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numero 2/2012 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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Primo pianoSe noi avessimo avuto una tradizione familiarein una piccola città, si sarebbe potutopensare di costituire un museo dellafondazione ma nella Città Eterna, piena digrandi e piccoli musei (e in cui la mediadel soggiorno dei visitatori non italianiè di tre giorni ed è incentrata sulla visitadi pochi luoghi significativi), abbiamoritenuto più valido integrare e ampliarele raccolte già presenti nei musei pubblicicon opere della nostra Fondazione.Il “museo della famiglia”, in fondo, è unpo’ autocelebrativo. Oltre alle collezioniartistiche, nella sede della Fondazione, ilCastello della Cecchignola, c’è una bibliotecaaperta al pubblico che custodisceoltre 7.000 volumi di scultura e glittica, dicui alcuni sono copie uniche. Siamo fieridi aver costituito un fondo così ampio ecoerente e di averlo messo a disposizionedegli studenti e dei professori che desideranosvolgere ricerche approfondite incampo artistico.Un desiderio, insomma, di “aprire porte”come abbiamo visto, di rendere fruibilequesto patrimonio al più ampio pubblicopossibile, dialogando con la città.La glittica è una materia molto complessaper storia e tecnica. Aver costruito unpercorso coerente e con didascalie chiarepermette anche a chi non ha approfonditotali studi di godere pienamente di quantoofferto dalla mostra. So che l’esposizioneè visitata da molte scuole e questo cifa piacere. Sono felice della riuscita delprogetto anche perché, in modo del tuttocasuale, i due ambienti che accolgono lacollezione affacciano su Piazza dell’Aracoelie si vede l’angolo del palazzo dovela mia mamma è vissuta prima di sposarsi:si crea uno sguardo contiguo fra quelloche è stato, quello che è e quello che sarà.Parliamo ora dell’altra grande mostraorganizzata dalla sua Fondazione, le“Sculture delle Collezioni Santarelli eZeri”.Foto: Fondazione SantarelliLa mostra si è conclusa da pochi giorni alMuseo Roma, a Palazzo Sciarra, proprietàdella Fondazione Roma (una delle istituzionipiù efficaci e organizzate che abbiamoin Italia, che svolge un lavoro egregio),che da molto tempo ci chiedeva di organizzareuna mostra di scultura. Ero all’inizioun po’ reticente, proprio per quanto le hodetto prima, circa il mostrare solamente lacollezione di famiglia. Mi è sembrato allorapiù appropriato proporre un confronto costruttivofra opere che dialogassero tra loroe che avessero uno spirito comune; così hoaccettato proponendo di fare una selezionedelle opere della Fondazione Santarelli unitea quelle della famiglia Zeri. Questa collaborazionetra noi è nata nel momento in cuiil nipote ed erede del grande critico d’arte,Eugenio Malgeri, ha sottoscritto con la nostraFondazione un comodato ventennaleaffinché noi potessimo gestire le opere discultura di proprietà del compianto professore.Alcune statue avevano bisogno di unrestauro, essendo state conservate all’apertonella villa di Mentana, ed era necessarioapprontare una catalogazione e una documentazionescientifica.Dunque non c’erano stati in precedenzaparticolari contatti fra i suoi genitori (o42 • n. 2, maggio-agosto <strong>2012</strong>

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