TecnocraziaA sinistra: una calcolatrice Olivetti. Nellapagina successiva, in basso: l’iPhone4della Apple.Foto: iStockphoto (liso81; gianlucabartoli)Informatica e tecnologiaIl mondo a portata di manoNowadays there is nothing you can’t know by just sitting in front ofyour computer or by using your cell phone. Thanks to these greatinnovations the world has become so small that you can have it all inthe palm of your hand. Many people tried to give their contributionto this common purpose, but Steve Jobs, Larry Page, Sergey Brin andour compatriot Adriano Olivetti deserve a special mention for theirabsolutely ingenious ideas and projects.di Riccardo Cappadozzi e Luca De FrancescoSolo qualche decennio fa nessuno avrebbemai lontanamente immaginato il modoin cui la tecnologia e l’informatica avrebberoprepotentemente preso in mano leredini della nostra quotidianità. Oggi,per i membri della nuova generazione,risulta quasi impossibile farne a meno,dal momento che in qualsiasi ambito l’utilizzodei mezzi informatici è divenutopraticamente indispensabile: il telefonocellulare e il computer, ormai compagniabituali delle nostre giornate, si radicherannosempre più nella società del futuro,mentre le distanze che ci separano dazone geograficamente lontanissime possonoessere ridotte drasticamente graziea un semplice click del nostro mouse echiunque abbia una connessione internetsul proprio cellulare può visualizzare,nel palmo della mano, ciò che in questopreciso istante sta accadendo dalla parteopposta della Terra. Tutto ciò ha dell’incredibilese solo si prova a immaginareciò che c’è dietro a un dispositivo elettronicodi pochi centimetri: lavoro e sudoredi migliaia di persone che hanno fattofruttare il loro impegno dando sfogo allapropria creatività e inseguendo i sogni incui credevano.La storia dellosviluppo tecnologiconon può,tuttavia, considerarsifatta di solieventi recenti. Ilfiore all’occhiellodell’Italia nell’ambito dell’innovazione èsicuramente rintracciabile nella figura diAdriano Olivetti che, nonostante gli enormilimiti dovuti alle scarse conoscenze eai ridotti mezzi a disposizione negli anniTrenta, riuscì a ottenere risultati notevoli,oltre ad affermarsi come uno dei principalipionieri dell’informatica moderna e aintrodurre una nuova, vera e propria concezionedel fare impresa.Già nel 1945, infatti, l’invenzione dellaprima calcolatrice scrivente al mondo,in grado di eseguire le quattro operazioni,aprì alla Olivetti la strada del successo,anche se Divisumma-14 – questo il nomedel prodotto – avrebbe potuto difficilmenteaiutare uno studente durante i suoicompiti in classe, viste le enormi dimensionie le limitatissime funzioni possedute.Essa rappresentò una vera rivoluzioneper l’epoca, dimostrando altresì che nonpoteva opporsi alcun ostacolo alla potenzadell’ingegno umano.Da questo evento in poi, consapevoledelle proprie potenzialità, Olivetti rese lapropria impresa un modello per la classeimprenditoriale italiana, perfezionandola catena di montaggio e introducendoper la prima volta strumenti di controlloprogrammabili, elementi che innalzarononotevolmente la qualità e l’efficienza dellaproduzione. La Olivetti riuscì a distaccarsidalla situazione di stallo a cui eraancorata l’industria italiana, poco apertaall’innovazione tecnologica e insiemesospettosa nei confronti di un imprenditoreche puntava a fondare una nuovacultura d’impresa, una cultura umanistadell’imprenditoria, capace di coniugarei principi industriali con quelli dell’eticae della responsabilità sociale. Il modelloche Olivetti perseguiva era quello di una“comunità” di lavoro che stesse al passocon le principali innovazioni tecnologichee allo stesso tempo che non tralasciassel’importanza del fattore umano. Come fanotare Valerio Castronovo in Un’aziendaGià nel 1945 la Olivetti inventòla prima calcolatrice scrivente almondo, la Divisumma 14, capacedi eseguire le quattro operazioni.e un’utopia: Adriano Olivetti 1945-1960(il Mulino, Bologna 2001), la personalitàdi Olivetti affonda le proprie radici nellacultura del personalismo cristiano e nel24 • n. 2, maggio-agosto <strong>2012</strong>
TecnocraziaLa scommessa di Steve Jobssi è trasformata in uno dei piùbrillanti successi che la storiaimprenditoriale ricordi.riformismo socialista, il tutto integratoda una profonda conoscenza delle tecnichee dei processi industriali, che l’ingegnereebbe modo di apprendere graziealle <strong>numero</strong>se visite condotte negli StatiUniti. Durante i periodi trascorsi nel nuovocontinente egli venne inoltre a conoscenzadei principali problemi posti dalladiffusione del fordismo e del taylorismo,anticipando tematiche che si sarebberoimposte nel sistema industriale europeosoltanto diversi decenni dopo.Un’ulteriore innovazione apportatada Olivetti fu quella del rapporto con ipropri collaboratori. Nella sua carriera sicircondò infatti di <strong>numero</strong>si intellettualied esperti in ambito sociale, in grado diinquadrare le problematiche aziendali sottoun’altra veste, da un punto di vista piùumano. Insomma: un imprenditore davverosui generis e per molti aspetti in anticiposui tempi. “Materiale ed esoterico”furono le parole utilizzate da Carlo DeBenedetti per tratteggiarne la figura, sottolineandola sua attenzione per ogni piùnascosto dettaglio abbinata a una spiccataconcretezza in ambito lavorativo. Conqueste premesse,l’azienda sirese protagonistadella progettazionedi <strong>numero</strong>siprodotti cheavrebbero poirappresentato la base di partenza per laproduzione di dispositivi che oggi risultanolargamente utilizzati: ricordiamotra questi l’Olivetti M20, primo personalcomputer realizzato in Europa, e unodei primi veri e propri computer portatilial mondo, l’Olivetti M10, realizzato nel1983. Questa storia gloriosa, purtroppo,si è da tempo esaurita, ma la figura diAdriano Olivettiresta uno degliesempi più luminosidi come ilnostro paese siastato in grado dicompetere con legrandi potenze mondiali nell’innovazionetecnologica... e ciononostante di perderela partita!I più grandi ammiratori di Olivettipropongono spesso un ardito ma intriganteparallelismo tra l’imprenditorepiemontese e lo scomparso fondatore diLa figura di Adriano Olivetti èquella di un imprenditore chemirava ad abbinare le leggi delprofitto ai principi dell’etica.Apple Inc., Steve Jobs: ad accomunarei due non è soltanto la loro innata passioneper il progresso tecnologico, maanche il continuo desiderio di voler modificaree trasformare la realtà con innovazionie rivoluzionarie strategie di organizzazionedel lavoro. Due esteti dellaproduzione – così qualcuno li ha definiti– sempre pronti a sacrificarsi completamenteper il bene dell’azienda, magariin modi differenti.Senza dubbio, così come avviene perla Olivetti, non è possibile analizzarel’azienda di Cupertino senza valutarnei rapporti con il proprio fondatore: moltedelle scelte che hanno contribuito alsuccesso di Apple Inc. sono direttamentericonducibili alla personalità dello stessoJobs, a partire dalla continua ricercapanorama per i giovani • 25