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Assistenza/EmergenzaELISOCCORSODEL 118,l’aiuto che vienedal cielodi Carlo CiocciEnrico Visetti, medico anestesista-rianimatore,ha 51 anni.Piemontese, ha lavorato nellasua regione per circa dieci anni sinoa quando si è trasferito in Valle d’Aosta.Attualmente è direttore dellastruttura complessa di anestesia erianimazione dell’ospedale regionaleUmberto Parini di Aosta ed è il responsabiledell’elisoccorso valdostanoper la componente sanitaria.Sebbene abbia raggiunto una poltronaimportante, quando scattal’emergenza il dottor Visetti, cosìcome altri medici che lavorano conlui, sale sull’elicottero pronto a calarsicon il verricello in profondi crepacci.Dottor Visetti, perché medico dielisoccorso?Dopo essermi laureato in medicinaho fatto il servizio militare come ufficialemedico e in tale veste ho finitoper far parte di un equipaggiodi elicotteristi dell’esercito. È da lìche è nata la passione. Allora glielisoccorsi civili, quelli del 118,erano agli inizi e come medicodell’esercito ho potuto effettuarediversi soccorsi in montagna.Un’esperienza particolare chericorda?Tra le tante emergenze che ho vissutoricordo un escursionista tedescoprecipitato in un crepaccio profondouna ventina di metri. Arrivatisul luogo dell’incidente ci calammosubito e impiegammo più di un’oraper tornare in superficie con il pazientedisteso sulla barella: era incastratotra blocchi di neve gelata e laparete ghiacciata. Quando pensavamodi aver fatto il nostro dovere eche potevamo tornare alla base pergarantire all’infortunato l’assistenzaospedaliera, con le poche forze chegli rimanevano l’uomo fece capireche, in realtà, non aveva affrontatola scalata da solo ma in compagniadi altri due alpinisti. Tornammo suinostri passi, cominciammo a scavarefreneticamente lottando controil tempo e riuscimmo a trovare gli altridue compagni di cordata ancorasepolti dalla neve. L’intera operazionesi concluse felicemente.Vi capita di avere paura?È chiaro che in determinate situazioni– quando ci troviamo appesial verricello in mezzo al frastuonodei motori dell’elicottero o quandovoliamo in mezzo alle nuvole sballottatida forti venti – ci si può sentiresotto pressione e questo puògenerare apprensione. Proprio pertale motivo è molto importanteavere fiducia nelle persone con lequali si lavora: il pilota, l’addetto alverricello, gli infermieri ed i tecniciche ci supportano. Da noi, in Valled’Aosta, le missioni risultano particolarmentecomplesse per l’ambientenel quale si svolgono e cherende complesso affrontare patologiespesso non banali. L’unicanostra vera apprensione è quella dinon riuscire ad offrire la migliore assistenzapossibile. Le poche personedell’equipaggio di elisoccorsodevono spesso prendere decisionirapide sul trattamento di persone incondizioni di salute critiche avendoa disposizione materiali e tecnologiemolto più limitate di quelle che siamoabituati ad utilizzare nei nostri ospedali.Come si diventa medico di elisoccorso?È la Regione che si occupa di selezionaree formare i medici di elisoccorso.Si tratta, nella stragrandemaggioranza dei casi, di medici rianimatoridi esperienza che verrannoformati, per la parte tecnica, in basealle caratteristiche fisiche del territorionel quale verranno chiamatiprevalentemente ad operare. nIn alto, il dottor Visetti attende l’arrivodell’elicottero durante una missione di soccorso.Foto della guida alpina Mario Mochet.17

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