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numero 2/2012 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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La salute Tecnocrazia nel mondoA sinistra: una miniera di carbone; lacreazione della Ceca (Comunità europeadel carbone e dell’acciaio) è all’origine delprocesso di integrazione europea. Nellapagina precedente: il Parlamento europeoa Bruxelles. Nella pagina successiva: lacittadina olandese di Maastricht, dove nel1992 venne firmato l’omonimo trattato.Il Trattato di Lisbona miraa realizzare uguaglianzademocratica, democraziarappresentativa e partecipativa.soprattutto nei confronti del Parlamentoeuropeo. Si tratta infatti di una istituzionela cui denominazione rimanda all’organorappresentativo per eccellenza all’internodelle democrazie europee contemporanee,ma la cui composizione discendevain origine da una elezione di secondo grado.A questo problema si è ovviato conuna modifica della procedura elettoraleche ha portato (giugno 1979) alle primeelezioni a suffragio universale diretto delParlamento europeo. Anche il potere legislativoche tale organo condivide conil Consiglio e con la Commissione perl’adozione degli atti comunitari è statoprogressivamente ampliato e rafforzatoattraverso atti successivi.La stessa esigenza di ridurre il deficitdemocratico mette in moto il processoche conduce all’attuale Unione Europeaattraverso l’Atto unico europeo (17 febbraio1986) e il Trattato di Maastricht (7febbraio 1992), che istituzionalizza il metodocomunitario e arriva a istituire unacittadinanza europea. Nel processo di democratizzazione,inteso come tentativo diavvicinamento alle istanze dei cittadini,può poi essere inserita l’approvazione dellaCarta di Nizza dei diritti fondamentali(7 dicembre 2000). La stessa circolazionein molti paesi di una moneta unica, l’Euro,ha in alcuni casi contribuito alla creazionedi un senso di coesione europea.Gli sviluppi più importanti, però, riguardanoil tentativo fallito di creare unavera e propria Costituzione per l’Europa(approvata il 29 ottobre 2004, ma abbandonatain seguito alla mancata ratifica diFrancia e Olanda), seguito dall’adozionedel Trattato di Lisbona (13 dicembre2007). Quest’ultimo, in particolare, miraa realizzare i tre principi dell’uguaglianzademocratica, della democrazia rappresentativa– affidando al Parlamento europeoun ruolo più importante e coinvolgendomaggiormente i parlamenti nazionali – edella democrazia partecipativa – attraversonuovi meccanismi di interazione tra i cittadinie le istituzioni, come il diritto di iniziativadei cittadini. Altri profili del trattato,come la creazione di un alto rappresentanteper gli affari esteri e la politica di sicurezza,rimandano alla volontà di replicare a livellocomunitario meccanismi tipici dellostato nazionale democratico.Parallelamente, con l’allargamentodella Commissioneeuropea –quintessenza dellatecnocrazia edepositaria di undiritto di propostaoggi annacquatooltremodo – e il suo conseguente indebolimento;con la scelta come presidentedi personaggi di non grande spessore ocarisma e soprattutto con l’emergere delConsiglio europeo come massimo organodecisionale, la tecnocrazia di Monnet èentrata in una profonda crisi. D’altro cantol’istanza democratica costituita dai capidi stato e di governo che si riuniscono aogni piè sospinto si è rivelata un mezzoper muovere verso una confederazionesempre più debole in cui le istanze nazionalifiniscono col prevalere, nonostante ledichiarazioni formali e la moltiplicazionedelle cariche (presidente permanente delConsiglio, vicepresidente della Commissionequale rappresentante per gli affariesteri, presidente dell’Eurogruppo, ecc.).Nonostante gli sforzi fatti – forse nonsempre nella giusta direzione – a livelloistituzionale e normativo, la questione diun deficit democratico in senso lato quindipermane, anzi si approfondisce e acquistanuove sfumature di significato nel corsodello scorso decennio. Accade infattiproprio ciò che si era cercato di evitare:si diffonde una disillusione nei confrontidelle strutture e dei meccanismi comunitariche si riflette in una forte ondata dieuroscetticismo. Concretamente, si osservauna crescita elettorale dei partiti euroscettici,soprattutto nell’Europa del Nord(ma si possono fare rientrare in questacategoria anche la Lega Nord italiana equalche componente del Popolo delle Libertà),e nazionalisti, anche di stampo fascista.I casi più recenti e clamorosi sonoil Movimento per un’Ungheria migliore,il Partito per la Libertà di Geert Wildersin Olanda, il Front National di Marine LePen in Francia, senza dimenticare la minacciaposta alle ultime elezioni grecheda Alba Dorata.Quali che siano le cause di questo permanentedistacco tra le élites burocratichee tecnocratiche della politica europea ei cittadini (con i loro rappresentanti) – ecertamente il grande allargamento di metàdecennio non ha contribuito a semplificarela posizione delle istituzioni europeedi fronte agli umori popolari – a tutt’oggiun equilibrio tra democrazia e tecnocrazianon è stato ancora raggiunto. Questaaggravata situazione è dovuta in parteconsiderevole all’impatto della crisi economica.Foto: iStockphoto (cbpix; catolla)16 • n. 2, maggio-agosto <strong>2012</strong>

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