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numero 2/2012 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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TecnocraziaA sinistra: nel romanzo di George Orwell1984 una pesante dittatura controlla ilpopolo in ogni istante della sua vita. Nellapagina precedente: un particolare di unponte in acciaio.Foto: iStockphoto/BrianAJaksonzioni più diffuse ai giorni nostri, quella delNuovo Ordine Mondiale. Secondo questateoria, infatti, esisterebbe un’oligarchia dieconomisti, banchieri e politici che lavoranell’ombra per assumere il controllo diogni organizzazione statale del mondo, inmodo da instaurare un governo totalitario.Gli echi di questa teoria cospirazionistapervadono il mondo del cinema, della letteratura,ma in essi si può certamente ravvisareun richiamo all’inquietudine risuscitatada governi tecnocratici e totalitari.Da questi scenari ipotizzati, sognati,creati e temuti non emerge una grande fiducianelle tecnocrazie. Eppure almeno unesempio positivo esiste e ci viene fornitoda una serie televisiva, Star Trek, del 1966.Essa ruota attorno alle avventure dell’equipaggiodi una nave spaziale, l’Enterprise,il cui motto è “alla ricerca di nuove formedi vita e di civiltà, fino ad arrivare là doveLa tecnocrazia vienerappresentata anche nel cinemadi fantascienza: Star Wars, Matrixe Star Trek.nessuno è mai giunto prima”. In significativaconcordanza con lo slogan è il sistemadi governo fittizio creato nella serie: la Federazionedei Pianeti Uniti, organizzazioneinterplanetaria e sovranazionale che raccogliein sé <strong>numero</strong>si pianeti abitati da umanio extraterresti umanoidi. Lasciatasi allespalle le spinte individualistiche proprie diciascun pianeta, la Federazione governa ilcosmo con una nuova “supercultura” cheunifica tutte quelle indipendenti, all’insegnadella logica, della tecnologia e dellascienza. Sorvolando su quanto possa essereinquietante l’abolizione dei particolarismiculturali in favore di un’unica sovracultura(meccanismo che ricorda assai da vicinole soppressioni culturali attuate dai regimitotalitari), ci sono aspetti che danno un’immaginepositiva della Federazione dei PianetiUniti, come, per esempio, l’inutilità el’inesistenza del denaro. Per citare il personaggiodel capitano Picard: “L’economiadel futuro è piuttosto diversa: il denaro nonesiste nel XXIV secolo, l’acquisizione dellaricchezza non è più la forza motrice dellenostre vite. Noi lavoriamo per migliorarenoi stessi e il resto dell’umanità.”Una situazione che a prima vista sembrerebbequindi idilliaca, che sembra quasirichiamare la canzone Imagine di JohnLennon (diffusa nel 1971, ben cinque annidopo la messa in onda della fiction): “Imaginethere’s no countries, it isn’t hard todo, nothing to killor die for and noreligion too, imagineall the peopleliving life in peace...[…]Imagineno possessionsI wonder if you can, no need for greed orhunger, a brotherhood of man, imagine allthe people sharing all the world...” (Immaginache non ci siano paesi, non è difficileda fare, niente per cui uccidere o morire,immagina tutte le persone che vivono laloro vita in pace […] Immagina che non cisiano proprietà, mi chiedo se tu possa, nessunbisogno di avidità o fame, una fratellanzadi uomini, immagina tutte le personeche si dividono tutto il mondo).Abbiamo così attraversato anni di let-teratura, cinema, televisione e fumetti,per vedere che della tecnocrazia, portataai suoi estremi, in generale, non si ha unagrandissima opinione. Vista per lo piùcome un mezzo dispotico per soggiogarel’umanità al progresso, dimenticando i dirittifondamentali di libertà, la tecnocrazianon appare in una buona luce.Esisterà mai una via di mezzo tra lepiù fosche visioni di oppressione e la paceintergalattica e perenne? Sarà mai l’uomoin grado di bilanciare progresso e libertà?Certamente questo dipende dagli individui.Quale potrebbe mai essere un banco di provadella tecnocrazia? Ancora una volta la rispostaci viene fornita dalla tecnologia, seppurenon di ultimissima generazione. Esisteinfatti un videogioco per personal computerdiffuso nel 1999, Sid Meier’s Alpha Centauri,in cui il giocatore si trova a dover gestireuna colonia di terrestri su un pianeta delsistema solare. Il gioco è strutturato comeun gioco di strategia, nel quale si devonoprogrammare le azioni dei coloni, stabilireregole ed una forma di governo a scelta, tracui, appunto, una tecnocrazia. Dalla schedadel gioco apprendiamo che questa è unaforma di governo che genera miglioramentinell’economia, nella ricerca scientifica e nelrapporto con l’ecosistema, ma genera scontentonelle classi lavoratrici. Dalla schedanon si ricavano ulteriori spiegazioni.Proprio dalla sintetica spiegazione fornitada questo videogioco possiamo trarrele nostre conclusioni: la tecnocrazia non ècerto un sistema perfetto, come del restotutti gli altri sistemi di governo ipotizzatie messi in atto dall’alba dei tempi. Forse,però, non va neppure demonizzato. Dopotutto, da quando l’uomo ha cominciato avivere in gruppi organizzati ha rinunciato aun po’ della sua assoluta libertà in cambiodi un po’ di sicurezza: questo ragionamento,nelle sue varie gradazioni e sfumature,concerne tutti i tipi di governo. E anchenelle opere di fantasia che abbiamo analizzatoil tema è appunto quello del grado dilibertà o identità concesso all’individuo innome di un ideale, di un progetto o del progresso.La ricerca del punto di equilibrio èaperta per ogni individuo e per ogni generazione,a patto di rispettare alcuni vincoliminimi nel campo dei diritti umani.38 • n. 2, maggio-agosto 2010

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