TecnocraziaSanitàIl costo della tecnicae i diritti di cittadinanzaThe cost of technology and the rights of citizenship in the health sectorare very rich fields for discussion and conflicting opinions. The recenteconomic crisis makes us think about the most important and ethicallycorrect choices to ensure the inviolable right to health care, in light ofthe steady progress of medical technology.di Gianmarco Lugli“La miseria è la madre delle malattie”.Questa espressione è attribuita a JohannPeter Frank – un medico igienista tedescodella seconda metà del Settecento– ed esprime una nuova interpretazionerivoluzionaria della salute e della praticamedica: la condizione di malato trova unasua radice nella povertà e nelle condizioniLo sviluppo delle tecnologiemediche consente unmiglioramento delle cure, mapresenta costi sempre crescenti.sociali che la generano. In altre parole: alfine di sconfiggere il male biofisico nonè sufficiente una “teoria del morbo”, maè necessario un passaggio a una “teoriasociale”, totalizzante, in grado di comprenderein sé le condizioni di vita deipazienti. Si tratta di una vera e propriarivoluzione copernicana in ambito medico,anche se queste concezioni illuminatesono state gradualmente sorpassate nelcorso della storia della medicina da unapproccio tecnicista della cura e da unaconcezione biologica del malessere. Ilrisultato è l’affermazione della medicinacome scienza a séstante, che prendecorpo attorno aun insieme di conoscenzeproprie,sfruttate alla lucedi pratiche e tecnichemeccaniche. Sono proprio questepratiche che col tempo hanno conosciutoun’evoluzione in senso tecnologico.Nell’arco di un secolo (il ventesimo) si èpassati da mezzi rudimentali di diagnosia enormi macchinari estremamente costosi:nell’immaginario di molti, questeattrezzature potranno sostituire il lavorodel medico, con serie implicazioni etiche.Lo sviluppo della tecnica in medicinapuò essere letto in modo ambivalente.Certamente esso consente di giungere,all’interno del ventaglio di servizi offertidalla sanità, a un’efficienza sempre maggiore,consentendo anche un notevole risparmioin termini di tempo e, soprattutto,di vite umane. L’altra faccia della medagliaè rappresentata però dai costi: per averetecnologie sempre più di avanguardia ènecessario investire ingenti quantità dicapitale, non sempre presenti sia a livellolocale (nel caso del sistema sanitario italianonell’ambito delle aziende sanitarielocali) sia a livello nazionale, per non parlaredelle disuguaglianze che si incontranoa quello globale. Il quadro logicamente sicomplica se si analizza la situazione allaluce della recente crisi economica, che daquasi un quinquennio attanaglia i paesioccidentali. Nonostante ciò, il business inambito sanitario si piazza, per volume difatturato, al secondo posto, superato unicamentedal commercio di armi; inoltre, letecnologie sanitarie mondiali non parlanosolamente l’inglese: c’è uno spazio moltoimportante anche per l’italiano.L’Italia si configura infatti come unanazione di primo ordine per lo sviluppodi tecnologie medico-sanitarie, rappresentandoil più importante polo europeonel settore biomedicale. A Mirandola, inEmilia Romagna, si è sviluppata dagliFoto: iStockphoto (RickLeePhoto; baranozdemir)28 • n. 2, maggio-agosto <strong>2012</strong>
TecnocraziaA sinistra e nella pagina precedente: unamacchina per la risonanza magnetica e unostent, usato per ridurre stenosi o prevenireaneurismi. Nella pagina seguente: undispositivo per flebo.anni Sessanta quella che è stata definita“The Biomedical Valley”: si tratta di unagglomerato di imprese attive nel settorebiomedicale e specializzate nella produzionedi dispositivi medici quali prodottimonouso (disposable) e grandi macchinari.L’input per lo sviluppo è stato dato daMario Veronesi, il quale studiò nella suaprima piccola officina un prototipo di reneartificiale. Da quel giorno l’area, inizialmentea forte impronta agricola, ha subitouno sviluppo vertiginoso. Le <strong>numero</strong>sissimeaziende del distretto sono orientateverso un ampio ventaglio di servizi sanitari,quali l’anestesia, l’emodialisi, la cardiochirurgia,la ginecologia e la trasfusione.L’area ospita un centinaio di aziendeper un totale di cinquemila lavoratori; laproduzione è per il 61% assorbita dall’esportazione,sebbene queste cifre abbianosubito un notevole ridimensionamento acausa del terremoto che ha colpito l’areadi Mirandola nel maggio del <strong>2012</strong>. Il fatturatoraggiungeva nel 2000 il miliardo dilire, cifra enormemente aumentata grazieal continuo sviluppo del distretto nelprimo decennio del secolo corrente. L’esempiodel distretto di Mirandola è emblematicoper quanto concerne la redditivitàdella tecnologia in ambito sanitario.Al giorno d’oggi le tecnologie sanitarierappresentano una prospettiva di investimentoallettante, per le capacità di assorbimentodei prodotti da parte del mercatoe per la loro avvertita necessità, sia quantitativasia qualitativa: la scommessa prin-cipale delle aziende interessate è raggiungereuna sempre più capillare distribuzionesul territorio con prodotti qualitativamentesempre più competitivi.La funzione primaria dell’assistenzasanitaria è la cura dell’individuo affettoda una malattia: la tutela della salute è unsegno di civiltà, l’emblema di una culturacapace di farsi carico in modo concretodei diritti dell’uomo e di porre al centrodell’attenzione la persona con le sueesigenze. Tuttavia, la tutela della salutegenera costi e viene quindi vista anchecome un problema economico. Le spesesanitarie rappresentano una voce importantenel panorama dei costi da sostenereda parte dello stato per i suoi cittadini. Inparticolare, la spesa sanitaria per l’anno2008 in Italia ammontava a 106,65 miliardidi euro, per poi passare nel 2011 a 112miliardi; la spesa sanitaria è costantementecresciuta dal 1996, passando da 52,2a 98,7 miliardi nel 2006. La crisi finanziariaacuisce poila consapevolezzadella malattiacome un costo(ingente) per lacollettività. Letecnologie sanitarienon solo si configurano come una voceimportante nel panorama dei costi, mapresentano anche la caratteristica dell’imprescindibilità:la cura del cittadino deve,o almeno dovrebbe, essere garantita nelmigliore dei modi possibili; molto spessoIn campo biomedico l’Italiarappresenta un fiore all’occhiellodello sviluppo tecnologicomondiale.l’efficienza e la prontezza della diagnosie della cura sono raggiungibili solo conapparecchiature sempre più sofisticate.Da qui la necessità di una riflessionesu come si concili l’idea di cittadinanzacon i costi odierni della sanità. L’articolo53 della Carta dei Diritti fondamentalidell’Unione Europea stabilisce che il dirittoalla tutela della salute è da intendersicome “diritto di accedere alla prevenzionesanitaria e di ottenere cure mediche allecondizioni stabilite dalle legislazioni edalle prassi nazionali”. Non solo: l’UnioneEuropea deve garantire “un alto livellodi protezione della salute umana”. Lasalute rappresenta un bene sociale e nonsolo individuale e va assicurata nel contestodi una rete di servizi sanitari efficienti.Questa enunciazione costituisce una direttivaper i governi nazionali: non bisognafermarsi a garantire a tutta la popolazioneuno standard minimo elevato, ma tenderea creare servizi sempre più variegati e distribuitiuniformemente sul territorio.Il prepotente ingresso dell’economiain ambito sanitario può comportare seriproblemi etici. I gestori della sanità, comeho detto, si trovano a fronteggiare da unlato gli effetti nefasti della crisi economicae dall’altro la necessità di razionalizzarele spese. Il problema si pone nel momentoin cui si perde di vista il vero scopodell’assistenza sanitaria e cioè il garantirecure a tutti i cittadini, naturalmente nelrispetto dei criteri di buona gestione “economica”dei processi e dei servizi. È opportunoprecisare inoltre che il cittadinonon sempre coincide con il contribuente:può non esserlo se non possiede un lavoroo se a causa di una patologia è impossibilitatoa svolgere una normale attività. Nonesistono però cittadini più meritevoli diricevere un’assistenza sanitaria dignitosarispetto ad altri, né tanto meno può essereeffettuata una distinzione, per quantoconcerne l’apparato sanitario pubblico, inpanorama per i giovani • 29