TecnocraziaLa giungladei brevetti softwareA debate on software patenting has been active for years. Thearguments favouring it are: protection, economic benefit, stimulusto research and development. Critiques against it are mainly focusedon the consequences that software patents have on technologicaldevelopment.di Antonio LoquercioApple, Samsung, Google ogni giorno sifanno guerra in materia di brevetti, registratie infranti. Sebbene la grande competizioneinstauratasi in questo settore abbiaportato allo sviluppo di device sempremigliori, il conflitto sui brevetti è andatospesso a discapito del grande pubblico deiconsumatori e dell’innovazione in generale.Lo afferma, ad esempio, Richard Posner,giudice della United States Court ofAppeals for the Seventh Circuit a Chicagoe professore ordinario alla Universityof Chicago Law School, il quale a finegiugno ha respinto nella sua interezza lacausa di violazione di brevetto intentatada Apple contro Motorola, impedendoil ricorso in appello. Secondo il giuristail sistema brevettuale nell’ambito delleaziende It ha un’utilità assolutamente discutibile.La questione sorta in questi ultimianni circa i brevetti sulle idee astratte,ultimamente dette “invenzioni implementateal calcolatore”, si presenta in effettiSopra: tablet e smartphone sonorecentemente al centro di importantibattaglie legali per presunte violazionidi brevetti. Nella pagina a fianco: i tastiPageUp e PageDown, presenti su moltetastiere di computer, sono stati brevettatidalla Microsoft.abbastanza spinosa: le grandi aziende informaticheacquisiscono brevetti su concettibase della programmazione, senza iquali lo sviluppo libero e concorrenzialedel settore è impossibile. La prima soluzionesarebbe eliminare completamentequesto tipo di brevetti, ma ovviamente igiganti del settore non sono disposti a cederecosì facilmente.Se un titolo giuridico a un temporaneomonopolio legale era stato pensato esancito da diverse costituzioni nazionaliper incentivare lo sviluppo della scienza esostenere economicamente l’inventore attraversola sua “creatura”, attualmente laprivatizzazione delle idee si sta rivelandoun boomerang per lo sviluppo della conoscenza.Dal concetto stesso di tutela dell’inventorederiva che il titolo al brevetto èFoto: iStockphoto (franckreporter; Andyd)12 • n. 2, maggio-agosto <strong>2012</strong>
Tecnocraziagiustificato nel momento in cui lo sviluppodi un’idea richieda copiosi investimenti,soprattutto quando le invenzioni,per quanto innovative, non possonoessere convertite subito in un prodottocommercialmente appetibile. In campoinformatico, però, la situazione è abbastanzadiversa, poiché produrre continuamentenuove idee o nuovi programminon richiede grandi mezzi e strutture, ma‘solo’ una grande preparazione dell’inventoree del suo team di lavoro. Capitaspesso che gruppi indipendenti sviluppinoquasi contemporaneamente gli stessialgoritmi, sicché permetterne lo sfruttamentoesclusivo a uno solo di essi significherebbestroncare l’attività autonomadi tutti gli altri. La tutela dell’inventoresi trasformerebbe così, paradossalmente,in uno strumento per colpire alle spallela concorrenza.È inoltre importante sottolineare cheottenere la protezione del titolo giuridicoè una pratica tutt’altro che facile e agevole:molte piccole imprese, anche conelevate potenzialità, non potranno maiaccedervi e dovranno lavorare rispettando<strong>numero</strong>si brevetti, spesso realizzati daiIl conflitto sui brevetti è andatospesso a discapito del grandepubblico dei consumatori edell’innovazione in generale.loro stessi concorrenti. Per questo motivo,negli Stati Uniti in particolare, ma anchein Europa negli ultimi tempi, le piccole emedie imprese che lavorano nel settoredello sviluppo informatico sono praticamentescomparse. La sola speranza di sopravvivenzaper un piccolo imprenditoreche ha realizzato un progetto innovativoè di essere inglobato nelle grandi impreseche lavorano nel settore (Ibm, Apple,Microsoft), che sono in grado di acquisirela tutela giuridica necessaria. Queste ultimeusano il brevetto non solo per “proteggere”le loro invenzioni, ma anche esoprattutto per contrattare più facilmentel’acquisizione o la collaborazione di altresocietà.Tale pratica costituisce una seriaminaccia alla libera concorrenza e allosviluppo delle piccole e medie imprese.Bloccare il brevetto sulle idee nellaUe, dove è ancora aperta la discussionesull’importare o no il modello Usa, po-trebbe portare a condizioni più favorevoliall’economia del settore tecnologico,troncando di netto tutte quelle pratiche dimonopolio garantite da azioni legali. Ladirettiva sulle “Invenzioni implementateal calcolatore”, meglio conosciuta comedirettiva sulla brevettazione indiscriminata,è stata infatti bocciata dalla maggioranzaassolutadei membri delParlamento europeoil 6 luglio2005. Dato, però,l’elevato pesopolitico esercitatodalle lobby interessate al passaggio almodello americano, non sarà improbabile,in futuro, vedere tale direttiva ridiscussae approvata.Un monito contro l’approvazione ditali protezioni giuridiche è la famosa galleriadegli “orrori” dei brevetti americani,che può essere facilmente raggiunta sulweb, ricca di esempi di patent palesementesvantaggiose sia per il mercato sia perla società. Alcunicasi “eclatanti”possono essere ilclick del mousee i tasti Page Up,Page Down diproprietà Microsoft;il tasto Buy Now, presente in quasitutti i siti di compravendita online, che èstato “inventato” e successivamente brevettatoda Thomas Woolston; il cestino deirifiuti, usato praticamente in ogni tipo disistema operativo, che è un brevetto Apple.Il titolo al brevetto è giustificatonel momento in cui lo sviluppodi un’idea richieda copiosiinvestimenti.Eminenti studiosi si sono espressi controgli orrori dei brevetti; tra di loro DonaldKnuth, professore emerito dell’Universitàdi Stanford, massima autorità mondiale inalgoritmi, insignito dei più alti riconoscimentiin materia informatica, come il TuringAward, equivalente del premio Nobelper le computer sciences. Nel febbraio del1994, egli inviò al Commissario americanodei brevetti una lettera riguardantele conseguenze che l’attuale legislazionesulle invenzioni implementate al calcolatoreavrebbe portato sia al progresso ingenerale sia alla società americana. Knuthscriveva così: “Il Congresso ha saggiamentedeciso, molto tempo fa, che gli entimatematici non si possono brevettare. Sicuramentenessuno si sarebbe applicatoalla matematica se fosse stato necessariopagare un dazio ogniqualvolta si fosseutilizzato il teorema di Pitagora. I fondamentaliconcetti algoritmici che si stannobrevettando adesso sono talmente essenzialiche il risultato minaccia di esseresimile a quello che accadrebbe se si consentisseagli scrittori di brevettare le singoleparole e i concetti. Gli algoritmi sonofondamentali per il software come lo sonole parole per gli scrittori, perché costituisconole mattonelle con cui si costruisconoprodotti interessanti. Cosa accadrebbe sepanorama per i giovani • 13