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IL GIORNALE DELLA dei Medici e degli Odontoiatri ... - Enpam

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L’INTERVISTA/2consenta di identificare precocementeil danno cardiacocausato da amiloidosi e diintervenire in tempo.Tra gli altri sintomi, la disautonomia:il paziente, intornoai 50 anni ed in assenzadi diabete, presentaimpotenza da cause non notee severa ipotensione ortostatica(spesso associata asincopi), etc. Questi segnidel coinvolgimento del sistemanervoso autonomodevono far pensare ad unapossibile amiloidosi. Stessacosa vale per le neuropatieperiferiche sensitivo-motorieprogressive.Quali sono i segni fisici evidenti?Ci sono aspetti fisici caratteristiciche si presentano soloin una piccola percentuale(10-15 per cento) di pazienti:porpora periorbitaleche appare e scompare inpochi giorni, soprattutto dopomanovre di Valsalva.Questo, in particolare, nonè un segno molto precocema è patognomonico. Ed ancora:la macroglossia che èpresente solo nel 10 per cento<strong>degli</strong> ammalati e dovrebbesuscitare prontamente ildubbio di amiloidosi AL.Epatomegalia e splenomegaliasono pure presenti inalcuni pazienti.Quali sono gli strumentidiagnostici?La diagnosi di amiloidosi sibasa sul riscontro biopticodi depositi che, dopo colorazionecon rosso Congo, osservatial microscopio otticoa luce polarizzata, assumonoun caratteristico colorverde brillante.Poiché oltre l’85 per cento<strong>dei</strong> pazienti presenta depo-siti di amiloide nel grasso periombelicale,si effettua unagoaspirato e si procede all’analisi.Se il risultato è negativo,si consiglia la biopsiadelle ghiandole salivari minori.Questo identifica un ulteriore5 per cento <strong>dei</strong> pazienti.Se anche in questo caso il risultatoè negativo si può procederead una biopsia dell’organocoinvolto, che presentaperò qualche rischioemorragico perché a questamalattia si associa, a volte,anche un deficit di un fattoredella coagulazione, il fattoreX in particolare.Una volta documentato ildeposito nei tessuti, è necessarioidentificare la proteinache lo ha formato: unerrore di tipizzazione potrebbeavere delle conseguenzecatastrofiche dal puntodi vista terapeutico. Le tecnichedi immunoistochimicasono in genere poco affidabili.Abbiamo pubblicato dapoco sulla rivista Blood unostudio sull’impiego di metodologiedi proteomica per latipizzazione inequivocabile<strong>dei</strong> depositi di amiloide.Per procedere con la terapiabisogna prendere in considerazioneil rischio connessoal danno d’organo?La valutazione del rischio, inparticolare quello connessoalla disfunzione cardiaca, ènecessaria per scegliere lastrategia terapeutica. Prendiamoad esempio l’amiloidosiAL: il sistema di stadiazione,messo a punto dai colleghidella Mayo Clinic, si basasu due marcatori biochimicidi disfunzione cardiaca,l’NT-proBNP e le troponine.Depositi di amiloide ottenuti dalla aspirazione del grassoperiombelicale, colorati con rosso Congo con la tipica birifrangenzaverde brillante in luce polarizzataLa concentrazione <strong>dei</strong> marcatoridetermina la prognosi:se entrambi sono normalila prognosi è eccellente, sesono entrambi elevati è piùsevera ed il paziente richiederegimi terapeutici attenuatiper ridurne la tossicità.Ogni due cicli di terapia ènecessaria una valutazionedella risposta basata sia sullaconcentrazione delle cateneleggere libere (nel casodella amiloidosi AL) siasui biomarcatori cardiaci,per modificare in tempi breviun eventuale trattamentoinefficace.Con questa strategia terapeuticasi riescono ad ottenererisultati molto buoni:circa il 70 per cento <strong>dei</strong> pazientirisponde alla terapia ecirca il 40 per cento di lorosopravvive almeno 10 anni.A che punto siamo con la ricerca?Grazie alla ricerca e ai nuovifarmaci, riusciamo oggi acolpire il processo amilodogeniconelle sue tappe, quindidalla sintesi del precursoreall’interazione con i tessuti,alla rimozione <strong>dei</strong> depositi,al danno cellulare. Inquest’ultimo caso, capiremeglio come le proteine determinanola tossicità cellularediventa un obiettivo primarioper aggiungere un tasselloimportante alla terapia.Il lavoro di coordinamentotra i centri è stato fondamentaleper i progressi cheavete compiuto?È stato vitale. È importanteil riconoscimento del formidabilelavoro <strong>dei</strong> 68 centriche compongono la rete nazionalee <strong>dei</strong> ricercatori delCentro per lo Studio e laCura delle Amiloidosi sistemichedella FondazioneIRCCS Policlinico San Matteo.La stretta e consolidataosmosi con i ricercatori deldipartimento di Biochimicadella nostra Università, direttida Vittorio Bellotti, haconsentito di trasferire rapidamentein Clinica gli importantiprogressi nella ricercadi base. La battaglia aquesta malattia è un’impresacorale, con tanti protagonisti,ed è solo grazie all’impegnoe all’entusiasmodi tutti che si sono finalmenteaperte concrete prospettivedi miglioramentoper i pazienti. •9 - 201119

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