numero 2/2012 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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TecnocraziaFoto: Nasa; Nasa; iStockphoto/TerryHealyspaziale, in modo da evitare che la tecnologiacadesse in mani sbagliate. In Italia, ilProgetto San Marco fu il primo programmadi collaborazione bilaterale, che vide impegnataprincipalmente la facoltà di Ingegneriadell’Università “La Sapienza” di Roma e laNasa nella ricerca scientifica e nella sperimentazionenello spazio tra il 1962 e il 1980.Il progetto segnò l’inizio del programmaspaziale italiano che, con il lancio del satelliteSan Marco 1, il 15 dicembre 1964, resel’Italia la terza nazione a effettuare il lancioin orbita di un satellite dopo Unione Sovieticae Stati Uniti. Il lancio fu possibile graziealle tecnologie fornite dalla Nasa: questodette grande risalto agli Usa. Col passaredegli anni, le collaborazioni internazionalisono diventate la colonna portante del settorespaziale: la condivisione della conoscenzain tale campo ha portato alla realizzazione diambiziosi progetti, come la Stazione spazialeinternazionale (Iss).Il sogno spaziale va dunque storicamentecontestualizzato, per arrivare allevere ragioni che spinsero Usa e Urss ainvestire fiumi di capitali nelle missioni:la volontà di esibire il proprio potere podellaGermania portò i maggiori scienziatidel Reich a rifugiarsi sotto l’ala protettricedelle nazioni vincitrici, prime fra tutteUsa e Urss. Tale “accoglienza” venneconcessa in cambio dell’accesso alle conoscenzein campo missilistico maturatedai nazisti, che furono il punto di partenzanella lotta per il primato tecnologico.La tecnologia appena scoperta vennepotenziata; essa dette vita non solo aimissili a lunga gittata per il sostegno delletestate nucleari, ma fu fondamentale ancheper la costruzione dei primi razzi spaziali.In tale contesto, le missioni spazialisi collocarono come raffinati strumentibellici, ideati per assoggettare ideologicamente– e non solo – le altre nazioni. Lacorsa allo spazio iniziò dopo il lancio delsatellite sovietico Sputnik 1, il 4 ottobre1957: esso fu il primo oggetto umano inorbita. Tale esibizione dell’avanguardiatecnologica russa acuì i timori statunitensidi perdere la supremazia mondiale: l’amministrazioneEisenhower fu sollecitata aLe missioni spaziali furonoraffinati strumenti bellici,ideati per assoggettareideologicamente le altre nazioni.intraprendere diverse iniziative, tra cui lacostituzione della Nasa.In quel periodo il lancio dello Sputnikvenne visto nell’Unione Sovietica e intutto il mondo come la conferma delle capacitàscientifiche e ingegneristiche dellaSopra, da sinistra: i tre astronauti dellamissione Apollo 11, Neil Armstrong, MichaelCollins ed Edwin “Buzz” Aldrin; alcuniesperimenti sul suolo lunare condottidurante l’Apollo 11 (sullo sfondo il Lem ela bandiera statunitense); una copia delloSputnik, il primo satellite artificiale, che fuinviato nello spazio dall’Unione Sovietica.Nella pagina precedente: la Luna.nazione. La corsa allo spazio assunse cosìun ruolo fondamentale; essa divenne unelemento essenziale sul piano della propagandacompiuta dalle due superpotenzenel tentativo di conquistare l’egemoniamondiale. La possibilità di tenere sottoscacco l’avversario fu uno degli obiettivipiù importanti perseguiti dai due blocchi:una prospettiva danzante sul sottile confinefra pace e guerra aperta, nella quale l’elementotecnologico giocò un ruolo fondamentale.In tale contesto la posizionedegli altri paesi non fu assolutamente marginale:gran parte della politica del terroresi fondò sulla possibilità di istallare basistrategiche nei paesi allineati, a ridossodei confini dell’altrapotenza. Lacreazione di basinell’Europa occidentalee a Cubafu un chiaro messaggiodi quanto,in realtà, Urss e Usa fossero vicine.Un altro elemento importante fu la diffusionedelle tecnologie da parte delle duesuperpotenze nei paesi allineati: sopratuttogli Usa divulgarono molto cautamente neipaesi Nato la propria conoscenza in campo22 • n. 2, maggio-agosto 2012

TecnocraziaIl primato di più antica università delmondo è stato a lungo conteso a Bolognadalla storica università di Parigi, laSorbona (a destra la celebre cupola dellasede centrale). Nella pagina precedente:una delle massime istituzioni accademichefrancesi, il Collège de France. Nella primapagina: una veduta di Parigi.litico fu il vero motore dei razzi Jupiter eSoyouz. Non solo: il programma spazialedelle nazioni in gioco mirò ad accostarea mirabili imprese la minaccia del possessoe dell’utilizzo di armi “spaziali”.Tale programma rasentò la fantascienza,rimanendo spesso un semplice elementodi propaganda. Tuttavia, il 23 marzo1983 il presidente Ronald Reagan proposela messa a punto di un programma diprotezione del paese dal lancio di missilibalistici: tale programma venne definitoStrategic Defense Initiative (Sdi), meglioconosciuto come “Scudo Spaziale”.Oggi la tecnologia che più contanon è quella bellica, ma quellainformatica: l’informazione èpotere.L’Sdi prevedeva l’utilizzo di basi siaterrestri sia spaziali per la difesa del territorionord-americano; in particolare leseconde avrebbero dovuto essere dotatedi raggi laser, in grado di intercettare letestate in volo, sottraendo a esse energiacinetica e deviandone completamente latraiettoria. Il progetto Sdi non venne maisviluppato del tutto, perché molto costosoe basato su una tecnologia ritenuta immaturaper quel tempo; la sua aura fantascientificadivenne invece un preziosostrumento per la propaganda sovietica,che utilizzò l’appellativo “Star Wars” perfare disinformazione sul progetto. L’argomento“Scudo Spaziale” non si esaurì comunquecon la fine della presidenza Reagan:le tecnologie maturate nel progettovennero ulteriormente sviluppate e sonoancora oggi al centro del dibattito di fuocofra la Casa Bianca e il Cremlino sullapossibilità, da parte della Nato, di poterinstallare uno scudo spaziale sul suolo europeoper difendersi non solo dai missili,ma anche dagli asteroidi.Oggi, la tecnologia che più conta nonè quella bellica ma quella informatica.“L’informazione è potere”, amava ripetereJ.E. Hoover, storico fondatore dell’Fbi.L’acquisizione dell’informazione, la suagestione e il suoriutilizzo sonoprocessi fondamentaliper l’affermazionedi unanazione sul pianointernazionale, siada un punto di vista difensivo (la protezionedal terrorismo) sia strategico (acquisizionedi informazioni esclusive). Ildominio della rete è l’obiettivo primariodi tutti i servizi di intelligence dei paesisviluppati: il controllo degli avvenimentiin ogni singolo angolo della Terra (e dellaporzione dello spazio a noi prossima) è uningrediente essenziale per vincere la corsaper la supremazia mondiale. In questaspecie di “Big Brother” globale, la tecnologiaaerospaziale continua ad avere unruolo di primissimo piano: soprattutto nelcampo delle osservazioni satellitari.Nonostante la rivoluzione conoscitivaportata avanti dall’informatica, il confinefra tecnologia realmente posseduta e fantascienzarimane ancora molto sottile. Ladisinformazione scientifica è il lubrificantegiusto per ungere gli ingranaggi del poterepolitico: molti leader del passato furonomaestri nell’utilizzare l’ignoranza diffusain campo tecnologico per fortificare ilproprio potere. Come Stalin, che diffusela paura del potere scientifico assunto daalcune élite presenti nel paese allo scopodi eliminarle: l’epilogo del delirio antiebraicostaliniano coincide con la “congiuradei medici”, l’assurda storia secondo cuivennero eliminati i medici del Cremlinoper essere sospettati di aver complottatol’assassinio dei loro importanti pazienti.Emblematica è anche la storia di Rasputin,santone di corte dell’ultimo zar, cheassunse un’enorme influenza sul sovranomillantando le sue doti di curatore.Tali episodi rendono evidente come latecnologia sia in grado di rafforzare il potereconsolidato e, allo stesso tempo, come il“potere” tecnico-scientifico, vero o millantato,venga spesso utilizzato per impadronirsidelle leve del potere politico, o quantomeno, per influenzarlo fortemente.panorama per i giovani • 23

TecnocraziaFoto: Nasa; Nasa; iStockphoto/TerryHealyspaziale, in modo da evitare che la tecnologiacadesse in mani sbagliate. In Italia, ilProgetto San Marco fu il primo programmadi collaborazione bilaterale, che vide impegnataprincipalmente la facoltà di Ingegneriadell’Università “La Sapienza” di Roma e laNasa nella ricerca scientifica e nella sperimentazionenello spazio tra il 1962 e il 1980.Il progetto segnò l’inizio del programmaspaziale italiano che, con il lancio del satelliteSan Marco 1, il 15 dicembre 1964, resel’Italia la terza nazione a effettuare il lancioin orbita di un satellite dopo Unione Sovieticae Stati Uniti. Il lancio fu possibile graziealle tecnologie fornite dalla Nasa: questodette grande risalto agli Usa. Col passaredegli anni, le collaborazioni internazionalisono diventate la colonna portante del settorespaziale: la condivisione della conoscenzain tale campo ha portato alla realizzazione diambiziosi progetti, come la Stazione spazialeinternazionale (Iss).Il sogno spaziale va dunque storicamentecontestualizzato, per arrivare allevere ragioni che spinsero Usa e Urss ainvestire fiumi di capitali nelle missioni:la volontà di esibire il proprio potere podellaGermania portò i maggiori scienziatidel Reich a rifugiarsi sotto l’ala protettricedelle nazioni vincitrici, prime fra tutteUsa e Urss. Tale “accoglienza” venneconcessa in cambio dell’accesso alle conoscenzein campo missilistico maturatedai nazisti, che furono il punto di partenzanella lotta per il primato tecnologico.La tecnologia appena scoperta vennepotenziata; essa dette vita non solo aimissili a lunga gittata per il sostegno delletestate nucleari, ma fu fondamentale ancheper la costruzione dei primi razzi spaziali.In tale contesto, le missioni spazialisi collocarono come raffinati strumentibellici, ideati per assoggettare ideologicamente– e non solo – le altre nazioni. Lacorsa allo spazio iniziò dopo il lancio delsatellite sovietico Sputnik 1, il 4 ottobre1957: esso fu il primo oggetto umano inorbita. Tale esibizione dell’avanguardiatecnologica russa acuì i timori statunitensidi perdere la supremazia mondiale: l’amministrazioneEisenhower fu sollecitata aLe missioni spaziali furonoraffinati strumenti bellici,ideati per assoggettareideologicamente le altre nazioni.intraprendere diverse iniziative, tra cui lacostituzione della Nasa.In quel periodo il lancio dello Sputnikvenne visto nell’Unione Sovietica e intutto il mondo come la conferma delle capacitàscientifiche e ingegneristiche dellaSopra, da sinistra: i tre astronauti dellamissione Apollo 11, Neil Armstrong, MichaelCollins ed Edwin “Buzz” Aldrin; alcuniesperimenti sul suolo lunare condottidurante l’Apollo 11 (sullo sfondo il Lem ela bandiera statunitense); una copia delloSputnik, il primo satellite artificiale, che fuinviato nello spazio dall’Unione Sovietica.Nella pagina precedente: la Luna.nazione. La corsa allo spazio assunse cosìun ruolo fondamentale; essa divenne unelemento essenziale sul piano della propagandacompiuta dalle due superpotenzenel tentativo di conquistare l’egemoniamondiale. La possibilità di tenere sottoscacco l’avversario fu uno degli obiettivipiù importanti perseguiti dai due blocchi:una prospettiva danzante sul sottile confinefra pace e guerra aperta, nella quale l’elementotecnologico giocò un ruolo fondamentale.In tale contesto la posizionedegli altri paesi non fu assolutamente marginale:gran parte della politica del terroresi fondò sulla possibilità di istallare basistrategiche nei paesi allineati, a ridossodei confini dell’altrapotenza. Lacreazione di basinell’Europa occidentalee a Cubafu un chiaro messaggiodi quanto,in realtà, Urss e Usa fossero vicine.Un altro elemento importante fu la diffusionedelle tecnologie da parte delle duesuperpotenze nei paesi allineati: sopratuttogli Usa divulgarono molto cautamente neipaesi Nato la propria conoscenza in campo22 • n. 2, maggio-agosto <strong>2012</strong>

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