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numero 3/2010 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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150 anni di Unità d’ItaliaIl prestigio di vecchie capitalie il sogno unitarioDopo la costituzione dello Stato italiano le antiche capitali dei regnipre-unitari sono destinate a una lenta e inesorabile involuzioneprovincialista: evanescenti ombre alle periferie dell’Italia.di Marianna Meriani“Ogni collettività umana avente un riferimentocomune e una propria cultura e unapropria tradizione storica, sviluppata suun territorio geograficamente determinato[…] costituisce un popolo. Ogni popolo hadiritto d’identificarsi in quanto tale. OgniSolo il 17 marzo 1861 l’Italia puòproclamarsi uno Stato unitario eprepararsi ad affrontare le nuovesfide della modernità.popolo ha diritto di affermarsi come Nazione”.È la dichiarazione dei diritti collettividei popoli, firmata a Barcellona nelmaggio del 1990, a positivizzare il dirittonaturale dei popoli all’autodeterminazioneesterna e alla liberazione dal giogo straniero.È stata l’Italia tutta ad aver scosso lesue dolenti membra, vessate ormai da tanti,troppi secoli, dall’invasore straniero. È statoil ΧIΧ secolo il tempo dei grandi motiliberali, che hanno visto una nazione nonancora Stato in vestedi attrice sul setdella storia, nel disperatodesideriodi unire quanto erastato fino a quelmomento artificialmentediviso, non potendo più metterea tacere quello spirito di ricongiungimentoche anelava a costituire l’Italia e lanciavaun triste grido all’invasore perché liberasseuna terra che non gli apparteneva: “o stranieri,nel proprio retaggio / torna Italia, e ilsuo suolo riprende; / o stranieri strappatele tende / da una terra che madre non v’è”(Marzo 1821, A. Manzoni).Solo il 17 marzo 1861 l’Italia può proclamarsiuno Stato unitario e prepararsicosì ad affrontare le nuove sfide della modernità,dovendo però far fronte a una seriedi problematiche derivanti dal repentinomutamento istituzionale. Sicuramente nonpossono essere passate sotto silenzio lequestioni connesse all’involuzione provincialistadelle capitali dei regni pre-unitari,anche se non manca qualche eccezione percittà come Torino, che, pur spodestata nel1865 dall’elevazione di Firenze a capitaledel neonato Regno d’Italia in attesa dicedere lo scettro a Roma, vivrà comunqueun grande sviluppo futuro in quanto centropropulsore del vecchio regno sabaudo, divenutoleader nella conduzione della politicaitaliana. È principalmente Napoli, chedel vecchio Regno delle Due Sicilie erastata florida capitale, a divenire spettro dise stessa, passando da un’antica condizioneche l’aveva vista protagonista sulla scenaeconomico-culturale a testimonianzaancor viva di quella lacerazione profondatra un Nord all’avanguardia e un Sud og-Foto: iStockphoto/lrescigno8 • n. 3, settembre-dicembre 2010

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