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1-25APRILE:ENPAM 4-09

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46COMUNICAZIONEGli anni “Luce” della nostra storiasterminato archivio storico, quello dell’IstitutoLuce, in continuo arricchimento.Le 400 mila foto, le oltre 4 mila oredi filmati sono richieste da storici e televisionidi tutto il mondo per la realizzazionedi documentari “e non solo – ci diceLuciano Sovena presidente e AmministratoreDelegato dell’Istituto Luce –ma anche per lungometraggi. Ne è unesempio il prossimo film di Marco BellocchioVincere dove vedremo molto materialedel Luce”.Nel vostro archivio ci sono solo i filmatidel Luce?Il cinegiornale Luce fino alla fine dellaguerra non solo rappresenta l’unico documentovideo del regime ma fotografacon precisione anche la vita quotidiana e questo haun’enorme importanza se si considera che non c’era latelevisione ma solo la radio. Il materiale audio visivo diinformazione, soprattutto per quello che riguardava ilregime, veniva fatto in questi cinegiornali. Per quantoriguarda il nostro archivio abbiamo acquisito la SettimanaIncom con materiale fino al 1978 e altri cinegiornalicome Ciac o il Filmgiornale Sedi. Con il tempo il nostroarchivio si è andato certamente arricchendo. Tra gli ultimiacquisti c’è l’archivio storico in digitale dell’Albaniacon documenti rarissimi, l’archivio del grande documentarista-registaFolco Quilici, il materiale del registaSilvano Agosti, gli atti dei congressi del partito socialistaItaliano, di Craxi per intenderci. Oggi siamo in grado,e i documentari che facciamo lo testimoniano, di ricostruirela storia di un intero paese, anzi siamo sostanzialmentela memoria storica dell’Italia. Logicamente ilcommento dei cinegiornali Luce è apologetico sia di Mussoliniche del partito fascista, per questo raramente cisono cinegiornali che vengono dati nella loro interezza.Quando si fa un documentario estrapoliamo le immaginiche interessano e viene fatto poi un grande lavoro dimontaggio. Il commento cambia a secondo dello storicoal quale è affidato.di Ludovica MarianiQuando ancora non c’era la tv a raccontare l’Italia agli italiani, il Giornale Lucefaceva la sua comparsa (nel 1927) prima di ogni proiezione nelle salecinematografiche del nostro Paese. Da strumento di propaganda per il Regime aprezioso e insostituibile documento, il Giornale Luce è oggi parte fondante di unoLuciano Sovena, figlio del chirurgoAldo Sovena, ex primariodell’ospedale San Filippo Neri diRoma, è presidente ed amministratoredelegato dell’Istituto LuceEsistono in Europa e nel mondo archivistorici di analoga importanza?Siamo il più grande archivio storico d’Europae forse del Mondo. Eccetto pochissimidocumenti che furono presi dagliamericani, solo noi abbiamo le immaginidel periodo fascista ed è importante capireche per periodo fascista non si intendesolo quello che è il Regime e la sua celebrazionema anche la vita di tutti i giorni.E la cosa più curiosa e interessante è forseproprio quella di andare a vedere unadeterminata città o un paese come era allora.Mancano purtroppo i documenti chetestimoniano il dopoguerra, gli Alleatiquando sbarcarono fecero le loro ripresequindi di materiale ce n’è molto ma inAmerica.C’è un vecchio filmato al quale è particolarmente legato?Tutti quelli che riguardano Roma e in particolare Villa Torlonia.Abito lì davanti e provo sempre una forte emozionee un grande interesse nel vedere la vita che si svolgeva dentroe intorno alla residenza del Duce e della sua famiglia. Ifilmati del Luce sono visibili gratuitamente collegandosi allarete (www.luce.it) e questo per dare a tutti la possibilitàdi vedere immagini di un passato che è la nostra storia.Avete molte richieste di documenti filmati dall’estero?Quasi più che dall’Italia. A Cannes si è da poco conclusoil Mipcom – Mercato internazionale dei programmi audiovisivi– e i risultati sono stati eccellenti, i nostri documentarisono stati venduti in tutti il mondo, Cina, Giappone.C’è un grande interesse per un certo periodo della storiaitaliana, probabilmente perché dopo 60 anni dalla fine dellaguerra si può guardare al passato con lo sguardo criticoe distaccato di uno storico.A tanto interesse non corrisponde, almeno in Italia, un’adeguataproposta televisiva. Perché?Sulla pay tv c’è History Channel mentre sulla free c’è menospazio anche se ci sono programmi come La Storia SiamoNoi ad esempio o Anni Luce programma de La7. Lagente ha voglia di cultura e soprattutto nei giovani, forse

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