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numero 2/2012 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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Tecnocraziacui è ravvisabile una forma di alienazione;d’altronde egli fu un attento critico diMarx, di cui non condivideva la pretesadi aver individuato l’unica interpretazionecorretta della realtà, ossia quella del materialismostorico-dialettico. Ancor più rilevanteè la netta distinzione tra funzionarie uffici, che porta con sé un’inevitabilespersonalizzazione ed una tendenza a deresponsabilizzaregli individui coinvolti.Queste caratteristiche generarono inWeber un atteggiamento ambivalentenei confronti della burocrazia moderna.Da una parte egli la ritiene tecnicamentesuperiore a qualunque altra forma diorganizzazione del lavoro e ne ammirale caratteristiche di rigore, dedizione ecompetenza; dall’altra la considera unodei fattori che hanno contribuito a trasformarela società in una macchina, nellaquale l’uomo rischia di sentirsi come inuna “gabbia d’acciaio”. Lo sviluppo dellafiducia nella ragione provoca un disincantodel mondo, consistente nella perdita diogni riferimento a spiegazioni e comportamentimagici, metafisici e religiosi, daI critici ritengono che laburocrazia odierna, soprattuttonelle organizzazioni pubbliche,sia legata al clientelismo.cui deriva una scissione tra razionalità evalori. Così Weber si esprime, con riferimentoa temi di grande attualità, ne L’eticaprotestante e lo spirito del capitalismo(Sansoni, Firenze 1945): “L’odiernoordinamento capitalistico […] imponea ciascuno, in quanto è costretto dallaconnessione del mercato, le norme dellasua azione economica. Il fabbricante,che costantemente contravviene a questenorme, viene senza fallo eliminato economicamentecosì come l’operaio, chenon può o non vuole a esse adattarsi, vienegettato in strada come disoccupato”.E oggi? Nel XX secolo si è assistitoa un aumento sempre maggiore per ampiezzae raffinatezza del controllo gerarchicodelle grandi organizzazioni sociali,private e pubbliche, ottenuto grazie a unosviluppo dei mezzi di informazione e comunicazioneche è andato ben al di là diciò che Weber poteva anche solo immaginare.L’incredibile e apparentementeinarrestabile sviluppo della conoscenza edella tecnica ha dato luogo a una parcellizzazionedel sapere che richiede competenzeestremamente specifiche e dunqueun <strong>numero</strong> sempre più elevato di funzionarispecializzati: un esempio ormai divenutoparadigmatico di tale fenomeno èla complessità raggiunta dal sistema dellerelazioni economiche,le qualicondizionano l’esistenzadelle aggregazionisocialianche di rangostatale in modonon comprensibile alla stragrande maggioranzadelle persone.I critici dell’idealtipo concepito dal filosoforitengono che la burocrazia odierna,in special modo nelle organizzazionipubbliche dove il profitto non intervienea misurare l’efficienza della combinazionedei fattori produttivi, sia intimamenteconnessa con il malcostume del clientelismo.Le file dei burocrati, infatti, tendono ainfoltirsi per la prassi politica di assegnareposti di lavoro nella Pubblica amministrazionea sostenitori, famigli, parenti, comegià accadeva nellaRoma imperiale.In concomitanzacon tale spintaverticale agiscequella orizzontaledella cooptazione,in quanto chi già fa parte del sistema burocraticoassume nuovi lavoratori in base acriteri discrezionali e non necessariamentelegati alle capacità e alle competenze. Laburocrazia mostra, in tal senso, un’innataMax Webertendenza a proteggere se stessa e il propriopotere, generando, però, inefficienza, che èl’opposto della razionalizzazione. L’applicazionerigida di regole e procedure standardizzate,inoltre, può soffocare la creativitàe la capacità di adattamento del sistemaPer Weber la razionalizzazione èl’essenza del capitalismo, ma unaburocrazia efficiente è necessariaanche nello stato socialista.per mantenere lo status quo, a differenza diquanto avviene con la tecnocrazia.Si avverte dunque l’esigenza un miglioramentodei meccanismi di controlloe regolamentazione; tuttavia, le politichedi controllo del deficit, specie quelle postein essere in rapporto alla attuale crisifinanziaria, hanno imposto in tutti i paesi ilproblema della riduzione della spesa pubblicae quindi in primo luogo quello dellalimitazione degli apparati burocratici. Anchein Italia è in corso un programma disemplificazione dell’amministrazione, alfine di liberare risorse e dare un nuovo impulsoalla produttività e alla competitivitàdelle imprese. Secondo il Ministero per laPubblica amministrazione e la semplificazione,“il risparmio derivante dalle misuredi semplificazione introdotte è stimato ‘aregime’ in oltre 8,1 miliardi all’anno perle Pmi” nel <strong>2012</strong>. È ancora aperto, in conclusione,il dibattito per la strutturazione diuna burocrazia che sappia attuare in concretoquelle potenzialità che Weber avevaacutamente intravisto.Max Weber nacque a Erfurt, in Turingia, nel 1864; il padre fu magistrato eparlamentare. Sin da piccolo mostrò interesse per la storia, i classici antichie la filosofia. Si laureò all’Università di Berlino, dove poi ottenne l’abilitazioneall’insegnamento. Fu docente di Economia politica anche a Friburgo e Heidelberg.Pur riconoscendosi sostenitore della politica espansionista tedesca, durante laPrima Guerra Mondiale svolse missioni ufficiose in diversi stati europei e tentòdi convincere i dirigenti tedeschi a evitare l’estensione del conflitto. Dopo laproclamazione della Repubblica di Weimar si presentò candidato con il nuovoPartito democratico per l’Assemblea Nazionale, senza però essere eletto. Morì nel1920 a Monaco dopo una breve malattia.I suoi contributi più conosciuti riguardano la Sociologia, ma i suoi studi spaziaronodall’Economia, alla Politica, alla Storia. Il nucleo principale dei suoi interessiscientifici è costituito dall’evoluzione del capitalismo moderno in relazione allareligione protestante (L’etica protestante e lo spirito del capitalismo, 1904-05) edalla definizione del metodo delle scienze sociali, per cui rimane famosa la teoriadell’avalutatività della scienza. Oltre a Economia e società, pubblicata postuma nel1922 e considerata la summa della sua attività in campo sociologico, di notevoleinteresse sono La scienza come vocazione e La politica come vocazione (1919).panorama per i giovani • 11

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