EMERGENZE© Danilo Balducci/SintesiUn operatore sanitario prepara il necessario per gli interventi di urgenza sui feriti estratti dalle macerieè una cittàche piano piano staL’Aquilariaprendo gli occhi.Non è morta, è solo rimastastordita da un colpo “ben assestato”.È pronta a ripartireanche grazie ai mediciche, a dire il vero, non hannomai smesso di preoccuparsidella gente. All’indomanidel sisma l’emergenzaè scattata non solo a L’Aquila,ma in tutti i paesi limitrofirimasti isolati.Il mio primo pensiero, comepresidente dell’Ordine,va ai colleghi ma anche agliinfermieri del Pronto Soccorsoche, pur operando inuna struttura distrutta dalterremoto, sono riusciti,stringendo i denti, ad assisteretutti coloro che, ora dopoora, venivano estratti ancoravivi dalle macerie. Possodire che se molti, graziea Dio, si sono salvati è statoanche merito loro. Lastessa Protezione civile, loripeto in tutti gli interventiche faccio ormai da giorni,si è complimentata con meper il comportamento dellaclasse medica aquilana chesi è dedicata giorno e nottealla cura ed all’assistenza deipropri concittadini.Ma oltre all’emergenza, moltisono gli encomi da fare.I medici di base sono subitoentrati in azione creandonuclei di assistenza anchedavanti alle farmacie cittadinedove prescrivevano medicinali.L’ospedale da campo è statoallestito subito, vista l’inagibilitàdel nosocomio cittadino,nell’ampio parcheggiodell’Ospedale San Salvatore.Sono stati anche realizzatipresìdi medici e centripolispecialistici nella Piazzad’Armi e nello Stadio rugbisticodi Acquasanta.Anche la sanità privata, però,non è stata con le maniin mano.La Casa di Cura Villa Letiziadi Preturo, unica clinicaaquilana a non aver subitodanni, non solo ha accolto imalati più gravi e quelli intrattamento oncologico, maha anche messo a disposizionela vicina Casa di RiposoVilla Dorotea per il ricoverodei pazienti.Molte, dunque, le iniziativesanitarie che hanno fornitoaiuto alla popolazione bisognosa.Nel parcheggio dell’Ospedalesono in funzione un’odontoambulanzaed un’oftalmoambulanzaper alleviare lesofferenze dentarie ed oculistiche.Sono arrivati anchegli occhiali d’emergenza percoloro che li hanno persi nelsisma.L’Ospedale de L’Aquila è stato,purtroppo, devastato dalterremoto. Non perdendosi4
EMERGENZEd’animo, molti medici ed infermieriche pure hanno persocasa, parenti ed amici, sonoriusciti ad allestire, conl’aiuto anche della C.R.I. un“Ospedale di emergenza”pronto ad offrire una assistenzacapillare ai ricoveratinelle tendopoli dove sonostati creati punti di raccoltaper i medici di base, che lavorano24 ore su 24.È tornata in funzione la medicinaspecialistica, maggiormentecolpita da questo tragicoevento (gran parte deglistudi specialistici privatiè andata distrutta o è inagibile).Si sono mossi anche imedici clown, i nostri PatchAdams, che portano sollievo,colore e procurano le risatedei più piccoli, che sonoi soggetti che risentonodi più della tragedia.Anche l’assistenza domiciliare,se così può essere chiamata,ha ripreso a funzionare infavore di quelle persone, nondeambulanti ed impossibili-© Claudio Morelli / Emblematate a muoversi, che sono stateassistite nelle tende.Il lavoro è ripreso in un climadi grande solidarietà, digentilezza e senza polemichedi sorta.Come non ricordare i colleghidella costa adriatica di Pescara,Silvi, Tortoreto ecceterache stanno assistendopiù di ventimila aquilani ospitatipresso gli alberghi di questelocalità di mare.Riaprono i bar, le edicole, inegozi, c’è voglia di riprendereda dove si è interrotto ese è vero che, come dicevaAlessandro Magno, un popoloin salute è un popolo invincibile,allora è nostro specificocompito quello di alleviarele sofferenze di chi soffre,di chi ha perduto tutto inquesta terribile tragedia.La migliore medicina in questicasi è assicurare alla gentela meravigliosa sensazionedi essere protetta, di sapereche ci siamo.È mio obbligo sottolineareche il corpo sanitario, i medici,gli infermieri e tutti coloroche prestano la propriaopera preziosa in aiuto e curaa coloro che soffrono,compiono la missione nel ricordodel dottor Dante Vecchioni,rimasto sepolto sottole macerie e di tutti queicolleghi che in questa sciagurahanno perduto i lorofamiliari.L’Aquila metti il camice ecura i tuoi figli, solo così potraicurare te stessa!!!Ed eccoci alle telefonate alGiornale della <strong>Previdenza</strong>.All’inizio le voci sono concitate.Poi, con il trascorreredel tempo, la comunicazioneacquista una certa regolarità.All’altro capo delfilo c’è un gruppo di medicidell’Aquila: “Siamo una ventina.Vogliamo parlare conil nostro giornale. Abbiamobisogno di confidarci conqualcuno, di raccontare unpo’ della nostra nuova vitaL'Aquila, 6 aprile 2009 - Sfollati i ricoverati dell'Ospedale San Salvatore, dichiarato inagibilesotto le tende accanto allepersone che soffrono”.Alle prime ore del mattino,molti di loro, “tanti”, scendonodalle auto dove hannotrascorso la notte e si avvianoverso le tende. Per lamaggior parte sono specializzandiche vivono da tempoall’Aquila e si sentono ormaicittadini di questa terramartoriata.Oggi, “abbandonati da Dioe dagli uomini”, si aggiranoquasi sperduti sotto le tendeper portare un po’ di confortosoprattutto agli anziani chevivono momenti così difficilie tristi. Piove, fa freddo ela terra continua a tremare.“Ci sembra di esserci trasformatiin psicoterapeuti. Primaquesti pazienti di etàavanzata venivano in ospedaleper farsi curare e magarisolo per avere qualcheconsiglio o, come sostenevamonoi, per chiacchierareun po’ con il medico”.Questi colleghi che si alternanoal telefono, raccontanouna storia unica: “Dentrogli occhi di tante di questepersone c’è il vuoto. Moltihanno perduto tutto quelloche possedevano, altri, epurtroppo sono tanti, piangonoi loro cari scomparsi”.Come si fa a dimenticare,racconta una dottoressa, chequattro bambini sono mortisoffocati dalla polvere.Sono le stesse parole del dottorBerardino Persichetti,neonatologo, che ha vistoquei cadaverini stesi; l’unoaccanto all’altro, nei corridoidel Pronto soccorso:“Sembrava d’essere in guerra”,dice con le lacrime agliocchi. E conclude: “Non lasciatecisoli!”. •5