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numero 3/2010 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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150 anni di Unità d’ItaliaFoto: iStockphoto (empusa; craftvision)Italiani, popolo di poeti,santi ed emigrantiA centocinquant’anni dall’Unità, occorre una riflessione condivisa sulfenomeno emigratorio italiano, per affrontare al meglio le nuove sfidesocio-demografiche del Bel Paese.di Livio GhilardiDal 1861 ad oggi il numero dicittadini italiani che hannolasciato la loro terra d’origineha superato i 30 milioni.L’emigrazione è da sempre un elementopressoché onnipresente nella storia dell’Italiaunita. Sin dai suoi primissimi vagiti,lo stato italiano si è misurato con questofenomeno, la cui rilevanza non è legataesclusivamente all’ambito demografico,ma anche e soprattutto alle evoluzioni economichee sociali. Dal 1861 ad oggi, il numerodi cittadini italiani che hanno lasciatola loro terra d’origine verso altri paesi haabbondantemente superato i 30 milioni. Eil fenomeno, sebbene notevolmente lontanodai picchi numerici segnati nel primodecennio del XX secolo, non sembra arrestarsi.Esso assume semmai nuove formee riguarda diverse fasce della popolazioneitaliana, mentre cresce, di converso, l’immigrazioneverso l’Italia da parte, soprattutto,delle popolazioni di quei paesi che siaffacciano sul Mar Mediterraneo o la cuieconomia è ancora fortemente arretrata.Prima del 1861, gli Stati che di lì apoco sarebberostati assorbitidal Regno d’Italianon subivanoflussi migratori dilivello significativo,anche a causadelle politiche economiche da essi adottate.Sebbene si sia erroneamente portati apensare che l’emigrazione caratterizzassegià allora il Sud (all’epoca riunito sotto ilRegno delle Due Sicilie), in realtà furonosoprattutto gli stati della parte settentrionaledella penisola a essere protagonistidei primi flussi migratori, rivolti in particolareverso la Francia, la Svizzera e il nascentestato tedesco, mentre nel Meridionenon vi erano movimenti degni di nota.Con l’unificazione del Regno d’Italiatra il 1861 e il 1870, e in particolare dal1876, cominciarono i primi veri e propriflussi migratori verso il resto d’Europa ele Americhe. Ancora una volta, si trattòdi un fenomeno prevalentemente “settentrionale”:gli abitanti di Veneto, Friuli-VeneziaGiulia e Piemonte componevano il47% degli italiani che a fine Ottocento abbandonaronoil neonato regno alla ricercadi migliori fortune, cercando di lasciarsialle spalle difficilissime condizioni economiche.Anche al Sud, tuttavia, dal 1880iniziarono a profilarsi quelle dinamicheche avrebbero raggiunto livelli altissimidi lì a pochi decenni.La motivazione principale di un fenomenodi tale portata va certamente ricercatanegli sconvolgimenti economici, socialie demografici che segnarono i primianni della storia dell’Italia unita. Sebbenesi fosse ormai formato lo Stato italiano(non senza difficoltà e contrasti interni,basti pensare al fenomeno del brigantaggio),il neonato regno era tuttavia privo diunità economica. Lo sviluppo industrialeera solo agli albori e riguardava esclusiva-panorama per i giovani • 11

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