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PrevidenzaNO ai tagli degli stipendidei medici dipendentiLa Corte costituzionale boccia il taglio del 5 e del 10%,considerato un vero e proprio prelievo tributario.Il nodo: la discriminazione rispetto ai dipendenti privatidi Claudio TestuzzaIl taglio agli stipendi dei dirigentipubblici, medici dipendentidalle aziende sanitarie compresi,che superano i 90 mila euroè illegittimo. Lo ha stabilito laCorte costituzionale che con lasentenza 223/2012 boccia alcunenorme contenute nella manovracorrettiva varata dal governo Berlusconi.La Corte costituzionalein praticasalva dai tagli glistipendi di tutti idipendenti pubblicicon un reddito superiore ai90 mila euro.La sentenza riguarda 26.472 tradipendenti e manager (tra cui 10mila medici) per un ammontaredi circa 23 milioni l’anno.Secondo la Consulta lanorma èincostituzionaleLA PARTE CENSURATAIl decreto legge n. 78 del 2010,convertito in legge, che detta “Misureurgenti in materia di stabilizzazionefinanziaria e di competitivitàeconomica”, stabiliva – nellaparte censurata dalla Consulta –che, in considerazione dell’eccezionalitàdella situazione economicainternazionale e tenuto contodelle esigenzeprioritarie di raggiungimentodegliobiettivi di finanzapubblica concordatiin sede europea, a decorreredal 1° gennaio 2011 e sino al 31 dicembre2013 i trattamenti economicicomplessivi dei singoli dipendentidelle amministrazioni pubblichefossero ridotti del 5 per centoper la parte eccedente 90mila eurolordi all’anno fino a 150 mila euro,e del 10 per cento per la parte chesupera i 150 mila euro.Secondo la Consulta la norma inquesto punto è incostituzionaleperché, come hanno sostenuto ivari Tar che hanno investito dellaquestione la Corte, il taglio deltrattamento economico non consistein una mera riduzione, ma introduceun vero e proprio prelievotributario a carico dei soli dipendentipubblici.IL TAGLIO DELLO STIPENDIO ÈDISCRIMINATORIOLa Corte costituzionale afferma,dunque, che la normativa non puòconsiderarsi una riduzione delleretribuzioni, come sostiene l’Avvocaturadello Stato, ma è un'impostaspeciale prevista nei confrontidei soli pubblici dipendenti.E questo “viola il principio dellaparità di prelievo a parità di presuppostod'imposta, poiché ilprelievo è ingiustificatamentelimitato ai soli dipendenti pubblici”.A giudizio della Corte le disposizionigovernative si pongono,quindi, “in evidente contrasto”con gli articoli 3 e 53 dellaCostituzione, dove viene sancitocome tutti i cittadini siano ugualidavanti alla legge e tutti sono tenutia concorrere alla spesa pubblicain ragione della loro capacitàcontributiva.In conclusione, sentenzia la Con-Il tributo impostodeterminaun irragionevole effettodiscriminatoriosulta, il tributo imposto determinaun irragionevole effetto discriminatorio.n24

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