IL GIORNALE DELLA dei Medici e degli Odontoiatri ... - Enpam
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il Giappone, rientra a Varese,da dove si precipita immediatamentea Milano infestatadal colera, operandoall’Ospedale Maggiore piùcome infermiere che comemedico.Durante le Cinque Giornategli sono stati a fianco molti<strong>dei</strong> suoi ex compagni universitari,tra i quali RoccoGritti, destinato a diventareun insigne chirurgo, notoper aver inventato un nuovometodo di osteoplastica(ancora noto oggi come“amputazione del Gritti”).Due eminenti medici, GiovanniRiberti e Andrea Verga– tra i primi ad occuparsiin Italia della vaccinazioneantivaiolosa, da poco codificatada Edward Jenner –si prodigarono per nasconderein ospedale armi e fuggiaschi:furono scoperti econdannati alla forca, ma poigraziati da un’amnistia.L’insurrezione di Brescia del’49, emula di quella di Milano,non fu meno sanguinosa.Le sue eroiche “DieciGiornate” costarono anch’essenumerose vittime siaper i combattimenti che perla feroce repressione che seguìla fine <strong>degli</strong> scontri.Ma un “Quarantotto” ci fuanche a Napoli. Alla fine diquell’anno, nonostante le riformevarate da Pio IX e daCarlo Alberto, la Costituzionenon era stata ancora concessa.Pertanto, dopo i primientusiasmi, i fermenti e ilmalcontento divennero semprepiù estesi e radicati tra lapopolazione. Finché FerdinandoII re di Napoli, preoccupatodelle dimostrazionisempre più frequenti, il 20gennaio del ’49 pubblicò –Le barricate di via Toledo, Napoli (1848)Giovanni Riberti e Andrea Vergasi prodigarono per nasconderein ospedale armi e fuggiaschiprimo <strong>dei</strong> Principi italianidell’epoca – il decreto checoncedeva la Costituzione.Tuttavia, dopo le votazioniper il Parlamento, i deputaticominciarono a litigare traloro; soprattutto i moderatitemevano che il Re tornassesui suoi passi di fronte allepressanti modifiche richiestedai democratici: laCamera era presieduta dalfoggiano professor VincenzoLanza, definito dal Settembrini(anch’egli medico)“il principe <strong>dei</strong> medici napoletani”.Dopo le nuoveelezioni e la chiusura delParlamento, Lanza fu costrettoa fuggire per evitareil carcere; sarebbe tornatoall’insegnamento solo sei annidopo.Insieme a lui altri illustri medicifurono costretti a fuggireper evitare lunghi annidi carcere per le loro idee indipendentistee per l’incessantee aperta opera di propagandache facevano anchein virtù del grande prestigioprofessionale di cuigodevano. Coloro che nontrovarono scampo nella fugapagarono i propri idealicon lunghi anni di detenzionein tetre carceri comequelle di Nisida, Procida,Ischia, Santo Stefano eMontefusco. Molti medicisoffrirono entro le tristi muradi questi inumani luoghidi pena: si ricorda tra i tantiil brindisino Cesare Braico,che per aver preso parteai moti insurrezionali napoletanifu arrestato e condannatoa venticinque annidi galera: prima di essereportato a Ischia fu fatto passareper le strade di Napoli– insieme agli altri condannati– ammanettato, vestitocon un paio di larghe brachee in testa un berretto dipeli d’asino, come monitoper i cittadini.La galera non indebolì la suafede per la causa della libertà:uscito dal duro carcere,MEDICI <strong>IL</strong>LUSTRIcombatterà nel ’59 a Solferino,partecipando l’anno seguenteall’impresa <strong>dei</strong> Mille.Il medico calabrese InnocenzoVeneziano, arrestato aReggio insieme ad altri “politici”e a quindici “malfattori”,era stato portato a Napolia piedi, con le manetteai polsi e le braccia legate dauna fune, in un viaggio duratoventisette giorni. Gli fucomminata la pena di morte,poi tramutata in ergastoloa Santo Stefano. A propositodi questo carcere, valericordare una vicenda avvenutaalcuni anni dopo.Forse per liberarsi <strong>dei</strong> tantiprigionieri che affollavano lecarceri, nel 1859 viene propostoai detenuti di mutarela prigionia con l’esilio inAmerica. Tra i molti che accolgonodi buon cuore laproposta vi sono ovviamenenumerosi medici; ma sullanave americana Stewart chedeve portali negli Stati Unitis’è imbarcato sotto le spogliedi cameriere un figlio diLuigi Settembrini, in realtàun ufficiale di Marina: il quale,non appena la nave haguadagnato il largo, si toglieimprovvisamente la giaccabianca di cameriere e imponeal Capitano di cambiarerotta e puntare verso l’Irlanda.Il folto gruppo di esulipotrà così prendere piedesulle coste irlandesi e da lìraggiungere Londra; molti diessi rientreranno avventurosamentea Torino per riprenderela loro attività dipatrioti o partecipare allaspedizione <strong>dei</strong> Mille. •Estratto da “Camicibianchi in camicia rossa”.Ed. Red@zione,Genova; 20119 - 201149