TecnocraziaFoto: iStockphot/PieroAnnoniBurocraziaL’analisi di Max WeberNowadays, bureaucracy is often perceived as a cornerstone of modernsystems of government. The term has a hybrid etymology: it wascoined in the XVIII century by the French economist Vincent deGournay adding to the French base bureau (office) the Greek suffixkratia (power). It was Weber who began the studies of bureaucracy,identifying it as the natural consequence of the modern process ofrationalization.di Ruggero PileriMolti di noi, quando sentono la parola“burocrazia”, associano a tale termine immagininon proprio esaltanti: lunghe codeagli sportelli degli uffici pubblici, moduliapparentemente senza fine da compilare,puntigliosi impiegati pronti a individuareogni minima imprecisione, lessico difficileo addirittura incomprensibile (il cosiddetto“burocratese”), lentezza e tortuositàdelle procedure e via dicendo; insomma,un sistema inefficiente che rende complicataanche l’operazione più semplice.Questa concezione sostanzialmentenegativa trova il suo fondamento nellaconstatazione degli inevitabili svantaggiconnessi con l’applicazione rigida di normepredisposte per la regolamentazionedi un determinato procedimento, la qualetroppo spesso costringe il cittadino a fronteggiareun meccanismo impenetrabile eapparentemente immodificabile. Per non“chiudersi” in questo atteggiamento disfiducia, è opportuno riflettere in modopiù approfondito sul concetto di burocraziaattraverso gli studi compiuti dalfilosofo, economista e sociologo tedescoMax Weber (vedi box).Egli fu infatti il primo, nella sua operaEconomia e Società, a definire la burocraziaindividuandone le caratteristicheessenziali. Nella concezione weberiana,essa si configura come espressione e risultatodel processo di razionalizzazionetipico delle società capitalistiche occidentali.Tale processo si sviluppa con ladiffusione di quella che egli definisce“razionalità formale rispetto allo scopo”,ossia l’agire razionale orientato all’individuazionedei mezzi in vista di un finedeterminato; questo comporta la trasformazionedei metodi di produzione, deirapporti sociali e delle strutture culturalitradizionali in procedure sistematiche,precise e calcolate razionalmente. In questoprocesso complessivo di specificazionefunzionale la burocrazia diviene la maniera,appunto razionale, con cui realizzarel’organizzazione umana su larga scala,dello stato come del partito, del sindacatocome dell’impresa.Sotto il titolo: i faldoni di un archivio; laburocrazia è un elemento fondamentaledegli stati moderni, ma è anche accusata diinefficienza e di clientelismo.L’ampia analisi del sociologo contemplaanche lo studio delle prime forme diapparati burocratici, le quali si incontranoin luoghi e tempi diversi. Ne sono esempiol’Egitto del nuovo regno, il tardo imperoromano, la Cina a partire dall’unificazionedell’impero. Tuttavia, il terreno specificosul quale l’organizzazione burocratica riescead affondare meglio le sue radici è offertodall’avvento del capitalismo borghesee della forma organizzativa tipica di talefenomeno economico, l’impresa, la qualerichiede una struttura gerarchica orientataal profitto. Weber ritiene così che la razionalizzazionesia l’essenza del capitalismo,ma fa anche notare come un apparato burocraticoefficiente sia indispensabile inugual modo per lo stato socialista.Vengono così delineati i tratti qualificantidello stato burocratico: in questo“governo di funzionari”, che necessitacomunque di un’entità che si posizioni alvertice dell’ideale piramide gerarchica, ilcompito dell’amministrazione è dare esecuzionealle decisioni prese dall’autorità,secondo un modello di potere definitolegale (in contrapposizione alle altre dueforme di potere tradizionale e carismatico)in quanto fondato sull’obbedienza aun ordinamento piuttosto che a una persona.La burocrazia, dunque, consisteinnanzitutto nella divisione e nella specializzazionedei compiti, i quali vengonofissati in modo stabile; in secondo luogo,l’apparato amministrativo si struttura inmodo decisamente gerarchico; esiste unsistema preciso di regolamentazione econtrollo, oltre che di registrazione, basatosu documenti scritti; il personaleviene assunto con contratto in seguito aun’adeguata istruzione e accetta l’incaricoa tempo pieno, a fronte del corrispettivodi una remunerazione in denaro. Intal modo, la mansione è a pieno titolouna professione ed il funzionario rispondea una vocazione, Beruf, svolgendo ilcompito assegnatogli con diligenza: a talproposito, come spesso accade, Weber faesplicito riferimento all’etica protestante,la quale considerava il successo nelleattività mondane come una speranza disalvezza concessa da Dio. Grande importanzariveste anche la separazione tra gliuomini e i mezzi dell’amministrazione, in10 • n. 2, maggio-agosto <strong>2012</strong>
Tecnocraziacui è ravvisabile una forma di alienazione;d’altronde egli fu un attento critico diMarx, di cui non condivideva la pretesadi aver individuato l’unica interpretazionecorretta della realtà, ossia quella del materialismostorico-dialettico. Ancor più rilevanteè la netta distinzione tra funzionarie uffici, che porta con sé un’inevitabilespersonalizzazione ed una tendenza a deresponsabilizzaregli individui coinvolti.Queste caratteristiche generarono inWeber un atteggiamento ambivalentenei confronti della burocrazia moderna.Da una parte egli la ritiene tecnicamentesuperiore a qualunque altra forma diorganizzazione del lavoro e ne ammirale caratteristiche di rigore, dedizione ecompetenza; dall’altra la considera unodei fattori che hanno contribuito a trasformarela società in una macchina, nellaquale l’uomo rischia di sentirsi come inuna “gabbia d’acciaio”. Lo sviluppo dellafiducia nella ragione provoca un disincantodel mondo, consistente nella perdita diogni riferimento a spiegazioni e comportamentimagici, metafisici e religiosi, daI critici ritengono che laburocrazia odierna, soprattuttonelle organizzazioni pubbliche,sia legata al clientelismo.cui deriva una scissione tra razionalità evalori. Così Weber si esprime, con riferimentoa temi di grande attualità, ne L’eticaprotestante e lo spirito del capitalismo(Sansoni, Firenze 1945): “L’odiernoordinamento capitalistico […] imponea ciascuno, in quanto è costretto dallaconnessione del mercato, le norme dellasua azione economica. Il fabbricante,che costantemente contravviene a questenorme, viene senza fallo eliminato economicamentecosì come l’operaio, chenon può o non vuole a esse adattarsi, vienegettato in strada come disoccupato”.E oggi? Nel XX secolo si è assistitoa un aumento sempre maggiore per ampiezzae raffinatezza del controllo gerarchicodelle grandi organizzazioni sociali,private e pubbliche, ottenuto grazie a unosviluppo dei mezzi di informazione e comunicazioneche è andato ben al di là diciò che Weber poteva anche solo immaginare.L’incredibile e apparentementeinarrestabile sviluppo della conoscenza edella tecnica ha dato luogo a una parcellizzazionedel sapere che richiede competenzeestremamente specifiche e dunqueun <strong>numero</strong> sempre più elevato di funzionarispecializzati: un esempio ormai divenutoparadigmatico di tale fenomeno èla complessità raggiunta dal sistema dellerelazioni economiche,le qualicondizionano l’esistenzadelle aggregazionisocialianche di rangostatale in modonon comprensibile alla stragrande maggioranzadelle persone.I critici dell’idealtipo concepito dal filosoforitengono che la burocrazia odierna,in special modo nelle organizzazionipubbliche dove il profitto non intervienea misurare l’efficienza della combinazionedei fattori produttivi, sia intimamenteconnessa con il malcostume del clientelismo.Le file dei burocrati, infatti, tendono ainfoltirsi per la prassi politica di assegnareposti di lavoro nella Pubblica amministrazionea sostenitori, famigli, parenti, comegià accadeva nellaRoma imperiale.In concomitanzacon tale spintaverticale agiscequella orizzontaledella cooptazione,in quanto chi già fa parte del sistema burocraticoassume nuovi lavoratori in base acriteri discrezionali e non necessariamentelegati alle capacità e alle competenze. Laburocrazia mostra, in tal senso, un’innataMax Webertendenza a proteggere se stessa e il propriopotere, generando, però, inefficienza, che èl’opposto della razionalizzazione. L’applicazionerigida di regole e procedure standardizzate,inoltre, può soffocare la creativitàe la capacità di adattamento del sistemaPer Weber la razionalizzazione èl’essenza del capitalismo, ma unaburocrazia efficiente è necessariaanche nello stato socialista.per mantenere lo status quo, a differenza diquanto avviene con la tecnocrazia.Si avverte dunque l’esigenza un miglioramentodei meccanismi di controlloe regolamentazione; tuttavia, le politichedi controllo del deficit, specie quelle postein essere in rapporto alla attuale crisifinanziaria, hanno imposto in tutti i paesi ilproblema della riduzione della spesa pubblicae quindi in primo luogo quello dellalimitazione degli apparati burocratici. Anchein Italia è in corso un programma disemplificazione dell’amministrazione, alfine di liberare risorse e dare un nuovo impulsoalla produttività e alla competitivitàdelle imprese. Secondo il Ministero per laPubblica amministrazione e la semplificazione,“il risparmio derivante dalle misuredi semplificazione introdotte è stimato ‘aregime’ in oltre 8,1 miliardi all’anno perle Pmi” nel <strong>2012</strong>. È ancora aperto, in conclusione,il dibattito per la strutturazione diuna burocrazia che sappia attuare in concretoquelle potenzialità che Weber avevaacutamente intravisto.Max Weber nacque a Erfurt, in Turingia, nel 1864; il padre fu magistrato eparlamentare. Sin da piccolo mostrò interesse per la storia, i classici antichie la filosofia. Si laureò all’Università di Berlino, dove poi ottenne l’abilitazioneall’insegnamento. Fu docente di Economia politica anche a Friburgo e Heidelberg.Pur riconoscendosi sostenitore della politica espansionista tedesca, durante laPrima Guerra Mondiale svolse missioni ufficiose in diversi stati europei e tentòdi convincere i dirigenti tedeschi a evitare l’estensione del conflitto. Dopo laproclamazione della Repubblica di Weimar si presentò candidato con il nuovoPartito democratico per l’Assemblea Nazionale, senza però essere eletto. Morì nel1920 a Monaco dopo una breve malattia.I suoi contributi più conosciuti riguardano la Sociologia, ma i suoi studi spaziaronodall’Economia, alla Politica, alla Storia. Il nucleo principale dei suoi interessiscientifici è costituito dall’evoluzione del capitalismo moderno in relazione allareligione protestante (L’etica protestante e lo spirito del capitalismo, 1904-05) edalla definizione del metodo delle scienze sociali, per cui rimane famosa la teoriadell’avalutatività della scienza. Oltre a Economia e società, pubblicata postuma nel1922 e considerata la summa della sua attività in campo sociologico, di notevoleinteresse sono La scienza come vocazione e La politica come vocazione (1919).panorama per i giovani • 11