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numero 3/2010 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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150 anni di Unità d’ItaliaA sinistra: il Vittoriano, a Piazza Venezia(Roma), è uno dei simboli dell’Unità d’Italia.Nella pagina seguente: cantieri per l’Expodi Milano 2015.Foto: iStockphoto.com/PaoloGaetanoRitratto diuna nazione unitaIl Museo Centrale del Risorgimento e la mostra “Gioventù Ribelle”: nelloscrigno del Vittoriano vive la memoria della storia italiana.di Elena MartiniLe installazioni accostanocelebri frasi dei padri dellapatria a passi del diario di unosconosciuto garibaldino.Alla morte di Vittorio Emanuele II, nel1878, il Parlamento decise di costruire aRoma un monumento dedicato al primoRe dell’Italia unita, che prese il nome diVittoriano. Oggi, troneggiante su piazzaVenezia, esso ospita il Museo Centrale delRisorgimento: uno straordinario archiviodella memoria dell’epopea nazionale cheripercorre le tappe fondamentali della storiaitaliana dalla metà del Settecento allaPrima Guerra Mondiale. Scrigno perfettoper i cimeli che richiamano la nascitadell’Italia, il monumento nazionale a VittorioEmanuele II accoglie la salma delMilite Ignoto e viene oggi consideratouno dei simboli della Repubblica.Salita la scalinata bianchissima checonduce al museo, quello che più colpisceè un gigantesco monumento in gesso,commissionato allo scultore Vito Pardoper celebrare la fondamentale vittoria delgenerale Cialdini nella battaglia di Castelfidardo.Ci si imbatte poi in una serie dibusti e armi, quadri e medaglie che rievocanoi protagonisti e gli antagonisti delprocesso risorgimentale italiano: la copertadi Garibaldi ferito sull’Aspromonte,citazioni di Mazzini, Vittorio Emanuele IIe papa Pio IX, fino al volantino tricolorelanciato su Vienna da D’Annunzio. La visitaprosegue in un corridoio dove oggettie documenti nelle teche scandiscono letappe delle diverse guerre d’indipendenza,per terminare in una sala interamente dedicataal ruolo italiano nella Prima GuerraMondiale. Di particolare interesse sono ipercorsi monografici proposti lungo tuttigli spazi espositivi, su tutti un accuratoapprofondimento sulla Storia della linguanella storia d’Italiadai neoclassicialla letteratura delnuovo Stato.All’uscita delmuseo l’IstitutoLuce ha collocatouna serie di video-installazioni proiettatea rotazione nei diversi giorni della settimana,fra cui spicca il film Gloria. LaGrande Guerra 1915-1918 (1934), realizzatounendo pellicole originali a materialiprovenienti dall’archivio dell’Istituto perla Storia del Risorgimento italiano.Oltre all’esposizione permanente ealle mostre temporanee, il Museo Centraledel Risorgimento al Vittoriano propone,in occasione del centocinquantesimoanniversario dell’unità d’Italia, unpercorso dedicato ai giovani uomini edonne che hanno lottato e si sono spessosacrificati perché credevano in unapatria italiana. La mostra, intitolata GioventùRibelle. L’Italia del Risorgimento(dal 4 novembre al 18 dicembre 2010),sembra pensata in modo tale da stimolareuno spontaneo parallelismo tra i giovaniprotagonisti dell’epopea risorgimentale ei giovani italiani d’oggi. Nelle due sezioniMorire a vent’anni e Amabili resti lacolonna sonora è del maestro GiovanniAllevi, le video-installazioni accostanoattori italiani emergenti a documentaridell’Istituto Luce e celebri frasi dei padridella patria a passi del diario di uno sconosciutodurante la spedizione dei Mille.Tra biografie e fotografie di pensatori, patrioti,uomini e donne come Luciano Manara,Ippolito Nievo, Nino Bixio, CarloPisacane, Benedetto Cairoli, la Contessadi Castiglione, Colomba Antonetti e moltialtri, colpiscono molte citazioni: “Fratellid’Italia quanti siete dalle Alpi sino aSpartivento!”, “Ogni speranza sta in noi,in noi soli”, “È giunto finalmente il giornoin cui la patria deve riconoscere quantovalgono i suoi figli, in cui ogni italianodev’essere un eroe o morire dal rossore”.Sono parole coraggiose, eroiche, forsetroppo retoriche per le disincantate orecchiedi molti giovani. Ma queste parolescritte dai ventenni di centocinquantaanni fa hanno il merito di mettere noiventenni di oggi di fronte a un progettoche esisteva nelle loro menti e che ha presocorpo per diventare l’Italia.Lasciare da parte per un’ora il dibattitopolitico, la congiuntura economica e letensioni sociali odierne per cercare di comprenderee di rinvigorire il senso di quelprogetto farebbe bene a ogni italiano. Ilcentocinquantesimo anniversario dell’unitàpolitica può offrirne il destro.44 • n. 3, settembre-dicembre 2010

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