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numero 2/2012 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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TecnocraziaFoto: iStockphoto/nazdraviebase alle tasse versate. In caso contrario,è chiaro che verrebbe meno il principio diuna copertura sanitaria universale, garantitain Italia sin dal 1978.Il diritto all’assistenza sanitaria èriconosciuto alla totalità dei cittadini.È bene ribadirlo, in un momento in cuiormai quotidianamente le prime paginedei giornali sono occupate dal dibattitosu temi come la spending review, dellaquale il comparto sanitario è uno dei capitolipiù importanti. L’occasione che siprospetta allo stato italiano è unica: abbatterefinalmente gli sprechi e razionalizzarela spesa pubblica, senza però perdereefficienza. Non sempre, d’altronde,finanziamenti maggiori sono sinonimidi sanità funzionale: in molte regioni,soprattutto del Sud, una spesa incontrollatasi accompagna a un cattivo servizioe spesso a veri e propri fenomeni di “malasanità”.Dalla spending review alchoosing wisely: un nuovoapproccio incentrato sullaresponsabilità del medico.Come è possibile coniugare un elevatostandard di servizi tagliando i costi? Ilragionamento da seguire appare semplice,restando all’interno del metodo della“appropriatezza” degli interventi piùvolte richiamato dal ministro Balduzzi.Il finanziamento al Servizio sanitario nazionaleper il triennio <strong>2012</strong>-2014 subiràuna flessione netta del 3-4 % l’anno. Pergarantire esattamente gli stessi servizi occorrequindi una razionalizzazione dellespese in percentuale almeno analoga. Ilrisparmio può partire, giusto per citare unesempio, da ricoveri in day-hospital piuttostoche secondo la procedura ordinaria,così come dall’allineamento dei consumidi farmaci alla media nazionale nelle regioniche da tale media si discostano eccessivamente.Recentemente è emersa anche unanuova corrente, che mette in risalto lequalità civiche della figura del medico. Sitratta del metodo del choosing wisely: essopuò essere considerato come la naturaleevoluzione della spending review. Letteralmente,la locuzione assume il significatodi “scegliere con saggezza”; l’appelloè stato lanciato dall’American Board ofInternal Medicine Foundation nella primaveradel <strong>2012</strong>e invita i medicia promuovere unnuovo modello disanità basato sulrigore, sulla sobrietàe sull’efficienza.In particolare, uno dei fini dell’appelloè la sensibilizzazione dei medici aevitare test e trattamenti inutili. Seguirequesta strada porterebbe a non privare ipazienti delle risorse necessarie per il lorobenessere e a evitare trattamenti eventualmentedannosi in una prospettiva dimedio e lungo termine. Certo, perché cisi possa muovere in questa direzione occorreda parte di tutti un atteggiamentoculturale profondamente diverso da quelloche negli ultimi anni ha incentivato alcontrario nei medici la pratica della cosiddetta“medicina difensiva”, che consistenel prescrivere accertamenti o trattamentianche di scarsa utilità e “appropriatezza”per ridurre il rischio di essere chiamati arispondere di un insuccesso. La figura delmedico presenta una peculiarità determinante,poiché egli si configura come untecnocrate nel senso pieno del termine.Infatti, se da un lato egli è in possessodi conoscenze specifiche estranee al paziente,dall’altro presenta un potere unico,avendo la facoltà di stabilire analisi,ordinare ricoveri, prescrivere farmaci etrattamenti, consigliare interventi chirurgici.Il problema si pone nel momento incui la figura del medico inizia a seguireun approccio “difensivo” della propria reputazioneed eventualmente della propriaincapacità di decisione. In questo caso sipuò giungere a spendere cifre iperbolicheanche per curare semplici disturbi: se sianalizza tale comportamento alla luce dipolitiche amministrative volte al rispettodel vincolo del bilancio in ambito sanitarioappare chiaro come si vada incontroa un inevitabile taglio dei servizi conconseguente negazione dei diritti di cittadinanza.Perciò, assume fondamentaleimportanza l’educazione del medico qualetecnocrate della salute, che deve condurrealle cure più appropriate per i propripazienti ma deve assolutamente evitarepossibili sprechi, come l’uso eccessivo difarmaci e inutili richieste di accertamento.Al giorno d’oggi non si può fare a menodel medico tecnocrate, ma non si puònemmeno concedere licenza di sperperarele risorse.Una diminuzione della spesa operatain modo intelligente è più che possibile.È necessario ripensare i sistemi sanitari,contenerne e razionalizzarne i costi, rivedendoanche le forme di finanziamento.Un ruolo di primo piano è rappresentatodall’economia: essa è un mezzo decisivoe imprescindibile per la vita della società,ma deve rimanere pur sempre un mezzo.Il passaggio logico che porta a intenderela società come mezzo per il sostentamentodell’economia non prevede la centralitàdel cittadino e pertanto non è auspicabileper il bene della collettività.30 • n. 2, maggio-agosto <strong>2012</strong>

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