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Architettura etica una finestra sul futuro?

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La salute nel mondo<strong>Architettura</strong> <strong>etica</strong>:<strong>una</strong> <strong>finestra</strong> <strong>sul</strong> <strong>futuro</strong>?L’architetto romano Cesare Rocchi è presidente dell’associazione“Organism”, con<strong>sul</strong>ente di società di costruzione e ha insegnato peranni nei corsi del professor Luigi Pellegrin presso “La Sapienza” diRoma.a cura di Selene FavuzziMolta terra smossa e materiali di costruzione,operai al lavoro e oggetti postisecondo l’ordine confuso delle coseprovvisorie… non siamo su un cantiere,ma di fronte a <strong>una</strong> casa che staappena ristrutturando: la sua. La lucedefinisce i contorni e le pareti si specchianonelle grandi finestre mobili d’unportico che vi gira tutto intorno: i vuotisono in armonia quasi musicale con leforme e i profili dell’edificio. La primadomanda a un architetto sensibile alletematiche ambientali sorge spontanea,visto che quando costruiamo la nostracasa mettiamo di sicuro in atto tutti gliaccorgimenti possibili per risponderealle istanze che ci stanno più a cuore…e così gli domando quali provvedimentistia prendendo nel ristrutturare un edificiogià esistente.Oltre ai provvedimenti più ovvi che potenzianola protezione termica delle pareticon gli isolanti, ci sono due interventiche qui ho messo in atto per ottimizzare ilconsumo energetico. Il primo è la realizzazionedi un portico dotato di aperturemobili, che permetta <strong>una</strong> doppia schermaturad’inverno per riparare dal freddoe <strong>una</strong> circolazione continua dell’aria inestate, oltre all’ombreggiatura. Il secondoè la cura minuziosa dell’esposizioneal sole e agli agenti atmosferici tramitestudi approfonditi e parametri semprediversi.L’utilizzo razionale dell’energia tramitel’applicazione di tecnologie efficientie tecniche attentamente calibrate è unfine o un mezzo?Tutto quello che viene fatto è un mezzo,il fine è ben più alto: la tensione <strong>etica</strong> cheanima l’intimo di ogni professione, ness<strong>una</strong>esclusa. La differenza fra uomo eanimale è infatti nella sua fantasia, ovveronella capacità d’immaginare cose che nonesistono: egli si evolve non come l’aquila,che per cacciare ha sviluppato gli artigli,bensì costruendo protesi al di fuori disé, col fine unico di migliorare le propriecondizioni di vita.Quindi che ruolo ha la tecnologia? Ed èdavvero la causa di tutti i mali?Il cambiamento dell’uomo deriva dallatecnologia ed è strettamente e intimamen-panorama per i giovani • 19


Energia da risparmiarete legato ad essa. Non possiamo negarequesto rapporto, altrimenti non potremmofar altro che regredire. È però fondamentalenon perdere di vista il fatto chequeste sono nostre mere protesi, che in sécontengono varie potenzialità, ma sta soloall’uomo che le utilizza decidere qualeuso farne.Pensa che si possano valutare gli investimentiper un’edilizia volta al risparmiodi energie non rinnovabili intermini economici di Roi (return oninvestment), che si ottiene dividendo ilri<strong>sul</strong>tato operativo per il capitale investito?Sì, secondo me è possibile, ma devono essereconsiderati anche il ritorno gestionale(che dipende strettamente dall’<strong>etica</strong> concui viene amministrato) e quelli indirettiche per forza di cose non sono quantificabilieconomicamente (sociali, ambientali,paesaggistici).Restando in tema, il consumo energeticoannuale di superficie riscaldata almetro quadro di un’abitazione italianaa norma (secondo la Legge 10/91)è superiore di sei volte a quello di <strong>una</strong>cosiddetta “casa passiva”. Che cos’è ecosa la caratterizza?La casa passiva obbedisce alla doppiaistanza di ottimizzare lo sfruttamentodell’energia non rinnovabile a disposizione,al fine di migliorare la qualità eil comfort dell’ambiente domestico, e dinon richiederne altre forme per esserealimentata. È questo il primo problemache bisogna porsi, perché bisogna consideraretutte le interazioni collaterali cheruotano persino intorno alla produzionedelle cosiddette “energie pulite” o “rinnovabili”.Secondo il noto paradosso che recita“Serve energia per produrre energia,per trasportarla, per stoccarla e, infine,persino per utilizzarla”?Precisamente!Non dobbiamo mai dimenticareche la casa passiva sembra quasiun’invenzione dell’ultimo momento,ma esiste da sempre: siamo vissuti permillenni senza caloriferi né condizionatoriestivi!I nostri nonni sapevano tutte questecose e anche certi contadini nellenostre campagne le conoscono bene.Solo che, paradossalmente, queste conoscenzee queste pratiche si perdonocon l’istruzione e col benessere privodi moralità.La casa passiva nasce tale o può anchediventarlo?Si possono applicare degli accorgimentiche cambino la fisionomia di<strong>una</strong> casa, per ottimizzarne il fabbisognoenergetico, ma la differenza fondamentaleè che “nel seme c’è la matrice”,come diceva il padre dei primigrattacieli, l’architetto Louis Sullivan.Nel seme è contenuto il <strong>futuro</strong>, comein un dna che lavora instancabilmentedall’interno. Intervenire dall’esterno èsicuramente possibile, ma non altrettantosostanziale.Ci sono dei materiali costruttivi chepredilige? O che siano in grado difavorire <strong>una</strong> minore dispersione delcalore?Il materiale più importante è il buonsenso,mezzo fondamentale per inserirsi nellacomplessità.Non esiste il materiale perfetto. Esistonotutti i materiali possibili, di cui(a seconda delle necessità del luogo,dell’uso e di numerosi altri fattori), bisognaesaltare alcune proprietà piuttostoche altre.Secondo la sua decennale esperienza, leleggi e i decreti in materia edilizia sonodavvero in grado di cambiare profondamenteil modo di costruire? E vie-Foto: Cesare Rocchi20 • n. 3, settembre-dicembre 2009


Energia da risparmiareAlcuni dei progetti di Cesare Rocchi(nella foto a pagina precedente). Sopra ea sinistra: centro polivalente a Potenza(2000). In basso a sinistra: laboratorioa Roccapriora (2001); il giardino e lapiscina nella serra interna assicurano ilriscaldamento nelle notti invernali e lafrescura in quelle estive. A pagina 21: unprogetto del 1991 per <strong>una</strong> discoteca a Melfi(in provincia di Potenza).ne prima la legge o la mentalità che laconcepisce e si predispone alla sua obbedienza?Questa domanda contiene un’implicita risposta!Innanzitutto, se un provvedimentonon entra prima nell’urbanistica, non potràquasi sicuramente entrare neppure nell’edilizia.Comunque, dopo le crisi petroliferedegli anni Settanta, sono stati emessi varidecreti legge immediati e indiscutibilmenteutili, ma la realtà è complessa e non puòessere cambiata in profondità da un singolointervento, che per forza di cose si trova aessere superficiale. Un mio progetto per residenzea basso consumo, di ormai trent’annifa, prevedeva <strong>una</strong> spesa iniziale maggioredello 0,8% per essere realizzato, ma garantivail 70% del risparmio energetico, tramitel’uso di pannelli solari, uno studio molto attentodei movimenti del sole e l’impiego di<strong>una</strong> grande piscina coperta come bacino diricambio per regolare al meglio la temperaturadell’aria. E ancora oggi non è possibilerealizzarlo. Una singola norma infatti, perquanto importante, resta un episodio in uncontesto dalla complessità straordinaria incui ogni singolo fattore può alterare il ri<strong>sul</strong>tatocomplessivo.Suona molto come <strong>una</strong> delle definizionidella Teoria del Caos, il paradosso delbattito d’ali d’<strong>una</strong> farfalla in Brasileche può scatenare un tornado in Texas.Ed è proprio questo quello che è! Nonci possiamo limitare a considerare l’uomoe la natura come se fossero due coseseparate, perché vi sono infiniti fattoriche in realtà fanno parte di un unico organismo.Da qualche giorno l’Unione Europeaha raggiunto un accordo in materia direndimento energetico nell’edilizia e hafissato <strong>una</strong> data, il 31 dicembre 2020,dopo la quale le case dovranno esserecostruite a impatto “quasi zero” e quellegià edificate dovranno essere monitoratee “modificate”. Lei cosa ne pensa?Sarà effettivamente utile? Quali sono lesue aspettative per il <strong>futuro</strong>?Provo un ottimismo di fondo pensandoalle possibili sorti dell’umanità e non credoche finiremo per esaurire tutte le risorse,sino all’ultimo albero, come <strong>sul</strong>l’isoladi Pasqua. L’uomo è Natura e in quantotale non può contrastare se stesso. Tuttorisiede nella sua capacità di gestire anchedinamicamente le proprie protesi.Parliamo della sua associazione culturale:“Organism”. Perché questonome?Il richiamo diretto è all’architettura organica,branca dell’architettura moderna,ma che si riallaccia al passato e non è riconoscibilea priori. Non possiede infattiun codice, un canone, uno stile o caratteriidentificativi precisi che servono a classificarlain modo immediato, come accadenelle correnti a cui siamo abituati (decostruttivismo,razionalismo, espressionismo,ecc.). Questi sono infatti limiti moltostretti al perseguimento del benessere.Qual è all’interno dell’associazione l’importanzadella formazione dei giovani?Credo che lo scambio fra generazionisia un momento fondamentale e di primariaimportanza: è così che si evolvela specie. Per essere un passaggio proficuo,c’è bisogno che si mettano in motole emozioni e serve un flusso di energiatotale per impressionare durevolmente lamemoria. Ecco perché è importante instaurareun rapporto non solo meramentenozionistico fra maestro e allievo, bensìdi vita.Quali sono le parole più importanti chele ha trasmesso Wright, architetto della“Casa <strong>sul</strong>la Cascata” e maestro per eccellenzadell’architettura organica?“Tu sei quello che fai”, diceva FrankLloyd Wright.I tuoi valori si rispecchiano in quello chesei, in cosa costruisci, in quello che fai.Ogni uomo è massimamente realizzatonell’esplicitare la propria funzione all’internodella società e la professione è ciòche ci lega e ci permette di relazionarciad essa.Lei ha trascorso <strong>una</strong> vita nell’architettura;ha un’utopia? E se sì, può svelarla?Il capitolo finale del mio ultimo libro (Organism,workshop of ethical architecture,Edizioni Kappa, Roma, 2006) s’intitola:Senza utopia non c’è <strong>futuro</strong>. Quindi va dasé come la risposta a questa domanda siaaffermativa! La mia utopia è credere nellacapacità umana, in quanto Natura e partedella Natura, di evolversi verso un Finepositivo.E questo Fine qual è?Non ho certezze da vendere, né dadare a nessuno, ho solo la mia esperienzae l’entusiasmo che mi accompagnasempre.Anche Montale diceva “Non chiedercila parola”, rivolgendosi allamancanza di verità persino dei poeti:“Non domandar la formula chemondi possa aprirti, sì qualche stortasillaba e secca”.Non sono io che posso dirlo – dice Rocchisorridendo –, ma so che tutte le cose hannoall’interno un proprio obiettivo, chetendono a raggiungere muovendosi confluidità e aderendo al divenire.panorama per i giovani • 21

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