con alcuni simboli: cratere, gallo,ramo di palma, spiga (I sec. d.C.); unastatua romana della tarda età repubblicana.Nella pagina precedente, in basso: bustodel cardinale Marzio Ginetti (1673),eseguito da Alessandro Rondone.Abbiamo dato la nostra disponibilità a PalazzoValentini per il progetto che stannorealizzando, comprendente un allungamentodel percorso sotterraneo fino allacolonna di Traiano, passando per i mercatitraianei e mettendo dunque in comunionequest’offerta museale e artistica che primaviveva tre dimensioni distinte. Stiamodefinendo un progetto di collaborazioneche permetta ai turisti di godere della rappresentazionedella vittoria di Traiano suifregi della colonna, poiché la Fondazionepossiede la serie completa dei disegniche di questi fece Vincenzo Camuccini (inmodo piuttosto rocambolesco); ci siamoresi disponibili a offrire queste immaginiin comodato, a completamento di questonuovo museo in corso di realizzazione.Oltre a ciò, stiamo portando avanti variepubblicazioni: alcune su una dimora storicaappartenuta a Antonio Canova (che haal suo interno opere di Thorvaldsen), nonconosciuta fino ad oggi e che stiamo valorizzando.Inoltre con Eugenio la Rocca eil prof. Massimiliano Papini della Sapienzastiamo catalogando la scultura classicae il primo volume sarà pronto per l’annoprossimo. Quando ci impegniamo in questeiniziative cerchiamo di non trattare invia esclusiva i pezzi della Fondazione, madi mettere a confronto varie opere appartenentiad uno stesso periodo, entrando piùnell’epoca che nella collezione privata.Questa è una grande passione per ilpassato storico e antico, per il passatoprossimo (che è la famiglia e i genitoriche ci hanno preceduto) e per il presente,che cerchiamo di vivere come atto dicollaborazione e amore per la nostra cittàe per i giovani.panorama per i giovani • 43