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numero 3/2010 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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150 anni di Unità d’ItaliaCi sono anche gli italiani fra i grandidella scienza del Novecentodi Damiano RicceriIn un periodo in cui in Italia si (ab)usadi espressioni quali “fuga di cervelli” o“mancanza di Meritocrazia” non possiamodimenticarci di tanti italiani che hannoscritto pagine molto importanti nella storiadella scienza. Molti di loro hanno lavoratoall’estero, ma hanno cominciato o proseguitole loro ricerche in Italia, dimostrandol’importanza, soprattutto nel settore dellaricerca, dei continui scambi con altre realtà.Pensiamo ai fisici teorici che, capeggiati daEnrico Fermi (1901-1954), Premio Nobel perla Fisica nel 1938 grazie al suo lavoro sullaradioattività, hanno dato origine a Roma a unascuola di Fisica Teorica che ancora oggi è daconsiderarsi tra le migliori al mondo: studiosiquali Segre, Majorana e Rasetti (oltre al giàcitato Fermi) hanno infatti ottenuto risultati chesono pietre miliari della moderna Fisica.Gli esempi si estendono subito ad altriambiti: basti pensare – per restare ai vincitoridel Nobel – a Rita Levi Montalcini (1909-),vincitrice dell’ambito premio nel 1986per le sue importanti scoperte nel campodella Neurobiologia, animata ancora oggi(nonostante il secolo di vita) da un’incrollabilepassione scientifi ca, che si sposa colprofondo impegno civile.Un altro luminoso esempio nel campobiomedico è rappresentato da RenatoDulbecco (1914-), anch’egli insignito delNobel per la Medicina (1975) grazie ai suoistudi sugli effetti dei tumori sulle cellule. Giàquesto breve elenco (che potrebbe allungarsidi molto) mostra i contributi eccezionali datida molti italiani ai più disparati campi dellascienza: è anche da questi risultati che moltiricercatori traggono stimolo per continuare alavorare, nonostante le diffi coltà contingenti.Fratelli d’Italia,fratelli di criminiDal fenomeno del brigantaggio alla nascita della mafia: storia dell’Unitàsotto il profilo della criminalità. Una panoramica dell’Italia di ieri perconoscere l’Italia di oggi.di Chiara CuriaI NOBEL SCIENTIFICI ITALIANIChimicaGiulio Natta (1963)FisicaGuglielmo Marconi (1909)Enrico Fermi (1938)Emilio Segre (1959)Carlo Rubbia (1984)Riccardo Giacconi (2002)MedicinaCamillo Golgi (1906)Daniel Bovet (1957)Salvador Luria (1969)Renato Dulbecco (1975)Rita Levi Montalcini (1986)Nel corso di tutta la Divina CommediaDante fa spesso riferimento all’Italia delsuo tempo, apostrofandola con paroledure, graffianti, taglienti. Nel VI canto delPurgatorio, per esempio, pronuncia congrande foga una delle sue invettive più celebri:“Ahi serva Italia, di dolore ostello,/ nave sanza nocchiere in gran tempesta,/ non donna di province, ma bordello!”.Viene da chiedersi cosa ne penserebbe oraDante della sua Italia unita. Di certo, se fupossibile unire l’Italia dal punto di vistageopolitico, ci fu poca attenzione a unireil paese anche da quello culturale e sociale:conclusa l’impresa dei Mille, acquisironolo status di cittadini italiani gentiche parlavano idiomi diversi, che avevanoavuto una storia diversa e ragionavanosecondo valori e ideali diversi. Nacquein tale contesto anche la questione meridionale,con il suo carico di reciprocheaccuse e incomprensioni. Da una partec’erano coloro che lamentavano il fattoche un’economia vivace e attiva quale eraquella del Regno delle Due Sicilie fossestata rallentata, se non addirittura bloccata,dalla “piemontesizzazione”. Dall’altraquanti, al contrario, propagavano la visionedi un Mezzogiorno flagellato dalla miseriae dall’oppressione durante il regnoborbonico, terra di delinquenza, focolaiodi comportamenti asociali e antisociali,pronto a infettare anche le zone “sane”della penisola. Affrontare questo proble-Foto: iStockphoto.com/BanksPhotospanorama per i giovani • 25

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