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numero 3/2010 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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150 anni di Unità d’ItaliaFoto: iStockphoto (manichino; tommaso79)Superati i primi anni del dopoguerra,prese corpo, sull’onda di un rinnovato sviluppoeconomico, un progetto innovativo:l’autostrada, ovvero “una nuova strada riservataesclusivamente al traffico a motore”.Come riporta l’Anas nei suoi archivi,è nel 1922 che l’ing. Piero Puricelli elaboròil progetto dell’autostrada Milano-Laghi;il 21 settembre 1924 ne fu inauguratala tratta iniziale, la Milano-Varese. Conl’avvento del fascismo, lo sviluppo dellarete stradale divenne un obiettivo prioritariodel governo, anche per ragioni propagandistiche.Nel 1928 nasceva l’Aass,Azienda autonoma statale della strada(l’antenata dell’Anas, Azienda nazionaleautonoma delle strade). Lo sviluppo dellarete, invece, subiva una parziale battutad’arresto: tra il 1923 e il 1938 ci si occupapraticamente solo dell’autostrada edei suoi primi 479 km e vengono costruiti,invece, solamente 3.296 km di strademinori. Tra il 1938 e il 1941 i chilometridi autostrade estrade in eserciziorestano gli stessi el’entrata in guerranel 1940, fra le altreterribili conse-Nel primo dopoguerra nacqueuna nuova idea: l’autostrada, unastrada riservata esclusivamenteal traffico a motore.guenze, avrebbeportato nel giro di pochi anni al dissestocompleto delle reti di trasporto esistentie a un vero e proprio stato di emergenzadella rete viaria.Chi avrebbe potuto prevedere, dunque,che meno di dieci anni dopo, con la motorizzazionedi massa, gli italiani si sarebberoletteralmente riversati sulle strade?Nel 1955 la Fiat presenta la 600, la primautilitaria dal prezzo contenuto. Nel 1956la Piaggio produce il milionesimo esemplaredella Vespa. Un anno dopo, è la voltadella Fiat 500. Dal 1954 al 1964 le automobilipassano da 342.000 a 4.670.000e i motoveicoli da 700.000 a 4.300.000.Non è un caso, perciò, se è proprio in questoperiodo che si realizza un incrementodavvero epocale della rete autostradale:dai 500 km di autostrade del 1941 si passaai 5.500 del 1975. La crescita economicadel paese porta con sé anche l’esigenza di“allargare” i propri confini: l’apertura, nel1964, del Traforo del Gran San Bernandoe l’inaugurazione, nel 1965, del Traforodel Monte Bianco risolvono il problemadelle comunicazioni stradali con la Svizzerae con la Francia durante i mesi invernalie costituiscono un traguardo per ilpaese intero. Nel 1975, infine, hanno inizioanche i lavori per il Traforo del Frejus,aperto cinque anni dopo.Gli ultimi trent’anniGli anni Ottanta, iniziati con un nuovoslancio per il rilancio delle rete viaria (ilUn treno ad alta velocità Freccia rossaentra nella stazione di Milano Centrale. Inalto: un tratto autostradale in Abruzzo.16 • n. 3, settembre-dicembre 2010

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