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numero 3/2010 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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150 anni di Unità d’ItaliaA sinistra: la valle di Trento e le montagneche la circondano. Nella pagina seguente:Henry Dunant in una stampa ottocentesca.Foto: iStockphoto.com/morozenaGli alpinisti tridentiniDalla lotta per l’identità culturale a quella per la montagna.di Aleksandra ArsovaLa storia della Sat (Società degli AlpinistiTridentini) ha un inizio non moltodiverso da quello di altre società diepoca risorgimentale, nate in difesadella lingua e della nazionalità italiana.Quando nel 1872 i trentini NapomucenoBolognini e Prospero Marchetti deciserodi farsi promotori di una società alpinalocale, uno dei loro intenti primari eraappunto di carattere patriottico, dal momentoche si voleva rivendicare l’identitàdel Trentino e il suo legame con lacultura italiana, essendo esso ancorasotto la dominazione asburgica. Sonoinnumerevoli gli episodi riconducibiliproprio a quest’ideale patriottico. Bastiricordare, ad esempio, la scelta della SatCiò che ha distinto la Sat dallealtre società risorgimentali èstato l’interesse per la montagnae per il territorio del Trentino.di battezzare con il nome Roma una vettadel Brenta scalata nel 1875, a pochianni cioè dalla Breccia di Porta Pia. Giànel 1876, d’altronde, la Società vennesciolta dalle autorità austriache proprioa causa del suo atteggiamento filo-italiano.Né si può dimenticare, qualchedecennio più tardi, la partecipazionevolontaria dei soci della Sat alla PrimaGuerra Mondiale in favore dell’unificazionedel Trentino all’Italia.In tutto questo, però, ciò che davveroha distinto quella degli alpinisti tridentinidalle altre società risorgimentali e hafatto sì che durasse sino ad oggi è il suointeresse per la montagna e per il territoriodel Trentino. Fin dalle sue origini,la Sat si diede l’obiettivo di restituiredignità alla propria regione, studiandoneil territorio, tutelandone la flora e lafauna e cercandoanche di avvicinarel’uomo allanatura. Testimonianzaesplicitadi tale finalità èil primo statuto,risalente all’anno di fondazione: “LaSocietà si prefigge di raggiungere ilsuo scopo mediante ricerche scientifichesulle montagne, e descrizioni delle medesime,desunte da tutti i diversi punti divista, sotto i quali si presentano”. Questaattività nel settore ambientale e naturalisticoha ovviamente subito un’evoluzionenei 138 anni di vita della Società:dalla semplice conoscenza dell’ambientemontano, mediante ricerche di caratterescientifico nei più svariati campi, quali lageografia, la geologia, la limnologia (lostudio degli ecosistemi di acqua dolce) ela speleologia, si è passati all’educazionealla montagna e all’alpinismo, come dimostranola rete dei sentieri alpinistici, lacreazione di rifugi e di guide alpine, pergiungere infine all’interesse per la salvaguardiae la protezione della montagna.Riguardo a quest’ultimo punto, la Satha sempre cercato di mediare in manieralungimirante la realtà di quest’ultimae i bisogni dell’uomo, tentando di educareal rispetto del bene pubblico comepatrimonio da utilizzare con accortezzae da preservare per le generazioni future.Talvolta questo atteggiamento ha portatola Società a prendere una posizione contrariaa certe forme di sfruttamento turisticoe alla costruzione di infrastruttureche poco si conciliano con il paesaggio.Risale agli anni Sessanta, per esempio, laquestione del “Brenta da salvare”: cometestimonia un opuscolo dell’epoca, vennesollevato il problema della opportunità direalizzare una nuova funivia che avrebbedanneggiato dal punto di vista sia morfologicosia estetico la montagna forse piùcara ai Trentini. Venendo ad anni più recenti,merita di essere ricordato almenoil Congresso di Ala del 1982, dove perla prima volta, grazie all’idea di istituirei parchi non solo a livello burocraticoma con una funzione civica, si cercò diaffiancare alla difesa della natura quelladelle tradizioni dell’identità trentina.Oggi, a quasi 140 anni dalla sua fondazione,la Sat prosegue con determinazionele proprie attività, puntando nonsolo sulla valorizzazione del territoriolocale, ma mirando a collaborazioni dirilevanza nazionale e internazionale,con lo scopo principale di avvicinare igiovani all’alpinismo e di far rinascerein loro l’amore per la natura e per lamontagna.38 • n. 3, settembre-dicembre 2010

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