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IL GIORNALE DELLA dei Medici e degli Odontoiatri ... - Enpam

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ARTEper la citazione colta si affiancaad un pathos totalmentenuovo, un’idea delmovimento decisamente anticlassica,quasi teatrale, unasensibilità tanto peculiare dasembrare “bizzarra” agli occhidel Vasari. Siamo distantidalla ricerca del belloideale, di un’ineffabile trascendenzafrutto della culturaneoplatonica portataavanti dal Botticelli. La mostraoffre inoltre l’occasionedi confrontare gli esiti raggiuntida entrambi nella ritrattistica,mediante l’accostamentodi opere non moltonote al grande pubblico,come ad esempio il “Ritrat-to di musico” di Filippino,proveniente dalla NationalGallery of Ireland di Dublino,o il “Ritratto di giovanecon cappello nero” di PalazzoPitti, piccolo capolavorodel Botticelli. Nutrita anchela schiera <strong>dei</strong> disegni e <strong>degli</strong>studi, di grande interesse peresplorare l’universo figurativo<strong>dei</strong> due pittori penetrandonel loro personalissimolaboratorio. L’avventodell’implacabile moralismodel Savonarola pesa sull’artedi entrambi. Quando l’occasionelo richiede, Filippinoadotta uno stile maggiormenteaustero, segnatoda un fervore penitenzialeevidente ad esempio nelle figuresofferenti e derelittedella Maria Maddalena e delSan Giovanni Battista provenientidalla Galleria dell’Accademiadi Firenze, salvopoi proseguire nella propriaricerca dimostrando disapersi adattare alle diverseesigenze della committenza.Le infuocate prediche delSavonarola marchiano inmaniera indelebile l’arte delBotticelli, la quale assumevalori drammatici dapprimasconosciuti. L’ansia religiosadiviene tormento, mentreil ritorno ad una visione delmondo volutamente arcaicalo precipita in una disperatasolitudine dalla quale nonriuscirà più ad emergere sinoalla morte, avvenuta nel1510. Al contrario del suoillustre collega, quasi inattivonell’ultima fase della propriaesistenza, Filippino collezionaun gran numero diimportanti commissioni.Quando muore improvvisamente,nel 1504, forse a causadell’angina, “si serraronotutte le botteghe nella via de’Servi, come nell’essequie de’principi uomini si suol farealcuna volta”, scrive il Vasari,a testimoniare quanto lasua arte ed il suo caratterefossero apprezzati dai suoiconcittadini. •Tortona, riscoprire la natura mortaChe l’Ottocento nonsia esclusivamente illuogo della pitturastorica o risorgimentale, <strong>degli</strong>slanci e <strong>dei</strong> gesti eroici recentementerispolverati inoccasione delle celebrazioniper i centocinquant’annidell’unità d’Italia, lo testimoniaun’interessante esposizioneospitata negli spazidella Fondazione Cassa diRisparmio di Tortona dal titolo:“Le meraviglie della naturamorta. 1830-1910” (finoal 19 febbraio 2012 – catalogoSkira), un viaggio attraversole declinazioni diun genere in quegli anni soloapparentemente sopito,in realtà sempre ben presentenella cultura figurativadel nostro paese.Il percorso espositivo si aprecon il rassicurante naturalismodi Francesco Hayez eDomenico Induno, ancorasegnato da nostalgie “Biedermeier”.Messa in secondopiano nei primi anni delsecolo, la natura morta rinasceprepotentemente adopera di artisti quali LuigiScrosati, grande innovatoredel tema. Le richiestedella committenza altoborghese, unite aquelle della nascenteimprenditoria, generanouna produzioneche coinvolge unostuolo di pittori ansiosidi acquistare visibilitàsul mercato, fra iquali spiccano CesareTallone e Filippo Carcano,esponenti della“nuova scuola lombarda”ma turata nell’ambitoculturale dell’Accademiadi Brera,dell’Ateneo di Bresciae dell’Accademia Carraradi Bergamo. Diquest’ultimo, particolarmenteapprezzato per l’originalitàdelle soluzioni iconografiche,colpisce adesempio il modo del tuttopeculiare di presentare ilpaesaggio milanese, segna-to in lontananza dal grigiore<strong>dei</strong> palazzi e delle ciminiere,filtrato attraverso ivasi e le piante poggiate sulparapetto di una terrazza inprimo piano. Nelle mani diautori quali Giovanni Segantini,Giu seppePelizza da Volpedo(il quale era stato allievodello stessoTallone) e GaetanoPreviati, alfieri dellarivoluzione divisionista,la naturamorta cessa di essereil luogo dell’ordineper assorbire tuttele inquietudinidell’epoca, superandodefinitivamenteil decorativismo dimatrice naturalistica,traghettando ilgenere verso gli incertiorizzonti novecenteschi.•Francesco Hayez, “Fiori”, 1834Olio su tela, 51 x 39,2 cm, collezione privata9 - 201155

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